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Autore: heliodor    21/03/2019    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Lo scambio

 
La porta si chiuse alla loro spalle con un tonfo e Vyncent sperò che quella non fosse una trappola.
Per quanto ne sapeva, il consiglio non si era mai davvero opposto alle manovre di Ronnet e avevano creduto alla menzogna sulla morte di Mire e la loro fuga.
C'erano otto persone in attesa, tutte in piedi e tutte con il mantello nero e oro sulle spalle. Non conosceva quei visi. Nonostante le lune passate a Malinor, il circolo si era mostrato molto riservato con loro, parlando sempre tramite qualche rappresentate di livello inferiore.
Solo Pearla era uscita allo scoperto qualche volta.
Quei volti severi lo fissarono con diffidenza.
Vyncent e Bardhian, accompagnati da Gressen, marciarono fino a ritrovarsi di fronte agli otto.
"Questo consiglio" disse una donna dai capelli color argento e gli occhi chiari. "Mi ha eletta come portavoce. Io sono Lune Tennidor e sono onorata di conoscerti, Vyncent di Londolin."
Vyncent fece un inchino. "Io ti saluto, vostra eccellenza Lune."
"E salutiamo anche te, principe Bardhian. Siamo felici di vedere che sei vivo e in salute."
"Non certo per merito vostro" rispose Bardhian.
Vyncent gli rivolse un'occhiataccia.
"In ogni caso, ti saluto anche io, eccellenza" aggiunse Bardhian.
"È stato uno spiacevole equivoco" disse Lune. "Le cose non dovevano andare in quel modo."
"Avete permesso a Ronnet di cingere la corona di re."
"La sua pretesa era forte" disse Lune. "Ma ora alcune cose sono cambiate e ci rendiamo conto dell'errore commesso."
Vyncent si accigliò. "In che senso sono cambiate? Ronnet non è più re?"
Lune trasse un profondo sospiro. "Ronnet è ancora un legittimo candidato e la sua pretesa è forte."
"Si è proclamato re" disse Bardhian. "La sua è più di una pretesa."
Lune lo guardò come una madre paziente che ammoniva il figlio. "Questo consiglio per ora ritiene che non sia il caso di aumentare la tensione già alta. La città è sotto assedio e siamo stati attaccati."
"Lo sappiamo bene" disse Vyncent. "Noi eravamo nella piazza della Gloria quando sono venute giù le sfere di fuoco. Che intendete fare per quelle?"
"Per ora niente" disse Lune. "Le nostre mura sono solide e non basterebbe un attacco del genere a farle crollare. Per ora ci preme risolvere la contesa dinastica che ci sta dividendo e poi occuparci dei nostri nemici."
"Volete togliere la corona a Ronnet?"
"No, se non avremo un motivo valido per contestare la sua pretesa."
"Ha mentito" disse Bardhian.
"È la vostra parola contro la sua."
"Vyncent è un eroe di guerra e io sono un principe di Malinor."
Lune sollevò un sopracciglio. "È la parola di uno straniero e quella di un principe mezzosangue" disse. "So che le mie parole possono sembrare offensive, ma è questa la verità."
"La verità è che Ronnet ha ucciso Mire" disse Bardhian. "E ha dato fuoco al palazzo di Malinor per poi accusarci."
"Voi stavate fuggendo dalla città."
"La reggente mi aveva chiesto di portare al sicuro il principe" disse Vyncent. "Se c'è qualcuno da incolpare, quello sono io."
"Stabiliremo dopo di chi sia la colpa" disse Lune. "Ora concentriamo i nostri sforzi sulla risoluzione di questa contesa."
"Come intendete fare?"
Lune guardò Gressen. "Vuoi spiegarlo tu, Aldur?"
Lo stregone chinò la testa. "Col tuo permesso." Si rivolse a Vyncent. "Sembra che la principessa Klarisa sia sopravvissuta alla disfatta dell'armata di suo padre."
Klarisa, pensò Vyncent. Questo può cambiare tutto.
"Dove si trova?"
"È prigioniera del comandante dell'orda di Malag, lo stregone di nome Persym."
Quindi Sibyl ha detto il vero, pensò Vyncent.
"Non sembri sorpreso" disse Lune, forse notando qualcosa nel suo sguardo.
A questa donna non sfugge niente, si disse. Devo stare più attento.
"Lo sono" disse cercando le parole giuste. "Ma riflettevo sul fatto che Persym era a Krikor. Come può essere tornato?"
"In qualche modo c'è riuscito" disse Gressen. "Ma non è questo il punto. Ha la principessa Klarisa e a noi interessa solo riaverla qui sana e salva."
