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Autore: heliodor    11/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Missione diplomatica

 
Bardhian si fermò al centro della sala, in mezzo al quadrato dove si allenavano. Aveva ancora lo scudo magico ben visibile. "Sei qui con me?" chiese a Vyncent.
Lui si strinse nelle spalle. Nelle sue mani brillavano ancora i fulmini magici che aveva evocato per scagliarli contro il suo allievo. "Dove vuoi che sia?"
"Mi sembrava di no."
Vyncent lanciò i fulmini verso Bardhian. Lui assorbì il colpo con lo scudo magico e rispose con un attacco simile.
Vyncent lo bloccò a malapena e per un attimo sentì il morso dell'energia emessa dal colpo mordergli la carne.
Era una sensazione spiacevole e rassicurante al tempo stesso.
È diventato più forte, pensò. Ormai mi ha superato. E di gran lunga. Non so se è forte quanto la protetta di Gladia, ma è al livello di Bryce, se non oltre. Cos'altro posso insegnargli?
"No" disse Bardhian fermandosi. "Sei proprio distratto."
"Scusa" fece Vyncent arrossendo per un istante. "In effetti non sono molto concentrato."
"Sei in pensiero per Bryce?"
"No. Non solo" ammise lui.
"Per chi, allora?"
"La strega rossa."
Bardhian sbuffò. "Pensi a quella lì?"
"È sparita da giorni" disse Vyncent. Mire l'aveva fatta cercare, ma senza successo. L'ultima volta era stata vista dirigersi verso il quartiere dei templi. Poi c'era stato l'incendio alla villa di Wei Fu.
Vyncent aveva visto le macerie, temendo di trovarvi dentro il corpo di Sibyl, ma c'erano solo i resti di tre uomini.
E nessuno di loro sembrava Wei Fu.
Lui era sparito insieme alla nipote e Oren. E Sibyl.
Non poteva essere un caso. Doveva essere successo qualcosa di grave.
Mirka, si era detto subito. Doveva esserci lui dietro tutto quello. Ma che cosa poteva fare? Nessuno aveva visto niente e tutti sembravano spariti nel nulla. Non poteva lasciare Malinor e mettersi alla ricerca del negromante.
Se Sibyl, Oren e gli altri erano spariti, poteva significare solo che erano sulle sue tracce. Augurò loro buona fortuna e tornò a occuparsi di Bardhian.
Ma quel pensiero continuava a turbarlo.
"Perché non chiedi a Mire di inviare qualcuno a cercarla?" suggerì Bardhian.
"Potrei" disse Vyncent. E ci aveva pensato per un paio di giorni. "Ma non voglio sottrarle altre forze necessarie per la città. Abbiamo ripreso da poco il controllo."
"Allora smettila di preoccuparti per lei" disse Bardhian. "Visto che non puoi fare molto altro."
"Da quando sei diventato così saggio?"
Bardhian toccò la spada che aveva al fianco. "Da quando mi hanno dato questa."
"È una spada magica che dona la saggezza, per caso?" chiese lui con tono canzonatorio.
Bardhian ridacchiò. "Sei molto divertente."
Vyncent si preparò a colpirlo. "Tra poco non riderai più."
Un valletto si fermò sotto l'arco che delimitava l'ingresso e richiamò la loro attenzione con un colpo di tosse.
Vyncent fece cenno a Bardhian di attendere un istante. Andò dal valletto. "Che cosa succede?"
"Sua eccellenza Mire desidera parlarvi" disse il valletto. "Vi attende nel suo studio."
Vyncent guardò Bardhian che si strinse nelle spalle.
Qualche minuto dopo bussavano alla porta di Mire. Un valletto li fece accomodare all'interno. La donna li attendeva davanti alla sua scrivania. Tra le mani aveva una pergamena arrotolata.
Prima di parlare attese che il valletto fosse uscito e la porta richiusa alle sue spalle. "Qualcuno vi ha seguiti?"
