Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sallythecountess    19/04/2020    0 recensioni
A qualche anno dal loro "matrimonio-non matrimonio" i due immaturi, irresponsabili e egomaniaci ritornano a far danni. Questa volta, tra bambini, baci saffici, sbronze con ottuagenari e liti familiari, si ritroveranno a fare i conti con un problema ben più serio: diventare adulti.
Ricordo a tutti che questa storia è il sequel di "La ragazza di Tokyo" che potete leggere qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 60: una bambina di Tokyo dagli occhi verdi che parla francese.
 
Non”squitì Viscius alsando la bacheta “non cometerai altri omiscidi a Hogwarts”
 
In quell'istante una bambina dai capelli rossi spalancò gli occhioni. Aveva due anni e un gran ciuccio tra le labbra. Fissava il libro e sua sorella con stupore e un po' di paura. Il suo nome era Sophie, ed era un angioletto, dai capelli rossi lunghi fino alle spalle, tantissime lentiggini, occhi verdi e una splendida espressione languida. Era vestita con un meraviglioso vestitino rosa da principessa, con una gonna a ruota molto ampia e vaporosa, e una felpona con le orecchie da coniglio. Sembrava in tutto e per tutto una piccola bambola ed era bellissima. 
 “Qu'est-ce que tu fais, Beatris?”Sussurrò il padre dalla cucina, e allora anche la narratrice emerse dal grosso libro in cui era sprofondata. Era una bambina di circa otto anni, con un look a dir poco bizzarro: i capelli lunghi e ricci erano legati in un foltissimo chignon sulla testa e portava enormi occhialoni neri che evidenziavano ancora di più due occhi verdi come un lago. Esattamente come Sophie, Bibi era l'unione perfetta di ciò che di più bello avessero la madre e il padre, ma purtroppo aveva preso il carattere da Ai. Indossava una colorata tshirt di Spiderman,un tutù fucsia e leggins a bande colorate. Forse solo il suo modo di parlare era più bizzarro del suo aspetto: Bibi mescolava inglese e francese e spesso anche un po' di giapponese. Diceva sempre “itai” come sua madre, ma aveva imparato ad usare il “sacré” di suo padre. Si vantava di essere cresciuta in Giappone e spesso mescolava quelle poche parole sentite dalla mamma o dalle zie, per darsi un tono.
“Lego, pàpà. Màmàn disce che devo eserscitarmi con l'anglés. Per andare a l'ecole.”
“Mon dieu, ne avessi beccata una figlia mia! Mi sa che ti toccherà andare alla scuola francese.”
Sussurrò Lor asciugandosi le mani e poi ridacchiando aggiunse “hai preso da tua madre la propensione alle lingue straniere, mon amour”
“Maman ti direbbe di non dire scerte cose o mi denotivo...”aggiunse la piccola bisbetica dagli occhi verdi con un tono offeso da attrice teatrale consumata, facendo al contempo la linguaccia al padre, ma lui corresse “ma no Bibi, ti demotivi, non ti denotivi.”
Bibi, con i suoi tre anni di scuola parigina, era più francese che altro. Aveva amiche francesi, scriveva in francese e guardava persino i cartoni francesi!
“C’est bien...”ribattè stizzita, cercando lo sguardo del padre, ma papà Lor sembrava essersi perso in un altro mondo. Accarezzava i capelli della sua piccola Sophie fissando fuori dalla finestra, mentre un miliardo di pensieri tristi lo attanagliavano. Aveva una paura matta, ma non poteva mostrarla a quelle suoe piccole così indifese. La loro vita era sull'orlo del baratro, ma lui non poteva e non doveva lasciar trasparire nulla, anche se questo faceva un male cane.
Alice aveva improvvisamente cominciato a non stare bene, e per questo erano tornati ad Inverness.
 “Voglio un dottore che riesca a capire” gli aveva detto nervosa, e lui non aveva potuto fare altro che annuire. In quegli otto anni avevano vissuto come degli zingari, in giro per il mondo. Erano stati prima un anno a Tokyo, dove Alice aveva lavorato al suo fumetto. Poi erano tornati in Borgogna, ma con l’arrivo di Sophie si erano trasferiti di nuovo a Parigi. Le bambine erano cresciute tra Parigi, Nevers e Inverness e Sophie era nata a metà strada, perchè Alice non era riuscita a tornare a casa in tempo. Aveva avuto le doglie all'aeroporto di Edimburgo e a stento erano riusciti a trascinarla in ospedale.
