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Autore: heliodor    14/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Confessione

 
Perché non ci ha uccisi? Si domandò Vyncent per l'ennesima volta.
Chiuso nella stanza nei sotterranei del circolo di Malinor, attendeva impaziente di conoscere la sua sorte.
Non vedeva Bardhian da giorni, ma sapeva che era vivo. Usavano un valletto che era riuscito a corrompere per scambiare col suo protetto dei brevi messaggi, ma non poteva fare di più.
Il sotterraneo era sorvegliato da decine di streghe e stregoni del circolo e, a detta di Ronnet, avevano l'ordine di ucciderli se si fossero aggirati per i corridoi senza una buona scusa.
Ronnet, pensò Vyncent accigliandosi. Quel maledetto ha approfittato della loro distrazione per prendersi il trono con l'inganno.
Non c'era altra spiegazione a quello che era successo.
Le informazioni che riceveva dall'esterno erano scarse. Solo Pearla, la decana del circolo di Malinor, gli aveva fato visita nei giorni precedenti.
"Ho solo pochi minuti, Vyncent di Londolin" aveva detto la donna entrando nella sua stanza.
"Ho molte domande da farti" aveva risposto lui.
"Dovrai avere pazienza." La donna era apparsa ancora più vecchia di quanto non lo fosse già.
"La reggente è stata informata di quello che è successo?"
"Mire è morta" aveva detto Pearla con aria addolorata. "Nell'incendio che ha distrutto il palazzo di Malinor."
Vyncent si era sentito perduto. Mire era la sola alleata che avevano lì. Se era morta, erano davvero soli.
"Gli eredi?"
"Al sicuro, almeno per ora. Ronnet ha inviato un gruppo di cavalieri e stregoni per intercettarli, ma sono riusciti a fuggire."
"Che intendete fare?" aveva chiesto Vyncent.
"A cosa ti riferisci?"
"Cosa? A questa follia, ovvio. Non potete permettere che vada avanti. Ronnet non deve restare impunito."
"A chi ti riferisci quando dici che non possiamo? Siamo solo io e pochi altri che ci opponiamo. Siamo solo una esigua minoranza nel circolo e l'esercito è schierato al fianco di Ronnet."
"Non è possibile. Fino a qualche giorno fa erano fedeli a re Alion."
"Il re ha nominato Ronnet suo successore."
"È falso. Dove sono i documenti?"
Pearla aveva sospirato. "Bruciati nell'incendio che ha distrutto il palazzo di Malinor."
"Comodo" aveva detto Vyncent. "Non crederete a questa menzogna, spero."
"Nessuno di noi ci crede, ma che importanza ha? Ronnet dice di avere dei testimoni."
"Chi?"
"Bardhian e tu, Vyncent."
Si era trattenuto a stento dal riderle in faccia. "Io? Sarei testimone di cosa?"
"Ronnet afferma che voi eravate presenti quando un messaggero inviato da re Alion ha portato i documenti che indicavano Ronnet come suo successore. Dice che è per questo che aveva ucciso la reggente Mire e dato fuoco al palazzo, in modo da cancellare le prove di quanto era accaduto."
"È del tutto falso. Non ha alcuna prova."
"Voi stavate fuggendo mentre il palazzo era in fiamme. Ci sono molti testimoni pronti a giurarlo."
"Mire ci aveva inviato in una missione diplomatica."
"Dove?"
Vyncent aveva capito di essere in trappola. "Volevo mettere al sicuro Bardhian. Lui è uno degli eredi."
"Lo so, ma questo non vi fa apparire meno colpevoli. Lo sai, vero?"
Vyncent aveva annuito. "È finita. Ha vinto Ronnet."
"Ha carte migliori delle vostre, se mi permetti di dirlo."
"Perché allora non ci uccide?"
"Siete gli unici che potete testimoniare sull'autenticità di quel documento. Se lo farete, Ronnet potrà diventare re."
"Chi crederebbe a degli assassini?"
Pearla aveva scosso le spalle. "Vogliono un re qualsiasi. A questo punto non ha molta importanza. Malinor deve avere una guida certa o non sopravvivrà fino alla prossima luna."
"Se testimoniamo a favore di Ronnet, dovremo ammettere la nostra colpevolezza nell'assassinio della reggente."
"Come suo primo atto di nuovo re, Ronnet vi concederebbe il perdono. Ovviamente, non vi consentirebbe di restare a Malinor, ma dovrete andare in esilio per sempre."
"L'unica cosa che desidero è andarmene da questo luogo" aveva detto Vyncent. "Ma per Bardhian è diverso. Era così felice di essere di nuovo qui e di essere bene accetto dal popolo."
Pearla aveva sospirato di nuovo. "La gloria è effimera, Vyncent di Londolin. Il popolo tende a dimenticare ciò che di buono e nobile abbiamo fatto. Che cosa farai?"
Vyncent ci aveva pensato su, poi aveva detto: "Testimonierò, se è questo che vuole Ronnet."
"E Bardhian?"
"Non posso garantire per lui."
