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Autore: Itachi95    20/06/2020    1 recensioni
Un ragazzo, segnato da una tragedia che gli ha lasciato una cicatrice indelebile, vive il presente carico di rabbia, odio e trepidazione per la vendetta che un giorno sa che compirà. La piccola e insignificante gilda in cui è entrato non è nient'altro che una copertura, un mezzo per raggiungere più velocemente il suo scopo. Ma un giorno un evento inaspettato sconvolge i suoi piani. I membri della gilda scomparsi sette anni prima riappaiono inaspettatamente. Riusciranno a eliminare l'odio e le tenebre dal cuore dell'ultimo arrivato e a mostrargli come dovrebbe essere veramente un membro di Fairy Tail? O saranno coinvolti nella sua vendetta e verranno travolti dalla sua furia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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19. INCERTEZZA
 
Bang! Bang! Bang!
Booom!!
I forti rumori di spari ed esplosioni facevano tremare tutta la montagna e scuotevano la foresta.
Gli stormi di uccelli volavano via, gli animali scappavano, gli alberi cadevano.
In una piccola radura, all’interno del bosco se ne stava il Demon Lord, ansimante, in ginocchio, con le sue pistole Alpha e Omega nelle mani.
Strinse i denti per il nervoso e poi lo esternò in un grido rabbioso.
«Maledizioneeeeeee!!!».
Fece sparire le pistole e prese a tirare pugni sul terreno spaccandolo.
Era ormai da tre settimane che era arrivato in quei luoghi.
Per il suo allenamento aveva deciso di fare esattamente come aveva fatto in passato, dopo la distruzione del suo villaggio. Aveva scelto un luogo isolato in mezzo alle montagne, per allenarsi in totale solitudine, senza nessuno intorno, avrebbe vissuto nella foresta provvedendo da solo a tutto quello che gli sarebbe potuto servire: acqua, cibo, riparo. Aveva scelto di non tornare nei luoghi del suo primo isolamento, cioè nelle montagne vicino al suo villaggio ma in un altro luogo. Geograficamente, rispetto a dove si trovava Magnolia era dalla parte opposta di Fiore, quasi al confine con la nazione vicino, giù a valle c’era anche un piccolo villaggio, magari gli fosse venuto in mente, qualche volta, di scendere per svagarsi un po’ o per mangiare qualcosa di diverso ma soprattutto non voleva perdere il contatto con le persone. 
Eppure, c’era qualcosa che non andava.
Nonostante tre settimane di allenamento non stava ottenendo il benché minimo risultato. Si stava comportando esattamente allo stesso modo di come aveva fatto in passato, ormai quasi sette anni prima, stessi ritmi e stesse tecniche di allenamento, ma nonostante tutto non stava ottenendo risultati.
Anzi gli era sembrato anche di peggiorare.
“Com’ è possibile? Ho sconfitto Malphas, è stata una dura lotta, ho faticato ma ce l’ho fatta, teoricamente dovrei anche essere un po’ più forte considerando lo sforzo a cui ho sottoposto il mio corpo, allora perché sta succedendo questo”?!
Chiuse gli occhi, per cercare di calmarsi.
Ma delle immagini si materializzarono nella sua mente.
Le immagini della gilda di Fairy Tail.
I ragazzi che parlavano, ridevano e scherzavano.
Makarov che gli ammoniva e la bella Mirajane che sorrideva, col suo splendido sorriso.
“Ci rivedremo”?
“Se siete fortunati no…”.
Sentì una stretta al cuore, molto lieve ma fastidiosa.
Aprì di scatto gli occhi, la sua frequenza cardiaca accelerò rapidamente non appena si accorse di quello che stava provando.
“Possibile che io, stia provando… nostalgia e… rimpianto? Sento la mancanza di quella gilda di sciocchi? È questo che mi sta indebolen…”
Ripensò anche a quello che aveva detto prima di lasciarli. Sul fatto che aveva deciso di rinunciare ai sentimenti negativi.
Rinunciare ai sentimenti negativi?
Ma che gli era saltato in mente, lui era un demone, non poteva rinunciare a ciò che gli dava forza, ecco spiegato il motivo del suo indebolimento.
“Tu sei in parte demone”, gli ritornò alla mente quello che gli aveva detto Mavis.
La colpa di tutto ciò era senza dubbio di quelle persone, Makarov, Mavis e Mira in primis. Lo avevano fatto rammollire, con le loro belle parole e le maniere gentili, lo avevano cambiato, in peggio e ora ne stava pagando le conseguenze.
