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Autore: Elgul1    21/12/2018    19 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il campo d'addestramento era rumoroso come al solito.
Ovunque notava bambini della sua età o più grandi: correre da una parte all'altra col proprio istruttore che sgridava, sparare contro dei bersagli oppure combattere con dei bastoni.
 Una spinta del ragazzo di fronte a lui lo riscosse dai suoi pensieri e si mise a correre più forte che potè.
 " Muovetevi!" Ruggì l'istruttore con una voce potente capace di perforare i timpani di un sordo. " Voi siete feccia voi non siete niente!" Continuò sbattendo il piede a terra e sollevando del fango a causa della pioggia dei giorni precedenti che aveva reso il terreno scivoloso.
" Stop!" Gridò infine sbattendo ancora i piedi a terra. 
I bambini si fermarono sul posto sull'attenti. Lui cercò di nascondere il fiatone più che pote. Se lo avesse notato avrebbe di nuovo dovuto subire la stanza scura e non ci teneva a tornare là dentro. 
" Voi siete solo numeri non avete un nome, non avete niente." Disse l uomo mettendosi di fronte a loro e sovrastandoli con la sua statura imponente. " Nei prossimi otto anni vi istruiremo per essere perfette macchine da guerra..." Camminava avanti e indietro senza mai perdere nessuno di loro di vista. " Chi di voi riuscirà a raggiungere i diciotto anni avrà diritto ad avere un nome. Chissà chi sarà il fortunato del vostro plotone..." Concluse con un sogghigno sadico sul volto colmo di tagli e con un ispida barba scura.
Il bambino cercò di nascondere il suo sguardo sapeva che, se l'avesse fissato, sarebbe finita male. " Tu laggiù..." Disse avvicinandosi a lui. " Che numero sei ragazzino?" Gli domandò.             
 Lui alzò gli occhietti chiari di fronte a quelli infuocati del sergente." Numero matricola 008 signore." Disse rapido senza traslasciare alcun informazione di vitale importanza. Il sergente lo studio per qualche istante.
" Ho saputo che hai totalizzato ottimi risultati nelle prove fisiche e in quelle mentali..." Mormorò compiaciuto. Il bambino annuì con la testa. " Però..." Cominciò a dire. " Sei stato anche indisciplinato nella tua prima uccisione è vero o no?" Gli chiese con un ghigno malvagio che non faceva presagire nulla di buono.
 Il bambino non rispose. Tutti gli altri della compagnia lo stavano fissando adesso come in attesa del giusto verdetto.
 " Non hai portato a termine l'uccisione perchè numero 008?" Gli domandò ancora il sergente con tono gelido. 
" Perché non mi sembrava giusto..." Rispose timidamente tenendo lo sguardo basso. Quello lo guardò stranito e con lui anche il resto della compagnia. 
" E perché mai non ti sembrava giusto? Quel tipo era un nemico della patria andava ucciso perché hai esitato?!?" Ruggì lui.                       
" Non mi aveva fatto niente di male. Inoltre era disarmato io non riesco a uccidere chi non ha armi." Rispose tutto d'un fiato il ragazzino. Tutti rimasero senza parole. Il sergente ringhiò qualcosa a bassa voce e sollevò come nulla il bambino per la giacca.
" Questa è insubordinazione bella e buona lo sai questo!" Gli gridò contro facendogli avvertire il suo fiato pestilenziale di alcool e fumo. " Adesso andrai in isolamento. Vediamo se laggiù, con la permanenza di sei giorni, imparerai cosa significa obbedire ai tuoi superiori!" Concluse trascinandolo di peso verso una baracca posta ai limiti del campo. Il bambino cercò di divincolarsi ma, la presa dell'uomo era d'acciaio l'ultima cosa che vide, prima che la porta si chiudesse, fù uno sguardo colmo di disprezzo da parte di tutti i suoi compagni.
 
