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Autore: Mel_deluxe    07/06/2019    2 recensioni
Martin le fa un veloce sorriso, poi si prende qualche secondo per andare verso la macchinetta di fianco a lei e schiacciare il numero 08 per il suo caffé.
Decaffeinato, riconosce Wendy. Che schifo, poi ovvio che non sono amici.
«Senti, ho bisogno che tu mi faccia un favore questo weekend» dice lui all’improvviso, portandosi il bicchierino di plastica alla bocca non appena la macchinetta gli annuncia che è pronto.
Wendy alza lo sguardo, leggermente sorpresa. Si conoscono da quasi dieci anni ed è la prima volta che Martin viene da lei per un favore.
«Oh, okay, dimmi pure».
«Ho bisogno che tu venga a Brighton con me per tre giorni e faccia finta di essere la mia fidanzata davanti alla mia famiglia».
Wendy fissa il suo collega in silenzio.
Il suo caffé è pronto, glielo conferma il biiiip prolungato della macchinetta, ma non riesce a fare a meno di guardare Martin senza nemmeno sbattere le palpebre. Mantiene un’espressione apatica per quasi dieci secondi, prima di riprendersi dallo shock e riuscire a formulare una risposta sensata. Ma tutto quello che riesce a dire è un confuso:
«Ehm… no…?»
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi lascio con questo capitolo che è più che altro 5 pagine di smielatezza a tema Natale perché boh, ho caldo e mi manca l'inverno. Spero rinfreschi un po' anche voi.
Love love love,
Mel.


 
 
È veramente assurdo, Wendy non ha mai comprato dei fiori per qualcuno. Si stupisce della cosa, in realtà nessuno dei pochi ragazzi che ha avuto in vita sua le ha mai regalato dei fiori. A parte Martin, si intende.
Così, quando sbatte il suo mazzo di fiori, in un involontario brusco gesto dovuto dall’imbarazzo, sulla scrivania di Martin, non fa a meno di sentire la vergogna esplodere dentro.
Come risvegliato dal rumore di fiori e foglie buttate sul banco della scrivania, Martin alza all’improvviso lo sguardo verso di lei, a metà tra il sorpreso e il confuso da tutta quella asprezza.
«Ehm… buon quasi Natale?» azzarda Wendy, solo per sentirsi incredibilmente ridicola un attimo dopo.
È assurdo, perché si sente così in imbarazzo in questo momento? Lei e Martin stanno insieme da poco più di due settimane, e già si sente in imbarazzo per degli stupidi fiori.
Martin non è mai sembrato imbarazzato quando le regalava dei fiori, si ricorda lei, e a quel punto non stavano nemmeno insieme!
Ma quando Wendy, sulla via verso l’ufficio, ha notato una piccola boutique piena di mazzi e vasi di fiori colorati, ha subito pensato che quei fiori sarebbero stati bellissimi se abbinati allo splendido sorriso di Martin, così è entrata in un piccolo atto di follia a comprare praticamente ogni singola tipologia di fiore che le piaceva.
È stato tutto un enorme, avventato impulso, non dettato da una particolare occasione, ma dalla sua imbarazzante cotta adolescenziale che ha in questo momento per il suo collega, e non riesce proprio a farsene una ragione.
Wendy è sul punto di riprendersi il mazzo di fiori e di lanciarlo dalla finestra, chiedendo a Martin di dimenticare tutto quello che ha appena visto, ma viene, giusto in tempo, bloccata dal sorriso sul suo viso, così raggiante e sincero che Wendy vorrebbe fargli una foto in questo momento e tenerla incorniciata per sempre.
«Sono per me?» domanda eccitato Martin, osservando i fiori sulla sua scrivania con gioia.
L’imbarazzo sembra volare via da Wendy in quel preciso istante.
