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Autore: paige95    05/02/2019    3 recensioni
Un amore travagliato quello tra Rose Weasley e Scorpius Malfoy. Le loro due famiglie, come i Capuleti e i Montecchi (per citare una famosa opera di Shakespeare), non accetteranno il repentino avvicinamento tra i due giovani.
Ma chissà se qualcosa prima o poi possa far cambiare loro idea ... senza arrivare al famoso tragico epilogo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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La soluzione più Oscura

 

Il dolce suono delle campane, che preannunciava aria di festa, inondava le pareti della Tana e di quella piccola stanzetta che Molly e Arthur avevano riservato ai loro pronipoti. Era proprio tra quelle quattro mura che Scorpius non si decideva a distogliere lo sguardo malinconico dalla piccola Astoria, che era impegnata in un sereno sonno, accompagnato dalle carezze del suo giovane papà. Quella bambina era l’unica però a riuscire a trovare un po’ di serenità, il ragazzo non era in grado di riscoprire la gioia del Natale, si sentiva chiuso in una bolla dal quale non c’era alcuna prospettiva di rivedere la luce del sole ed anche i suoni più rassicuranti venivano tristemente attutiti. Se ne stava seduto accanto alla culla, appoggiato alle sbarre di legno in segno di rassegnazione, con il mento posato su un braccio e l’altro allungato verso la sua bambina che si era calmata grazie alle sue carezze sulla manina che teneva strette le dita del padre e non sembrava essere affatto intenzionata a lasciarlo scappare. Scorpius continuava con il pollice ad accarezzare la morbida pelle di Astoria e continuava a fissarla pensieroso. Non poteva proprio negare, neppure a se stesso, l'intensa preoccupazione che provava per sua madre. Quella neonata gliela ricordava così tanto, non solo per il nome che aveva ereditato, e si apriva una voragine nel suo cuore al solo pensiero che sua madre non avrebbe potuto conoscere i suoi nipotini. Anche la sua bambina brillava come una stella, unica speranza nell'oblio in cui erano caduti, ma quell’anno non ci sarebbero stati festeggiamenti per loro e forse quella festa sarebbe solo servita per riscoprire un po’ di affetto familiare. I coniugi Malfoy non erano presenti, suo padre aveva preferito trascorrere quelle ore al San Mungo. E come dargli torto? Lui per primo lo avrebbe fatto, se Rose si fosse trovata in una simile situazione. Il suo cuore ebbe un fremito e gli occhi si inumidirono, stanchi di essere forti. Sentì proprio in quel momento una lieve pressione sulle sue dita, ancora a contatto con la manina di sua figlia. Percepiva forse il suo dolore e cercava di rincuorarlo? Era impossibile, era nata da pochi giorni, a meno che lei non fosse … ma lui si rifiutava di credere che potesse esserlo. Era forse in grado di leggere la mente altrui? Da quanto ne sapeva, era possibile essere una Legilimens, ma lo era anche sua figlia? In quel momento però gli importò poco delle capacità di cui fosse dotata, beneficiò solo del dolce conforto che la sua bambina, volontariamente o meno, sembrava volergli donare.
 
“Scorpius”
 
Udì insinuarsi tra i suoi pensieri la voce pacata della moglie e lui, preso alla sprovvista dalla sua improvvisa comparsa sulla soglia della stanza, si asciugò velocemente gli occhi, sperando di camuffare nel migliore dei modi.
 
“Si è appena addormentata. Volevo accertarmi stesse bene, prima di scendere, per evitare poi di dover risalire, se avesse ricominciato a piangere”
 
“E sta bene?”
 
Aveva colto tutto il dolore e quanto la vicinanza con sua figlia servisse a lui per primo per alleviarlo, mentre la bambina sembrava essere piuttosto tranquilla. La piccola Astoria respirava serenamente con le dolci premure di Scorpius e lui acquietava i suoi dormenti stringendo quella piccola manina. Se la situazione non fosse stata particolarmente drammatica per la loro famiglia, Rose si sarebbe sicuramente intenerita davanti a quella scena, invece, oltre all’amore di un padre per sua figlia, racchiudeva anche tanta sofferenza.
 
