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Autore: LadyVaderFrancy    25/11/2019    6 recensioni
Un alro piccolo esperimento per i miei nuovi propositi. Oh non c'è bisogno che vi dico chi sono i protagonisti dopo tutto questo tempo, vero? Va bene lo ripeto... i soliti, Severus ed Harry.
Una FF divertente e piuttosto insolita. Se volete sapere di cosa parla... date una sbirciatina dentro. Vi do solo un paio di indizi... pozioni, libri e sentimenti.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Angolino dello scribacchino:

Buona pomeriggio...ah già immagino le vostre testoline che vorticano dicendo, ma Lady è impazzita? Mesi che non pubblica un piffero e poi SBAM...due capitoli nella stessa settimana?

Ebbene sì. E forse per la fine della prossima potrete leggere il finale di questo mio piccolo esperimento.

Bene ma ora passiamo alle cose serie. No fatemi capire una cosa, vi mollo per due anni e tutto il mio super lavoro per farvi recensire dov'è sparito?

Dimenticato come dopo un Oblivion? E' no è! Quante volte ve lo devo ripetere che per chi scrive è importante sapere se la storia piace, ma soprattutto cosa ci vedete voi.

Le cose che vi piacciono, quelle che vi sono rimaste nel cuore.

Sono costretta a togliere punti a tutti!

Vabbè dai basta con le scemenze. Spero però di sentire qualche vocina.

Buona lettura

LadyV.

Ps Un grazie alla mia Beta Seby  che è sempre velocissima a revisionare.

 

Quando Ron ed Hermione tornarono alla torre, trovarono il loro amico e la zona intorno al suo letto in uno stato caotico. Sembrava fosse reduce da una visione di Voldemort. I suoi capelli infatti erano un vero disastro, sul suo viso sfoggiava un'espressione molto cupa e il suo letto era cosparso dalle cose più disparate.

“Harry! Cosa è successo? Hai avuto un'altra visione?” chiese Hermione preoccupata.

“No, non c'era Voldemort stavolta” rispose il prescelto.

“E allora perché hai quella faccia?” chiese Ron. Poi gli sovvenne che il suo amico era appena rientrato, dopo aver scontato una punizione con Gazza. “Giusto la detenzione! E' stata peggio delle altre due?”

Harry rispose con un misto di rabbia e disperazione. “Sì, Piton ha preso il mio libro”.

La riccia lo guardò dubbiosa, in questi ultimi mesi, sembrava che Harry vedesse complotti ovunque, prima Malfoy ora questo! “Sei sicuro? Ma cosa se ne farebbe Piton di un vecchio libro di pozioni? Di certo uno come lui avrà testi molto più impegnativi.”

Il moro allora si alzò in piedi, si sentiva profondamente irritato, “Certo che sono sicuro! Non so come diavolo faccia, ma Piton lo sa che la ricetta che ho usato durante la lezione di pozioni, non era quella del nostro libro di testo e ovviamente lo ha detto a Silente. Me lo ha detto il Preside in persona quando sono stato nel suo ufficio l'ultima volta. E poi da quando a quel bastardo serve un motivo logico per tormentarmi?” si passò una mano tra i capelli “Devo riprenderlo! Stasera, quando tutti saranno a cena!”, poi si voltò, aprì il baule ed estrasse il mantello dell'invisibilità.

“Cosa!? Ma sei impazzito? Non puoi rubare a Piton! Quel pipistrello unto ti ucciderà! E poi per cosa? Uno stupido, vecchio libro. Tu sei matto!”

Harry strinse le mani, stritolando la leggera stoffa magica del mantello di suo padre. Sapeva che i suoi amici non avrebbero capito, ma in fondo lo aveva sperato e comunque aveva bisogno del loro aiuto per riprenderselo. “Voi non capite...”

“Invece capiamo, fin troppo bene, vero Ron? Forse dopotutto è un bene per te. Non vedi che quel libro è diventata un'ossessione? Stai addirittura pensando di infrangere, non so quante regole della scuola, solo per riaverlo. Harry, se Piton ti becca stavolta sarai espulso! Rubare degli ingredienti è una cosa, ma questo... è diverso.”