"Vedrò di convincerlo io, allora."
Pearla era andata via poco dopo, congedandosi con un leggero inchino. Vyncent aveva atteso un giorno intero prima di mandare un messaggio a Bardhian.
Che intendi fare?
Erano seguiti due giorni di silenzio.
Al terzo, Vyncent aveva iniziato a preoccuparsi.
Che sia così folle da rifiutare? È la nostra unica possibilità.
Poi era giunta la risposta da parte di Bardhian.
Lo farò, ma a una condizione.
Quale?
Te la dirò il giorno dell'incoronazione.
Quel giorno giunse quando udì le campane suonare a festa. Da tutti i templi si levò lo stesso suono, come a salutare il nuovo re.
Vyncent non aveva idea di cosa stesse accadendo fuori da quelle mura, ma immaginava che l'orda di Malag fosse ormai alle porte.
Come intendeva gestire l'assedio Ronnet?
Quella sarebbe stata la sua prima prova da nuovo sovrano.
Vennero a prelevarlo poco dopo che le campane avevano smesso di suonare. Erano in sei, quattro soldati e due stregoni col mantello nero e oro.
Visi anonimi, che non aveva mai visto, lo scortarono tra i livelli del circolo di Malinor. Era più piccolo di quello di Valonde, ma non di troppo.
La disposizione delle camere e dei corridoi si somigliava, anche se era nei particolari che si notavano le differenze. I fregi, i simboli, gli arazzi e persino le decorazioni erano diverse.
Cosa vado a pensare? Si disse divertito. La prigionia mi ha fiaccato fino a questo punto? Sarà bene che mi riprenda o Ronnet farà un solo boccone di me.
Venne portato a delle scale e da lì al livello superiore, dove le camere piccole e oscure vennero sostituite da sale ampie e luminose.
Fu in una di queste che ritrovò Bardhian.
Sembrava stare bene ed era tranquillo. Riuscì persino a sorridergli quando lo vide.
"Ci siamo" disse Vyncent. "È il giorno dell'incoronazione."
Bardhian si limitò ad annuire.
"Silenzio voi due" disse uno degli stregoni.
Fuori dall'edificio del circolo li attendevano delle carrozze scoperte. Bardhian e Vyncent venne fatti sedere su due di esse e non poterono parlarsi per tutto il viaggio.
Mentre attraversavano la città si chiese quale luogo avesse scelto Ronnet per l'incoronazione. Non certo il palazzo di Malinor, che era bruciato e giaceva distrutto, se doveva credere a ciò che aveva sentito.
Non dovette attendere molto. Quando il corteo di carrozze si immise nel lungo viale e vide la piramide che scintillava sotto il sole al termine della strada, capì cosa aveva in mente Ronnet.
Vuole una vittoria totale, si disse Vyncent.
Vide per la seconda volta le statue rivolte verso la piazza e l'enorme scalinata che portava al tempio in cima alla piramide.
Le carrozze procedettero senza incontrare ostacoli. C'era poca gente per strada, anche se la piazza ne poteva contenere migliaia senza sembrare piena.
Le carrozze si fermarono ai piedi della scalinata e gli stregoni li obbligarono a salire i gradini senza voltarsi.
In cima, mezza dozzina di persone sembravano in attesa solo del loro arrivo.
Una di esse era Pearla. La decana del circolo vestiva con una tunica semplice e il mantello nero e dorato del circolo. Al suo fianco c'erano volti anonimi. Due streghe e due stregoni che non aveva mai visto.
Ronnet invece lo conosceva bene.
Indossava un'uniforme nera con risvolti in oro e platino. Sopra di essa indossava il mantello nero con ricchi ricami in oro che risaltavano sotto la luce del sole.
Sorrideva alla sua maniera e Vyncent non poté trattenersi dal pensare che li stesse irridendo anche nel momento del suo trionfo totale.
Un uomo con la livrea militare portò la corona, un semplice cerchio d'oro in cui erano incastonate otto pietre preziose di colore diverso.
Una per ogni regno che Malinor aveva sottomesso nel corso della sua storia, ricordò Vyncent.
I regni maggiori, perché quelli minori e di scarsa importanza non erano considerati degni di essere ricordati.
Vyncent sospirò e fece un cenno di saluto a Pearla, che rispose in maniera posata.
Bardhian al contrario guardava solo Ronnet e stava ignorando tutti gli altri. Il principe ereditario l'aveva notato e rispondeva a quell'occhiata insistente con il suo solito sguardo irriverente.
"Mancavate solo voi" disse rivolgendosi a Vyncent. "Spero che il soggiorno nelle stanze del circolo sia stato piacevole."
"Non era scomodo come l'ultima cella in cui sono stato rinchiuso" rispose.
Ronnet sogghignò. "La vostra non era propriamente una cella."
"Non aveva né sbarre né porte corazzate" disse Vyncent. "Ma era lo stesso una cella."
Ronnet sembrò infastidito. "Vi ho trattato con onore, nonostante quello che avete fatto. La folla voleva farvi a pezzi e il circolo vi ha protetti. Dovreste ringraziarci."
