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Autore: Opalix    08/08/2009    15 recensioni
PARADOSSO DI KIERKEGAARD: Se ti sposi, te ne pentirai. Se non ti sposi, te ne pentirai lo stesso.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7: PROFESSIONAL SECRET

“Non puoi cavalcare due cavalli con un culo solo.”
Dal film “Tutta colpa dell’amore”

Lo stesso giorno dell’udienza preliminare, ma più tardi.

“Entra, avanti!”
L’avvocato Granger spalancò la porta del suo ufficio con una manata e strillò a Draco di entrare. Era evidente che se non fosse stata così educata avrebbe facilitato il procedimento con un calcio nel sedere. Draco mosse qualche passo malfermo e si richiuse piano piano la porta alle spalle. Hermione aveva sbattuto sulla scrivania un pacchetto di fotografie, copie di quelle portate da Nott, che il giudice le aveva fornito.
“Io vorrei davvero sapere cosa ti è saltato in quella testa vuota!” strillò l’avvocato, mettendosi le mani nel capelli, “ma no, certo! Tu sei Draco Malfoy! Non potevi aspettare di essere divorziato prima di portarti in giro la tua futura seconda moglie, o la tua amante, o una zoccola pagata… no, tu devi sempre fare quello che il tuo microcervellino partorisce! I piccoli imbecilli quando crescono diventano… GRANDI E GROSSI IMBECILLI!”
“Granger stai esagerando,” tentò di farle presente Draco, ma senza troppa convinzione, “che vuoi fare, tirarmi un pugno?”
“Non tentarmi. Sapevi che stavi per divorziare, ma è mai possibile che non ti sia venuto in mente di usare un po’ di discrezione?”
“Io sono stato molto discreto!”
“Si, più o meno come Paris Hilton…” borbottò Hermione, sedendosi alla scrivania.
“Chi?”
“Nessuno, lascia perdere.”
“Oh Granger, andiamo! Mia moglie si porta a letto mezza Londra, ha addirittura messo al mondo una figlia che, palesemente, non è mia… che volevi, che per tutti questi anni io mi mettessi a fare il monaco tibetano?”
Hermione sospirò, stancamente.
“L’arancione ti starebbe di merda. Ma non è quello il punto,” brontolò. “Le foto che Nott ha portato al giudice sono tutte recentissime e tutte della stessa donna: è chiaro che non hanno prove di tue eventuali relazioni extraconiugali precedenti, altrimenti avrebbero presentato quelle!”
Draco la guardò, grattandosi un sopracciglio, perplesso.
“Malfoy, ragiona! Farti passare per un marito ripetutamente infedele durante diversi anni di matrimonio sarebbe stato molto più sicuro per Pansy, piuttosto che affidarsi a una relazione le cui uniche prove sono datate successivamente alla presentazione dell’istanza di divorzio.”
Draco allargò le braccia, “ok, ma allora non capisco quale sia il problema. Dimostriamo che Melanie non è mia figlia e Pansy non potrà più avere nessun diritto su Malfoy Manor.”
La Granger accavallò le gambe e lo scrutò per qualche secondo prima di rispondere.