“No. Non capite! Ci sono delle cose... cose che ho scritto su delle pergamene, che ho lasciato al suo interno, se qualcuno le trova...Piton od altri...sono...”

“Hai scritto delle cose compromettenti su di te e le hai lasciate in giro? Harry come hai potuto! Quali cose? Spero non su tu-sai.chi!” sbottò sconcertata Hermione.

Il moro distolse gli occhi, era stato sciocco da parte sua, ma si era sentito così vicino al principe mentre gli scriveva. “Non molto, solo alcune...forse ...parecchie credo. Capisci ora perché devo riprenderlo? Se Piton le legge, sarò sulla Gazzetta del Profeta per i prossimi 10 anni! Già li vedo i titoli : Harry Potter il salvatore è gay! Oppure il prescelto se la fa sotto all'idea di affrontare Voldemort! Da ragazzo d'oro a scapolo d'oro, chi sarà il fortunato ad accaparrarselo? Tutte le notizie più succose a pag.4”

“Oh Harry...Devi dirlo subito a Silente.”

“Non posso Hermione, quando mi ha chiesto della ricetta, ho mentito...” e poi c'è il rischio che non me lo restituisca.

“Non credo che tu possa recuperarlo stasera, mancano solo 20 minuti alla cena. Non possiamo pensare ad piano, che funzioni, in così poco tempo. E poi per quanto ne sai Piton potrebbe averlo già letto o potrebbe averlo già consegnato al preside o ai giornali. Se non lo fatto allora penseremo a qualcosa dopo cena”.

“Hermione ha ragione. Oggi mi è arrivato un pacco dai gemelli, magari dopo possiamo controllare se tra le loro ultime invenzioni c'è qualcosa di utile!”

Il ragazzo sopravvissuto sospirò affranto, non aveva altra scelta. I suoi amici avevano ragione, poteva essere già troppo tardi. In ogni caso la possibilità di riuscire a sottrarre il libro del principe dalle grinfie del pipistrello senza un piano, erano quasi nulle, per non dire suicide.“Ok allora andate a mangiare, io penserò a qualcosa nel frattempo”.

***

La cena era stata un affare tranquillo, aveva scambiato qualche parola di cortesia con Minerva e con Septima. Mentre stava per alzarsi da tavola, si rivolse a Silente.

“Preside, avrei la necessità di scambiare due parole in privato sulla situazione di Potter”. Non vedeva l'ora di poter dire al vecchio dell'ultima bravata del suo pupillo. Stavolta il moccioso sarebbe stato punito come meritava!

“Mi dispiace Severus, temo dovrai attendere fino a domani. Ho degli affari urgenti da sbrigare.”

Fece una smorfia, aveva già pregustato la conversazione con l'uomo e ora avrebbe dovuto rimandarla. Rispose con un glaciale “Certamente preside”. Poi alzò e si diresse nei suoi alloggi.

Una volta entrato nelle sue stanza private, accese il camino con un unico movimento della sua bacchetta, si tolse il mantello e si versò un goccio di vino elfico. Dunque si accomodò sulla sua poltrona preferita, poi prese il libro che era appoggiato sul tavolino proprio accanto a lui e si concesse qualche minuto di relax, prima di mettersi a lavorare sull'antidoto di Potter.

Potter...il suo tormento. Si chiese se il ragazzo si fosse accorto di aver perso il suo libro. La sola idea che Potter usasse le sue conoscenze, per barare nella classe di pozioni lo infastidiva a morte. Ma cosa poteva aspettarsi dalla progenie di James Potter? Entrambi erano pigri, arroganti, sfacciati, viziati, incuranti delle regole. Inoltre il ragazzo non aveva l'etica del lavoro, l'impegno per lui era praticamente un optional.
Mentre denigrava mentalmente il ragazzo sopravvissuto lo sguardo gli cadde sull'oggetto che gli aveva appena requisito. Istintivamente mise da parte il compendio sugli ingredienti rari del sud est asiatico e si alzò per prendere il testo consunto dal tempo.

