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Autore: LadyVaderFrancy    16/03/2020    4 recensioni
Un alro piccolo esperimento per i miei nuovi propositi. Oh non c'è bisogno che vi dico chi sono i protagonisti dopo tutto questo tempo, vero? Va bene lo ripeto... i soliti, Severus ed Harry.
Una FF divertente e piuttosto insolita. Se volete sapere di cosa parla... date una sbirciatina dentro. Vi do solo un paio di indizi... pozioni, libri e sentimenti.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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.... il Principe Mezzosangue”

 

Non appena quelle parole uscirono dalle labbra del Serpeverde, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata e si rese conto di aver smesso quasi di respirare. Un enorme sorriso genuino abbellì il viso del Grifondoro. “S-sei davvero... tu” lo sentì mormorare con un sussurro così lieve, che era stato quasi impercettibile.

 

Severus non aveva mia visto quegli occhi smeraldini scintillare in tale maniera. Per un attimo anche il suo cuore perse un battito. Se solo Lily lo avesse guardato almeno una volta con quello sguardo. In effetti nessuno lo aveva mai guardato con tale adorazione. Che diavolo stava pensando? Era Potter...Harry Potter! Poco più di un ragazzino e non uno qualsiasi, un Grifondoro, il figlio di Lily e di quel bastardo di James Potter e infine il prescelto che doveva annientare il Signore Oscuro. Si schiarì la gola cercando di riportare sotto controllo i suoi pensieri.

Harry era rimasto imbambolato a fissare “il suo principe”. Santo Godric, ho passato settimane intere a pensare a lui ed ora eccolo proprio qui, davanti a me. Dio è così sexy, misterioso, forte, sicuro di se stesso. Adesso voglio proprio sapere tutto di lui! Merlino, sono talmente emozionato che non so nemmeno cosa dire. Come reagirà quando scoprirà che ho trovato e poi perso il suo libro? E se si risentisse perchè ho letto le sue note e le sue lettere? Forse non dovrei dirglielo...Oh vorrei che lui capisse quanto i suoi pensieri mi hanno aiutato a...

Non riuscì a formulare il resto dei suoi pensieri, perchè una forte spinta che proveniva dalle sue spalle, gli fece perdere l'equilibrio. Chiuse gli occhi mentre caracollava a terra aspettandosi di sentire un qualche tipo di dolore.

“Ma che diavolo fai? Alzati!” sibilò Severus.

Harry riaprì gli occhi all'istante. Era praticamente sdraiato sul Serpeverde che aveva trascinato a terra con sé e che, per sua fortuna, aveva attutito l'impatto. Si irrigidì quando si rese conto che una delle sue mani era posata sul torace del corvino e l'altra vicino al suo...Oh Santissimo Merlino che figuraccia! Adesso come mi alzo senza palpeggiarlo? Sentì dei passi concitati venire nella loro direzione.

“Signor Weasley e Signor Malfoy! Dovreste vergognarvi tutti e due! Dieci punti in meno a testa! Ora scusatevi subito con il Signor Potter e la sua...oh volevo dire e il suo cavaliere. E ringraziate Merlino che entrambi stasera siete stati accompagnati da due giovani dame assennate e desiderose di proseguire i festeggiamenti, altrimenti vi avrei messo immediatamente in punizione! Sappiate che vi tengo d'occhio e se dovessi vedere che vi scambiate anche una sola occhiata troppo ostile lascerete il ballo e vi assegnerò un'intera settimana di punizione con il Signor Gazza! Sono stata chiara?”

Entrambi i ragazzi risposero che avevano capito e poi, seppur controvoglia, furono costretti a scusarsi. Infine si erano allontanati, così come la Mc Gonagal. Nel frattempo sia Harry che Severus si erano finalmente rialzati.

Merlino che imbarazzo! Dov'è un cavolo di Basilisco quando serve? Penserà che sono un idiota o un maniaco. A quel punto Harry lanciò un sguardo fugace al ragazzo dai capelli corvini, sembrava furioso!

Severus era livido! Dannati marmocchi idioti! Grazie a quelle due teste di legno di Weasley e Malfoy, Potter l'imbranato gli era caduto addosso e sembrava piuttosto desideroso di restarci. Infatti si era alzato in tutta calma mentre si strusciava su di lui! Schioccò le labbra, pronto a ridurlo in cenere con le sue parole più velenose, quando il ragazzo iniziò a scusarsi. “Mi...Mi dispiace. Davvero. Io sono...non volevo. E' che non mi sono accorto che erano dietro di me. Scusami, io...!” e poi si coprì il viso con entrambi i palmi della mani. “Io non volevo toccarti...” il suo viso oramai era di color rosso Grifondoro.