 
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Justice si svegliò ricoperto da sudore e annaspò. Iniziò a riprendere il controllo cercando di recuperare il respiro come gli avevano insegnato.  Autocontrollo sempre in ogni situazione. Questa era la terza regola aurea che aveva fatto sua dopotutti quegli anni passati a subire violenze e maltrattamenti.
 " Era solo un sogno..." Borbottò riscuotendosi e lisciandosi i capelli all'indietro. Si alzò dalla branda fissando l'orologio. Erano ancora le tre di notte troppo presto per prepararsi. Si ributtò sul giaciglio a peso morto. Perché il passato si era riaffacciato a lui? Forse sentiva di nuovo la stessa sensazione della guerra affrontata da ragazzino? Oppure era un monito? Troppe erano le domande troppe erano le possibilita dietro quell'incubo. Era anni che, ormai non sognava più e proprio adesso doveva ricominciare? Sbuffò piano. - Forse è davvero un segno?- Pensò fra sè e sè mentre, senza successo, cercava di rimettersi a dormire sperando in una notte senza sogni.
 
 
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" E questo è tutto..." Disse infine Thomas mentre, con fare annoiato, sorseggiava il drink che aveva davanti a se. Steve annuì in modo grave.         " Quello che hai scoperto non ci aiuta molto. La rete fognaria è vastissima, potrebbe essersi diretto in qualsiasi direzione una volta entrato dentro." Mormorò Steve che, in cuor suo, sperava di aver ottenuto maggiori informazioni.
" Se usassi il Recall li dentro forse potrei arrivare al bivio giusto. So che c'e solo una possibilita ma tentare non nuoce." Disse Thomas sicuro.
Steve lo guardò per qualche istante con il bicchiere ancora fra le mani quasi alla bocca. " Dal non volerlo usare a decidere di sfruttarlo al massimo che cosa ti ha fatto cambiare idea..." Sussurrò prima di bere. 
Thomas annuì. " Hai ragione, non volevo usare questo potere..." Disse mentre si guardava la mano sinistra su cui aleggiava il guanto. " Quando toccavo qualcosa vedevo il passato dell'oggetto e, a volte, ho visto situazioni e cose che ancora oggi mi danno da pensare..." Borbottò con una vena di nostalgia nella voce. " Con un simile potere avrei potuto dare una gran mano alla polizia ne sono convinto ancora oggi però..." Sospirò colmo di amarezza. " Il gioco non vale la candela. Ogni volta che lo sfruttò mi sento svuotato di ogni energia. E' un peso troppo grande quello di vedere il passato soprattutto se puoi vedere solo gli atti di violenza." Concluse.
 " Proprio per questo ti ho chiesto perché hai cambiato idea?" Domandò ancora l'ex agente più piccato e deciso a voler sapere la vera motivazione.                   
 " Perché ho visto quel tipo in azione e ne ho percepito le intenzioni oltre ad aver visto le sue capacità..." Sussurrò con un filo di voce colmo di paura. " E' una macchina da guerra Steve lui non è una persona comune come te o me è qualcosa di più..." 
" Intendi per caso un super?" Chiese lui bloccandolo.
 Thomas lo guardò per qualche istante poi, disse:" No, questo non te lo so dire, oltre alla violenza che ha dimostrato, non ho percepito altro e questo mi ha posto la domanda se non lo trovo cosa potrebbe fare? E' un assassino senza scrupoli potrebbe uccidere dozzine di innocenti senza alcun problema..." Si tolse il guanto della mano destra. " Se, con questo potere, posso anche solo fare un minimo passo avanti per scovarlo voglio farlo." Concluse serio in volto come mai era stato.