“Devo tornare quello che ero, rabbia, odio non posso rinunciarvi, io non sono una persona come le altre”.
Si tirò su in piedi, strinse i pugni, l’energia demoniaca cominciò a fuoriuscire dal suo corpo e a propagarsi dappertutto.
Nella sua mente l’immagine della gilda era sparita, era c’era solo un demone, lo stesso che materializzava quando lanciava il pugno demoniaco: una grande fiamma nera con sottili occhi rossi e una dentatura a denti triangolari come i piranha.
«Ahhhhhhhhhhh!!!» gridò a squarciagola mentre la sua aura continuava a espandersi avvolgendo e distruggendo tutto quello che circondava.
Quando l’aura si fu esaurita, Krono riassunse la sua forma umana e si lasciò cadere per terra, con gamba e braccia divaricate.
Osservava il cielo, con qualche nuvola di passaggio, sentiva le palpebre pesanti e le chiuse, sprofondando nel sonno.
 
Quando riaprì gli occhi non sapeva dire per quanto avesse dormito, il cielo era completamente nero, segno che era piena notte perciò doveva essere passato del tempo.
Si tirò su, si dette una stiracchiata e si avviò nel bosco, avrebbe cercato qualcosa da mangiare, per poi rimettersi ad allenarsi ma si bloccò.
Snif snif.
C’era qualcosa che non andava nell’aria, uno strano odore, era molto flebile appena percettibile ma si sentiva odore di bruciato.
Una persona normale non avrebbe sentito nulla ma grazie alla lacrima che era stata inserita nel suo corpo i suoi sensi si erano affinati, non aveva nulla da invidiare a Natsu e agli altri dragon slayer.
L’odore proveniva dalla direzione del villaggio.
Decise di andare a vedere mosso da curiosità. Camminò per qualche minuto nel bosco finchè non raggiunse un’altura dalla quale si poteva vedere tutta la vallata sottostante, era una notte di luna piena e nonostante fosse a fine estate la luna era ancora più grande che negli altri mesi quindi la visibilità era molto buona.
Guardò giù e vide il villaggio in lontananza, aveva una conformazione a ragnatela proprio come il suo, la cosa che notò subito fu il fatto che era in parte in fiamme.
“Bah, probabilmente qualche banda di briganti che hanno deciso di attaccare e darsi al saccheggio. Dopotutto un villaggio sperduto e sempre una preda allettante per gente del genere”.
Penso tra sé.
Non lo riguardava quindi decise di ignorarlo.
Si voltò per tornare da dove era venuto ma c’era qualcosa di strano. I suoi passi erano pesanti, come se stesse trasportando un grosso peso e più si allontanava e più quella sensazione di disagio lo infastidiva, era come se una calamita lo attraesse indietro.
“Fai la cosa giusta”, gli disse una voce nella sua testa.
Sorrise, un sorriso nervoso però.
Si passò una mano sulla faccia e poi fece per spostarsi la frangia dal volto, sorprendendosi di non trovarla, dopo essersi legato i capelli nell’alta coda non se li era più toccati ma non si era ancora abituato e qualche volta se li provava ancora a sistemare.
Si voltò e corse verso la rupe, saltò giù. Si aggrappò a dei rami per frenare la sua caduta, dopodichè cominciò a fare grandi balzi per scendere più velocemente, dato che era in discesa dalla montagna così facendo avrebbe fatto prima.
“È proprio vero che mi devo essere rammollito, il me stesso di un tempo se ne sarebbe fregato altamente di quello che gli succedeva intorno. Ora guardami, sono qui che sto correndo per andare ad aiutare dei perfetti sconosciuti”.
La discesa era terminata, segno che era arrivato a valle, corse velocemente verso il villaggio più velocemente che poteva.
Appena arrivato alle prime case gli si presentò uno scenario macabro: case in fiamme, corpi di persone, uomini, donne e anche bambini completamente dilaniati, i loro corpi presentavano morsi oltre che segni di artiglio.
Krono si avviò lentamente versò l’interno.
Questo non poteva essere opera di briganti ma di qualche bestia feroce.
Continuò ad avanzare ma dopo qualche passo si bloccò, un brivido gli attraversò la schiena, paralizzandolo completamente. Sudava freddo, aveva la bocca impastata e a stento non tremava.
C’era qualcosa nell’aria, un’aura malvagia e molto potente.
«Sento la presenza di un demone».
Udì delle urla, urla di un uomo che scappava in preda al terrore.
Corse nella direzione dalla quale le urla provenivano.
