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Autore: MaryFangirl    18/06/2020    4 recensioni
Un incubo ricorrente fa sprofondare Kaori nei meandri del dubbio. Fin dove la condurrà il fatto di sognare la propria morte?
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Trascorro il resto della notte in coma davanti alla televisione. Quando il sole sorge su un nuovo giorno, mi sento peggio che mai. Dove sei, Ryo? Tornerai da me solo per farmi partire? Lo sopporterò?

Mi alzo, spengo la scatola della distrazione usata come sfondo per i miei pensieri oscuri e mi dirigo in cucina. Ingoio un avanzo di riso e salsa senza nemmeno riscaldarlo, non importa. Il mio stomaco si sente meglio, non il mio cuore. Indosso degli abiti larghi e comodi che mi fanno sentire sicura. Se Ryo fosse qui, mi darebbe del travestito, come al solito. Ma lui non c'è. Sono davvero un travestito? Sono ancora una donna? Perché tutte le donne lo attraggono tranne me?

Scuoto la testa. Inutile ripassare queste domande senza risposta. Non prova che indifferenza per me, forse persino disgusto per il mio corpo. È normale che non mi ami. Sono ancora in lacrime. E il mio ego non è ancora totalmente morto. E il mio stupido cuore batte ancora, contro ogni buon senso, per quell'imbecille. Sono davvero una dannata masochista.

Pulisco meccanicamente le superfici immacolate dell'appartamento, poi esco per andare alla lavagna. Bisogna guadagnarsi da vivere e il nostro conto sarà presto a secco. La situazione non è ancora critica, ma non possiamo permetterci di fare gli schizzinosi con il prossimo lavoro, che sia un cliente uomo per Ryo o una cliente donna per me.

La lavagna è irrimediabilmente vuota, e non mi attardo. Ho già abbastanza il morale sotto i piedi. Torno a casa, evitando la mia visita al Cat's Eye che aumenterebbe di dieci volte il mio disagio sotto il fuoco rombante delle domande curiose di Miki. Voglio rientrare, ma...allo stesso tempo, voglio andarmene. Lontano da qui, lontano da tutto, lontano da lui. Mi sentirei meglio se partissi? Lui si sentirebbe meglio se me ne andassi dalla sua vita?

Sento una presenza alle mie spalle. Una presenza ostile, che non mi augura del bene. Qualcuno è alle mie calcagna. E Ryo non c'è. Non farò nulla, lasciando che il destino agisca. Se lui non c'è, non potrà incolparsi se mi succede qualcosa. Ma le grida indignate di una donna riecheggiano improvvisamente:

"Ma insomma, lasciami andare, sporco pervertito! Non voglio uscire con te! Maniaco!"

Sospiro, di sollievo e di stanchezza. La presenza ostile è scomparsa rapidamente com'è arrivata. Ora si gioca a testa o croce. O Ryo è uscito dalla sua copertura apposta con me (altamente improbabile), o ha già terminato la sua missione (poco probabile, comunque), oppure è il suo gemello pervertito (molto probabile). E infatti:

"Mia Kaori adorataaaa! Abbracciami, tesoro!"

Il mio vecchio riflesso di tirare fuori un martello è un po' smussato, e soprattutto non ne ho voglia. Quindi mi limito a fare un passo di lato quando il proiettile americano è sul punto di atterrarmi addosso, e lui si schianta a terra.

"Ma insomma, Kaori?! Stai bene? Potrei essermi rotto il naso?!"

"Buongiorno anche a te, Mick" dico con tono indifferente, troppo abituata alle moine dei due più grandi pervertiti della galassia.

L'ex sweeper balza in piedi, sistemandosi il completo, riprendendo un'aria seria, e il suo sguardo azzurro si posa su di me, sembra che mi legga come in un libro aperto.

"Come stai, mia bella?"