“Sembra di sì”
 
“E tu come stai?”
 
Si voltò verso di lei, forzando malamente un sorriso di circostanza. Non voleva rovinare il Natale anche a Rose, era il primo con quei bambini, ma Scorpius lo sapeva, per i Malfoy non c’era neanche la prospettiva di un po’ di felicità. E se avesse coinvolto in quel destino crudele anche sua moglie e i suoi figli? Sua madre gli aveva ripetuto che tutto sarebbe andato per il meglio, eppure infondo a quel tenebroso tunnel lui non riusciva nemmeno ad intravedere uno spiraglio di luce.
 
“Bene”
 
“Scorpius, non mentirmi, quest’anno non hai alcuna voglia di festeggiare il Natale”
 
“Già e come potrei averne?”
 
Le manifestò tutto il suo sconforto, rimanendo appoggiato a quella culla. Rose avrebbe tanto voluto abbracciarlo e infondergli quel coraggio che sembrava venirgli a mancare. Fece mezzo passo verso di lui, ma delle grida al piano inferiore la bloccarono. Fu proprio in quel momento che Scorpius si ridestò da quella posizione e si allontanò delicatamente dalla manina della piccola Astoria. Gli sguardi confusi che rivolsero l’una all’altro non ebbero bisogno di tante parole. Si precipitarono verso le scale e quando scesero, videro chiaramente sulla soglia della porta la bacchetta di un uomo a loro sconosciuto premere sul petto di Ron. Sembrava essere un uomo non più tanto giovane e Rose riconobbe senza alcun dubbio l’orribile divisa dei condannati di Azkaban. Per quanto la conoscenza appresa dai numerosi libri l'avesse aiutata ad interpretare la gravità della situazione, il suo istinto la spinse a correre mesta in aiuto di Ron.
 
“Papà!”
 
Stava muovendo pericolosi passi in direzione della porta, ma Scorpius fu più veloce, riuscendo ad evitare che commettesse qualche sciocchezza, correndo disarmata in soccorso del padre. Ron udì con dispiacere le urla spaventate di sua figlia e sperò che suo genero la proteggere davvero come aveva promesso di fare innumerevoli volte. L'Auror non poté fare nulla di più che rivolgersi al suo aggressore.
 
“Non davanti alla mia famiglia”
 
“Domandi pietà? Voglio sapere dov’è mio figlio, quindi me lo direte con le buone o con le cattive, a voi la scelta”
 
Lucius non ammetteva alcun compromesso e sperò di essere stato sufficientemente chiaro. Fece vagare uno sguardo disgustato su tutti i presenti, fino a sommersi su uno in particolare che aveva tutta l'aria di non essere un Weasley. Doveva per forza essere suo nipote e la mocciosa che aveva protetto invece doveva essere la mezzosangue con cui stava. Quella famiglia non sarebbe potuta cedere più in basso, oltre ad aver tradito la purezza del sangue, si era imparentata con mezzosangue e la cosa peggiore era che erano riusciti persino a macchiare il buon nome della nobile casata dei Malfoy. Ron capì subito dove lo sguardo di Lucius si era soffermato e tornò prudentemente ad attirare l'attenzione su di sé. Era ancora più imprevedibile del solito, anni rinchiuso in una cella di Azkaban avrebbero indurito probabilmente il cuore di chiunque, ragione in più se quel cuore non aveva mai conosciuto la clemenza.
 
“Mi dispiace, ma non so dove sia. So però che ha sbagliato a venire proprio qui oggi. La risbatteremo ad Azkaban e se non potrò farlo con le mie mani, ci penseranno mia moglie e mio cognato, può starne certo”
 
Quelle minacce però peggiorarono solo l'umore di quell’ospite, che accentuò la pressione della bacchetta su di lui.
 
“Forse non sono stato sufficientemente convincente. Dov’è mio figlio?”
 