"No" disse Vyncent. "Perché ci hai fatto venire qui con urgenza? È successo qualcosa a Bryce e gli altri mentre erano in viaggio verso nord?"
Non riusciva a mascherare che fosse quella la sua maggiore preoccupazione. Finché Bryce non fosse giunta a nord al sicuro non avrebbe avuto pace. Non gli bastava sapere che viaggiava scortata da trentamila soldati e mille tra streghe e stregoni.
"Non ho notizie della strega dorata" disse Mire con espressione tesa.
Vyncent si accigliò. "Ma hai notizie sgradevoli lo stesso, dico bene?"
Lei annuì. "Quello che sto per dirvi non deve uscire da questa stanza."
"Sappiamo mantenere un segreto, reggente" disse Vyncent.
"Anche io" disse Bardhian. "Che notizie hai?"
"Riguardano tuo padre e i tuoi fratelli" disse Mire.
"La battaglia contro l'orda?" chiese lui.
Mire annuì grave.
"È successo qualcosa?"
La reggente prese fiato. "Due ore fa è arrivato un messaggero dal fronte. Questo è il messaggio che ha portato con sé." Agitò la pergamena nell'aria.
Vyncent serrò la mascella. "Dal tono che usi non ci sono buone notizie, vero?"
Mire scosse la testa. "L'armata di re Alion è stata sbaragliata" disse deglutendo a vuoto.
Vyncent sentì la terra mancargli da sotto i piedi. Guardò Bardhian, il cui sguardo era fisso, ogni suo muscolo immobile e teso allo spasimo.
"Come può essere?" chiese alla reggente.
"Non è un messaggio molto dettagliato" disse la reggente. "È stato scritto da un funzionario di secondo livello che si trovava nelle retrovie. Stando alle sue parole, l'armata di re Alion si è lanciata all'assalto della roccaforte dell'orda, forte della sua superiorità numerica e qualitativa. Dopo tre giorni di intensa battaglia, la vittoria sembrava vicina. Molti messaggeri erano stati inviati verso le retrovie per chiedere rinforzi e rifornimenti in vista dell'ultima e decisiva offensiva, ma..." Fece una pausa. "Le truppe inviate come rinforzi sono partite il giorno stesso, convinti di tornare vittoriose. Passati sei giorni dalla loro partenza, il comandante della retroguardia ha inviato degli esploratori per scoprire che cosa era accaduto. Secondo quello che hanno riferito, l'esercito di re Alion era stato spazzato via da una forza poderosa e sconosciuta. Soldati scampati al massacro sono tornati indietro e hanno riferito di una nuova arma che il nemico avrebbe usato."
"Che genere di arma?"
Mire scosse la testa. "Il messaggio la descrive come un'evocazione. La più terribile che si sia mai vista prima d'ora. Tre giganti, chiamati colossi, hanno spazzato via l'esercito."
"Giganti?" fece Bardhian incredulo. "Come quelli delle leggende?"
"Leggenda o meno, questo è tutto quello che so" disse Mire spazientita.
"Voglio parlare col messaggero" disse Vyncent.
"L'ho già interrogato io" disse Mire. "Non ne caverai molto di più. Altri soldati stanno tornando a Malinor. Presto la notizia si diffonderà in tutta la città e sarà il panico totale."
"In quanti sono sopravvissuti alla battaglia?" chiese Vyncent.
"La retroguardia dell'esercito era composta da quarantamila soldati e duemila tra streghe e stregoni. Si tratta per lo più di truppe avanti con l'età o molto giovani e inesperte, inadatte a combattere in prima fila."
"Se l'orda li intercetta sarà la fine per loro" disse. "Devi inviare le nostre forze a scortarli."
"Vyncent" disse Mire. "Ho paura che solo la metà di quelle forze faranno ritorno in città. L'altra metà si disperderà sul territorio o avrà già disertato."