Quel gesto gli ricordò nuovamente Lily, anche lei era solita coprirsi il volto quando era imbarazzata e Potter era più che imbarazzato, probabilmente si sentiva umiliato. Sapeva cosa il Grifondoro provava per il suo se più giovane e ancor più quanto era brutto sentirsi umiliato davanti a qualcuno per cui provi una forte infatuazione. Dopo quella breve riflessione la sua rabbia svanì, grazie al ricordo di lei. E poi se doveva essere del tutto onesto, il ragazzo non aveva alcuna colpa di ciò che era accaduto. Sospirò imbarazzato a sua volta. “E' stato un'incidente indipendente dalla tua volontà. Avanti togliti quelle mani dal volto, non sei un Tassorosso.”

Invece di sentirsi sollevato Harry arrossì ulteriormente. Merlino stava andando tutto a rotoli! Sospirò esasperato, forse avrebbe fatto meglio a tornare alla torre, almeno avrebbe evitato altre figuracce. Mentre pensava a come svignarsela per la seconda volta nell'arco della serata, qualcosa si mosse nel suo stomaco, sentiva come una sorta di trepidante emozione. No Dannazione! Non si sarebbe arreso. Che diamine forse sarebbe stata la sua unica occasione di trascorrere del tempo con il Serpeverde e non l'avrebbe sprecata! E poi il principe aveva ragione, lui era un coraggioso Grifondoro, non un codardo!

Così si asciugò i palmi sudati sui pantaloni, si voltò e senza proferire parola andò dritto al tavolo delle bibite, prese altri due punch visto che i precedenti erano finiti sul pavimento. Al suo ritorno ne allungò uno al Principe. “Non so tu, ma io-io ho ancora la gola secca. Magari, ecco...potremmo berlo nei giardini, penso sia meno rischioso ” e accennò un esitante sorriso.

Severus aveva osservato il Golden Boy, solo un istante prima gli era sembrato che volesse fuggire e quello successivo eccolo lì proprio davanti a lui che faceva appello a tutto il suo coraggio e gli porgeva un drink analcolico. Avrebbe voluto bere qualcosa di molto più forte: un Cognac o un wishky d'annata dopo l'accaduto, ma anche lui aveva la gola piuttosto secca. Così afferrò il calice ed entrambi bevvero il contenuto tutto d'un fiato. Di certo il liquido rossastro non era appagante come un buon liquore, ma il mix fruttato con l'aggiunta di un po' di zenzero e una componente frizzantina almeno era fresco e dissetante.

Scrutò a lungo il ragazzo, non aveva bisogno di usare la leggilimanzia su di lui per sapere quanto bramasse la sua compagnia. Decise di assecondarlo con il preciso intento di risolvere l'enigma che ormai Harry James Potter rappresentava. Aveva letto le confessioni scritte dal Grifondoro, inizialmente non gli aveva creduto o lo aveva fatto solo in parte e questa era un'occasione perfetta per scoprire la verità.

“Grazie. La mia gola è a posto”. La reazione del ragazzo a quelle poche parole fu immediata. Tristezza. “Gradirei comunque fare due passi. La sala è un po' troppo affollata per i miei gusti”.

Ah grazie a Merlino! Pensavo se ne sarebbe andato! 
I due ragazzi poggiarono i bicchieri vuoti sul tavolo e poi s'incamminarono verso il portone d'entrata.

L'aria era piuttosto pungente. Le notti di febbraio erano sempre molto rigide. L'inverno scozzese era qualcosa alla quale ci si abitua piuttosto facilmente, vivendo in una delle scuole di magia più prestigiose al mondo. La candida neve, l'oscurità della foresta proibita, il lucente strato di ghiaccio del Lago Nero, la protezione delle catene montuose tutt'attorno lo rendevano un piccolo pezzo di paradiso. Aveva amato il castello ancor prima di vederlo di persona, lo aveva sempre considerato casa, un luogo in cui poter tornare grazie ad Albus, uno per cui valeva la pena combattere. Si voltò a guardare il ragazzo al quale era stato affidato questo ingrato compito. Difendere il mondo magico dal Signore Oscuro. Potter avrebbe avuto bisogno di tutta la sua forza, il suo coraggio e le sue abilità per affrontarlo.

“Prima hai detto una cosa che non riesco a togliermi dalla mente. Hai detto che alcune cose non si possono cambiare a prescindere da quanto lo desideriamo o da quanto ci impegniamo. E' una riflessione molto profonda per un ragazzo della tua età. Questa affermazione non è riferita solo all'esperienza vissuta con il tuo professore di Pozioni o sbaglio?”.