Nessuno fiato, nessuno di loro sapeva cosa fare e Ron si augurò che nessuno muovesse un solo passo nel tentativo di salvargli la vita, si sarebbero solo cacciati inutilmente in un grave pericolo. Tutti si morsero sofferenti la lingua fino a farla sanguinare. Tranne uno. Tutti avrebbero voluto attaccarlo, ma il padrone di casa in particolare non ci pensò troppo a lungo a ribellarsi.
 
“Fuori da casa mia, Lucius!”
 
Arthur si guadagnò un'occhiataccia disgustata da parte dell'altro per quel gesto temerario. Lucius però non si fece intimorire e nemmeno aveva qualcosa da perdere, così cambiò velocemente bersaglio e puntò la bacchetta contro quell'uomo. Rose e Scorpius al nome pronunciato da Arthur capirono subito spaventati di chi si trattasse, ma purtroppo per loro non riuscirono ad evitare l'attacco che si apprestava a lanciare.
 
Diffindo
 
Ron, che era il più vicino, non indugiò nemmeno un istante e si frappose tra i due contendenti, subendo in pieno l’incantesimo.
 
“Ron!”
 
Hermione si precipitò spaventata dal marito, ignorando totalmente che Lucius avesse ancora la bacchetta sguainata su Ron, ma era ormai inerme, le sue ginocchia erano cedute e ora si trovava riverso a terra e sanguinante. Arthur rimase totalmente ammutolito e sconvolto davanti al gesto del figlio. Il fatto di aver finalmente sfogato la sua ira e la sua impazienza su di loro, non sembrava averlo quietato, anzi stava minacciando di portare a termine il lavoro che Ron era riuscito prontamente ad impedire.
 
“Ditemi dov’è Draco!”
 
Scorpius non riuscì più ad assistere alla tortura della sua famiglia da parte di quell'uomo, che il sangue rendeva purtroppo suo nonno.
 
“E’ al San Mungo … da mia madre”
 
Lucius lanciò solo un'ultima occhiata disgustata ai presenti e in particolare al nipote, prima di uscire da quella catapecchia che loro osavano anche chiamare casa. Anche Rose non indugiò e si precipitò spaventata dal padre. Notò subito il profondo taglio all’altezza dell'addome e il sangue che non accennava a smettere di fluire. Richiamò con un filo di voce e disperata l'attenzione di Ron.
 
“Papà”
 
Ron tentava con le poche forze che aveva di allontanare la moglie e la figlia preoccupate.
 
“Non è grave, dovete avvertire Draco”
 
“Papà, sanguini”
 
Lo sapeva bene e avrebbe forse dovuto anche prevedere che avrebbero fatto qualunque cosa per riuscire a salvarlo. Hermione cercò di riscoprire la lucidità necessaria per aiutare nel modo più efficace suo marito.
 
“Serve del dittamo”
 
Si precipitò con la suocera alla ricerca di quella medicazione e Arthur, ridestato dallo shock, aiutò il figlio ad alzarsi, ma non mancò di rimproverarlo severo.
 
“Non avresti dovuto metterti in mezzo, mi dici che ti è saltato in mente? Ti ricordo che hai una famiglia a cui pensare, non ti sono consentite gesta eroiche”
 
“Avrei dovuto lasciare che ti colpisse? Mi chiedo solo a chi abbia rubato quella bacchetta”
 
Lo condusse verso il divano e lo invitò a sedersi lentamente, non era mai stato ubbidiente in tutta la sua vita e di certo non lo sarebbe diventato alla soglia dei quarant’anni. Ron teneva premuta una mano sulla ferita nel vano tentativo di fermare quella emorragia, ma senza un aiuto non ci sarebbe mai riuscito. In compenso il dolore veniva alleviato dalla presenza di sua figlia che non aveva alcuna intenzione di allontanarsi dal suo fianco.
 
“Ora la mamma torna, cerca di resistere”
 
“Sì, ora torna”
 
Tentò un sorriso per non angustiarla, peccato che gli uscì solo una mezza smorfia provocata dal dolore.
 