"Bene, Mick, grazie"

"Non con me, Kaori" dice, agitando il dito indice sotto il mio naso. "Forse Ryo può bersi le tue balle, ma non io. Non va bene, lo vedo. E non vieni al Cat's Eye da tre giorni. Allora, racconta"

Rabbrividisco. Mick è percettivo ed è anche un ottimo amico. Sono il suo primo amore, e anche se provo solo affetto per lui, è sempre stato un caro amico e un confidente per me. Ho davvero voglia di dirgli tutto, ma temo che ne possa approfittare per provare a sedurmi, benché ami Kazue di un amore sincero. E soprattutto, temo che ripeterà qualcosa a Ryo, o anche che si batta con lui per fargliela pagare.

Allora mi defilo:

"Non ora, Mick, per favore. Io...ho bisogno di riflettere"

"Sai che puoi dirmi tutto, vero tesoro?"

"Sì" annuisco, un po' confortata dalla sua apparente preoccupazione nei miei confronti. "Lo so, Mick. Ma prima devo chiarirmi da sola"

"Come desideri" dice con il suo sorriso accattivante e gli occhi brillanti. "Ma se hai voglia di parlare, sai dove trovarmi!"

Faccio di sì con la testa, poi mi metto in marcia. Con disinvoltura, lui mi accompagna in silenzio, e sospetto che mi stia proteggendo discretamente. Per una buona ragione, dal momento che qualcuno mi sta seguendo.

"Mick," chiedo con calma, "hai notato?"

"Notato cosa?" mente sfacciatamente.

"Non con me" lo imito con tono beffardo prima di tornare seria. "L'hai sentito, come me. E secondo me, è fuggito perché sei arrivato tu"

"Lo penso anch'io" ammette volentieri, lo sguardo duro. "Ma non so chi sia o cosa voglia da te. Mi informerò"

"È stato Ryo a chiederti di proteggermi?"

"No, no, è solo una coincidenza, te lo assicuro"

Ma Mick non ha fortuna, i suoi occhi lo tradiscono. Su questo punto è molto inferiore a Ryo e alla sua espressione impassibile in tutte le circostanze. Naturalmente il mio caro partner gli ha chiesto di proteggermi. Quindi Ryo mi ignora, mi lascia esangue ma mi mette sotto una campana, perché non mi succeda niente e io possa morire molto tranquillamente lontana da ogni pericolo.

Ho voglia di dare di matto, immediatamente, ma mi trattengo. Non voglio far preoccupare Mick, né che il mio comportamento imprevedibile arrivi alle orecchie di Ryo. Posso aspettare qualche minuto.

Arriviamo ai piedi dell'edificio e Mick mi apre la porta.

"Vuoi che ti tenga compagnia?" mi offre gentilmente.

"No, grazie, Mick. Preferisco stare un po' sola"

"Come desideri, mia bella. Faccio il giro dei miei informatori e ti terrò aggiornata. Chiuditi in casa e attiva le trappole"

"Non lo dimenticherò" gli assicuro.

"Ci vediamo, tesoro"

Entro, Mick chiude la porta dietro di me e faccio come mi ha detto. Salgo al quinto piano, chiudo la porta con doppia mandata e attivo tutte le trappole anti-visita notturna di Ryo. Dovrei essere tranquilla. Nessuno a parte il mio partner imbecille sopravvivrebbe.

Vado in cucina e guardo l'orologio a muro. Le dieci e trentacinque. La giornata sarà lunga. Preparo uno spuntino veloce, lo butto giù senza piacere, poi vado in salotto. La tv è diventata la mia migliore amica. Mi stordisco un po', poi scivolo nel sonno senza accorgermene.

Un improvviso colpo alla porta mi strappa dalle braccia di Morfeo. Alzandomi, disorientata, noto che sono le sette e mezza. Ho dormito quasi nove ore di fila e senza incubi. Mi ha fatto bene. Dovrei dormire più spesso sul divano.

Estraendo il mio revolver dalla borsa, lo afferro saldamente e mi dirigo alla porta. Chiedo:

"Chi è?"

"Sono io, Kaori" dice Mick. "Mi apri?"

"Un secondo"

Premo il pulsante sul telecomando e disattivo le trappole, quindi sblocco la porta. L'ex sweeper è in piedi, il viso serio. Sento l'ansia prendermi le viscere. È successo qualcosa a Ryo?

"Mick..."

"Posso entrare, Kaori?"

