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Autore: heliodor    19/03/2019    3 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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La biblioteca

 
Le dispiaceva abbandonare Halux e Ti Long, ma per il momento poteva fare ben poco per loro. Doveva trovare tutto quello che poteva sui colossi.
La biblioteca del circolo era simile a quella di Valonde. Era un'ampia sala quadrata con decine di scaffali bene allineati da un lato e una ventina di lunghi tavoli dall'altra.
In quel momento era vuota fatta eccezione per un vecchio uomo dai capelli bianchi che si aggirava tra i banchi.
"Quello è Undil, il responsabile della biblioteca" disse Lenne. "Se hai qualche domanda, rivolgila a lui. È chiaro?"
Joyce annuì.
"Passerò a controllare di tanto in tanto. Non allontanarti da questa sala o non potrò garantire la tua sicurezza. Tutte le streghe e gli stregoni hanno l'ordine di colpire quelli che non conoscono o non indossano il mantello nero. È chiaro?"
Joyce annuì di nuovo.
"Bene. Ti lascio alle tue ricerche."
Rimasta sola, Joyce guardò gli scaffali. "Da dove inizio?" disse ad alta voce.
"Tu" disse il vecchio stregone che Lenne aveva chiamato Undil. "Che ci fai qui? Non sei una strega del circolo."
"Mi chiamo Sibyl" disse avvicinandosi.
Undil si accigliò. "Parla più forte, non ci sento bene."
"Mi chiamo Sibyl" disse alzando la voce.
Quanti anni avrà' si chiese. Sembra davvero anziano. Aveva visto altri stregoni così vecchi, ma erano tutti di livello molto alto. Nessuno faceva un lavoro così umile come il bibliotecario.
Undil tossì. "Stai cercando qualcosa in particolare?"
Joyce si fece coraggio e disse: "Tutto quello che avete sui colossi."
Undil annuì. "I colossi, certo. Credo non esista un solo libro in questa biblioteca che ne parli."
"Tu sai che cosa sono?"
"Creature leggendarie create dai maghi supremi migliaia di anni fa" rispose l'anziano.
"Sì" fece Joyce entusiasta. "Quindi sai cosa sono, giusto?"
"So solo questo" rispose lo stregone.
"Ma ci saranno dei libri che ne parlano, vero?"
"Te l'ho detto, non esistono libri dedicati ai colossi. Forse un libro di leggende potrebbe esserti utile."
"Che cosa hai?"
Undil la portò a uno degli scaffali. "Qui ne troverai decine, ma io ti consiglio il Simposio delle Creature Fantastiche di Jorga Telchain."
Indicò un punto in alto. "Dovrebbe essere quello lì."
Joyce prese una scala e si arrampicò fino allo scaffale. C'erano parecchi libri messi in fila uno dietro l'altro e in nessun ordine particolare. Dovette faticare per trovare quello giusto e quando lo ebbe tra le mani lo portò giù con cura e poi lo appoggiò su di un tavolo.
Il Simposio di Telchain non era un libro imponente ma quella copia sembrava piuttosto antica, segno che non era stata ricopiata spesso negli ultimi anni.
Lo sfogliò con cura partendo dalla prima pagina e proseguendo con calma fino all'ultima, ma non trovò traccia dei colossi.
Undil si avvicinò. "Trovato qualcosa?"
Scosse la testa.
"Lo immaginavo. Se non è qui, allora questi colossi non sono mai esistiti."
"Ma io so che esistono" disse Joyce.
"Cosa sai di loro, a parte questo?" chiese l'anziano stregone.
"So che sono armi antiche, create dai maghi supremi per combattere le loro guerre o qualcosa di simile."
Undil annuì grave. "Maghi supremi significa magia proibita. Troverai molto poco che li riguarda in questa biblioteca. E in tutte le altre. Ormai sono poche quelle che conservano qualche manoscritto su di loro."
"Perché?" chiese Joyce incuriosita.
Undil assunse un'aria solenne. "È sempre stato così, ragazzina. Abbiamo cercato di dimenticare quanto fosse crudele il loro giogo e cancellandoli dall'esistenza pensavamo di essere al sicuro." Scosse la testa affranto. "Grosso errore. Grosso errore."
"Che vuoi dire?"