“E’ colpa mia, papà. Se solo non mi fossi innamorata di Scorpius, tutto questo non sarebbe mai successo. Quell'uomo non avrebbe avuto la malsana idea di andare incontro a due Auror e al Ministro della Magia nel giorno di Natale, pur di trovare suo figlio”
 
Ron le porse una rincuorante carezza tra i capelli con la mano pulita. Lui e sua moglie ovviamente non avevano anticipato nulla a Rose e Ron era stato ben attento a nasconderglielo per non spaventarla ogni volta che lo aveva aiutato con il lavoro d'ufficio. Quella ragazza però era troppo sveglia per non capire cosa fosse successo dopo quella visita, avrebbe dovuto intuirlo e prepararla a quell’eventualità. Eppure Rose non accusava nessuno di loro per averle nascosto un evento così importante e che riguardava direttamente la famiglia in cui era entrata a far parte, lei continuava imperterrita ad autoaccusarsi.
 
“No, tesoro, non è colpa tua. Azkaban non era abbastanza per lui, avrei dovuto farlo fuori con le mie mani anni fa”
 
Scorpius si trovava a pochi metri da loro e si malediceva per non aver parlato, prima di lasciare che quell'uomo colpisse suo suocero.
 
“Signor Weasley”
 
“Scorpius … tuo padre non sa dell'evasione di tuo nonno e, miseriaccia a me, avrei dovuto dirglielo, anche se era incasinato con tua madre!”
 
Il dolore non gli consentiva di mantenere la calma. Per sua fortuna, Hermione tornò poco dopo, precipitandosi subito da lui, ma Ron si rifiutò inaspettatamente di farsi aiutare da lei, allontanando d'istinto le sue mani. Era forse impazzito? Si meravigliò persino lui di se stesso.
 
“Hermione, aspetta, Draco. Devi raggiungerlo al San Mungo e avvertirlo … lui e Astoria sono in pericolo”
 
Non lo ascoltò, non aveva alcuna intenzione di farlo, e minacciò di scoprirgli la ferita, spostando quei brandelli di stoffa insanguinati. Ron la fermò nuovamente.
 
“Ronald, stai scherzando, vero?? Se non ti curo subito, muori dissanguato! E cerca di stare fermo e zitto per una volta nella tua vita, altrimenti perdi più sangue”
 
“Non c’è tempo nemmeno per loro! Hermione, cerca di capirlo, prima che sia troppo tardi. Sei abbastanza intelligente per sapere quali siano le priorità, non è necessario che te le dica io ”
 
“Non ti consento di sacrificarti per Draco, te lo puoi scordare!”
 
Non demordeva, lui per primo avrebbe gradito quelle amorevoli cure, ma non era il momento. Lei lo sapeva perfettamente, ma non riusciva ad ammetterlo.
 
“Hermione, pensa ad Astoria e a quel bambino. Con il mio lavoro rischio tutti i giorni, non è una novità. Ti prego, vai, prima che sia troppo tardi”
 
Continuava ad allontanare da lui le mani della moglie, non era decisamente quello che avrebbe desiderato e lei si rifiutava di capirlo. Molly andò in soccorso del figlio e della nuora, facendoli scendere velocemente ad un compromesso e strappando il dittamo dalle mani di Hermione.
 
“Cara, ci penso io”
 
Hermione fu reticente ad allontanarsi dal marito in quello stato e lui tentò di sorriderle per incentivarla. Si voltò dolorante verso il suo migliore amico senza perdere ulteriore tempo, nessuno di loro ne aveva da sprecare.
 
“Harry, non lasciarla andare da sola, ti prego”

∞∞∞
 
 
Quello era il Natale più triste che lui avesse vissuto da molti anni ormai, esattamente da quando Astoria era entrata nella sua vita. Tutti erano alla Tana a festeggiare, mentre lui era proprio dove avrebbe sempre voluto essere, accanto a sua moglie. Per quanto però le fosse vicino fisicamente, non riusciva a farla stare meglio. Riposava in apparenza serenamente e lui temeva di svegliarla per farla ritornare con la mente ai tristi pensieri e affaticarla. Non aveva avuto nemmeno voglia di rallegrarsi per la nascita dei loro nipotini, senza di lei non poteva essere la stessa emozione. Il perenne pallore sul volto di Astoria peggiorava e lui non poteva fare nulla di più che vederla, mentre inesorabilmente gli sfuggiva dalle mani giorno dopo giorno insieme a quel loro bambino sempre più desiderato.
 