Il sesto anno, il primo passato al castello senza l'amicizia di Lily...quanto tempo è passato, eppure mi manchi ogni singolo giorno.

Aprì una pagina a caso era tutta piena di appunti e correzioni. Sorrise a se stesso, quella di prendere appunti direttamente sui testi, era un'abitudine che non aveva mai perso.

Passò l'indice su una delle sue tante note, la sua scrittura giovanile era molto meno appuntita di quella di attuale. Ogni pagina di quel libro parlava della sua passione per la materia, della sua voglia di mettersi alla prova e di eccellere. E lui era un'eccellenza nel suo campo, se solo avesse saputo aspettare, i riconoscimenti sarebbero arrivati da soli. Invece la smania di rivalsa e la brama di vendetta, lo avevano condotto al servizio del Signore Oscuro.

Mentre i ricordi riaffioravano, un paio di fogli di pergamena caddero dal piccolo tomo, che teneva tra le mani. Li raccolse e quando ne lesse il contenuto, impallidì. Erano dei pensieri che aveva scritto molti anni fa! Si era totalmente dimenticato di aver affidato alcune delle sue confidenze alle pagine di quel libro. Erano così intime e private! Come poteva aver commesso una tale idiozia? Parlare di lei in quel modo, dei suoi sciocchi sentimenti da adolescente emarginato.

Li sfogliò uno ad uno: alcuni riportavano solo degli accenni a fatti accaduti in passato, altri delle riflessioni sui suoi sentimenti, altri ancora dei farfugliamenti infantili sulle sue false speranze, ma uno tra tutti colpì la sua attenzione, era una lunga lettera ... che non era stata scritta da lui!

 

Caro Principe Mezzosangue,

non so se riceverai mai questa lettera, ma oggi avevo un estremo bisogno di sentirmi vicino a te e così ho pensato che l'unico modo per farlo, fosse scriverti.

E' stata una giornata particolarmente dura e l'unico momento bello me lo hai regalato tu. Poco fa ho trovato una delle pergamene che penso tu abbia volutamente nascosto nel libro. Racconta di te. Sembrano delle pagine strappate da un diario, non sai quanto vorrei leggerlo, per conoscerti meglio.

Ti penso spesso, molto più di quanto vorrei ammettere. Ho fatto perfino delle ricerche in biblioteca per scoprire chi sei, e credimi chi mi conosce sa che non è uno dei miei posti preferiti qui al castello.

Mi sono chiesto tante volte: chi sei, dove vivi e quanti anni hai. A volte ho perfino sperato che tu fossi uno dei tanti studenti che incrocio ogni giorno nei corridoi, ma poi quando ho capito dalle tue note che sei un Serpeverde, invece ho pregato che tu non fossi più qui

Io sono un Grifondoro e so che per te questo non sarebbe un grosso problema in fondo sei o sei stato innamorato di uno di noi, ma lo sarebbe per me. Non sono molto bravo con le parole, ma cercherò di spiegarti il perché.

Quando sono arrivato al castello, ero un bambino: solo e senza amici, maltrattato e odiato dalla famiglia babbana in cui sono cresciuto. Non sapevo nulla del mondo magico in cui ero stato catapultato. Anzi a dirla tutta non sapevo nemmeno di essere un mago. Non conoscevo il mio passato e nemmeno quello che era veramente successo ai miei genitori. Una delle prime cose che mi è stata detta da coloro che sono stati i miei primi amici, è che i Serpeverde sono cattivi e ecco...io gli ho creduto.

Voglio confessarti una cosa, che solo l'attuale preside di Hogwarts sa, il cappello parlante voleva smistarmi proprio nella tua casa, ma io gli ho chiesto di non farlo, perché il mago che ha distrutto la mia vita ancor prima che io nascessi, era un Serpeverde. Sono passati più di 6 anni da quel giorno, non sono più un bambino e da allora qualcosina l'ho imparata. Oggi so che ci sono persone buone e cattive in ogni casa, ma sono sicuro che se tu fossi qui, saresti tu ad evitarmi e ad odiarmi e io non riuscirei a sopportarlo.

