Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    30/03/2019    4 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una splendida giornata

 
Solo sul fare della sera Bryce si concesse qualche ora di riposo. Le avevano assegnato una tenda vicina a quella del re, con tutto ciò che le serviva, compreso un comodo giaciglio dove dormire.
Si lasciò cadere sul letto, assaporando dopo giorni di viaggio l'abbraccio di una vera coperta e la morbidezza dell'imbottitura al posto della durezza della terra.
Impossibile pensare che lì fuori, a qualche decina di miglia di distanza, c'era l'orda di Malag pronta ad attaccarli.
Malag.
Nonostante i loro sforzi l'arcistregone restava irraggiungibile. Persino sul grande continente, quando lo avevano attirato in una trappola, era riuscito a sfuggire.
Lì non avrebbe avuto la stessa fortuna. Per quanto ne sapevano il loro esercito era più grande e meglio armato.
Stavolta lo staneremo, pensò Bryce rilassandosi sul giaciglio. Se almeno Vyncent fosse qui.
La sua decisione di non partire con loro l'aveva contrariata, ma l'aveva accettata, alla fine, perché non poteva fare altro.
"Stai dormendo?" chiese Elvana affacciandosi all'entrata della tenda. "Se non vuoi essere disturbata posso ripassare domani."
"No, entra. Se hai qualcosa da dirmi fallo e basta."
"È arrivato un messaggio da Malinor."
Bryce si mise a sedere sul giaciglio. Solo allora si accorse che l'amica reggeva un rotolo di pergamena tra le mani.
"Che dice?"
"Non lo so" disse Elvana porgendole la pergamena. "Il soldato che l'ha portata aveva l'ordine di consegnarla a te. Ho dovuto fare una fatica enorme per farmela dare."
Bryce prese il rotolo e lo esaminò. Era chiuso con un sigillo di ceralacca col simbolo di Taloras. Com'era possibile se veniva da Malinor?
Poi ricordò che quel sigillo apparteneva anche a Vyncent.
Lo strappò via e srotolò la pergamena. Il foglio era vergato con la scrittura ampia e regolare di Vyncent. La conosceva troppo bene per sbagliarsi.
"Bryce, re Alion è stato sconfitto" lesse ad alta voce. "Malinor sta per essere messa sotto assedio. Devo portare Bardhian al sicuro e poi partecipare alla difesa della città. Qualunque cosa accada, qualsiasi notizia tu riceva, ti prego di non venire. Resta dove sei, al sicuro. Metti fine a questa guerra e non pensare ad altro. Tuo, Vyncent" disse con le labbra che le tremavano. Guardò Elvana. "Mio padre deve essere informato. Subito."
Re Andew era ancora sveglio e intento a consultare una mappa alla luce di una sfera luminosa.
Quando entrò nella tenda, lui alzò la testa. "Dalla tua espressione intuisco che non hai buone notizie."
Bryce gli mostrò il messaggio.
Lui lo lesse in silenzio. Quando finì alzò la testa. "Il soldato che ha portato il messaggio?"
"Elvana è andato a prenderlo."
"Bisogna dirgli di non parlarne con nessuno."
"I nostri alleati devono sapere" disse Bryce.
"Li informerò io, con calma" disse re Andew. "Alion, quello stupido. Se avesse atteso. Se avessimo unito le forze invece di agire in maniera così sconsiderata..."
"Che cosa hai intenzione di fare?" chiese Bryce.
"Tu che cosa che cosa pensi che farò?"
"Porterei l'esercito a sud per difendere Malinor" disse Bryce.
"Ti ho chiesto che cosa farei io, non cosa faresti tu" disse il re.
Bryce fece per replicare ma ci ripensò. "Non andrai in soccorso di Malinor?"
"Se lo facessi sarei uno stupido."
"Ma se la città cadesse nelle mani di Malag..."
"Non accadrà. Malinor ha più di un milione di abitanti e il porto più grande del mondo. Malag non ha una flotta e non può assediarla dal mare. Qualsiasi assedio è destinato a fallire.
"Non puoi esserne certo" disse Bryce. "Se il loro esercito è stato distrutto..."
"La colpa ricade su Re Alion" disse suo padre con tono duro. "È lui che ha rifiutato ogni collaborazione, ogni aiuto. Voleva per sé tutta la gloria e ha ricevuto quello che si meritava."
