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Autore: heliodor    16/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Sotto attacco

 
Stava succedendo qualcosa. Joyce aveva seguito prima il corteo di carrozze, tenendosi ben lontana per non farsi vedere.
Su una di esse c'era Vyncent e su quella subito dietro, Bardhian. Entrambi sembravano stare bene, ma chi poteva dirlo?
Giunti nella Piazza della Gloria si mescolò alla piccola folla di curiosi che si stava radunando.
Niente in confronto a quella che si era accalcata il giorno in cui era arrivata in città e aveva assistito al trionfo di Bryce, Vyncent e Bardhian.
L'incoronazione di Ronnet avrebbe avuto pochi spettatori. Sempre che fosse avvenuta. Per qualche motivo, Bardhian e Vyncent dovevano presenziare alla cerimonia, ma dalle loro espressioni capì che non ne erano affatto entusiasti.
C'era qualcosa di strano in tutto quello. Fu tentata di avvicinarsi e farsi riconoscere, ma non aveva idea di cosa sarebbe potuto accadere. Mentre seguiva il corteo aveva intercettato qualche discussione tra la folla e si era fatta un'idea precisa di cos'era successo dopo che era andata via.
La guardia al palazzo di Malinor non le aveva mentito. Vyncent e Bardhian erano davvero accusati di aver ucciso Mire e incendiato il palazzo. Erano stati presi mentre lasciavano la città e portati al circolo, dove erano rimasti fino a quel momento.
In seguito, era circolata la voce che volessero confessare i loro crimini appellandosi alla clemenza del nuovo re, Ronnet.
Ronnet re, pensò Joyce. Questo sì che è assurdo. È la persona meno adatta. Bardhian sarebbe un buon re, anche se è pieno di se e arrogante.
Ronnet era quanto di peggio potesse esserci per Malinor.
Joyce attese ai piedi della lunga scalinata insieme alla folla. Da lì era difficile sentire cosa stavano dicendo, ma sembrava che Bardhian avesse preso la parola.
"Sta confessando" disse qualcuno.
"Traditore" gridò una donna.
"Assassino" urlò un uomo.
"Cosa vi aspettavate da un mezzosangue?"
"A morte anche lo straniero."
Poi accadde qualcosa di strano.
Ronnet disse qualcosa e Pearla prese la parola. Anche Vyncent pronunciò delle parole, ma da lì non riuscì a udirle.
Poi Ronnet prese la corona e la posò sulla sua testa.
Dalla folla assiepata partì un applauso incerto, subito soffocato dal grido di una donna.
"Il cielo" urlò. "Guardate il cielo."
Joyce alzò la testa e vide una decina di scie di fumo nero e grigio dividere la volta azzurra che copriva Malinor.
Una di quelle strisce sembrò accelerare e cadde in una zona della città che da quel punto era nascosta dai palazzi.
La terra tremò e da lontano udì un rombo sommesso che si propagò per tutta la piazza. Fu allora che la gente iniziò a gridare e correre verso i confini della piazza.
Un'altra scia cadde all'estremità opposta del lungo viale. L'esplosione colse del tutto alla sprovvista Joyce.
Un vento impetuoso si alzò nello stesso momento e la scaraventò a terra.
Sono sfere di fuoco, penò Joyce lottando per rialzarsi.
Ma erano le più grandi che avesse mai visto. Ognuna di esse doveva essere grande il doppio di quella che Vyncent aveva evocato nei sotterranei di Malinor, quando Hava li aveva attirati in trappola.
"Ci attaccano" gridò qualcuno.
"Attenti."
"Andate via, andate..."
Un'altra sfera infuocata cadde lì vicino, provocando un'esplosione assordante. Joyce vide i corpi venire sollevati e scagliati in tutte le direzioni insieme a migliaia di detriti e schegge divelte dalla strada.
Si protesse dietro lo scudo magico ma quelli accanto a lei vennero travolti dal contraccolpo. Quando il fumo si disperse, solo lei e pochi stregoni erano ancora in piedi. Quasi tutti quelli nella piazza erano morti o feriti ed erano distesi a terra.
Guardò in alto, verso la cima della piramide. Stava accadendo qualcosa lì sopra? Il fumo aveva coperto gran parte della visuale. Per scoprirlo doveva salire in alto.
Cominciò ad arrampicarsi, poi mormorò la formula della levitazione e si diede lo slancio in avanti e verso l'alto.