Non voleva parlare di questo, avrebbe rovinato quella sorta di fragile intesa che si era creata tra loro. Il principe non sapeva chi fosse e per lui andava bene così. Eppure quel profondo senso di solitudine, di incomprensione pesavano enormemente sul suo cuore. Chiuse gli occhi. Questo ragazzo aveva sofferto parecchio proprio come lui, lo aveva letto in quei pensieri segreti affidati al suo libro. Forse, poteva rispondere solo a questa domanda e poi magari avrebbero ballato al chiaro di luna, proprio lì sulle rive del lago Nero, come un principe di Serpeverde e quello di Grifondoro. Ma così sarò costretto a dirgli la verità. Sospirò, non c'era altro modo. E sia.

“Devo dirti una cosa, prima di rispondere” affermò Harry con solennità. “Io...so delle cose su di te”.

Severus si fermò e si voltò stampandosi in faccia un'espressione sorpresa. Così ha deciso di dirmi del libro. Interessante. Non me lo sarei aspettato da Potter.

“Prima ti ho detto che quest'anno le cose in pozioni vanno meglio”. Oh dai diglielo! Il libro in fondo era a scuola, non lo hai rubato da casa sua! “Ma il merito non è di Lumancorno, il mio nuovo professore...ma di un libro. Uno che ho trovato nell'armadio delle forniture scolastiche all'inizio dell'anno. Era il tuo libro, di quando studiavi qui”.

Severus socchiuse gli occhi. Molto coraggioso Potter, cosa ti aspetti che faccia adesso? 
Fece un passo verso il Grifondoro.“Il mio vecchio libro di pozioni?” Sibilò con un'insidiosa gentilezza.

Harry annuì.

Un altro passo verso il Golden Boy “Hai letto dunque anche le mie note e...”

Harry annuì di nuovo.

Lo sguardo e il tono di Severus si fecero glaciali “Così ti sei preso gioco di me...” e poi si voltò per andarsene.

“NO! Aspetta!” Sbottò Harry e lo afferrò per un braccio. “Ti prego aspetta! Lasciami spiegare... Per favore”.

La serata aveva preso una piega troppo personale, aveva deciso di cogliere l'occasione al balzo e di andarsene. Avrebbe restituito il libro al ragazzo in un altro modo. Ma quelle parole pronunciate in maniera così disperata, erano state le stesse con cui molti anni prima aveva supplicato Lily. Se lei lo avesse ascoltato forse alcune cose sarebbero andate diversamente. Così si voltò, incrociò le braccia al petto e attese. Vediamo come te la cavi adesso Potter.

“Non è come credi. Io non prendo in giro le persone. Soprattutto non lo avrei mai fatto con te, dopo quello che ho letto. Il tuo libro...è stata l'unica cosa che mi ha aiutato a sopravvivere in questi lunghi mesi. Tu, i tuoi pensieri, i tuoi racconti, siete stati come una linfa vitale per me. Non ho mai avuto molte cose nella mia vita e quelle a cui tenevo mi sono state strappate via con la forza. Ho perso i miei genitori quando avevo solo un anno, da allora ho vissuto con miei zii e mio cugino. Loro mi odiano da quando sono stati costretti a prendersi cura di me. L'unica persona che mi ha voluto sinceramente bene era il mio padrino, ed è morto pochi mesi fa, a causa mia. Io non volevo più... non avevo più la forza di...” ma la frase gli morì in bocca. “Tu-tu mi piaci molto. Mi piacevi anche prima di stasera e, quando ho capito chi eri, avevo paura di non essere adatto a te, così non ho detto nulla sperando di poterti stare accanto per un po’”. Al termine del suo discorso il suo volto era di una sgargiante tonalità di rosso.

Sospirò.

Non c'era ombra di menzogna in quelle magnifiche iridi smeraldine. Dannazione perchè si era messo in una situazione simile? Cosa avrebbe dovuto fare adesso? Confortarlo? Non era bravo in questo genere di cose. La gentilezza, il conforto non gli erano familiari.

Harry si avvicinò all'ex Serpeverde, erano ad un passo l'uno dall'altro. “Senti, mi dispiace, avrei dovuto dirtelo, ma... possiamo dimenticare tutto questo? Quando mi hai invitato hai detto che volevi passare solo una bella serata e lo vorrei tanto anche io. Vorrei qualcosa di bello da ricordare in futuro. Balla con me, adesso. Balla con me e basta senza pensare a nulla.”Severus esitò. “Balla con me, mio Principe.” lo esortò ancora.

E Severus allora cedette.

Lo prese per la vita e iniziò a danzare sotto la luna, in riva al lago nero.

Il suo sguardo si perse in quelle pozze verdi, e vide l'anima del ragazzo e tutto ciò che non avrebbe voluto sapere.

