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Autore: _Cthylla_    13/08/2020    2 recensioni
[Sequel della fanfic del 2013 “The Specter Bros’”]
Dopo la battaglia che ha portato alla distruzione dell’Omega Lock, molte persone in entrambe gli schieramenti si sentono perse o hanno perso qualcosa -o, ancora, qualcuno.
Il ritorno di vecchie conoscenze più o meno inaspettate sarà destinato a peggiorare ulteriormente la situazione o porterà qualcosa di buono?
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Autobot, Decepticon, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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Quello che vi apprestate a leggere è un capitolone, sono oltre 7500 parole, quindi vi consiglio di iniziare a farlo quando sapete di avere tempo e voglia a disposizione. Nient’altro da dire, quindi buona lettura!




15
(Se il caos sfugge di mano… un’altra volta)
















“Chiunque fosse, non mi insegue più”.

I sensori ottici rotti di Airachnid non le avevano dato modo di vedere direttamente chi l’aveva inseguita per un pezzo cercando di spararle, e i sensori ambientali non l’avevano aiutata granché a riguardo: in certi momenti le avevano segnalato qualcuno grande, in altri momenti qualcuno molto piccolo ma se gli inseguitori fossero stati due e avessero davvero voluto cercare di ucciderla -nonostante il deterrente degli insecticons- si sarebbero mossi diversamente.
Aveva trovato un posto riparato in cui aveva sostato per una mezz’ora e, dopo averci riflettuto, aveva concluso che fossero vehicons che avevano tentato il colpo e alla fine avevano lasciato stare, avendo cara la vita almeno un briciolo. Se fossero stati gli Autobot ci avrebbero messo più impegno, specie nel caso di Arcee, stessa cosa poteva dire dei suoi ex colleghi Decepticon, e se ad averla inseguita fosse stato Spectrus Specter le probabilità che avesse potuto decidere di lasciarla perdere sarebbero state ancor meno. Per quanto ne sapeva Airachnid lei e Arcee erano le due sole femme presenti oltre a Spectra, di conseguenza era molto probabile che quel bastardo non vedesse la valvola da un pezzo.

La vedova nera avrebbe tanto desiderato uccidere e/o ridurre in schiavitù tutti quanti, ma nel caso di Spectrus e Arcee lo voleva in modo particolare e non aspettava altro se non l’occasione giusta. A un certo punto si era trovata “alleata” di Arcee, però non ne aveva ricavato granché di buono, com’era prevedibile aspettarsi: non si ricavava mai niente di buono dagli Autobot, eccetto delle connessioni poco consenzienti e le loro urla di dolore e di paura.

“Ho l’impressione di conoscere questo posto, sono… sì, non mi sbaglio, io sono stata qui. A poca distanza non c’è il luogo dov’è atterrata la Harbinger?” si chiese, scegliendo di muoversi con cautela in quella direzione.

Iniziò a riflettere. Non aveva problemi a stare nei boschi e tra le rocce, però avere a disposizione quell’astronave per se stessa e per la maggioranza del suo alveare sarebbe stata una cosa molto buona: era un luogo più protetto, e se ci fosse stata dell’attrezzatura funzionante forse avrebbe potuto perfino tenersi aggiornata riguardo dov’era chi e tentare l’attacco alla Nemesis di conseguenza.

Sì, cercare di infilarsì lì era proprio una buona idea.

Pensò che potesse esserci qualche vehicon di guardia ma notò rapidamente che non era affatto così e che era tutto deserto. Procedette richiamando a sé altri insecticons, il tutto senza che i sensori ambientali poco avvezzi a essere usati per “vedere” si rendessero conto delle chiazze di energon secco sul terreno; di qualità più scarsa rispetto a quello dei comuni transformers, il fluido vitale dei vehicons tendeva anche a rapprendersi prima.

Entrata nell’astronave e memore di quel che aveva trovato quando era stata lì con Starscream, si diresse subito verso le attrezzature. Il Ponte Terrestre era stato danneggiato, riusciva a sentirlo già solo dal tatto, ma era stato anche riparato. Immaginò che della riparazione si fosse occupato Starscream quando aveva vissuto là, era la cosa più logica, e le attrezzature di comunicazione invece erano perfettamente integre.

Richiamò a sé anche il resto dell’alveare, avendo concluso che lì non c’era niente da temere, e si mise ad armeggiare con gli strumenti dell’Harbinger.






***






Il ragno è in posizione, Specter!


«Quindi si è messa subito a trafficare con quella roba… ci ha impiegato meno del previsto».

La prima parte del piano si era compiuta come previsto e meglio. Erano riusciti a spingere Airachnid nell’Harbinger, che loro avevano provveduto a ripulire dai vehicons e della quale avevano riparato le attrezzature… anzi, era più un “ Bustin aveva”. Pur essendo piuttosto abile non avrebbe avuto le conoscenze necessarie per riparare un Ponte, cosa che invece era stata tra le materie di studio del suo coinquilino quando era a Prion. Lui invece aveva messo delle microcamere qui e là e aveva programmato le riprese in loop da mandare nei satelliti umani sfruttati dalla Nemesis per il controllo a distanza: nessuno si sarebbe accorto di quanto era e sarebbe accaduto nel relitto dell’astronave.


Forse aveva voglia di attaccare la Nemesis già di suo, con l’armata di bestiacce che ha non mi stupirei. Immagino che però Tarnlandia e i sensori ottici danneggiati la blocchino un po’. Non che mi penta di qualcosa, se fosse per me sarebbe morta.


«È un bene che non lo sia ancora, nano, perché ci aiuterà a fare un po’di danni in giro» disse Spectrus, osservando dall’alto i vehicons che lavoravano nella “sua” cara vecchia miniera non più tanto segreta «Proprio grazie alle sue bestie. E sbloccarla è precisamente quel che cerchiamo di fare noi. Certo, l’ideale sarebbe mandare fuori dalla Nemesis anche Soundwave, oltre a chi dobbiamo far uscire. Nel caso pensasse di aprire un Ponte per cercare di ridurre il numero di insecticons nella Nemesis, sai…»


Forse nel caos sarà troppo distratto per… mh. Questo è interessante…


«Cosa?»


Da quel che vedo con i satelliti pare che tuo cognato sia appena uscito da solo, è decollato dal ponte della Nemesis. Non so dove sia diretto, però questo riduce il rischio che si aprano Ponti vari. Direi che se vogliamo muoverci sia questo il momento perfetto.


