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Autore: NeveDelicata    03/03/2020    2 recensioni
L'amore e le convenzioni sociali e il vero cuore di una fanciulla.
Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
E' la mia prima fanfiction, quindi scusate se non sarà all'altezza di questo fandom.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arthur Butman, Elisa Dangering, Maria Dangering
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro. 



Elise era perplessa, onestamente era scontato lo fosse.
“E così ti sei innamorata di lui” sorrise a Maria, dopo aver sentito il resoconto dell’incontro tra la cugina e il giovanissimo Cain.
Il duca Dangering, padre di Maria, aveva deciso di acquistare una piccola tenuta in campagna, fuori Londra. Il caso aveva voluto che Cain, rimasto orfano di anziani genitori, per ripagare vecchi debiti, dovuti al mantenimento della tenuta e delle loro costose cure mediche, avesse messo in vendita la proprietà di famiglia, col desiderio di trasferirsi nella capitale.
Grazie a quell’atto, Cain e Irwin si erano conosciuti; assieme si stavano recando in carrozza a Londra per sottoscrivere l’atto notarile di trasferimento dei beni, quando un brutto incidente aveva rischiato la vita del ragazzo.
Irwin se n’era ritenuto responsabile e in debito, vista che la causa dell’imprevisto era stata una mancanza del proprio cocchiere; perciò Cain era stato accolto nella loro famiglia, dove Maria se n’era innamorata durante la convalescenza.
E vissero felici e contenti, aggiunse alle sue riflessioni Elise.
Maria ricambiò con uno sguardo trasognante le sue parole, quasi per conferma, un semplice “E’ proprio così”; stringendo ancor più la mano di Cain, che ne raccoglieva la delicata mano nella sua, quasi timidamente.
Elise riconobbe fossero teneri: l’aggraziata principessina e il dolce principino delle favole congiunti insieme nella stessa storia.
“Siete fortunati” ammise leale. Era bello vedere una coppia che si amava limpidamente, senza sotterfugi, alla luce del sole; confortati non solo dai propri sentimenti ma anche approvati dalla famiglia, dalle convenzioni, dalla società.
Era bello quando la vita ti faceva dei regali e non ti dava solo tristezza.
Era bello credere che qualcuno era felice e aveva una vita perfetta.
“Non sarà un problema il fatto che Cain è un nobile di campagna?” volle chiarire Elise per metterli in guardia: sapeva quanto i nobili, lei compresa, erano vigliacchi e prepotenti a riguardo.
Lo sguardo di Maria si alzò tranquillo, con quegli occhioni azzurri, “No affatto. Mio padre sistemerà tutto e con il matrimonio Cain diverrà parte della nostra famiglia”. Maria era pienamente convinta di quello che diceva. Per il duca, suo padre, non era un problema appianare imprevisti, quindi Elise si limitò ad accordare il suo beneplacito “Sei il benvenuto Cain”.
In risposta solo un semplice e compito “Grazie”, tra imbarazzo e disagio.
Elise sentiva, quel giovane, fosse stato travolto da quella situazione e non vi fosse preparato pienamente. Anche se nobile c’era molta differenza tra l’esserlo in campagna e seguire i cerimoniali di corte; l’essere preparato ad un simile balzo avrebbe richiesto un considerevole sforzo.
“Non sempre ti troverai a tuo agio” consigliò Elise, con dolcezza.
Il ragazzo non parlò; strinse solo le labbra. Elise credetté volesse parlarle, forse molto di più della semplice frase con cui si sentì rispondere “Sei gentile”.
Sei gentile, le si scolpirono nell’animo quelle due parole: pochi gliel’avevano rivolte.
Sei gentile, era bello il loro suono, bello il loro concetto.
Provò dolcezza.
“Oh Cain non posso credere che tu esista?” intervenne Maria con una commozione che non aveva pari, avendo capito quanto a Elise avessero fatto piacere le parole del fidanzato.
Elise sapeva quanto Maria fosse stata amareggiata nel sentire le incertezze di Lowell riguardo al matrimonio; l’insoddisfazione del giovane che sembrava addossare su Elise i suoi complicati malesseri.
Sapere che c’era sintonia tra loro, scaldava il tenero cuore di Maria e le rischiarava il volto di una luce di beatitudine.
“Non sono sempre stata così gentile” si disprezzò spontanea Elise, mettendo in chiaro la propria vera natura: troppi la ritenevano la guastafeste della storia, sempre perfetta, sempre elevata di un gradino sopra gli altri, sempre arrogante. Pure Lowell la pensava così, tornando alla quotidianità del suo amore imperfetto rispetto ai due innamorati che aveva davanti.
Quelle parole le uscirono leggere e prive di malizia eppure notò uno strano mutare nei lineamenti di Cain, come le approvasse per un ricordo spiacevole.
I loro sguardi si incrociarono nuovamente, solo per un istante, prima che Cain abbassando lo sguardo ammettesse “Tutti possono cambiare”, una voce triste e allo stesso tempo incoraggiante “Ora sei gentile.”.
“Gentile” ripeté Elise, aggiunse “Ma infelice”.
Maria s’incupì mortificata, cercando nel volto di Cain una risposta.
Cain guardò con tenerezza Maria, come a confortarla, quasi l’atteggiamento verso una sorella più piccola, più che espressione dell’amore che ti nega il sonno per la passione.
Cain si alzò per andare verso di lei, sostenuto dall’approvazione della fidanzata.
“Lowell ha solo bisogno di libertà” le disse Cain, con quel volto incantevole, dolce, sensibile. In quegli occhi azzurri tanta fiducia in lei.
Se l’avesse lasciato libero… Sarebbe potuto tornato da lei?
Elise girò il volto di lato “No, non potete capire…” confidò stringendo il ventaglio tra le mani, in un misto di furore, di isterismo, “Non posso pretendere ricambi i miei sentimenti”: versò appena una lacrima, che scivolò veloce lungo la guancia.
Maria sembrò inorridire: la giovane età la privava dei risvolti più sfibranti dell’amore. Nell’esperienza di Maria esisteva unicamente il binomio amare ed essere ricambiati.
“Posso provarci” le rivolse un immacolato fazzoletto Cain. In tutta onestà Elise riusciva a credergli.
“Possiamo” le si fece ginocchioni Maria, come a coccolarla, sostenuta dalle parole di Cain, per lei sì l’amore della sua vita.
 
 
   
 
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