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Autore: Biblioteca    02/10/2020    2 recensioni
I quattro fondatori preparano il castello per le future generazioni di maghi.
Ma come fare per essere sicuri che le sale comuni possano essere accessibili solo agli appartenenti della casa stessa?
Ecco dunque una sfida: ognuno dovrà cercare di entrare nella casa degli altri, per valutarne la sicurezza.
Salazar riesce a intrufolarsi sia nella sala di Corvonero, che in quella di Grifondoro.
Alla fine crede di aver trovato l'accesso anche alla casa di Tassorosso, e convice Godric Grifondoro a seguirlo e ammirare il suo successo. Ma le cose non sono come sembrano....
(Pubblicata anche su Wattpad)
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Godric Grifondoro, I fondatori, Priscilla Corvonero, Tassorosso, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Quattro fondatori per un castello'
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Seduti ad uno dei grandi tavoli, avvolti in stretti e caldi asciugamani, i due maghi e Priscilla attesero pazientemente il ritorno di Tosca dalla cucina.
La donna si fece attendere un po’, ma la pazienza fu ricompensata: arrivò infatti con un vassoio contenente quattro tazze fumanti da cui sporgevano bastoncini di cannella.
“Vin brulè!” esclamò Tosca poggiando il vassoio “Scalda il cuore di ogni mago e babbano esistente.”
In silenzio, i quattro fondatori bevvero il caldo e dolce liquido rosso scuro contenuto nelle tazze.
Tosca era probabilmente la miglior cuoca che il mondo magico avesse mai avuto (fino a quel momento almeno) e probabilmente ciò si doveva al fatto che usava anche ricette babbane.
Il vin brulè rientrava tra quelle, ma Salazar non aveva mai avuto il coraggio di rifiutare il vin brulè di Tosca e non lo fece neanche quella sera.
“Perché ci avete messo tanto?” borbottò il mago oscuro dopo aver bevuto mezza tazza tutta d’un fiato.
“Ho controllato se l’aceto era arrivato anche in cucina. Come temevo, è accaduto. Forse dovrei diminuire il numero dei barili.” Spiegò Tosca.
Priscilla nel frattempo si stava toccando l’asciugamano in cui aveva avvolto i capelli.
“Credo siano asciutti, ormai.” Disse rivolta a Tosca.
“Se l’incanto ha funzionato, direi di sì.”
Priscilla si tolse l’asciugamano e lasciò cadere la lunga chioma, ormai asciutta, sulle spalle.
Salazar guardò altrove, mentre Godric l’osservò ammirato.
“Hai incantato l’asciugamano per asciugare prima i capelli?” domandò.
“Una prova. L’ho fatto anche con i vostri comunque.” Rispose Priscilla sorridendo “In ogni caso mi sono dovuta far aiutare da Tosca per lavare via bene l’aceto.”
“Ecco perché Salazar aveva visto che non eravate in sala!” esclamò allora Godric “Stavate andando ad aiutare Priscilla!”
Salazar, in silenzio, liberò la barba dal telo che l’avvolgeva: era ancora un po’ umida, ma non bagnatissima come quando, per togliersi l’odore dell’aceto, si era fatto versare da un elfo domestico una secchiata di acqua gelida del lago. E poi un’altra, e poi un’altra…
“Complimenti Priscilla. I miei complimenti davvero.” Disse Salazar accennando un sorriso.
“Credo che sarà utile per ragazzi e ragazze. Gli inverni qui sono molto freddi. È meglio stare all’asciutto.”  Disse Tosca “Vi riempio di nuovo la tazza Salazar?”
“Dovete tornare in cucina?”
“Direi proprio di sì. Non ho ancora perfezionato l’incanto per far comparire il cibo qui. Rischiamo che invece di riempire la tazza, il vin brulè ti finisca in testa.” Spiegò Tosca.
“Ah no! Pure il vino no! E per lavarlo un’altra secchiata fredda non la tollero!” sbottò il mago.
“Vi basta per un brindisi il vino che avete, Salazar?” chiese Priscilla.
“Credo di sì… A cosa volete brindare?”
“A Tosca Tassorosso! La vincitrice della sfida delle sale comuni!” Fece Priscilla alzando la sua tazza.
“COSA?!” Salazar quasi saltò sulla sedia.
“Mi dispiace Salazar ma vi è andata male. E inoltre, credo che eravamo così presi a entrare l’uno nella casa dell’altro che abbiamo dimenticato che l’importante era non fare entrare nessuno nella nostra. In questo Tosca è riuscita perfettamente e ha anche inventato un metodo non solo per cacciare gli intrusi, ma anche per rintracciarli. La puzza di aceto non passa certo inosservata, no?”
Fece Priscialla sorridendo.
Tosca arrossì: “Beh, io ho solo preso esempio dai vostri errori…”
“Non sminuitevi, siete stata bravissima!” esclamò Godric entusiasta. Sapeva che Tosca, pur essendo molto brava, raramente aveva avuto riconoscimenti nel mondo magico, forse anche per colpa della sua riservatezza e dell’umiltà eccessiva con cui si poneva; e anche se quella sfida sarebbe rimasta il loro piccolo segreto, era comunque qualcosa che meritava almeno un brindisi.
Salazar sbuffò.
Poi però si alzò in piedi e alzando la tazza esclamò: “A Tosca Tassorosso.”
“A Tosca!” gli fecero eco, Priscilla e Godric tintinnando le loro tazze.
Alla fine anche Tosca brindò con loro, rossa in volto, ma con un sorriso enorme.
Subito dopo aver bevuto il loro vino, i quattro maghi discussero su come perfezionare ulteriormente i loro ingressi ed eventualmente costruirne altri magici.
Nel frattempo, l’alba sorgeva scacciando via la nebbia della notte e illuminando di luce rosata le mura di quello strano castello che un giorno sarebbe stato il teatro di tante straordinarie avventure.
 
FINE
  
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