Vide la solitudine, il dolore, il rifiuto, la paura di perdere coloro che amava. Sentì la paura di dover affrontare il Signore Oscuro, la paura di morire da solo e non amato. Non riuscì a proferire una sola parola. La sua testa girava molto più velocemente dei loro piedi. Cosa diavolo stava facendo? E soprattutto perchè? Il ragazzo era il figlio della sua nemesi. Era il figlioccio di quel cagnaccio pulcioso di Black e lui li detestava, nonostante fossero passati a miglior vita. Avrebbe voluto allontanare, cacciare il Grifondoro, ma non poteva. La vita del ragazzo era così simile alla sua. Non poteva farlo, ma lo voleva. In quel momento, Potter era come una lastra di acciaio incandescente che lo stava bruciando con le sue emozioni travolgenti. Mentre stava cercando disperatamente di allontanarsi da quel contatto mentale fortuito, in un angolino della sua mente vide anche l'amore: l'amore per i suoi amici, per il castello, per la vita che avrebbe voluto vivere e per lui, il principe!
 

Harry era felice. Il principe alla fine era rimasto li, con lui. Il suo cuore batteva all'impazzata. Questo sarebbe stato uno dei ricordi più felici di tutta la sua vita. In quel preciso momento tutto era perfetto. Il silenzio della notte attorno a loro, le braccia di quel ragazzo dagli occhi d'ossidiana che lo cingevano, la luna, il riverbero del lago. Dio se avesse potuto scegliere un momento in cui fermare la sua vita sarebbe stato senza dubbio questo! E così si abbandonò a quelle dolci sensazioni e si lasciò avvolgere completamente da quel sentimento, e senza pensare a niente si avvicinò al volto del Serpeverde e lo baciò sulle labbra con delicatezza.

 

Severus si bloccò all'istante. Le labbra di Potter erano sulle sue e lo stavano baciando! Sentiva l'ardente desiderio del giovane nei suoi confronti e questo lo sconvolse. Lo spinse lontano con una forza quasi brutale tanto che il Grifondoro cadde a terra. “Che diavolo ti salta in mente POTTER! ”

Harry spalancò gli occhi! Mise la mani a terra e si rialzò, si sentiva confuso e ferito dalla reazione del Serpeverde. “Tu… tu sai chi sono? Io pensavo che tra di noi...che tu e io... che anche tu...”

“Non ci sarà mai un noi! Mi hai sentito ragazzo? MAI!”

Si era sempre definito una persona razionale. Si era sempre vantato di sapersi controllare. Era sicuro di poter gestire qualsiasi situazione. Ma non questa. Potter aveva passato un limite invalicabile. Le sue emozioni erano di una tale intensità che quasi si era abbandonato, a quel bacio, ai suoi occhi di smeraldo, a quel candore che emanava. Per un attimo si era sentito come una falena vicino alla fiamma di una candela. Una sola volta si era lasciato andare ad un tale sentimento e lo aveva distrutto. Devo calmarmi e devo andarmene, subito! Non poteva restare ad osservare quegli occhi feriti, non era stato in grado di negargli nulla in passato e forse non ci sarebbe riuscito nemmeno ora. Quegli occhi che nonostante tutto lo stavano finalmente osservando come aveva sempre desiderato. Con amore. Con desiderio. Erano troppo pericolosi, portavano alla memoria troppi sentimenti , troppi ricordi.

“Perchè mi hai invitato? Se non volevi stare con me. Dimmi chi sei? Dimmi perchè lo hai fatto?”

“La serata finisce qui. Torna subito al castello” Sentenziò Severus con durezza, senza nemmeno guardarlo in faccia.

“NO! Ho non ti lascerò andare via così! Ho almeno il diritto di sapere perchè mi hai preso in giro. Mi hai mentito! Tu sapevi chi ero. Perchè mi hai invitato? Per ridere di me con tuo cugino e i suoi amici, non è così?”

Quegli occhi accusatori...non di nuovo.

Vedendo che il Serpeverde non aveva intenzione di rispondere, si avvicinò e lo spinse contro un albero. “Dimmelo!” urlò mentre schiacciava il suo corpo su quello di Severus in modo da tenerlo bloccato. A quel punto lo baciò una seconda volta, ma stavolta fu rabbioso e irruento.

“Dannazione a te, Potter! Sei proprio come tuo padre! Prendi quello che vuoi come se fossi il padrone del mondo!”

“Che centra mio padre, adesso?”

Severus era furibondo. In quella posizione, si sentì come quando James Potter lo sottometteva ai tempi della scuola. Così afferrò il ragazzo e lo spinse a sua volta contro il tronco dell'albero, le loro posizioni si erano invertite, la loro vicinanza era snervante e inopportuna 
“Non hai ancora capito vero? No certo che no. Come potresti...”