«Sì, dei bellissimi fiori per un bellissimo Martin. Non sapevo che generi di fiori ti piacessero, perciò ho praticamente comprato l’intero negozio» afferma lei con un sorriso, abbassando gli occhi su quel caotico ammasso di colori e foglie differenti che è il suo bouquet, rendendosi conto solo in questo istante che non è affatto splendido come pensava. Anzi, fa schifo. Oddio, deve sembrare davvero un’idiota in questo momento. «Mi dispiace… è forse un po’ troppo esagerato?»
«No, mi fa piacere che combatti gli stereotipi di genere in questo modo» dice Martin, afferrando finalmente il mazzo di fiori e portandoselo al viso, senza smettere di sorridere neanche un secondo. «E poi nessuno mi aveva mai regalato dei fiori prima. Sono davvero belli, grazie!».
Wendy finalmente sospira, sentendosi vittoriosa di non aver rovinato tutto come fa di solito.
È solo a questo punto che si decide a prendere una sedia libera e a posizionarsi davanti alla scrivania di Martin, mentre lui è ancora disperso a esaminare ogni singolo petalo del suo nuovo mazzo di fiori.
«Scusami, è solo che non so mai come comportarmi con te. Volevo solo fare qualcosa di carino per dimostrarti che, insomma… ci tengo a te».
«Non devi farlo per forza» risponde Martin, con una nota di premura nella sua voce. «Voglio dire, mi fa piacere che tu voglia farlo, ma non devi sentirti obbligata. Riesco a capirlo anche senza un grande gesto romantico, Wen».
«Devo sembrarti ridicola in questo istante, ma è da molto tempo che non mi piace qualcuno così tanto; per questo la mia testa è completamente incasinata in questi giorni».
Ed è la verità, in tutti i sensi. In pochi giorni era riuscita a perdere pagine di romanzi da editare, a sbagliare indirizzi e-mail e a dimenticarsi riunioni da dover seguire, e tutto perché non era in grado di controllarsi. È davvero patetica.
Ma Martin, che sta ancora tenendo occupate le sue dita accarezzando ogni foglia dei suoi fiori, le lancia un sorriso malizioso.
«Oh, quindi ti piaccio?»
«Sì» ridacchia Wendy, inclinandosi leggermente sulla scrivania. «Credevo lo avessimo già stabilito».
«Scusa, è che mi realizza troppo sentirtelo dire ad alta voce».
«Sei… davvero uno stronzo» commenta Wendy. Vorrebbe risultare cattiva nel dirlo, ma il suo sorriso impresso sulla bocca tradisce ogni sua intenzione.
Vorrebbe anche continuare a fare battute o a fingersi offesa, ma non fa in tempo a farlo, quando Martin si avvicina a lei e preme le labbra contro le sue.
Baciare Martin è sempre così bello. Le sue labbra sono bellissime, lui è bellissimo, tutto quanto, in questo istante, è bellissimo.
E Wendy non riesce proprio a farne a meno, non riesce a convincersi a staccarsi da quel bacio, a quelle labbra così distraenti, fin quando non sente un forte tum di fianco a lei, il rumoroso colpo di una mano sulla scrivania, che la risveglia da quella specie di ipnosi che Martin le causa ogni volta con i suoi baci.
«Che schifo». La voce di Hannah le arriva alle orecchie mentre la sua migliore amica si sta già allontanando da loro per dirigersi verso la fotocopiatrice in fondo all’ufficio. «Almeno risparmiate a noi povere vittime spettatrici le vostre viscide smancerie da adolescenti in calore».
Sebbene il commento spiacevole, il sorriso e il tono scherzoso di Hannah lasciano intendere che non è tutt’altro che infelice di vedere Wendy e Martin lì insieme.
«Stai zitta, ti ricordo che tua moglie lavora in questo stesso ufficio, e io ho dovuto per mesi sorbirmi i tuoi capricci e piagnistei perché non riuscivi ad ottenere un appuntamento insieme a lei» rilancia Wendy, voltandosi verso di lei, sforzandosi di non scoppiare a ridere.
