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Autore: villainsarethebest    25/04/2020    1 recensioni
Manipolazione, inganno, disperazione: Firestorm li conosce tutti, li ha vissuti tutti sulla propria corazza e li ha repressi tutti nel buco più profondo della sua memoria. Dopo tutti i secoli di soprusi che l'hanno spezzata e segnata, solo poche cose ha deciso di tenere sempre in mente: ogni volta che cadrà, si rialzerà; quando proveranno a zittirla, lei parlerà ancora più forte; se qualcuno oserà incatenarla lei si ribellerà con tutte le sue forze.
Ricordi e decisioni che tiene segrete dentro di sé come il suo passato, nascosto a tutti, anche al suo signore, Lord Megatron.
Il confine tra lucidità e pazzia non è mai stato più allineato e per uscire sana e salva dalle sfide che stanno per presentarsi dovrà essere più forte di quanto sia mai stata.
Lei non è schiava. Lei non è un'assassina. Lei non è una guerriera.
Lei è una protettrice. Questo non glielo potranno mai togliere.
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Megatron, Nuovo personaggio, Predaking, Starscream
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Transformers: Prime
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Primus, dammi la forza.

«Ben tornato Lord Megatron.»

«Firestorm, cordiale come sempre.»

«Ovviamente mio signore. Fatto un bel viaggio?»

«Decisamente, ma ne parlerò nel dettaglio quando saremo tutti riuniti.»

Splendido, davvero splendido.

Il periodo di tranquillità era terminato. Megatron era tornato con una sostanza assai strana tra le mani e un luccichio sinistro negli occhi che non prometteva nulla di buono. Firestorm era quasi tentata a credere che fosse la solita routine, ma aveva la sensazione che così non fosse e l’istinto – e il modo in cui la stringeva possessivo tra gli artigli – l’aveva portata a pensare che centrasse quella sostanza.

Nel giro di una mezz’ora terrestre gli ufficiali si erano radunati nella sala riunioni. Firestorm e Soundwave erano impassibili come sempre, Knock Out con quel suo sorrisetto di convenienza in volto, Breakdown indifferente e Starscream ovviamente nervoso come era ogni volta che si trovava in presenza di Megatron.

«Lord Megatron, è davvero un piacere riaverla qui assieme a noi. Vedo che si è portato un souvenir, di cosa si tratta esattamente?»

«Ti trovo stranamente cordiale. Cosa mi stai nascondendo Starscream?» domandò mantenendo un tono composto. Era appena tornato e non aveva voglia di gridargli contro dal primo secondo. La sua scatola vocale non era stata in così buone condizioni da millenni.

«Ha preso lezioni di bon ton da me, Lord Megatron. Ovvio che è più educato» proruppe col suo tono pacato Firestorm prima che il seeker potesse aprir bocca e iniziasse a scavarsi la fossa da solo come suo solito.

Megatron si apprestò a nascondere lo stupore, chiedendosi mentalmente se fosse seria o se invece avesse appena fatto una battuta.

«E ammetto, io invece ho preso lezioni di comicità da Knock Out» aggiunse con un sottile sorriso, avendo visto quella frazione di secondo in cui gli occhi di Megatron si erano sgranati all’inverosimile.

«Questa si che è una sorpresa» commentò l’ex gladiatore.

«Spero benvenuta.»

«Assolutamente» si ritrovò ad ammettere. Aveva sempre trovato Firestorm fin troppo seria e le occasioni passate in cui si era espressa nei modi più colorati si potevano contare sulle dita e rivedere registrate in loop, specie quando metteva da parte i suoi modi tranquilli e diventava la femme più schietta che avesse mai incontrato. Era uno spasso da vedere. «Bando alle chiacchiere.
Come Starscream ha fatto notare sono tornato dal mio viaggio con un oggetto tanto prezioso quanto pericoloso: energon oscuro.»

Megatron non aveva aggiunto altro, pretendendo di vedere coi suoi occhi il lavoro svolto da Starscream durante la sua assenza, con il seeker assieme a lui. Soundwave aveva aperto loro un ponte verso il più importante giacimento di energon che avevano individuato e Firestorm aveva umilmente chiesto il permesso di unirsi a loro, aggiungendo che comunque più tardi avrebbe dovuto ugualmente recarsi lì per il suo consueto turno di supervisione dei lavori. Megatron non aveva avuto nulla da ridire e adesso erano tutti e tre nella profonda miniera, Megatron mostrando un cristallo viola stretto fra le sue micidiali mani.

«È quello l’energon oscuro?»

«Esatto. Splendido, non è vero?»

Firestorm scrollò le spalle. «Ha il suo fascino, non c’è che dire. Preferiscono però limitarmi a guardarlo da lontano.» Quello era un altro vantaggio di aver servito bene Megatron: poteva permettersi di dare opinioni sincere seppur contrastanti quando voleva, bastava non superare quel limite non detto ma evidente. La nota fastidiosa era che Megatron aveva preso l’abitudine di chiedere il suo parere sugli argomenti più vaghi. Come se volessi chiacchierare con te.

«Grazie a questo potrò materializzare il mio esercito nel modo più intrigante» disse ghignando.  «La forma solidificata della materia che i testi antichi chiamano il sangue dell’Unicron.»

Ora capisco perché non mi piaceva.

«Parla dell’Unicron il Distruttore?» intervenne Starscream studiando il cristallo fra le mani del mech più grande e tenendosi a debita distanza. «Ma signore, si narra che il suo sangue sia anti-spark*.»

Notando il volto pensieroso di Firestorm, Megatron si rivolse nuovamente a lei. «Parla, Firestorm.»

«È una cosa sicura avere una simile sostanza così vicina?» domandò quieta.

«Ti assicuro che non ci saranno conseguenze spiacevoli fintanto che resterà nelle mie mani.»

Firestorm era sicura che quelle parole fossero rivolte anche all’altro seeker con un messaggio ben chiaro. Lei annuì e tornò in silenzio.

«In base alla leggenda dovrebbe avere il potere di resuscitare i morti» riprese parola Starscream.

«Ci serve soltanto un cadavere per esserne sicuri. Saresti disposto ad affrontare il sacrificio supremo?»

Firestorm trattenne un sospiro esasperato. Ecco che ricominciano.

Starscream, anziché mostrarsi spaventato e iniziare con la sua solita manfrina, rise cupamente attirando l’attenzione di entrambi. «Lord Megatron, potrebbe non essere necessario. A questo proposito vorrei mostrarle qualcosa.» Fece cenno ad alcuni vehicon di avvicinarsi portando con loro il prigioniero Autobot che Starscream aveva precedentemente ucciso. «Lo consideri un regalo di bentornato.»

Il sorriso di Megatron si allargò. «Ora vedremo se l’energon oscuro è capace di riaccendere la scintilla.»

Le ali di Firestorm furono scosse da un tremito. Guardò da un’altra parte mentre Megatron piantava il cristallo nel petto del cadavere. Il frammento brillò intensamente e venne interamente assorbito nel corpo, diffondendosi velocemente nel suo organismo. Pochi istanti dopo quello produceva lamenti e versi irriconoscibili e si divincolava per essere liberato dalle manette che lo immobilizzavano a un tavolo di metallo.

Firestorm trattenne un singulto, orripilata dalla scena davanti ai suoi occhi.

Cliffjumper, ora rianimato, aveva così tanta forza da strappare le manette e liberarsi completamente. I vehicon reagirono subito, preparandosi a far fuoco al comando del loro signore. Fulmineo più di quanto fosse mai stato, l’Autobot si lanciò ferocemente contro i soldati massacrandoli uno dopo l’altro con una forza sovrumana.

Starscream, ora spaventato, invocò il nome del suo signore. «Lord Megatron! Sarebbe questo il piano? Riportare in vita gli Autobot perché possano attaccarci?» domandò preoccupato.

«Quello non è più un Autobot, è soltanto una bestia privata della mente, pronta a distruggere ciò che trova lungo il cammino.»