Non riusciva a crederci, un attimo prima era tra le braccia del principe e si sentiva al settimo cielo ed ora lo stava tenendo schiacciato contro un albero, mentre urlava contro di lui. Perchè tutto doveva diventare sempre così orribile? Perchè toccava sempre a lui?

“Allora dimmelo! Me lo devi!”

Severus lo inchiodò al tronco, i suoi occhi d'ossidiana bruciavano di rabbia. “Sei proprio come tuo padre. Pigro, arrogante!”. Non credeva realmente a quello che stava dicendo, ma la forza dell'abitudine, il desiderio di ferirlo erano più forti di quello strano senso di compassione che sentiva nei confronti del ragazzo. Era compassione? Simpatia? Cameratismo? Pietà? Qualunque cosa fosse doveva schiacciarla. Potter doveva smettere di provare dei sentimenti per lui. Doveva odiarlo quello era l'unico modo.

Harry spalancò gli occhi. ”P-Piton. NO!”

“Si Potter, sono proprio io”. Ghignò con fare sprezzante. Poi senza aggiungere altro afferrò dalla tasca una fiala, conteneva l'antidoto dall'Amortentia. Aveva finito di prepararlo la sera precedente.

“Prendilo è l'antidoto.”

Il Grifondoro non si mosse. Guardò la fiala che il suo principe, no, che Piton gli aveva messo nella mano. Non poteva essere vero. Questo era un orribile incubo e lui stava per svegliarsi. Di certo si era addormentato nel suo letto ed aveva perso il ballo e tutti i pensieri che aveva per la testa avevano dato vita a questo incubo surreale.

“Prendilo subito! O finirai per saltarmi nuovamente addosso!” sibilò sprezzante Severus, come se la sola idea fosse ripugnante.

Harry allora stappò meccanicamente la fiala e la ingerì. Piton, no il principe...era Piton. Impossibile! Forse l'uomo aveva letto il libro del principe e aveva capito che si era preso una cotta per il giovane pozionista e così aveva messo in piedi tutta questa pantomima per umiliarlo? Si ma certo, il principe non poteva essere Piton, era troppo intelligente, divertente per essere... Merlino il pipistrello lo avrebbe raccontato ai suoi Serpeverde! La sua vita era finita!

Si sentiva umiliato, ferito, distrutto. In passato l'uomo lo aveva sminuito, deriso, aveva cercato di espellerlo, ma quello che aveva fatto stanotte andava oltre qualsiasi cattiveria. Stanotte gli aveva tolto la sua dignità e i suoi sogni.

Abbassò la testa, si sentiva senza forze. Cosa sarebbe successo adesso? Dio lo aveva baciato due volte! Quando se ne sarebbe ricordato Piton lo avrebbe ucciso per questo. Di sicuro l'unto bastardo lo aveva fatto per vendicarsi di suo padre? Di Sirius? Delle figuracce causate dall'Amortentia? Era difficile capire perchè lo avesse fatto, forse la risposta era persino più semplice. Perchè Harry James Potter esisteva. Proprio come aveva detto una volta Sirius riferendosi all'uomo di fronte a lui. Gli sovvenne una frase che aveva scritto in una delle lettere al principe...le colpe dei padri ricadranno sui loro figli. Ed eccolo li, il torto causato da suo padre, proprio di fronte a lui che si stava prendendo la sua vendetta.

“Perchè lo ha fatto?” chiese ferito.

Severus non rispose.

“Torna al castello Potter, ne parleremo in seguito.” Severus non aveva voglia di affrontare il discorso in quel momento, sia lui che i ragazzo erano turbati e arrabbiati.

“Questo è tutto quello che ha da dire? Ha letto la mia lettera e ha deciso di prendere l'identità del principe per ferirmi? Beh complimenti ci è riuscito, spero sia contento adesso!” A quel punto alzò lo sguardo per guardare l'uomo.

“Torna al castello, ne parleremo in seguito” rispose con durezza Piton. Quegli occhi così feriti, così carichi di dolore...non riusciva a sopportare di vederli così.

“Io non sono mio padre, guardi! Mi guardi in faccia!” e a quel punto Harry si strappò la maschera dal volto. “Perchè devo continuare a pagare per qualcosa che non ho fatto? Perchè mi odia a tal punto da togliermi l'unica cosa a cui tenevo? Perchè? Il principe... io mi ero innamorato di lui! Può deridermi quanto vuole per questo, non mi vergogno di provare dei sentimenti per qualcuno...Lei ha rubato la sua identità...io...”

“No Potter. Io sono il principe mezzosangue”.

