Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    06/11/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Caduti in trappola

 
Quando tornarono nella piazza, trovarono Thait e Antigo che parlavano tra di loro a bassa voce.
"Ho scoperto dove abita il nostro uomo" disse Thait sorridente.
"E io ho trovato un posto dove stare" disse Alendil. "È un buco schifoso, ma è isolato e il padrone non fa molte domande."
"Colpiremo stanotte" spiegò Antigo mentre si incamminavano di nuovo. "Io ho scoperto qualcosa sul nostro uomo. È un albino di basso rango oltre che uno stregone del loro circolo, ma è considerato poco più che un incapace. Per questo gira con una grossa scorta di guardie, ma quelle non saranno un problema." Ghignò. "Dicono che abbia fatto arrabbiare un certo Kwame e per questo è stato mandato via dalla capitale Mar Qwara. Da allora si è dedicato al commercio degli schiavi."
"Hai scoperto un mucchio di cose su questa persona" osservò Shani.
"Mi è costato anche un bel po' di monete" ammise il mercenario con aria triste. "Dovrò ridurre la vostra parte di conseguenza."
"Non è giusto" disse Alandil.
"Al ha ragione" disse Thait. "Dovresti prendere quei sodi dal fondo comune."
"Se non vi sta bene, potete anche restarne fuori" lo minacciò Antigo.
"Non è il caso di arrabbiarsi tanto" disse Thait. "Tanto per parlare quale sarebbe la mia parte?"
"Milleduecento monete a me" disse Antigo. "Milleduecento ve le dividerete tu e Alandil. Il resto, tolte le spese, Shani e il ragazzo. In fondo sono gli ultimi arrivati."
"Mi sembra onesto" disse Thait soddisfatto. "Al, tu hai mai ammazzato qualcuno?"
"Ho ucciso una decina di persone."
"Non dico in battaglia."
Alendil scrollò le spalle. "Una volta ho spezzato la schiena a un tizio durate una rissa, ma non so se sia morto o vivo. Ora che ci penso..."
I due mercenari si tuffarono in una accesa discussione e Oren si dimenticò subito di loro. Cercava di guardarsi attorno e di non pensare a cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
"Lo so a cosa stai pensando, ragazzo" disse Antigo a bassa voce.
Oren gli gettò un'occhiata dubbiosa.
"Non fare quella faccia" fece il mercenario. "Non hai mai ammazzato qualcuno, giusto?"
"Ti sbagli" rispose Oren.
"In battaglia è diverso. Nemmeno te ne accorgi di togliere la vita a qualcuno. Ma quando lo devi guardare negli occhi..." Scosse la testa.
"Tu quanti ne hai uccisi?"
"Con questo lavoro saranno dodici con le mie mani. Sì, lo farò io. Ho paura che  vi tremi la mano nel momento decisivo."
"Quel tizio" disse Oren facendo attenzione a non pronunciare il nome. "Ha i poteri"
"Come tutti gli albini è anche uno stregone, è vero, ma come ti ho detto è un inetto. Sarà facile averne ragione."
"Gli stregoni sono forti."
Antigo ghignò. "Anche noi."
Arrivarono al posto trovato da Alendil. Era davvero un buco schifoso come aveva detto il mercenario, ma era isolato e sicuro. E facile da sorvegliare.
Thait spiegò agli altri come arrivare da Ngaza.
"Ha una villa a mezzo miglio dalla torre principale della città. È su due piani ma la sua stanza da letto è al primo, come tutti gli albini di alto rango gli piace dormire nel livello basso. C'è anche un giardino ma è piccolo."
"Guardie?" chiese Antigo.
"Ci stavo arrivando" rispose Thait. "Sei uomini armati di lancia e scudo all'esterno. Si danno il cambio ogni tre ore con altri sei all'interno. Li ho contati con attenzione."
"Chi ci dice che il nostro uomo sarà a casa quando colpiremo?" chiese Alendil.
"Se non c'è lo aspetteremo" disse Antigo. "Prima o poi dovrà rientrare."
"E le guardie?" chiese Shani.
Antigo scrollò le spalle. "Non sono un problema."