"Quindi è una vendetta la tua?"
"Devo pensare all'alleanza. La nostra alleanza. Quella che abbiamo condotto fin qui per battere Malag e la sua orda. Quello che succede a Malinor è affar loro." La sua voce si addolcì. "Mi spiace per Vyncent e Bardhian, ma non posso fare niente per loro. Spero che riescano a fuggire dalla città prima che sia troppo tardi."
"Non conosci Vyncent" disse Bryce voltandogli le spalle.
Fece per uscire dalla tenda.
"Forse non lo conosco bene quanto te" disse re Andew. "Ma so che farà la cosa giusta. E tieni bene a mente le parole che ti ha scritto. C'è saggezza in esse."
Bryce uscì.
L'aria fredda della sera le provocò un lungo brivido. La luna era appena sorta e stava percorrendo veloce il cielo sopra di loro. Aveva poco tempo prima che sorgesse il sole.
Percorse il campo con lunghe falcate e tornò alla sua tenda. Prese una borsa e vi infilò dentro un vestito di ricambio, un mantello e una coperta di lana. Prese anche della carne secca che era avanzata dal viaggio precedente e della quale non si era ancora disfatta.
Elvana la raggiunse qualche minuto dopo. "Ho detto al soldato di Malinor di non far parola con nessuno di quanto stava accadendo, ma sono quasi certa che deve aver parlato con qualche soldato. A questo punto, sarebbe meglio dire la verità e subito prima che si diffonda il panico."
"Ormai non ha più importanza" disse Bryce sollevando la borsa sulle spalle.
"Dove credi di andare con quella?" le chiese Elvana.
"Secondo te?"
"Non farlo" disse l'amica.
"Devo." Bryce si diresse all'uscita ma Elvana le bloccò il passo. "Che fai?"
"Cerco di impedirti di fare una sciocchezza."
"Dovresti già essere nella tua tenda a prepararti. Mi farai perdere tempo. Chiama anche Bato e Djana e di' loro di preparare le loro cose."
"No" disse Elvana.
Bryce si accigliò. "No cosa?"
"No a quello che intendi fare."
"Non è il momento di scherzare. Togliti di mezzo."
Elvana rimase immobile.
"Vuoi che resti? Sul serio?"
"Se ti fermassi un attimo a pensare, capiresti da sola che è la cosa migliore da fare."
Bryce fece per superarla ma Elvana le sbarrò di nuovo il passo.
"Se non vuoi venire lascia andare me."
"No" rispose Elvana. "Moriresti lì fuori da sola."
"Allora accompagnami."
"Non posso. Non stavolta."
"Lasciami passare" ringhiò Bryce. Afferrò Elvana e la spinse di lato. Lei la seguì fuori dalla tenda.
"Ascolta" disse. "Bryce. Fermati. Devi restare."
"Vyncent morirà" disse senza voltarsi.
"Potrebbe essere già morto."
Bryce rischiò di sbandare. Aveva cercato di non pensare a quell'eventualità. "È vivo. Lo sento."
"E se invece..."
"Allora lo vendicherò."
Elvana le afferrò la spalla e la costrinse a voltarsi. "Per favore, stammi a sentire per una volta. È una follia. Il tuo posto è qui, devi portare a termine ciò che hai iniziato."
"Se Vyncent muore non avrà avuto alcun senso per me."
"E quella gente?" Elvana indicò le tende appena visibili nel buio. "Sono qui perché credono in te, la strega dorata. Li hai già abbandonati una volta. Se lo farai di nuovo..."
"Adesso hanno Eryen."
"Quella ragazzina viziata?" fece Elvana con tono incredulo. "Non vale la metà di te."
"È più forte. Batterà Malag facilmente."
"Prima di arrivare a lui dovrà superare la sua orda" disse Elvana. "E per farlo avrà bisogno dell'armata dell'alleanza."
Bryce scosse la testa. "Tornerò il prima possibile."
"Sarà già troppo tardi" disse Elvana scuotendo la testa.
"Io andrò. Anche da sola" disse Bryce con tono perentorio.
"Non andrai da sola" disse una voce.
Dal buio emerse una figura maschile.
"Igar" disse Bryce.