Quelle parole pronunciate come una sentenza, decretarono la rottura di una diga che a lungo il Golden Boy aveva disperatamente cercato di trattenere. Così i suoi occhi si fecero velati e le lacrime iniziarono a cadere contro il suo volere. Non voleva piangere davanti a Piton, ma si sentiva uno straccio, aveva bisogno di sfogarsi e poi ormai che differenza poteva fare? Piton aveva cose ben peggiori da raccontare a quel punto. E così grazie a quel pensiero assurdo iniziò a ridere.

“Solo a me poteva capitare! Solo io potevo innamorarmi di qualcuno che mi odia, ma in fondo è la stessa storia che si ripete ancora e ancora”. E la sua risata di fece più forte “Giusto, mi sembra giusto! Sirius la tormentava solo perchè esisteva e lei ha fatto altrettanto. Ma ora lui non c'è più e io... Dio perchè lo ha fatto? Non poteva per una volta, ignorarmi come fanno tutti!”

A quel punto lo fissò dritto negli occhi e Severus si perse nuovamente nella mente del ragazzo. Era sconvolto, le sue emozioni erano un vero caos. Quella luce tanto ardente che aveva scorto prima quando ballavano insieme si era quasi spenta! Ed era stata colpa sua. Dannazione voleva dare uno scopo al ragazzo e invece glielo aveva tolto! Motivare qualcuno non era decisamente la sua specialità anzi era totalmente negato! Doveva rimediare in qualche modo. Voleva rimediare. Così misurando attentamente le parole disse: “Non era mia intenzione prendermi gioco di te. Comprendo perfettamente il tuo particolare stato d'animo. Tutti almeno una volta hanno sofferto per questioni amorose. Il mio intento era unicamente quello di restituiti quel dannato libro a cui sembravi tanto affezionato, solo comprenderai che non desideravo che tu scoprissi che ero stato io a rendertelo. Ho una reputazione e un ruolo da difendere”. Così estrasse dalla tasca il volume, lo ingrandì e lo scaraventò nella mani del Grifondoro. “Ecco prendi”

“E cosa dovrei farci adesso? Se lei è veramente il principe allora... Lei mi odia. Io... Dio, come ho potuto essere così stupido? Perchè mi sono fidato? Avrei dovuto capirlo che c'era sotto qualcosa. La gente si avvicina a me solo perchè sono il dannato prescelto, quindi o per la mia fama o per uccidermi. Perchè ho creduto che stavolta sarebbe stato diverso?” Stupido! Sei un vero stupido!

“Smettila, il vittimismo non ti si addice, Potter”

“Io volevo solo...” Harry voleva odiare Piton, ma quelle parole erano state stranamente confortanti. Molto più simili a quelle che avrebbe pronunciato il suo principe invece di quelle del suo insegnante più odiato.

“So cosa desideri, l'ho letto in quelle poche pagine che hai scritto e lo hai esternato più di una volta stanotte. Un giorno non lontano, troverai ciò che stai cercando così disperatamente”. Dopo un attimo di silenzio si costrinse ad aggiungere “Non era mia intenzione causare questo genere di disagio .”

Harry voleva disperatamente credere alle sue parole, perchè questo nella sua testa poco lucida, voleva dire che il principe non lo aveva preso in giro. “Io vorrei che tutto questo non fosse successo. Vorrei solo riavere il mio principe. Anche sapendo che è lei” e in un momento di follia, baciò di nuovo l'uomo.

La prima cosa che percepì fu l'umidità sulle guance del ragazzo. Stanotte Potter lo aveva baciato tre volte: la prima in maniera timida e gentile, la seconda furente e appassionata e la terza disperata. Stavolta però a differenza della altre due non si ritrasse e non lo allontanò.

Quando si rese conto di ciò che aveva fatto si allontanò come se fosse stato schiaffeggiato “Io... Io Merlino sto impazzendo! Perchè non mi ha fermato?”

“Sei solo sconvolto e in gran parte è per “merito” mio”. Rispose Severus.

“Lei... Io...Noi...” e iniziò ad iperventilare “Merlino santissimo...”

“Calmati.”

“No, lei non capisce... mi è piaciuto! Oh Dio...l'ho detto ad alta voce, vero?”

“Sei un adolescente in piena crisi ormonale è del tutto normale. Adesso calmati”

“No...NO! Oh santissimo Merlino” Non mi è piaciuto baciare Cho, ok ma lei era una ragazza! Ma nemmeno con il Tassorosso e lui era carino! O Meglio con lui un pochino sì, ma con...Oh Godric Divino! Non riusciva nemmeno a pensarlo. Con il principe..con Piton invece sì! Ok sono impazzito!