"Altri dodici cadaveri?" fece la ragazza. "Non ci pagano abbastanza."
"Basterà ucciderne un paio" disse il mercenario. "Gli altri capiranno che è inutile resistere e si faranno legare e imbavagliare. Non credo che abbiano intenzione di morire per una canaglia come quella."
"Pare che tu ce l'abbia con lui" disse Thait.
"Che vuoi insinuare?"
"Niente. Dico solo che lo stai prendendo come un fatto personale."
"Che cosa te lo fa credere?" chiese Antigo con tono irritato.
Thait scrollò le spalle. "Niente. È solo una mia impressione."
"Ti sbagli, non c'è niente di personale. Io tengo fuori dagli affari i miei problemi. E lo stesso dovete fare voi. Intesi?"
Alendil e gli altri annuirono.
"Colpiremo stanotte stessa. Il tizio della miniera vuole che il lavoro venga fatto il più presto possibile."
Mirka, pensò Oren.
"Ho preso tre stanze" disse Antigo. "Una è mia, le altre dividetevele come volete. Usatele per riposare e prepararvi."
"Io sto con Thait" disse Alendil.
"Voi prendete l'altra" disse il mercenario rivolgendosi a Oren. "Ma non allungare le mani o quella te le taglia" aggiunse indicando Shani.
La ragazza poggiò la mano sull'elsa della spada. "Deve solo provarci e perderà non solo le mani."
Oren la seguì di sopra. Appena nella stanza Shani chiuse la porta.
"Dobbiamo agire subito" disse a bassa voce.
"Che vuoi fare?" chiese Oren.
"Avvertiamo Ngaza."
"E poi?"
"Ci conviene sparire subito o Antigo e gli altri ci faranno a pezzi."
"Magari se provassimo a spiegargli come stanno le cose con Mirka e la questione del drago..."
Shani scosse la testa. "Non ci crederebbe mai."
Ha ragione, pensò Oren. Io stesso stento a crederti. Però so di che cosa è capace Mirka e che deve essere fermato in ogni modo possibile.
"Ecco che cosa faremo" proseguì la ragazza. "Prima di tutto avvertiremo Ngaza. Quando scoprirà quello che voleva fare Mirka, chiamerà gli altri albini e tutti insieme fermeranno il necromante."
"Ne sei sicura? Voglio dire, Ngaza non sembra una persona del tutto onesta."
"Ma gli albini si difendono tra loro. Se verranno a sapere che qualcuno ha cercato di uccidere uno del circolo, faranno qualcosa di sicuro. Non possono restare a guardare mentre degli stranieri li minacciano."
"Se lo dici tu. E noi che cosa faremo nel frattempo?"
"Ci metteremo sotto la protezione degli albini. Ma sarà una cosa temporanea. Dovremo andarcene alla prima occasione."
Sembrava un buon piano e Oren non ne aveva uno migliore.
Shani andò alla porta e l'aprì, gettò un'occhiata nel corridoio e gli fece cenno di seguirla. "Andiamo."
Riluttante, Oren le andò dietro.
Tornarono per strada. Ormai era buio e quelli che sfidavano le tenebre erano pochi e sembravano andare tutti di fretta.
Oren seguì Shani scivolando insieme a lei tra le ombre cercando di non far rumore. Sembrava che ogni passo potesse rivelare la loro presenza, anche se era certo che nessuno in quel momento li stesse seguendo.
"Siamo già passati di qui" disse indicando una casa dalla facciata rovinata dall'umidità e dal tempo.
Shani annuì. "Sto facendo dei giri a vuoto. Nel caso qualcuno ci segua."
"Chi?"
"Non lo so, ma è meglio non fidarsi."
Dopo un altro paio di giri a vuoto, arrivarono alla casa di Ngaza. Come Thait aveva detto, era una villa circondata da un giardino e da un muro alto due volte una persona normale.
Oren vi appoggiò le mani per saggiarne la superficie. "È liscio. Come faremo ad arrampicarci? Non vedo appigli."
"Ci penso io" disse Shani avvicinandosi.
Oren ebbe l'impressione che si stesse concentrando.