I gradini di marmo sfilarono sotto di lei a velocità folle mentre raggiungeva la cima della piramide.
Qui trovò Vyncent che si difendeva dietro lo scudo magico mentre due streghe e uno stregone lo bersagliavano di dardi magici.
Bardhian era accucciato vicino al corpo di una donna e la proteggeva con lo scudo mentre altri due stregoni cercavano di colpirlo.
Di Ronnet non c'era alcuna traccia.
Joyce atterrò alle spalle dei due stregoni che stavano attaccando Bardhian. "In due contro uno non è leale" disse afferrandone uno per la vita con la corda magica.
Lo stregone, sorpreso da quell'attacco, smise di tirare dardi magici contro Bardhian e si voltò, l'espressione sorpresa.
"Chi sei tu?"
"Mi chiamano la strega rossa" disse Joyce prima di sferrargli un pugno in pieno viso. Prima di colpirlo aveva mormorto la formula della fforza straordinaria. Anche con quella, ottenne solo di farlo crollare a terra svenuto.
Quando si voltò, vide che Bardhian aveva abbattuto l'altro stregone e ora stava colpendo quelli che avevano attaccato Vyncent.
"Spero che tu abbia una buona scusa per presentarti qui e adesso" le disse con tono serio.
Joyce arrossì. "Ho una scusa" disse. "Ma non so quanto sia buona."
"L'importante è che tu stia bene."
Si preoccupa per me? Si chiese Joyce. Questa è una novità.
Vyncent e Bardhian si avvicinarono alla donna distesa a terra.
"Come sta?"
Bardhian scosse la testa. "Nella confusione ha preso un colpo destinato a me. Non so se sarei riuscito a deviarlo con lo scudo magico, era davvero vicino."
Vyncent annuì grave.
Joyce guardò la donna e vide che era molto anziana. "Chi è?"
"La decana del circolo" disse Bardhian.
La donna mosse le labbra.
"Portiamola nel tempio" disse Vyncent. Sollevò l'anziana senza alcuno sforzo e la depose sotto il colonnato. "Pearla" disse con tono rassicurante. "Puoi sentirmi? Non parlare, fa solo un cenno della testa."
"Sì" disse la donna con voce appena udibile.
"Cerchiamo un guaritore" suggerì Bardhian.
"In questa confusione? Non ne troverai uno in tempo" disse Vyncent.
"Ha ragione" disse la donna. "Bardhian, principe, avvicinati per favore."
Lui ubbidì.
"Mi sei piaciuto, prima. Avresti reso orgoglioso Bardhis, il tuo bisnonno. Lui aveva un carattere simile al tuo." La donna gli carezzò il viso. "Ero presente quando sei nato. Gladia disse che avevi un glorioso futuro davanti a te."
Gladia? Si chiese Joyce. Quella Gladia? Era presente alla nascita di Bardhian?
"Non ti sforzare" disse Bardhian. "Conserva le forze."
"La mia guerra è finita" disse Pearla. "Ora tocca a voi terminarla per sempre. Vyncent."
Lui si avvicinò. "Sono qui."
"Ti abbiamo dato una bella responsabilità. Prima Rajan, poi Gladia. Confesso che la colpa è anche un po' mia." Tossì sputando un grumo di sangue. "Pensavamo di fare la cosa giusta. Per tutti. E invece." La sua voce divenne incerta. Chiuse gli occhi, poi li riaprì per un istante, infine giacque tra le braccia di Bardhian.
Lui la depose a terra con delicatezza. "Cosa avrà voluto dire?"
Vyncent guardò verso l'orizzonte. "Che è il momento di combattere" disse.
Portarono il corpo della decana giù per le scale e lo issarono su di una carrozza. Alcuni valletti erano ancora lì, troppo terrorizzati per scappare come gli altri. C'erano anche due stregoni di Malinor.
"La decana è morta" disse Bardhian. "Portatela al circolo e preparatela alla sepoltura con tutti gli onori."
I due stregoni, un giovane dai capelli scuri e una ragazza dalla pelle ramata, si scambiarono un'occhiata perplessa.
"Non prendiamo ordini da te" disse il ragazzo.
"Allora fate quello che vi pare" disse Bardhian. "Che cosa facciamo adesso?"
Vyncent si guardò attorno.