Il ragazzo era nel panico! Forse avrebbe dovuto stordirlo. Così almeno avrebbe smesso di farneticare cose incomprensibili. Era evidente che anche stavolta aveva sbagliato il suo approccio. Ma che diavolo avrebbe dovuto fare? Era stato duro e non aveva funzionato .Era stato comprensivo e aveva peggiorato le cose. Merlino gli era testimone avrebbe preferito trovarsi al cospetto dell'Oscuro in questo momento, almeno lì sapeva perfettamente come comportarsi. In tutti gli anni in cui aveva insegnato al castello mai si era trovato in una situazione così imbarazzante.

“Potter...POTTER!”

Il ragazzo sentendo gridare il suo nome, si fermò.

“Siediti”. Vedendo che non obbediva aggiunse “Potter siediti subito o Salazar mi è testimone, ti incollo al suolo!”

“Non posso stare seduto! Ho bisogno di...aria!”

Severus a quel punto lo afferrò per un braccio e lo mise a sedere, poi fece altrettanto.

“Guarda il lago Nero e respira lentamente”

“No.. io”

“Ascolta solo la mia voce. Respira. Inspira, conta fino e tre e poi espira. Lentamente così...”

Dopo un paio di minuti il Grifondoro sembrava essersi calmato. Lo vide cingere le ginocchia che aveva tirato al petto. “Perchè mi ha aiutato? Credevo che il suo scopo fosse quello di vedermi ridotto in miseria. Oggi ho decisamente toccato il fondo.”

“I pregiudizi spesso ci inducono a credere cose non vere” rispose Severus mentre osservava la superficie del lago.

“Questo vuol dire che ha cambiato idea su di me?”

“Alcune ...forse” rispose Piton ghignando. Il ragazzo non è così insopportabile dopo tutto, rimane una testa di legno impulsiva ma non è affatto come suo padre.

“Potrebbe togliersi quella maschera adesso?”

Non si era nemmeno reso conto di indossarla ancora. Così afferrò la bacchetta e sibilò “Evanesco”.

Harry fissò il volto del ragazzo che gli sedava accanto. Non era esattamente come quello che aveva visto nei ricordi dell'uomo l'anno precedente. Il suo naso era dritto e un po' più piccolo, il che rendeva i suoi lineamenti più aggraziati. Era...carino. La sua espressione non era arcigna e segnata come quello di Piton.

“Ora cosa succederà?” chiese Harry mentre giocherellava con le dita.

“Ora torneremo al castello e fingeremo che tutta questa storia non sia mai accaduta Potter”.

“Ma è accaduta! Io non sono sicuro di poterlo... dimenticare”.

“Lo farai, con il tempo”.

Facile per lui dirlo. Sono io quello che è innamorato di ...cosa ? Dell'idea di quello che è stato in passato? Del suo se più giovane? Di una parte che è nascosta dentro di lui? Può anche essere gentile se lo vuole e molto affascinante e sexy... No, non devo pensare a queste cose! E' Piton, è vecchio, ma è anche il principe.

“Potter...POTTER!”

“E'...sì... cosa?” quando si voltò, vide che Piton era di nuovo... Piton. “Quando lo ha fatto?”

“Mentre tu sognavi ad occhi aperti. Dovresti perdere questa tua cattiva abitudine.”.

Gli occhi del principe sul volto di Piton. Era sicuro che dopo stanotte non sarebbe mai più riuscito a vedere l'uomo di fronte a lui solo come un bastardo insensibile. Arrossì all'idea di sapere com'era baciare Severus Piton.

Il ragazzo era un vero disastro. Le sue emozioni erano stampate sul suo viso a chiare lettere. Anche se non avesse parlato con nessuno, prima o poi qualcuno che lo conosceva bene avrebbe capito che era accaduto qualcosa di strano tra loro. La Granger, tanto per fare un esempio, o Silente, ipotesi ben peggiore. Era certo che Potter aveva rivalutato la sua opinione su di lui e non sarebbe mai riuscito a tenerlo nascosto.

“Spero che ti sia chiaro che le informazioni che abbiamo appreso entrambi sul conto l’uno dell'altro, come tutto ciò che è accaduto stanotte, deve restare un segreto per chiunque. Nulla deve differire nel nostro comportamento”.

“Chiaro. Ma qualche volta, quando siamo soli, lei potrebbe...” Potrebbe cosa? Invitarmi a fare una passeggiata? Essere più carino? Baciarmi? Merlino sono pazzo!

“Potter la nostra tregua finisce ora. Una volta tornati al castello, sarà tutto esattamente com'è sempre stato. Tu l'insopportabile Golden Boy e io il malvagio pipistrello dei sotterranei. Sì, sono a conoscenza dei fantasiosi nomignoli che mi avete affibbiato”. Poteva vedere la tristezza negli occhi del ragazzo. Merlino odiava essere lui a causare quello sguardo, ma era necessario, per il suo ruolo di spia, per la sicurezza di Potter e per stroncare sul nascere le ridicole fantasticherie del Grifondoro nei suoi confronti.