“Malfoy, sei stato tu a dire che il divorzio doveva svolgersi con meno polverone possibile. Non sono esperta delle dinamiche di società, ma tu hai dato il tuo nome a quella bambina: se adesso, dopo quattro anni, cominci a lagnarti che non è figlia tua e che tua moglie ha fatto la zoccola sotto il tuo tetto per così tanto tempo… cosa credi che si dirà in giro?”
“Non ci crederanno,” ammise Draco, sconsolato, “nonostante le prove, Pansy ne uscirà comunque come la moglie maltrattata. Siamo stati troppo implicati con Voldemort in passato: il mostro sarò sempre e comunque io.”
“Si, lo penso anch’io,” fece Hermione, con clinico distacco. “E Nott è troppo bravo per non approfittare anche del fatto che il tuo lavoro ti porta a viaggiare spesso. Di fronte alle prove schiaccianti della tua non-paternità, la giuria potrà soltanto sentire pietà per la povera Parkinson, così sola e abbandonata da arrivare a…”
“…prendersi come amante il giardiniere” concluse Malfoy.
Hermione alzò un sopracciglio, ma non fece commenti.
“Comunque, mostrarti al mondo come il povero maritino cornuto non servirebbe… non so nemmeno se basterebbe a farti conservare la casa. Se poi vuoi mantenere il rispetto della società dobbiamo fare molto di più. Bisogna screditare tua moglie completamente, fare in modo che sia lei il mostro. Sei disposto a fare questo?”
Malfoy sbuffò, incredulo.
“Non fare domande cretine, Granger. Tu piuttosto, ne sarai capace?”
“Non fare domande cretine, Malfoy...” gli fece il verso Hermione.
“L’hai detto tu: non sei esperta delle dinamiche di società. Nott ci è cresciuto in mezzo.”
“Si. E ne è venuto fuori un avvocato che non è in grado di tenerselo nelle mutande quel tanto che basta per non farsi coinvolgere dalla propria cliente. Io non ti sfiorerei nemmeno con i guanti, Malfoy, con tutto il rispetto ma mi fai un po’ troppo schifo.”
“La cosa è reciproca Granger, non temere. Qual è la tua idea quindi?”
Hermione strinse gli occhi.
“Pensare, per ora. E parlare con tua madre.”
Draco questa volta saltò in piedi, un’espressione di puro terrore sul viso.
“Mia madre?!?”
“Tua madre. O devo dedurre che è così affezionata a Pansy da non voler aiutare il suo adorato figlioletto nei guai?”
“Mia madre spezzerebbe il collo a Pansy se solo trovasse il modo di farlo senza sporcarsi le dita. Il problema è che, dopo quello che è successo, spezzare il mio potrebbe sembrarle ancora più interessante. Che c’entra mia madre? Non possiamo lasciarla fuori da questa storia?”
“Beh, lei è una vera esperta di dinamiche di società, no? Ci sarà utile. Quando posso parlarle?”
Draco sospirò e si lasciò cadere di nuovo sulla poltrona.
“Se pensi che non si possa evitare… quando vuoi, suppongo, ma dovrai essere tu a venire al Manor.”
“Nessun problema. Domattina suonerò alla tua porta, allora.” Hermione prese in mano il pacchetto di fotografie e cominciò a sfogliarle. “Chi è la rossa, comunque?”