“E’ un vero peccato. Una strega purosangue di una famiglia così nobile avrebbe sicuramente meritato una vita più longeva. Famiglie purosangue ancora degne di quel titolo sono rimaste poche”
 
La voce che Draco udì all’improvviso si insinuò prepotentemente nella sua tristezza e lo paralizzò. Si voltò verso di lui incredulo. Sperò con tutto se stesso di avere le allucinazioni.
 
“Tu. Che cosa ci … no, impossibile, dovresti essere ad Azkaban”
 
“Già. È lì che preferiresti vedermi, vero?”
 
“Che cosa vuoi e come facevi a sapere che ero qui?”
 
Era estremamente diffidente verso quell'uomo che ormai da anni non ricopriva più per lui il ruolo di padre. Lanciò un’occhiata alla porta della stanza per capire come lui avesse fatto ad entrare indisturbato al San Mungo con chiari segni addosso che era un prigioniero evaso.
 
“Mio nipote … un ragazzo intelligente. È sprecato in quella famiglia”
 
Si allarmò subito sentendo nominare il figlio, ma un pensiero volò anche sulla famiglia di sua nuora.
 
“Che cosa gli hai fatto?! Cos'hai fatto ai Weasley?”
 
Quella preoccupazione sconvolse Lucius, era stato sufficiente lasciarlo in balìa di se stesso per perdere totalmente il lume della ragione.
 
“Oh, no, ti sei affezionato a quei traditori del loro sangue. Mi hai deluso, Draco, lo sai?”
 
Il figlio si stava stufando della sua presenza e le sue parole iniziavano ad irritarlo. Afferrò saldamente la bacchetta dalla giacca e gliela puntò contro con decisione. Provocò solo una risata in Lucius, convinto che mai avrebbe osato fargli un graffio.
 
“Mi vuoi attaccare? È così che accogli tuo padre?”
 
“Tu non sei mio padre. COSA VUOI? Non farmelo ripetere”
 
Lucius puntò gli occhi su Astoria e a Draco non piacque affatto quell'improvviso interessamento verso sua moglie.
 
“Pensavo che la rivolessi vedere in salute ed io, se me lo consenti, ti posso aiutare”
 
“E come? Con la Magia Oscura?”
 
“Sai anche tu che è l’unica soluzione”
 
Doveva ammettere che, quando la disperazione sembrava prendere il sopravvento su di lui, quella soluzione sfiorava anche la sua mente. Si voltò verso Astoria con il timore di averla svegliata con le sue urla e la sua agitazione. Scrutò quel viso così smunto, ma che non aveva perso la lucentezza di quell'anima così pura. Sembrava parlargli senza rendersene conto.
 
“Lei non vorrebbe che mi abbassassi a tanto”
 
“Sono sicuro che lei vorrebbe prima di tutto guarire, ma ha bisogno che tu le dia la possibilità di farlo”
 
Era facilmente intuibile per Draco cosa gli avrebbe consigliato di fare Astoria a proposito. Lei si sarebbe senza dubbio sacrificata, pur di non rivederlo sprofondare nelle sabbie mobili del suo passato. Lui però non riusciva a smettere di pensare al bambino che sua moglie portava in grembo, che, per quanto non fosse tra le prospettive più rosee avere lui come padre, meritava ugualmente di vedere la luce del sole.
 
“Draco, fai la scelta giusta. Non sono arrabbiato con te per avermi spedito ad Azkaban, ma, vedi ora, potresti aiutarmi e saldare il debito che hai con me”
 
“Se collaboro con te, è solo per aiutare lei, non farti strane illusioni”
 
Non sapeva ancora cosa Lucius avesse in mente, ma poteva presupporre non fosse nulla di buono.