“Mi mancherà molto. Lei...ehm... lui, il principe...sa, era confortante sapere che c'era qualcuno un po' come me”.

Severus chiuse gli occhi, sapeva cosa intendeva il ragazzo. La solitudine era una cattiva consigliera. “Potter hai i tuoi amichetti, parla con loro come hai fatto con lui in quelle lettere e in breve tempo tutta questa faccenda sarà solo un ricordo.”

“Loro non capirebbero. Hanno le loro famiglie amorevoli a supportarli ad amarli, un destino libero da Vold...da Tu-sai-chi. Io invece no e neppure lei lo aveva. Ora le cose che ho letto hanno tutto un altro significato”. Harry a quel punto si avvicinò all'uomo, chiuse gli occhi e iniziò a parlare vicino al suo orecchio. “Grazie per aver reso meno difficili questi mesi, non so come avrei fatto senza di te. Mi mancherai da morire. Voglio dirti che anche adesso che ho scoperto chi sei... quello che provo per te, non è poi così diverso. So che sembra assurdo eppure è così. Addio mio principe...Io...vorrei solo...”

Il discorso del ragazzo lo aveva colpito. Non avrebbe potuto lenire quel dolore nelle vesti di Severus Piton, ma c'era una cosa che poteva fare e l'avrebbe fatta.

Strinse il ragazzo a se “Un giorno troverai quello che stai cercando Potter...ti basterà guardare nel posto giusto la prossima volta” Poi afferrò la bacchetta, la puntò alla tempia del ragazzo-sopravvissuto e mormorò “Oblivion”.

Lentamente tutti i ricordi di quella serata svanirono o furono manipolati, uno dopo l'altro. Severus entrò nella mente del ragazzo, per accertarsi che l'incantesimo non creasse alcun danno. Solo in quel momento comprese quanto i sentimenti di Potter per lui, fossero profondi. Al ragazzo davvero non importava che lui fosse il principe. Quella piccola apertura che aveva manifestato nei suoi confronti aveva creato una sorta di comprensione e aveva mitigato quasi 6 anni di incomprensioni e pregiudizi. Sciocco ragazzo sentimentale!

Quando Severus uscì dalla mente del Grifondoro si sentì profondamente soddisfatto del suo lavoro. Potter avrebbe ricordato di aver incontrato alla festa, un ragazzo carino con il quale aveva avuto una semplice e comune avventura di una notte. Nulla di più. Aveva inoltre impiantato dei falsi ricordi nella sua testa. Così avrebbe ricordato di aver preso l'antidoto per l'amortenthia, inviatogli a nome suo per mezzo di un elfo domestico, che lo aveva costretto di prepotenza a bere la fiala, e di aver recuperato il suo beneamato libro grazie all'informazione ricevuta dallo stesso elfo, il quale gli avrebbe comunicato per errore che sarebbe rimasto lontano dal castello per l'intero weekend.

Tutto era sistemato. Potter avrebbe avuto di nuovo il suo libro e le sue fantasticherie sul suo amato principe a dargli conforto. Questo era davvero tutto quello di cui aveva bisogno. Decise che non si sarebbe più intromesso nella vita privata del ragazzo nel tentativo di aiutarlo, vista la disastrosa esperienza.

Quando lo scostò, lo guardò un ultima volta in quegli occhi smeraldini e disse “Adesso, puoi tornare alla torre Potter. Riposa. Ti aspettano giorni difficili in futuro. Sappi che in un modo o nell'altro il principe Mezzosangue veglierà su di te, sempre”.

FINE

 

 

 

 

Angolino dello scribacchino:

Eccoci qua, maghi e streghe di ogni età e regione! In questi tempi bui, in cui un l'epidemia di corona virus sta infettando il mondo. Io ho cercato di trovare un lato positivo, sono rinchiusa in casa e quindi sono riuscita a terminare dopo tanto tempo questa mia breve avventura!

Immagino che il finale sia stato leggermente inaspettato, per alcuni di voi. In realtà lo è stato anche per me. Ho cambiato idea molte volte e alla fine questa è la versione che ha prevalso. So per certo che alcune delle persone che mi seguono (...Tassorosso, ne me ne vogliano i membri della casa della prof.ssa Sprout, ma se fosse per voi tutte le storie finirebbero in modo sdolcinato) si aspettavano un happy ending. Spero vi sia piaciuta comunque e che nonostante la cattiveria della Vostra Lady, decidiate di lasciare comunque un commentino. 
Date sfogo alla vostre idee!

Un abbraccio più virtuale del solito date le circostante e mi raccomando restate tutti a casa a leggere!

LadyV

   
 
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