"Se la rivolete indietro, andate a prenderla" disse Vyncent.
Lune gli rivolse un'occhiata severa. "Se avessimo forze sufficienti, l'avremmo già fatto. Ma al momento i soldati che si trovano entro le mura devono restare qui a protezione della città."
"Almeno sapete a quanto ammontano le forze di Persym?"
"Duecentomila tra soldati e stregoni" disse Gressen.
"Sono abbastanza da prendere la città con un assalto?"
"No" disse Gressen. "Ma ho sentito parlare della loro nuova arma. Con quella potrebbero distruggere le nostre mura, se lo volessero."
"Cosa pensate di fare al riguardo?"
"Niente" disse lo stregone.
"Niente?" Fece Vyncent stupito. "Avrete un piano, spero."
"Il piano è resistere" disse Lune. "Per il momento."
"E poi?"
Lune assunse un'aria grave. "Persym vuole incontrare un nostro rappresentante."
Vyncent si accigliò.
"Vuole negoziare lo scambio della principessa Klarisa."
"In cambio di cosa?"
"Non l'ha voluto dire" disse Gressen. "Lo farà solo ai nostri inviati. Di persona."
"È sospetto" disse Vyncent. "Se fossi in voi non mi fiderei di quello stregone."
"Non ci fidiamo" disse Lune. "Ma nonostante ciò, non posso ignorare questa possibilità. Se posso liberare la principessa Klarisa, devo fare un tentativo."
"Capisco" disse Vyncent.
"Mi offro volontario come inviato" disse Bardhian.
Vyncent scosse la testa. "Tu non sei bravo a trattare con uno come Persym."
"Insisto" disse Bardhian.
"Principe" disse Lune. "La tua guida ha ragione. Tu sei giovane e Persym è uno stregone esperto."
"Così mi offendi" fece Bardhian. "Io sono un eroe di Malinor."
"A noi serve un negoziatore esperto" disse Lune con tono pacato. "Non un eroe."
Bardhian arrossì. "Volevo solo aiutarvi. Klarisa è pur sempre mia sorella."
"Ciò ti rende onore" disse Lune. "Ma per stavolta dovrai farti da parte. Vyncent di Londolin, io pensavo a te come nostro inviato."
Vyncent la fissò negli occhi. "Io non sono nemmeno di Malinor."
"Ma godi della fiducia di tutti noi. E conosci di persona Persym. Quale persona migliore?"
"Mi cogli alla sprovvista" disse per guadagnare tempo. Voleva andare e al tempo stesso non gli andava di lasciare Bardhian da solo. E non si fidava di Persym.
"Io verrò con te" disse Gressen.
Le porte si aprirono all'improvviso. Nella sala entrarono una dozzina di streghe e stregoni. In mezzo a loro, ben protetto, avanzò Ronnet con aria impettita. Aveva ancora la corona sulla testa e la esibiva come se fosse un trofeo.
"Decana Lune" disse con tono solenne. "Indite una riunione e non mi convocate? Potrei pensare che state tramando contro di me."
Lune gli rivolse un leggero inchino. "Non riuscivamo a trovarti, principe Ronnet e l'urgenza degli ultimi accadimenti richiedeva una decisione tempestiva."
"Re Ronnet" la corresse lui.
Lune fece una smorfia. "Ora che sei qui, posso illustrarti cosa abbiamo deciso?"
"Le vostre decisioni non mi interessano" disse Ronnet. "Quei due." Indicò Bardhian e Vyncent. "Dovrebbero essere in una cella."
"Il principe Bardhian e Vyncent di Londolin sono sotto la protezione del consiglio di Malinor" disse Lune.
Ronnet storse la bocca. "Proteggete dei malfattori? Hanno confessato pubblicamente."
"Devo ricordarti che non c'è stata alcuna confessione?" fece la Decana con tono calmo.
"Confesseranno ora" disse Ronnet. Fece un cenno agli stregoni che lo accompagnavano e questi marciarono verso Vyncent e Ronnet.
Tre membri del consiglio si frapposero sulla loro strada.
"Osereste colpire dei membri anziani?" chiese Lune agli stregoni.
Questi esitarono e guardarono Ronnet.
Lui sbuffò. "Ritiratevi, ma solo per il momento. Prima o poi risolveremo la questione in maniera definitiva."
Si diresse alla porta, ancora spalancata. Prima di uscire, si voltò e disse: "Ricordate che sono io, il re."
Vyncent lo seguì. "Se tu sei il re, allora regna" urlò.
Ronnet digrignò i denti. "Non finisce qui, principe senza corona" disse prima di voltarsi e andare via.
In quel momento si accorse che Sibyl era tornata e lo guardava con aria sorpresa.