Mi faccio da parte e lui entra in salotto. Si siede direttamente sul divano e io prendo posto accanto a lui, torcendomi le mani. Se gli fosse successo qualcosa io...

"Non è per Ryo che sono qui" dice, interrompendo i miei pensieri e innescandomi un sospiro di sollievo. "Non so dove sia o cosa faccia. No, sono qui per te, Kaori. Per quello che ti segue"

"Sai chi è?"

"No, non ancora" ammette con aria delusa, "ma so che vuole raggiungerti per arrivare a Ryo tramite te"

"Niente di nuovo sotto il sole" dico, scrollando le spalle. "Non ha importanza"

"Sì, ne ha" dice Mick, accigliato. "Non esiste che quel rifiuto ti tocchi un solo capello"

"Non preoccuparti, Mick. Non uscirò fino a quando Ryo non tornerà. Ho fatto la spesa due giorni fa, non ho bisogno di niente"

"Ma Kaori..."

"Non ti preoccupare. Andrà bene"

Provo a sorridergli, ma i muscoli delle mie guance fanno fatica a funzionare correttamente. È da così tanto tempo che non sorrido?

"Kaori, non posso fare a meno di preoccuparmi per te" confessa con sguardo turbato. "Non ti ho mai vista così. Davvero non vuoi parlarmene?"

Esito solo una frazione di secondo. Non voglio causargli ulteriori preoccupazioni. So già che si occuperà del mio pedinatore.

"No, Mick. Ma ti dirò tutto molto presto, te lo prometto"

"Ho la tua parola" dice con un sorriso caloroso che mi fa stare bene. "Beh, devo lasciarti, Kazue mi aspetta"

"Grazie per essere passato, Mick" dico, accompagnandolo. "Buona serata e saluta Kazue"

"Promesso. Buonanotte, mia bella"

Mick se ne va e io mi barrico di nuovo, poi vago per l'appartamento. Decido di strofinare nuovamente i sanitari, quindi inizio a svuotare tutti gli armadi e li pulisco a fondo. L'operazione dura fino a mezzanotte e alla fine sono soddisfatta. Mi sento rinvigorita e lo sforzo fisico, rilasciando dopamina, mi ha sollevato il morale. Ma poi il silenzio mi assale di nuovo e sento la depressione rimontare in me. Voglio scuotermi, scacciare le idee oscure, ma non è così facile. Non ho nulla a cui aggrapparmi. Nessuno. Sono così sola. Dove sei, Ryo?

Aggravo ulteriormente la mia situazione razziando tutte le ciambelle alla mela che riesco a trovare in casa. Ryo le adora e le nasconde ovunque, a volte dimenticandole. Ma, stantie o no, mi riempio fino a quando il disgusto mi costringe a mettere giù la quattordicesima. So che pagherò a caro prezzo questa orgia di zucchero con una crisi depressiva ancora più grave domani mattina, perché questo dannato zucchero è peggio di una droga, ma non ho potuto farne a meno. È il mio 'comfort food' e ne avevo un bisogno vitale.

Quasi all'una del mattino, dopo essermi sbarazzata delle briciole e degli imballaggi vuoti, già rimpiangendo il mio eccesso, vado nella mia stanza. Non mi sembra più accogliente come una volta, nonostante le mie cose siano ben sistemate. Dormirei nella camera di Ryo, nelle sue lenzuola sature del suo profumo che mi rassicurerebbe e mi lenirebbe, ma temo che arrivi inaspettatamente, e allo stesso tempo lo spero molto. L'attesa mi farà impazzire.

Mi metto a letto, fissando il soffitto, le luci della città e le pareti per lunghe ore prima di immergermi nell'abisso del sonno, pregando che questa notte sia pacifica.

 

 

Salta, Kaori, mi incoraggia il fiume Sumida. Ti sto aspettando. Vieni tra le mie braccia.

Ryo! Chiamo con tutte le mie forze, ma dalla mia bocca non esce alcun suono. Sono muta. Ryo!, urlo nella mia testa, in lacrime. Ryo, ho bisogno di te!

