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Autore: Elgul1    07/01/2019    19 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando si risvegliò Steve si ritrovo in una pozza del suo stesso vomito sparso per la moquette del suo appartamento. Con un mal di testa micidiale si rimise in piedi ancora scosso da quello che aveva visto ieri sera e per la quantita di roba ingerita.
Guardò l'orologio erano le sette aveva un'ora buona prima dell'incontro con Walter doveva darsi una mossa nel prepararsi. Veloce ingollò una pastiglia per il mal di testa seguita da due bicchieri stracolmi d'acqua e, dopo una rapida doccia, si apprestava a uscire ma si bloccò con la porta ancora aperta. Fissò, per qualche istante, la chiazza di vomito che, a fatica, aveva tolto e dopo aver sospirato, quasi rassegnato, uscì di casa.
 
 
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La donna bruna camminava con passo affrettato con quelle buste che pesavano una tonnellata ciascuna. Sbuffò stizzita. Aveva detto a suo marito di andare con lei a fare la spesa ma no! Troppo occupato a vedere quella stupida partita del sabato pomeriggio. All'ennesima svolta sentì un crack e, la busta di destra, si spezzò in due rovensciando così il contenuto. " No, pure questa no!" Esclamò ad alta voce fermandosi mentre, la gente attorno a lei, la sommergeva come un fiume in piena diretta chissà dove. 
 
" Ha bisogno di una mano signora?" Chiese educatamente un giovane dai corti capelli castano chiaro. La donna alzò i suoi occhi blu incrociando quelli verdi del  giovane sconosciuto.
" Grazie mille, dico davvero." Rispose cordiale mentre quello si chinava a darle una mano sorridendo. 
" Si figuri, è un piacere per me." Rispose di rimando prendendo e mettendo tutto nell'altra busta. " Come mai una donna sola come lei se ne va a giro così senza nessuno accanto?" Chiese il giovane mentre, con fare attento, prendeva la busta con due mani per tenerla meglio.
" Guardi, fosse per me, me ne sarei stata a  casa oggi. Colpa di mio marito che non è voluto venire con me..." Spiegò brevemente aprendo, con le chiavi, una opel grigio metalizzata.
 " Mi sembra sfinita comunque..." Continuò il giovane mentre, aperta la bauliera, metteva dentro la borsa. La donna annuì convinta facendo tintinnare gli orecchini dorati a forma di serpente che aveva ai lobi delle orecchie.
" Tutta la settimana al lavoro, i figli e la casa mi sfiniscono davvero." Rispose senza fiato. 
" Tenga." Disse il giovane porgendogli una bottiglia d'acqua chiusa.
 " Ma no, non posso accettare." Rispose la donna declinando l'offerta.                                                    " Insisto, ha bisogno di bere con queste giornate afose non c'e niente di meglio." Mormorò di rimando lui con tono gentile.
 La donna guardò stranita quella bottiglia poi sorrise. " La ringrazio molto, è davvero molto gentile." Rispose con dolcezza prendendo la bottiglia che gli veniva offerta e bevendola tutta d'un fiato.  
" Si figuri, è il minimo. Se permette devo andare ho una certa fretta anche io." Disse il ragazzo salutandola con la mano e dirigendosi verso il centro città. La donna, salita in macchina, mise in moto e, con un strana sensazione di benessere, si diresse a casa. 
 
 
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Walter tamburellava piuttosto rumorosamente sulla portiera dell'auto che, a tutta velocità, si stava avviando verso fuori città. Guardò il suo compagno di viaggio silenzioso sin da quando erano partiti e con gli occhi puntati davanti a se con una strana espressione sul viso. 
 
" Va tutto bene?" Chiese interrompendo così quel silenzio che durava da oltre venti minuti buoni.
 " Si, tutto apposto, perché?" Chiese di rimando Steve senza distogliere lo sguardo da davanti a se. 
" Ti trovo più assente del solito oltre che nervoso." Rispose sicuro il vecchio. Era sempre stato bravo a leggere le persone e, sopratutto, chi aveva qualcosa da nascondere.
" Ho avuto un incubo, post sbornia." Rispose semplicemente senza entrare nei dettagli sperando che bastasse.   
 " Mmmm.... Sarà." Borbottò il più anziano per niente contento della risposta secca del suo giovane compagno. " Dove siamo diretti?" Chiese cambiando così discorso.
  
" A Macron City. E' li dove, questa settimana, si terrà il mercato." Disse lui lieto che, Walter, avesse cambiato discorso in modo così repentino. 
" Per sicurezza ho portato uno dei coltelli, in questo modo avremmo una possibile verifica." Disse Walter fiducioso.
Steve annuì  con la mano destra staccata dal volante aprì il cofanetto dell'auto tirando fuori una piccola fish rossa. 
" Mi ero scordato di darti questa." Borbottò passandogliela. 
" E a cosa dovrebbe servirmi?" Domandò lui girandosela fra le mani curioso.
" Non è permesso a tutti entrare dentro il mercato vista la possibilita di spie oppure agenti in incognito. Solitamente si usa questo trucco ovvero una fish di colore rosso o nero per indicare se sei un compratore oppure un venditore." Spiegò lui brevemente.
 " Se dai a me la tua, tu come entrerai?" Chiese Walter. 
" Ormai è più di un anno che vado li, mi conoscono perciò non ne avrò bisogno." Mormorò sicuro il più giovane mentre cambiava corsia.
 " Macron City... ci vorrà minimo mezza giornata per arrivare." Disse piuttosto seccato Walter della faccenda. Steve sorrise.
" Purtroppo non sono io a decidere dove lo terranno. Il posto cambia di settimana in settimana per eventuali indagini." Rispose lui. Walter si accomodo meglio sul sedile. " Credo che schiaccerò un riposino avvisami quando siamo vicini." Replicò. Steve annuì e, mentre Walter chiudeva gli occhi, il pensiero gli ando al luogo in cui sarebbe andato e, con tutto il cuore, sperò di non trovare quella persona proprio quel giorno.
 
 
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Erika si sistemò sulla scomoda sedia della centrale con fare annoiato.
" Giornata dura?" Domandò Shoan seduto accanto a lei.
La donna annuì. " Odio queste dannate parate." Replicò gelida.
Shoan rise. " E perché mai?" Lei alzò un sopracciglio severa in volto.
" Stai scherzando? Controlli su possibili sospetti, turni più lunghi per possibili furti e tant' altro lavoriamo come muli nel vero senso della parole." Rispose schiettamente.
Shoan stava per rispondere quando la porta si aprì. Tutti gli agenti si misero in piedi in forma di saluto. 
" Buoni, buoni." Gli tranquillizzò Alex sorridendo e piazzandosi di fronte a lui. " Come sapete domani ci sarà la parata cittadina..." Cominciò a dire. " So benissimo che, per molti di voi, è una rottura però dobbiamo occuparcene col massimo della serieta. "Aggiunse diventando serio e fissando uno per uno gli oltre cinquanta agenti di fronte a lui. " Il nostro distretto e gli altri, forniranno sicurezza e controllo lungo tutto il percorso della parata." Mormorò ancora mentre, facendo cenno, un suo sottoposto iniziò a distribuire dei fogli. " Su ogni foglio troverete i vostri compagni di squadra più la mappa di dove dovrete supervisionare." Spiegò ancora.
Mentre parlava Erika sprofondo nella sedia. Odiava quel discorso e tutte le sue raccomandazioni. Ormai lo conosceva a memoria. " Ehi Erika." Disse a  bassa voce Shoan indicando il suo foglio e facendola girare. " Siamo insieme." Disse sorridendo ancora.
La donna sorrise timidamente. " Ottimo." Mormorò nonostante la grande rottura che l'aspettava l'indomani.
 
 
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" Sul serio si terrà qui?" Domandò visibilmente confuso Walter di trovarsi davanti un piccolo negozietto di elettrodomestici la cui insegna aveva visto giorni migliori. Steve sorrise e, mentre apriva la porta, disse:" L'apparenza inganna sempre. E tieni a portata di mano la fish." Mentre i due si avviavano al bancone dove un ragazzo dai lunghi capelli neri arruffati stava leggendo una rivista. Walter si guardava attorno spaesato. Il negozio era pieno di avventori che guardavano con normalita la merce esposta. - Non danno l'idea di essere criminali o simili.- Pensò l uomo visibilmente confuso.
 " Buongiorno." Disse Steve interrompendo la sua riflessione rivolto al tizio del bancone. Quello alzò gli occhi dal giornale. 
" Salve, cosa desidera?" Domandò con uno strano luccicchio non appena notò la faccia di Steve.
 " Sono qui per ritirare la lavatrice rotta." Disse con calma Steve sorridendo.
" Avete la ricevuta?" Domandò lui. Steve fece cenno a Walter che, subito, mostrò la fish rossa. Quello annuì e, con fare annoiato, indicò la porta infondo al negozio. " Prego andate pure." Mormorò rimettendosi a leggere. Steve lo ringrazio e poi, aprì la porta.

I due si trovarono in un gigantesco stanzone in cui, da ogni lato, si vedevano bancarelle colme di venditori e compratori da ogni parte. Sopra delle pensiline, in cima al tetto, alcuni uomini armati e super controllavano che tutto filasse liscio. 
"Eccoti, al mercato nero." Annunciò Steve notando lo sguardo sbigottito del vecchio. 
" Fammi indovinare, la porta è una specie di trasportatore non è vero?" Domandò lui cercando di riprendersi dalla sorpresa. 
" Ci sei andato vicino..." Rispose Steve mentre si avviavano verso le bancherelle. " Una volta che si arriva vicino alla porta e la si apre, in caso non venga premuto un interruttore sotto il bancone il teleporta che c'e ti spedisce direttamente alla sede di questa città. In caso contrario vedi solo il retro del negozio." Spiegò brevemente.
 " Una trovata molto ingegnosa direi. " Ammise lo stesso Walter. 
" Già, in questo modo, sono sicuri di riuscire a gabbare la polizia e qualunque altro infiltrato se non sono sicuri della sua lealta." Aggiunse. 
" Hai un idea da chi andare per chiedere informazioni?" Domandò Walter notando dozzine di banchi ognuno diverso dall altro con articoli che andavano da armi da fuoco ad altri su cui preferiva non indagare. Steve scosse la testa. " Purtroppo nessun'idea. Direi di fare qualche tentativo." Propose di rimando.

Si fermarono in una dozzina di banchi ma niente, nessuno aveva idea ne di cosa fosse fatto quel coltello e nemmeno un possibile venditore. Steve stava per mollare quando, all'ennesimo mercante, notarono il suo volto impallidire e stupirsi. " Questo dove lo avete preso?" Domandò il venditore un uomo tarchiato dai piccoli occhi verdi allibito della lama che aveva davanti e che si rigirava tra le mani come un tesoro. 
" L'abbiamo presa a un tipo che ci doveva dei soldi..." Disse Steve con voce seria. " Ha detto che era fatta con un materiale piuttosto raro e, volevamo sapere da dove venisse e soprattutto se valesse qualcosa." Quello alzò lo sguardo stupefatto. " Se questa vale qualcosa? Siete forse usciti di senno? Le armi del paese di Elderen sono ormai state tutte imballatte e gettate via. Trovarne e, in questo stato ottimo, è una rarita." Disse quello subito. 
" La nazione di Elderen?" Domandò confuso Steve. 
" Tu non la puoi conoscere perché sei troppo giovane." Rispose Walter prima del venditore.
" In quel paese, durante la nascita dei super, ci fu una gigantesca pioggia di meteoriti che distrusse gran parte del territorio. Per risollevarsi dalla crisi i suoi abitanti si misero all'opera iniziando a sfruttare quel materiale che si scoprì resistente e capace anche di danneggiare persone con poteri..."Aggiunse l altro molto velocemente. " Successivamente, i paesi limitrofi, iniziarono un'aspra lotta contro lo stato di Elderen per il monopolio del suddetto materiale. Fu una carneficina nel vero senso del termine e ciò costrinse lo stato a una decisione drastica visto la grande crisi in cui si trovavano..." Mormorò ancora fermandosi. 
Steve lo guardò confuso. " Che decisione?" Chiese lui. 
" Bambini soldato." Rispose Walter rabbrividendo al solo pensiero. Il mercante annuì. " Orfani oppure bambini presi ai propri genitori dietro compenso furono mandati a combattere e morire." Spiegò brevemente. Steve annuì. Forse, il loro killer, era proprio un abitante di quel paese? Un ragazzino che, durante quell'epoca era stato addestrato a lottare? Questo avrebbe spiegato il motivo di tali abilità fisiche ma perché agire solo ora? Questo non riusciva a capire.

" Comunque saremmo interessati a trovare qualcuno che venda questo tipo di oggetti." Disse all'improvviso Walter interrompendo il suo flusso di pensieri e rivolto al venditore.
 " Sai se qualcuno ne vende?" Chiese ancora. 
" Purtroppo non lo so, sono articoli molto ma molto rari. Già è difficile superare la barriera doganale. Poi con oggetti simili ancora di più..." Rispose lui facendo il vago. Walter mise una mazzetta di banconote sul tavolo.
 " Forse con queste capisci di cosa stiamo parlando." Disse il vecchio ammiccando e lasciando di sasso sia il venditore che Steve.  
" Forse potrei conoscere qualcuno..." Ammise l uomo prendendo le banconote e mettedole in tasca. " E' un tipo un'po losco ma, sicuramente, ha le mani in pasta in questi affari molto più di me." Disse ancora.
 " Puoi indicarcelo?" Domandò Steve. 
" Purtroppo oggi non c'e. Se volete posso contattarlo e dirvi di trovarvi al locale sulla dodicesima strada. Lo usiamo come appoggio in caso di trattative piuttosto importanti e per aver maggiore privacy." Rispose l uomo. " Si, accettiamo." Rispose Steve dandogli un biglietto da visita che si era portato dietro. " Allora aspettiamo sue notizie, buona giornata." Aggiunse Walter avviandosi, a passi veloci, verso l'uscita. Mentre il duo si allontanava una ragazza dai folti capelli rossi si avvicinò all uomo intento, a contare i soldi appena guadagnati. " Come vanno gli affari?" Domandò curiosa. Lui si voltò raggelando non appena vide chi aveva fatto quella domanda. " Benissimo..." Disse balbettando.
 " Cosa volevano quei due tipi?" Chiese ancora la donna. 
 " Informazioni su un possibile venditore di armi esotiche." Rispose timidamente lui sudando freddo. Lei annuì scuotendo i suoi folti capelli rosso fuoco. " Jasper, Acid." Mormorò a due uomini dietro di lei. " Seguiteli e aspettate i miei ordini." Disse mentre, i due, annuivano e si infiltrarono tra la folla. " Non ti preoccupare." Disse dolcemente all uomo visibilmente preoccupato. " Non hai fatto niente di male. Infondo, qui, ognuno pensa ai suoi affari. Tieniti e soldi adesso, la questione di quei due, sarà un problema del mio gruppo." Concluse sparendo nella ressa. 
 
 
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" Potevi scegliere anche un posto un'po più accogliente." Borbottò Walter alla vista della stamberga dove avrebbero dormito. Una specie di catapecchia su due piani con vari appartamenti con un insegna che aveva visto giorni migliori. 
" Sono andato a risparmio." Replicò lui aprendo con la chiave e una spallata la vecchia porta.                    
  " Comunque che ne pensi?" Domandò Walter mentre entravano dentro la piccola camera. " Le situazioni sono due:  potrebbe essere  un ex soldato che cerca vendetta, oppure le armi sono state portate qui e lui le ha comprate ma, in ogni caso, che motivo avrebbe di uccidere due agenti di polizia." Disse rimuginando ancora.  
" E se stessimo sbagliando strada?" Propose il vecchio sedendo sulla poltrona.
 " Che intendi?" Domandò confuso Steve.
 " Se, invece, non fosse il nostro killer quello che prova astio ma qualcun altro e lui è solo il sicario? Tutto potrebbe tornare." Rispose il vecchio pensieroso. Steve annuì mentre si metteva a sedere sull'altra poltrona. " Però c'e una pecca nella tua affermazione..." Annunciò di rimando serio. 
" E sarebbe?" Chiese lui fissando rapito il minifrigo accanto a uno dei due letti singoli. 
" Perché la telefonata anonima per dire del cadavere di Animal? E perché le chiamate a casa loro di due settimane prima? Se fosse stato assoldato non avrebbe commesso simili errori." Spiegò brevemente Steve. 
Walter sbuffò alzandosi e aprendo il minifrigo. " Questo caso mi sta mandando nei pazzi. Ogni passo avanti che facciamo ne facciamo un altro indietro." Sbottò visibilmente stufo.
Steve stava per ribattere quando, qualcuno, iniziò a bussare alla porta della camera. 
" Hai ordinato qualcosa per caso?" Domandò Steve alzandosi controvoglia dalla poltrona.
 " Non mi pare!" Replicò Walter ad alta voce intento ad arraffare dal minifrigo quello che poteva. 
Non appena Steve aprì la porta si trovo davanti una donna alta poco meno di lui dai folti capelli rosso fuoco e due magnetici occhi bianchi come la neve che indossava un lungo completo nero slacciato sul davanti. Raggelò a quella vista. " Je..." Prima che finisse di parlare qualcosa lo scagliò a terra con violenza facendolo volare al di la della stanza fino al suo letto. 
" Allora come te la passi Steve?" Domandò la donna prima di colpirlo in testa con un calcio e mandarlo così nel mondo dei sogni.
 
 
 

Angolo dell'autore: Eccomi col nuovo capitolo scusate il ritardo :) ma lo sapete ci metto sempre un'po a scrivere visto quanti progetti ho in mente. 
Nei prossimi capitoli, vi avviso, succederanno tante ma tante cose su più fronti ;) perciò state attenti ciaoo a presto.
 
 
 
Jeff Bauman denomiato Terror classe II: Il potere di terror, come suggerisce il nome, è in grado di rendere le paure più recondite delle persone e le loro sofferenze quasi reali. I soggetti, quando vengono raggiunti dalla nebbia che fuoriesce dal suo corpo, sono totalmente sotto il suo controllo. Gli effetti variano da soggetto a soggetto e, in certi casi, possono portare alla morte oppure alla follia.
   
 
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