ESTENSIONE DI BALDWIN ALLA LEGGE DI FREAK
L’amore è cieco ma la sfiga ci vede benissimo.

Per uno strano scherzo del destino, la misteriosa donna dai capelli rossi era inquadrata quasi sempre di spalle nelle fotografie che Nott aveva presentato al giudice. Un cappotto nero, un paio di semplici stivali, una cascata di capelli rossi, un po’ arruffati. Hermione le sfogliò distrattamente. Per la maggior parte delle inquadrature gli amanti clandestini si tenevano per mano, in una di esse Draco sussurrava qualcosa nell’orecchio alla ragazza. Poi, finalmente, una fotografia inquadrò il profilo impertinente della ragazza, colta in una risata, la testa gettata all’indietro.
Hermione impallidì e si tappò la bocca con la mano.
Draco allontanò impercettibilmente la sedia e si guardò le punte dei piedi.
Hermione imprecò.
Draco, sempre guardandosi le punte dei piedi, pensò che era una vera vergogna che una donna come l’avvocato Granger conoscesse tali parole.
Hermione scattò in piedi e strillò “Malfoy!”.
Draco alzò lo sguardo dalle punte dei piedi e saltò i piedi, cercando di guadagnare la porta.

“Colloportus!”
Hermione avanzò minacciosamente verso Malfoy che – era evidente – sembrava avere tizzoni ardenti sotto le belle scarpe firmate.
“Brutto, idiota, bugiardo, bastardo d’un… Malfoy!” strillò.
Draco si grattò la nuca cercando di darsi un tono.
“Oh, Granger, andiamo… se dico che gli Weasley mi fanno schifo mi date del razzista, e se ci esco, con la Weasley, non va bene lo stesso…”
“Ti sei fatto chiamare Dan Jordon!” strillò ancora più forte l’avvocato.
“Si, beh…” il tono di Malfoy cercò di farsi ragionevole, “non è che sarebbe uscita con me se le avessi detto chi ero. Ma a parte il nome…”
“A PARTE IL NOME?!?” Hermione alzò le braccia al cielo, chiedendo pazienza. O forse no. “Malfoy, di tutte le cose…” la donna sembrò per un attimo a corto di parole e si lasciò cadere di nuovo sulla sedia, scuotendo la testa, il viso pallido come un fantasma. Quando riprese a parlare lo fece con gelida calma, fissando su Draco uno sguardo assassino che avrebbe fatto battere in ritirata anche il povero, vecchio Godric.
“Di tutte le cose che avrei mai potuto pensare di te, di tutte le… stronzate che avresti mai potuto fare, non avrei mai nemmeno lontanamente immaginato che tu potessi arrivare a tanto. Ad approfittare di una ragazza che non può difendersi dai tuoi schemi, che non ha speranza di tutelarsi contro le tue sporche menzogne. Sei un verme molto più viscido di quanto avrei mai potuto concepire. E quello che è peggio è che non hai la più pallida idea di quello che Ginny ha passato quattro anni fa, non sai nulla di lei, non puoi capire quanto bisogno abbia di essere protetta e rassicurata. Mi fai schifo, Malfoy.”
Le ultime quattro parole caddero sulla testa di Draco come pesanti blocchi di ghiaccio dagli spigoli aguzzi. E se ci fosse stato qualcuno in ascolto, avrebbe potuto sentire il cranio di Malfoy suonare decisamente vuoto.
Ci sarebbe voluto qualcuno con un pelo sullo stomaco ben più folto di quello di Draco per non sentirsi un esserino disgustoso e rivoltante sotto il peso delle parole di Hermione Granger. Non potendo, ovviamente, vantare immacolate intenzioni, il ragazzino viziato che ancora viveva nel cuoricino nero di Draco Malfoy, mise fuori la testa platinata e se ne uscì con un petulante “Granger, tu non capisci.”
“Ah, non capisco?” fece la Granger, ancora più gelidamente. “E cosa ci sarebbe mai da capire, Malfoy? Il motivo recondito? Non mi interessano minimamente le tue ragioni, non voglio sapere per quale assurdo motivo tu abbia messo in piedi questa sceneggiata, ma quello che so è che non permetterò che Ginny ne subisca le conseguenze! Hai mentito sulla tua identità a una ragazza che non può vedere. Grazie al cielo, Ginny ha una famiglia che veglia su di lei e che la vista ce l’ha ancora.”
“Sei un avvocato Granger! Sei vincolata al segreto professionale, non puoi dire niente a Ginny!”
Hermione lo squadrò con disgusto, senza scomporsi. Doveva dargli atto che era meno stupido di quello che sembrava, ma lei non era certo una da farsi mettere i bastoni tra le ruote da un damerino qualunque.
“Non posso dirle che il misterioso ammiratore da cui riceve fiori e regali è Draco Malfoy, no. Ma sono l’avvocato soltanto di Draco Malfoy, nulla mi impedisce di avvertire Ginny che Dan Jordon è un patentato bastardo. Adesso infila quella porta prima che mi decida a farti una fattura. Non voglio sentire la tua voce prima di domattina.”

“Call me irresponsible,
yes I’m unreliable,
but it’s undeniably true,
I’m irresponsibly mad for you.”
Frank Sinatra
“Call me irresponsible”

La sera stessa, al 47 di Diagon Alley.

