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Autore: Annette85    10/04/2020    2 recensioni
«Non se ne parla neanche!» sentenziò Ron in direzione del camino.
«Andiamo, Ron, sei l’unico che possa aiutarmi», lo supplicò la testa di Bill solleticata dalle fiamme. «Mamma e papà sono fuori città per qualche giorno; [...]
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Sorpresa | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota: Ed eccoci arrivati alla conclusione di questa ff.
Ci ho messo anni per riprenderla in mano, e poi in meno di una settimana è conclusa. Mi fa sentire un po' strana, questa cosa. Ma sono felice di aver concluso almeno una della miriade di long che affollano il mio computer.
Non mi dilungo oltre e vi lascio alla lettura!
Buona lettura^^

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Il Ronaldo in difficoltà


Epilogo


Hermione tagliò amorevolmente l’hamburger di Victoire, mentre la piccola non la finiva di toccare e giocare con le carote che avevano composto la faccina sorridente.

Ron guardò quella scena con attenzione, volendo imprimere nella memoria ogni singolo movimento della fidanzata.

«Ecco qui, Victoire», disse Hermione, riportando alla realtà il mago. «Ora puoi mangiare tranquillamente».

Poi si girò verso il proprio piatto e iniziò a tagliare l’hamburger con precisione chirurgica. Ron si schiarì leggermente la gola.

«Che c’è?» chiese Hermione senza alzare gli occhi dal piatto.

«N-nulla», mentì Ron. C’era molto di cui voleva parlare, soprattutto riguardo alla notizia che lei era così impaziente di dargli, ma che era stata relegata in un angolino lontano.

Hermione conosceva Ron fin troppo bene e sapeva perfettamente che non era “N-nulla”. Poggiò con delicatezza le posate sul bordo del piatto e lo guardò attentamente.

«Ron», lo richiamò. «Dobbiamo parlare», sapeva che quella tattica l’avrebbe fatto mettere sull’attenti.

Ron si raddrizzò sulla sedia impettito, odiava sentire quelle due parole, soprattutto se pronunciate da Hermione. Il volto si fece serio e la guardò dritto negli occhi, pronto a sentirsi dire qualsiasi cosa.

Nella sua mente iniziarono a farsi strada vari scenari: lei che lo lasciava e lui che la implorava di non andarsene; lei che gli diceva che sarebbe dovuta partire per chissà dove e lui era sicurissimo che sarebbe stato un viaggio di piacere con Krum – lo odiava, nonostante non si vedessero da anni –; oppure lei che gli diceva di essere incinta, in quel caso Molly Weasley sarebbe arrivata di gran carriera e, se da un lato sarebbe stata felice, dall’altro l’avrebbe affatturato seduta stante perché non erano sposati.

In ogni suo scenario lui faceva la parte dell’idiota.

«… e così mi hanno offerto il posto», disse Hermione sorridente, ma lui non l’aveva minimamente ascoltata, impegnato com’era a farsi le solite fantasie più disparate. E lei se ne accorse. «Non mi stavi ascoltando, vero?» non era un’accusa, ma una semplice constatazione.

«S-scusa», abbassò la testa Ron.

Hermione sospirò, alzò gli occhi al cielo. «Eh no, caro, questa volta non te lo dico di nuovo», ghignò lei, ben sapendo che la curiosità del fidanzato avrebbe avuto la meglio, ma voleva godersi per un attimo la soddisfazione di lasciarlo nel dubbio.

Ron non si lasciò intimorire e, dopo qualche istante, rilanciò: «Ok, ti hanno offerto il posto, il che vuol dire che si tratta di lavoro», iniziò analizzando i dati che aveva in suo possesso come avrebbe fatto lei per arrivare alla soluzione dell’enigma.

«Fin lì ci sarebbe arrivata anche Victoire», disse Hermione facendo una smorfia annoiata e incrociando le braccia al petto.

«Non distrarmi», la rimproverò. «Attualmente stai lavorando al Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche e hai già una posizione di rilievo, con tutto il lavoro del CR… Ehm, C.R.E.P.A., quindi deduco che si tratta di altro. Di un altro posto al Ministero. Ci sono vicino, eh?»

Hermione parve sorpresa e ammirata che Ron si stesse applicando per trovare la soluzione più corretta.

«C’entra per caso il gufo che è arrivato stamattina e per cui sei corsa via quasi in pigiama?» chiese ripensando a quando il gufo del Ministero, tutto impettito, aveva becchettato la finestra fino a farsi aprire.

«Potrebbe…» rispose lei, restando sul vago.

«Ma certo che c’entra», ricominciò Ron rispondendo più a sé stesso che a lei. «Accio lettera!» disse poi appellando la lettera che era rimasta sul tavolino in salotto tutto il giorno.

«Ehi, così non vale», protestò Hermione.

Ron afferrò la lettera che gli arrivò come un proiettile tra le mani, l’aprì e lesse solo l’intestazione in alto: Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica.

Sorrise soddisfatto per aver svelato il mistero e poi si rivolse a Hermione: «Congratulazioni!» disse contento alzando il bicchiere col succo di zucca.

La strega lo guardò soddisfatta e arrossì. Si era aspettata di dargli la notizia in tutt’altro modo, ma la litigata e tutto il resto avevano fatto sfumare i suoi piani. Però era contenta che lui si fosse applicato e avesse trovato la soluzione, segno che l’addestramento Auror aveva dato i suoi frutti.

Victoire emise un gridolino felice dal seggiolone e solo allora i due si accorsero che Bill era tornato a prendere la figlioletta.

«D-da quanto sei lì?» chiese Ron guardando il fratello allarmato.

«Da un po’» ammise lui ghignando. «Congratulazioni, Hermione, sono contento che tu abbia avuto una promozione», disse rivolto alla strega. «Bene, vi libero dell’incombenza della piccola e vi lascio festeggiare in pace. Mi racconterete domani com’è andata e se ha fatto la brava».

Ron e Hermione arrossirono talmente tanto che il rosso scarlatto di Grifondoro in confronto era una sfumatura di rosa pallido.

«Ah, per il fornello, vi basta un Finite incantatem ben assestato», concluse Bill prima di sparire nel camino.

A quell’ultima affermazione di Bill, Hermione inghiottì l’aria e si mosse sulla sedia nervosa. Ron la guardò e capì.

«Hermione», iniziò con calma. «Sei stata tu a stregare il fornello?»

La strega gli sorrise sfacciata: «Ma certo che no, ti pare che ti farei una cosa del genere?»

«Oh, sì, ne sono più che convinto», rispose lui nascondendo un sorriso mentre beveva il succo di zucca e guardava la fidanzata arrossire un po’.


Fine


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È difficile scrivere qualcosa, perché non pensavo ci volesse così poco per concludere una ff – spesso me lo dimentico =D – e quindi adesso non sono sufficientemente preparata.
Sono contenta che molte persone abbiano letto la storia, anche se a distanza di tanti anni, e ringrazio chi si è fermato a commentare ogni singolo capitolo. Mi avete resa molto felice.
Spero di continuare a scrivere anche altro (ho già un po' di idee e prompt che non sono stati ancora mai usati), quindi devo solo ritrovare il tempo, perché l'entusiasmo c'è. Vorrei anche dedicarmi a qualcosa di originale.
Per quanto riguarda questa ff, spero di non aver deluso le aspettative di nessuno e di aver svelato ciò che era rimasto in sospeso.
Vi ringrazio ancora per l'attenzione ;)
Alla prossima!
Ciao ciao

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