"Che succede?" chiese la strega.
Vyncent cercò di dominare la sua rabbia. "Ronnet. Ecco che cosa succede."
"Non era fuggito dopo l'attacco?"
"Tu che hai scoperto sui colossi?" chiese.
"Niente di utile, ma erano armi. Questo è sicuro."
Vyncent annuì grave. "Forse sarò più fortunato e riuscirò a scoprire io qualcosa su di loro."
Sibyl gli rivolse un'occhiata sorpresa.
"Il consiglio vuole provare a parlamentare con i comandanti dell'orda. Gressen e io ci siamo offerti volontari per rappresentare Malinor."
Due ore dopo si dirigeva al galoppo verso una delle uscite secondarie della città. Al suo fianco c'era Gressen.
Lo stregone non sembrava preoccupato. "Devo ringraziarti, Vyncent di Londolin. Pochi avrebbero accettato di correre un rischio simile per un regno straniero."
"Persym è il nostre nemico comune" disse lui cercando di convincere anche se stesso. Da quando era lì, aveva dovuto combattere più contro le manovre dei Malinor che i loro veri nemici.
Che spreco di risorse, pensò. Se riuscissimo davvero a unirci Malag e i suoi non sarebbero un problema.
"So a cosa stai pensando" disse Gressen mentre uscivano dalla città.
Vyncent attese che proseguisse.
"Stai pensando che re Alion è stato un pazzo ad affrontare da solo l'armata di Malag. Molti tra i suoi generali lo pensavano ma erano tutti timorosi di venir messi da parte se avessero detto la verità al loro sovrano. Così sono rimasti zitti, fino alla disfatta finale."
"Dovevano consigliare il re, non essere accondiscendenti."
"È stato re Alion a scegliere quei generali" disse Gressen. "La colpa ricade interamente su di lui."
"Lo dici ora perché siamo lontani dalla città?" lo provocò Vyncent.
Gressen ghignò. "Anche se re Alion è ormai un ricordo, qualcuno potrebbe essere tentato di tagliarmi la testa o mandarmi a Krikor se parlassi in questo modo."
"Potrei denunciarti."
"E chi ti crederebbe?"
Vyncent sorrise. "Lascia parlare me con Persym."
"Non dirò una parola" fece lo stregone.
Quando arrivarono in vista del campo nemico, rallentarono il passo. Prima ancora di giungere alle fortificazioni provvisorie erette attorno alle tende, dei cavalieri li affiancarono e li scortarono fino al campo.
Vyncent sentì crescere la tensione mano a mano che si avvicinava. La mente era in subbuglio al pensiero della difficile trattativa che lo attendeva.
Mentre lo scortavano alla tenda di Persym, cercò di studiare la situazione lì al campo.
Cosa potrebbe chiedere in cambio della vita della principessa Klarisa? Si chiese.
Denaro?
Persym non sembrava interessato ai soldi, per quello che ricordava.
Scorte?
Vide decine di carri pieni di casse e barili mentre attraversava il campo. Non era il cibo quello di cui avevano bisogno e le campagne di Malinor erano a disposizione delle loro razzie.
Cosa allora? Si chiese. Tra poco lo scoprirò.
Davanti alla tenda c'erano tre figure in piedi, due uomini e una donna.
Ne riconobbe subito due.
Una era Persym. Impossibile non riconoscere il suo viso affilato e i capelli neri e stopposi. L'altra era Klarisa.
Il terzo era un ometto dal ventre pingue che sembrava essere capitato da quelle parti per sbaglio.
Lui e Gressen vennero fermati cinquanta metri prima e costretti a smontare da cavallo. Quindi i soldati li fecero avanzare a piedi fino alla tenda.
Il primo a parlare fu Persym. "Io vi saluto. Vedo che siete stati puntuali. E di parola."
Vyncent fece per dire qualcosa, ma Gressen lo anticipò.
"Hai avuto quello che volevi. Manterrai la parola dandomi la principessa?"
Persym fece un cenno a Klarisa. La donna avanzò verso Gressen. Quando arrivò di fronte a loro rivolse un'occhiata a Vyncent.
"Mi spiace rivederci in questa occasione" disse.
Vyncent si accigliò.
"Ora il compenso" disse Persym.
I soldati si strinsero attorno a Vyncent.
Gressen ghignò. "Era questa la loro richiesta" disse.
Vyncent venne spinto verso Persym.
"Ti ricordi di me?"
"Vorrei poterti dire di no. La tua sola vista è spiacevole."
Persym rise. "Vieni nella mia tenda, principe senza corona. Ci sono un po' di cose di cui dobbiamo parlare."

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