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Autore: DearYou    30/07/2019    0 recensioni
Sam è colpito da una maledizione invalidante e Dean dovrà occuparsi del fratello. H/c
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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(capitolo non partecipante alla precedente challenge) Stuck with myself :

Tenue, quasi impercettibile il lento fruscio del ventilatore a soffitto che monotono girava sopra la mia testa ormai da ore. Un rumore tanto debole quanto irritante. La fioca luce mi permetteva di scorgerne solo l’ombra confusa; ombra che dopo un paio di ore cominciò a trasformarsi in mille differenti creature.

Respirai a fondo e chiusi gli occhi prima che la paranoia mi facesse perdere definitivamente la testa.

In mia sola compagnia era impossibile prendere sonno ed egoisticamente odiai il respiro pesante di mio fratello beatamente addormentato nel letto accanto.

Prova a dormire io sarò qui a tenerti d’occhio’, aveva detto. Certo, come no, Dean! Gran bel lavoro!

Ma Dean era giustamente stanco, non ero esattamente un bambino ed era impegnativo prendersi cura di me.

Strinsi il pugno… o almeno ci provai. Il mio corpo rimase immobile, abbandonato sul materasso come uno straccio logoro.

Odiavo quella situazione, ero stanco, arrabbiato, avvilito, profondamente imbarazzato da me stesso. Quando sarebbe finita? L’incantesimo sembrava aver avuto intenzione di retrocedere ma quella vaga intenzione era svanita esattamente com’era apparsa. Sembrava quasi che più desiderassi guarire più quell’infezione si fortificava.

Non avevo il coraggio di guardare al futuro, la paura che Dean non riuscisse a trovare una cura mi terrorizzava. Perché Dean la stava cercando, giusto? 

Oltre a dirmi di resistere ancora qualche giorno non lo avevo mai visto fare ricerche, cosa stava realmente facendo per liberarmi da quella prigione? 

Forse Dean sapeva che non c'era cura, forse sarei rimasto così per tutta la mia vita ma non aveva il coraggio di parlarmene.

Il cuore cominciò a trottarmi completamente impazzito nel petto.

Non potevo resistere un minuto di più. 

Strinsi gli occhi e provai a muovermi con tutta la forza che avevo, non so per quanto tempo ci provai ma quando mi arresi ero completamente zuppo di sudore, con il fiato corto e la testa che girava pericolosamente. Stavo ancora recuperando fiato quando un terremoto mi scosse con violenza. Mi lamentai aprendo gli occhi e riconobbi mio fratello chino si di me. Potevo percepire il movimento delle sue labbra ma i fischi nelle orecchie non mi permettevano di sentire nessuna delle sue parole. Mi scosse un altro paio di volte con lo stesso vigore di poco prima e da quel momento in poi la mia testa turbinò con tale violenza da non poter più capire cos’era sopra e cos’era sotto.

Smettila Dean!’, lo implorai incapace di fare altro.

Percepii l’ultima catastrofica scossa.

Smettila! Ho il voltastomaco… io non –‘

La nausea ebbe la meglio. Sentii la bile risalirmi in gola ma lì rimase a schiacciarmi l’esofago, a comprimermi la gola.

“Sam?”

‘Non respiro, Dean

“Sam cosa succede?”

Dean…’

“Sam cos’hai? Sam! Respira!”, il tono di mio fratello suonava strano: molto simile alla voce di quel giovane ragazzo ancora insicuro e spaventato dalla vita che avevo conosciuto tanto tempo prima.

“Respira,”

‘Non pos-‘

L’indefinita sagoma di mio fratello scomparve quando sentii gli occhi roteare all’indietro. La stretta ai polmoni si trasformò in fiamme che presero a divorarmi il petto, la gola, il naso. Appresi che non un filo d’aria sarebbe più entrato nei miei polmoni. Dean era sparito ed il mio corpo inerme con lui, il buio era tutto intorno a me, alcun rumore, alcun senso che mi potesse far sentire ancora vivo se non quell’intenso dolore e la consapevolezza di star perdendo contro quella morsa di asfissia.

Sentii presto sopraggiungere il sonno e supposti fosse una buona alternativa al dolore ma poco prima di scivolargli incontro qualcosa si spinse nella mia gola, insistendo malignamente, portando altra agonia.

Sentii le mie interiora torcersi per un lungo istante poi, riuscii a riassaporare la freschezza dell'aria. Ogni respiro successivo fu una lotta che però ero grato di combattere perché non c’era sensazione più bella al mondo di quella di poter respirare; nonostante il dolore e la lava che mi bruciava da dentro.

“Mi…ace Sammy… dis…anto”

Dean.

“Io non… fratello terribile… dispiace… non sono… prendermi cura di… scusa”

Mi ci volle un po’ per capire cosa fosse successo. Accecato da quella luce bianca ed intensa dopo essere stato al buio per chissà quanto tempo dovetti aspettare un po’ prima di poter riconoscere ciò che mi circondava.

Nella bocca un saporaccio, a terra e sul lenzuolo una macchia dal colore poco incoraggiante.

"Sa... pira...me. Devi... con me" 

Mani rassicuranti, calde e callose mi presero le guance con fermezza e occhi smeraldo riempirono la mia scarsa visuale. Fui obbligato a guardarci dentro e mi chiesi se avessi dovuto mettermi a contare le selle ambrate nelle sue iridi o magari quelle rosse bruciate sulla sua pelle. Sentii i miei respiri calmarsi d’istinto seguendo i suoi; supposi fosse quello che mio fratello voleva perché sembrava soddisfatto da quello che stavo facendo.

“Bravo, così. Pensi di aver finito?”

Potevo sentire l’aria fluire libera tra le mie labbra umide. Non avevo idea cosa intendesse mio fratello, ero davvero confuso per seguirlo ma come poteva pretendere una mia risposta?

Dean passò qualcosa sulle mie labbra e sul naso con minuziosa cura. La sua espressione paziente e caritatevole.

“Allora Sammy? Pensi di aver finito di interpretare una fontanella?”

Dean si aspettava una risposta e cominciai ad agitarmi perché non potevo dargliela, sapeva che non ero in grado!

“Sam, no”, mi ammonì Dean vedendo la mia agitazione.

“Un battito di ciglia per il sì e due per il no, ricordi?”

Giusto.

Sbattei lentamente le palpebre una volta. 

“Pensi che il rubinetto si sia chiuso?”

Ripetei il gesto di poco prima.

“Respiri bene? Qualcosa di traverso?”

Guardai confuso mio fratello per le domande contrastanti.

“Qualcosa di traverso?”, decise di ripetere l’ultima domanda per darmi modo di rispondere.

Ci pensai un attimo. Nei polmoni sentivo un peso opprimente ma dopo essere quasi soffocato era del tutto normale, ero sicuro sarebbe stata solo una sensazione passeggera. Decisi di sbattere un paio di volte le ciglia per allentare l’intricato nodo di rughe sulla fronte di Dean.

“D’accordo, andiamo a darci una ripulita allora”

   
 
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