Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    12/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Arrivano i Colossi

 
Seppellirono il corpo di Wei Fu sotto un albero dai rami scheletrici. Fu Shani a insistere per quella tomba e lei e Oren non se la sentirono di opporsi.
Scavarono una buca profonda un paio di braccia e vi adagiarono dentro Wei Fu con delicatezza.
Shani pronunciò qualche frase in una lingua dura e gutturale piena di accenti che Joyce non capiva.
"Dovremo seppellire anche gli altri" disse Oren.
"No" fece Shani pulendosi le mani. "Questi possono pure restare qui a marcire."
Quattro cavalli erano sopravvissuti alla battaglia. Ne presero uno ciascuno e il quarto lo legarono a quello di Shani come riserva.
Montarono in sella e si diressero verso nord. Era passato meno di un giorno da quando Mirka e Reynhardt erano fuggiti lungo il sentiero. Cinquanta miglia più avanti c'era un bivio e poi un altro ancora e dopo diverse strade si intrecciavano tra di loro.
Impossibile dire quale avessero preso. Bisognava controllarle tutte e sperare che avessero lasciato qualche traccia.
"Li troveremo" disse Shani con tono perentorio. "E Mirka pagherà per il sangue che ha versato. E anche per tutto il resto."
Joyce li seguì con riluttanza. Più si allontanava da Malinor, più cresceva il suo timore di non riuscire a riunirsi con Bryce e gli altri.
Aveva faticato tanto per ritrovarla e adesso che poteva stare insieme a lei, anche se solo come Sibyl, le dispiaceva doverci rinunciare.
"Non sei obbligata a venire" disse Shani.
Joyce la fissò in silenzio.
"Immagino tu voglia tornare a Malinor dai tuoi amici."
Anche Oren è amico mio, pensò. Più di un amico. Lo sarebbe, se non fosse così stupido e testardo da non rendersi conto che...
"Vuoi davvero tornare a Malinor?" le chiese Oren cogliendola di sorpresa.
Joyce esitò prima di rispondere. "Vorrei aiutarvi, ma..."
Shani fece un gesto vago. "L'hai già fatto. Senza il tuo aiuto non avremmo preceduto Mirka e mio zio sarebbe ancora vivo."
"Sei ingiusta" la rimproverò Oren. "Sibyl ci stava aiutando e nessuno ti ha obbligato a usare quel portale."
Shani annuì. "È vero, perdonami. È che sono ancora sconvolta per mio zio." Poi il suo viso si illuminò. "Ti Long. È rimasto solo a Malinor, senza nessuno che si occupi di lui. È senza casa e senza soldi ed è solo un ragazzino."
Era l'occasione che Joyce stava aspettando. "Potrei pensare io a lui" disse.
"Lo faresti davvero?"
Annuì con decisione.
Prima dovrò trovarlo, pensò. E poi dovrò convincerlo a fidarsi di me, dopo che gli avrò detto che suo padre è morto. Forse per colpa sua.
No, non era affatto un compito facile.
"Bene" disse Shani. "Allora tu tornerai a Malinor e noi inseguiremo Mirka."
Joyce sperava che Oren tornasse indietro con lei. Non osava chiederglielo, ma lo sperava.
"Faremo così" disse Oren. "Sibyl" aggiunse come se stesse cercando le parole giuste. "So che sai badare a te stessa meglio di quanto io sia capace di badare a me..." Esitò.
Joyce si limitò ad annuire. "Vi auguro di trovare Mirka. Appena a nord, dirò a Bryce di mandarvi dei rinforzi."
"Grazie" disse Shani, ma non sembrava molto convinta.
Joyce tirò le redini e si avviò nella direzione opposta. Cavalcò senza voltarsi indietro. Se lo avesse fatto, sarebbe ritornata da loro.
Ho scelto, si disse. Quel giorno, in quella caverna, davanti a quei due portali. Ho scelto e non posso tornare indietro, se voglio che questa guerra finisca il prima possibile.
A Malinor aveva anche il compendio e il libro di Hopott per tradurlo. Doveva recuperarli prima di mettersi in viaggio verso nord. Prima però doveva trovare Ti Long e affidarlo a qualcuno di sua fiducia.