Ginny uscì dal camino scendendo i gradini con la sua solita attenzione. “Dan?”
Draco la raggiunse in un balzo, le prese le mani e le strinse forte, studiando il viso della ragazza.
“Sono io.”
Ginny sorrise e Draco si decise a stringerla a sé: l’abbraccio doveva avere un che di doloroso o disperato, perché Ginny alzò le mani e le posò sul viso di lui, cercando di capirne l’espressione.
“Hey, che c’è?” mormorò.
“Niente,” mentì lui, “avevo voglia di vederti.”
Solo lei riusciva a dare ad un sorriso una piega amara e farlo comunque restare un sorriso, così bello da spezzarti il cuore.
“Si. Anche io ne avrei voglia, di vederti.”
Le dita di Ginny si mossero leggere, sfiorando le labbra sottili, gli zigomi, e la fronte nascosta dalle ciocche di capelli biondi ancora umide per la doccia. Draco rimase immobile e chiuse gli occhi, che in quel momento erano cupi e tristi, e avevano lo stesso colore delle nubi prima di un temporale.
“Sei preoccupato.”
Le parole appena sussurrate si persero quasi nel rumore della pioggia che batteva sul tetto. Tra le sue braccia Ginny era piccola ed esile, e la luce del camino giocava sui suoi capelli da fata, facendo sembrare il suo viso come avvolto dalle fiamme. Guardarla faceva male, sapendo che stava per sfuggirgli dalle mani come un sogno. Draco sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa, dirle qualcosa… qualcosa di vero, che lei avrebbe potuto ricordare dopo che tutte le menzogne fossero uscite allo scoperto. La famiglia Weasley non avrebbe impiegato molto a trovare il modo di smascherarlo, non aveva più tempo, ormai. Un altro uomo forse si sarebbe arreso e, vero o non vero, le avrebbe detto che l’amava e le avrebbe fatto promettere di ricordarselo sempre.
Ma il diavolo, si sa, fa le pentole senza i coperchi.
E Draco non aveva la più pallida idea di come tenercela, Ginny, dentro la pentola. Sapeva soltanto che la pentola gli sarebbe sembrata ancora più grande e vuota, una volta che la fata che ora l’abitava fosse volata via.
“No. Sono solo stanco,” disse, cercando le labbra di lei, “è stata una giornata pesante.”

“Fornite alle donne occasioni adeguate e le donne potranno fare tutto.”
Oscar Wilde

La mattina dopo.

“Mio figlio è un cretino.”
Madama aveva parlato con un tono conversativo, accompagnando la constatazione con un elegante movimento della mano ingioiellata. L’avvocato Granger, che aveva appena finito di esporre i fatti, annuì convinta.
“Non avrei saputo esprimermi con maggiore accuratezza, signora Malfoy.”
Draco, sprofondato nella poltrona in dolce intimità con una fetta di torta al cioccolato, cominciò a sentirsi di troppo in quel tripudio di reciproca comprensione.
“Tu sei d’accordo con noi, vero Draco?” chiese Narcissa, con dolcezza.
Draco annuì passivamente, senza proferire verbo perché aveva la bocca troppo piena.