Undil si lasciò cadere su una delle sedie. "Sono sessant'anni che mando avanti questa biblioteca, ma non sono sempre stato un bibliotecario. Ero un abile stregone al tempo di re Baldhis. Ci fu una rivolta in una delle città di provincia e io fui mandato lì insieme ad altri giovani streghe e stregoni come me per sedarla. Veni ferito e da quel giorno non riuscii più a muovermi come prima. Ero ancora capace di camminare, ma finivo per stancarmi in fretta e le ossa della mia schiena erano diventate fragili, così i miei giorni da stregone sul campo terminarono e finii qui dentro a occuparmi di questi libri."
"Mi dispiace" disse Joyce.
"Anche io ero dispiaciuto, all'epoca, ma me ne feci una ragione. Presi a occuparmi con entusiasmo della biblioteca. Avevo tanti progetti, come espandere alcune sezioni, aumentare i tavoli e persino finanziare qualche opera di copiatura di alcuni libri che erano in cattivo stato." Sospirò affranto.
"Le cose non andarono come credevi?"
Undil batté la mano sul tavolo. "Proprio così, ragazzina. Un giorno, mentre esploravamo un vecchio magazzino in cerca di qualche manoscritto, ci imbattemmo in un vecchio baule. Lo portammo di sopra pieni di eccitazione e quando lo aprimmo, da esso saltarono fuori i dodici volumi della Raccolta di Vite Antiche di Arkur Jufu."
Joyce si accigliò.
"Non hai idea di chi sia, vero?" fece Undil divertito.
Lei scosse la testa.
"È normale, non preoccuparti. Pochissimi hanno letto la raccolta di Jufu e ancor meno ne hanno visto un'edizione completa. Eravamo così eccitati che andammo dal decano dell'epoca a informarlo, certi che avrebbe finanziato l'opera di ricopiatura della Raccolta. Lui non sembrava della stessa idea. Ci disse di rimettere subito i libri nel baule e di dimenticarcene."
"Noi non eravamo della stessa idea e ne parlammo in giro, chiedendo ad altri streghe e stregoni se potevano darci una mano a convincere il decano a tornare sui suoi passi. Non fu una buona idea. Poche lune dopo, si presentarono tre inquisitori all'ingresso."
Joyce si fece attenta.
"Non seppi mai se era stato il decano a chiamarli o qualcuno a cui avevamo detto dei libri. Fatto sta che pretesero di avere la Raccolta di Jufu e la portarono via. Da quel giorno non li rividi mai più."
"Perché gli inquisitori presero quei libri?" chiese Joyce. "Cosa se ne facevano?"
"Li distrussero" disse Undil.
Joyce si sentì rabbrividire. Per lei era inconcepibile distruggere un libro, anche se era il peggiore del mondo.
"Dalla tua faccia noto che sei turbata" disse il bibliotecario.
"È che trovo terribile distruggere dei libri."
"I libri ti piacciono così tanto?"
Joyce annuì. "Mi hanno tenuto compagnia, quando non potevo uscire dalla mia stanza."
"Eri prigioniera?"
"In un certo senso..." Ricordava bene i lunghi pomeriggi passati a leggere e rileggere le avventure della Stennig. "Non capisco perché odiassero quei libri."
"Erano letture proibite. Questo ci dissero. Nella Raccolta di Jufu c'erano le biografie di alcuni maghi supremi vissuti migliaia di anni prima. Non sapremo mai quanto ci fosse di vero in quello che aveva scritto, ma agli inquisitori non importava più di tanto. Il loro unico scopo era quello di cancellare ogni traccia dei maghi supremi, come se questo bastasse a eliminarli dalla storia." Undil si rialzò. "Mi spiace di non poterti essere più utile di così."
"E se provassi alla biblioteca dell'Accademia?"
"Quella è stata sicuramente già visitata secoli fa dagli inquisitori. La loro battaglia contro i maghi supremi è più antica di quanto pensi."
Forse Halux aveva salvato qualche volume, ma era impossibile raggiungerlo. "Qualcosa deve essere sopravvissuto" disse. Poi ripensò alle parole di Gauwalt. I colossi erano stati riportati in questo mondo attraverso un portale aperto a Krikor. Forse era quella la pista che doveva seguire. "Ci sono libri sui portali magici?"
Undil si accigliò. "È stregoneria proibita. Dovrebbe esserci qualcosa, sì. Almeno credo."
"E su Krikor?"
"Su quello abbiamo qualche testo, è ovvio."
"Vediamoli."
"Tutti? Adesso?"
"Hai altro da fare?"
Undil le indicò quali libri prendere e dove trovarli. Joyce li sfogliò con cura, cercando le informazioni che potevano esserle utili.