 
∞∞∞
 
 
Harry ed Hermione si Smaterializzarono velocemente nei pressi del San Mungo. Ciò che videro però li fece rabbrividire. Non si dovettero nemmeno prendere il disturbo di entrare, Lucius e Draco erano già usciti e sembravano essere in procinto di Smaterializzarsi insieme. Draco notò entrambi e provò a lanciare ad Hermione uno sguardo dispiaciuto per quell'evidente tradimento. Non aveva il tempo di spiegare, sperò solo che mettesse in pratica la famosa arguzia di cui era dotata. Lei però non aveva alcuna intenzione di essere ragionevole, era accecata dalla rabbia e non colse affatto ciò che Draco si era sforzato di comunicarle. Provò estrema delusione verso quell'uomo, credeva di doverlo salvare, invece stava prendendo per l'ennesima volta la strada sbagliata, si sentì una stupida ad aver creduto anche solo per un momento che potesse esserci bontà in lui, suo marito aveva avuto tristemente ragione fin dall’inizio.
 
“Sbatto ad Azkaban entrambi e stavolta puoi star certo che non escono, con o senza i loro trucchi di Magia Oscura!”
 
Infuriata stava tornando alla Tana, ma Harry, che probabilmente non aveva colto una totale impassibilità in Draco, cercò di tranquillizzarla. La afferrò velocemente per un braccio, sperando che ciò fosse sufficiente per non farla scomparire in quello stato davanti ai suoi occhi.
 
“Hermione, calmati. Ti sei spaventata per Ron, ma starà bene, è in buone mani. Pensa a Scorpius, con Astoria al San Mungo e Draco ad Azkaban come potrebbe sentirsi?”
 
Cercò di calmarsi, pensando a quel ragazzo innocente che aveva solo la colpa di essere nato nella famiglia sbagliata, ma lei desiderava solo scoprire la verità e fare giustizia.

 
∞∞∞
 
 
Fuori dalla porta della stanza di suo padre, dove sua nonna stava facendo tutto il possibile per curarlo, Rose tremava dalla paura di perderlo. Ron era un Auror, ma lei non aveva mai avuto così tanta paura per la sua vita. Il cuore minacciò di esploderle nel petto, si dovette persino accostare alla porta alla ricerca di un saldo sostegno. Per quanto fosse a contatto con quel freddo legno, non riusciva a cogliere il minimo sussurro provenire da quella camera. Iniziava davvero a comprendere per quale ragione i suoi genitori volessero tenerla lontana dal Ministero, il loro più grande desiderio era quello di proteggerla. Sentì poco dopo la maniglia scattare e Molly dovette confrontarsi con gli occhi azzurri della nipote che stavano annegando in un mare di lacrime.
 
“Nonna, è colpa mia. Papà mi ha ripetuto un sacco di volte di stare lontana da Scorpius ed ora lui a causa della mia testardaggine …”
 
Avvertiva tutto il dispiacere e la mortificazione di quella ragazza e lei non sapeva come placare quei tormenti. Le porse una dolce carezza in viso, asciugandole parte del sale che le scorreva lungo le guance.
 
“Deve solo riposare, tesoro. Vieni, ti preparo una tisana calda, ti farà sentire meglio”
 
Le posò sorridendole una mano sulla spalla, per invitarla a scendere in cucina con lei, ma Rose non si mosse di un passo dalla porta di quella stanza.
 
“Non mi va, vorrei solo sapere che mamma e papà stanno bene, solo questo mi farebbe sentire meglio. Non ho nemmeno notizie della mamma e dello zio”
 
“Rose, non ti devi preoccupare per loro, tornano prima che tu te ne accorga”
 
Il pianto del piccolo Severus interruppe la loro conversazione, impedendole di esternare oltre tutta la sua preoccupazione e probabilmente non dando nemmeno a sua nonna l'occasione di mostrarsi irrequieta per la sua famiglia. Si precipitò da suo figlio e lo trovò disperato nella culla accanto a quella della piccola Astoria, che, nonostante tutto il trambusto, continuava a riposare tranquilla. Si avvicinò al bambino e lo prese tra le braccia, accostandolo delicatamente al suo petto, sperando che la vicinanza con la mamma fosse sufficiente a calmarlo. Lo stringeva a sé, ma in lei quel contatto accentuò solo quel senso di colpevolezza.
 