Elvana si accigliò. "Stavi origliando?"
"Urlate così forte che tra poco metà campo verrà qui a vedere cosa sta succedendo" rispose lui. "So che stai andando a Malinor" disse rivolto a Bryce. "Permettimi di accompagnarti."
Bryce si concesse qualche attimo per valutare quella proposta. Igar era con loro dalla campagna di Orfar e si era dimostrato un buon compagno. Il viaggio verso Malinor era lungo e la strada pericolosa. Le avrebbe fatto comodo avere qualcuno che le guardasse le spalle.
"Prendi la tua roba e andiamo" disse Bryce.
Igar le mostrò una sacca. "Ho già tutto pronto. Prendiamo due cavalli dai recinti mentre la sorveglianza è ancora scarsa."
Bryce guardò Elvana. "È la tua ultima occasione."
"No, è la tua" rispose la strega.
Bryce annuì e le voltò le spalle. "Hai sempre odiato Vyncent. Ora ne sono certa."
"Forse l'ho odiato" disse Elvana. "E forse non mi piace ancora del tutto, ma voglio bene a te. Dubiti anche di questo?"
Non rispose.
"Ti concedo mezza giornata di tempo" disse Elvana. "Poi dirò al re che sei andata via."
Bryce inspirò l'aria fredda e si diresse al recinto dei cavalli.
 
Igar cavalcava al suo fianco, gli occhi fissi sulla strada, una striscia di terra battuta che si allungava fin oltre l'orizzonte tagliando in una pianura monotona.
Il sole era sorto da un pezzo ed era quasi a metà del suo percorso nel cielo. Non c'erano nuvole e il vento era fresco a piacevole.
È una splendida giornata, si disse. Perché allora mi sento così a disagio? Perché sono fuggita come una ladra abbandonando tutti quelli che si fidavano di me? Mi sto già pentendo di ciò che ho fatto?
Respinse la tentazione di voltarsi indietro. Se lo avesse fatto, ne era certa, non avrebbe ritrovato la forza per andare avanti.
"Con questa velocità arriveremo a Gadero in pochi giorni" stava dicendo Igar. "Ma se vogliamo essere sicuri di accorciare il percorso, dovremo tagliare per l'altopiano."
Era un rischio, ma Bryce voleva correrlo. L'altopiano era il territorio di Orfar e della regina Skeli. Con i pessimi rapporti in cui erano, incappare in una sua pattuglia poteva significare guai.
Non voleva essere rallentata, ma aggirare l'altopiano avrebbe allungato di parecchi giorni il loro viaggio.
"Correremo il rischio" disse con tono deciso.
Igar annuì. "Sono d'accordo con te. Vale la pena correre qualche rischio."
"L'altopiano è grande" disse Bryce per darsi un po' di sicurezza. "Con un po' di fortuna scivoleremo tra le pattuglie di Skeli e accorceremo il viaggio di molti giorni."
Al calar del sole si accamparono vicino a un fiume per far riposare i cavalli.
"Sono stremati" disse Igar.
"Li faremo risposare tutta la notte" disse Bryce. Temeva di veder spuntare da un momento all'altro qualche inseguitore con l'ordine di riportarla al campo, o suo padre in persona venuta a trascinarla via come aveva fatto quando era piccola e non voleva allenarsi.
Se accadesse, che cosa farei? Si chiese. Dovrei lottare contro gli stregoni dell'alleanza? Contro mio padre o Erix? O Elvana?
Cercò di scacciare quel pensiero e si addormentò avvolta nella coperta di lana. Quando si svegliò Igar era già in piedi e stava montando a cavallo.
"Dove vai?" gli chiese.
"Mi è sembrato di vedere qualcuno lungo la pista."
"Qualcuno che ci precede?"
"Forse ci hanno superato senza rendersene conto e ora stanno tornando indietro."
Era possibile. Quella zona era piena di crepacci e loro ne avevano usato qualcuno per ripararsi.
"Tornerò tra un'ora al massimo" disse Igar prima di allontanarsi al galoppo.
Bryce lo attese, convinta che da un momento all'altro apparissero davvero degli inseguitori.
Dei, fate che non accada, si disse. Non questo, per favore.