«Sono d’accordo, infatti credo proprio che chiamerò Bulkhead adesso. Solo una cosa: tu pensi di riuscire a seguire Soundwave, oltre a fare il resto? Perché tra i motivi per cui possa uscire da solo dalla Nemesis mi viene in mente la mia cara sorellina».


Posso provare ma non ti faccio promesse: se mi mettessi a seguirlo in modo costante col satellite potrebbe accorgersi che qualcosa non va, distruggerlo e decidere di avvisare le persone nella Nemesis prima del tempo.


«Non hai torto» riconobbe Spectrus «Allora per adesso ti lascio, quando avrò finito di parlare con Bulkhead te lo farò sapere. Se in questi minuti capita qualcosa di cui dovrei essere informato, non tenerla per te!… e con questo non potrai dirmi “Tu non me l’hai chiesto”» concluse Spectrus.

Contattò subito Bulkhead come aveva detto. Era quasi certo che Optimus avesse dato a tutti l’ordine di evitare di rispondergli, ma era altrettanto certo che Bulkhead non fosse nello stato emotivo giusto per dargli retta. Tarnlandia e lui stesso avevano fatto in modo che così non fosse.

«Buon pomeriggio, Bulk. Indovina dove mi trovo? La mia ex miniera segreta» esordì appena lo sentì accettare il contatto «O forse sarebbe il caso di dire “la nostra”. Era anche del povero Wheeljack, come ricorderai…»


Ti ho risposto solo per dirti di andare all’Unicron, inutile pezzo di scarto!


«E io ti ho chiamato per chiederti se hai qualcosa in contrario alla sua riesumazione. Sai, considerando che c’è in giro Tarnlandia non sarebbe una cattiva idea svuotarlo delle sue componenti interne per eventuali trapianti».


Se tocchi quella tomba IO-


«“Tu” cosa? Eccomi, sono qui davanti alle rocce: qui e il tuo arrivo, specie se insieme agli altri, l’avrò già dissotterrato. Vuoi venire ad aiutarmi o no?»

L’unica e ultima cosa che sentì da parte di Bulkhead fu un ringhio sordo. Spectrus non aveva dubbi sul fatto che il demolitore sarebbe davvero arrivato a breve.

“Chi glielo dice che io e il nano abbiamo veramente portato via un braccio di Wheeljack per quel motivo già prima che gli lasciassi trovare il cadavere?” pensò.

Era stata dura staccarlo dalla roccia. Non sapeva quale fosse la sostanza usata dalla DJD per appiccicare lì i pezzi di Wheeljack, ma a livello di tenuta era qualcosa di leggendario. Avevano tentato di prendere anche l’altro braccio ma erano riusciti a strappare via solo la metà senza colla. Coi vehicons a guardia dell’Harbinger era andata molto meglio, se non altro perché non c’era di mezzo alcun appiccicume.

«Fase due iniziata. Vai pure» disse a Bustin via comm-link.


Vai pure anche tu. Le frequenze sono disturbate e da qui in avanti trasmettiamo in differita!


Spectrus balzò allo scoperto iniziando ad attaccare i vehicons e, all’apparenza, puntando ai carichi di energon che avevano estratto. Così come per l’Harbinger, anche per quanto riguardava la miniera il satellite avrebbe trasmesso alla Nemesis delle riprese in loop per un po’… ma era previsto che più tardi vedessero anche lui.

“Nonché Bulkhead” pensò Spectrus, notando la luce verde-azzurra di un Ponte che si apriva a poca distanza da lui “Sembrerà che fossimo entrambi in cerca di energon, cosa normale dato che tutti dobbiamo mangiare e i Decepticon controllano ogni miniera, e che siamo finiti a combattere a causa delle nostre piccole divergenze personali”.

«Specter!» gridò Bulkhead, avventandosi su di lui senza riflettere nemmeno per un attimo sul fatto di averlo trovato decisamente più in là rispetto alla tomba di Wheeljack e falciando vari vehicons minatori nel mentre.

«Ti trovo in forma rispetto a come ti ho lasciato l’ultima volta» osservò Spectrus, saltando via e lasciando che il pugno di Bulkhead disintegrasse il terreno roccioso «Come va? Come sta quel demente di Ultra Magnus?»

Seguì una lotta di un buon quarto d’ora durante la quale Bulkhead sfruttò ogni stilla di energia per cercare di disfarsi di quello che per lui era un essere infernale, mentre suddetto essere si prendeva la briga solo ogni tanto di rispondere colpo su colpo, quel che bastava per dare l’impressione di stare effettivamente lottando per i cubi di energon.

«Vai con la fase tre» disse a Bustin nel comm-link mentre si riparava dai laser di Bulkhead dietro una roccia «Dimmi se e quando Airachnid parte».


Ora nella Nemesis stanno vedendo il momento in cui sei saltato fuori e hai iniziato ad attaccare i vehicons. La cosa migliore? In assenza di Soundwave, il tecnico della Peaceful Tiranny contribuisce a tenere d’occhio il tutto!


Spectrus sorrise e lasciò cadere a terra di proposito un datapad. «Bene».






***






«Tarn!» esclamò Kaon, entrando nell’infermeria della Peaceful Tiranny tutto trafelato e con un datapad in mano «Ho avvistato Spectrus Specter!»

Sapeva che lì avrebbe trovato anche Tarn, che da quando Tesarus era ricoverato nella loro astronave si recava in infermeria a chiedere aggiornamenti sempre alla stessa ora. L’essere abitudinario del comandante non lo deluse neppure in quell’occasione.

Nickel, col jet pack ormai riparato, volò accanto a Kaon per dare un’occhiata. «E che sta facendo quello stronzo?!»

«Ha preso d’assalto una miniera, quella dove abbiamo fatto fuori quel tizio… Wheeljack, il giorno in cui siamo arrivati» disse Kaon «E questo Autobot l’ha raggiunto un secondo prima che io entrassi qui. Si stanno scannando tra loro per l’energon!»

«Noi Decepticon abbiamo il controllo di tutte le miniere, dunque non possono procurarsi l’energon che da lì… e deduco che l’ultima vittoria abbia reso Spectrus Specter più arrogante di quanto già fosse» commentò Tarn «Il che è tutto dire».