“Perché piangi, piccolino? Ma forse hai ragione, non sono una buona madre, vi ho messo in un grave pericolo … mi sono innamorata della persona sbagliata”
 
Scorpius aveva sentito le parole della moglie, anche lui aveva raggiunto prontamente il figlio per placare il suo pianto, ma non si offese, anzi aveva sempre creduto di essere un ostacolo alla felicità di Rose, prima ancora di sentirlo dalla bocca di lei.
 
“Tesoro, non è vero, non hai alcuna colpa. È stato il passato della mia famiglia ad aver incasinato tutto … proprio quello che temevo”
 
Cullava Severus, che sentiva addormentarsi nuovamente tra le sue braccia.
 
“Hai salvato mio padre oggi, Scorpius. Anzi, ci hai salvati tutti”
 
“E ho messo nei guai mio padre. Non so cosa quell’uomo volesse da lui”
 
“Lui se la caverà e capirà”

 
∞∞∞
 
 
Ron si precipitò fuori dalla stanza, indossando la camicia a brandelli, tagliuzzata dall’incantesimo. Si maledisse almeno una decina di volte per non aver preso prima le dovute precauzioni. Avrebbe dovuto rendere Azkaban una fortezza inespugnabile, ma visto che ormai il danno era stato fatto, avrebbe almeno dovuto proteggere il suocero di sua figlia e non lasciarlo da solo. Ma come aveva fatto a non pensarci? Si reggeva a malapena in piedi, ma riuscì a riscoprire la forza di scendere velocemente le scale grazie al corrimano, ma prima ancora grazie al pensiero di sua moglie. Molly si frappose tra lui e la sua meta, trovando poco opportuna l'idea che sembrava essere passata per la mente del figlio.
 
“Ron, dove stai andando?”
 
“Da mia moglie, non starò in un letto, mentre affronta quella canaglia”
 
“E’ con Harry, non da sola, se la caveranno. Tu hai bisogno di riposo, quella ferita non è da trascurare, se non vuoi che si riapra e se lei fosse qui, ti direbbe la stessa cosa”
 
Sua madre tentava di bloccargli la via lungo le scale, ma lui, riscoprendo la grinta nella preoccupazione per Hermione, riusciva sempre a divincolarsi e ad essere sempre più un passo vicino alla porta.
 
“Mamma, non chiedermi di …”
 
Avevano ormai raggiunto l’ultimo gradino delle scale, quando la porta si spalancò davanti a loro ed entrò Hermione furibonda, seguita a distanza di qualche passo da Harry. Vedere come prima cosa il marito in piedi davanti a lei la tranquillizzò.
 
“Ron! Stai bene?”
 
“Alla grande ora che ti rivedo. Lo avete preso?”
 
“Si è Smaterializzato insieme a Draco”
 
Ricevette la notizia peggiore ed anche sul volto non c'era spazio per nulla di diverso dalla delusione.
 
“Dannato vigliacco. Ed io che c’ho quasi rimesso il collo per aiutarlo”
 
“Li prenderemo prima di quanto immagini”
 
La grinta di Hermione non si spense, segno che stavolta non sarebbe stata così indulgente.
 
 
Continua …
 
 

 
Ciao ragazzi!
 
Direi meno male che questo capitolo non è capitato in tempo di Natale, altrimenti avrebbe sicuramente rovinato il clima XD
 
L’azione preannunciata è arrivata e porterà un po' di scompiglio, ma non è detto che il legame creato tra Weasley e Malfoy non sia abbastanza forte da resistere a questa minaccia :)
 
Vi ringrazio come sempre di cuore per seguirmi! E perdonatemi per il ritardo sempre immenso ❤
 
Alla prossima :)
Baci
- Vale
   
 
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