«Oh, non sapevo fossi gelosa! Non esserlo, mia dolce Wendy, posso limonare anche con te se vuoi, tesoro!» esclama Hannah, dirigendosi velocemente verso di lei. «Posso limonare con tutti, se ti fa più piacere! Martin, posso limonare anche con te?»
Martin è quasi sul punto di risponderle per davvero, quando Wendy riesce ad essere più veloce di lui e a rispondere ad Hannah con un esasperato:
«Va bene, ho capito! Niente smancerie davanti a te, ora vattene via!»
Hannah conclude la sua breve visita con un sorriso vittorioso e un bacio sciatto impresso sulla nuca di Wendy.
«Ti voglio bene anche io!» la sente urlare, mentre si allontana di nuovo verso la fotocopiatrice.
Wendy scuote la testa, rigirandosi verso Martin che a sua volta si sta sforzando di non scoppiare a ridere. Wendy gli prende una mano, giocando delicatamente con lei sue dita, senza staccare gli occhi dalle iridi azzurre di Martin.
Oh, è così bello, è così adorabile, è così perfetto.
Lei detesta tutto questo, detesta le smancerie, il mostrarsi così cotta di qualcuno in pubblico, ma non riesce a farne a meno con Martin. Potrebbe anche trovarsi in mezzo ad uno stadio con una folla in ascolto o in diretta mondiale in tv e non perderebbe un secondo per dichiarare il suo amore per Martin. È così tanto cotta.
«Allora» le dice Martin, mentre Wendy è ancora intenta ad accarezzargli ogni singolo dito della sua mano. «Che ne dici di un appuntamento romantico questo sabato?»
Sabato. Oggi è giovedì quindi è a due giorni di distanza. Ugh, perché devono aspettare così tanto? Perché non possono avere un appuntamento romantico ogni giorni?
Wendy è quasi sul punto di rispondere di sì con entusiasmo, quando ritorna alla realtà ricordandosi di qualcosa.
«Oh, questo sabato non posso…» ammette a malavoglia. «c’è la festa di compleanno di mia sorella».
Martin inarca le sopracciglia.
«Di Vicky?» domanda confuso, dato che sono consapevoli entrambi che il compleanno di Vicky è ad ottobre ed è già passato da un pezzo.
«No, di Millie. Sai, la mia sorellina di nove anni di cui ti ho parlato a Brighton…».
«Ooh, giusto». Martin annuisce abbassando lo sguardo. Wendy si sente quasi in colpa per averlo appena rifiutato.
«Sì insomma, normalmente avrei saltato qualunque festa per te, ma dato che Millie è ancora piccola mi sembra brutto non esserci per il suo compleanno».
Le parole le escono di bocca prima ancora che se ne renda conto. Martin spalanca gli occhi, fissandola con un largo sorriso e adesso è lui quello a prendere le mani di Wendy tra le sue e ad iniziare ad accarezzarle.
«Oh, salteresti qualunque festa per me, davvero?»
Wendy serra gli occhi chiusi, sentendosi sempre più ridicola ad ogni momento che passa con lui.
«Ssshh, ti prego, sono già abbastanza imbarazzata della mia intera esistenza in questo momento, non peggiorare la situazione» sussurra con serietà, ma Martin invece comincia a ridere contento. La sua risata è come una melodia angelica, l’autentico suono dei cancelli del paradiso che si aprono.
«Non fa niente. Dimenticherò che lo hai detto. Allora, possiamo uscire domenica?» domanda Martin, dandole un piccolo bacio sul lato della bocca.
Wendy non trova alcuna possibile obiezione a quella nuova proposta.
«D’accordo, domenica va benissimo» risponde con un sorriso smagliante.
«Posso concederti un bacio per farti perdonare».
Wendy non ha bisogno che glielo si ripeta due volte. Bacio e Martin sono la sua correlazione preferita. Non potrebbe rifiutarla per nessuna ragione al mondo.