Detestava le visite con i medici francesi e voleva parlare chiaro e tondo con qualcuno che potesse capire e dirle tutta la verità. Erano rientrati per le vacanze estive, Bibi aveva finito la scuola e avevano approfittato di quella vacanza per pianificare un loro ritorno in Scozia.
“Se ho il cancro” aveva detto Alice in piena notte, svegliando il povero Lor, “voglio che ci sia qualcuno che si prenda cura delle piccole. Non voglio che tu faccia tutto da solo. Sarà dura e non voglio che vivano quello che abbiamo passato noi, sono troppo piccole.”
“Mais pourquoi devi avere il cancro? Non possono solo essere sintomi sciocchi?” Le aveva chiesto nervoso, ma Alice aveva notato una cosa strana nel suo corpo: facendo la doccia aveva scoperto un piccolo nodulo al seno, e considerato che non aveva più il ciclo da un po', aveva deciso di sottoporsi a delle visite.
Aveva preso appuntamento tramite Emily con dei medici di sua fiducia e aveva deciso di andare da sola in ospedale quel giorno. Non voleva allarmare nessuno, erano appena rientrati, ma Lor era a pezzi. Improvvisamente suonarono alla porta e lui trasalì; per qualche minuto temette che potessero essere cattive notizie, ed esitò un istante davanti alla porta, ma subito Bibi lo sorpassò ed aprì la porta a zio Dug con Bella, Mya, Jason e la piccola Silvye.
I bambini si mescolarono in una comune urlante mentre Lor e Dug si allontanavano per parlare in disparte. Zio Dug non sapeva bene cosa stesse succedendo, ma Emily gli aveva detto di stare con Lor e aiutarlo con i bambini perchè “ne avrebbe avuto bisogno”.
“Ai non c'è?”chiese gentilmente, ma Lor scosse soltanto la testa e finalmente disse tutto a qualcuno. Dug quasi inorridì, pensando che era quello che era capitato a sua madre, ma non disse molto. I due amici si occuparono dei bambini per tutto il pomeriggio, cercando in ogni modo di scacciare le idee tristi dalla loro mente,e alle cinque Lor decise di cominciare a cucinare. Avevano invitato amici e parenti a casa per quella sera, per annunciare a tutti il loro ritorno in Scozia, ma anche per chiedergli una mano: la vecchia casa dello scapolo Lor era troppo piccola per una famiglia di quattro persone e dovevano trovarne una nuova.
“Allora”disse, rimboccandosi le maniche “chi viene a cucinare con me?”
Bibi, con fare altezzoso da donna d'affari, rispose semplicemente “non, Je resto con Mya e Bella a parlare di chose importanti” ma gli altri ragazzini decisero di dare una mano. Lor permetteva ai suoi nipoti di usare persino il coltello, e faceva lunghe lezioni di cucina ogni volta che i suoi bambini entravano in cucina. Bibi era realmente un portento in cucina e sapeva fare già piatti complicatissimi per la sua età, e Sophie...beh le piaceva stare sulle spalle del padre mentre cucinava e assaggiare tutto. Era quella che più di tutti assomigliava a sua madre: pigra e coccolona.
“Rendi la sfoglia più sottile e tu Jason mi raccomando pulisci bene quegli spinaci. Silvye, mon petite chou, vacci piano con il sale e tu...Sophie...smettila di farmi il solletico e baciami.”
Riusciva al tempo stesso a impartirgli lezioni di cucina e a coccolarli e tutti, ma proprio tutti i bambini, dicevano che amavano cucinare e mangiavano tutto senza fare storie perchè Ai aveva inventato una piccola competizione culinaria e “dovevano assaggiare tutto per poter dare i voti”. Bibi vinceva quasi sempre perchè aveva ottime doti creative e dunque faceva presentazioni spettacolari, e Lor faceva sempre segretamente il tifo per lei, che gli sembrava avesse ereditato le sue capacità manuali.
“Duggy in questa cucina sei l'unico totalmente inutile. Persino Sophie mi riempie la bocca di acini d'uva e bacini, Mercì ma petite.” Aggiunse strozzandosi quasi con un chicco d'uva, ma quella piccola rispose “rien papà...” con tanta dolcezza da farlo impazzire dalla gioia.