"Krikor non è sempre stata come la conosci" disse Undil. "Migliaia di anni fa, era il regno di un potente mago supremo di nome Arnagus. La leggenda vuole che gli altri maghi lo temessero per il suo potere di viaggiare tramite i portali."
Conosceva già quella parte della storia. "So che Ambar voleva distruggerlo perché lo temeva."
"Ambar il nero temeva mote cose, stando al poco che sappiamo, ma non credo volesse uccidere Arnagus. Io credo che cercasse qualcos'altro mentre si aggirava tra le rovine di Krikor."
"Cosa?"
Undil si accigliò. "Negli ultimi anni della sua vita, Ambar era diventato sospettoso. Non si fidava più di nessuno né tantomeno del suo migliore alleato, Hakar il re stregone. Anche se ne avevano passate tante insieme, il loro rapporto non era mai stato buono. Credo che Ambar invidiasse il fatto che Hakar fosse diventato re e lui fosse rimasto un semplice comandante, anche se il più temuto e rispettato del mondo conosciuto."
"Litigarono?"
"Se lo avessero fatto lo sapremmo, credo. No, in verità non lo so nemmeno io. Le notizie che ci sono giunte sono troppo poche e frammentarie. Hakar e Ambar sono leggende quasi quanto i maghi supremi."
"Scommetto che tu ha letto qualche libro su di loro" disse Joyce.
Undil fece una smorfia. "Cosa te lo fa pensare?"
"Io credo" disse Joyce. "Che tu abbia trovato qualche altro testo interessante e che ti sia ben guardato da dirlo in giro."
Undil ghignò. "Se avessi trovato un simile testo, potrei dirti che sì, ho potuto accedere a delle cronache molto antiche che riguardano Ambar. Potrei persino dirti che secondo queste cronache, egli partì alla volta di Krikor per cercare qualcosa."
"Che cosa?"
Undil fece spallucce. "Un'arma, forse."
"I colossi sono armi."
"Può darsi che cercasse proprio quelli."
"Per farne cosa? La guerra contro i maghi supremi era finita."
"Forse non voleva usarle contro i maghi supremi" suggerì Undil. "Forse il suo nemico era un altro."
Joyce fissò il tavolo. "Voleva combattere contro Harak? Era suo amico, un alleato."
"Quando una guerra finisce non ci sono più alleati" disse Undil. "E a volte gli amici litigano."
"Questo però non mi dice molto sui colossi."
"È tutto quello che so" disse Undil. "E dico sul serio. Da me non saprai altro."
"Grazie lo stesso" disse Joyce alzandosi.
"Passa a trovarmi quando vuoi" disse Undil.
"Lo farò" promise lei.
Lenne passò a prenderla un'ora dopo. "Hai trovato le informazioni che cercavi?"
Joyce si strinse nelle spalle. "Più di quanto mi aspettassi, meno di quanto sperassi."
La strega si accigliò. "Ti riporto sopra. Il consiglio di guerra dovrebbe essere ormai finito."
Joyce salutò di nuovo Undil e seguì Lenne. Mentre si avvicinavano alla sala del consiglio, sentì delle voci concitate.
Che succede adesso? Si chiese. L'orda avrà ripreso l'attacco?
Anche Lenne doveva aver percepito qualcosa di strano perché aumentò il passo. Davanti alla porta del consiglio, ora spalancata, c'erano diverse streghe e stregoni col mantello.
Alcuni di essi erano anziani.
"...allora regna" sentì urlare.
Era la voce di Vyncent ed era piuttosto alterata.
Lui non urla mai, pensò Joyce. Deve essere successo qualcosa di veramente grave.
Vide Ronnet digrignare i denti. "Non finisce qui, principe senza corona" disse prima di voltarsi e andare via.
C'era anche lui alla riunione? Pensò. Che cos'era successo lì dentro?
Bardhian e Vyncent stavano bene ma sembravano agitati.
"Che succede?" chiese Joyce cercando di non far trasparire tutta la sua preoccupazione.
Vyncent aveva ancora gli occhi pieni di furore, come se avesse trattenuto a stento la rabbia. "Ronnet. Ecco che cosa succede."
"Non era fuggito dopo l'attacco?"
"Tu che hai scoperto sui colossi?" chiese Vyncent cambiando discorso.
"Niente di utile, ma erano armi. Questo è sicuro."
Vyncent annuì grave. "Forse sarò più fortunato e riuscirò a scoprire io qualcosa su di loro."
Joyce non capì subito quelle parole.
"Il consiglio vuole provare a parlamentare con i comandanti dell'orda. Gressen e io ci siamo offerti volontari per rappresentare Malinor."

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