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Autore: LazySoul    02/05/2020    1 recensioni
[Terzo libro della serie "Mai scommettere col nemico", si consiglia la lettura dei due libri precedenti]
Trama:
Hermione Granger è tornata a scuola.
Il mondo magico non è più lo stesso dopo l'ultima guerra, quella contro Voldemort, che ha portato morte e sofferenza nei cuori di molti studenti di Hogwarts.
Hermione però non è sola, ha i suoi amici, oltre a Draco Malfoy, il ragazzo di cui è innamorata.
Non è facile però tornare alla solita e tranquilla routine scolastica.
Non lo è per Hermione, ma non lo è soprattutto per Pansy Parkinson, che sembra essersi allontanata molto dai suoi amici Serpeverde dopo lo scontro della settimana precedente, impedendo a chiunque di avvicinarsi più del dovuto.
Per non parlare di Luna e Blaise, ora una coppia a tutti gli effetti, sempre pronti a condividere la loro saggezza dando preziosi consigli a Daphne Greengrass e Padma Patil, che sembrano continuare a rincorrersi senza mai trovarsi.
Saranno vere le voci che girano? Bellatrix Lestrange vuole davvero vendicare la morte di Voldemort o sono solo pettegolezzi privi di fondamento?
Buona lettura ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Padma Patil, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai Scommettere col Nemico'
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15. I think about it too


·≈· LUNA'S POV ·≈·
 


 

Stretta tra le braccia di Blaise, faticavo a credere che fosse davvero tutto finito.

La McGranitt stava intimando il silenzio, fulminando con lo sguardo i pochi studenti che continuavano a parlottare nelle ultime file.

Aveva voluto raccogliere tutti quanti in Sala Grande per tenere un discorso importante, le uniche persone che mancavano erano Hermione Granger, Draco Malfoy e la Professoressa Bing, i quali si trovavano tutti e tre in Infermeria.

Nel caso fosse stato necessario, ero disposta a occuparmi personalmente di riferire ad Hermione le parole che stavano per uscire dalle labbra della Preside.

Appoggiai la nuca contro la spalla del mio ragazzo che mi circondava da dietro in un abbraccio protettivo e dolce: «Profumi di caffè», gli dissi, lasciandogli un bacio leggero sul collo.

«Mentre ero nelle cucine prima ne ho rubato un po'», ammise, poggiando le labbra sulla mia fronte: «Tu profumi di lavanda».

«Silenzio!», esclamò la Preside, utilizzando un incantesimo per amplificare il suono della sua voce: «Vi ho chiesto di raccogliervi qui, per parlare e chiarire quello che è successo oggi e quali ripercussioni ci saranno nelle prossime settimane, prima delle vacanze di Natale, rispetto al normale svolgimento delle lezioni».

«Secondo te ci rimanderà a casa prima?», mi sussurrò Blaise all'orecchio, iniziando a muovere il pollice della mano, appoggiata alla mia pancia, su e giù, provocandomi dolci brividi.

«Shhh», gli intimai, intrecciando le mie dita con le sue.

Con quel semplice gesto, riuscii a interrompere la tortura del suo pollice, così da tornare a prestare attenzione alle parole della McGranitt e da sedare la voglia che avevo di baciarlo.

«... Professoressa Bing e Draco Malfoy sono entrambi in salvo. La prima è stata da poco trasferita al San Mungo per ricevere le cure mediche necessarie, mentre il signor Malfoy si trova in Infermeria, nelle mani di Madama Chips, la quale mi ha assicurato che il ragazzo si riprenderà entro due giorni al massimo. I due Mangiamorte responsabili di quanto accaduto quest'oggi, Bellatrix Lestrange e Mulciber, sono stati consegnati poco fa agli Auror e mi è stato comunicato tramite gufo, che entrambi si trovano dietro le sbarre di Azkaban in questo preciso momento».

Il corpo studentesco raccolto eruppe in urla di gioia e applausi, ai quali mi aggiunsi a mia volta, con un sorriso orgoglioso sulle labbra, mentre Blaise, le mani ancora sul mio corpo, fischiò rumorosamente, facendomi dolere i timpani.

La Preside attese qualche secondo, poi, appena tornò il silenzio, riprese il discorso: «Provvederò personalmente a migliorare le difese di Hogwarts, per garantire a tutti voi e agli studenti futuri di non dover incappare in altri spiacevoli incidenti...»