Tra i due ci fu silenzio interrotto di quando in quando dal vociare continuo del locale che, lentamente, si stava riempiendo di avventori. 
" Se questa è la tua decisione io non posso dirti di no..." Ammise Steve. " Però sta attento e tienimi informato d'accordo?" Gli disse a mo di avvertimento.
 Lui annuì. " Quindi domani parti verso Macron city?" Domandò cambiando argomento. Steve annuì.
Aveva saputo, da fonte certa, che il mercato nero si era spostato in quella città per il fine settimana. Dato che la polizia da anni era sempre alla ricerca del punto di ritrovo gli organizzatori erano soliti cambiare posto, ora e anche giorno se necessario.

 
 " Devo andare fin là purtroppo anche se, dopo l'ultima volta, non so quanto bene verrò accolto..." Rispose lui insicuro.                            " Cerca di tenere un profilo basso. Se lui dovesse beccarti, finiresti in grossi guai..." Gli ricordò Thomas. 
" Dai, non pensiamoci adesso..." Borbottò Steve indicando il boccale ancora mezzo pieno. " Finiamo questa bevuta e poi ognuno per la propria strada. Domani mi aspetta un viaggio davvero infernale." Disse ancora sorridendo. Thomas annuì convinto e, brindando, iniziarono a bere.
 
 
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La camionetta attraversava ad alta velocità l'autostrada. Sul mezzo, una dozzina di uomini in tenuta anti sommossa, stavano in religioso silenzio interrotto solo di quando in quando dal tossire di qualcuno oppure dalle imprecazioni per le buche che stavano prendendo su quella strada che aveva visto giorni migliori. 
 
" Allora, è sicuro il posto..." Mormorò il conducente a Will  che, dal finestrino oscurato, guardava la strada passargli accanto. 
" Si. A quanto pare, stasera, partirà una nuova spedizione di droga, il magazzino è sotto sorveglianza dell'agente Angel e Vision." Rispose lui senza togliere gli occhi dalla strada.
 " Molto bene ora..." Rispose alzandosi in piedi. " Vado a infiammare un'po gli animi, tu avvisami quando siamo in prossimita del luogo." Gli ordinò mentre andava nel retro. Non appena entrò gli occhi dei dodici agenti si alzarono di scatto.
 " Buonasera principessine..." Cominciò a dire con tono duro. " Se siete qui è perché il venerdi sera non avete un cazzo da fare se non quello di venire con me a fare a pugni e arrestare qualche teppista da due soldi..." Si sentirono alcune risate e alcuni accenni d'assenso. " Abbiamo scoperto un punto di raccolta della banda di Overport minimo ci saranno dai sette ai dieci elementi tra cui, come minimo, cinque super di classe I e forse II..." Li avvisò senza mostrare alcuna emozione. " Oltre a noi altre due camionette sono dirette li prendendo altre vie e bloccando così le eventuali vie d'uscita. Il nostro compito è irrompere per primi e impedire che quei figli di puttana fuggano..." Spiegò brevemente. " Per alcuni di voi sarà la prima volta che si uniscono alle squadre di assalto ma  vi garantisco una cosa..." Mostrò i pugni che furono riempiti di scintille elettriche. " Gli daremo una bella scossa di questo vi garantisco." Concluse sbattendo i pugni insieme e facendo dozzine di scariche.
Un forte bussare fece capire che ormai erano nelle vicinanze. " Mettetevi i passamontagna coraggio!" Ruggì lui dando l'esempio. Mentre gli agenti si preparavano Will si portò davanti all'abitacolo.
 " Angel, situazione." Ordinò perentorio.
 " Uff... potresti anche salutarmi." Sbottò lei stufa di quel atteggiamento da grande capo e da duro. 
" Comunque sono una dozzina ne più ne meno." Rispose mentre, dal cielo, volteggiava in aria tra le nuvole. 
" Hai intravisto qualche pezzo da novanta?" Domandò lui. 
" Negativo, per lo più pesci piccoli aspetta... Ecco ora ho visto uno interessante." Annunciò soddisfatta. Will aprì il plico che si era portato dietro. " Nome?" Domandò subito. 
" Jeff  Bauman denominato Mr. Terror. Capelli violacei e con due brillanti occhi azzurri." Rispose subito lei che, in precedenza, aveva memorizzato ognuno degli oltre venti profili presenti nell'archivio così come i loro volti. Will imprecò sottovoce. Quel tipo era un classe II da non sottovalutare. Il suo potere, di creare paure poteva portare a situazioni non piacevoli per nessuno.               
 