Le venne in mente Vyncent.
Era l'unico di cui potesse fidarsi davvero. Lui avrebbe accettato? Era sicura di sì. Nel frattempo gli avrebbe raccontato quello che era successo, sperando di essere convincente.
È l'unica cosa da fare, si disse.
Immersa nei suoi pensieri, non si accorse del cavaliere che la seguiva. Solo poco prima di una svolta, in un punto in cui il sentiero diventava stretto e doveva rallentare, lo vide avvicinarsi e guadagnare terreno.
Per un attimo fu tentata di dare di sprone e allontanarsi, ma che cosa sarebbe successo se l'avesse vista scappare?
Lei aveva la magia. Se necessario, poteva combattere. Aveva abbattuto un gigante d'argilla da sola.
Quasi da sola.
Non poteva temere niente.
Tirò le redini con decisione e si voltò, pronta a fronteggiarlo.
Il cavaliere, ancora lontano una cinquantina di passi, si fermò in mezzo al sentiero.
"Chi sei?" gridò Joyce. "E perché mi stai seguendo?"
"Non sono io che ti seguo" rispose il cavaliere. "Ma tu che mi precedi."
Conosceva quella voce, ma non si aspettava di sentirla così presto. "Marq?" chiese stupita.
Il cavaliere si avvicinò e lei poté guardarlo meglio. Riconobbe il viso dolce, reso solo appena più duro e spigoloso dalle privazione e le torture cui lo aveva costretto Falgan e i suoi.
"Marq" esclamò sorpresa. "Credevo fossi andato via."
"Era quello che volevo fare, ma siamo dovuti tornare indietro."
"Siamo?"
Lui sorrise affabile. "Io e un paio di amici. Vieni, mi stanno aspettando."
Joyce lo seguì fino a una radura, ma rimase all'erta per tutto il tragitto. Marq aveva giurato vendetta contro l'alleanza l'ultima volta che lo aveva visto, ma sapeva che non ce l'aveva con lei in particolare.
Joyce pensava con un certo imbarazzo di piacergli e anche lei spesso si sorprendeva a pensare a Marq in modo confuso.
"Ancora non ti fidi di me" disse lui divertito. "Pensi che ti colpirei alle spalle?"
"No, ma..."
"Fai bene a non fidarti" aggiunse subito. "Questo non è il mondo dei libri d'avventura. Siamo arrivati."
Al centro della radura sostavano due figure umane. Una era in piedi e sembrava attenderli, mentre l'altra sedeva per terra con la schiena appoggiata a un masso.
Joyce riconobbe subito la figura in piedi. "Brun" esclamò sorpresa e sollevata allo stesso tempo.
"Sibyl" fece lui andandole incontro.
Joyce saltò giù e lo raggiunse. "Che cosa ci fai qui? Perché non sei andato via? Se i soldati di Malinor ti trovano potrebbero catturarti."
Brun fece spallucce. "In questo momento penso abbiano cose più importanti a cui pensare che non a me."
La figura seduta a terra alzò la testa. Joyce vide un viso affilato apparire sotto una massa di capelli lunghi e viola stinto. Le labbra sottili erano dipinte di rosa. "Che ci hai portato, Occhi Blu? Speravo in qualcosa da mangiare e invece ti presenti con una tua amica?"
Joyce sobbalzò sentendo quella voce. "Gauwalt" esclamò sorpresa.
Lo stregone si accigliò. "Ci conosciamo? Tu conosci di sicuro me per via della mia fama, ma non credo di averti mai incontrata prima."
Marq sorrise. "Vi siete già conosciuti. A Theroda."
"Ma certo, la ragazza dai capelli rossi. Vedi che hai seguito il mio consiglio e li hai tinti di nero. Però sono sicuro che avevi un altro viso quando ci siamo incontrati la prima volta o sbaglio?"
Joyce arrossì.
"Ricordo delle enormi orecchie o sto facendo confusione con qualcun altro?"
Marq rise più forte. "Sibyl ama cambiare il suo aspetto. E credo che non le piacciano le domande su questo argomento, dico bene?"