Jackson scelse proprio quel delizioso momento di armonia familiare per entrare nel salone e scaricare rumorosamente a terra cinque secchi di vernice. (L’inquietante dicitura “PEPPERMINT GREEN” faceva bella mostra di sé sull’etichetta dei grossi barattoli.)
L’aitante e abbronzato imbianchino, vestito come suo solito di ciò che restava di un vecchio paio di jeans, si asciugò un improbabile sudore dal collo e dalla fronte e si caricò la scala sulla spalla destra. Madama Narcissa gli rivolse un sorriso smagliante.
“Jake, caro… ti dispiace cominciare dalla parete ovest? Stiamo ancora facendo colazione e non vorrei che l’odore della vernice ci rovinasse l’appetito…”
“Nessun problema, Signora Malfoy” fece il ragazzo.
Mentre si dirigeva verso il luogo assegnatogli, Jackson sfilò, ancheggiando, davanti alla povera Hermione, il cui sguardo non riuscì proprio ad evitare di posarsi sugli strappi posteriori dei jeans (sicuramente un cimelio degli ormai morti e sepolti anni settanta) – e, di conseguenza, sulle porzioni di sode chiappe in bella mostra attraverso di essi. Hermione spalancò gli occhi e il suo viso si fece di una gradevole tonalità di rosso amarena. Distolse in fretta lo sguardo e riprese a sfogliare le sue carte con rinnovato zelo.
Narcissa, al contrario, non si fece scrupolo di seguire pigramente il posteriore di Jackson mentre posizionava la scala e si preparava a tinteggiare per l’ennesima volta la parete opposta del salone.
Hermione si schiarì la gola.
Draco inghiottì a fatica il boccone che stava masticando e posò la restante porzione di torta sul tavolino, allontanandola da sé con un gesto che aveva un che di disgustato.
Mamma…
Narcissa lo fulminò con un’occhiata.
“Finisci la torta, Draco. Io e l’avvocato Granger dobbiamo decidere come rimediare alle tue idiozie.”
“Si infatti, è il motivo principale per cui sono venuta qui stamattina,” disse Hermione, il viso ancora arrossato, voltando rigorosamente le spalle alla parete sulla quale Jackson stava passando con misurata lentezza il grosso pennello. “Il suo consiglio e la sua esperienza sono fondamentali in questa fase, signora Malfoy. Come ho già esposto a suo figlio ieri, se le vostre intenzioni sono sempre quelle di non perdere il rispetto dell’alta società magica inglese, dimostrare che la bambina non è figlia del signor Malfoy non sarà sufficiente.”
“No, è ovvio. Sono passati quattro anni, Draco avrebbe dovuto agire prima, o non agire affatto.”
“Oh, ma agiremo…” fece Hermione, dolcemente, “soltanto, per screditare Pansy Malfoy non sarà sufficiente che Draco si faccia compatire come il maritino cornificato. Ma credo di aver trovato l’eventuale arma segreta.”
“Credo di capire, non c’è bisogno che mi spieghi altro, avvocato” la interruppe Narcissa, con uno sguardo di aperta ammirazione.
Draco nascose la testa fra le mani. Che due donne si capissero al volo, era normale. Che sua madre ed Hermione Granger riuscissero a capirsi senza bisogno di parole… era probabilmente un presagio della prossima apocalisse. E lui sarebbe morto nel grande cataclisma senza aver capito una mazza.
“Pensa che possa funzionare?”
“Ne sono assolutamente convinta!” ribadì Narcissa, alzandosi in piedi.
“E adesso dove vai?” chiese Draco, senza eccessiva speranza di ricevere una risposta.
Narcissa lo guardò dall’alto in basso.
“A procurarmi una veletta di pizzo nero, ovviamente. Avvocato Granger, è stato un vero piacere. Lo sarà ancora di più se convincerà mio figlio che è nel suo miglior interesse mantenere un comportamento moralmente irreprensibile durante le prossime fasi del processo.”
E dal suo tono di voce era chiaro che la perdita di Malfoy Manor e del rispetto sociale sarebbe stata una bazzecola paragonata a ciò che aspettava Draco se avesse pensato di agire diversamente. Mentre usciva a passo di marcia dal salone, Marcissa Malfoy puntò la bacchetta verso i secchi di vernice e la scritta “PEPPERMINT GREEN” sparì in uno sbuffo di fumo, sostituita dalla dicitura “CHERRY PINK”.
“Jackson, lascia perdere e vieni ad aiutarmi con i mobili da portare al piano superiore. Domani ricominci da capo con il nuovo colore.”