«Possiamo andare a occuparci di entrambi, no? Apro un Ponte e… ah, no» si corresse il tecnico con una smorfia «Finché non verremo a capo di come siano riusciti a disperderci l’altra volta non è molto sicuro».

«Soprattutto perché non vedo Bustin insieme a Specter» osservò Nickel.

«Avviserò Lord Megatron e andremo lì con una delle astronavi più veloci che la Nemesis possa fornire. Intanto non perdere il collegamento, Kaon, così da non perdere di vista il bersaglio nel caso la lotta tra loro finisca prima del nostro arrivo» ordinò Tarn «Andiamo».

«Fategliela vedere anche da parte di Tess e da parte mia!» esclamò la minicon, ricevendo dei rapidi cenni di assenso prima che gli altri due Decepticon uscissero dall’infermeria.

L’altra volta erano caduti in un’imboscata ma quella sarebbe stata diversa: niente Ponti di mezzo, niente segnali di astronavi che improvvisamente venivano captati, solo un tentativo di furto ai danni dei Decepticon e una lotta per il nutrimento che era stata colta dalla loro sorveglianza… e che Specter e l’altro Autobot avrebbero pagato cara.






***







Soundwave -crrr- fuori. In missione per Lord Megatron, immagino


Quello era interessante. Seguirono altre statiche, altre chiacchiere. Airachnid continuò comunque ad ascoltare con attenzione: un Soundwave fuori dalla Nemesis non era qualcosa che capitasse tutti i giorni.


Anche quei killer della -crrrrr- DJD sono -crrrrr- caccia Autobot. Mi sento meno teso…


“Quelli della DJD non sono nella Nemesis?!” pensò Airachnid, drizzandosi in piedi.

Forse era iniziata male, però quella poteva diventare la SUA giornata.
Nonostante ciò però non era ancora convinta: passi Soundwave, ma chi poteva sapere quando sarebbe rientrata la DJD di preciso? Non era ancora del tutto certa di voler rischiare, anche se presentata così poteva essere un’occasione irripetibile.

Dagli altoparlanti si sentirono provenire rumori di esplosioni e grida.

“Che sta succedendo?”

Voci e rumori si fecero sempre più confusi. Per qualche attimo udì un insieme di parole senza senso e allo stesso tempo familiari che le fece tornare in testa sprazzi di quelle immagini che l’avevano bloccata nel bosco e che le erano valse la perdita dei sensori ottici…

“Ripeto: cosa sta succedendo?” pensò, massaggiandosi la testa con un sibilo.

… ma smise di preoccuparsene ancor prima di iniziare quando sentì pronunciare distintamente il nome “Specter” da diverse voci di vehicons.

“Spectrus Specter è lassù?!”

Fu quella la molla che la fece decidere. Soundwave era fuori, la DJD era fuori, lei aveva un alveare di insecticons a propria disposizione e Spectrus Specter, del quale si voleva vendicare -con buone ragioni- era nella Nemesis: se voleva cercare di distruggere lui, Megatron e chiunque si fosse messo sulla sua strada, doveva muoversi. Non era riuscita a carpire con precisione le coordinate dell’incrociatore Decepticon, solo il quadrante, ma giunti lì col Ponte Terrestre i suoi cuccioli non avrebbero faticato a trovarlo.

«Insecticons… andiamo!»






***






Andata – annunciò Bustin nel comm-link di Spectrus – Le parti di trasmissione in cui si parlava di Soundwave e della DJD fuori non erano nemmeno fake, ma Airachnid è partita solo quando ha sentito che tu “sei lassù”!


“Dopo i nostri trascorsi non poteva essere che così. È tempo che vada anche io” pensò Spectrus. «Bulkhead, a questo punto è tempo che tu sappia una cosa: in realtà non avevo la minima intenzione di profanare la tomba del tuo amico» disse, evitando una scarica di spari da parte del demolitore.

«Allora cosa volevi?! Cosa? Vuoi terminarmi? Vuoi terminare tutti?!» sbottò l’Autobot, saltando addosso a Spectrus col solo risultato di trovarsi in una posizione di stallo in cui stritolavano le mani uno dell’altro «Perché?! Quando sei piombato su questo pianeta ti abbiamo soccorso, ti abbiamo accolto nella squadra, ai tempi non ti avevamo fatto assolutamente NIENTE!»

«All’inizio non pensavo certo di terminarvi tutti, il mio obiettivo erano i Decepticon. Poi mi sono trovato con un leader incapace, voi l’avete appoggiato nonostante io abbia causato più problemi ai Decepticon in quel primo mese che tutti voi in molto più tempo, ed eccoci qua. Senti: ti ho usato per quel che dovevo fare ma continui a essermi indifferente, non devi finire per forza come il tuo amico» disse Spectrus, costretto a esercitare maggiore pressione quando Bulkhead sentì nominare Wheeljack «… che non sono stato io a uccidere! Hai una certa forza ma non riuscirai mai a vendicare Wheeljack se resti con quei mentecatti. Io ho ferito gravemente quello più grosso della DJD, forse l’ho perfino ammazzato. Non ti piacerebbe fare altrettanto?»

«Non tradirei mai la mia famiglia! MAI!» gridò Bulkhead.

Spectrus alzò gli occhi al cielo, assestò all’Autobot una potente testata e subito dopo gli sparò facendolo crollare a terra.

«In un certo senso li hai traditi nel momento stesso in cui hai trasgredito all’ordine che, conoscendo Prime, sicuramente ti aveva dato. Se hai tanta voglia di finire come Wheeljack e per mano delle stesse persone, che sia… io ci ho provato!»

Detto questo si trasformò e schizzò via a tutta manetta. Era probabile che alla DJD -“Mutilata” ricordò con soddisfazione- non mancasse molto per arrivare, e incontrarli quel giorno non era nei suoi programmi: nei suoi programmi c’era tornare nella Jackhammer, aspettare l’inizio della fase quattro e stare a guardare.
Oppure trovare Spectra e ucciderla una volta per tutte, se Bustin nonostante tutto quel che aveva tra le mani era riuscito a seguire Soundwave senza dare nell’occhio.

«Con Bulkhead ho finito. Notizie di Soundwave Cornutomadò?»


Diciamo che non ti ho fatto promesse e ho fatto bene a non fartene. D’altra parte non è detto che stesse andando proprio da tua sorella, e in ogni caso sarebbe stato un “di più” rispetto al programma. Non pensi di aver fatto abbastanza danni per oggi?