Joyce non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Gauwalt. "Che cosa ci fa lui qui?"
"Signorina, anche i tuoi modi sono cambiati a quanto vedo, non solo l'aspetto" disse Gauwalt offeso. "Sono lord Gauwalt, anche se adesso mi vedi così, in queste condizioni un po'... dimesse."
"Credevo fossi al comando dell'orda di Malag" disse Joyce.
"Lo ero, prima che quel dannato stregone del continente maggiore mi rubasse il titolo e il comando. Che gli inferi se lo portino."
Joyce si accigliò. "Sei stato cacciato?"
"Persym voleva mettermi in catene, ma io sono riuscito a scappare grazie all'aiuto di qualche amico. Per fortuna ho incontrato Marq o a quest'ora starei ancora vagando per le campagne attorno a Malinor."
Persym, pensò Joyce.
Marq dovette capire qualcosa dalla sua espressione. "Lo conosci per caso?"
"L'ho incontrato una volta" disse Joyce mantenendosi sul vago. "Quando mi trovavo di passaggio a Valonde." Fissò Gauwalt con astio. "Per inciso, ero a Valonde anche quando l'hai attaccata, nel giorno del matrimonio della figlia del re."
"E allora?" fece lo stregone con un gesto vago della mano. "A te che importa?"
"Sono morte delle persone." E mio fratello Razyan, pensò. Mi basterebbe un colpo ben assestato per vendicare la sua morte.
E cosa avrebbe fatto con Marq e Brun? Loro non l'avrebbero lasciata andare senza problemi se avesse ucciso Gauwalt davanti ai loro occhi.
"È la guerra" rispose Gauwalt con tono indolente. "Le persone muoiono. Che cosa ti aspettavi?"
"È stato un attacco sleale, il vostro" l'accusò Joyce.
"Ci stavamo vendicando."
"Di cosa?"
"Del tradimento da parte di re Andew."
Joyce si trattenne a stento dal ridergli in faccia. "Re Andew non è certo il tipo da tradire la parola data."
"Invece è così" disse Gauwalt. "Il re di Valonde inviò un messaggio a lord Malag, invitandolo in una località precisa per discutere di una tregua. Il patto prevedeva che ognuno si sarebbe presentato all'incontro con una scorta limitata. Lord Malag lo fece, mentre re Andew arrivò con tutto il suo esercito. Nella battaglia che ne seguì venne quasi ucciso. Ecco perché decise di attaccare Valonde. Voleva dare una lezione a quell'infido."
Era la battaglia della fortezza di Zaghim. Bryce e Vyncent le avevano raccontato quello che era successo, anche se non erano scesi nei dettagli. Per quel che ne sapeva, era stato un ardito piano per mettere in trappola Malag e ucciderlo.
"Sono sicura che aveva i suoi buoni motivi" disse Joyce.
Gauwalt scrollò le spalle. "In ogni caso, non avevo nulla di personale contro i valondiani. Valonde mi piace, ci sono passato un paio di volte in gioventù. È un bel posto."
Però volevi distruggerlo, pensò Joyce.
"Abbiamo tutti qualche motivo di astio reciproco" disse Marq. "Ma ora dobbiamo pensare a cosa fare. C'è un pericolo imminente al quale non possiamo sfuggire. Persym ha una nuova arma. Non ho idea di come ne sia venuto in possesso, ma è chiaro che intende usarla contro Malinor così come l'ha usata contro l'esercito di re Alion."
Joyce sussultò. Era quello il pericolo di cui le aveva parlato Robern? L'arma di Persym? E quanto terribile doveva essere?
"Dimmi tutto quello che sai" disse.
Marq sospirò. "So quello che ho visto. L'esercito di Persym in marcia verso Malinor e quello di re Alion in rotta. Il resto potrà dirtelo Gauwalt."
Lo stregone arricciò le labbra. "Non vedo perché dovrei dire qualcosa a questa impertinente" disse imbronciato.
Marq chinò la testa di lato. "Perché muori dalla voglia di farlo. Non hai parlato d'altro da quando ti abbiamo trovato. E poi mi devi un favore."