Lui annuì. "Useremo il resto per difendere Malinor. Con un po' di fortuna e l'aiuto delle solide mura della città, potremo resistere fino all'arrivo degli aiuti."
"E chi potrebbe aiutarci?" gli chiese Mire. "Nazedir non ha un esercito pronto. Orfar e i suoi alleati non muoveranno un dito dopo che li abbiamo abbandonati al loro destino. I nostri alleati hanno inviato i loro eserciti al fronte insieme al nostro e non si priveranno delle scarse forze rimaste a difesa delle loro terre per aiutare noi. Siamo soli."
"C'è ancora re Andew e l'alleanza. Loro ci aiuteranno se glielo chiederemo” disse Bardhian.
"Sono a nord, lontani più di millecinquecento miglia."
"Dovremo resistere qualche settimana, ma ce la faremo. Malinor non cadrà prima del loro arrivo."
"Vorrei avere la tua stessa fiducia" disse Mire con tono affranto.
"Vyncent può scivere unna lettera a Bryce” disse Bardhian. "L'affideremo al più veloce dei tuoi messaggeri. Se la sorte ci assisterà, raggiungerà Bryce tra meno di una Luna. Lei saprà cosa fare a quel punto."
"Sei sicuro che re Andew ci aiuterà?"
"La perdita di Malinor danneggerebbe anche lui. Non può certo permettere che il nemico conquisti la più grande città del mondo conosciuto e tutte le sue ricchezze."
Mire annuì. "Puoi scrivere quella lettera, Vycent? Ordinerò a un messaggero di partire non appena sarà pronta."
“Posso farlo, ma non ti assicuro che avrai una risposta. O che ti piacerà” disse. “Bryce da sola non potrà darci un grosso aiuto.”
“Un tentative possiamo farlo” disse Mire.
Vyncent si ritirò nelle sue stanze e prese carta e penna. Aveva già in mente le parole da usare, ma fu lo tesso difficile metterle per iscritto. Aveva così tante cose da dire a Bryce e non voleva che quella sembrasse una lettera d'addio.
Mise la sua firma e l'arrotolò, chiudendola con della ceralacca sulla quale impresse il suo sigillo.
Poco dopo consegnò il messaggio all'uomo che Mire aveva inviato. Era un giovane dall'aspetto aitante e non indossava alcun mantello.
"Portalo al nord e consegnalo solo nelle mani della principessa Bryce di Valonde" disse Vyncent.
Il messaggero fece un inchino. "Farò come dici."
Quando tornò nelle sua stanza, trovò Mire ad attenderlo. "Ora devi fare un'altra cosa" disse la reggente.
Vyncent si era aspettato quella visita. "Immaginavo che avessi una richiesta da fare."
"Portalo via di qui."
"Lui non verrà."
"Ma devi. È uno degli eredi."
"Ci sono anche Thereza e Kandal."
"Ho preso dei provvedimenti anche per loro. In questo momento sono in viaggio sotto scorta verso uno dei nostri alleati, un cugino alla lontana di re Alion."
"Mi fa piacere" disse Vyncent. "C'è anche Ronnet."
"Non so dove sia e non me ne importa, se vuoi saperlo davvero. Quello che mi preme davvero è che Bardhian sopravviva."
"Solo perché lui è l'erede" disse Vyncent. Non intendeva ferirla, ma in quel momento era troppo teso per trovare le parole giuste.
Mire annuì. "Lui è l'erede in molti sensi. È importante che sopravviva. È amato dal popolo di Malinor."
"Mi sembrava di aver capito che dalle vostre parti il re non viene proclamato per acclamazione."
"Non siamo stupidi" disse Mire. "È vero che il sovrano ha ampia discrezione nella scelta dell'erede, ma sa di avere dei limiti. Scegliere un degno erede è un gran vantaggio, specie quando il primogenito si dimostra un incapace. Ma comporta anche delle responsabilità. L'erede al trono deve dar prova di meritare la corona e di essere bene accetto dal popolo. Non amato, perché l'amore della massa è incostante e volitivo, ma deve essere cosciente che per governare non basta solo un titolo o la legittimazione del sovrano. Bisogna combattere giorno per giorno per mantenere la corona sulla testa o arriverà qualcuno più abile a scalzarla via."