Cucinare con loro era il piacere più grande della sua vita, e se avesse potuto non avrebbe fatto altro per sempre. Anche quel pomeriggio riuscì a distrarsi, fin quando non sentì Bibi urlare “màmà, màmà che bello que sei qui. Non volevi tornare?Sci volevi lasciare a pàpà?” In quell'istante il cuore gli tremò e ingoiò la saliva.
 Alice entrò in quella stanza come sempre molto curiosa e un po' allarmata. Sapeva che Lor con le bambine creava un circo niente male in cucina, ma non si aspettava di vedere anche suo fratello e i nipotini. Baciò tutti con affetto e poi prese Lor per mano e come tanto tempo prima si chiuse con lui nella stessa stanza.
Lor la abbracciò senza parlare, perchè interpretò quel gesto come un cattivo presagio, ma non era così. Non c'era niente di brutto in vista.
 “Hai fatto l'ago aspirato?” Sussurrò mestamente e lei annuì.
“ No, non è stato necessario. E’ bastata un’ecografia…”Rispose lei con un sorriso che lui non capì.
“E' molto grave?”
 Ribattè lui, con un filo di voce e lei sorridendo rispose “Eh, insomma. Sono due e...non lo so se ce la faremo...”
“Oddio no, due no!” Sussurrò sconvolto, pensando che lei stesse parlando della malattia.
Ai ridendo annuì e rispose “eh lo so. E' quello che ho detto io.”
Per un attimo Lor la abbracciò per nascondere gli occhi lucidi. Non voleva perderla, non era pronto a dire addio alla mamma dei suoi figli, alla donna della sua vita. Lei cercò di divincolarsi, ma lui non voleva mostrarle le sue lacrime, così la tenne stretta. Alice avrebbe voluto dirglielo guardandolo negli occhi, ma fu costretta a farlo annegando tra le sue braccia.
“...insomma due no! Ne abbiamo già due! Però che fai? Dici 'non li voglio'?Adesso ci sono e ce li teniamo...ho anche pensato ai nomi in taxi.”
Lor in quel momento la lasciò di colpo e confuso chiese “ma di che stai parlando? Che significa?”
“Eh significa che il nodulo non l'ha provocato il cancro, ma tu. Ti ricordi quando dicevo 'Lo fammi fare l'isterectomia, due figlie sono abbastanza'? Tu dicevi sempre che non potevi sopportare l'idea di sapermi di nuovo in sala operatoria, che sarei andata in menopausa prima o poi, ma nel frattempo continuavi a toccarmi come un polpo! Se avessi saputo tenere le mani a posto non sarebbe successo!”
Lor aveva capito, ma non riusciva a crederci e Alice sorridendo aggiunse “non è un nodulo strano, è uno dei classici noduli delle donne incinte, quelli che segnalano che il corpo si prepara ad allattare e ad avere un bambino. Hai voluto portarmi fuori per il weekend? Hai detto 'lasciamo le bambine alla nonna Diane e prendiamoci qualche giorno solo per noi? Ed ecco il risultato! Congratulazioni, papà. Stavolta sono addirittura due. E immagina se fossero altre due femmine, Dio sarebbe divertentissimo Lor Dubois con ben quattro figlie femmine… ”
Lor per un attimo si sentì cadere il tetto sulla testa: era sollevato all'idea di non perdere Alice, ma onestamente la prospettiva di due bambini lo terrorizzava letteralmente. Facevano già un'immensa fatica a gestire quelle due piccole psicopatiche. Per un attimo le lacrime e l'ansia si mescolarono e gli venne quasi da vomitare, poi gli vennero in mente dei ricordi: la prima volta in cui aveva preso tra le braccia Sophie, le prime parole, i primi dentini, le notti insonni, le preoccupazioni e poi...le coccole. Così, sorridendo rispose “bien, quattro. Non ne volevamo uno, e ne abbiamo fatti quattro: siamo la coerenza in persona.”
Alice si mise a ridere, ma non rispose e Lor aggiunse “va bene, niente panico. Quattro...ok, dovremo trovare una casa con almeno tre stanze da letto...e poi farne anche un altro, perchè così posso finalmente avere la mia brigata perfetta di piccoli cloni…”
“Non ci penso neanche! Sembra terribilmente una cosa alla star wars” Gridò lei ridendo, ma Lor sussurrò “e con questi due siamo a cinque...cinque pezzi della mia anima che se ne vanno in giro per  conto loro...”
“Hai ragione, dobbiamo farne altri due allora...devono essere sette i pezzi della tua anima, lo sanno tutti...”
E così finirono col coccolarsi, dimenticando il mondo e i piatti in cucina. Per la prima volta quella sera lo chef più famoso della Scozia intera ordinò la cena ad una società di catering. Tutti furono molto contenti del loro ritorno a casa, ma tre uomini più di tutti.
Alla fine della cena, mentre Alice chiacchierava amabilmente con George e Yuki, e Jordan e la sua nuova fiamma, Lor rimase in disparte con Mike, Roy e Dug. Si sedettero sul balcone e Lor passò una birra ad ognuno di loro. Teneva Sophie in braccio che voleva addormentarsi e 'poteva farlo solo addosso a papà', Dug aveva Silvye sulle spalle e Mike e Roy li tormentavano per questo loro atteggiamento da genitori vittime delle mogli.
“E non sapete ancora la novità...”sussurrò Lor felice. Era certo che lo avrebbero tormentato, e così fu.
“Quattro figli? Ma cosa sei un cane? O Dio, questa è bella!” Gracchiò Roy Sherman allegro.
“Effettivamente sono troppi, ma almeno io ho ancora una moglie che mi ama e fa l'amore con me...”ribattè Lor, riferendosi al recente divorzio dell'amico gracchiante.
“Ah tutte storie! Da soli si sta molto meglio!” Rispose a tono. Non era felice, aveva amato davvero sua moglie, ma lei si era stancata dei suoi modi rozzi.
“No, non è vero. Sono solo stronzate che ti dici per convincere te stesso, stare da soli è uno schifo. Non mi importa di non dormire e neanche di non fare sesso: per stare con loro rinuncerei a tutto, altro che stare da solo!”ribattè Dug accarezzando la sua bambina felice.
“Stare da soli può funzionare finchè non ti innamori, allora cambia tutto. Si spezza qualcosa e...semplicemente non puoi più restare senza quelle personcine piccole e goffe.”Sussurrò Lor con fare serio, accarezzando il più bel tesoro della sua vita.
In quel momento mentre Mike e Roy pensavano a cosa dire, Alice apparve e gentilmente si offrì di portare dentro la piccola addormentata. Si chinò per togliergliela di dosso e Lor dolcemente le diede un bacio che fece vociare un po' gli amici.
“Glielo hai detto, vero?” Rispose lei fissandolo negli occhi e Lor annuì.
“ Se n'è vantato per un'ora a dire il vero. Certo che anche tu Alice, come puoi lasciargli fare una cosa simile, non lo so!” gracchiò Roy in risposta e Alice sorridendo ribattè “Io non è che lo abbia lasciato fare...capita! Comincio a credere che stia cercando di mettere su un esercito di bellissime donne francesi con i capelli rossi.”
Lor rise soltanto, ma poi sussurrò lui languidamente “avanti, dì al mondo come vuoi chiamarli. Così vedrai che non sono io il pazzo che non è d'accordo.”
“Beh se sono maschio e femmina Luke e Leila, ovvio. Se sono due bambine Amy e Rose e se sono due maschi...Fred e George. Esiste un'altra combinazione di nomi possibile per due gemelli?”
“Beh io prego solo che non siano maschio e femmina, perchè fanno veramente schifo i nomi che avete scelto!” Ringhiò Roy, che fingeva di osannare tanto la propria libertà, ma neanche due mesi dopo supplicò sua moglie di farlo rientrare a casa, giurandole di “fare ogni cosa lei volesse”.
In realtà i nostri gemelli erano due maschi, Fred e George Dubois, due tremende pesti dagli occhi verdi e i capelli rossi, che si divertirono a dare molto filo da torcere ai genitori. Lor diceva spesso ad Ai che “era colpa sua, perchè lei aveva scelto di chiamarli come due personaggi così incasinati” ma in realtà era molto orgoglioso di loro, anche se continuò per sempre a tenere sotto controllo Fred in segreto.
Cosa successe ai nostri bambini? Divennero chef o altro? Beh questo non posso dirvelo, posso solo dire che i nostri due immaturi concepirono quattro ragazzini ancor più immaturi di loro che combinavano un sacco di guai, ma preparavano stupende torte alla mamma per farsi perdonare.

Nota:
Ciao a tutti, spero che tutti leggano questo annuncio. Ho caricato il primo capitolo della terza storia e, se vorrete continuare a stare con noi, troverete Ai, Lor, Beatrice e tutti gli altri a questo indirizzo https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3901696&i=1


 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sallythecountess