“And now, if you’ll excuse me, I’m going to hell.”
Queer as Folk

“Ron, caro?”
“Mf… ‘sa vuoi?”
“Dormivi, caro?”
“…”
“Beh, scusa se ti ho svegliato, tesoro…”
“’mione… che c’è…”
“No, niente, caro.”
“Ok, ok… sono sveglio, adesso.”
“Oh, bene. Volevo solo dirti… ti ricordi quando mi hai chiesto se era il caso che tu facessi delle indagini su Dan Jordon?”
“… chi?”
“Dan Jordon. Quello con cui esce tua sorella.”
“mia sorella?”
“Ginny! Ron, sei sveglio per davvero?!?”
“…mf. Si, si sono sveglio. Dan Jordon. Ginny. Indagini. Si.”
“Beh, io ti avevo detto di lasciar perdere, sai, però…”
“però?”
“è che sono venuta a sapere alcune cose sul lavoro, non che Dan Jordon sia mio cliente, sai, però si viene a conoscenza di varie cose facendo l’avvocato, e…”
“Hermione, ho sonno, sono le due del mattino… non puoi dirmi semplicemente che è successo?”
“Ma è proprio quello il punto! Non posso. Segreto professionale.”
“E?”
“E allora, io temo che quest’uomo non sia esattamente una toccasana per Ginny nella sua situazione.”
“La picchia?!?!”
“Ma no, cosa ti viene in mente! È solo che ho come l’impressione che questo tizio non sia quello che dice di essere, ecco. Perciò pensavo…”
“Cosa?”
“Pensavo che, ecco, se tu ed Harry, al di fuori dell’orario di lavoro, sia chiaro, scopriste per caso qualcosa su questo tizio, voi non sareste legati al segreto professionale.”
“Al di fuori dell’orario di lavoro.”
“Si, caro, sempre che per te non sia un problema…”
“No, non è un problema. Lavoro già nove ore al giorno, ma non è un problema.”
“Certo, se pensi di non avere tempo…”
“Ma no, che dici, le ore sono 24…”
“Ok, è solo che pensavo che il benessere di Ginny ti stesse a cuore… ma se non ne hai voglia…”
“Va bene, Hermione, domani ne parlo con Harry.”
“Certo, se Harry ti dicesse che non è il caso…”
“Andrà bene…”
“Ma se ti dicesse che gli auror non possono…”
“BUONANOTTE HERMIONE!”

***********

Prima di tutto, nello scorso capitolo mi ero dimentica un ringraziamento (essenziale) alla persona che, via sms, mi ha scritto “questa Ginny è così trash che quasi mi viene voglia di chiamarla Virginia”.

Una risposta generale alle recensioni: ci sono stati commenti contrastanti sul fatto che questo Draco sia un po’ fuori canon (Fanny), non affatto OOC (Danyyy), diverso da quello perfetto e sempre padrone delle situazioni tipico delle ff (Curiosity), davvero IC (Dalhila)… Nessuno se ne abbia a male, ma se devo proprio essere sincera non sono cose che mi interessano davvero. Mi fa piacere che la storia vi coinvolga abbastanza da farci un paio di ragionamenti sopra, ma devo ammettere che faccio un po’ fatica a decidere cosa sia canon e cosa no, ormai. Per esempio sono talmente affezionata alla Draco’s Trilogy che per me una ragazza dai capelli rossicci e gli occhi verdi può essere un Blaise perfettamente canon… Comunque, questa volta avevo voglia di fare un Draco un po’ pirla e questo è quello che è uscito. Se dovessi dire quel’è il Draco che più potrebbe essere la naturale continuazione di quello della Rowling, forse non sarebbe nessuno tra quelli di cui ho scritto. E poi mi sembra molto complicato decidere se una storia è canon o non lo è quando è ambientata in un tempo in cui i personaggi sono tutti già cresciuti: il processo di crescita in sé provoca cambiamenti. Detto questo, sono stata molto contenta di ricevere tante recensioni carini e voglio ringraziarvi tutte e mandarvi un bacio enorme.