Ryo Saeba non verrà, sussurra un serpente che scivola ai miei piedi. È impegnato in missione. E le missioni verranno sempre prima di te.

Piango, ho i polmoni lacerati, l'anima in frantumi, il cuore sanguinante, e salto.

 

 

Aspiro un grande sorso d'aria quando apro improvvisamente gli occhi e il grido mi sfugge senza che io sia in grado di trattenerlo.

"Noooooo! Ryooooooo!"

Ma Ryo non è tornato. Nell'appartamento c'è un silenzio mortale. Un brivido mi attraversa spiacevolmente la schiena, consulto l'orologio. Sei e ventisette. Ho dormito solo due ore. Perché questo incubo mi perseguita? Sono davvero depressa? Sono sul punto di volermi buttare dal Rainbow Bridge?

Getto via la trapunta e mi alzo. Vado a prepararmi un the, poi lo sorseggio davanti a documentari soporiferi che mi fanno rimbambire. Sono così stanca.

La luce del giorno mi fa emergere a fatica e mi raddrizzo con un gemito. Sono sull'orlo del torcicollo, ma un buon bagno dovrebbe risolvere il problema. Sono sorpresa di scoprire che l'orologio sulla parete mostra le diciassette e quarantatrè. Ho dormito per dodici ore! E mi ha fatto bene.

Sul divano dormo un sonno senza sogni, e nel mio letto ho un incubo orribile ogni notte che mi esaurisce e distrugge il mio morale. Dov'è la falla? Sgranocchio qualcosa, poi mi rifugio in bagno. L'acqua calda mi rilassa, ma la mia mente rimane tormentata, malgrado tutti i miei sforzi. Non posso impedire ai miei pensieri di vagare verso Ryo. È sano e salvo? Tornerà presto? E cosa vuole dirmi?

Con i nervi a fior di pelle e le lacrime che minacciano di rifluire, oscillo tra la tristezza più profonda e la rabbia più oscura per non essere in grado di uscire da questo stato depressivo che mi fa impazzire. Odio questa sensazione di abbattimento senza fondo e di totale impotenza. Forse dovrei parlarne con qualcuno.

Sono quasi le otto quando qualcuno bussa di nuovo alla porta. Sento la voce di Mick dall'altra parte.

"Sono io, Kaori. Mi apri?"

Mi affretto a farlo entrare, e come ieri prende posto sul divano. Servo un caffè per tutti e due che lui accetta con piacere.

"Sono venuto a vedere come stai" dice con un mezzo sorriso, lo sguardo sincero.

"Sto meglio, Mick, grazie" dico, franca a metà. "Oggi ho dormito una dozzina di ore sul divano. Mi ha fatto davvero bene"

"Sì, hai un'aria un po' più vivace" ammette, "Ma hai ancora enormi occhiaie viola, Kaori, e il tuo sguardo non brilla come prima. Che ti succede, tesoro?"

Non sono sicura del perché, ma in questo momento cado a pezzi come un castello di carte. È il dolore che mi rode, forse. La solitudine, certamente. E la preoccupazione, senza dubbio. Tra i singhiozzi riesco a spiegare la situazione a un Mick teso dal mio desolante spettacolo: la mia dichiarazione a Ryo non ricambiata, l'interminabile attesa di una qualsiasi risposta dal mio partner, l'incubo che mi perseguita, le notti insonni a ripetizione, il mio sconforto di fronte alla situazione e la mia ansia per l'assenza di Ryo.

Quando taccio, ancora ansimando e provando a prendere il sopravvento sul mio malessere, lui rimane in silenzio per un minuto buono, contemplandomi con aria pensierosa. Poi all'improvviso mi chiede:

"Quando è iniziato questo incubo?"

"Circa due settimane fa" dico, riflettendo, il mio cervello recalcitrante non è in grado di darmi una risposta più precisa.

"Ed è arrivato all'improvviso?"

"Sì, credo. Io...non sono più sicura di niente, Mick"

"Prendi delle medicine?" mi chiede di punto in bianco, cogliendomi di sorpresa.

Rispondo con un cenno di rifiuto. Non sono ancora a quel punto, anche se un sonnifero di tanto in tanto non mi danneggerebbe.