"Un favore? Io? A te? Sei tu che mi devi un favore, dopo avermi fatto perdere Theroda."
Marq indicò Joyce. "Prenditela con lei, non con me. È stata Sibyl a consegnare la città a Falgan."
Gauwalt sussultò indignato. "Lei è la famosa strega rossa? Quella che ha ucciso Rancey e che ha abbattuto il regime degli albini?"
"Sì" disse Joyce con orgoglio. "E se cerchi vendetta per aver ucciso un tuo alleato, io sono qui."
"Vendetta?" Fece Gauwalt con tono divertito. "Io voglio ringraziarti, cara ragazza. Rancey era uno sbruffone insopportabile. Ci ha portato più guai che vantaggi. Non ho mai capito perché lord Malag ci tenesse così tanto a lui. E per quanto riguarda quegli odiosi albini, era ora che avessero una lezione. Quando ho saputo che cosa era successo a Mar Qwara ho festeggiato."
Perché era così difficile provocarlo? Joyce voleva solo una scusa per colpirlo, almeno una volta. "Se odiavi così tanto gli albini, perché non li avete attaccati?"
"Perché dovevamo difenderci dagli invasori venuti dal grande continente."
Di chi stava parlando? Non c'erano altri eserciti dal grande continente, a parte quello dell'alleanza. A meno che non si riferisse proprio a quello.
"L'alleanza non ha invaso il continente vecchio" disse Joyce. "Siamo qui per combattere contro Malag e la sua orda."
"Dal nostro punto di vista" disse Gauwalt calmo, come se quella frase fosse del tutto normale. "Gli invasori siete voi, mia cara. E non provare a negarlo."
"Non è vero" disse Joyce, meno sicura di prima.
Gauwalt incrociò le braccia sul petto.
"D'accordo, smettetela di litigare voi due" disse Marq spazientito. "Dille dell'arma di Persym."
Gauwalt sbuffò. "Pare che abbia trovato qualcosa, in quell'inferno chiamato Krikor. Era lì che era stato rinchiuso, ma è riuscito a tornare portandosi dietro una delle vecchie armi nascoste dal mago supremo Arnagus."
Joyce si fece attenta.
"Li chiamano colossi o qualcosa del genere" proseguì Gauwalt.
"Questa storia mi mette i brividi ogni volta che la sento" disse Brun.
Gauwalt gli lanciò un'occhiata seccata. "Sono esseri creati dai maghi migliaia di anni fa per combattere le loro guerre. Armi così terribili che persino il loro ricordo è stato cancellato. Gli antenati di Arnagus li combatterono, ma senza riuscire a sconfiggerli. Il loro potere andava oltre qualsiasi concezione. Per fermarli, furono costretti a esiliarli in un luogo lontano, in modo che non potessero trovare la strada per tornare nel mondo conosciuto."
"Hanno usato un portale" disse Joyce.
Gauwalt annuì grave. "E attraverso un portale sono tornati. Almeno questo è quello che mi ha detto Persym prima di cacciarmi via."
"Voi non siete alleati?" chiese Joyce.
Lo stregone sorrise. "Persym? È un acerrimo nemico di lord Malag."
"Però guida la sua orda."
"Quegli uomini seguono il più forte. Devi comprendere che erano disperati, prima dell'arrivo di Persym e le sue tremende armi. L'armata di re Alion sembrava inarrestabile e stavamo pensando di ritirarci. A molti è parso come un salvatore."
"E a te?" chiese Joyce cercando di metterlo in difficoltà.
Gauwalt sorrise triste. "C'è un solo salvatore a questo mondo e non è di certo Persym. Quel maledetto ha ucciso tutti gli alleati di lord Malag che non si sono voluti sottomettere."
"Tu sei ancora vivo."
"Sono fuggito grazie all'aiuto dei miei amici." Scosse la testa. "Quelli rimasti si sono sottomessi o sono morti."
"Se Persym ha ucciso tutti gli alleati di Malag, perché ha attaccato l'armata di re Alion?" chiese Joyce.
"Temo che abbia in mente un piano tutto suo" disse Marq.
Joyce lo guardò perplessa.