Vide l’uomo che scappava sbucare da un angolo, fece per chiamarlo ma subito dietro lui sbucò qualcosa di nero e grosso che lo atterrò saltandogli sulla schiena.
Krono rimase sorpreso nel vederlo.
Appariva come un lupo nero anche se era più grande dei normali lupi, aveva un’aria tetra e gli occhi rossi.
«Quello è un cane infernale!».
La bestia affondò le zanne nel collo del poveretto mentre con gli artigli delle zampe gli lacerava della schiena.
L’uomo gridava dal dolore e nell’udire quel grido straziante Krono rinsavì.
«Ehiii!!» gridò al cane infernale.
Appena la bestia si voltò una sfera di energia lo colpì in pieno sbalzandolo contro una parete per poi esplodere.
Krono corse verso l’uomo che aiutarlo ma era troppo tardi, la schiena era completamente dilaniata e il corpo era disteso in una pozza di sangue, probabilmente uscito dalla ferita sul collo.
Fece sparire il fucile che aveva in mano, guardò il corpo senza vita dell’uomo con aria triste.
«Mi dispiace avrei dovuto fare prima», si voltò per esaminare attentamente la carcassa del cane infernale.
«I cani infernali sono le bestie degli inferi, non sarebbero mai in grado di venire nel nostro mondo da soli, qualcuno li ha evocati, anzi, devono essere venuti insieme al demone che stanno seguendo».
Riprese a camminare verso il centro del villaggio ma più camminava e più un orribile senso di disagio e oppressione si faceva largo dentro di lui. Poco dopo si fermò un momento per riprendere fiato, si appoggiò ad una parete che gli stava a fianco e si mise una mano sul petto, il cuore gli martellava nel petto, neanche avesse corso ininterrottamente per una settimana.
C’era qualcosa di tremendamente spiacevole in quella situazione, in quel luogo.
Una notte di luna piena, un villaggio attaccato, cadaveri con segni di morsi e artigli, grida, case in fiamme, morte ovunque. Tutto ciò che lo circondava gli ricordava quello che era successo al suo villaggio, in quella sera che gli cambiò definitivamente la vita, che gliela rovinò per sempre. Anche la conformazione del villaggio era uguale a quella del suo.
Si dovette sforzare veramente tanto che riuscire a calmarsi.
Poi sentì un altro grido, sta volta un grido di donna.
Senza perdere nemmeno un istante corse più veloce che poteva.
Vide una donna con le spalle al muro, in braccio portava una bambina piccola, avrà avuto circa tre anni mentre avvinghiato alla sua gamba con le mani strette alla sua lunga gonna c’era un bambino, di qualche anno più grande della piccola.
Grrrr.
Di fronte a loro un altro cane infernale, li aveva messi all’angolo e ora li stava puntando con la bava alla bocca.
Questa volta Krono fu più rapido e con uno scatto si frappose tra la donna e la belva.
«Non ci provare fido».
Groowl!
Il cane gli saltò addosso ma Krono evocò il fucile Blade e con la lama gli lacerò il volto.
Caii.
Il cane infernale emise un verso di dolore e cadde a terra.
Krono si voltò verso la donna: «mi saprebbe spiegare che sta suc…».
«Attento dietro di te!».
Si girò di scatto e vide la bestia con la bocca spalancata che gli era già addosso, allungò il braccio e questa glielo morse, la sua bocca era arrivata fino al suo gomito.
Grrrr.
«C’è mancato poco», disse sorridendo.
Tat tat tat tat tat.
Una raffica di colpi fuoriuscì dalla schiena della bestia che cadde di nuovo a terra sta volta per sempre. Dalla sua bocca il braccio di Krono era fuoriuscito ricoperto dal mitragliatore rotante minigun.
“Perché non ho controllato meglio che fosse morto? Non è da me questa sufficienza, che mi prende”?
Si voltò verso la donna, dal suo volto si vedeva che era sotto shock, anche i bambini erano terrorizzati.
«Stia tranquilla, non voglio farvi del male. Mi può dire cosa sta succedendo?».
«E-era una serata come le altre…ad-ad un ce-certo punto sono comparse quelle due bestie e hanno cominciato ad attaccare tutti, siamo riusciti a stento a salvarci, non so in quanti altri siamo sopravvissuti, ma molti… m-mmolt sono…», non riuscì a terminare la frase che scoppiò a piangere stringendo i suoi figli a sé.
«Lei deve mettersi al riparo con i suoi figli, ci pens…», si bloccò, sentì dei passi avvicinarsi da dietro di lui mentre una grande aura oscura e malvagia cresceva sempre di più.