Vedi nella mia vita sono sempre stato giudicato a prescindere da quello che sono e quello che faccio.

Ti faccio un esempio, nel mondo babbano i miei zii e mio cugino Dudley mi hanno sempre detestato perché sono un mago e perché sono stati costretti a prendersi cura di me. Sempre se farmi dormire in un armadio sotto le scale e darmi da mangiare il minimo indispensabile significa prendersi cura di qualcuno. Non c'è stato un solo giorno da quando ne ho memoria in cui loro tutti e 3, non abbiano cercato di rendere la mia vita un vero inferno, per qualcosa che io non potevo e non posso controllare dato che non ho scelto io di essere un mago o un orfano.

Nel mondo magico le cose non vanno meglio, ma qui le persone hanno dei giudizi contrastanti. Alcuni mi idolatrano per qualcosa che mi è successo quando avevo appena un anno e sulla quale non ho avuto il minimo controllo, gli altri mi odiano per lo stesso identico motivo. Quell'evento ha distrutto la mia vita. Ho perso i miei genitori che si sono sacrificati per me, ho perso la possibilità di avere una vita normale, una famiglia amorevole, e forse non avrò nemmeno l'occasione di averle. Tutti loro mi hanno giudicato unicamente in base al mio passato, ma nessuno ha veramente idea di chi io sia e nemmeno gli importa.

Ho sempre pensato, che tutte le voci che circolavano sul mio presunto destino di salvatore, fossero delle esagerazioni o dei falsi miti. Invece pochi mesi fa dopo aver perso tragicamente il mio padrino a causa di un mio grosso errore, ho scoperto che sono vere.

Tutti si aspettano grandi cose da me. Alcuni pensano che io sia il loro grande salvatore, altri che io sia il loro grande nemico, ma io non mi sento affatto grande. La parola con la quale invece mi identifico di più è invisibile.

Tutti i giorni cammino tra dei volti più o meno conosciuti: tra coloro che mi detestano, tra gli amici, tra i professori, e nessuno ha la minima idea di chi io sia, di come mi sento, di cosa sogno, di quanto i sensi di colpa che mi porto dietro mi tolgano il respiro. Spesso la notte vedo i visi di tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per salvare la mia e li prego di fare una scelta diversa, perché vivere senza coloro che ami, è una vita a metà piena di vuoti incolmabili da riempire.

A volte mi sento schiacciato dal peso del mio destino che mi è stato scaricato addosso. Vorrei che non fosse toccato a me, vorrei che qualcun altro fosse il prescelto. Prescelto per cosa, poi? Perdere tutte le persone che ami? Rinunciare alla tua vita perché probabilmente morirai giovane affrontando un pazzo che vuole conquistare il mondo?

Alla mia età, le uniche cose di cui dovrei preoccuparmi, sono se il ragazzo che mi piace mi noterà mai, o se prenderò un buon voto alla prossima interrogazione di Trasfigurazione. Ma non è così, non per me. Ho letto che non te la passavi molto bene a scuola, mi dispiace moltissimo, so cosa vuol dire. Di sicuro, tu sarai stato uno studente modello a giudicare dalle tue note geniali, io invece... me la cavo e basta. Mi vergogno un po' a dirtelo, ma tra le notti insonni, il cercare di non essere ucciso dal professore di Difesa Contro le Arti Oscure di turno e i sabotaggi dei membri della tua casa che mi odiano più degli elfi domestici, non è facile concentrarsi sugli studi.

Quest'anno poi ho meno probabilità di sopravvivere del solito, non ho idea di quanto tempo fa tu sia stato qui, ma se consci Piton allora credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. Quest'anno ha ottenuto lui la cattedra di difesa per mia grande sfortuna. Pensandoci bene, forse tu non lo avrai trovato così pessimo se sei stato nella sua casa, perché si sa che a voi riserva un trattamento di favore.