Un grido risuonò sopra le loro teste.
Oren si voltò di scatto. "Che cosa è stato?"
"Veniva da dentro" disse Shani. Si piegò sulle ginocchia e spiccò un balzo innaturale che le fece raggiungere la sommità del muro.
Stupito, Oren la vide tendergli il braccio. "Ti aiuto a salire. Svelto."
Udirono altre grida e poi rumori confusi, come di una lotta in corso.
Oren si aggrappò alla mano di Shani e lei lo sollevò senza alcuno sforzo. "Sei una strega?" le chiese stupito.
"No" rispose lei calandosi dall'altra parte.
Oren la seguì. Con un balzo atterrò nell'erba alta. Avanzò nel buio piegato su se stesso cercando di muoversi al riparo degli alberi.
Shani era già arrivata a una delle finestre quando udirono un altro grido strozzato. La ragazza estrasse la spada e con un gesto fluido e preciso tagliò in due l'anta di legno che chiudeva l'entrata. Si infilò nella casa senza esitare.
Oren avrebbe voluto dirle di essere prudente, ma si ritrovò invece a infilarsi anche lui nell'apertura.
La casa era immersa nel buio, ma lui era già abituato e gli bastò la leggera penombra per orientarsi.
Shani avanzava sicura, la spada curva ben  salda nella mano destra. Ogni tanto si fermava dietro un riparo, si sporgeva per un istante e riprendeva ad avanzare.
Entrarono in un lungo corridoio. Al centro c'erano due corpi riversi al suolo in una pozza di sangue.
Shani si avvicinò veloce, gettò un'occhiata rapida e proseguì.
Oren raggiunse lo stesso punto. I corpi appartenevano a due guardie. Gli scudi e le lance giacevano ai loro piedi. Non avevano avuto il tempo di usarli.
"Shani" sussurrò Oren non vedendola più davanti a lui. Raggiunse quasi di corsa la svolta successiva e si sporse.
A destra vide la ragazza indugiare su tre corpi ammassati in un disimpegno dal quale partivano altri due corridoi.
Oren la raggiunse. "Che cosa è successo qui dentro?"
"Non lo so" disse Shani, ma la sua voce era tesa e i suoi occhi fissi sul corridoio verso il quale i soldati caduti si stavano dirigendo. "Andiamo" sussurrò con tono imperioso.
Oren la seguì fino alla stanza successiva. Anche se immersa nel buio, la poca luce che filtrava dall'unica finestra mostrava una scena terribile.
Al centro c'erano cinque corpi di altrettanti soldati.
Un sesto corpo giaceva sotto la finestra, la gola tagliata. Guardandolo da vicino, Oren riconobbe un uomo dalla pelle chiara come il latte. Aveva la gola tagliata e una profonda ferita al petto. Da entrambe era colato tanto sangue da imbrattare la tunica chiara che indossava. Gli occhi erano sbarrati e colmi di terrore.
Era chiaro che non si aspettava di morire lì, proprio in casa sua, dove si sentiva al sicuro.
"È lui?" sussurrò Oren,
"Ngaza" disse Shani con un filo di voce. "Non c'è dubbio che fosse lui."
Gli altri corpi mostravano ferite simili al petto e agli arti. C'era stato un combattimento in quella stanza, ma le guardie e l'albino non avevano avuto alcuna speranza di uscirne vivi.
"Siamo arrivati in ritardo" disse Shani.
"Chi li avrà uccisi?"
"Secondo te?"
"Antigo e gli altri..."
"Andiamo, svelto" disse Shani.
Dalla porta spalancata entrarono sei guardie armate di lance e scudi. "Fermi" disse una di loro.
Oren guardò Shani, che a sua volta si voltò verso la finestra. Gettò una rapida occhiata all'esterno e sembrò ripensarci.
Allora Oren si avvicinò e guardò fuori. Il giardino era pieno di soldati. Due albini stavano correndo verso l'entrata.
Shani gettò la spada a terra e alzò le mani. "Siamo caduti in una trappola."

Prossimo Capitolo Giovedì 8 Novembre
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor