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Autore: Anonima Italiana    21/01/2019    6 recensioni
Seguito di "The first dark love story" in cui si narra la storia della nascita di Macaria, primogenita di Ade e Persefone.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Demetra, Ermes, Estia, Persefone
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo passò, le settimane diventarono mesi. L’inverno trascorse tranquillo, così come la gravidanza di Persefone, costantemente accudita e coccolata da Ade e dalla servitù, tutti in trepida attesa della nascita dell’erede. Il quale (o la quale) cominciava a manifestare i segnali della sua presenza anche al di fuori del ventre materno, tramite l’incolpevole mamma; capitò più di una volta alla povera Regina di incenerire un oggetto, un fiore o altro mentre lo toccava, segno che il piccolo aveva ereditato il medesimo potere paterno e che ci teneva a manifestarlo da subito; e per fortuna non capitò mai decidesse di usarlo quando la mamma accarezzava il papà…

Con il passare del tempo e il crescere del bambino, la Regina dovette rallentare ancora di più i suoi impegni, dato che tendeva a stancarsi più in fretta; il grosso del tempo era quindi dedicato all’allestimento della nursery per il nascituro e al completamento del corredino, invero piuttosto cospicuo per un neonato. Il fatto è che, nonostante i capi realizzati dalla mamma e dalle ancelle (tutte abilissime con ago e filo), Ade non si era sentito rassicurato e aveva ordinato anche una serie di capini e biancheria da lettino più “principeschi” e di colore rigorosamente nero. Quando Persefone si era trovata davanti la fila di servitori che le portava la sorpresa preparatale da suo marito dapprima era rimasta allibita (non credeva che Ade sarebbe arrivato al punto da pensare al corredino), ma poi aveva fatto sistemare il tutto intenerita: erano cose di un colore estremamente improbabile per un bimbo (o bimba), ma avrebbe trovato comunque il modo di utilizzarli. Bellissima invece la culla di legno di ebano nera con intarsi d’oro, sempre ordinata da Ade; le pareti della stanza erano poi state decorate di migliori pittori con personaggi di antiche fiabe, tra cui non c’è bisogno di dire che erano presenti molti dei divini parenti del nascituro. Già pronti anche numerosi giocattoli, tra cui  un Cerbero- peluche e un cavallo a dondolo con le sembianze di un Pegaso nero.
Per il resto bisognava solo aspettare di conoscere se sarebbe stato un piccolo principe o una piccola principessa…e, quando l’inverno fu agli sgoccioli, arrivò il momento.

Un bel giorno la Regina cominciò ad avvertire dolori piuttosto insistenti; fu immediatamente avvertita Ilizia, la Dea delle partorienti fidata aiutante di Era, che arrivò in men che non si dica. Nel volgere di alcune ore, trascorse tra ninfe agitate che andavano e venivano con lenzuola, asciugamani, pezze pulite e pentoloni di acqua da far bollire, tra Ade che agitatissimo consumava i pavimenti del corridoio fuori dalla stanza a furia di camminare su e giù e tra i lamenti e le sofferenze della partoriente…si sentì finalmente un vagito forte e chiaro!
Ade, che da tempo ormai non stava più nella pelle, non riuscì a resistere ed entrò nella stanza. Persefone giaceva stravolta ma con un radioso sorriso nel loro letto, e Ilizia gli si fece incontro reggendo un fagottino avvolto in una copertina scura:


- Divino Ade, vi presento vostra figlia- 

Dopo averlo aiutato a sistemare le braccia in modo da poter prendere correttamente la bimba in braccio, Ilizia gliela affidò. Ade era rimasto letteralmente senza parole: una figlia! Lui e Persefone avevano avuto una figlia! Era un padre, ora!
Scostò piano la copertina dalla bimba per vederle meglio il visino: era bellissima, perfetta. Per qualche secondo, gli occhi neri del padre si fissarono in quelli neri e identici ai suoi della figlia, che così lo riconobbe, come aveva già riconosciuto la mamma dall’abbraccio e dal profumo. Non potè fare a meno di baciarla in fronte. Era questo che i mortali chiamavano miracolo?
Si avvicinò felice al letto da dove la sua stanchissima sposa lo guardava sorridente, anche lei l’emblema della gioia nonostante tutto, e si sedette accanto a lei, posando la bimba sul letto accanto alla madre, e accarezzando sul viso quest’ultima.


- Hai sofferto molto, mia Regina….come ti senti?-

- Felice- rispose Persefone gioiosa, prendendo in braccio la figlioletta.

- Sì, ho sofferto molto, mio Signore. Ma ne valeva la pena, vero?-
Ade non rispose, ma dalla sua epsressione di gioia era evidente che condivideva quanto detto dalla moglie. La baciò dolcemente sulla fronte mentre la piccola si impadroniva del seno materno e cominciava a succhiare con appetito, tra gli sguardi amorevoli dei genitori.

- Come la chiamiamo?- chiese Ade. Persefone ci pensò un attimo.

- Mi è sempre piaciuto Macaria-

Il Signore degli Inferi allungò un dito verso la piccola mano di sua figlia, che improvvisamente si chiuse attorno ad esso stringendolo a pugno. Ade comprese in quel momento che sua figlia con il suo piccolo pugno lo aveva “agganciato” per l’eternità.

- E Macaria sia. Principessa Macaria…- mormorò rivolto alla piccola.

Dei, mortali…se qualcuno di loro l’avesse visto in quel momento, chi l’avrebbe mai riconosciuto?

(fine quinta parte)
 
N.B: non ho figli e quindi non ho esperienza diretta di cosa sia un parto, anche se ovviamente ho sentito decine di racconti di amiche, parenti e conoscenti. Per questo non ho voluto descrivere nei dettagli il parto di Persefone, mi sono limitata all’essenziale per paura di non riuscire a rendere la cosa in maniera adeguata. Ho preferito concentrarmi sulla parte emozionale di entrambi i genitori (e anche qui purtroppo non sono soddisfatta di quanto ho scritto perché mi sembra molto carente. Ma meglio di così non riesco a fare…). Chiedo scusa quindi per tutte le mancanze e imperfezioni di questo capitolo.
   
 
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