Invece io, essendo un Grifondoro sono praticamente indegno perfino di respirare ai suoi occhi. Ma essere stato assegnato alla casa dei leoni, non è l'unico motivo per cui mi odia. Lui mi detesta soprattutto a causa di mio padre. Non so di preciso tutta la storia, ma so per certo che mio padre non si è comportato bene con lui. Esiste un detto babbano che dice: le colpe dei padri ricadranno sui figli, beh nel mio caso è proprio così. Se Piton invece di essere un sadico bastardo fosse stato una persona ragionevole, gli avrei spiegato che non condivido quel tipo di comportamento, ma lui nei miei confronti si è comportato sempre come un vero infame!

Oggi per farti un esempio, mi sono beccato una settimana di punizione, per qualcosa che non solo non è nemmeno dipesa da me, ma di cui sono stato vittima. Ma a lui questo non importa, non gli è mai importato. Per lui, io sono il figlio di mio padre e quindi merito di pagare a prescindere. A volte è dura sentirsi dire in faccia che sono pigro, arrogante, viziato quando tutte questi aggettivi, sono così lontani dalla mia realtà. Quindi anche in questo caso sono stato condannato a prescindere da chi sono. Mi chiedo se anche tu mi avresti giudicato a causa del nome che porto, probabilmente sì, ecco perché ti ho scritto che per me sarebbe stato un problema. Ormai mi sono rassegnato, sono davvero in pochi a saper guardare oltre il nome che porto e il mio passato.

Sono così stanco. Ti tutto e di tutti. So che anche tu hai provato le stesse emozioni, è per questo che mi sento così vicino a te. Pensare a te, mi fa dimenticare tutti i miei problemi, per me sei come una luce accesa nel buio che mi circonda. A volte mi sento come se avessi sempre accanto un dissennatore, e a differenza del passato non ho il mio patronus a proteggermi.

Questa è una di quelle cose che non ho detto a nessuno, nemmeno ai miei amici. Da quando è morto il mio padrino, non riesco più a produrre un Patronus, vorrei tanto che tu fossi qui, sono sicuro che con te la mio fianco ci riuscirei.

Perdonami se la mia lettera ti sembrerà un po' pesante, ma oggi è così che mi sento. Ci sono anche cose belle nella mia vita: i miei amici, il quidditch, essere un mago, ma te ne parlerò un altro giorno, uno meno cupo. Oggi avevo bisogno di aprire il mio cuore a qualcuno che fosse in grado di capirlo.

Voglio che tu sappia che se in questo momento potessi esprimere un piccolo desiderio, uno realizzabile, chiederei di poterti incontrare mio amato principe.

Entrare in possesso di questo libro, è stata una delle poche cose belle che mi sono successe in questo periodo buio, ne avrò grande cura perché per me è molto prezioso. Spero un giorno di potertelo restituire di persona.

Con amore.

Il fortunato possessore del libro del Principe Mezzosangue

 

Alzò gli occhi dalla pergamena, dire che era sorpreso dalle rivelazioni di quella lettera era un eufemismo. Forse sconcertato era la parola più appropriata.

Non può essere, deve essere uno scherzo...di pessimo gusto per giunta.

Rovistò nel tomo per vedere se ci fosse dell'altro, per confermare la sua teoria. L'unica cosa che trovò, fu un piccolo pezzo di pergamena che era rimasto attaccato alla copertina interna.

Questo risale alla notte di ieri, dopo il nostro incontro al lago...

*Pezzo stracciato *

Qua la castello c'è un gran fervore, sono tutti emozionati per il ballo che si terrà la sera di San Valentino. Io penso di essere uno dei pochi a non essere interessato.

Ho ricevuto quattro inviti, ma sono tutte ragazze e sono sicuro che mi hanno invitato solo per la mia dannata fama, perché nemmeno le conosco!

