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Autore: kamy    09/12/2018    0 recensioni
Una serie di situazioni vissute sia da Howard Stark che dal figlio Tony. Le differenze del loro modo di viverle.
Scritta a quatto mani con Lady Atena.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scritta sentendo: Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=X--qtzARIv8; Time.
 
Cap.9 Padre - Figlio
 
Steve guardò la vecchia registrazione in bianco e nero svolgersi davanti a lui, il rumore delle bobine risuonava nella stanza claustrofobica.
L’ambiente scuro era illuminato solo dalla luce che proveniva dal telone che faceva da schermo.
“È acceso, sta registrando?” chiese Howard nella ripresa.
Steve guardò il suo viso sciupato, i capelli candidi e la ragnatela di rughe.
“Maria, sto registrando questo per Tony, per te. Solo per voi, niente più propagande, niente più S.H.I.E.L.D., niente più città del futuro.
Sto facendo una sciocchezza, di quelle che so fare solo io. Però…” disse Howard. La sua voce era stanca e in mano teneva un bicchiere colmo di liquore.
Steve camminava avanti e indietro, di fianco a un divanetto, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla ripresa. Alle spalle di Howard c’era il progetto della città, il suo studio.
“Voglio che tu sappia quanto ci tengo. Tony è prezioso per me, un figlio a cui non riesco a dare quanto voglio bene. Lui è la mia più grande creazione, la nostra creatura.
Maria, comunque andrà, voglio che tu sappia che nei miei pensieri ci sarai tu, sempre e solo tu. Prenditi cura di nostro figlio” implorò.
Steve abbassò il capo e fece un sorriso amaro.
< Dovrei esserne contento, almeno alla fine mi avevi dimenticato. Vorrei che Tony sapesse, ma dopo il casino della Civil War, immagino ci saranno poche possibilità di farglielo sapere > pensò.
 
****
 
“Sta registrando?” chiese Tony.
Steve guardò l’ologramma azzurro di Stark, seduto e piegato in avanti verso la telecamera, illuminare il laboratorio nero e deserto.
< Tony… Cazzo, se avessi saputo che non eri morto su quella navicella aliena… Se fossi arrivato in tempo > pensò, allungando la mano davanti a sé. Le sue iridi azzurre erano liquide e i suoi occhi erano arrossati.
“Pepper, se stai vedendo questo messaggio probabilmente sono morto. Fa tanto film, ma è così. Essere alla deriva nello spazio non è poi tanto male. Cibo e acqua sono finiti quattro giorni fa, domani finiremo l’ossigeno”. La voce di Tony era stanca, la sua aria afflitta, si era abbandonato leggermente all’indietro.
Steve abbassò la mano, sgranando gli occhi, le labbra tremanti e una fitta continua al petto all’altezza del cuore.
“… Però, quando mi addormenterò, nei miei sogni ci sarai tu. Sempre tu”.
Steve cadde in ginocchio e singhiozzò, serrò un pugno e le lacrime iniziarono a scivolargli lungo il viso. Gridò e raggiunse il pavimento con un pugno, creando un solco.
L’ologramma ondeggiò e scomparve.
“Stark…” gemette Steve. Serrò gli occhi e si rialzò a fatica, boccheggiando, colto da capogiri.
< Fermerò Thanos… Ho un ultimo piano, l’ultimo atto di Capitan America. Lo devo a te, a tuo padre… Ti giuro che non fallirò > pensò. Si voltò, dando le spalle a ciò che rimaneva dell’elmo di Ironman e lasciò il laboratorio.
 
 
  
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