"Dalle parole che usi, Ronnet sembra il più adatto al governo di questo regno."
"Sarebbe stato un buon re, se non fosse stato così pieno di risentimento" ammise Mire. "Io stessa lo consigliai a re Alion, ma lui era di parere diverso." Scosse la testa. "I Malinor sono pazzi."
"Può darsi che Lirian e Klarisa siano ancora vivi, o almeno uno di loro."
"Se il re è morto, si aprirà una contesa dinastica. Malinor non ha bisogno di una guerra civile mentre combatte un nemico esterno così forte. Per questo motivo ho deciso di annunciare pubblicamente che re Alion ha scelto come suo successore Bardhian."
Vyncent si rabbuiò. "Se lo farai, Ronnet avrebbe un buon motivo per agire. Se ha un piano per fare del male a Bardhian ed eliminarlo dalla successione, lo costringerai a metterlo in atto."
"È ciò che temo. Per questo motivo devi portarlo lontano da qui."
"Se non è al sicuro in questo palazzo, dove può esserlo?"
"Tutta Malinor è pericolosa" disse Mire. "L'unica speranza è porlo sotto la protezione di un sovrano abbastanza forte."
"Nessun re rischierebbe una guerra contro Malinor."
"Tranne uno."
In quel momento Vyncent capì di conoscere la risposta
 
Trovò Bardhian nella sua stanza, intento a riposarsi dopo l'allenamento. Appena lo vide entrare balzò in piedi.
"Che succede?" chiese, forse intuendo qualcosa dall'espressione tesa di Vyncent.
"Prendi la tua roba. Solo l'essenziale, niente di pesante."
"Perché?"
"Fallo e basta" disse Vyncent perentorio.
Bardhian iniziò a riempire una sacca di cuoio. "Se non mi dici che cosa sta succedendo..." ebbe un'esitazione. "Ha a che fare col messaggio ricevuto da Mire? L'orda è già qui?"
"No" fece Vyncent. "Ma dobbiamo lasciare la città."
"Io non voglio andare via."
"Non è il momento di..."
"Farei la figura del vigliacco davanti a tutti" protestò Bardhian. "Non mi muoverò di qui senza un buon motivo."
"Ascolta" disse Vyncent. "Non sei più un bambino. È giunto il momento che tu ti prenda delle responsabilità."
"È quello che voglio fare."
"Iniziando a pensare al bene del tuo popolo, prima che il tuo."
Bardhian chinò la testa. "È una qualche sorta di missione di cui non puoi parlarmi?"
"Diciamo che è un viaggio diplomatico" disse Vyncent. "Dobbiamo procurarci degli alleati per l'imminente battaglia."
Bardhian sembrò rincuorato. "Quindi non stiamo scappando, vero?"
Vyncent sorrise. "Certo che no. Siamo mai scappati via prima d'ora?"
"A Orfar mi facesti andare via prima della battaglia e adesso..."
"Ora le cose sono diverse." Non provava piacere a mentirgli, ma se quello era l'unico modo per convincerlo ad andare con lui, la menzogna era giustificata.
Almeno così si disse mentre marciavano verso il cortile, dove due cavalli li attendevano. Lì vicino c'era anche Mire.
"Non fermatevi prima di arrivare a destinazione. Per nessun motivo" si raccomandò la reggente.
Vyncent e Bardhian montarono in sella e si allontanarono. Cavalcarono veloci verso l'ingresso principale della città, tra viali ancora vuoti per via dell'ora.
La città sembrava tranquilla. Gli abitanti di Malinor non sapeva del messaggio ed erano ancora sicuri che da dietro le colline sarebbero spuntate le armate di re Alion marciando trionfanti dopo la vittoria e non l'orda che le aveva travolte e distrutte.