Comunque pensandoci bene, non avrei accettato nemmeno se fossero stati dei ragazzi. Ecco vedi, io sono un po' all'antica. Vorrei andarci con qualcuno che mi piace davvero. Sono molto imbarazzato anche solo a scriverlo, ma l'unico con la quale vorrei andarci ...sei tu, mio principe. Chissà se avresti accattato il mio invito. Magari io me sto qui sdraiato sul mio letto a fantasticare come uno stupido su di te, e magari a te piacciono invece le ragazze, oppure sei già sposato.

Sai dai tuoi pochi accenni, non sono riuscito a capire se il Grifondoro con gli occhi verdi di cui sei tanto innamorato è una ragazza o un ragazzo. Ovviamente spero che sia stato un ragazzo, così magari avrò almeno una chance con te, forse un giorno.

Se i miei amici sapessero che ti sto scrivendo queste lettere, penserebbero che sono pazzo, continuano a dire che sono ossessionato da te, dal tuo libro, ma quello che provo nei tuoi confronti, mi fa stare bene e quindi che male c'è? In molti sono innamorati di qualcuno che non...

*Pezzo mancante*

 

Crollò sulla poltrona, come se qualcuno avesse prosciugato le sue energie. Rilesse la pergamena ancora e ancora e ogni volta la trovava sempre più sconvolgente.

Se quelle parole scritte al suo se più giovane erano vere, Harry James Potter, era una persona totalmente diversa da quella che pensava di conoscere.

In quelle pagine non c'era il minimo accenno di: arroganza, superficialità, egocentrismo e pigrizia. Il ragazzo che aveva scritto quella pergamena sembrava un giovane molto maturo, consapevole, che celava perfino alle persone che gli erano più care, i suoi dubbi, le sue paure, che si portava sulla coscienza dei pesi enormi, insostenibili anche per un adulto.

Si era sempre vantato di saper leggere le persone, di sapere esattamente chi avesse di fronte dopo una prima occhiata. Possibile che un ragazzino di soli 11 anni era riuscito ad imbrogliarlo così magistralmente? E non per un giorno o due ma per ben sei lunghi anni? No, era impossibile, non aveva mai commesso errori di tale portata. In realtà uno lo aveva commesso, con il signore Oscuro, ma a quei tempi era solo un ragazzino per Merlino! Ora era un uomo formato, un potente mago, una formidabile spia.

Quindi un precedente c'era. Detestava ammetterlo anche a se stesso ma c'era.

Alzò lo sguardo e fissò a lungo il camino nel vano tentativo di allontanare quei pensieri, ma era inutile. Potter era appena diventato un mistero da risolvere.

Le ipotesi erano due. O Potter aveva capito che lui era il principe mezzosangue e gli stava facendo uno stupido scherzo, che si sarebbe concluso con una morte lenta e dolorosa del Grifondoro, oppure era la verità.

In quel caso doveva presumere che i pregiudizi di cui Potter lo accusava avessero alterato la sua valutazione. A quel punto era un dato di fatto che fossero reali, ma lo erano altrettanto la sua sfrontatezza, la sua noncuranza delle regole, la sua impulsività . Allora dove stava la verità? Potter poteva apparire come un perfetto idiota Grinfondoro e celare nella parte più profonda di se, un animo Serpeverde?

Non gli piaceva, non capire con chi avesse a che fare. Specialmente se si trattava di Potter. Doveva assolutamente scoprire la verità, perché se il ragazzo si sentiva indesiderato, invisibile avrebbe avuto bisogno di un aiuto.

In fondo anche se il Grifondoro non gli piaceva, aveva giurato di proteggerlo, era suo compito assicurarsi che sopravvivesse alla guerra e in quel fragile stato emotivo si sarebbe di certo fatto uccidere dal Signore Oscuro.

Chiuse gli occhi e si maledì per aver recuperato quel libro , se non lo avesse fatto adesso avrebbe finito di sorseggiare il suo vino elfico e poi sarebbe andato a dormire, ora invece la sua testa era piena di pensieri e non avrebbe chiuso occhio, tormentato ancora una volta da Harry James Potter.

   
 
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