Così si perde a baciare le deliziose labbra di Martin per un momento e niente potrebbe mai rovinare quell’istante, nemmeno la voce squillante di Hannah che passa di fianco a loro e li saluta con un:
«Eeeeww, credevo avessimo firmato un accordo, Kaligan!»
Wendy è ancora a pochi centimetri dalla faccia di Martin quando si sposta leggermente per poter urlare verso la schiena di Hannah che già si allontana:
«Ti voglio bene anche io!»
 
 
Le feste di compleanno di Millie sono sempre state spaventose.
Il fatto che sua sorella sia nata a fine dicembre non aiuta affatto in quanto le sue feste sono sempre, incondizionatamente, insolubilmente a tema Natale.
A Wendy piace il Natale, non ci trova nulla di male nell’apprezzare il Natale, ma l’ossessione di Millie supera veramente qualunque limite umano. Nessuna bambina sana di mente chiederebbe come regalo per il suo nono compleanno un abete vero e decorazioni natalizie per il suo giardino. Nessuna bambina sana di mente pretenderebbe un Babbo Natale finto che faccia visita a lei e ai suoi invitati durante le sue feste di compleanno.
Ma in effetti, Millie non è poi tanto sana di mente e questo forse è ciò che le piace più di lei.
Sua sorella ha avuto la richiesta (anzi no, la pretesa) che tutti gli invitati alla sua festa indossassero un colore a scelta tra il verde e il rosso. Qualunque altro colore non era accetto.
Ed eccola quindi, trotterellare da un lato all’altro della stanza con il suo vestitino dalla gonna verde con su ricamati delle renne e degli zuccheri canditi (costume creato da loro madre in persona), con il suo cerchietto con le orecchie da renna tra i riccioli scuri, a passare da un invitato all’altro per ritirare i suoi pacchi regali. Bambini e bambine dentro enormi gonne rosse e verdi saltellano e strillano per tutto il salotto e Wendy vorrebbe morire, ma allo stesso tempo è così tremendamente felice.
«Ricordami ancora perché partecipiamo a queste feste ogni anno» dice Vicky, prendendo un sorso del suo champagne. Lei e sua sorella, con addosso i loro identici vestiti rossi con un aberrante Babbo Natale sorridente stampata sulla gonna, sono rimaste in un angolo della stanza, a osservare la scena del cumulo di bambini al centro del tappeto che dimenano le anche e i bacini al suon di Jingle Bells Rock mentre adulti seduti intorno a loro battono le mani a tempo.
Vicky scoppia a ridere, appoggiando la schiena contro il muro. In testa indossa un cappello da Babbo Natale che si affloscia contro i suoi capelli castani. Anche Wendy avrebbe dovuto indossarlo per completare il look, ma si è rifiutata categoricamente, dato che sarebbe risultato troppo in contrasto con il colore dei suoi capelli.
«Ma come, Wen, credevo adorassi darti alla pazza gioia su Santa Claus Is Coming To Town e abbuffarti di dolci natalizi come ogni anno».
«Dimentica quello che ti ho detto: ricordami perché non ho ancora provato a scappare neanche una volta da una di queste feste» ribatte Wendy, ma cerca di nascondere il suo sorriso bevendo un altro sorso di champagne.
«Oh, così puoi correre dal tuo nuovo fidanzato
Wendy per poco non soffoca nel suo champagne. Vicky la sta guardando con un ammaliato sopracciglio alzato, mentre sente la sue guance diventare sempre più rosse.
«Non… non è affatto così!» prova a dire Wendy tra i colpi di tosse.
«No certo, e tu non diventi del colore di un aragosta ogni volta che parliamo di lui».
Merda.
Maledetto il giorno in cui ha finalmente detto a Vicky che lei e Martin stavano insieme. Non solo si era dovuta sorbire esaltazioni e abbracci entusiasti, oltre alle assolutamente evitabili battute sul “siamo state con lo stesso ragazzo, siamo anche sorelle di pene”, adesso deve anche subire le costanti stuzzicate di Vicky a riguardo.
«Sul serio, però» riprende sua sorella poco dopo, in un improvviso tono serio. «Sono felice per te e Martin, davvero. Era da tanto che tu gli piacevi».
«Ehm, a proposito, grazie… per il libro» dice Wendy, tenendo gli occhi fissi sul giallo del suo champagne. «Voglio dire, so che hai praticamente rubato e venduto il mio libro a mia insaputa, ma penso che se non lo avessi fatto io starei ancora qui ad abbattermi e a piagnucolare su quanto faccia schifo come scrittrice».
«Non devi ringraziare me, è Martin che ha fatto tutto alla fine. Io ho solo fatto il lavoro sporco da criminale». Vicky le fa l’occhiolino e Wendy si ritrova a riflettere il suo sorriso. «Ma devo anche chiederti scusa. So di non aver avuto il comportamento più onesto nei tuoi confronti. Ti ho mentito sul libro, e su Martin e su tutto il resto. E, ti giuro, ogni volta che lui mi pregava di tenere il tutto segreto mi sentivo morire dentro, perché ti ho sempre detto tutto e avrei dovuto mentire alla mia amata sorellina e per questo mi sentivo tremendamente in colpa. Ma l’ho fatto perché ti voglio bene, e perché non voglio nient’altro che vederti felice».
«Lo so, e ti voglio bene anche io» dice Wendy, guardando negli occhi sua sorella. Poi si lascia uscire un lungo sospiro, pensando a ciò che sta per dire. «E grazie per non odiarmi perché il tuo primo amore si è scoperto essere sempre stato innamorato di me in realtà».
«Oh, lo sapevo! L’ho sempre saputo, Wendy!» afferma Vicky, e a questo punto Wendy si ritrova a fissarla con occhi spalancati, causando la risata di sua sorella. «Parlava in continuazione di te, mi faceva così tante domande che un giorno, penso fosse giusto poche settimane prima che ci lasciassimo, per l’esasperazione mi arrabbiai con lui e gli gridai contro: “cosa c’è, ti piace mia sorella per caso?”. Indovina che cosa mi rispose».
Wendy rabbrividisce solo all’idea.
«Non oso immaginare l’imbarazzo».
«Fu decisamente imbarazzante, ma ormai è inutile continuare a rimuginare sul passato» Vicky inizia a osservarsi intorno, e Wendy automaticamente inizia a fare la stessa cosa. «Guardaci adesso, Wen. Sei felice, hai un ragazzo, un libro in arrivo, oltre ad avere una sorella meravigliosa come me. A che ti serve pensare al passato?»
Forse Vicky ha ragione, forse non serve a niente pensare al passato. Forse era veramente ossessionata dal passato, come le aveva detto Martin quella volta, ma forse le cose sarebbero cambiare adesso.
Wendy non lo sa, ma si sente così leggera, così felice. E non le interessa di sapere cosa è successo, né le può importare nulla di cosa succederà in seguito, perché è adesso quello che conta. Se ne sbatte di dove sarà tra vent’anni, di cosa ne sarà del suo libro o se mai ne scriverà un altro, delle eventuali difficoltà che arriveranno, non le interessa nulla di nulla. Ciò che le interessa per il momento è di trovarsi alla festa della sua amata sorellina, con un’enorme faccia di babbo natale stampata sulla gonna, e la sorella migliore del mondo di fianco a lei.
Wendy sta quasi per ringraziare Vicky di tutto, quando sua sorella la precede e parla prima di lei.
«A proposito, non odiarmi, ma dovevo farmi perdonare in qualche modo…»
Wendy aggrotta le sopracciglia, senza capire a cosa si stia riferendo.
«Cosa-»
All’improvviso il campanello di casa suona.
Wendy non ha nemmeno il tempo di registrare cosa stia succedendo, che sua madre è già corsa ad aprire la porta. Da dietro spunta fuori Martin, vestito elegantemente e con un colorato mazzo di fiori in mano.
«Oh, Martin Forres, da quanto tempo!» esclama sua madre, guardandolo sorpresa. «A che cosa devo la splendida visita?»
Wendy si precipita verso di loro prima che Martin possa risponderle e causare ulteriori disastri.
«Martin! Cosa- cosa ci fai-»
Non ha nemmeno il fiato per continuare la frase. Si lancia sguardi confusi in silenzio con sua madre e Martin, nessuno sembra capire la situazione.
«Ehm…» è Martin il primo a parlare. «Io…»
«Sono stata io ad invitarlo».
Wendy si volta sconvolta verso Vicky, che li ha raggiunti e si è posizionata di fianco a lei dopo averle rivelato la catastrofica notizia.
«Eh?» sussurra Wendy, avvicinandosi a sua sorella, sempre più confusa. «…Perché?»
«Oh, insomma, Martin fa parte della famiglia adesso. Lo conosciamo da anni e in più adesso che state insieme-»
Wendy deve trattenersi dallo strillare a quel punto.
Cosa diavolo è venuto in mente a Vicky di dire una cosa del genere davanti a sua madre? Per ora sua sorella è l’unica a sapere di lei e Martin, non passano neanche due settimane e ha già rivelato il segreto al mondo intero?!
La reazione di sua madre tuttavia è ciò che la sconvolge più di tutto il resto.
La donna alza semplicemente le sopracciglia ed esclama, senza la minima sorpresa:
«Oh, ottimo. Ce ne avete messo di tempo».
Mh… Cosa?
Quindi anche sua madre sapeva che Martin aveva una cotta per lei?
Wow, deve fare veramente schifo a capire i segnali se perfino sua madre, una persona che non sa nemmeno usare google senza causare una guerra nucleare di scala mondiale, ci era arrivata prima di lei. Wendy si morde le labbra, mentre Martin sposta lo sguardo sulle tre donne vestite da Mamma Natale davanti a lui.
«Io… mi dispiace, non lo sapevo» si scusa lui, mentre le guarda confuso (Wendy non sa se sia per via della situazione altamente imbarazzante o per via dei vestiti che indossano – ugualmente imbarazzanti) «Vicky mi aveva detto che non c’era problema se passavo… posso anche andarmene se-»
«Assolutamente no! Grazie per i fiori comunque!» lo interrompe Vicky, strappandogli di mano il mazzo di fiori con talmente tanta violenza che alcune foglie si staccano e cadono per terra. Sua sorella si avvicina poi velocemente a sua madre e la prende a braccetto. «Vieni mamma, credo che lo zio Thomas si sia soffocato con una tartina…».
In un attimo impercettibile, sua madre e sua sorella si rifugiano in salotto, dove la musica e la festa stanno continuando, abbandonando Wendy e Martin in silenzio sul vano della porta.
«Ehm, scusami, Vicky mi aveva detto che ne eri al corrente» dice Martin, interrompendo per primo l’imbarazzante silenzio tra i due. «Me ne vado se ti creo problemi-».
Martin si volta per andarsene ma Wendy gli afferra una mano fermamente.
«No! No… Davvero, non sono arrabbiata con te. È solo Vicky che…insomma, ha dei modi un po’ strani nel risolvere le cose. Resta, mi fa piacere, davvero».
Martin evidentemente si lascia convincere da quelle parole, perché le mostra un sorriso e la segue all’interno della casa, la sua mano ancora stretta a quella di Wendy.
Non fanno nemmeno in tempo a incamminarsi verso il salotto, che si ritrovano Millie in piedi davanti a loro a sbarragli la strada, in tutto il suo metro e venti di magnificenza, che fissa Martin dall’alto in basso con sguardo truce.
È ovvio che Martin si sente in imbarazzo ad essere guardato dall’alto in basso da una bambina di nove anni con delle corna da renna in testa, per questo resta per un attimo in silenzio, ma Millie interviene prima che possa fare domande:
«Sei il ragazzo di Wendy?» domanda la bambina bruscamente.
Martin lancia uno sguardo confuso a Wendy, a cui la ragazza non sa davvero come rispondere.
«Ehm… sì…?» risponde Martin.
A quel punto Millie sposta i suoi occhi minacciosi da Martin e li posiziona invece su Wendy.
«Wendy, perché il tuo ragazzo è così bello? Voglio sposarlo io. Lascialo, così si può sposare con me».
Wendy ricambia lo sguardo truce di sua sorella. Martin adesso è evidentemente ammaliato dalla situzione, dato che Wendy lo sente ridacchiare dietro di lei.
Ah, quanto detesta quella bambina.
«Non è un tantino troppo vecchio per te, eh Millie?» dice Wendy a denti stretti.
«Fa niente! Aspetterò qualche anno così divento abbastanza grande per sposarlo, va bene?»
Wendy sta per trascinare via Martin dalle grinfie di quel mostro sotto mentite spoglie che è la sua sorellina, quando Millie la supera in velocità, e afferra la mano libera di Martin e inizia a spingerlo via da lei.
«Comunque mi serve qualcuno che metta la stella sull’albero» dice Millie, rivolgendosi esclusivamente a Martin. «Sei alto, quindi sei perfetto, vieni».
Martin non ha nemmeno il tempo di ribattere che viene letteralmente trascinato in salotto da Millie. Tuttavia, a giudicare dal sorriso ammaliato sulle sue labbra, è evidente che gli sta bene così.
Wendy è lasciata da sola davanti all’ingresso ad ascoltare le strilla divertite dei bambini e le canzoni natalizie al massimo volume nella stanza di fianco.
Sospira.
È quasi del tutto certa che un giorno finirà per uccidere le sue sorelle.
Non sa ancora in quale ordine, ma ci sta lavorando.
 
 
«Bene, direi che hai fatto ufficialmente colpo su tutta la mia famiglia» ridacchia Wendy, prendendo l’ultimo sorso di champagne rimasto nel suo bicchiere. «Non che sia difficile, ovvio».
Martin sta ancora ridendo quando si posiziona stremato contro la parete davanti a lei. In due ore è riuscito a conquistare non solo i suoi genitori, che lo amano follemente, e i suoi zii, che si sono rivelati tutti dei grandi fan del suo libro e hanno passato quasi tutta la serata a fargli domande a riguardo, ma è anche diventato l’idolo di tutti i bambini presenti alla festa, Millie compresa, cosa della quale Martin è decisamente lusingato.
In due ore ha anche guadagnato un cerchietto con orecchie da renna identico a quello di Millie e degli enormi occhiali verdi di plastica con la scritta “Buon Natale” in alto, che sta indossando in questo momento.
È veramente ridicolo ma vedere Martin in quello stato, a sorridere incessantemente come se stesse vivendo il giorno più bello della sua vita, fa fare al cuore di Wendy certi salti mortali da Cirque du Soleil.
«Grazie, apprezzo immensamente il commento».
Si guardano per un attimo in silenzio e in quel momento Wendy è certa di vedere delle supernove negli occhi di Martin.
«Dimmi, Wendy…» le dice Martin, senza staccare i suoi occhi-supernova dai suoi.
«Mh-mh?»
«Per caso lo hai fatto apposta a posizionarti in questa parte della stanza?»
«Perché me lo chiedi?»
«Perché sei esattamente sotto a un vischio».
Wendy mentirebbe se dicesse che non lo ha fatto apposta, ma non osa rivelarlo ad alta voce. Perciò commenta:
«Può darsi».
Sì, può darsi che si sia posizionata apposta sotto al vischio ad aspettare Martin. Può darsi anche che le supernove nei suoi occhi siano esplodendo altrettanto, non le è dato saperlo, ma le sente più che mai.
Può darsi che baciare un ragazzo con addosso delle orecchie da renna sotto a un vischio sia più spettacolare di quanto avesse mai creduto.
  
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