Tap tap tap tap.
«Ora mi deve ascoltare!», alzò la voce in modo che la donna gli prestasse attenzione, «deve allontanarsi subito da qui, lasci il villaggio il più in fretta possibile o almeno trovi un posto sicuro per nascondersi e rimanga lì fino la mattino», cercò di usare un tono più tranquillo che poteva per non trasmetterle altro nervosismo ma il tempo era scaduto.
Il demone era arrivato, era proprio dietro di lui.
Si voltò.
Si trovò davanti un individuo alto e slanciato, coi capelli biondo oro pettinati con la riga in mezzo e lunghi fin oltre le spalle. Era vestito elegantemente un lungo cappotto beige aperto, sotto aveva una camicia bianca con una cravatta nera col nodo allentato e dei lunghi stivali neri. Aveva uno sguardo freddo e duro.
«Sento provenire un’aura demoniaca dal tuo corpo ragazzo, suppongo che tu sia il devil slayer che ha sconfitto Malphas, vero?».
Krono sentì un brivido attraversargli la schiena ma cercò di mantenersi calmo.
«Esatto e tu devi essere il famigerato padrone che Malphas serviva, venuto qui a finire il lavoro da lui cominciato».
«Ti sbagli, anch’io come Malphas sono un umile servitore del mio signore, venuto qui a uccidere l’ultimo devil slayer. Non penserai che il mio signore possa abbassarsi a dare la caccia e combattere contro individui ibridi come voi, né uomini né demoni».
«Quindi ha mandato te a fare il lavoro sporco».
«Questo era il compito che a Malphas assegnato fu anni or sono e lui l’ha compiuto egregiamente, sterminando tutti i devil slayer di Earthland, io mi limitavo semplicemente a dargli una mano nella ricerca ma nient’altro, il suo potere era più che sufficiente a uccidere quelli della tua specie. Chi l’avrebbe mai immaginato che arrivato alla fine l’ultimo devil slayer lo avrebbe ammazzato».
«Tranquillo tu farai la sua stessa fine».
«Umano arrogante, con chi credi di parlare, io sono più forte di Malphas, quindi questo vuol dire che contro di me tu non hai speranze».
“Buono a sapersi, nelle mie attuali condizioni devo anche vedermela con un nemico più forte di quel dannato corvo, non ho scelta devo farlo fuori prima che si trasformi”.
«Come hai fatto a trovarmi?».
«Non è stato difficile, durante lo scontro con Malphas hai subito varie ferite. Mi è bastato recarmi sul luogo del vostro primo scontro, dove sorgeva il palazzo del consiglio della magia. Sono stato in grado di prelevare del tuo materiale genetico. Una volta ottenuto quel materiale mi è bastato darlo ai miei segugi e loro ti hanno rintracciato senza problema alcuno. I cani infernali hanno un olfatto molto superiore a quello dei vostri normali cani».
«Ma allora perché hai attaccato questo villaggio? Potevi venire subito da me».
«Dopo averti individuato ho dato loro una ricompensa per il lavoro svolto, sai amano così tanto fare a pezzi umani terrorizzati e affondare i denti nella loro carne… ad essere sincero mi sono divertito molto anch’io a vedere certe scene».
«Come puoi dire cose del genere! Perché voi demoni avete così tanta poca considerazione della vita umana, per voi non è altro che un passatempo?! Uccidete e fate soffrire le persone solo per divertirvi o per capriccio!».
«Voi umani non differite da noi in modo alcuno».
«Cosa diamine voi dire?».
«Voi umani vi fate forse scrupoli quando uccidete o calpestate degli insetti? Spesso lo fate anche solo per capriccio o mero diletto. E poi perché dovreste? Non avvertite alcuna affinità con esseri tanto inferiori a voi, per noi demoni è la stessa cosa».
Colto da uno scatto d’ira Krono evocò subito due fucili mitragliatori e scaricò una raffica di colpi contro il nemico.
Il demone alzò il braccio destro e schioccò il dito.
«Spiral flame!», un getto di fiamma uscì dalla sua mano e avvolse il suo corpo creando uno spirale che respinse tutti i proiettili di energia.
«Volevi colpirmi prima che mi trasformassi, vero? Questo è segno di grande insicurezza e codardia ragazzo, oppure ti sei semplicemente lasciato prendere dall’ira. Comunque, se pensi di non potermi battere allora dovresti abbassare il capo e fare in modo che io ponga fine alla tua vita, è meglio così credimi».
«Va a farti fottere bastardo! Ti ho già detto che ti farò fare la stessa fine di Malphas quindi che aspetti a trasformarti?!».