" Molto bene, stai in zona e avvertimi se succede altro." Ordinò chiudendo la chiamata. 
" Capo, quando vuoi, siamo pronti." Annunciò il suo vice. Un uomo poco più basso di lui dal volto coperto dal passamontagna e di cui si vedevano solo gli occhi marrone scuro.  
                      
Lui annuì. " Prepara il campo di forza e tieniti a distanza non voglio che tu venga coinvolto..." Gli raccomando prima di uscire fuori seguito dal resto della squadra. 
 
Una volta fuori e messosi all'angolo di uno dei tanti vicoli bui che si affacciavano al magazzino. Riprese la trasmittente" Angel, successo niente?" Domandò mentre, con la mano sinistra girave le manopole dei due mini generatori elettrici sui suoi fianchi e una scarica elettrica percorreva tutto il suo corpo. " Negativo, tutto tace. Potete agire quando volete." Annunciò lei. 
Will sorrise divertito. " Prima e seconda squadra entrate dall' ingresso principale, stordite i bersagli rossi sui vostri visori togliamo di mezzo i super per primi. Ai due al primo piano ci penso io voi occupatevi di quelli al piano terra. Tutto chiaro?" Chiese ai suoi uomini che, dopo aver annuito, tolsero le sicure.
 " Ottimo..." Disse mettendosi in una strana posizione. " Ci vediamo, dentro!" Esclamò spiccando un balzo avvolto dalla corrente elettrica e, dirigendosi, a tutta velocità verso il magazzino.
 
 
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Sfondo una delle finestre al primo piano. Il primo supercriminale, fu così sorpreso, che Will scagliò un destro micidiale al suo petto smorzandogli il fiato e con un rapido gancio sinistro lo spedì contro un muro. Poco lontano, un altro, cercò di mirare con la proprio mano diventata rosso fuoco ma, l'agente, sfreccio verso di lui scansando il fuoco e dandogli un potente calcio al volto mandandolo giù dalle scale.
 Al piano terra gli agenti avevano fatto irruzione iniziando ad abbaiare ordini e cercando di bloccare i criminali che, presi alla sprovvista tentarono la fuga oppure iniziarono a far fuoco da alcuni ripari.

" Jolly ora!" Gridò nell'auricolare. Una gigantesca bolla bianca bloccò la porta e le finestre facendo rimbalzare indietro chiunque tentasse la fuga e anche i proiettili che ci finivano contro.

" Sono il tenente Tempest e vi dichiarò in arresto!" Urlò a pieni polmoni facendosi sentire dal piano di sopra.  " Avete il diritto di restare in silenzio, se non avete un avvocato ve ne sarà dato uno di ufficio." Urlò ancora. Stava per scendere giù ma, un rumore d'applausi, lo fece voltare verso l'ufficio posto infondo al piano.
 