Nella piazza erano caduti tre proiettili e molti altri dovevano aver colpito la città. Si vedevano i bagliori degli incendi in lontananza.
"Questo è solo l'inizio" disse Vyncent. "Stanno aggiustando la mira e presto lanceranno un nuovo attacco."
"Le mura reggeranno" disse Bardhian fiducioso.
"Saranno inutili se distruggono tutto quello che c'è al loro interno. Dobbiamo andare anche noi al circolo" disse dirigendosi verso una carrozza libera.
"Se andiamo lì ci rimetteranno in cella" disse Bardhian.
Vyncent lo ignorò e saltò sulla carrozza.
Joyce lo seguì e si accomodò su uno dei posti riservati ai passeggeri.
Dopo un attimo di esitazione anche Bardhian salì sulla carrozza.
Vyncent fece schioccare le redini. Mentre procedevano in mezzo ai palazzi, incrociarono drappelli di persone che discutevano tra loro. Nei quartieri colpiti la gente stava organizzando catene umane per spegnere gli incendi e i guaritori curavano i feriti che potevano essere salvati.
"Ancora non mi hai detto dove sei stata" disse Vyncent costringendola a tornare lì sulla carrozza.
Joyce non aveva preparato un discorso, ma sapeva che cosa dire. "Mirka ha attaccato la villa di Wei Fu."
Vyncent mormorò qualcosa. "Continua."
"Ha preso il corno di Adrax ed è fuggito. Noi l'abbiamo inseguito, ma è riuscito a scappare di nuovo. Wei Fu è morto."
"Oren e la sua amica?"
"Sono partiti all'inseguimento di Mirka."
Vyncent annuì grave. "Tu perché sei tornata?"
Bella domanda, pensò Joyce. Vorrei che ci fosse una risposta facile da darti senza per questo dover rendere le cose ancora più complicate.
"Volevo aiutarvi. Con l'invasione e tutto il resto."
"Come facevi a sapere che stava arrivando l'orda di Malag?"
Altra bella domanda. Scelse con cura le parola da usare. "Non è l'orda di Malag. Non più."
Vyncent si voltò, accigliato. "Sii più chiara."
"Ho incontrato delle persone mentre tornavo indietro."
"Chi?"
Se te lo dico prometti di non odiarmi? Pensò Joyce.
"È complicato."
"Fallo diventare semplice."
Joyce sospirò. "Marq e Brun."
Vyncent tornò a fissare la strada. "Sei andata tu da loro o sono venuti loro da te?"
"È stato un incontro casuale."
"Tutto ciò in cui sei coinvolta non è mai casuale."
"Stavolta lo è. Voglio dire, è stato davvero un caso."
"Credevo che Marq si fosse unito all'orda."
"Lo pensavo anche io, ma è successo qualcosa. Qualcosa di grave, a sentire Gauwalt."
Vyncent sobbalzò e si voltò di scatto. "Parli di quel Gauwalt? Il luogotenente di Malag?"
Joyce annuì. "Lasciami finire."
Vyncent scosse la testa. "Sei riuscita a sorprendermi. Di nuovo. Vai avanti e cerca di essere convincente."
"Gauwalt sembrava moto spaventato" disse Joyce. "Mi ha detto che Persym ha preso il comando dell'orda."
"Che sciocchezza" sbottò Bardhian. "Persym è a Krikor."
"È tornato."
"Nessuno torna da lì" ribatté lui.
Joyce si trattenne dal rispondergli in malo modo. "È così. Gauwalt dice che è tornato e ha preso il comando dell'orda dopo aver ucciso o scacciato tutti gli uomini fedeli a Malag."
"Come?" chiese Vyncent.
"Con delle armi che ha trovato a Krikor."
"Che genere di armi?"
"Le ha chiamate Colossi o qualcosa del genere."
Vyncent e Bardhian si scambiarono una rapida occhiata.
“Voi sapete che cosa sono?” domandò Joyce.
“Ce ne ha parlato Mire” rispose Vyncent. “I sopravvissuti all’attacco parlano di tre giganti usati come armi. Gauwalt non ti ha detto come ha fatto Persym a entrarne in possesso?”
"No, ma intende usarli per attaccare Malinor."

Note
Ieri visita a sopresa dei parenti che non mi ha lasciato il tempo per postare il capitolo, ma recuperiamo oggi :)
Prossimo Capitolo Lunedì 18 Marzo
  
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