"Mmh. È strano" emette alla fine, sprofondando sullo schienale del divano. "Sei una persona perfettamente equilibrata, Kaori, in tempi normali. E anche se la situazione con Ryo è molto dolorosa per te, cosa che posso capire, il tuo incubo non è normale e neanche il tuo stato attuale"

"Che vuoi dire?" chiedo, stupita.

"Sei uno straccio" dice semplicemente, senza alcuna visibile intenzione di volermi offendere, affermando solo un fatto. "Non dormi quasi più, non mangi o comunque molto poco dato che i vestiti ti galleggiano addosso, fuggi dalle persone che hai intorno, compresi i tuoi migliori amici che si preoccupano tantissimo per te. Non parli più con Ryo, non metti più piede fuori se non in caso di assoluta necessità, e per finire, sei terrorizzata da questo incubo che si ripete ogni notte"

"È un buon riassunto, lo ammetto. Ma come fai a sapere che non parlo più con Ryo?"

"Me l'ha detto lui" mi annuncia tranquillamente, è la sincerità incarnata. "Sulla strada per la sua missione sotto copertura. Come puoi immaginare, mi ha chiesto di vegliare su di te, cosa che avrei fatto comunque, ma è molto preoccupato per te. Vede che non stai bene. E anche se in parte è colpa sua, e non mancherò di dargli una bella strigliata, la sua codardia non spiega la tua condizione, Kaori. Secondo me, questo incubo è il nocciolo del problema"

"Non controllo i miei sogni" sospiro scontenta. "Se solo potessi!"

"Tutti firmeremmo per un sonno tranquillo" afferma Mick con calma, e subito penso a Ryo e ai tormenti che nasconde così bene. Anche lui deve avere il sonno disturbato, anche se lo cela con cura.

"Ma cosa posso fare?" chiedo ad alta voce. "Pensi che Miki..."

"In questo caso l'ipnosi è inutile" dice Mick alzandosi, con aria seria. "Penserò al problema, Kaori. Fino ad allora, niente imprudenze, ok?"

"Va bene" concordo volentieri, rassegnata.

"Non scoraggiarti" sospira Mick, chinandosi su di me e accarezzandomi la guancia. "Penso che questa missione arrivi nel momento sbagliato, ma hai fatto bene a sbloccarti, mia bella. Ryo tornerà presto e non è pronto a lasciarti andare"

Una speranza folle nasce nel mio cuore a queste parole, ma mi affretto a stroncarla sul nascere. Il gatto scottato teme l'acqua fredda. Ho già creduto in precedenza che le cose si sarebbero evolute con il mio partner, per essere delusa meglio ogni volta. Non posso fidarmi della parole di Mick perché non può garantire sul comportamento di Ryo. Nessuno può farlo. Lui è sfuggente come il vento.

"Bene, ti lascio" dice Mick. "Starai bene?"

"Sì, grazie, Mick. E grazie per avermi ascoltata"

"Tanto meglio se ti fa stare bene. Tutto si sistemerà, mia cara, vedrai"

Vorrei avere la tua fiducia nel futuro, Mick, penso seguendolo con gli occhi mentre torna nel suo appartamento. Mi piacerebbe tanto credere in un futuro migliore! Ma non ne sono capace. Il Rainbow Bridge mi ossessiona.

Come ieri, mi do da fare per strofinare superfici già lucide, quindi decido di decorare un po' l'appartamento per Natale. Di solito avrei fatto l'albero, coperto tutte le mensole di ghirlande e fatto shopping frenetico per trovare regali adatti ai miei amici molto tempo fa. Ma quest'anno, non ho cuore di fare niente. Non voglio festeggiare il Natale. L'unica persona con cui voglio passarlo è in missione sotto copertura, e molto probabilmente non ci sarà domani. Quindi a che serve?

Sono le quattro del mattino quando decido di andare a letto. E come previsto, faccio il grande tuffo dalla cima del Rainbow Bridge nel fiume Sumida. Non mi sveglio più urlando. Sono sconvolta ma quasi rassegnata. Forse questo è il mio destino?

  
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