" Ecco i capi della baracca..." Disse Will notando le due figure infondo alla stanza del primo piano. " Dal potere dimostrato tu devi essere Tempest non è vero? Ma che razza di nome..." Disse il più basso dei due ridendo. 
" Perché Terror? Mi pare tanto un nome insulso come il tuo aspetto..." Lo rimbeccò lui inziando ad avvicinarsi al duo. Il gigante emise un grugnito e, facendo un passo avanti, si mise di fronte al più basso a protezione. 
" Perdonalo. Odia presentarsi è un tipo di poche parole preferisce l'azione." Disse Terror in riferimento al suo collega.
" Tranquillo, dove vi spedirò potrà fare quanta palestra vorrà..." Replicò lui mentre aumentava il voltaggio dei generatori. 
 " Golem, va...." A quelle parole il colosso si gettò come un treno in corsa verso Will che cercò di scansarsi ma, il criminale, lo agguanto per la gamba e lo scagliò contro la parete di destra di uno dei tanti uffici facendolo andare al di la di essa. Will trattenne un sussulto e, subito, reagì con un destro diretto alla mascella del suo avversario che non fece una piega e ghignò divertito sferrando un sinistro. Il poliziotto lo evitò stavolta spostandosi sulla sua destra e colpendolo con un calcio all'altezza del fianco destro ma, nuovamente, Golem sorrise divertito e rispose con un nuovo attacco prendendo di striscio Will sul fianco sinistro che fù mandato all'indietro per la forza del colpo.

- Come può reggere a simili attacchi?- Pensò stupefatto Will mentre, con attenzione, continuava a evitare i colpi furiosi del suo avversario che distruggeva tutto quello su cui metteva le mani. Con gli occhi, osservò, la nube nera farsi sempre più vasta ai piedi del secondo criminale. Distratto bloccò a malapena un pugno di Golem doveva fermare anche Terror oppure le cose si sarebbero complicate davvero.
Si distanziò con un balzo e attivò maggiormemte i generatori ai suoi fianchi. Avvertì l'energia scorrere sempre più potente in se col corpo che vibrava. Scattò verso il colosso con una velocità ancora più alta sfoderando il destro a piena forza colpì in pieno il busto di Golem. Avvertì il corpo del suo avversario sollevarsi sotto quella forza potenziata il doppio dalla sua carica elettrica.
Will Sorrise. " Vediamo se questo ti fa qualcosa specie di scimmione!" Sbraitò mentre il suo avversario veniva spinto all'indietro sfondando la parete dietro di lui ma rimanendo eretto. Will sbuffò contrariato subito si rigettò di nuovo addosso a Golem scagliando un gancio sinistro sotto il mento del bestione che, nuovamente, non fece una piega e rimase dritto e in piedi. 
 
 " E' tutto inutile..." Mormorò Terror  mentre, una scia nera, fuoriusciva dal suo corpo iniziando a propagarsi per tutto il piano. " Golem non solo è superforte ma, il suo corpo, quando attiva il suo potere si ricopre di una sostanza che lo rende capace di assorbire la maggior parte degli urti...." Spiegò ghignando mentre, l'oscurita, dilagò ovunque. " Avresti dovuto mirare a me sin dall'inizio." Aggiunse allargando le mani. " Nightmare." Disse ancora. 
 
Le nuvole nere iniziarono a dirigersi verso le scale per scendere giù. Will imprecò a bassa voce cercando di distanziarsi. Non poteva farsi toccare oppure sarebbe stata la fine. Intanto, Golem, ripresosi dalla botta iniziò a inseguire l'agente cercando in tutti i modi di colpirlo. " Coraggio, fatti sotto piccola lampadina." Lo derise il criminale continuando a sferrare pugni a raffica.  
" Sfottermi, sarà la tua rovina...Sappilo." Replicò lui spostandosi sulla destra e colpendo di nuovo il busto del suo avversario che, perse terreno ma, subito attacco di rimando. Ormai, abituato al ritmo del suo avversario, Will strinse i denti e preso in pieno volto il colosso facendolo barcollare con un destro e un sinistro a piena forza. Golem iniziò a vacillare. Will strinse con forza la mano destra che iniziò a brillare e a emettere scariche. " Assorbi questo specie di gorilla." Annunciò colpendo in pieno il petto del criminale e spazzandolo via al di la del muro.  Si girò verso il secondo super criminale ma, quando lo fece, vide solo il buio.
 