«E così sia allora, sì artefice del tuo stesso destino e anche della tua sofferenza in questo caso».
Da sotto i suoi piedi si accese un fuoco che innalzandosi avvolse tutto il suo corpo, per poi svanire un momento dopo, mostrando il demone nella sua vera forma.
Era diventato più alto e massicciò, era a petto nudo, sul quale mostrava diversi tatuaggi con marchi e simboli satanici, dal bacino in giù era coperto con un’armatura a piastre sotto la quale nelle zone più scoperte si vedeva una cotta di maglia in anelli metallici tipica dei cavalieri medievali. La testa era coperta da un cappuccio, ma il volto sotto era cambiato, era un po’ più lungo, non aveva più i capelli e il viso era magro e ossuto.
«Demon Lord!!», l’aura scura avvolse il corpo di Krono e un attimo dopo il demone si era materializzato, si scaraventò contro il suo avversario. Questi schioccò le dita e le fiamme che bruciavano negli edifici tutt’intorno schizzarono in vari getti contro Krono, come se fossero animate di vita propria.
Per Krono non fu difficile schivarle e quando fu addosso al suo avversario sferrò un pugno che fu però prontamente parato.
«Sei un demone del fuoco presumo?».
«Grazie alla maledizione Flame sono in grado di manipolare e creare ogni fiamma, ma non è solo questa la mia abilità.
Allungò l’altro braccio verso Krono, questi vide qualcosa di bianco e lungo uscirgli dal palmo, si gettò all’indietro ma quella strana cosa riuscì comunque a procuragli un piccolo taglio sulla spalla.
Krono osservò stupito lo strano oggetto.
«Ma quello è un osso?!».
«Corretto. Non possiedo solo la maledizione Flame ma grazie alla maledizione Skeleton sono in grado anche di controllare a mio piacimento tutte le ossa del mio corpo, posso crearle, distruggerle, rinforzarle o ammorbidirle secondo il mio volere».
«Usi l’osso come una lama. Bene allora, mi piace spezzare le ossa dei miei nemici».
Si gettò ancora addosso all’avversario, stavolta schivò la stoccata e colpì duramente il volto dell’avversario che si spostò appena.
Rimasero entrambi immobili.
Il demone sorrise.
«Qualcosa non va giovane? Ho sentito un brutto rumorino provenire dalle tue mani, probabilmente deve esserci almeno qualche frattura».
Krono balzò indietro, tenendosi la mano.
È stato come tirare un pugno ad una parete indistruttibile”.
«Posso comprendere il tuo sgomento, lascia che ti illumini. Ti ho detto che sono in grado di modificare il mio sistema scheletrico a piacimento, quindi per proteggere il mio essere dagli attacchi esterni ho creato, immediatamente sotto la cute, uno strato osseo, non troppo spesso ma col massimo grado di densità che sono in grado di creare. Non riesco a raggiungere i livelli di durezza delle placche di diamante con cui era solito rivestirsi Malphas ma la mia difesa è comunque invidiabile. A differenza di Malphas però nonostante lo strato osseo sottopelle i miei movimenti sono fluidi e liberi non ho bisogno di crearlo e toglierlo in continuazione».
«Se pensi di impensierirmi lascia stare, stai solo perdendo tempo».
«Voglio solo farti comprendere meglio con chi hai deciso di lottare, da quando sono arrivato in questo mondo nessuno è mai riuscito a ferirmi, ormai non so più neanche cosa significhi provare dolore».
«Allora vuol dire che te lo farò ricordare io, demone».
«Vedo che non ha senso continuare in tal modo, avevo deciso di risparmiarti la sofferenza come premio per aver sconfitto Malphas e di donarti una morte rapida e indolore ma alla fine pare proprio che dovrò ucciderti nel modo che più ti si addice».
Abbasso leggermente la testa e una lunga lingua a punta uscì dalla sua bocca.
«Facendoti soffrire nelle più indicibili e tormentose pene infernali».
Ritirò dentro l’osso nel palmo della mano, poi si ficcò due mani nel corpo e schizzò verso Krono, che non fece nemmeno in tempo ad alzare la guardia che un getto di fiamma lo colpì sulla schiena.
“Continua a manipolare le fiamme delle case qui attorno”.
Il demone gli era addosso, tirò fuori le mani dal corpo, aveva due ossi che sembravano dei pugnali, leggermente ricurvi.
“Usa le costole come coltelli”.