Era un pensiero triste e quella sensazione sgradevole non lo abbandonò nemmeno quando ebbero superato l'ingresso occidentale e si furono immessi sulla strada che portava a nord. Aveva studiato le mappe e sapeva che la via era una serpentina che si snodava tra le colline.
Bardhian lo accompagnava silenzioso, come immerso nei suoi pensieri. Vyncent ne fu grato. Almeno non doveva più mentirgli, per il momento.
Quando sarebbero giunti a destinazione e avrebbe capito che la loro non era una missione diplomatica...
I cavalieri apparvero all'improvviso dietro una svolta. Non sembravano passare di lì per caso. Tutti indossavano il mantello nero e oro del circolo di Malinor e avanzavano verso di loro.
No, non era un caso.
Bardhian dovette notarli perché tirò le redini rallentando l'andatura. "Chi sono?" chiese.
Vyncent non rispose. Si voltò e vide che dietro di loro avanzavano almeno una dozzina di cavalieri. Anche loro indossavano il mantello nero e oro.
Per un attimo sperò che si trattasse di una scorta mandata da Mire. Forse la reggente ci aveva ripensato e aveva deciso che era più prudente viaggiare protetti.
Poi vide che in testa al secondo gruppo c'era Ronnet.
Il principe di Malinor sorrideva mentre avanzava verso di loro con sicurezza. "Non so perché" disse quando fu abbastanza vicino. "Ma sapevo di trovarvi qui. Posso chiedervi dove state andando?"
"Facciamo una passeggiata" rispose Vyncent.
I cavalieri si disposero attorno a loro formando un cerchio.
"Una passeggiata" gli fece eco Ronnet cambiando espressione. "E quelle sacche piene di cibo e acqua? Immagino si tratti di una passeggiata molto lunga."
"Che cosa vuoi?" fece Bardhian impaziente.
Ronnet smise di sorridere. "Dovete tornare in città. Subito."
"Siamo in missione diplomatica per conto della reggente" disse Vyncent, sperando che quello servisse a impressionare qualcuno dei cavalieri lì presenti.
Ronnet ghignò. "La missione è annullata, se mai è esistita davvero."
"La reggente non sarà contenta."
"A quest'ora, la reggente sarà morta" disse Ronnet. Si voltò verso la città e la indicò. Da dietro le mura si levavano alte volute di fumo. "Lo vedi quello? Viene dal palazzo reale. Sta andando al fuoco. Quando saremo di ritorno, le fiamme lo avranno raso al suolo. E con esso la povera Mire." Scosse la testa. "Che l'Unico l'accolga nei campi celesti."
"Che cosa hai fatto?" ringhiò Vyncent.
Il ghigno di Ronnet si allargò. "Io? Niente, te lo assicuro. Voi, piuttosto. Siete fuggiti dopo che l'incendio è stato appiccato. Ne sapete niente?"
"Ci stai accusando di qualcosa?"
"No, ma per il momento dovrete venire con noi in città per rispondere a qualche domanda."
Vyncent si irrigidì. "E se non volessimo venire?"
Ronnet socchiuse gli occhi. "Sarebbe molto spiacevole, per voi due. Anche perché vi perdereste la cerimonia."
Vyncent si accigliò. "Di che cerimonia parli?"
Ronnet stavolta rise. "Sei proprio uno sciocco. Parlo della mia incoronazione, no? Prima di morire, la reggente Mire mi ha rivelato che il mio povero padre, il re, aveva deciso di nominare me come suo successore. Adesso che è morto, io ho tutto il diritto di salire al trono."

Note.
Per chi si fosse chiesto che aspetto avessero i personaggi, qui sotto trovate le immagini di come io li ho immaginati.
Ovviamente siete liberi di immaginarveli come volete, ma mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate :)



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