 
La nebbia nera lo stava disorientando. La risata del criminale sembrava essere ovunque allo stesso tempo. - Dove diavolo sei?- Pensò girandosi attorno ma non trovando nessuno. Le grida di terrore di agenti e criminali al piano di sotto erano sempre di più doveva muoversi a bloccarlo prima che potesse finire male sul serio. Fece un passo avanti e, di fronte a lui, si palesò, una piccola ombra. Stava per attaccare ma la riconobbe. Quei capelli ispidi e biondissimi, quel sorriso che lo avrebbe scaldato anche nel più gelido inverno e con quell'aria furba. 
" Kristi..." Mormorò rantolando e scioccato da quella visione. 
" Perché non vieni a trovarmi papa?" Domandò innocentemente la bambina e bloccando così qualunque tipo di procedimento mentale nell uomo che rimase di sasso. " Mi sento sola quaggiù senza più te..." Continuò lei imperterrita con la sua voce squillante. Will era senza fiato. Strinse con forza i denti una gigantesca rabbia stava risalendo il suo corpo. " Manchi alla mamma lo sai? Aspetta sempre che tu ritorni..." Disse ancora. Will fremette alzandosi in piedi con dozzine di scintille che iniziarono a fuoriuscire dal suo corpo. " Sai pap..." 
" Non osare prenderti gioco di me!" Ruggì a pieni polmoni mentre tutte le luci attorno a lui iniziarono a sfrigolare. " Questa non è mia figlia! Tu non sai niente di lei!" Iniziò a dire rilasciando il suo potere in ogni direzione cercando quel bastardo psicopatico. " Ti ucciderò! Giurò che ti ucciderò!" Gridò ancora con la nebbia che si faceva sempre più fitta e con il corpo sempre più provato dalle sue scariche. 
 
Un vetro infranto lo riscosse da quell'incubo in cui si trovava e, l'ultima cosa che vide prima di cadere a terra esanime, furono un paio d'ali e un corpo di donna investire in pieno Terror spedendolo al di sotto della balconata.
 
 
Quando si risvegliò si ritrovo disteso a terra. Si rimise in piedi scuotendo la testa.
 " Se ti stai chiedendo come è finita abbiamo arrestato Terror, molti suoi sgherri e recuperato tutta la partita oltre alle attrezzature ovviamente." Spiegò subito la donna alata seduta sopra il cofano di un auto di pattuglia. 
" Ottimo, e quel bestione che ho mazzolato?" Chiese mettendosi anche lui seduto per via della fatica ancora presente. 
" Lo hai colpito così forte che l'hai scagliato fuori dalla palazzina. ed è riuscito a fuggire." Lo rimproverò la donna con un sorriso tirato. 
" Mpf lo prendero la prossima volta allora." Borbottò lui scuro in volto.
 " Come ti senti capo?" Chiese Angel avvicinandosi a Will con aria preoccupata.
 " Potrei stare meglio..." Brontolò lui ancora scosso sia per la visione che per tutto quello che era successo. 
" L'hai vista non è vero?" Gli domandò preoccupata la donna incrociando le braccia al petto. Si conoscevano da anni sapeva cosa andava e non andava nella vita del suo collega e amico da sempre.  Lui rimase in silenzio.
 " La devi chiamare, scommetto che Cindy potrebbe darti ascolto..." Cercò di rassicurarlo lei. Sapeva bene quanto, il collega, tenesse alla figlia e sapeva anche, che quella distanza, lo faceva stare male. 
" Comunque ho sentito Mimic prima della retata... a quanto pare i nostri idioti hanno ben due piste." Disse cambiando discorso lui e allontanandosi da orecchie indiscrete. 
" Si, ha informato anche me. Però, non sono così male come credevi..." Lo rimbeccò lei sorridendo maligna. 
" Ho deciso che seguiremo la strada delle telefonate. L'altra è troppo pericolosa e in quel posto noi tutti daremo troppo nell'occhio." Disse sicuro e non facendo caso alla punzecchiatura della collega. " Vuoi che me ne occupi io insieme a Jolly?" Chiese lei. Lui scosse la testa. " Preferisco andare io insieme a Vision." Rispose lui convinto.                
" Hai già in mente da chi potrebbe aver fatto quelle chiamate?" Domandò lei stupita. Lui scosse la testa. " Purtroppo no. Però sono pochi gli hacker a fare una cosa simile. Basterà torchiare qualcuno di quei tipi..." Sbattè con forza le due mani doloranti. " E troveremo la nostra risposta." Concluse convinto. Angel lo fissò attenta. Stava esagerando col lavoro, lo sapeva. Da quando lei se ne era andata non faceva che lavorare di continuo.
" D'accordo, come preferisci però riposa questi due giorni. Infondo te lo meriti hai portato a termine una nuova missione capo." Lo rimbeccò lei sorridendo e alzandosi in volo. 
" Te ne vai già?" Domandò l uomo. 
Lei annuì. " Le operazioni sono finite e voglio tornamene a casa sono distrutta." Ammise la donna sincera.
 " Molto bene, ci vediamo lunedi passa un buon week-end." Le disse lui salutandola con la mano mentre lei, con le sue ali, spiccava un immenso balzo verso il cielo. Mentre Angel se ne andava lo sguardo di Will si indurì avrebbe trovato quel tipo e avrebbe dimostrato a tutti che lui era il migliore.
 
 
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Non appena aprì la porta del suo appartamento Steve tirò un sospiro di sollievo. Si toccò la testa dolorante per quel dannato terzo giro che quel cretino di Thomas aveva voluto fare. - Giurò non berrò più un goccio.- Disse a se stesso mentre sbatteva forte la porta e, a passo lento, si diresse verso il bagno. 
" Che brutta cera che hai..." Sussurrò una voce fredda priva di vita dietro di lui. Steve si girò di scatto. Riconosceva quella voce. " Dovresti sul serio smettere di bere..." Continuò l uomo alto accanto allo stipite dalla porta dai corti capelli corvini e due spessi occhiali. Steve non sapeva cosa dire. " Ma, infondo, quando mai mi hai dato ascolto..." Disse ancora facendo apparire una fiamma sulla sua mano destra che illuminò la sua figura pallida. 
" Ma tu..." Borbottò Steve che non sapeva cosa dire. Il suo corpo sembrava paralizzato e sentiva un gelido freddo penetrare nelle sue ossa e andare dritto al cuore che sembrò  bloccarsi e smettere così di battere. L uomo davanti a lui rise piano portando la mano fiammeggiante al viso illuminandolo. In piena testa si vedeva un buco di proiettile all'altezza della tempia destra.
" Che c'e Steve sembra quasi che tu abbia visto un fantasma..." Concluse freddamente. Un urlo disumano uscì dalla bocca di Steve e, mentre tutto si faceva scuro, il viso di Matthew cambiò espressione in una più rabbiosa e demoniaca e, mentre lui gridava qualcosa di rimando, Steve cadde al suolo privo di sensi.
 
 
 
 



ANGOLO DELL'AUTORE: Eccomi qua grazie per chi ha letto il capitolo e lo ha recensito qua sotto troverete il primo super analizzato :)
 
 
 
 
 
Tenente Will denominazione Tempest: Super di classe III è in grado di controllare e assorbire energia elettrica anche in elevata quantita. Questo incrementa di moltissimo le sue abilità fisiche rendendolo molto più forte e veloce per un tempo prolungato. C'e un limite di tempo per quanto possa sfruttare al massimo il carico di corrente superato quello il suo corpo inizia  ad avere fremiti e a perdere sempre più velocemente le forze. Ai lati della divisa porta due piccoli generatori con cui, in azione, si rifornisce di elettricita in base alla difficoltà della missione. Può, inoltre, immettere la sua energia in oggetti se necessario rendendole così armi elettrificate.
   
 
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