5.
Credevo non ci fosse nessuno con te
Oh, scusami tanto se puoi.
Signore chiedo scusa anche a lei
Ma io ero proprio fuori di me quando dicevo
Posso stringerti le mani?”
Lisbon sgrana gli occhi verdi, furiosa. Lo
so a cosa sta pensando. Perché devo sempre essere così idiota, guastafeste, eccetera,
eccetera, eccetera? Vedo anche che vorrebbe darmi un pugno sul naso o no, ecco
che ci ripensa. Vorrebbe spararmi se solo avesse con sé la pistola. L’ha
tradita un piccolo moto che l’ha fatta girare leggermente come ad estrarre l’arma
dalla fondina appesa al suo fianco. Ma, per mia fortuna, non ha nulla con sé. Quel
suo gesto istintivo però ha sortito il risultato che speravo. Pike ha lasciato
cadere la mano dalla spalla di Lisbon ed ora mi guarda negli occhi con i tratti
del volto irrigiditi, la mascella troppo serrata. Non sembra un uomo cattivo, è
anche abbastanza intelligente da capire che l’ho provocato ma non vuole fare
nulla, non di fronte a lei. Vuole dimostrare di essere adulto, maturo e
responsabile, di meritare Lisbon. Quest’ultima considerazione mi fa incrinare
leggermente il sorriso. Mi irrita il suo atteggiamento.
“Beh, ma ora problema risolto. Le mani di
Lisbon sono calde, tu sei venuto a vedere se andava tutto bene e, effettivamente,
va tutto bene. Io me ne stavo giusto andando. Ero solo venuto perché pensavo di
trovare Lisbon da sola e le ho portate degli ottimi cannoli. Ah, non
ringraziarmi, Pike. Offre il Tavolo Bianco.” Non posso fare a meno di rincarare
la dose. Voglio uscirne a testa alta, come sempre. Un finto passo indietro spiegando
che va tutto bene e due passi avanti, giusto per punzecchiarlo ancora un po’. Per
fargli capire che lì, a casa di lei, lui non centra nulla.
Mi allontano fischiettando dopo aver fatto
un saluto con la mano quando sento la soave voce di Lisbon che mi urla: “Domani
facciamo i conti, Jane. Stanne certo!”
Sorrido trionfante. “Sì sì, domani.”
Raggiungo il camper e accendendo il motore
con un rombo riparto.
Riesco già a vederlo il sorriso ingenuo e
felice di Lisbon quando scoprirà che nel sacchetto che le ho lasciato non ci
sono solo i cannoli ma anche un rametto reciso di fiori di pesco che ho
raccolto sul viale del suo giardino.
Un ultimo sguardo allo specchietto
retrovisore e poi svolto a destra.
Domani.
E ci sarà sempre un domani per noi finché io
continuerò a fingere di giocare e lei a fingere di non capire che
sì, devo ammetterlo, la amo anche io.
Ecco la fine di questa brevissima long, il
che è già una contraddizione di per sé. Scusate l’ironia. Portate pazienza.
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia
fatto passare bene un po’ di tempo.
Grazie a tutti!
Mirty