Il primo colpo fu dritto al viso di Krono che riuscì a stento a schivarlo, procurandosi comunque uno sfregio sulla guancia. Il Demon Lord si era sbilanciato quindi l’avversario con un rapido movimento rotatorio gli diede un calcio sulla caviglia facendolo cadere, poi lanciò i coltelli sulle gambe in modo che si conficcassero nelle sue cosce, altre due costole gli fuoriuscirono dal corpo e le afferrò, si gettò su Krono e gliele conficcò nei palmi perché fosse bloccato per terra.
«Merda!».
«FLAME!!».
Ad uno schiocco delle dita, dalla mano del demone partì una lingua di fuoco che esplose in faccia di Krono.
«Mi divertirò a sventrarti con tutta calma», dai suoi palmi fece uscire altre due ossa si apprestò a conficcarle nello stomaco della sua vittima.
Krono strinse i denti per il dolore e cominciò a concentrare una grande quantità di energia demoniaca.
«DARKNESS EXPLOSION!!», un grande fascio di energia demoniaca fuoriuscì dal suo corpo investendo l’avversario che venne sbalzato via, andandosi a schiantare contro un edificio e distruggendone la parete. La sua tecnica aveva anche distrutto i coltelli che aveva sul corpo, così fu libero.
«Ahahahah! Bella mossa, peccato che non mia abbia fatto niente ahahah!».
Riemerse dalla polvere. In vari punti sul petto e anche sulla guancia sinistra la pelle era sparita, sotto non si vedeva la carne ma uno strato bianco, doveva essere lo strato osseo con cui si era rivestito.
Krono decise di non darli tregua, allungo le braccia e evocò i suoi mitragliatori rotanti.
«TRIPLA MITRAGLIA, SOPPRESSIONE!!».
Tatatatatatatata!!
Il demone allargò le braccia come se volesse accogliere tutti quei colpi.
I proiettili gli rimbalzano addosso come se nulla fosse.
«Muahahahah! Non sento neanche il solletico!».
Krono cessò l’attacco.
“Inutile, la sua difesa è troppo solida, devo usare armi più forti”.
«Hai finito? Bene, allora tocca a me farti vedere i miei mitra».
Allungò le braccia con le dita puntate tutte su di lui tranne i pollici, Krono vide le falangi terminali di ogni dito aprirsi in due come se venissero tagliate.
«PROIETTILI OSSEI!!».
Prima che potesse accorgersene Krono stava venendo crivellato di colpi.
Si spostò rapidamente, evocò una pistola doppietta e sparò un colpo alla faccia dell’avversario, questo lo prese sulla guancia, esplose facendo inclinare la testa del nemico che per un attimo fermò l’attacco, dopodichè lo guardò attentamente raddrizzò la testa e gli sorrise.
“Nemmeno questo è sufficiente”.
Vide le falangi dell’avversario richiudersi, tutte tranne una quella dell’indice destro, con la mano sinistra si afferrò l’avambraccio destro, con la mano destra invece fece il segno della pistola, tenendo il pollice steso verso l’alto, l’indice puntato verso il suo avversario e le altre tre dita chiuse.
«Per aumentare la potenza basta ridurre il numero».
Bang!!
Sparò solo un proiettile ma Krono si era immaginato un attacco del genere ed era pronto, alzò l’avambraccio sinistro per proteggersi col bracciale, ma qualcosa andò storto.
Dopo che sentì il proiettile colpirlo avvertì un acuto dolore alla spalla, cadde in ginocchio.
«Quando mi concentro sparando con un solo dito riesco a raggiungere una potenza superiore a quella di un cannone, l’unica differenza è che il calibro delle mie falangi è molto inferiore a quello dei colpi dei cannoni ecco perché concentrando tutta quella forza in un oggetto così piccolo riesco ad ottenere un potenza formidabile, riesco a trapassare muri, e metalli come niente».
Krono guardò il foro che aveva sul bracciale.
“È un foro perfetto, non c’è nemmeno una crepa intorno, questo vuol dire che la sua potenza è davvero devastante”.
Provò ad alzarsi ma il proiettile che era nella sua spalla gli rallentò i movimenti.
Bang!
Un altro colpo sulla gamba.
È inutile è troppo forte non posso batterlo. Che devo fare?”.
“Lo sai che devi fare”, gli disse una voce nella sua testa.
Gli parve di vedere il suo demone di fronte a lui.
“Ti sei lasciato influenzare dai quei patetici e deboli esseri, ma tu non sei come loro. Tu sei un demone, rinunciando all’oscurità ti sei indebolito e ora stai per morire”.
“Taci”.