Fanny: tesoro, hai sostituito l’harmony trash estivo con una fanfiction trash a 40 capitoli come DF? Le tue elucubrazioni sul fatto che Ginny sappia che Dan non è davvero Dan sono state carine… non ho intenzione di risponderti però, è una sorpresa. Se sei appassionata di processi e avvocati credo allora che rischio seriamente di deluderti… non ho la più pallida idea di come si svolgano i divorzi in realtà, perché sono una povera umile biotecnologia, quindi ci sono serie possibilità che io dica grosse idiozie a riguardo. Ma lo scopo è quello di far ridere, non di mettere in piedi un processo verosimile. Grazie davvero per la recensione, un bacio!
Danyy: il motivo per cui ciò che resta di Tom Felton (seriamente, mangia quel povero ragazzo?) si sia sentito in dovere di vestirsi Armani da capo a piedi per andare ad ammazzare un vecchietto ancora mi sfugge… (e poi è Blaise quello che venera Giorgio, non Draco, come Savannah ci ha diligentemente istruite). Divertenti le tue divagazioni, ma non ti rivelo niente. Un bacio e grazie!
Summer Black: lascia perdere Risalita dall’Inferno, è scritta con i piedi. Beh, fammi poi sapere cosa ne pensi, se davvero hai voglia di andarti a leggere la mia produzione pseudoartistica. Baci e grazie!
Emiemi: grazie!
Saty (2X): tesoro, sei sempre più pazza, ma forse è il caldo. Sto sudando freddo all’idea che DF ti abbia fatto diventare formalmente donna. Ma lasciamo perdere. Non è assolutamente vero che i miei Draco sono spesso senza vestiti, sono dicerie: in Frost non l’ho svestito neanche una volta. Draco spaparanzato in un’aula di tribunale è tutto quello che ti auguro per il tuo praticatantato, tesoro. La tua analisi logica e grammaticale nella seconda recensione è stata da 30 e lode, cara. Però il tuo delirio sulla frase “puoi leggere la verità sulle mie labbra” mica l’ho capito, eh. Un bacio enorme tesoro, resti sempre la mia coccola preferita!
Seven: no, non credo che Draco l’avesse guardata Ginny, ai tempi della scuola. Tutta la riflessione su quello che le manca è basata sui modi di dire che coinvolgono gli occhi, e che sono tipici delle persone vedenti… non è riferito a lei personalmente. Grazie mille!
Vulcania: lasciamo perdere il cibo finlandese, sono tornata a casa odiando il salmone con tutto il mio cuoricino. Si, l’appartamento è sempre quello, mi sono scordata di scriverlo a inizio paragrafo. Mi dispiace di non riuscire ad aggiornare tutte le settimane ma il lavoro mi impegna abbastanza e non ho sempre tempo per applicarmi… si, i capitoli li scrivo volta per volta perché sono una donna da ultimo minuto, però quando inizio a scrivere una storia significa che ho già molte pagine del mio quadernetto (familiarmente Malefico Taccuino) piene di schemi di capitoli, scene abbozzate, descrizioni scritte eccetera, quindi so già perfettamente dove voglio andare a parare. Poi di volta in volta, organizzo il capitolo da postare. Grazie per la recensione, spero di aver soddisfatto la tua curiosità!
Yellowrose: grazie!
DarkStar: sono stata molto felice nel leggere i tuoi complimenti riguardo alla non volgarità della scena dello scorso capitolo. Grazie, grazie davvero!
Melodie: grazie mille per la bella recensione, mi è piaciuto lo “strano ma azzeccato il ritmo”! Si, si, finirà bene, non preoccuparti, la mia passione per le storie tragiche si è esaurita con Trapped, non ce la faccio più fisicamente. Questa è una storia comica prima di tutto e, come mi fa notare sempre la mia beta, ultimamente sembro aver anche perso la pessima abitudine di mandare al creatore Ron Weasley. Un bacio!
Chandelora: grazie!
Nymph: grazie cara! Le citazioni sono poi le leggi di Murphy, l’unico mio impegno è quello di cercare la più adatta alla situazione!
Curiosity: non avrei definito Pasy “algida”, vista la sua passione per gli aitanti giardinieri, ma si, decisamente Ginny deve aver fatto scoprire a Draco una nuova dimensione dell’atto. Non evaporare troppo che con questo caldo poi non ti si trova più… per quanto riguarda “Polvere nel raggio di sole”, si era mia, l’avevo pubblicata, poi me ne sono pentita perché conteneva riflessioni un po’ troppo personali e l’ho tolta dall’archivio. Mi fa comunque piacere che ti sia piaciuta al punto da stamparla. Buone vacanze e grazie!
Dahlila: la tua recensione mi ha fatto particolarmente piacere per il tuo commento sul fatto che mi sono presa le responsabilità di accecare la Weasley. Si, anche io credo che non sia un limite affatto, e cercare di far percepire questo aspetto è una sfida interessante! Il rischio era quello di farne uscire una storia troppo lagnosa e tragica, ma credo di aver superato lo scoglio con un po’ di comicità. Grazie mille, davvero!
Vega: grazie per la “grazia sopraffina”, mi sono sentita una leggiadra ballerina sulla tastiera! Ma le tue recensioni sono sempre carinissime, ormai ti “conosco” da un sacco di tempo! Buone vacanze e un bacione!
Talpy: grazie!

   
 
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