Il tempo passò e né gli inseguitori né Igar apparvero. Misurando a vista la posizione del sole, concluse che erano passate almeno due ore. Decise di attendere ancora un'ora prima di saltare in sella e cercare Igar.
Forse gli è successo qualcosa, si disse mentre cavalcava lungo la pista. Erano lontani da qualsiasi centro abitato, ma quelle strade non erano sicure.
Se gli fosse accaduto qualcosa non se lo sarebbe mai perdonata.
Da mezzo miglio di distanza vide un cavallo riverso a terra. Qualcosa giaceva al suo fianco.
Bryce accelerò il passo e li raggiunse. Smontò con un movimento agile e corse verso la figura a terra. Anche se era coperta da un mantello color rosso chiaro, non c'era alcun dubbio che fosse Igar.
Il cavallo era il suo e il mantello era quello che aveva indossato quella mattina.
Si chinò verso di lui e allungò una mano per spostarlo e guardarlo in faccia.
Un viso butterato e dal naso storto fece capolino da dietro il mantello. Bryce si accigliò. Non era la faccia di Igar. Non gli somigliava affatto.
Schiuse le labbra per dire qualcosa.
L'uomo sollevò una mano il cui palmo brillava. Per un attimo il lucore l'abbagliò. Poi sentì qualcosa morderle l'addome e spingerla indietro con forza.
Barcollò all'indietro su gambe malferme. posò la mano sull'addome dove aveva sentito il morso. C'era qualcosa di viscido e appiccicoso.
L'uomo riverso al suolo si sollevò. Le sue mani brillavano.
Allora Bryce capì.
Un secondo colpo le trapassò la gamba destra costringendola a inginocchiarsi.
Voltò la testa all'indietro e vide tre figure emergere da dietro un crepaccio. Una di esse era Igar, anche se non aveva il mantello.
Tutti avevano i dardi già pronti.
"Ti porto i saluti della regina Skeli" disse Igar, l'espressione seria, come se quelle parole non lo riguardassero davvero.
Bryce ringhiò e alzò lo scudo magico.
I dardi piovvero da ogni direzione. Uno riuscì a passare e le ferì il braccio. Bryce si voltò di scatto e lanciò i dardi verso l'uomo dal viso butterato.
Questi li deviò con lo scudo.
Allora Bryce si rialzò nonostante il dolore ed evocò le lame magiche. Con un balzo si gettò verso di lui e superò lo scudo.
L'uomo indietreggiò ed evocò i dardi, ma Bryce lo trafisse con le lame passandolo da parte a parte. L'uomo emise un gorgoglio soffocato e crollò al suolo.
Bryce si voltò in tempo per vedere la corda magica di Igar volteggiarle attorno come un enorme serpente dotato di volontà propria.
Igar la manovrava come una frusta. Bryce ne poteva sentire il sibilo simile a quello di un serpente che si preparava a mordere la preda.
La frusta scattò verso di lei. Bryce finse di dirigersi a destra e poi si chinò verso sinistra, evitando il colpo d'un soffio.
La frusta magica proseguì la sua corsa e colpì il cavallo staccandogli un grosso pezzo di carne.
Igar richiamò la corda magica.
Nel frattempo, gli altri due stregoni si erano spostati a destra e sinistra e lanciavano i loro dardi contro Bryce.
Lei manovrava lo scudo magico con un rapido movimento delle braccia e del busto, ma più i due si separavano, più diventava difficile parare quei colpi.
Se non ne abbatto almeno uno sono morta, si disse.
Scattò verso quello di sinistra.
Come se quello fosse stato un segnale, Igar fece roteare la corda magica sopra la sua testa e la lanciò verso di lei.
Bryce evocò le lame magiche e ignorò l'attacco di Igar, concentrandosi sul suo avversario.
Lo stregone le lanciò contro i dardi magici ed evocò il suo scudo.
Bryce si buttò contro di lui ma venne respinta dalla scudo. La corda di Igar si attorcigliò attorno al suo fianco e lei sentì la carne bruciarle in quel punto.
"Presa" gridò Igar trionfante. "Smifren, Dray. Finitela e portiamo la sua testa alla regina."
Te la dovrai guadagnare la mia testa, pensò Bryce.