“Lasciami entrare, torneremo come ai vecchi tempi, quando distruggevamo e uccidevamo tutto quello che volevamo. Accettami e io ti darò la forza che cerchi, il potere che ti serve per annientare tutto quello che hai di fronte”.
«Taci!!».
Bang!!
Un altro colpo lo prese su un fianco.
Il demone si stava avvicinando.
«Mi chiedo come si stato possibile che un individuo di cotanta debolezza e fragilità come te sia riuscito a sconfiggere Malphas, sei già a terra dopo qualche colpo e non sei riuscito a sferrarne nessuno abbastanza forte da impensierirmi».
Bang! Bang! Bang!
Krono gridò per il dolore ma rimase in ginocchio, di fronte al suo nemico, che cominciò a tempestarlo di pugni. I colpi erano forti e potenti, probabilmente grazie allo strato osseo sottopelle i pugni erano più duri e i colpi più pesanti.
Quando la scarica si fu conclusa Krono era ancora dritto sulle ginocchia. Il naso sanguinante, la bocca che perdeva sangue e il viso gonfio da lividi.
«Non sei nemmeno in grado di reagire dunque? Ebbene mi sono stancato, pensavo che dopo tanto tempo mi sarei almeno svagato un poco ma a quanto pare ero in errore», alzò la mano e dal palmo uscì un osso.
«Finiamola», affondò il colpo, Krono riuscì ad afferrare l’osso ma non riuscì a fermarlo e questo si conficcò nella sua spalla, riuscì a stento a fermarlo quando ormai era già in profondità.
«Cough», tossi sangue.
«Mossa inutile perché non ti abbandoni al sollievo della morte?».
«Sigh».
Un gemito attirò l’attenzione di Krono, girò la testa alla sua destra e vide in fondo, contro la parete di una casa la donna con cui aveva parlato poco prima con i suoi figli. Si era inginocchiata per terra e tenendo ancora stretta a sé la figlia piccola stava cercando di confortare il figlio.
“Perché non sono scappati?”.
Anche il demone si era accorto della loro presenza e ghignazzò.
«Eheh, ma tu guarda che bella famigliola, una femmina di uomo con i suoi due cuccioli, credo che dopo averti eliminato potrei divertirmi un poco con loro, magari potrei eliminare subito uno dei cuccioli, poi violentare la madre costringendo l’altro ad assistere e poi eliminarli tutti e due anzi, potrei lasciare il cucciolo vivo, si buona idea, vivrà quell’incubo per il resto dei suoi giorni ahahah, magnifico».
Krono ripensò a quello che era accaduto anni prima, quando aveva assistito alla morte dei suoi genitori, completamente impotente.
«Dopotutto per noi demoni voi umani siete solo esseri inferiori, mezzi utili solamente per il nostro diletto e per passare il tempo».
Tutte quelle parole scossero profondamente Krono, la sua pulsazione accelerò, cercò di far forza sull’osso che gli era penetrato nella spalla ma appena riuscì a smuoverlo il demone fece più forza per bloccarglielo nuovamente.
«La cosa ti fa infuriare ragazzo? Beh, se c’è qualcuno su cui devi rivolgere la tua ira quello è te stesso, non sei stato in grado di difenderli, la colpa di quello che accadrà loro è soltanto tua e della tua debolezza».
“La colpa è…mia? E della mia… debolezza”?
Un sacco di situazioni e immagini cominciarono a susseguirsi nella mente del devil slayer: la morte dei suoi genitori, i cadaveri dei suoi amici e di tutti i membri del villaggio, le case che distrutte il suo villaggio che bruciava, morte, distruzione fino a Rio.
Mi fido di te.
Le ultime parole del suo compagno risuonarono vivide nella sua testa, per poi essere sopraffatte dalla risata di Malphas e dal ghigno crudele del demone che ora aveva di fronte.
“Io non sono in grado di proteggere nessuno”?
Fzzzt.
“Io sono debole”?
Zzzt. Fzz. Fzzt.
Delle saette nere cominciarono a scorrere sul suo corpo.
“Ti darò io la forza che cerchi, devi solo lasciarmi entrare e insieme distruggeremo tutto e tutti”.
Strinse il pugno intorno all’osso e fece forza.
«Bene chiudiamo questa stor…ma cosa?», il demone si accorse che la sua mano si stava sollevando, cercò di opporsi ma fu inutile.
Krono continuò finchè l’osso non fu del tutto fuori dalla sua carne, alzò una gamba in modo da appoggiare il piede per terra.
«Hai davvero intenzione di ammazzarli?», alzò la testa e guardò dritto negli occhi il demone che lo sovrastava che per la sorpresa si irrigidì.
«Provaci», gli disse a denti stretti.
Crack.
Spezzò l’osso e subito dopo colpì il demone con un forte montante sotto il mento, questi fece un passo indietro sbilanciandosi, quando riprese l’equilibrio si ritrovò subito il Demon Lord di fronte… sbaaam!!!
Un potentissimo gancio lo colpì in pieno zigomo.
Crock.
Il suo corpo tremò mentre la sua mascella inferiore si spostò in una posa anormale.
Il demone sgrano gli occhi.
Ptuh.
Sputò un pezzo di osso.
«È-è a-as-surdo?!».
Un’aura nera avvolse il pugno di Krono.
Whaaam!!
Crick, crock.
Il pugno di Krono affondò nel corpo del demone che rigurgitò della saliva mista a sangue, riuscì quasi subito ad allontanarsi facendo un balzo all’indietro.
«Come è possibile?! Fino ad un attimo fa i tuoi colpi non li sentivo nemmeno ed ora sei persino riuscito a sfondare il mio strato osseo!».
Nel frattempo, una fitta acuta alla testa costrinse Krono ad abbassarsi, appoggiando un ginocchio per terra.
“Si, siiii è questo quello che volevo da te odio, cattiveria e la più totale furia incontrollata”.
Krono stava perdendo coscienza.
Si stava verificando la stessa cosa che era avvenuta la prima volta che aveva incontrato Malphas, ma stavolta era molto molto più grave.
La bestia si stava liberando.
Ad un tratto Krono si accorse di essere in un altro luogo.
Non c’era niente intorno a lui: il villaggio, il suo avversario era tutto sparito, solo le tenebre lo circondavano.
Era nella sua forma umana, alzò lo sguardo e vide una fiamma nera fluttuare a qualche metro da lui, ad un tratto si spalancò una bocca con denti aguzzi e due sottili occhi rossi.
Era il demone che aveva spesso immaginato e sognato, lo stesso demone che materializzava quando lanciava il pugno demoniaco.
«Avanti Krono concedimi il tuo corpo e io ti darò il potere di cui hai bisogno per distruggere i tuoi nemici. Dimentica quegli scemi di Fairy Tail, ti hanno abbindolato con le loro belle parole e ti sei indebolito. Tu non sei come loro, tu sei un demone, non puoi rinunciare all’oscurità, è lei che ti dà la forza, che ti dà il potere».
Krono si alzò, fece qualche passo verso il demone, allungando la mano.
«Si, bene così, diventeremo una cosa sola, nulla ci potrà fermar… wosh».
La mano di Krono era penetrata nel demone.
«Ma che significa?!».
«Sai hai proprio ragione. Quelli di Fairy Tail sono degli scemi, ma sono anche forti, coraggiosi, delle brave persone in fondo, mi hanno fatto capire che non posso fare affidamento solo sulla rabbia e l’odio, dopotutto sono in parte uomo. È vero, non posso continuare abbandonando completamente l’oscurità, effettivamente ho bisogno di te, dopotutto sono anche in parte demone, non posso rinunciare a ciò che mi dà la forza. L’oscurità è e sarà sempre una parte di me. Ma non ho intenzione di continuare sulla strada che ho intrapreso finora».
Il demone stava confluendo verso la mano di Krono, come se venisse assorbito.
«Non sarò più tuo succube, ti assimilerò in modo che sarai tu a divenire parte di me e non il contrario. Userò il tuo potere solo per combattere i miei nemici e non lo rivolgerò contro nessun altro».
«Pensi che ne sarai in grado?».
Krono sorrise, un ampio sorriso.
Con uno scatto avvicinò il suo viso a quello del demone in modo da poterlo guardare meglio negli occhi.
«Certo che ne sarò in grado perché io sono forte!! Adesso so qual è la tua reale pericolosità e non ti sottovaluterò più, addio».
Ormai del demone era rimasto solo l’occhio che stava venendo assorbito anch’esso.
«Se pensi di riuscirci allora buona fortuna», e scomparve.
Tutto scomparve.
Whoshh!!
Una colonna d’aura demoniaca avvolse il corpo di Krono mentre delle saette nere cominciarono a scorrere su e giù per il suo corpo, l’aura nera si elevò, due grandi occhi con iridi a cerchi concentrici si materializzarono nell’aura, segno che il Demon Lord aveva raggiunto la sua massima potenza.
Inspirò profondamente e poi espirò.
«Ora si comincia».
 
   
 
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