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Autore: GurenSuzuki    12/08/2009    3 recensioni
E se, agli inizi del 2010, i Malice Mizer decidessero di riunirsi?
E Gackt percepì mille altre parole contenute in quell'arrivederci.
Mille parole tra cui una spiccava prepotentemente sopra le altre.
Addio.
[AVVISO DELL'AUTRICE]
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gackt, Közi, Mana, Nuovo personaggio, Yu~ki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
The choice

"Buongiorno" li accolse Yu-ki, vedendo entrare contemporaneamente i suoi band-mates.
".. un cazzo!" fu la simpatica risposta di Kozi, ancora mezzo addormentanto e con la sigaretta mollemente racchiusa dalle esili labbra.
Il bassista fece una risatina, il Pierrot aveva appena rimarcato la sua indole allo sproloquio.
Mana gli riservò un'occhiata obliqua, sinonimo di quanto egli non approvasse quel linguaggio fin troppo colorito.
Klaha entrò per ultimo, con un paio di occhiali a fascia che gli coprivano gran parte del volto.
Presero tutti posto attorno al grande tavolo.
La bambola e il vocalist si sedettero composti, mentre il Pierrot si accasciò senza grazia sulla grande poltrona nera.
Yu-ki attese, pazientemente, che qualcuno gli comunicasse l'esito.
"Dunque?" chiese infine, conscio che nessuno avrebbe parlato di propria volontà.
"Sì" esordì Kozi.
Il sorriso del bassista si fece raggiante. L'idea aveva germogliato almeno dentro uno di loro.
"No" soggiunse il vocalist.
Il sorriso del moro si eclissò leggermente.
"Non lo so." terminò Mana.
Il sorriso si eclissò completamente.
Uno e mezzo su tre. Si era aspettato di meglio.
"Non se ne parla nemmeno. Giusto un mese fa ho annunciato il mio ritiro definitivo, e ora dovrei fare la figura del pirla? No, grazie. Contattate l'usignolo"
"Quale usignolo?" domandò Mana, giocando con un bracciale di pietre nere, apparentemente senza interesse.
"Sai benissimo chi intendo"
La bambola tacque.
"Ragazzi. Ci ho pensato bene" esordì il Pierrot, muovendo le mani sul tavolo, come se stesse spostando dei fogli invisibili "e sono giunto alla conclusione che dobbiamo provare. Abbiamo le capacità per farlo"
"Siamo antichi ormai"
"Ma cosa cazzo dici, Mana?"
"La scena visual giapponese è cambiata nell'ultimo decennio. Faremmo ridere e basta se ci riunissimo. L'Allegra Compagnia Dei Vecchietti Sognatori"
Si meritò un dito medio, sapientemente donato da Kozi.
"Se tu ti senti vecchio, non è affar mio. Anche se mi pare strano, detto dall'unico componente ancora attivo!"
Mana mugugnò prima di continuare "Ho già una band. Due non possono coesistere."
"Perchè no? Hai presente Jack White? Porta avanti i White Stripes, Racounteurs e Dead Weather senza problemi"
"Ma io non mi chiamo Jack White, ringraziando il cielo"
"E in più non abbiamo un cantante" proseguì Mana.
"Chiamiamo--" esordì il Pierrot.
"No!"
"Fammi parlare, almeno"
"Ho detto di no. Lui non si chiama."
"E allora cosa vuoi? Chiamare Tetsu? Non credo proprio"
"Trovarne uno nuovo. Ma poi scusa, che discutiamo a fare su chi chiamare per occupare il ruolo di vocalist che non sappiamo nemmeno se la band si rimetterà in attività"
"Molla quei ragazzini gotici e vieni coi Malice Mizer" propose Kozi.
Yu-ki si ritrovò a sorridere. Il Pierrot sembrava ancora più preso dall'idea di lui.
"Te lo sogni. Al momento sono più importanti loro"
Kozi simulò uno starnuto "Scusami, sono allergico alle stronzate"
"Ragazzi, stiamo degenerando" pose fine al dibattito il bassista.
"Mana, seriamente, guardami" disse Kozi.
La bambola si voltò, sbuffando, incontrando gli occhi ambrati del Pierrot. Rimase incantato per pochi attimi.
"Diciamocelo chiaramente. I Malice Mizer possono esistere senza Klaha"
"Ehi!" si riscosse il vocalist. Il Pierrot lo ignorò, continuando il discorso.
"Ma i Malice Mizer non sono i Malice Mizer senza Mana-Sama."
Lo fissò con quella cascata di resina colata, come una lacrima ambrata pianta da una quercia millenaria.
E la bambola non resistette al richiamo del suo Pierrot.
"Va bene" sussurrò e Kozi sorrise trionfante.
"Bhe siamo sinceri. I Malice non sono nulla anche senza di me, ma--" riprese scherzando, ma non fece in tempo a finire che gli arrivò la borsa di Mana addosso.
Tutti risero di gusto, mentre il chitarrista dai capelli corvini, si domandava come avrebbe fatto a uscire da quella situazione.
Si era ingrovigliato in una situazione troppo complicata.
"Datemi ancora qualche giorno per pensarci, vi contatterò io quando avrò preso una decisione" non era una richiesta, quella della bambola, quanto un'affermazione.
Nessuno osò contraddirlo.
"Certo, Mana-kun, prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno" rispose Yu-ki, incoraggiante. Tutta quella gentilezza, che di certo non faceva parte del suo carattere, era semplicemente spuntata al fine di convincere i suoi ex band-mates.
".. però entro limiti umanamente accettabili!" soggiunse Kozi, ironico come al solito.
Si meritò uno sguardo di fuoco da parte dell'altro chitarrista.

Erano passate tre settimane. Tre settimane.. ardue, non c'è che dire. E finalmente Mana aveva preso una decisione.
Aveva chiamato, due giorni prima, i suoi ex band-mates dandogli appuntamento. E ora si ritrovava da solo nella sala riunioni, a mordicchiarsi nervosamente il labbro e a stringere in grembo la borsa nera. Era arrivato in anticipo, tanto era impaziente e nervoso.
"Buongiorno honey" si erano visti per tre ore dopo dieci anni e Kozi già aveva ricominciato ad additarlo con quel nomignolo volutamente imbarazzante.
"Buongiorno sugar" rispose a tono la bambola.
Il Pierrot rise di gusto. Nonostante il passare degli anni erano rimasti due ragazzini innamorati. Innamorati della musica e della vita.
"Dormito bene, Vostra Altezza?"
"Meravigliosamente" trattarlo come se fosse stato realmente una principessa era un'esclusiva che la bambola concedeva a Kozi.
"Buongiorno a tutti" entrò un sorridente Yu-ki.
"Ehilà!" seguito a ruota da Klaha.
"Ehi, ma lui che ci fa qui?" chiese il Pierrot rivolto al vocalist.
"Sono venuto per sapere le sorti dei miei carissimi ex band-mates" rispose egli, con un'espressione che voleva essere "kawaii", ma che sembrava più bambi messo sotto da un tir.
Kozi arricciò il naso.
Presero tutti posto e passarono un paio di minuti silenziosi, in cui Mana continuò a evitare gli sguardi dei colleghi e a giocherellare con le lunghe ciocche nere che gli ricadevano sulle spalle.
".. allora?" esordì il bassista, impaziente.
La bambola si concesse qualche altro secondo per rispondere.
"... sì"
Yu-ki sgranò gli occhi. "Allora.. siamo tutti d'accordo? I Malice Mizer si riuniscono?" domandò, gioioso.
"Sì" fu la risposta congiunta di Kozi e Mana.

Mana aveva finalmente preso la propria decisione, che gli era costata cara. Comunicare ai Moi dix Mois -i suoi attuali band-mates, che li avrebbe mollati non era stata cosa semplice.
Giusto il giorno prima aver indetto la riunione coi Malice Mizer ne aveva fatta un'altra con i "ragazzini gotici" come li chiamava Kozi.
Dire che fossero scioccati era poco.
Si era guadagnato parecchi insulti da parte del secondo chitarrista e del batterista.
Il peggiore gli era stato sicuramente lanciato dal primo, citando: "Sei solo un ragazzino. Ci hai usato come rimpiazzo finchè il tuo passato non è risorto. Noi siamo il tuo presente.. e tu sai perfettamente che senza di te i Moi dix Mois si scioglieranno. Sei solo un egoista".
E così si erano sciolti.
Gli unici che -nonostante la batosta, gli erano rimasti vicini erano il bassista e il vocalist. I suoi amici storici, appunto.
E così i Moi dix Mois era ufficialmente finiti.
Una settimana dopo avrebbero fatto il loro ultimo live.
E tutto si sarebbe concluso con un sipario rosso cremisi, che si sarebbe abbassato non solo su di loro, ma anche sulla loro musica.

"Ora non ci resta che trovare un cantante" esordì Kozi.
Erano entrambi seduti nell'elegante soggiorno di Mana, a bere thè e discutere degli ultimi preparativi per la band. Quel pomeriggio, il Pierrot aveva fatto irruzione nell'appartamento della bambola, additando come scusa: non la visito da anni, Mana-chan.
Inutile dire che era una bugia. E Mana se ne era accorto. Il reale proposito di Kozi era di discutere con l'altro chitarrista dell'argomento "cantante". La bambola sapeva dove il collega voleva andare a parare eppure non trovava modo per difendersi. Era totalmente privo di armi.
"Già"
"Cosa pensavi di fare, a proposito?"
Mana prese da un cassetto del tavolino di noce qualche foglio pinzato, si risedette sul candido divano blu e iniziò a parlare con tono basso e candenzato, quasi soffiando le parole.
"Pensavo di fare delle audizioni. Qui ci sono i documenti per affittare il locale a Shibuya dove potremo svolgere la cernita nella più totale privacy e sicurezza, senza che inutili giornalisti e paparazzi facciano incursion--"
Mana si bloccò quando una mano di Kozi agguantò la sua, stringendola delicatamente e con una dolcezza che mal si accordava con l'apparire del Pierrot.
"Macchan.." ecco, quando lo chiamava con quel nomignolo era perchè la notizia successiva non gli sarebbe piaciuta.
"... non pensi che sarebbe ora di dimenticare il passato?".
Dimenticare il passato. Quante volte Mana ci aveva provato, cercando di distruggere la barriera eretta attorno al suo cuore. Eppure, questa si era rivelata inespugnabile e ben costruita. Non degnò Kozi di una risposta. Semplicemente, rimase a fissare dritto dinnanzi a sé, crogiolandosi nei propri pensieri.
"Okay, è stato uno stronzo patentato. Però adesso basta Macchan, così ti fai solo male"
"Pensi che dandogli ancora il benvenuto nella mia vita starò meglio?" chiese, ironicamente la bambola.
"No, non se prima non lo perdoni."
Ecco ciò che Mana odiava di più del Pierrot. La capacità di metterlo alle strette, spalle al muro. Di fargli prendere una decisione senza pressarlo apparentemente, ma causando un moto interiore con le sue parole e i suoi discorsi tale da stordire Mana. Ecco ciò che stava facendo in quel momento, probabilmente senza rendersene conto. Dato che la bambola non dava segni di risposta, Kozi continuò.
"Capisci Macchan, possiamo suonare con un batterista di supporto, ma non possiamo fare altrettanto con il vocalist"
"Ora devi capire se sei pronto a mettere una pietra sul passato e continuare." terminò il suo discorso il Pierrot.
Era sempre stato l'unico in grando di farlo ragionare, e nonostante il lungo periodo che avevano trascorso separati, non era cambiato nulla. Era tutto come allora.

"Ho un'idea" esordì Mana, all'inzio dell'ultima riunione che avevano fissato, prima di annunciare al mondo il loro ritorno.
"Sentiamo" rispose Yu-ki.
"Annunciamo il nostro ritorno alle scene senza vocalist. Per quello ci sarà tempo"
"Cosa speri di ottenere con questo?" chiese il Pierrot, rigirandosi una sigaretta spenta tra le lunghe e affusolate dita.
"Abbiamo capito chi vogliamo come vocalist, solo che ormai è diventato un idol e di certo non abbandonerà quella sua brillante carriera solista per ricongiungersi a noi, se lo conosco bene."
"Quindi?" lo esortò Kozi
"Quindi.. dobbiamo smuoverlo. E' come un bambino. Un po' di psicologia inversa e tornerà strisciando."
"Riassumendo.. se ho capito bene tu vuoi fare in modo che in qualsiasi angolo del giappone si parli di noi.. sottolineando il fatto che non abbiamo ancora un cantante ma che stiamo tenendo, tipo, delle audizioni per trovarlo. Lui si sentirà chiamato in causa e anche "offeso" in un certo senso, dato che non l'abbiamo avveritito di nulla e non l'abbiamo neanche contattato per provare a chiedergli se aveva intenzione di unirsi. Per un po' il suo orgoglio smisurato gli impedirà di contattarci, ma poi lo farà e noi lo accoglieremo nella band, non senza averlo fatto penare sufficientemente da portare il suo spirito di competizione ai massimi livelli storici" disse, in un attacco di logorrea, Kozi.
"Vedo che avete capito prefettamente" commentò soddisfatto, Mana.

Uscì dalla cabina doccia e si avvolse in un profumato accappatoio.
Si frizionò i capelli scuri con il cappuccio immacolato, prima di dirigersi in soggiorno.
Estrasse un pacchetto stropicciato dalla profonda tasca del soprabito, da cui prese una sigaretta.
Aspirò grandi boccate di fumo e si perse nella contemplazione dei riccioli ondeggianti che danzavano nell'aria, una volta espirati.
Guardò l'orologio: le sedici e quattordici. Mancavano ancora due ore piene prima dell'incontro con Chachamaru*. Dovevano portare a termine qualche assurda pratica burocratica prima dell'uscita del nuovo cd.
Ergo, aveva ancora un po' di tempo per sé. Accese in malafede il televisore; reputava i programmi tv come delle inutili accozzaglie di futilità. Strano, dato che lui stesso era ormai un idol. Viveva in ampia parte grazie ai mass media, eppure li denigrava perennemente.
Mise su un canale a caso, senza curarsene. Alle sue orecchie giungevano le note finali di una vecchia canzone dei Plastic Tree, arrivò quindi alla conclusione di essersi sintonizzato sul canale musicale.
La voce limpida e acuta della presentatrice lo riscosse.
"E questa era Baka ni natta no, una canzone che ha ormai fatto il suo corso."
"E' vero, Nana-san. Incredibile come in questo periodo trasmettiamo così tanti video antichi. Dagli X-Japan ai Malice Mizer."
Malice Mizer. Un sogno infranto. Un'araba fenice destinata a non rinascere mai più. Da quando li aveva lasciati gli era rimasto un ampio senso di vuoto allo stomaco. Lui era convinto che sarebbero, a poco a poco, saliti in cima alle vette di tutto il mondo. Sapeva di essere un bambino egoista.. ma non era mai stato arrivista. Lui amava vedere tutto in grande, ogni cosa: dalla carriera alla musica, dalla famiglia ai sogni.
"A proposito di Malice Mizer.. Ci è appena giunta una notizia che ha dell'incredibile. Qualche mese fa, la band al completo pare essersi re-incontrata dopo anni di astioso silenzio.. e pare abbiano deciso di riunirsi!"
"Già.. pausa finita per una delle band visual più amate"
Riuniti?
La sigaretta gli scivolò dalle labbra piene, infrangendosi contro il morbido tappeto azzurro.
"Eppure, ci sono guai in Paradiso.. pare che Klaha -appena ritirato dalle scene, non abbia accettato di riunirsi alla band. Così i Malice Mizer - o quel che resta, pare terranno delle audizioni chiuse fra qualche giorno, per scegliere un nuovo cantante."
Nuovo cantante? Perchè non avevano neanche cercato di contattarlo? Ovviamente, per mera soddisfazione personale li avrebbe liquidati con un secco no. Però non gli piaceva assolutamente essere messo da parte.
Preso da un impeto dettato più dalla furia che dall'orgoglio, Gackt prese in mano il telefono e digitò veloce un numero che non era riuscito a dimenticare in quegli ultimi undici anni.
*Chachamaru: chitarrista del GacktJOB

Note: ho da fare un appuntino

In realtà, Mana e Kozi, continuano a frequentarsi (anche se sporadicamente) e hanno persino suonato insieme (proprio il giorno del mio compleanno di qualche anno fa **) recentemente. Dunque, nella fic mi sono presa una licenza poetica, facendo in modo che -dopo la pausa, nessuno dei componenti abbia avuto modo di contattare l'altro.

Passerei ai ringraziamenti.. se solo ci fossero commenti! <_<
LadyWay
   
 
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