«Non col mio solito stile».

Fare scena in prima persona era qualcosa che a Spectrus Specter piaceva decisamente di più, infatti era solito concedere a se stesso una parte preminente nei piani che studiava, ma questa preferenza non significava che fosse incapace di agire altrimenti. In fin dei conti, capacità fisiche a parte, non avrebbe potuto sopravvivere fino ad allora se non fosse stato in grado di adattarsi a quel che proprio non poteva cambiare, pur senza mai smettere di cercare delle vie d’uscita.
Purtroppo per i suoi avversari.






***






“Fa’ che non mi trovino” pregava Bulkhead “Fa’ che non mi trovino…”

Avendo capito che la DJD era in arrivo aveva cercato di trascinarsi dietro a delle rocce abbastanza grandi da nasconderlo. Inizialmente aveva anche cercato di contattare la base, senza risultato perché le frequenze erano disturbate, ma quando l’astronave Decepticon era atterrata nelle vicinanze aveva lasciato perdere completamente. Non avrebbe messo in pericolo i suoi compagni per colpa della propria stupidità.
Non aveva ancora compreso la ragione precisa per cui Spectrus lo aveva attirato lì ma stava di fatto che lui non avrebbe dovuto rispondere a prescindere quando era stato contattato. Optimus glielo aveva detto, lo aveva detto a tutti quanti, dunque qualsiasi cosa lo attendesse -una morte dolorosa, presumeva- sarebbe stata solo una conseguenza delle sue azioni scellerate.
Gli sembrava quasi di vedere Wheeljack in piedi davanti a lui, intento a sospirare e scuotere la testa: “Bulk, che hai combinato?”. Bulkhead sapeva che quella era solo la sua immaginazione galoppante e non era reale, ma la sua -la loro- idiozia lo era stata senz’altro.
Se mai fosse sopravvissuto non avrebbe mai più fatto una cosa simile, mai più in tutta la vita, si ripromise.

Il vociare di Kaon raggiunse i suoi recettori uditivi.

«Ma che caz- ehm, che diamine succede?!» si corresse il tecnico, visibilmente agitato com’era intuibile dalle antenne tesla che mandavano lampi «Erano qui, dovevano essere qui! Secondo il satellite sono qui e stanno ancora lottando!» esclamò, agitando il datapad che aveva in mano e che mostrava la battaglia tra Spectrus e Bulkhead «Com’è possibile?! Tarn!»

Se Tarn fosse stato un transformer con un briciolo in meno di autocontrollo, di dignità e di classe, arrivato a quel punto avrebbe messo a urlare e imprecare ogni profanità di sua conoscenza in quel delizioso linguaggio che era il dialetto kostrobnese stretto*.

«Un’altra trappola» borbottò Helex guardandosi attorno.

Tarn non gli dava torto, era palese che quella fosse un’altra imboscata o qualcosa del genere. Specter e Bustin erano riusciti ad accedere ai satelliti, Specter aveva inscenato uno scontro “casuale” con Bulkhead a loro uso e consumo -l’Autobot probabilmente ne era stato vittima a sua volta, qualunque fine avesse fatto- immaginando che sarebbero arrivati, e tutto questo per… cosa? Non c’era traccia di lui, non c’erano esplosivi, non c’era veleno nell’aria, non c’erano insecticons ad aspettarli, non c’era assolutamente niente. Allo stesso tempo però gli risultava difficile credere che li avesse indotti a venire lì senza ragione.

Sentì Vos parlare nella sua lingua primordiale dicendo di aver trovato un datapad a terra, e poco dopo gli venne prontamente consegnato. A quel punto Tarn dubitava fortemente che fosse casuale, ragion per cui lo accese.


“Beata Maria
You know I am a righteous man
Of my virtue I am justly proud!

Et tibit Pater …”


Era l’interno di un’astronave, una canzone sconosciuta a Tarn faceva da sfondo musicale, Spectrus Specter era in primo piano e vicino a lui si poteva vedere Bustin con indosso una tonaca rossa; il perché di quell’ultimo dettaglio era un mistero, ma sinceramente non gli interessava.


A Frollo e tutto il resto di Tarnlandia: buonasera. Sì, ho aperto il mio discorso con un nomignolo che non puoi capire, ma d’altra parte credo che tu e tutta la combriccola non abbiate capito bene nemmeno il resto, sbaglio?


Gli epiteti con cui Tarn avrebbe voluto insultarlo già solo per quelle frasi iniziali confluirono in una silenziosa ondata di volontà omicida. C’era già in precedenza ma vedere l’espressione di Spectrus in quel video l’aveva aumentata a livelli esponenziali.


Presumo che siate almeno arrivati a intuire che le registrazioni di alcuni satelliti sfruttati da voi Decepticon sono state manipolate. Oltre a quelle della miniera sono state manipolate anche quelle dell’Harbinger. Il motivo? Volevo aiutare un’ex compagna di connessioni a entrare nella Nemesis. Mentre tu sei qui a guardare questo video, Airachnid è lassù insieme al suo alveare di insecticons. La Harbinger ha un Ponte Terrestre e vi garantisco che nessuno ha interferito col viaggio, quindi ha impiegato ben poco ad arrivare. Mi chiedo solo quanti danni abbia già fatto e quanti ne farà prima che voi rientriate a darle un assaggio della tua, ah, “leggendaria” vooooce – disse Spectrus, abbassando man mano la propria Meglio che vi sbrighiate, altrimenti il vostro divino Megatron diventerà un divino cadavere usato come svuota cavo da tutte le bestie. In quanto suo fanboy immagino che ti seccherebbe, Frollo: ti piacciono bambine e babbioni e in nessuno dei due casi riusciresti ad arrivare per primo.


Il datapad iniziò a friggere per poi accartocciarsi su se stesso, rimanendo solo metallo e fumo.

«Anche stavolta non abbiamo avuto il piacere di incontrarci faccia a faccia» commentò Tarn, che compensò la distruzione non del tutto volontaria del dispositivo mostrando una calma assoluta «Senz’altro un uomo elusivo».

All’ultima provocazione ovviamente non accennò. Non aveva mai pensato in quei termini né a Lord Megatron né a Spectra; non avrebbe osato pensare di poter toccare il primo neanche se uno di loro due fosse stato una femme, e Spectra non era adulta quando l’aveva conosciuta, dunque in quel mese non aveva mai avuto simili pensieri.

«Dici che è vero? Degli insecticons nella Nemesis» specificò Kaon «È possibile?»

«Più che possibile. Ci ha fatti venire qui apposta» rispose Tarn, correndo assieme gli altri in direzione dell’astronave «Vuole che li incontriamo ma non voleva che lo facessimo subito».

«Ma se stesse succedendo qualcosa nella Nemesis ci avrebbero già informati, no?» fece notare Kaon «I nostri comm-link vanno».

«Gli insecticons sono dei disturbatori di frequenze naturali, e ce ne sono tanti lassù. A questo punto non esito a pensare che ormai dentro la Nemesis sia…»






***





«… l’Inferno! Lo stramaledetto Inferno!» strillava Starscream.

Non era armato, non poteva volare perché le ali erano state innestate da troppo poco e la condizione delle sue gambe era sempre la stessa. Anche il risveglio dall’anestesia era stato traumatico, perché si era trovato davanti tre insecticons e Knockout che strillava come un ossesso. Erano riusciti a fuggire -lui si era attaccato a Knockout usandolo come stampella e saltellando miseramente. L’altro Decepticon non era stato felice- per miracolo o quasi, e adesso si erano infilati sotto dei mobili sperando di non essere trovati. Gli insecticons avevano un buon olfatto ma i due speravano in un colpo di fortuna.

«I vehicons non possono contrastare una cosa del genere» bisbigliò il seeker «E nemmeno noi!»

«Soundwave non c’è, la DJD nemmeno, il sistema per il Ponte Terrestre e quello di comunicazione sono state le prime cose che hanno attaccato quelle bestie, anche il laboratorio di Shockwave è stato attaccato e c’è stata un’esplosione, cosa facciamo?!» sibilò Knockout.

«Cerchiamo di andarcene dalla nave, mi pare ovvio! Non voglio finire smembrato un’altra volta!»

Altrove, sia Megatron che Shockwave cercavano di battersi come potevano contro quei nemici imprevisti mentre cercavano di arrivare al sistema di comunicazione di emergenza, attivarlo e sperare che oltrepassasse i disturbi causati dagli insecticons. Dato il numero era certo che non potessero fare molto altro se non quello, cercare di respingerli e soprattutto puntare ad Airachnid. Terminata lei sarebbe stato Megatron ad avere il controllo dell’alveare, ma in tutto quel disastro immane non avevano ancora avuto modo di trovarsi faccia a faccia con la vedova nera.

«Non si fa vedere direttamente, è diventata un po’più sveglia» commentò Megatron, sparando potenti cannonate contro un insecticon prima di svoltare nel corridoio insieme a Shockwave «Però è incredibile che abbia attaccato proprio adesso che Soundwave e Tarn sono fuori, talmente incredibile che non penso sia una coincidenza!»

«Credere a una coincidenza in simili circostanze sarebbe illogico» concordò lo scienziato Decepticon «La avviso che nel caso sopravvivessimo le mie ricerche subiranno un rallentamento, Lord Megatron. Energon sintetico e CNA sono stati coinvolti nell’esplosione».

«Capisco, ma ci penseremo dopo. Ora cerchiamo di arrivare al sistema d’emergenza, è da questa parte e… eccolo!» esultò l’ex gladiatore, premendo vari pulsanti «Ora vedremo-»


Lor -crrrr- Meg-


«Pare che Tarn ci abbia sentiti» disse Shockwave.


Siamo qui nella -crrrr- mesis, siamo rientr-


«Siete rientrati? Bene. Non so se riesci a sentirmi e quanto chiaramente avverti il mio segnale, ma voglio che tu mi raggiunga qui appena puoi» esclamò Megatron «Bene, molto bene… certo, se anche Soundwave avesse sentito e fosse rientrato sarebbe stato ancora meglio» aggiunse dopo aver chiuso la comunicazione.

«Per quale ragione è fuori?»

«Coniugale. Ha avuto il mio permesso».

Nel frattempo Airachnid cercava Spectrus Specter come un transformer affamato avrebbe cercato l’energon. Uccidere Megatron era tra le sue priorità ma in quel momento e dopo quel che era successo era diventato prioritario anche far fuori quel bastardo.
Quel che però iniziava a pensare era che il bastardo in questione non fosse nella Nemesis, o comunque non più: prima che arrivasse lei era tutto molto più tranquillo di quel che le era sembrato dalle trasmissioni, e difficilmente poteva esserci tranquillità se Spectrus era presente ed eri suo nemico.

Riuscì a percepire il calore delle scintille prodotte dai macchinari devastati e, accompagnata da un gruppetto di insecticons, continuò a la sua ricerca. Da un paio di minuti a quella parte -alias da quando Megatron aveva attivato il sistema di emergenza, ma lei non lo sapeva- trasmettevano un rumore di statiche quasi continuo, ma non era nulla di imprevedibile dato che aveva danneggiato il sistema di comunicazione principale. Arrivata a un certo punto si fermò e si concentrò per entrare in comunicazione con tutti i suoi cuccioli.

“Insecticons… nessuna pietà, terminate tutti quelli che vedete!” ordinò “Terminate-”

Si trovò a gridare nel momento in cui gli altoparlanti emisero di nuovo quel rumore -o così le parve- quell’insieme di rumori e versi cacofonici vagamente somiglianti a una lingua sconosciuta che aveva sentito anche nell’Harbinger e che, sempre in quell’occasione, le aveva mostrato sprazzi di immagini senza senso e causato un vago dolore al processore; ora però il dolore era maggiore, la serie di immagini più lunga.

Il gruppo di insecticons che l’aveva accompagnata fino a quel momento ora era urlante, violento e impazzito proprio com’era successo a quelli nella foresta… e proprio come tutti gli altri insecticons presenti nella Nemesis, coi quali lei era stata in collegamento nel momento in cui aveva sentito il rumore.






***






«Cosa prende adesso a questi affari?!» urlò Kaon mentre friggeva l’insecticon più vicino.

Le bestie si erano mostrate aggressive appena li avevano visti, poi si erano messe tutte a urlare e si erano scagliate contro di loro, ma anche le une contro le altre, preda di una completa follia aggressiva omicida.

A parere di Tarn, che si stava facendo largo in quel macello per raggiungere Lord Megatron -non aveva capito tutte le parole che gli aveva detto, ma sentiva il suo segnale abbastanza bene- somigliava molto alla condizione in cui Nickel aveva detto di aver visto gli insecticons nel bosco, ed era successo dopo che gli altoparlanti avevano iniziato a riprodurre un rumore diverso da quello delle classiche statiche; non era durato molto e gli altri non avevano neppure fatto caso, ma lui in virtù della sua abilità di outlier aveva un rapporto particolare con le frequenze. Il rumore in questione non gli aveva causato alcun fastidio, però non era portato a credere che fosse una coincidenza.

«Lord Megatron!» esclamò il Decepticon, avendolo avvistato da lontano «Siamo qui!»

«Bene! Il piano è questo» disse l’ex gladiatore una volta che Tarn e gli altri ebbero raggiunto lui e Shockwave «Questo è il sistema di comunicazioni d’emergenza. Dobbiamo cercare di usarlo con gli altoparlanti interni in modo che tu possa uccidere tutte queste bestie. Ovviamente io e qualsiasi ufficiale ti senta staccheremo gli audio».

«Sissignore».

Un gruppo di sei insecticons sbucò dall’angolo, ma Megatron reagì con prontezza dando a Shockwave e al resto della DJD l’ordine di tenerli lontani da Tarn, unendosi poi egli stesso alla battaglia.

“Dovrei essere io a coprire Lord Megatron, invece è lui che sta coprendo me” pensò Tarn.

Non riusciva a fare a meno di sentirsi sia in difetto, sia più che mai grato all’uomo che era riuscito a convincerlo di valere qualcosa e aveva visto in lui del potenziale invece di un imbranato scherzo della natura con l’autostima sotto i piedi e mutilato dall’empurata. Una persona simile non poteva che meritare venerazione.

«Per aver osato attaccarci» esordì, sentendo che dagli altoparlanti la sua voce usciva fuori in maniera abbastanza decente «Per i danni che avete arrecato alla Nemesis» disse poi, abbassando gradualmente il tono di voce «Per aver servito qualcuno che non fosse Lord Megatron, nel nome dell’intera fazione Decepticon io vi condanno a morte».

Nella Nemesis calò un silenzio irreale nel momento in cui le Scintille degli insecticons si spensero e tutti quanti, nessuno escluso, caddero a terra privi di vita. Se avevano provato dolore fin dall’inizio del discorso di Tarn non era dato sapere, vista la loro follia.

Megatron fu il primo a voltarsi verso Tarn. «Ottimo lavoro. Non che mi aspettassi altro da te, Tarn, e parlo a nome di tutti dicendo che ti siamo grati».

«Dovere, Lord Megatron. Mi rammarico solo di non essere stato presente qui fin da subito, dal momento che Spectrus Specter-»

«Io stesso ti ho affidato la missione di terminarlo, tu e i tuoi uomini stavate cercando di portarla a termine. Non devi rammaricarti di niente» lo rassicurò il leader dei Decepticon «Piuttosto, com’è andata?»

«Ha manomesso i satelliti. Siamo andati alla miniera credendo di trovarlo ma era una ripresa “vecchia”» disse Tarn «Ci ha fatti allontanare e allo stesso tempo ha spinto Airachnid a venire qui, c’è lui dietro tutto questo».

«Noi siamo ancora tutti vivi ma la Nemesis è molto danneggiata e l’alveare di insecticons è perso. Sperava che ci terminassimo a vicenda o di togliere di torno una delle due parti, cosa che è effettivamente accaduta» comprese Megatron, cercando di mostrarsi quanto più possibile distaccato nonostante ribollisse di rabbia «Dunque è in grado di studiare anche qualcosa che non lo coinvolga in prima persona. Pare che gli Specter non finiscano mai di stupire».

«Lord Megatron, se posso permettermi trovo una bizzarra coincidenza il fatto che la compagna di vita di Soundwave, nonché sorella di Spectrus Specter, abbia indotto Soundwave a lasciare la Nemesis proprio oggi e proprio in questo lasso di tempo» osservò Shockwave chinandosi su un insecticon morto. Forse se avesse avuto tempo e modo ne avrebbe esaminato il processore «Il fratello la vuole morta, ma forse sono entrati in contatto e lei sta cercando di ingraziarselo a nostre spese».

«Simili accuse rivolte a un membro della mia squadra sono a dir poco offensive» intervenne Tarn «Lei mai-»

«Soundwave mi ha riferito che la richiesta di un incontro è arrivata ieri ed è stato lui ad averla vista in ritardo» replicò Lord Megatron, tra l’altro senza mentire «Forse Spectrus ha visto Soundwave andarsene e ha sfruttato il momento, ma che Spectra sia una sua complice è fuori discussione».


Lord Megatron! – esclamò Knockout nel comm-link di questi – È finita? Sono morti tutti per davvero?! Io e Starscream siamo illesi, quando abbiamo sentito Tarn abbiamo staccato gli audio e-


«È finita» confermò Megatron «Ragion per cui è tempo di iniziare a cercare Airachnid o il suo corpo, sempre se sia morta. Cominciate subito!»

“A questo punto spero che a Soundwave vada meglio di quanto sia andata a noi” pensò.






***






Se Spectra era in ansia all’idea dell’incontro, Soundwave su quel punto non era da meno.
Essendo in pari col lavoro -anzi, era avanti come suo solito- non aveva ricevuto da Megatron un no quando gli aveva chiesto il permesso di potersi allontanare e gliene aveva detto il motivo. Il suo “Spero che questa situazione si schiodi in un modo o nell’altro” non era stato granché incoraggiante ma non l’aveva neppure demolito.
Aveva risposto di sì a Spectra appena aveva sentito il messaggio -in deplorevole ritardo di almeno una giornata- un laconico “D’accordo, incontriamoci”, neanche fosse stata una collega o un avversario col quale dover stabilire un armistizio.
Anche se a dirla tutta era proprio di un armistizio che si trattava.
Lei gli aveva inviato le coordinate poco dopo, Soundwave le aveva ricevute ed era partito.

Spectra sembrava stare bene fisicamente, e di ciò era contento, ma pareva così piccina e così tesa in mezzo a quelle rocce... Soundwave non l’aveva mai vista in ansia a quei livelli neppure nell’avere a che fare con persone che la detestavano. Da un lato se ne rammaricava, perché lui era il suo compagno di vita e Spectra avrebbe dovuto essere felice di vederlo, non tesa -“Cosa le avrà messo in testa quel ladro di compagne altrui in questi giorni?!”- dall’altro invece era quasi portato a dire “Bene, meglio così”: un’aria così incerta poteva voler dire che avrebbe ceduto dopo una leggera pressione e l’avrebbe fatta finita con tutta quella follia.

“Vorrei riabbracciarla e basta, ma…

Un altro lato di lui infine temeva di avere un palco di corna da fare invidia a un branco di alcitron e che lei fosse nervosa per quella ragione, e al solo pensiero ribolliva di rabbia, ma preferiva non pensare al peggio. Che si fosse presentata da sola, o apparentemente da sola, comunque era una buona cosa.

«Ciao, Soundwave».

Spectra si era avvicinata di qualche passo e gli aveva rivolto la parola per prima, ma non sembrava particolarmente incline a ridurre ulteriormente la distanza. Il Decepticon quindi le si avvicinò a propria volta.

«Il fatto che tu mi abbia chiamato significa che vuoi dare un taglio a tutte le assurdità che, insieme a Dreadwing, ti hanno tenuta lontana da me in questi giorni?»

Soundwave ebbe la netta sensazione di non aver iniziato granché bene appena finito di parlare. il sospiro di Spectra parve confermare la cosa.

«Posso riconoscere che aver deciso di fuggire sia stato impulsivo, anche se…» “Questo potrebbe aver salvato Dreadwing” pensò la femme «E posso capire che tu sia arrabbiato, ma-»

«Sinceramente no, non credo che tu “possa capire”» la interruppe lui «Se fosse stato così non saresti andata via e non saremmo a questo punto. Ho passato giorni e giorni a preoccuparmi per te, per la tua salute, per il rischio che corri di essere manipolata per l’ennesima volta! E non capisci nemmeno la figura che mi stai facendo fare. Lo spymaster dei Decepticon che non riesce a trovare la propria compagna di vita fuggita con l’ex secondo in comando» continuò, senza nascondere un certo disprezzo non per lei, ma per Dreadwing «Ti rendi conto o no che mi hai reso una barzelletta? Ho ricevuto una frecciata perfino da quel pazzo furioso di Tarn. Ah, a proposito, grazie per avermi parlato della tua esperienza di un mese intero insieme a quei mostri».

«Non immaginando che mi ricordassero non ti avevo det-»

«Appunto» tagliò corto l’ex gladiatore «Non me l’hai detto, come non mi hai detto varie altre cose nel corso del tempo. Si era detto “niente più segreti” ma ogni tanto salta fuori qualcosa, e ho l’impressione che se continuerai a stare a zonzo in mezzo al pericolo sarà peggio. Quindi ora torniamo a casa e basta».

«Soundwave, il fatto che a livello di età potresti essere mio padre non significa che tu debba parlarmi come tale».

“Quando ci vuole, ci vuole” pensò Dreadwing che, come le aveva promesso, era rimasto a distanza ma abbastanza in prossimità da poter intervenire in caso di bisogno, ed era probabile che sarebbe servito, perché l’incontro stava andando tutto tranne che bene. Spectra infatti aveva tirato fuori il suo lato un po’più freddino… molto più freddino, a volerla dire tutta, ma l’ex secondo in comando ne aveva accettato l’esistenza, consapevole che averne uno non faceva di Spectra una brutta persona.

«Questo… questo è tutta colpa del tuo “amico”. Un mese fa, prima della tua fuga, non mi avresti mai risposto così» disse Soundwave cercando di mostrare un po’di compostezza.

«Un mese fa, prima della mia fuga, non credevo nemmeno che mi sarei trovata con un compagno di vita incapace di darmi ascolto, anche se… sì, era un po'così anche prima e sono io a non averci fatto caso. Io però sono stupida, quindi non mi dovrei sorprendere» disse, molto più a se stessa che a lui «Comunque, io sono sicura che quando dici che ti sei preoccupato sei sincero, su questo ti credo. Mi dispiace anche per tutto il resto che hai detto, e qui sono io che ti prego di credermi. Non avrei voluto niente di tutto questo, io volevo solo essere “per sempre felice e contenta” per quanto si poteva».

«Sei sempre in tempo. Torna a casa» insistette Soundwave «Ci siamo presi come compagni di vita, siamo responsabili uno dell’altra e non è tardi, devi solo dare un taglio a-»

«Tu non hai proprio capito il motivo per cui sono andata via e sono rimasta via, vero?»

«Sei stata manipolata» rispose il tecnico, pronto «Eri in un momento delicato e Dreadwing se n’è approfittato per mettersi tra di noi. Ti voleva anche lui fin dall’inizio, Spectra, solo che non ha fatto in tempo. Se avessi visto e rivisto il momento del nostro matrimonio e la sua faccia l’avresti capito perfino tu».

“Dicendo ‘perfino tu’ non la aiuti a evitare di sentirsi un essere stupido e inutile, ne sei consapevole?” pensò l’altro Decepticon, ignorando il resto che Soundwave aveva detto di lui. A parlare era un uomo ferito, arrabbiato e geloso, dunque era saggio non dare peso a quel che diceva, soprattutto perché quando se n’era andato con Spectra il pensiero di mettersi tra lei e Soundwave per portargliela via non l’aveva assolutamente sfiorato. Aveva pensato solo alla sofferenza, sia alla propria, sia a quella di una femme che secondo lui non avrebbe meritato di provarne tanta.

«Non è di Dreadwing che stiamo parlando in questo momento, lascialo stare!» esclamò Spectra.

«Difendi chiunque tranne il tuo compagno di vita, mi sembra logico» replicò Soundwave, atono, avvicinandosi a lei «Mi hai messo in croce per aver cercato di terminare qualcuno che voleva terminare te, e purtroppo non ci sono nemmeno riuscito».

«Il “qualcuno” che voleva terminarmi è mio fratello. Che ti, o mi, piaccia oppure no, io devo la vita a quella persona. Spectrus mi ha strappata via da Starscream il giorno in cui sono nata, Spectrus mi ha cresciuta, si è occupato di me, è stato tutto per me! È stato la mia casa, è stato la mia famiglia, è stato allo stesso tempo un fratello, un padre, è stato… io credevo che fosse anche un mio amico» disse Spectra, con la voce leggermente incrinata «Gli volevo bene e, anche se preferirei non vederlo più, purtroppo gliene voglio ancora, perché tutti i vorn passati come li abbiamo passati non si possono cancellare. È per questo che un mese fa avevo deciso di lasciarlo andare, è per questo che volevo dargli almeno una possibilità, una sola possibilità, di andare a farsi una vita da un’altra parte. Si è salvato e tanto sembra volerla sprecare, ma questa è un’altra faccenda» aggiunse «E tu sapevi tutto questo, sapevi la mia storia, potevi immaginare come mi sarei sentita e forse l’hai perfino fatto, ma l’hai liquidato col dire che devo darci un taglio e che sono assurdità, come se fosse… non lo so, il capriccio di una protoforma o qualcosa del genere. Io non so come funzionino le cose in una coppia di compagni di vita, però so che questo non mi è piaciuto e che stai facendo la stessa cosa anche adesso. Da altri me lo sarei aspettato ma non da te. È anche per questo che fa male».

Soundwave fece un breve sospiro. «Spectra. Scricciolo» si corresse poi, usando il nomignolo che le aveva dato fin dal primo giorno «Potrei anche provare a capire come ti sei sentita e come ti senti, anche se mi risulta difficile, ma a livello razionale ho fatto la cosa più sensata. Aver fatto la cosa più sensata mi dà ragione, e avere ragione fa sì che restare ancora in questo posto sia una perdita di tempo per tutti e due. Torniamo a casa e cerchiamo di rimettere a posto quel che si è rovinato».

«Ovvero io. L’hai detto nel messaggio» gli ricordò Spectra, con aria triste.

«Io non voglio lasciar perdere tutto e permettere che il nostro matrimonio vada ancora più a pezzi di quanto già sia andato per colpa di persone estranee che si sono messe in mezzo, una delle quali ti vuole uccidere e l’altra ti vuole e basta» tornò a dire Soundwave, che vedendola triste si era intristito a sua volta ma restava sempre concentrato sull’obiettivo «Avevo sposato una persona un po’diversa, è vero, però non credo che il tutto sia irrecuperabile».

«Oppure hai sposato la persona che hai davanti a te senza sapere come fosse davvero e senza che lei stessa lo sapesse» replicò Spectra, sempre con la stessa aria triste «Io potrei dire la stessa cosa. Forse abbiamo fatto uno sbaglio a-»

«A sposarci? A metterci insieme in genere?! Dicevi di amarmi fino a un mese fa, dicevi che ero il tuo principe e di voler passare la vita con me, il matrimonio sembrava la cosa più importante del cosmo per te, e adesso!… È tutta colpa sua» si interruppe il tecnico «Tutta colpa di Dreadwing, ne sono sicuro. Tutto quel che stai dicendo non viene da te, è quello che ti ha infilato nel processore quel maledetto».

«No. Ti ripeto che lui non c’entra. Io stavo solo dicendo che forse abbiamo fatto uno sbaglio a fare tutto di corsa e che avremmo dovuto conoscerci meglio prima di sposarci» disse Spectra «Che io consideri uno sbaglio tutto quello che c’è stato non l’ho mai detto, i momenti belli che abbiamo avuto non erano sbagliati. Peccato solo per… ecco… tutto il resto. È per quello che io non voglio tornare. Sono contenta di averti rivisto e di averti parlato di persona» “Anche se non abbiamo ottenuto niente” pensò «Però io non tornerò nella Nemesis adesso, mi dispiace».

«Spectra, tu sei la mia compagna di vita e non ti voglio perdere. Se tu pensi che io accetti di tornare a casa da solo, dopo un mese che non ti vedo, sbagli di grosso».

Una serie di spari centrò la roccia a poca distanza da Spectra e Soundwave facendola franare. Nessun frammento di roccia finì addosso a loro ma, oltre che una distrazione, il tutto causò anche un gran polverone. L’ambiente caldo e normalmente arido faceva sì che tutto si seccasse presto nei giorni in cui non pioveva.

«Spectra!» esclamò Soundwave «Spectra, stai bene?! Spe-»

Non era più davanti a lui, era scomparsa come uno degli spettri che il suo nome ricordava. I suoi recettori uditivi captarono un rumore conosciuto in allontanamento, alias i motori di Dreadwing, e in quell’istante realizzò cos’era successo: gli erano sfuggiti un’altra volta, lei gli era sfuggita un’altra volta. Quando la polvere si diradò vide che l’unica creatura viva presente in quel posto era rimasta lui.

Restò immobile per più di qualche momento, imperturbabile visto da fuori e più che mai invelenito nella Scintilla. Aveva temuto una cosa simile in tutto quel lasso di tempo, e ora i suoi timori sembravano essersi realizzati: Dreadwing l’aveva messa contro di lui e le aveva messo in testa che come coppia non funzionavano, Dreadwing gli stava rovinando e portando via la cosa più bella che gli fosse capitata da innumerevoli vorn a quella parte perché la voleva per sé, Dreadwing, che lei difendeva a spada tratta, Dreadwing, che lui iniziava a odiare a morte.
Perché Megatron non lo faceva mettere nella Lista? La DJD era sulla Terra e non aveva ancora combinato granché, tanto valeva far sì che si rendessero utili.

Si trasformò e decollò con un solo pensiero in mente, ossia che non aveva intenzione di mollare finché avesse avuto dei diritti su Spectra. Tutto quel che doveva fare era convincerla a non ascoltare più chi le metteva in testa quella roba… o togliere di mezzo la concorrenza in qualche modo, forza o astuzia che fosse, come nell’arena.
Essere diventato un tecnico non significava aver dimenticato le proprie origini, e non era stato con le chiacchiere che lui e Megatronus, ai tempi, avevano vinto il loro premio. Allora aveva vinto la libertà, in quel caso invece il premio sarebbe stata la donna che gli aveva già detto “sì” un mese prima. Doveva solo trovare un modo per riuscire a vincere, possibilmente senza che lei gli desse la colpa di altro… e presto.





* Chi ha letto "I vicini di casa peggiori della storia", SA. Tarn ricorda ancora il dialetto del settore di Kostrobna, ma non è felice xD

Sembrava impossibile finire di scriverlo ma ce l’abbiamo fatta :D

Vi avevo promesso un po’più di azione dell’altra volta e… beh, penso che ci sia stata grazie a Spectrus, al nano e ai loro diversivi :’D se mi sbaglio su questo punto, siete sempre liberi di farmelo sapere!

Come sempre ringrazio chi sta continuando a seguire la storia e anche a farsi sentire :) alla prossima!

_Cthylla_

   
 
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