"Persym non combatte né per l'alleanza di Malag né per l'altra alleanza. Abbiamo un nemico comune, se questo può farti sentire meglio."
"E tutti quelli che combattevano per Malag ora combattono contro di lui?"
Marq fece spallucce.
"Persym ha promesso loro un lauto bottino" disse Gauwalt.
Malinor, pensò Joyce. Con le sue ricchezze e indifesa com'era la città era una preda facile.
"Vedo che sei sveglia."
Certo che sono sveglia, pensò Joyce. Non sto di certo dormendo.
"E ora che intendi fare?"
"Andrò a nord e avvertirò lord Malag di quello che sta succedendo. Lui troverà una soluzione."
"Aiuterà Malinor?"
"Non credo ci sia il tempo di correre in suo soccorso" disse Marq. "Persym e i suoi colossi sono a due o tre giorni di marcia dalla città."
"Devo avvertire Vyncent e gli altri" disse Joyce allarmata. "Devono sapere cosa sta arrivando."
"Se non sono stati già avvertiti dai pochi sopravvissuti al massacro, tra poco lo scopriranno" disse Gauwalt divertito.
"Devo andare" disse Joyce. Fece per voltarsi ma Marq la bloccò.
"Dove vuoi andare? A Malinor c'è solo una morte certa e orribile."
Joyce si divincolò. "Ho degli amici lì."
"Non rischi la vita per dei semplici amici" disse lui.
Anche Vyncent aveva usato una frase simile, molto tempo prima. Era ancora valida per lei? Tra poco lo avrebbe scoperto.
"Potrebbero aver bisogno del mio aiuto" disse Joyce.
Marq sospirò. "Tanto farai di testa tua come al solito. È per questo che mi piaci."
Joyce arrossì.
Lui rise. "Non so nemmeno se questo è il tuo vero aspetto. Non so come ti dovrò ricordare."
Joyce annullò la trasfigurazione e si mostrò a lui col suo vero volto. "È questa la mia vera faccia."
Gauwalt rise. "Ora ricordo quelle orecchie."
Joyce lo ignorò.
Marq la fissò per un lungo istante. "Deve essere davvero importante, se nascondi a tutto il tuo vero aspetto."
"Lo è" disse lei.
"Grazie per esserti fidata di me. Non lo scorderò."
Joyce cercò di sorridergli. "Vieni con me. Persym è un nemico comune. Possiamo combatterlo insieme."
"Non ci tengo a morire e non sono un eroe" disse Marq. "e se proprio vuoi saperlo, il pensiero che qualcuno dia una bella lezione ai Malinor non mi dispiace affatto."
"Moriranno anche molti innocenti."
Lui fece spallucce. "È la guerra. Ciò che possiamo fare è cercare di farla finire il più presto possibile."
Joyce fece per voltarsi, poi ci ripensò e tornò indietro. "Dimmi solo un'altra cosa" disse rivolgendosi a Gauwalt.
"Non ti ho detto già abbastanza?"
"Una sola. L'ultima."
"Ti ascolto" disse lui paziente.
"Che cos'è Malag?"
Gauwalt si accigliò. "Cosa? È un uomo come tanti."
"È un demone venuto dagli inferi? È uno dell'antica razza degli elfi? Che cos'è?"
Gauwalt rise. "Che sciocchezze. Non è nessuna delle cose che hai detto."
"Come ha fatto Bellir a sconfiggerlo?"
"Non ne ho idea. Nemmeno ero nato quando è successo."
"Ma lui è sopravvissuto per più di un secolo. Come te lo spieghi?"
"Non me lo spiego" rispose Gauwalt. "Ma lo accetto. Malag è l'eroe profetizzato. E tanto mi basta."
"Bellir però l'ha sconfitto."
"Questo l'hai già detto."
"Ho trovato la sua spada."
Gauwalt sorrise. "Buon per te."
Joyce sospirò. "Brun? Quante volte ha mentito?"
Lo stregone si schiarì la gola. "Nemmeno una" disse.
Joyce annuì e andò al suo cavallo, stavolta senza voltarsi né tornare indietro.

Prossimo Capitolo Mecoledì 13 Marzo
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor