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Autore: Serina Noy    17/06/2020    1 recensioni
Cosa succederebbe se, per errore, una lettera di ammissione ad Hogwarts andasse smarrita? E se dopo più di trent'anni improvvisamente saltasse fuori? Cosa farebbe Silente? Avviserebbe il destinatario, cercando di rimediare all'errore? Oppure tramerebbe nell'ombra per manipolare la sua vita di nascosto?
E cosa centra Severus????
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Intruglietta si trovò nuovamente sola alla fine di un’altra splendida giornata.

L’euforia festosa dei primi giorni stava lentamente scemando per lasciare il posto ad una felicità più pacata e profonda. Avrebbe potuto vivere in quel modo per sempre, pitoneggiando tutto il giorno e terrorizzando gli studenti. I battibecchi con Black, addirittura, le davano una soddisfazione salica!

Ma sapeva che non avrebbe potuto tirare la corda ancora a lungo, prima o poi qualcuno si sarebbe accorto che il professore di pozioni non usava, e nemmeno possedeva, una bacchetta.

Quella vecchia arpia della McGranitt, poi, era sempre in agguato. Dopo l’iniziale accettazione, dettata più dalla necessità di ribadire, ancora una volta, la sua assoluta devozione per il preside, l’anziana strega era tornata all’attacco, intenzionata a sorprendere Intruglietta e smascherarla facendola tradire.

La nostra eroina era diventata così brava ad intercettarla e a darsela a gambe, che aveva sviluppato un sesto senso al limite della chiarovegenza.

Ma Minerva era sempre più determinata, e la cosplayer cominciava ad essere a corto di risorse. Giusto quella sera, per sviarla, aveva usato un trucchetto al limite del ridicolo: quando si era vista venire contro la vicepreside a passo di carica, a corto di idee, aveva infilato le mani nelle tasche della veste, trovandovi un topolino meccanico di quelli che usava per i suoi cicci.

“Ma come ci è finito qua dentro?” Disperata caricò il giocattolo e lo posò a terra, “che cavolo sto facendo?!”.
 

Invece Minerva ne fu subito catturata, tentò eroicamente di fare ancora due passi ma poi fu più forte di lei, si trasformò in gatto e volò all’inseguimento del giocattolo, il quale aveva acquistato un un’inverosimile velocità, sparendo nei corridoi e lasciando libera Intruglietta di rifugiarsi nelle “sue" stanze.

Dopo il consueto bagno rilassante indossò il solito pigiama, le piaceva da morire indossare i pigiami del pozionista, poteva immaginare di sentirlo sfiorarle la pelle provocandole una miriade di piccoli piacevoli brividi.

Prima di rifugiarsi fra le coperte (le “sue" coperte), nel grande letto (il “suo" letto! Sigh!), decise di accoccolarsi sulla poltrona e leggere qualche pagina di un libro, sorseggiando dell’ottimo Barbon ( il “suo” Barbon! Oh, Morgana ! Vado a fuoco!).
 

Leggendo, sperava di calmare i dubbi che le attraversavano la mente, avrebbe voluto poter coccolare uno dei suoi adorati mici, affondare le dita nella loro morbida, calda pelliccia era un gesto che le regalava sempre tanta serenità. Con cosa avrebbe potuto sostituirlo? “Potrei sempre chiedere a Black di trasformarsi nel cagnaccio pulcioso…” Il solo pensiero la fece rabbrividire!

Intruglietta si sentiva come divisa in due, da un lato era al settimo cielo, quello era sempre stato il suo sogno, sentiva di appartenere a quel luogo ed a quella vita. Ma non sapeva come fare per restare.

La sua parte Grifondoro, sempre abilmente tenuta sotto controllo dalla Serpeverde che era in lei, scelse proprio quel momento per alzare nuovamente la testa:

“Qui sono e qui rimango!”

“Certo! Ma sentiamo, il tuo cervellino lo capisce che questo non è il nostro posto?”, la sua metà Serpeverde sapeva sempre metterla al suo posto.

“Ma è il nostro sogno… sniff”

“Piagnucolare non ti servirà!”

“No! Voglio restare a Hogwarts! Sei una perfida serpe!”

“E sentiamo, genio di un Grifontonto, come pensi di fare quando torna Severus?”

“Non voglio tornare a casa! Buh! Bhu!”

“Dacci un taglio con i piagnistei! Non ci pensi ai nostri cicci?”

“Sniff, i cicci! Cosa c’entrano loro, sniff?”

“Insomma, ragiona! Mica possiamo tornare a prenderli! Quando finisce la pappa assurdamente costosa che TU gli hai comprato, la mamma prende le scatolette del discount!”

“NOO! Le scatolette del discount no! I miei poveri micini maltrattati!”

“Si, ma calmati, esagitata! Scommetto che non hai pensato neanche un minuto i tuoi amici.”

“Certo!” pensò la grifona gonfiando il petto come un generale guarnito di medaglie. “Come farebbero i ragazzi senza di me che li guido?”

“Su questo ti do ragione! Finalmente mi hai beccata una! Due punti a Grifondoro!”

“I miei compagni Grifoni si sentirebbero persi senza di me…”

“Adesso non esagerare! Ti ricordi anche, così per dire, che a lavoro ci aspetta anche la promozione?”

“No! La Smorfiosetta mi odia! Non fate mettermi i bastoni tra le ruote! Sniff!”

“Ora Non ricominciare! Ci penso io alla Smorfiosetta … tu fidati e lascia fare a me” ed un ghigno sadico apparve sul viso della ragazza.

“Ok, sniff”

“Oh! E basta tirare su col naso! Devo forse ricordarti il biglietto che hai nascosto da 15 giorni nella tasca interna della veste?”

Al ricordo Intruglietta arrossì fino alla punta delle orecchie. Non poteva pensarci o sarebbe sprofondata per l’imbarazzo. Quel bigliettino spiegazzato la tormentava dal momento dell’atterraggio a Londra. Non avrebbe MAI avuto il coraggio di usarlo, ma non aveva cuore di disfarsene.

“Basta! Non devo pensarci!” E facendo ricorso a tutti i suoi superpoteri da nerd, si concentrò totalmente sul libro che aveva scelto, ponendo fine a quel diagolo tra le due voci della sua coscienza.

Da brava topolina di biblioteca non si accorse del tempo che passava, fino a quando, con orrore, si accorse che qualcuno aveva aperto la porta.

Congelata in un terrore immobilizzante, non riusciva a muovere neppure un muscolo, quando si trovò di fronte “l’intruso”.

Scarmigliato, finito e sudato, di fronte a lei si trovava uno stupefatto Severus Piton, in tutta la sua eccitante alterigia.

Intruglietta non sapeva che fare, il neurone buono non collaborava e lei era pietrificata, in un'immobilità quasi dolorosa.

Poi, facendosi forza, alzò lo sguardo, incatenando i suoi occhi con quelli del professore, occhi così scuri che pareva che ogni luce potesse affogare in quella profonda oscurità. Fu colta dall'irresistibile tentazione di lasciarsi annegare in quell’oscurità vellutata.

In un attimo, prima che quella meraviglia d’uomo potesse reagire, Intruglietta gli fu addosso, avvinghiata come l’edera, sostenendosi con le gambe intrecciate attorno alla sua vita e le labbra premute contro le sue!

Il pozionista la spinse dolcemente separando solo le loro labbra,

-Ma io…- le sussurrò a fior di labbra

-Zitto!-E riprese a baciarlo finché non ebbe bisogno d’aria,

-Però…-tentò ancora.

-Zitto!- ripetendo la stessa scena, le sue mani vagavano sul corpo dell’uomo, infilandosi sotto il mantello, sotto la veste, fino ad afferrare con deferenza qualcosa di lungo e duro… la bacchetta.

La giovane donna fu percorsa da un intenso brivido che partendo dalle dita strette attorno al legno di betulla, la investì come una marea fino alle punte dei capelli, strappandole un gemito.

-Ma…-tentò lui per la terza volta.

-ZITTO! Cos’è che non capisci?!-

Un po’ per scherzo, un po’ per provocazione, lei gli puntò la sua bacchetta alla gola scandendo:

-Silencio!-

Piton sgranò gli occhi, aveva funzionato? O era rimasto senza parole? Fatto sta che non proferì più verbo, la bocca occupata a rispondere all'“assalto” con una foga quasi furiosa, mentre si issava la ragazza ancora più strettamente, buttandola sul grande letto.

In silenzio, si sdraiò al suo fianco, facendo scorrere delle lunghe dita pallide sui bottoni del suo stesso pigiama, che lei stava indossando, ad ogni bottone che sfiorava Intruglietta si trovava sempre più esposta.

Ma lei non era affatto pronta chiedergli il controllo, così, spostata la mano dell’uomo, invertì le posizioni, trovandosi così seduta sul suo addome.

-Adesso facciamo sparire questi vestiti inopportuni!-

Severus deglutì, sull'imperscrutabile viso aleggiava un’espressione a metà fra allarme ed eccitazione.

Allungò le mani per sfilarsi la tunica, ma lei lo intercettato nuovamente.

-Sarà meglio che impari a stare fermo, se non vuoi che prenda una delle sciarpe, che tieni nel secondo cassetto, e la usi per legarti.-

Il ghigno che attraversò l’affascinante volto del pozionista, fece quasi perdere il controllo alla ragazza.

Infatti i vestiti di entrambi letteralmente “volarono” per tutta la stanza, mentre Intruglietta andava sempre più alla deriva in quel nero mare in tempesta.

......

Il potion-master si sentiva come se stesse galleggiando, cullato da una meravigliosa sensazione di benessere, profondamente appagato.

Il letto al suo fianco conservava ancora un po’ del calore e del profumo inebriante del meraviglioso corpo che l’aveva occupato, mentre lui si riprendeva dopo essere s-venuto… ogni volta... per tutta una meravigliosa, indimenticabile notte.
 

Rimase un pochino deluso trovando il letto vuoto, al suo risveglio, ma dopotutto non si era fatto illusioni.

Un simile angelo non avrebbe mai potuto essere esclusivamente suo, (anche se, a tratti, era quasi parzialmente certo di aver visto spuntare corna e forcone!).
 

Mentre si interrogava distrattamente su come la sua veste fosse potuta finire appesa al lampadario, accanto a delle inquietanti mutandine da donna con ricamate le parole “best potion-master”, una consapevolezza si fece largo nell’anima del meraviglioso esemplare di maschio: il viso di quella sciacquetta della Evans lentamente svaniva, facendo posto quello dolce di intrigante della compagna di una notte.
 

“Non conosco neppure il suo nome” realizzò con una fitta al cuore. “La chiamerò… Francesca… e sarà per SEMPRE”.

Fine.

......

Epilogo parte 1

Hogwarts, ufficio di Silente.

(Aspetta, mi ricorda qualcosa…)

Sulla scrivania del preside, c’erano molte pergamene abbandonate.

(Cavolo che senso di de-ja-vù, ma dove l’ho già sentita questa?!)

Remus si avvicinò alla scrivania per leggerle.

-Qualcosa di interessante tesoro?-

-Sirius! Insomma, dovevi tenere d'occhio Albus!-

-Calmati, sta solo guardando fuori dalla finestra!-

-Ma stacci attento comunque Sir, siamo pur sempre in una torre…-

-Ok! Ma non mi hai ancora detto cos’è la pergamena che stai leggendo-

-Niente di particolare Sirius, è solo la partecipazione di nozze di Harry-

-Come come? Fa vedere!- e poi leggendo il foglio-“ Lucius e Narcissa Malfoy sono lieti di annunciare il matrimonio del loro erede Draco Malfoy con niente popò di meno che “il salvatore del mondo magico” Harry Potter”…-

Il cagnaccio pulcioso si sbellicò dalle risate mentre Lupin, radunate alcune “interessanti” lettere dalla scrivania di Silente, si avvicinò a quest’ultimo.

-Albus, che cosa sono queste lettere?-

-Cosa sono Remus?-si intromise Sirius.

-Guarda-. Rispose lui porgendogliele, erano tutte lettere di ammissione ad Hogwarts, simili a quelle che avevano ricevuto loro a undici anni.

-Queste lettere sono tutte vecchissime e ancora sigillate! Che significa Albus?- chiese Black con aria preoccupata.
 

-Oh! Quelle lettere...-per un attimo il preside parve tornare quello di una volta, -A quanto pare Mrs. Purr, talvolta, si diletta a sottrarre alcune lettere d’ammissione per...come dire? Rendere più soffice la sua lettiera!-

Sirius smollò le lettere che caddero a terra con aria schifata, anche Remus e si guardava la mano come se fosse infetta.

-Non temete ragazzi miei, sono state debitamente ripulite molto prima di arrivare sulla mia scrivania.-

-Ma come è possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla?-

-Vedi Remus, il nostro caro, vecchio custode, me le teneva occultate per timore che potessi prendere provvedimenti contro il mefitico felino. Sono state accidentalmente ritrovate l’estate scorsa durante il restauro del castello.-
 

Rispose il preside, continuando a fissare dalla finestra la porzione di parco davanti ai grandi cancelli.

-Ma ti rendi conto? Ci sono alunni che avrebbero dovuto frequentare, e invece, non hanno mai avuto la “lettera” … Oh! Godric divino! E se fossero nati babbani?-

- Sono tutti nati babbani Remus, a quanto pare la gatta di Gazza aveva un talento naturale per intercettare proprio le lettere indirizzate a loro-

Lo interruppe Silente con la consueta, imperscrutabile, serenità che traspariva dal tono calmo della voce.

-Come tutti nati babbani, Albus? Ma ti rendi conto del disastro?-

-Sta calmo Remus…- asserì il vecchio mago -Sirius! Aiutami tu a farlo ragionare!-

Il lupacchiotto cercava l’aiuto del compagno che, nel frattempo, era ancora impegnato a tentare di ripulirsi la zampa dalla pipì di gatto, fregandola su tutte le superfici dell’ufficio.

-Anche tu Sirius, state calmi ragazzi miei! È tutto a posto. Vedete?-.

Disse ai due uomini, indicando il parco sottostante, mentre un ampio sorriso si allargava sul suo vecchio viso. I due si precipitarono a guardare dalla finestra, ma videro solo una giovane donna, che, indossando la veste di Severus, si allontanava dal castello con passo deciso, trascinando un povero trolley con una ruota sola.

-Cos'è che dovremmo vedere Albus? Chi è quella?-

-Quella, miei cari ragazzi, è una delle mie idee più brillanti… e, detto fra noi, è tutto dire! *-

-Credo di non capire-se ne uscì Sirius.

(E quando mai!).

-Avete mai sentito parlare del cosplay?- chiese Silente allontanandosi -Se mi cercate sono nei sotterranei- aggiunse avviandosi giù per le scale, dopo essersi riempito le tasche della veste di lubrificante.

Sirius, incredulo ed ignaro, non poteva far altro che fissare ora il vecchio mago che si allontanava, ora il compagno.

-Non dobbiamo seguirlo?-

Chiese a Remus che, pietrificato da un lampo di comprensione, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla enigmatica figura che si allontanava.

-No, Sirius, lasciamolo andare. È perfettamente in grado di cavarsela da solo, visto che ci ha raggirati nuovamente tutti quanti-

-Ma che dici? E poi chi diavolo è quella?-

-Quella? Mio caro, ho paura che quella sia Severus… O meglio quello che noi credevamo essere Severus.-

-Vuoi dire che quello schianto faceva finta di essere Mocciosus?-

-Primo, non chiamarlo così! Secondo, è esattamente quello che credo e terzo, schianto? Vuoi restare a bocca asciutta per il prossimo mese?-

-Naaa! Non resisti così tanto senza di me! Però che lingua la ragazza! Mi ha risposto a tono per tutti questi giorni!-

Sirius sfoggiava un ghigno degno della dinastia dei Black!

-Si, ma ora non ti innamorare! Ricordati che tu sei il mio!-

Lo apostrofò il lupo, trascinandolo via dalla finestra, per spingerlo con fare e possessivo contro la scrivania di Silente e sfregarsi contro il suo corpo.

-Te l’avevo detto che non mi resistevi!-

-Smettila felpato!-disse Remus e staccandosi da lui-Sarà meglio che ci muoviamo ed andiamo a cercare Albus- e, infilato le mani in tasca, si avviò con calma per le scale.

-Ok-

Concordò il compagno, alzandosi dalla scrivania e seguendolo docilmente (era proprio ben addestrato dopotutto).

-Remus?-

-Si?-

-Cos’è il cosplay?-

-Onestamente Sirius? Non ne ho la più pallida idea, ma ha tutta l’aria di essere qualcosa che dovremmo farci spiegare dalla professoressa di babbanologia-

-Ah, ok. Remus?-

-Si? Ce altro c’è?-

-Albus è andato nei sotterranei.-

-Lo so Felpato-

-Allora perché noi non ci stiamo andando?-

-Gli lasciamo un po’ di vantaggio-

-Allora dov’è che stiamo andando Remus?-

-Nella nostra stanza-

-Perché Rem? Sei stanco?-

-Pensavo di usare il letto infatti, ma non per dormire-

......

EPILOGO Parte 2

Intruglietta si svegliò di buon umore, i suoi due cicci pelosetti e miagolanti, l’aspettavano per farle un sacco di coccole durante la colazione.

Ancora con addosso il suo pigiama preferito, un “familiare” pigiama da uomo, fece colazione con una grossa tazza di caffè e dei dolcetti al limone, dai quali aveva sviluppato una certa dipendenza.

Poi si vestì di tutto punto, rigorosamente total Black, e si recò in ufficio, era il suo primo giorno nella nuova mansione di responsabile ed aveva un'insopportabile sciacquetta da schiacciare come uno scarafaggio. Adesso aveva tutte le armi per farlo e ci avrebbe ricavato una soddisfazione indescrivibile!

“E stasera poi che faccio? Potrei sentire i ragazzi… oppure potrei sempre usare il numero di telefono di Kevin”, pensò togliendo dalla tasca il tovagliolino su cui il meraviglioso Adone le aveva segnato il suo numero.

Prima di uscire si infilò la sua nuova collana, appesa alla quale si trovava la sua nuova pietra favorita, un ossidiana talmente nera da ricordarle un mare oscuro che, per lei soltanto, per un istante, era diventato brillante come un purissimo diamante.

Stavolta è finita davvero.

Spero tantissimo che vi sia piaciuta,  nonostante la protagonista non sia uno dei personaggi della zia Row.

Grazie infinite a tutte le persone che mi hanno aiutato, a quelle che hanno letto e commentato o lasciato una stellina.

Bacini bacetti

Noy

 

   
 
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