Firestorm tremò. Questo è troppo. Ne aveva viste tante, era passata sopra tutte le azioni riprovevoli di Megatron, ma creare uno schiavo da un cadavere, privandolo della vita oltre questa, svuotato di coscienza e libertà d’azione era inammissibile.

Quando lo zombiecon cambiò bersaglio dirigendosi verso lo stesso Megatron questi lo tagliò in due. «Avete visto? Questo è il potere che darà nuova linfa al mio esercito, l’arma estrema.»

La metà con la testa del rianimato si era aggrappata alla sporgenza, tentando di risalire e proseguire la sua opera di distruzione, ma Megatron con un calcio lo buttò di sotto, sul fondo della miniera.

 «Quando saprò controllarla sarò invincibile!»

Sempre più disgustoso.

Per suo enorme sollievo Megatron se n’era poi tornato sulla Nemesis, sospesa sopra la miniera.

Prima che potesse dedicarsi ai suoi compiti Firestorm fu affiancata da Starscream. «Non sembri molto contenta.»

«Tu dici?» disse aspramente.

«Decisamente, non sei contenta. Ti ho vista prima, e devo dire che non si vede tutti i giorni un’espressione sul tuo volto che non sia il nulla. Eri semplicemente orripilata» chiosò squadrandola tra il divertito e l’intrigato.

La femme mosse le ali a disagio. «La sono.»

Starscream la studiò qualche momento, poi rivolse gli occhi al punto dove era caduto lo zombiecon, poi nuovamente su di lei. «È per l’Autobot? Non dirmi che ti dispiace per lui!»

«No, brutto idiota! Neanche lo conoscevo!» proruppe seccata. «Sperimentare sulle persone, anche cadaveri, lo trovo disgustoso» sussurrò così che solo lui potesse sentire. «Segreto fra seeker, va bene?»

«Ma certo! Ci guardiamo le spalle a vicenda.»

«Bene. E se scopro che ne hai fatto parola con Knockout le prendi. Mettiamoci al lavoro.»


 
«Sire che cosa stai facendo?»

«La mia principessina curiosa! Sto facendo un esperimento, vuoi vedere?»

«Che esperimento?»

«Guarda. Questo minicon è rimasto senza scintilla. Qui invece» disse il mech adulto sollevando un cilindro di un materiale trasparente con all’interno una sfera luminosa  «ho un frammento molto speciale di una scintilla molto speciale.»

«Quella è la scintilla di qualcuno? Qualcuno è morto?»

«Oh no piccola mia. Solo il minicon è dovuto morire affinché potessi riportarlo in vita. Ora ammira, il potere della vita!» Il mech prese con delle pinze il frammento, reggendolo con delicatezza e inserendolo nella camera spark vuota e fredda del minicon.

«Ma se è morto perché dargli nuova vita?»

«Perché è un esperimento. Gli scienziati non hanno limiti quando lavorano.»

«E come fai a sapere di non star sbagliando?»

«Non ti preoccupare. So molto bene ciò che sto facendo. Il tuo caro sire sa sempre cos’è meglio e giusto fare.»
 


«Voi, iniziate ad accumulare qui l’energon senza sbatterlo. Voi altri, passate al prossimo settore.»

So sempre cos’è meglio fare.

Il tuo sire non sbaglia mai.

«Avevo detto senza sbatterli, volete innescare una reazione e mandarci tutti all’altro mondo? Riprendete e non sbagliate più.»

«Si Comandante!»

Firestorm sospirò. Non c’era giorno che passasse senza che i ricordi restassero al loro posto. Erano più invadenti di un’infestazione di schegge. Avrebbe volentieri preferito quest’ultime all’assiduo e involontario rimuginare cui il suo processore la sottoponeva; era snervante e la stancava, ma soprattutto la faceva infuriare.

Era passata solo una manciata di minuti da quando Megatron li aveva lasciati nella miniera che era sorto un problema firmato Autobot. Come avranno trovato la miniera? Come sono entrati?

Torna Megatron e tornano i problemi. Che assurda coincidenza.

«Soldati, andate incontro al nemico e annientatelo» ordinò a una squadriglia che aveva ubbidito all’istante. «Starscream, contatta Lord Megatron.»

«Già fatto, ha ordinato di far saltare la miniera» rispose quello visibilmente infastidito.

«E l’energon?» chiese perplessa.

«Farà da combustibile e la miniera sarà la loro tomba. Andiamocene!» ordinò facendosi sentire dai minatori e dai soldati rimasti di guardia nell’ingresso.

«Molto bene.»

Dopo aver augurato una buona dipartita agli Autobot deridendoli un’ultima volta, Starscream aveva raggiunto Firestorm sulla pista di atterraggio della Nemesis. La femme era rimasta ad aspettarlo per poi far rapporto assieme al collega ammirando la nube di polvere ed energia turchina prodotta dalla massiccia esplosione.

«Dici che ne usciranno vivi anche questa volta?» le chiese scettico il più alto.

Firestorm distolse lo sguardo dal paesaggio sottostante e guardò con indifferenza l’altro. «Sono schifosamente fortunati. Quindi si.» La sua risposta portò Starscream a borbottare fra sé e sé, una brutta abitudine che numerose volte lo aveva cacciato nei guai perché finendo per esprimere anche pensieri che avrebbe fatto meglio a tenere segreti. «Stai di nuovo parlando ad alta voce.»

«Oh» sussultò quello sgranando gli occhi e abbassando le ali imbarazzato. «Grazie. Come ci riesci tu a non…»

«Abitudine.» Schifosa dannata abitudine.

«Tutto qui? Sul serio, come fai ad avere tutto questo autocontrollo?»

«Ho un processore che funziona meglio del tuo.»

«Ah ah. Sul serio, qual è il segreto? E non dirmi cieca devozione o roba del genere!» ribatté seccato mentre percorrevano i corridoi della Nemesis.

«Nessun segreto» replicò placida.

«Come no, tu sei un concentrato di segreti!»

«Io so stare zitta» disse guardandolo. «Tu no.»

Varcarono la porta e si fermarono poco più avanti; Megatron dava loro le spalle, intento a contemplare l’enorme cristallo di energon oscuro.

«Ho distrutto la miniera come mi aveva ordinato Lord Megatron, ma Firestorm pensa che non sia servito a niente» lo informò Starscream con quel suo noioso, viscido fare da lecchino.

«E perché mai? Hai una così alta opinione degli Autobot ?» la interpellò il suo signore voltandosi a guardarla. Inchiodava sempre le sue ottiche fulgide con quelle dei suoi sottoposti perché sapeva che avrebbe scatenato una esilarante e soddisfacente reazione, ma come Soundwave la femme non si scomponeva mai. Non mi teme abbastanza?

«Ritengo abbiano il fattore fortuna dalla loro parte, Lord Megatron. Non sarebbe la prima volta che riescano a salvarsi da una situazione altrettanto complicata» lo illuminò imperterrita.

«Già. Optimus ha fin troppa fortuna» convenne il signore della guerra. Sempre la risposta pronta.

Starscream fece una smorfia. Le darebbe ragione anche se lo offendesse. «Mmh. Forse dovrebbe concedersi un po’ di riposo. Non vorrei che il contatto prolungato con l’energon oscuro e le sue proprietà avesse, come dire, un effetto negativo su di lei.»

«Al contrario Starscream» lo contestò con voce pregna di desiderio. «Mi sono reso conto che il contatto non è mai abbastanza!»

«Cosa sta facendo?!» esclamò Firestorm internamente sconvolta guardando il possente guerriero spezzare una scheggia di energon oscuro dal più grande blocco alle sue spalle.

«Aspetti! No Lord Megatron, no! Non la camera spark, non ha idea di che cosa può fare!» tentò di dissuaderlo Starscream.

«Dia retta a Starscream! Sta facendo una pazzia!» Razza di stupido, se muori chi renderà fede all’accordo?

Ignorando le proteste dei due seeker, Megatron inserì il cristallo nel proprio petto; l’energia oscura lo pervase e le sue ottiche divennero viola.
 
 
 


*dialoghi presi e alcuni rivisti e modificati dall’episodio 2 della prima stagione “La rimonta delle tenebre, parte 2”
   
 
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