«Mi sembra il minimo», borbottò Pansy Parkinson, che notai in quel momento trovarsi poco distante da noi, aveva un'espressione di pura sofferenza in volto.

«... Il normale svolgimento delle lezioni riprenderà da domani fino alle vacanze di Natale, senza subire alcun tipo di variazioni, tranne per quanto riguarda le lezioni di Pozioni che sono momentaneamente sospese, dato che la Professoressa Bing è impossibilitata a tornare a insegnare e ancora non è stato individuato un sostituto o una sostituta disposto a prendere l'incarico. Per sicurezza mi sento di dover impedire ulteriori gite a Hogsmeade per le prossime settimane, le gite riprenderanno regolarmente con l'arrivo del nuovo anno. Questa sera, alla solita ora verrà servita la cena, ora potete tornare nelle vostre sala comuni, nel caso qualcuno di voi dovesse notare qualcosa di strano o avesse bisogno di parlare con qualcuno, noi docenti rimaniamo a vostra disposizione».

Un altro applauso generale, anche se meno entusiasta rispetto a quello precedente, si levò in Sala Grande, mentre molti studenti iniziavano a fluire verso le scale o i sotterranei.

Una delle prime persone che notai fuggire da quell'assembramento fu Pansy Parkinson.

«Allora», disse Blaise, appoggiando il mento sulla mia testa: «Cosa vuoi fare?»

Il cuore nel mio petto batté un po' più forte, mentre le mie guance si facevano rosse fuoco.

Senza pensarci troppo mi districai dalla presa del mio ragazzo intorno al mio corpo e, prendendolo per mano, iniziai a dirigermi verso le scale.

«Dobbiamo parlare», gli dissi semplicemente, mentre prendevo la rampa che ci avrebbe portati più vicini al settimo piano. Ero intenzionata ad avere una conversazione seria con lui nella Stanza delle Necessità, dove ero sicura che non saremmo stati disturbati.

«Di cosa?», chiese Blaise, con tono di voce curioso: «Devo preoccuparmi?»

Sorrisi, scuotendo la testa: «Non credo».

«Non mi stai rassicurando molto, Lù», disse, pizzicandomi il fianco con la mano libera.

«Lù?», ripetei, aggrottando la fronte. 

Fermai la mia avanzata lungo i corridoi, per poterlo guardare dritto negli occhi; era la prima volta che lo sentivo apostrofarmi in quel modo.

«Non ti piace?», mi chiese con una smorfia d'incertezza in volto.

Scossi la testa: «Non ho detto che non mi piace», dissi, passandogli una mano tra i capelli folti: «É carino».

Blaise si abbassò per darmi un bacio, poi si guardò intorno: «É qua che volevi parlare? In mezzo al corridoio del quarto piano?».

«No», dissi, abbassando lo sguardo imbarazzata, prima di riprendere a marciare verso la Stanza delle Necessità.

L'ultima volta che c'eravamo stati era stato per recuperare il diadema di Priscilla Corvonero. Sembravano essere passati mesi, invece che pochi giorni.

«Posso sapere in anticipo di cosa vorresti parlare?», chiese Blaise.

«No», gli dissi, fermandomi di fronte all'Arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll.

«Stanza delle Necessità; avrei dovuto immaginarlo», mi disse, guardandomi dritto negli occhi.

Scorsi un sentimento che non riuscii ad identificare in quelle sue iridi blu, ma non mi lasciai distrarre e passando tre volte di fronte alla parete spoglia, chiesi una stanza dove poter parlare senza essere disturbati.

Blaise mi aprì la porta magicamente apparsa con un mezzo inchino: «Prima le signore», disse, facendomi ridere.

«Che cavaliere d'altri tempi», commentai.

La stanza era molto semplice e spoglia, composta da un divano e un paio di poltrone rosse, un tappeto persiano a terra e le pareti bianche prive di decorazioni.

Ero particolarmente soddisfatta di quell'ambiente, dove non era presente alcun elemento che avrebbe potuto effettivamente disturbarci, durante la nostra conversazione.

Blaise si chiuse la porta alle spalle: «Ora posso sapere di cosa vuoi parlare?»

«Sediamoci», gli dissi, afferrandogli la mano e guidandolo fino al divano rosso.

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, poi presi un profondo respiro e iniziai a parlare, osservandolo negli occhi per studiare ogni sua reazione: «Stavo pensando a quello che mi hai detto questa mattina, prima che Lestrange rapisse Malfoy».

Un'ombra gli attraversò lo sguardo e una mano si posò sulla mia bocca, zittendomi momentaneamente: «Ti avevo detto che non volevo che...»

Poggiai a mia volta la mano sulle sue labbra.

«Cosa stai facendo?», mi chiese, la voce attutita dalle mie dita.

«Quello che stai facendo tu: provo a zittirti», risposi, con voce altrettanto ovattata.

Quando Blaise mi liberò, feci lo stesso, sorridendogli: «Posso finire di parlare?»

Lui annuì, ma potevo vedere molto chiaramente dalla sua espressione che era preoccupato della piega che stava prendendo la nostra conversazione. 

«Stavo dicendo, che prima pensavo a quello che mi hai detto questa mattina e volevo dirti che anche io vo-vorrei», sentivo le guance bruciarmi per l'imbarazzo e le mani tremarmi per il nervosismo: «Voglio dire, non sei l'unico a pensarci».

Un sorrisetto comparve sulle labbra di Blaise e la sua posa rigida sembrò rilassarsi all'istante, mentre afferrava una mia mano, e iniziava a giocare con le mie dita tremanti.

«Quindi?», sussurrò, incastrando i suoi occhi blu nei miei.

«Quindi», ripetei, muovendomi sul divano in modo da mettermi in ginocchio e poter portare le mia braccia introno al suo collo: «Vorrei che ora tu mi baciassi e magari provassimo qualcosa, con calma».

Blaise si morse il labbro inferiore, osservando la mia bocca per qualche secondo, poi tornò a portare i suoi occhi blu nei miei: «Ora?»

«Sì, ora», dissi, cancellando le distanze per poggiare le mie labbra sulle sue.

Ci baciammo lentamente per una manciata di minuti, prima che Blaise si scostasse e, spostandomi alcune ciocche bionde dietro all'orecchio, dicesse: «Cosa vorresti provare?»

Sapevo di avere già le gote arrossate, ma le sue parole scatenarono un'ulteriore ondata di imbarazzo e colore sul mio viso: «Mi piacerebbe», iniziai, sfilandomi il maglione color pervinca che indossavo, esponendo ai suoi occhi la canotta bianca e il reggiseno color carne che avevo sotto: «Mi piacerebbe sentire la tua bocca qui», completai la frase, indicandogli il mio seno destro.

Blaise spostò lo sguardo dal mio viso al mio petto, un piccolo sorriso sulle labbra: «Ogni tuo desiderio è un ordine», sussurrò aiutandomi a sfilare anche la canottiera e il reggiseno.

Mi morsi forte il labbro inferiore, sospirando pesantemente, quando sentii la sua bocca posarsi sulla mia pelle calda e giocare col mio capezzolo turgido.

Spostai la sua mano, che mi stava sfiorando la schiena, per portarla sul mio seno sinistro: «Toccami», lo incitai, chiudendo per qualche secondo gli occhi, nel tentativo di godere appieno delle sensazioni che provavo in quel momento.

Mi mossi sul divano, portandomi a cavalcioni su di lui, così da facilitargli quella dolce tortura.

Lo sentii gemere, piano, contro la mia pelle e solo in quel momento mi resi conto di aver iniziato a muovere involontariamente il bacino contro il suo.

«Togliti il maglione», gli ordinai, desiderosa di baciare a mia volta la sua pelle.

Sentivo chiaramente la morsa di desiderio che, con quelle semplici attenzioni, il moro era riuscito a creare all'altezza del mio basso ventre. Per sciogliere quella tensione avrei fatto qualsiasi cosa in quel momento.

Quando il torso del ragazzo rimase nudo di fronte ai mie occhi mi sporsi, appoggiando le mie labbra sul suo collo, per poi scendere verso il basso. Cercai di copiare i gesti che poco prima Blaise aveva usato su di me, passando a mia volta la lingua su un suo capezzolo, prima di stringerlo tra le mie labbra e tirare leggermente.

Una mano la portai ad accarezzare il suo torace snello, l'altra la appoggiai sul suo fianco, mentre continuavo a muovere il bacino contro il suo, aumentando la frizione tra i nostri corpi.

«Lù», ansimò, portando entrambe le mani sui miei seni: «Se continuiamo così va a finire che vengo nei pantaloni».

Scostai le labbra dal suo petto, per poggiarle sulla sua bocca. Ci baciammo famelici per qualche istante, poi poggiai entrambe le mani sulla cintura dei suoi pantaloni scuri, iniziando a slacciarla.

La presa di Blaise intorno ai miei polsi bloccò quasi subito i miei movimenti: «Cosa vuoi fare?»

«Voglio farti venire», dissi, rendendomi conto di ciò che avevo appena detto, solo quando ormai le parole avevano abbandonato la mia bocca; sentii subito le mie gote andare a fuoco.

Blaise gemette, premendo le labbra contro le mie: «Non hai idea di quanto tu sia bella in questo momento».

Ci baciammo per qualche secondo, in modo caotico e passionale.

Quando Blaise mi liberò i polsi, tornai a slacciargli la cintura, con le dita che mi tremavano per il nervosismo e l'emozione.

Anche le sue dita andarono subito alla patta dei miei pantaloni e la aprirono: «Posso toccarti?», mi chiese, abbassando appena il tessuto lungo i miei fianchi, esponendo le mie semplici mutande di cotone.

«Sì», acconsentii, iniziando a mia volta ad aprire la patta dei suoi pantaloni.

Il contatto delle dita tiepide di Blaise, che s'insinuarono oltre il bordo delle mie mutante, esplorando la mia pelle bollente e umida, mi fece chiudere chi occhi per qualche secondo, bloccando i miei movimenti.

Gemetti piano, gettando la testa all'indietro, muovendo il bacino per andare incontro ai suoi movimenti delicati.

L'istante dopo mi avventai sulle sue labbra, soffocandovi contro i gemiti che le sue abili dita riuscivano a provocarmi.

«Ti piace?», mi chiese, portando la sua mano libera sul mio seno, aumentando ulteriormente la pressione che sentivo sempre di più nel basso ventre. 

«Non ti fermare», lo pregai, affondando una mano tra i suoi capelli scuri, mentre l'altra s'insinuava oltre il bordo delle sue mutande.

«Luna», gemette, quando iniziai a ricambiare le sue attenzioni; muovendo a mia volta la mano sulla sua eccitazione.

Raggiungere il mio primo orgasmo fu un'esperienza indescrivibile: la pressione che era andata crescendo nel mio basso ventre fino a quel momento non c'era più, sostituita da una calda sensazione di piacere che a ondate mi percorreva interamente, lasciandomi senza parole e pensieri coerenti.

Premetti le labbra contro quelle di Blaise per dargli l'ennesimo bacio, mentre sentivo le gambe continuare a tremarmi e le ondate di piacere scemare.

Riportai la mano sulla sua eccitazione, muovendola piano, tastando la sua durezza e la morbidezza della sua pelle: «Fammi vedere come si fa», dissi, la voce impastata da una piacevole spossatezza.

La mano di Blaise si strinse intorno alla mia, dandomi il giusto ritmo e suggerendomi il movimento del polso che più gli piaceva.

Quando venne anche lui, provai un indescrivibile orgoglio al pensiero di esser stata io a provocargli un piacere simile.

Rimanemmo in quella posizione a lungo, entrambi impigriti dall'orgasmo, felici.

«Lù», mi chiamò, baciandomi la punta del naso: «Penso che dovremmo tornare alla vita reale».

«Non voglio», dissi con tono triste, baciandogli la spalla.

«Ti è piaciuto?», mi chiese, spostando il capo, così da lasciarmi abbastanza spazio per lasciargli lievi carezze e baci sulla pelle esposta del collo.

«Sì, dovremmo rifarlo presto», ammisi, sentendo le mie gote colorarmisi di rosso.

«Quando vuoi», concesse lui, percorrendo con le dita la pelle esposta della mia schiena, provocandomi la pelle d'oca.

Gemetti piano, alzando il capo, così da incrociare le sue iridi blu: «La prossima volta proviamo qualcosa di nuovo».

«Non vedo l'ora».

 

 

***
 

Ciao!

Ho appena finito di scrivere questo capitolo e vorrei tanto avere un Blaise pure io, sono triste.

E niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto. 

Scusate se ci ho messo un po' a scriverlo, pensavo di riuscire a pubblicarvelo ieri, ma avevo provato a fare prima il capitolo dal punto di vista di Daphne, ma continuavo a non essere soddisfatta, quindi ho cambiato POV, mettendo quello di Luna e direi che è andata molto bene.

Spero abbiate tempo di farmi sapere cosa ne pensate.

Al prossimo capitolo!

Vi auguro una buona serata e una serena quarantena,

LazySoul

 
  
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