"Vi ringrazierò, stanne certo" disse Vyncent.
"Mi stai minacciando per caso?"
"Direi di iniziare con la cerimonia" disse Pearla interrompendoli.
Ronnet annuì. "Prima deve avvenire la confessione. Vyncent di Londolin e Bardhian devono dichiarare davanti al popolo di Malinor quello che hanno visto e fatto."
"Quale popolo?" fece Bardhian. "Io non vedo alcun popolo."
Vyncent guardò in basso. La piazza era piena solo a metà e la gente che vi si era radunata non sembrava affatto entusiasta. Non si levavano grida o applausi, né cori o canzoni di vittoria.
Su tutti dominavano il timore e l'attesa di ciò che stava per avvenire.
Vyncent immaginò che i pensieri di quelle persone fossero rivolti tutti all'armata nemica che stava per piombare sulla città.
L'incoronazione di un re che nessuno amava o di cui sentiva il bisogno doveva essere più una distrazione che un vero momento per tornare a essere uniti.
Ronnet non sorrideva più. "Dovete confessare davanti al popolo e al consiglio del circolo riunito."
Bardhian si voltò verso Vyncent. "È il momento di dirti qual è la mia condizione."
Vyncent aveva temuto quel momento.
"Voglio confessare io per primo" proseguì Bardhian a voce alta.
Ronnet tornò a sorridere. "Molto bene. Ti ascoltiamo. Di a queste nobili persone che cosa avete visto e udito quel giorno, quando un messaggero del defunto re Alion portò i documenti in cui egli mi nominava suo erede."
Bardhian avanzò verso il fratello. "Sì" disse. "Confesserò tutto."
"Avanti, dunque" lo incitò Ronnet. "Attendiamo tutti la tua confessione."
Bardhian si rivolse a Pearla e agli altri stregoni. "Io, Bardhian di Malinor, figlio di Re Alion e di una madre che non ho mai conosciuto, confesso. Confesso di aver combattuto per questo regno, anche se sapevo bene di non poter mai ambire, nemmeno nei miei più sfrenati sogni, alla corona di re. Confesso di aver fatto tutto ciò che era in mio potere per far sì che Malinor trionfasse. Confesso di essermi impegnato con tutte le mie forze per onorare il mantello nero e oro che indosso con orgoglio fin da quando sono stato consacrato. Confesso di aver viaggiato per migliaia di miglia per unirmi a un'alleanza guidata da un re straniero per combattere contro la più grande minaccia che il mondo conosciuto abbia mai dovuto fronteggiare. Confesso di aver trovato degli amici più fidati del mio stesso sangue e che morirei per loro. Confesso di aver pensato per un solo attimo che Malinor mi avrebbe accettato per quello che ero, il figlio nato fuori dal matrimonio del suo sovrano. Confesso di aver sperato che mio fratello Ronnet fosse un buon re. Confesso che se pensassi che lo sia, oggi testimonierei il falso davanti a voi." Fece una pausa.
Ronnet lo guardò accigliato.
"Ma per questo motivo non posso confessare ciò che non è vero. Non posso consegnare il regno nelle mani di un traditore, di un bugiardo e di un assassino. E se questo mi costerà la vita, così sia. Io sarò morto ma Ronnet lo spergiuro non sarà mai re."
Dove ha trovato tutta questa forza? Si chiese Vyncent. Devo ammettere che lo invidio.
Bardhian gli rivolse un cenno della testa.
Vyncent annuì a sua volta e disse: "Il principe Bardhian ha detto quello che penso anche io. Meglio morire che vedere Ronnet con quella corona sulla testa."
"Che tu sia maledetto" gridò Ronnet. "Lo avete sentito, no? Questo impertinente, questo assassino mi sta accusando dei crimini che lui e il suo complice straniero hanno commesso" disse indicando Vyncent. "Li dovete giustiziare. Adesso."
Gli stregoni si mossero ma Pearla alzò una mano. "Da quando eserciti tanta influenza sul circolo, principe Ronnet."
"Re Ronnet" la corresse lui.
"Non sei ancora re. E mai lo sarai" disse la donna. "Se Bardhian e Vyncent non confessano di aver visto quei documenti."
Ronnet strappò la corona dalla mano del soldato in livrea e se la pose sulla testa. "Ora sono il tuo re. Arrestate questa donna. Arrestate Vyncent e Bardhian. Arrestate chiunque osi contestare la mia incoronazione."
Gli stregoni esitarono.
"Che aspettate?"
Vyncent notò i loro sguardi. Stavano guardando in alto, verso il cielo, come se qualcosa li avesse attirati.
Anche lui guardò in alto e vide qualcosa percorrere il cielo fino a quel momento azzurro e sgombro di nuvole.
Una nera scia di fumo si stava disegnando sopra le loro teste. Udì un rombo lontano, come quello di una cascata. Poi da una delle scie si diresse verso il suolo. Quando lo toccò, da esso sbocciò un fiore infuocato.

Prosssimo Capitolo Venerdì 15 Marzo
  
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