Con la lama magica tagliò in due la corda di Igar e si liberò. Nonostante il dolore avanzò verso Dray, che nel frattempo era indietreggiato di qualche passo e stava evocando qualcosa tra i palmi delle mani.
Una palla di fuoco? Si chiese Bryce. Troppo lento.
Usò l'agilità potenziata per balzare alla spalle dello stregone e lo afferrò dopo aver evocato la forza straordinaria. Le ossa di Dray scricchiolarono sotto la sua presa.
L'uomo gridò.
Dadi magici scagliai da Smifren caddero attorno a Bryce e uno la colpì all'addome strappandole un grido sommesso, ma non mollò la presa su Dray.
Strinse fino a spaccargli le ossa della schiena e lo stregone si afflosciò al suolo con un singulto.
Bryce alzò lo scudo e deviò i dadi di Smifren. Igar le lanciò contro il raggio magico che lei parò con lo scudo.
Smifren smise di lanciarle contro i dardi e prese ad avanzare, le mani avvolte dalle fiamme.
"Ora ti farò provare il vero dolore" disse precipitandosi contro di lei.
Bryce attese che si avvicinasse, muovendosi di lato per mettere Smifren tra lei e Igar.
"Non da quella parte, idiota" gridò lo stregone.
Smifren non lo ascoltò o, se lo fece, lo ignorò continuando ad avanzare. Le sue mani si muovevano formando cerchi di fuoco nell'aria.
"Togliti di lì, sciocco" gridò Igar.
Bryce abbassò lo scudo per concentrare tutte le sue energie nel suo prossimo attacco. "Vieni" disse a Smifren.
"Ti uccido" disse lo stregone. "Skeli mi ha promesso un castello se gli porto la tua testa."
Bryce mosse le mani nell'aria. Tentacoli fatti d'ombra avvolsero le gambe di Smifren, bloccandolo.
"Non è leale" disse lo stregone.
Bryce avocò la lama magica e gli staccò la testa con un colpo preciso.
Il corpo di Smifren si accasciò al suolo mentre la testa rotolava giù per il pendio.
Dietro di lui, apparve Igar con la corda magica pronta a colpire.
Bryce cercò di evocare lo scudo ma non fece in tempo a evitare di essere colpita al petto e sbalzata via.
Rotolò per alcuni metri, il petto che le sembrava in fiamme. Non osava abbassare gli occhi per esaminare le ferite, ma non dovevano essere un bello spettacolo.
Tentò di rialzarsi ma ricadde in ginocchio, le forze che cominciavano a mancarle. Con le ultime energie alzò lo scudo magico.
Igar si bloccò. Respirava a fatica ed era madido di sudore.
"Vieni a prendere la mia testa" lo sfidò Bryce.
Igar esitò. "Morirai lo stesso per le ferite" disse. "Non vale la pena rischiare oltre." Si voltò e corse via.
Bryce attese che si fosse allontanato per annullare lo scudo. Come se fosse stato quello a reggerla per tutto quel tempo, lottò per non stramazzare al suolo.
L'erba attorno a lei era intrisa di sangue.
È il mio, pensò. Non credevo di averne tanto. Non deve esserne rimasto molto.
Tentò di rialzarsi ma scivolò sulla chiazza di sangue o forse le gambe non la ressero.
Non aveva importanza.
Niente l'aveva.
Le forze l'abbandonarono all'improvviso e si ritrovò a boccheggiare tra l'erba alta.
Era così profumata.
L'inverno ormai era un ricordo e la primavera stava arrivando. Guardò in alto, dove il sole brillava in un cielo azzurro.
Che splendida giornata, pensò prima di chiudere gli occhi.

Note
Non ve l'aspettavate, vero? :D
Ormai manca poco alla fine (poco per modo di dire: più o meno 100 capitoli).
Che cosa accadrà?
Occhio agli spoiler: i Colossi raderanno al suolo un'altra città, conosceremo la madre di Bardhian (e la loro reunion vi sorprenderà), torneranno alcuni personaggi visti in precedenza (e Skeli, of course) e ce ne saranno di nuovi (compresi i nemici).
Che altro?
Giusto per aumentare l'attesa, dopo quasi 100 capitoli consecutivi, mi prendo una piccola vacanza fino all'8 Aprile.

Prossimo Capitolo Lunedì 8 Aprile
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor