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Autore: queenarya    04/07/2019    1 recensioni
Durante l'estate del suo quarto anno, Hermione Granger riceve una lettera dai gemelli Weasley. Questi le comunicano della punizione del fratello e che continueranno a scriverle al posto suo. Inizia una corrispondenza di posta tra i tre, e, quando Hermione va a casa Weasley per recarsi alla Coppa del mondo di Quidditch, si accorge di un clima diverso. L'amicizia con i gemelli è qualcosa che è evidente si possa formare nel tempo. Così inizierà il suo nuovo anno ad Hogwarts e la sue nuove amicizie.
>(Storia creata perché Hermione merita altri amici e mi piace l'idea che i gemelli, Angelina, Katie, Alice e Lee facciano parte del suo gruppo di persone preferite.)
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Lee Jordan | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Harry e Ron entrarono nella stanza qualche minuto dopo, chiudendo la porta alle loro spalle, sedendosi sui propri letti. Harry allungò la mano verso la gabbia di Edvige, appoggiata sul comodino accanto al letto, aprendola lasciando uscire la civetta, che spiccò il volo andando a posarsi sopra l'armadio, arruffando le proprie piume. Hermione la seguì con lo sguardo in silenzio, ignorando Ron che si era lasciato cadere a peso morto accanto a lei. 

-Mamma sta sgridando quei due.- Spiegò e Hermione dedicò la sua attenzione a lui. Si chiedeva come potessero i gemelli mettersi sempre in certe situazioni, sapeva facesse parte del loro carattere ma avvolte le sembrava che esagerassero. Non sarebbero di certo cambiati, ma cosa avrebbero fatto una volta lasciata Hogwarts? Scosse la testa appoggiando le mani sulle proprie gambe. 

-Se lo meritano, hanno dato una delle loro caramelle a un babbano.- Rispose Hermione stringendo le mani insieme. Esatto, i gemelli avevano sbagliato, e lei era soddisfatta delle urla di Molly che arrivavano fino a lì. Erano stati irrispettosi verso la famiglia di Harry e, per quanto quella famiglia fosse fastidiosa, dare una caramella stregata ad un babbano era un azione sbagliata. 

-Io l'ho trovato divertente...- Si intromise Harry guardando entrambi. Hermione non rispose e Ron sogghignò. Poi Harry alzò il dito ad indicare Leotordo, intento ad arrampicarsi sulla testa di Ron, giocando con i suoi ciuffi rossi, tirandoli con gli artigli.  -Ginny mi ha detto che si chiama Leo... pensavo fossi più bravo a scegliere dei nomi...- Commentò.

-È stata lei a sceglierlo!- Esclamò lui, prendendo il gufo tra le mani, guardandolo, le sopracciglia aggrottate e un broncio in volto. -Leotordo, che nome orribile.-

Una risata riempì la stanza.

-Ora capisco.- 

-Già.-

Ci fu un attimo di silenzio prima che Ron riprendesse a parlare. -Dov'è Grattastinchi?- 

Hermione ci pensò su, appoggiando due dita sul mento, aggrottando le sopracciglia. Quando erano arrivati due giorni prima Grattastinchi era sfrecciato via prima che potesse dire qualsiasi cosa. L'aveva visto solo un paio di volte da allora, e quasi sempre tornava solo per il suo cibo. Quando non cercava cibo riusciva a vederlo in giardino a correre dietro a quei maledetti gnomi di cui si sarebbero dovuti occupare prima della fine dell'estate. Hermione sorrise al pensiero, un po' di lavoro avrebbe fatto bene a tutti e tre per allontanare lo stress creato dall'anno prima. 

-È fuori a rincorrere gli gnomi.- 

Risero di nuovo al pensiero del gatto grasso che correva dietro a quei dannati gnomi che ogni estate infestavano il giardino della Tana. 

-Non me lo immagino Grattastinchi a prendere uno gnomo, sono troppo veloci e troppo intelligenti.- Ron si era sistemato meglio sul letto guardando Harry. -Comunque, Fred e George dovranno dormire qui con noi, Percy e Charlie hanno ripreso la loro vecchia camera. Da quando è arrivato Percy l'ha già riempita di calderoni.- 

Harry annuì. -Quindi a Percy piace il suo lavoro?-

-Se gli piace? Secondo papà non verrebbe neppure a casa se non lo costringesse. Oh e Harry, non parlare mai del suo capo, inizierà a parlarti di lui per ore. Sembra innamorato, a parer mio si fidanzeranno da un momento all'altro.- Rispose con aria infastidita. Hermione lo capiva, da quando era tornata alla Tana aveva spesso sentito Percy parlare del suo capo. Provava profonda stima per il signor Crouch e lo dimostrava spesso. La sera prima ne aveva parlato durante la cena: "Il signor Crouch pensa che io sia uno dei migliori arrivi al ministero..."

Nessuno lo ascoltava seriamente, nessuno eccetto il signor Weasley, che annuiva con aria sicura e interessata. O almeno lo faceva durante i primi venti minuti aveva notato Hermione osservandoli.

Hermione sorrise guardando Harry ridere all'affermazione di Ron, era bello vederlo così sollevato, sopratutto ora che aveva anche Sirius dalla sua parte. Si chiese se avrebbe potuto davvero vivere con lui in futuro, forse l'uomo avrebbe sostituito il padre che Harry non aveva mai conosciuto. Lo sperava, Harry se lo meritava in fondo. 

-Hai smesso di rispondere alle nostre lettere, si può sapere perché?- Chiese, prendendo Leotordo dalle mani di Ron, accarezzando piano le piume del gufo per rilassarsi. Sapeva che quella conversazione l'avrebbe innervosita e forse, forse in fondo, sarebbe stata soddisfatta dell'azione di Fred.  

-I Dursley avevano portato Edvige in soffitta, mi controllavano quando le davo da mangiare quindi non sono riuscito a mandarvi niente. Scusami Hermione.- Distolse lo sguardo lui abbassandolo con aria dispiaciuta. Lei sospirò, forse alla fine un po' se l'erano meritato i Dursley... giusto un po'. Si era spostata accanto ad Harry, lasciando Ron con Leotordo, e aveva accarezzato lentamente la sua schiena con la mano. 

-Non è colpa tua... Non sei riuscito a metterti in contatto neppure con Sirius immagino...-

-Gli ho scritto due lettere all'inizio dell'estate, mi ha risposto e sembra stare bene. Speriamo continui così.- I tre annuirono.

-Penso abbiano smesso di litigare.- Mormorò Hermione ascoltando l'improvviso silenzio. 

Ron annuì. -Forza, andiamo ad aiutare mamma con la cena.- 

 

/

 

Quando Hermione entrò in cucina notò la rabbia della signora Weasley per ciò che avevano fatto i gemelli, di certo doveva aspettarselo che avessero qualcosa in mente dall'attimo in cui avevano preso una manciata di metropolvere e avevano sogghignato esclamando "Numero 4 di Privet Drive". Ma non si era preoccupata e ora i Dursley erano sicuramente inferociti con la sua famiglia. Se Molly non sopportava qualcosa, era essere giudicata dalle altre famiglie; per questo si era sforzata tanto di conoscere i genitori di Hermione e di andarci daccordo. Ovviamente con i Dursley era diverso, Hermione sapeva che anche la signora Weasley non sopportava quella famiglia, e che voleva andarci daccordo solo per rendere la vita più facile ad Harry. Cosa non proprio semplice.

-Ceneremo in giardino.- Esclamò voltandosi, posando una manciata di piatti tra le mani di Harry e Ron, che si guardarono prima di annuire. -Non c'è posto per così tante persone qui dentro.- Impacciatamente si girò verso Hermione, un mestolo sporco in mano. 

-Hermione, cara, ti dispiacerebbe occuparti delle posate?- Lei annui, avvicinandosi ad un cassetto iniziando a scegliere le posate con attenzione, ascoltando Harry e Ron ridere mentre uscivano in giardino per raggiungere Charlie e Bill. -Dannazione, quei ragazzi non hanno proprio un briciolo di ambizione.- Sentì Molly borbottare tra se e se con aria preoccupata. -Tutto ciò che fanno è correre in giro e fare scherzi... non studiano neanche...-

Hermione capiva la preoccupazione della signora Weasley, era la stessa che aveva lei. Era ovvio che studiare fosse qualcosa di davvero importante, ed era ancor più ovvio che ne andava del suo futuro e di qualsiasi lavoro avrebbe voluto fare. Era per questo che aveva chiesto alla professoressa McGranitt di procurarle una giratempo prima del terzo anno. Si fermò dal prendere le forchette, un pensiero le attraversò la mente. Se non avesse preso quella giratempo non avrebbero mai salvato né Sirius né fierobecco... 

Fortuna vuole che l'avesse fatto e ora, per quanto quell'anno fosse stato difficile, era davvero soddisfatta della cosa.

Si chiese che fine avrebbero fatto i gemelli una volta finita la scuola. Sapeva che a nessuno dei due sarebbe piaciuto lavorare in un ufficio come Percy, e sopratutto, non ci sarebbero riusciti a causa dei loro voti. Era preoccupata per loro, almeno un pochino, per questo aveva deciso che, durante quell'anno, avrebbe fatto di tutto per farli studiare almeno un po'. Dopotutto doveva aiutare la signora Weasley in qualche modo...

-Hermione, sbrigati con quelle posate!- Aveva esclamato Ron affacciandosi sulla cucina dalla finestra aperta, riportandola indietro dai suoi pensieri e facendola scattare fuori.

 

/

 

Giunta fuori la prima cosa che notò furono i gemelli, seduti sull'erba, entrambi con dei sorrisi enormi in volto. Si era avvicinata, ignorando la battaglia fra tavoli che Charlie e Bill stavano conducendo sotto lo sguardo curioso e catturato di tutti. Giocare con dei tavoli quasi fossero bambini, qualcosa che Hermione non capiva. Che c'era di divertente nel sbattere un tavolo contro un altro per vedere quale dei due sarebbe stato distrutto prima? 

-'Mione!- Esclamarono i due in coro notandola. Fred si spostò dal fratello per lasciarle un posto in mezzo a loro. -Siediti.- Sorrise George indicando il posto ora libero, l'erba schiacciata nel punto in cui prima era seduto Fred. Lei si lasciò cadere in mezzo a loro, incrociando le gambe guardando a sua volta la battaglia tra i due tavoli, ascoltando le risate di Harry, Ron e Ginny seduti più avanti.

 Avrebbe dovuto far loro una ramanzina, lo sapeva, dir loro che erano stati irrispettosi nei confronti dei Dursley, però decise di restare in silenzio, godendosi l'aria fredda di quella sera che scompigliava i loro capelli, ascoltando le risate degli altri.

-Mi dispiace essermi perso le loro faccie.- Borbottò improvvisamente Fred guardando il cielo sopra di loro con aria pensierosa, le labbra schiuse e gli occhi socchiusi. Lei lo osservò in silenzio, guardando i suoi ciuffi rossi fin troppo lunghi coprire il suo volto a causa del vento. Alzò a sua volta lo sguardo sul cielo sentendo George muoversi appena accanto a lei per mettersi comodo. 

Restò in silenzio per qualche altro istante, ascoltando le urla di Percy, affacciatosi dalla sua finestra per chiedere un po' di silenzio. Poi strinse dei ciuffi d'erba tra le dita. 

-Dovrete mettervi a studiare quest'anno.-

-Eh?- I due gemelli abbassarono lo sguardo nello stesso istante, guardandola con un espressione confusa, le sopracciglie sollevate. 

-Non scherzare 'Mione, ti abbiamo già detto come la pensiamo sullo studio.- La guardò Fred.

-Non fa per noi.- Aggiunse George.

-No.-

-Per niente.-

-Invece fa per voi! Eravate i migliori al primo anno, perché diavolo avete smesso di esserlo? I vostri stupidi scherzi non vi daranno un lavoro... e vostra madre è così preoccupata per voi!- Esclamò lei, alzando lo sguardo prima su George spostandolo poi su Fred. Entrambi avevano assunto un aria infastidita, forse aveva detto qualcosa di offensivo, o forse aveva toccato un qualche tasto dolente. Quando George appoggiò una mano sulla sua spalla lei sobbalzò, voltandosi a guardarlo. Restò in silenzio guardandolo sorridere mentre stringeva la presa.

-Non preoccuparti Granger, riusciremo ad inventarci qualcosa.-

Poi si alzarono, entrando in casa per andare a recuperare Percy.

 

/

 

La cena fu rilassante per Hermione. Lei, Ron e Harry rimasero vicini a ingozzarsi del cibo preparato da Molly. Harry fu il più vorace, e quando una delle pietanze gli andò di traverso lei non fece a meno che ridere, colpendo con piccole pacche la sua schiena. 

-Vacci piano Harry, non c'è fretta, c'è ancora tanto cibo.- Disse.

-Hermione ha ragione Harry, se muori mangiando il cibo di mamma ti perdi le prelibatezze di Hogwarts!- Esclamò Ron subito dopo, un pezzo di carne in bocca, il naso sporco di sugo. Hermione ricordò il loro primo anno, la prima volta che li aveva incontrati in quello scompartimento colmo di caramelle. Il primo amico di Harry. E poi lei era entrata parlando con il prescelto, non sapendo che nel giro di qualche mese avrebbero affrontato le sette prove per trovare la pietra filosofale e fermare Raptor, rivelatosi il vero nemico. E poi l'anno dopo, con Ginny nella camera dei segreti e lei pietrificata. E l'anno dopo ancora, salvando Sirius Black, il criminale, dalla morte. Quante ancora ne avrebbero dovute affrontare loro tre, insieme?

Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger. Erano davvero un trio strano.

-Oh Ron come al solito pensi solo al cibo.- Commentò Ginny seduta accanto al fratello, guardando male il suo naso sporco, restando però in silenzio. Hermione non disse nulla a sua volta, seguendo l'esempio di Ginny.

-Ginny ha ragione Ron.- Annuì lei, appoggiando la forchetta di lato. In quel movimento il suo gomito sbattè contro quello di uno dei gemelli. Lei alzò lo sguardo analizzandolo per qualche istante. -Scusa George.- Mormorò, allontanando il braccio sotto lo sguardo del rosso. 

-Come fai a capirlo?-

-Cosa?-

-Come fai a capire che sono George e non Fred?- 

Hermione restò in silenzio per un po'. Non ci aveva mai pensato, eppure una volta anche lei non riusciva a riconoscerli, cos'era cambiato? Ripensò a due giorni prima, Fred davanti a lei, quel ghigno impresso in volto, i capelli scompigliati... poi ricordò i suoi occhi, tornando a guardare George. 

-I suoi occhi... hanno il colore del miele. Sono più chiari dei tuoi.- Mormorò tornando a rivolgere la sua attenzione sugli altri, quella spiegazione sarebbe bastata, almeno credeva. 

George non disse nulla.

 

/

 

La mattina dopo fu Ginny a svegliarla, scuotendola delicatamente. Lei socchiuse gli occhi a guardare la rossa, mugulando appena tirandosi su, stiracchiandosi. Era già vestita e pronta a partire, ma Hermione sapeva che avrebbe aspettato lei prima di raggiungere i fratelli.

-Forza Hermione, non vorrai mica arrivare dopo i ragazzi!- La sentì esclamare mentre si sistemava i lunghi capelli rossi, passando lentamente una spazzola su questi ultimi. Avvolte si chiedeva come sarebbe stata lei con i capelli lisci rispetto al solito cespuglio che si ritrovava in testa ogni mattina. Si chiuse in bagno, uscendo poco tempo dopo già vestita, guardando Ginny porgerle la spazzola. Provò a pettinare i terribili capelli che si ritrovava ad avere ma non ci riuscì, così si arrese lasciando la spazzola di lato. Fu Ginny a prenderla, sedendosi sul letto, iniziando a pettinarglieli con calma, un piccolo sorriso in volto.

-È troppo presto non credi?- Chiese, la spazzola a sciogliere i tanti nodi presenti nei suoi capelli.

-Beh recarsi alla Coppa del Mondo di Quidditch impiega del tempo. Non so quanto. Andiamo tutti alla fine giusto?- Rispose lei stringendo le gambe al petto, sistemandosi meglio sul letto. 

Ginny annuì. -Mamma ci ha messo un po' a convincere Percy, voleva terminare il suo lavoro per il Signor Crouch. Purtroppo ci è riuscita.-

Hermione rise annuendo appena. -Non ci parlerà di lui una volta giunti lì vero?-

-Non ne sono sicura, potrebbe.- 

Risero entrambe, Ginny ad accarezzare lentamente i capelli della ragazza, allontanando la spazzola guardandoli. -Ecco qua, ora sono pettinati.- Esclamò alzandosi, avvicinandosi ad un mobile accanto all'armadio, prendendo uno specchio tondo da quest'ultimo, porgendolo alla ragazza. -Visto? Con un po' di impegno puoi sistemarli.- 

Hermione si specchiò e annuì. Ginny aveva ragione, ora che i suoi capelli erano più ordinati si alzò sistemandosi i vestiti.

-Grazie.- Sorrise alla rossa che ridacchiò con aria soddisfatta.

Molly decise di entrare in camera in quel momento agitando le braccia paffute, costringendo entrambe a scendere le scale per recarsi in cucina. 

 

/


Hermione si guardò attorno, era sempre più buio quando l'alba stava arrivando e non si stupì quando, qualche attimo dopo, l'orizzonte si colorò di una luce rossastra. Lei e Ginny si erano staccate da Harry, Ron e il signor Weasley e stavano proseguendo dietro i gemelli, ormai a pari passo con loro.

-Che vi ha detto mamma per farvi arrabbiare così tanto?- Chiese Ginny, affiancandosi a George, Hermione si sistemò accanto a Fred ignorando l'occhiata che le lanciò.

-Ha preso le nostre caramelle quella donnaccia.- Borbottò Fred in risposta. 

-Ci abbiamo lavorato per mesi.- Spiegò George alla sorella, imbronciandosi improvvisamente. 

Hermione restò in silenzio. Avrebbe voluto intromettersi, dire che se lo meritavano e che così avrebbero studiato di più. Ricordare ad entrambi che i loro studi erano più importanti delle loro invenzioni e che così avrebbero trovato un ottimo lavoro in futuro. Si sentì in colpa però, neppure Harry e Ron studiavano molto, il giusto per prendere dei buoni voti, buoni, non ottimi. Nonostante ciò lei non diceva niente a nessuno dei due. Così restò in silenzio.

Camminarono per altri dieci minuti in silenzio, Hermione iniziò a sentire fatica mentre salivano una collina. Non era abituata ad attività così movimentate, per una che stava sempre china sui libri soltanto camminare era stancante. Fred sembrò accorgersene e Hermione si stupì quando si fermò, abbassandosi davanti a lei.

-Che cosa...?-

-Sei stanca no? Forza sali.- Un sorriso si formò sulle sue labbra. Hermione guardò Ginny e George, che non si erano fermati ad aspettarli, continuando a camminare, poi si era girata osservando Ron, Harry e il signor Weasley avvicinarsi parlando di regole, del ministero, dei mestieri del mondo magico, tutte cose che interessavano ad Harry evidentemente.

Esitò prima di fare un passo in avanti, salendo piano sulla sua schiena, circondando il suo collo con le braccia, reggendosi. Fred si tirò su con agilità riprendendo a camminare con un aria soddisfatta in volto.

-Non sono pesante?-

-Non proprio cara 'Mione.- Le aveva risposto nascondendo la fatica che stava provando salendo quella dannata collina. Hermione si strinse meglio, guardando di lato prima di chiudere gli occhi.

-Grazie, Fred.-

-Come fai a sapere che non sono George?-

Lei pizzicò la sua guancia facendolo trasalire. -George stava parlando con Ginny, era palese.-

-Touché.-

 

/

 

Una volta arrivati sulla cima Hermione scese lentamente dalla schiena di Fred. Lo guardò per qualche istante prima di sorridergli, non se l'era aspettato un gesto tanto gentile da parte sua ma non le era dispiaciuto. Avrebbe voluto davvero formare un amicizia con i gemelli e magari portarli a studiare di più. Avrebbe voluto urlare anche i loro nomi durante le partite di Quidditch, nonostante odiasse lo sport, sedersi accanto a loro in Sala Grande, sgridarli per le loro invenzioni...

Sarebbe stato divertente.

Allungò le mani, circondando il braccio di Fred che sobbalzò per il movimento improvviso, guardandola confuso. Lei sorrise appena prima di tirarlo verso gli altri, i capelli nuovamente disordinati dopo tutto quel movimento. Era stato bello finché era durato, pensò, raggiungendo il resto del gruppo. Lasciò andare il braccio di Fred riunendosi a Ginny. 

Due alte figure erano ferme poco lontano da loro, il primo, un vecchio uomo con un cappello in testa, alzò la mano a salutare il signor Weasley. 

-Amos!- Esclamò questo, avvicinandosi con un sorriso alla figura, scambiando un abbraccio con l'uomo. Hermione si affrettò per restare dietro agli altri, fermandosi nuovamente quando Il signor Weasley si voltò, una mano tesa ad indicare l'uomo accanto a se. -Lui è Amos Diggory, lavora per l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.- Amos sorrise alzando il capello per qualche istante. -E penso che conosciate già Cedric Diggory.- 

Hermione non fece a meno che notare come sia Harry che Ginny trasalirono, fissando il ragazzo con interesse. E lei stessa non fece a meno che guardarlo, dopotutto Cedric Diggory era un bel ragazzo. Alto, capelli castani scompigliati, un sorriso enorme che formava due adorabili fossette sulle sue guance. Gli occhi erano di un grigio profondo, attraversati da una luce calda. Hermione sapeva fosse il Capitano e il Cercatore della sua squadra di Quidditch e che appartenesse a Tassorosso. Sapeva anche che Fred e George non lo vedevano di buon occhio dopo la vittoria a Quidditch dell'anno passato. E in fondo li capiva, quasi tutta la casata di Grifondoro la pensava nello stesso modo.

-Ciao.- Salutò Cedric passando lo sguardo sui presenti, sorridendo appena ad Harry che distolse lo sguardo.

-Ciao.-

Furono lei e Ron a trasalire quando il Signor Weasley fece le presentazioni e Amos Diggory si avvicinò ad Harry, osservandolo sorpreso. -Harry Potter?- 

-Sì...- Hermione si girò a guardare Harry, tirando una gomitata a Ron, fermo accanto a lei. Sapevano entrambi che Harry si era da molto stancato della fama che aveva. Una fama che non avrebbe mai voluto. Gli era costata la vita dei suoi genitori e non gli importava di essere il prescelto e aver sconfitto Voldemort tre volte, non gli importava perché, per quante volte avesse ancora sconfitto il Signore Oscuro, Lily e James Potter non sarebbero tornati indietro. 

Mai.

Ron annuì accanto a lei, facendo dei passi fino ad affiancarsi ad Harry. -Dobbiamo andare, vero papà?-

Hermione si sistemò dall'altro lato, prendendo la mano di Harry nella propria, sorridendogli come a dirgli che era tutto okay, che non doveva sforzarsi perché loro erano con lui.

Harry sorrise a sua volta.

-Cedric mi ha parlato di te! Ci ha raccontato tutto della partita che avete giocato l'anno scorso. Io gli ho detto che è qualcosa di cui potrà andare fiero, ha battuto Harry Potter!- Hermione restò in silenzio stringendo più forte la mano di Harry. Le espressioni sui volti di Ron, Ginny, Fred e George mutarono, erano infastiditi.

Hermione a sua volta sentì una sensazione di bruciore al petto mentre si mordeva il labbro per non rispondere male all'adulto. Insomma, Harry era caduto dalla scopa, era stato attaccato da dei dissennatori, avrebbe potuto morire. Non c'era niente di cui vantarsi.

Cedric fece un passo in avanti con aria imbarazzata. -Papà, Harry è caduto dalla scopa, te l'ho già detto... è stato un incidente.- 

Harry distolse nuovamente lo sguardo in silenzio, ricambiando questa volta la stretta alla mano di Hermione.

Fu il Signor Weasley a interrompere la conversazione ma il gruppo non ascoltò più i discorsi dei due adulti, tutti evidentemente infastiditi dal comportamento di Amos Diggory.

-Scusate.- Sussurrò Cedric, rivolgendo l'attenzione ad Harry con aria dispiaciuta, seguendo poi il padre.

-Che razza di idioti.- Borbottò Ron sottovoce.

-Però lui è carino.- Si intromise Ginny affiancandosi a loro mentre si avvicinavano ad un vecchio e logoro stivale.

Ad Hermione parve di sentire un "Già" uscire dalla bocca di Harry.

 

/

 

Quando la passaporta si attivò e Hermione riuscì a guardarsi attorno notò di essere caduta tra i gemelli. Questi ultimi stavano mugulando massaggiandosi il fondoschiena, poi si voltarono verso di lei sorridendole.

-La prima volta è sempre così.- Dissero in coro, alzandosi. Le porsero entrambi le mani e lei sorrise, scuotendo appena la testa. Si tirò su da sola, ignorando le loro mani ancora tese e i bronci di delusione che si formarono sul loro volto. Si aspettava una delle loro solite reazioni drammatiche ma niente di tutto ciò arrivò perché furono interrotti dalla voce del Signor Weasley, che, finito di parlare con due uomini aveva richiamato la loro attenzione.

-Forza ragazzi andiamo.- Esclamò avviandosi con aria pompante. 

Lo seguirono, camminando per la brughiera deserta senza riuscire a vedere granché. Hermione restò accanto ai gemelli, cercando di capire dove stesse mettendo i piedi, non vedendo niente a causa di tutta quella nebbia. Fu George a prenderla prima che potesse toccare il suolo quando inciampò su una radice, stringendo la presa sul suo polso tirandola su.

-Tutto okay?-

Lei annuì toccandosi il polso prima di guardarlo.

-Grazie George.-

-Sei davvero inquietante sai, ci riconosci senza neppure guardarci.

-Che fai ci guardi di nascosto Granger?- Si intromise Fred con un ghigno.

-Questo non è affatto vero!- Esclamò lei avanzando a passo spedito, affiancandosi ad Harry. Sentì il volto andarle a fuoco per l'imbarazzo. Forse era vero, forse era strano che li riconoscesse così facilmente, ma non significava che li guardassse di nascosto, non l'avrebbe mai fatto!

Finalmente intravidero una casa di pietra e si avvicinarono salutando i Diggory che si avviarono lungo un altra strada. Cedric agitò la mano esclamando un 'A più tardi!' e il signor Weasley iniziò a parlare con il babbano fermo davanti a loro che tranquillamente controllò la sua lista, tornando a guardarli con un sorriso.

-Allora, paga adesso?- Chiese soffermando il suo sguardo sull'unico adulto presente nel loro gruppo di ragazzini. 

Il signor Weasley trasalì. -Ah... sì... certo.- Poi si voltò verso Harry, iniziando a bisbigliare qualcosa con lui riguardo ai soldi. Hermione del canto suo si era avvicinata a Ginny sorridendole appena, sistemandosi accanto a lei.

-Che stanno facendo?- Aveva subito sussurrato  la rossa, incuriosita, guardando Harry indicare i soldi tra le mani del Signor Weasley dicendo qualcosa.

-Credo che tuo padre non sappia contare le valute del mondo babbano.- Rispose lei, ridacchiando appena. Ricordò quando i suoi genitori presero per la prima volta le monete magiche, guardandole come se fossero qualche sorta di magia anche loro. Ci avevano messo un po' ad abituarsi al loro valore e avvolte capitava che si confondessero su quali fossero babbane e quali no.

Sobbalzarono quando un mago apparve accanto al babbano, sussurrando "Oblivion". Il babbano, i cui ricordi ora erano stati cancellati, allungò una mappa del luogo e sorrise. -Arrivederci.-

Il signor Weasley sospirò sollevato. -Grazie.- Disse. Il mago appena apparso guidò il gruppo verso un cancello e lo aprì facendoli passare, sussurrando qualcosa al Signor Weasley che Hermione non riuscì a sentire. Poi si smaterializzò.

Dopo un altra mezz'ora di camminata tra tende enormi e tende piccole, tende decorate con motivi floreali e tende totalmente nere, arrivarono ad un piccolo spazio vuoto, Hermione lesse la scritta presente sul cartello piantato a terra. 

-Weezly?- Chiese guardando Harry, questo scosse la testa alzando le spalle.

 

/

 

La sera dopo aver montato la tenda con immensa fatica, essere scesi al pozzo a prendere dell'acqua, aver incontrato Seamus e aver scoperto l'esistenza di Viktor Krum, Hermione era già troppo stanca per godersi la Coppa del Mondo.

Era sdraiata sul suo materasso quando un rumoroso "GONG" riempì l'aria e Ginny le saltò praticamente addosso con aria eccitata, scuotendola, urlando parole che Hermione non capì, troppo intontita e stanca.

-Forza Hermione dobbiamo andare!- Esclamò la rossa scuotendola nuovamente. Lei si strinse tra le proprie lenzuola, mugulando qualcosa alla rossa come "Non credo di averne più voglia". Ginny la ignorò scattando nella tenda affianco, quella dei ragazzi, tornando qualche attimo dopo, trascinando Fred con se. -Coraggio Fred o perderemo la partita!- Esclamò spingendo il rosso verso di lei.

Fred la guardò dall'alto, passando una mano tra i propri capelli con un aria rassegnata. -Sei stanca 'Mione?- Chiese.

Lei annuì.

-Vuoi che ti prenda in braccio?-

Annuì nuovamente.

Fred sorrise abbassandosi, tirandola delicatamente su, facendola salire sulla propria schiena. Si voltò poi verso la sorella, annuendo appena incamminandosi. Uscirono da lì, camminando tutti tranquillamente verso lo stadio allestito per la coppa del mondo di Quidditch. Hermione si strinse meglio a Fred socchiudendo gli occhi, si sentiva egoista e stupida. Insomma, era Hermione Granger avrebbe dovuto camminare da sola, persino correre da sola se fosse servito. 

Fred avrebbe dovuto buttarla a terra e dirle "Puoi farcela da sola" eppure era lì, a trasportarla faticando il doppio solo per portarla a quella stupida partita di Quidditch. Hermione fu grata.

-Tutto okay?- La voce del rosso giunse a lei come un richiamo distante e le fece aprire gli occhi, allontanandola dai suoi pensieri. Sorrise appena voltando la testa a guardarlo.

-Sai sei fin troppo gentile.-

-Solo per te mia cara 'Mione.- Scherzò lui ridacchiando, mentre scendevano guardando il grande stadio davanti a loro farsi più vicino. -E poi non potevamo certo lasciarti lì.-

-Avrei dovuto restare meno sveglia stanotte... sapevo che ci saremmo svegliati presto.- Rispose lei. Si strinse a lui quando una folata di vento freddo attraversò quella zona, rabbrividendo. Si stupì dell'odore che lasciò il corpo di Fred, i libri che aveva letto dicevano che i ragazzi spesso non avevano un buon profumo, eppure Fred lo aveva.

Odore di Pino, come quelli che crescevano accanto a casa Weasley e in cui lei aveva passeggiato la sera del suo arrivo. Profumava anche di manico di scopa e si stupì di conoscere l'odore di un oggetto tanto indifferente per lei. C'era anche uno strano odore, dovuto sicuramente alle loro invenzioni.

Hermione distolse lo sguardo sentendo una sensazione di calore al petto, era felice di poter parlare con tanta calma con il ragazzo, era qualcosa che non era in grado di fare una volta e ora poteva. Sia con Fred che con George.

-Non importa 'Mione, e poi è divertente trasportarti.- Ridacchiò Fred, stringendo la presa sulle sue gambe per non farla cadere.

Hermione giurò di aver sentito le sue guance accaldarsi.

 

/

 

La partita era durata a lungo, urla, esclamazioni, gridolini eccitati si erano alzati da ogni tribuna. Hermione aveva seguito in silenzio, osservando i giocatori muoversi per il campo, poi, una volta finita ed essersi tappata le orecchie sentendo le urla dei suoi compagni di tribuna si incamminò assieme agli altri verso la loro tenda. 

Ginny, Ron ed Harry stavano parlando con i gemelli poco più avanti, ripercorrendo ogni mossa eseguita nella partita per le future partite di Quidditch che avrebbero giocato una volta tornati ad Hogwarts. Hermione era rimasta più indietro assieme a Bill, Percy, Charlie e il signor Weasley, che a loro volta parlavano  della fantastica partita. Era rimasta incastrata in un gruppo di tifosi con cui non aveva niente a che fare. Così sospirò camminando in silenzio.

Si erano sistemati tutti nella stessa tenda una volta arrivati, Hermione era seduta accanto ad Harry, mezzo addormentato. Restò in silenzio guardando Ron saltare con aria eletrizzata sopra una sedia, iniziando a cantare l'inno della sua squadra, una mano appoggiata sul petto. Lei rise, coprendosi le orecchie per non ascoltare la sua voce stonata. 

-Oh sta zitto Ron!- Lo pregò Ginny che a sua volta si stava coprendo le orecchie, socchiudendo gli occhi. 

Ron fece in tempo ad aprire la bocca per dire qualcosa venendo interrotto dal Signor Weasley che entrò in fretta e furia nella tenda, la bacchetta stretta in mano. Aveva gli occhi sbarrati, la fronte imperlata di sudore e l'aria tesa.

-Alzatevi. Tutti. Presto.- Sbottò tirando su Fred, tranquillamente sdraiato sul proprio materasso. Questo si tirò su a fatica guardando il padre confuso da quella improvvisa agitazione, passando una mano sul volto come a riprendersi dal sonno.

Lei e Harry furono i più veloci a scattare in piedi, portando le mani alle tasche, appoggiandole contro le loro bacchette, pronti a prenderle se fosse stato necessario. Hermione si rese conto di come quei tre anni ad Hogwarts gli avessero resi più reattivi. 

Combattere contro Raptor, sconfiggere un basilisco, scappare da un lupo mannaro e dei dissennatori. 

Non era di certo l'infanzia che si erano meritati, ma erano vivi, ed Hermione non poteva che essere contenta della cosa.

-C.che succede?- Riuscì a balbettare Ron, scendendo dal tavolo e avvicinandosi a Ginny, aiutandola ad alzarsi. 

Hermione sentì solo in quel momento le grida che si stavano alzando fuori dalla tenda. Quelli che prima erano rumori di festa ora erano grida di terrore, esplosioni, pianti, odore di bruciato...

-Forza, fuori. Dobbiamo andarcene!- Esclamò invece il Signor Weasley, senza rispondere alle domande di nessuno di loro. Afferrò Fred e George trascinandoli fuori dalla tenda, iniziando man mano a recuperare gli altri.

Bill circondò la spalla di Ginny, tirandola via con se.

Charlie si mise tra Ron e Hermione, la bacchetta sfoderata pronto a compiere delle fatture su chiunque avesse provato ad avvicinarsi troppo a loro.

Percy invece aveva seguito il gruppo fuori, restando accanto ad Harry.

-Tranquillo Harry.- Gli aveva mormorato sottovoce. -Il Ministero si occuperà di tutto.-

Hermione si avvicinò di più a Ron mentre correvano verso il bosco, il Signor Weasley davanti a loro. Sentiva il suo cuore battere velocemente, il respiro accelerato, lo sguardo a vagare sulle tende che bruciavano, i cadaveri e le urla attorno a loro. Poi ci fu un esplosione che fece bloccare il gruppo. Ron la afferrò, tirandola a se, coprendola dai detriti che stavano cadendo dall'alto. Guardandosi attorno quando niente li colpì.

Charlie e Bill avevano alzato le loro bacchette, esclamando un protego, creando una cupola attorno al gruppo.

-Hermione stai bene!?- Aveva esclamato Fred guardandola, fermandosi poco distante da loro. Lei non l'aveva guardato, alzando lo sguardo su Ron, ringraziandolo.

-Non possiamo fermarci!- Esclamò Bill, spingendo i gemelli a continuare, una folla di maghi, poco distante, stava avanzando lentamente, le bacchette sollevate verso l'alto a reggere tre figure. I loro volti erano incappucciati.  Alcuni di loro abbassavano la bacchetta ogni tanto, vedendo dei sopravvissuti, luci verdi a lasciarne la punta, corpi inermi a cadere a terra.

Hermione sentì i propri occhi pizzicare guardando il cadavere di un bambino vicino ad una tenda, una madre a piangerne la perdita. Seguì i gemelli, correndo accanto a Ron. Le urla attorno a loro aumentarono e lei sentì il suo cuore battere più velocemente. Se il Signor Weasley non fosse arrivato in tempo ci sarebbero state anche le loro urla tra quelle. I loro cadaveri tra quelli a terra. Avrebbero torturato Harry prima di ucciderlo, creando cicatrici orribili sul suo corpo. O l'avrebbero portato dal signore oscuro. 

-Hermione coraggio!- Esclamò Ron voltandosi a guardarla vedendola rallentare. Allungò la mano, afferrando la sua, tirandola con se per farle aumentare il passo. -Non possiamo fermarci!-

Lei annuì, ignorando le tre figure sospese in aria sopra di loro. Cercò di calmarsi stringendo la mano di Ron, correndo assieme agli altri, affiancandosi a Ginny, che sembrava a sua volta terrorizzata. Fred e George avevano già le bacchette in mano, pronti a voltarsi e urlare delle fatture per combattere contro i mangiamorte dietro di loro.

-Sono disgustosi.- Sbottò Ron guardando la figura del bambino sopra di loro venir sbattuta in giro con colpi di magia, la testa a dondolargli da un lato all'altro, come se da un momento all'altro si potesse staccare dal corpo.

-Sì... lo sono.- Ammisero lei e Ginny. Hermione si immaginò al posto di quel bambino, tutto quell'odio per un babbano innocente. Lasciò la mano di Ron aumentando il passo, ora completamente calma, raggiungendo Harry. Non poteva farsi prendere dal panico, ne andava della loro vita e salvezza. Doveva ragionare razionalmente come aveva sempre fatto.

-Seguaci di tu sai chi.- Disse a quest'ultimo che annuì, guardandola. 

-Che ci fanno qui?- Le rispose Harry saltando un cadavere a terra davanti a loro, socchiudendo gli occhi per qualche istante senza dire niente.

-Portano il panico.- Esclamò lei per farsi sentire, sobbalzando sentendo un esplosione accanto a se, coprendosi il volto con la mano per allontanare i detriti. -Dobbiamo andarcene Harry, se ti trovano è finita.- 

Harry annuì.

Bill, Charlie e Percy si formarono improvvisamente guardando il padre, le bacchette alzate mentre guardavano figure conosciute del ministero correre verso i mangiamorte.

-Noi andiamo a dare una mano al Ministero.- Urlarono per farsi sentire sopra il trastuono. Il signor Weasley annuì guardando poi i gemelli.

-Vado con loro, li terremo lontani. Entrate nel bosco e restate uniti. Verrò a prendervi una volta sistemata la faccenda.- Esclamò a sua volta l'uomo. Fred e George annuirono prendendo entrambi Ginny per mano, correndo con lei verso il bosco, tenendola tra loro. Hermione giurò di aver visto un lampo verde passare dietro la testa di Fred, schivandolo solo per un colpo di fortuna, e di aver sentito il cuore fermarsi dal terrore in quell'istante.

-Restateci dietro.- Esclamò Fred lanciando uno sguardo ad Harry. Hermione riprese la calma e annuì affrettando il passo per seguire i due gemelli, guardando Harry e Ron accanto a se. Ce l'avrebbero fatta, se la sarebbero cavata, ancora poco e sarebbero arrivati al bosco. Sarebbe bastato nascondersi.

Improvvisamente una folla di persona travolse i tre. Hermione afferrò la mano di Harry, stringendola, perdendo di vista Ron. Vennerò sbattuti da un lato all'altro dalla folla terrorizzata che correva per la propria sicurezza. Lei strinse la mano ad Harry, sentendo il ragazzo cedere la presa venendo spinto in avanti.

-Hermione!- Esclamò quando le loro mani si lasciarono. Hermione sapeva che, se avesse fatto un passo falso e fosse caduta a terra sarebbe stata la fine per lei. Hermione Granger, morta dopo essere stata schiacciata sotto mille maghi. Così cerco di allungare la mano verso la propria bacchetta, sentendosi soffocare tra quelle persone. Riuscì ad afferrarla improvvisamente, urlando un "Protego".

Quando la cupola trasparente si formò attorno a lei iniziò a correre verso il bosco, la folla a girarle attorno senza colpirla davvero. Riuscì a saltare tra gli alberi cadendo a terra, respirando con aria affannata, una mano premuta contro il petto mentre prendeva grandi boccate d'aria. Strinse la sua bacchetta tirandosi su velocemente, voltandosi a cercare Harry e Ron tra la folla. 

Harry uscì poco dopo, cadendo accanto alle sue gambe e Ron riuscì a liberarsi dalla presa di una donna che cercava di rialzarsi da terra con una fattura. Indietreggiò fino a loro, guardando poi i due con un aria terrorizzata. Hermione scosse appena la testa appoggiando la mano sulla sua spalla.

-Ron non avevi modo di aiutarla... Ti avrebbe buttato giù e saresti morto.- Cercò di tranquillizarlo, spostando lo sguardo su Harry, sospirando sollevata nel riavere entrambi accanto.

-Abbiamo perso di vista Fred, George e Ginny...- Riuscì a dire Ron, la voce spezzata nella preoccupazione mentre guardava quella folla, chissà quale pensiero nella sua mente. -Ho visto l'anatema della morte venir lanciato su Fred, ho visto quella dannata scia verde schivarlo per un soffio... e se...- Hermione appoggiò una mano sulla sua bocca, guardandolo. Il suo cuore aveva iniziato a battere velocemente alle parole di Ron. Non se l'era immaginato quindi... 

Scosse appena la testa. -Sta bene, quei due sono in gamba Ron. Sono sicuramente già al sicuro al contrario di noi. Dobbiamo andare, siamo ancora esposti.-

-Hermione ha ragione Ron, riusciremo ad incontrarli.- Lo tranquilizzò a sua volta Harry.

Una voce fastidiosamente familiare si intromise. -Guardate un po' chi c'é.- 

 

 

N.A Mi dispiace per l'enorme ritardo nel pubblicare il capitolo, è anche leggermente più corto dello scorso. Raccontare la Coppa del Mondo è stato piuttosto frenetico, ho modificato molte scene e credo di essere soddisfatta di come sia stata descritta la scena. Spero vi piaccia.
   
 
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