Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: SkyDream    03/10/2020    1 recensioni
Al ritorno dal suo allenamento di un anno, Natsu trova Crocus completamente rasa al suolo a causa della guerra scatenata da Akio e la Fairy Tail sciolta per volere di Makarov.
Deciso a mettere fine allo scempio causato da Akio, un folle precedentemente membro di Phantom Lord, si mette in viaggio per riunire tutti i membri della sua gilda. Ma parecchie strade si incroceranno rendendo il tutto poco semplice.
Lucy, Lluvia e Wendy, per prime, riprenderanno contatto con il loro passato.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 5: The sound of truth


«Non riesci a dormire?».
La domanda di Lucy lo fece trasalire, non aveva sentito né il rumore dei suoi passi né il suo profumo.
Indossava un abito nero di Lluvia e finalmente aveva potuto farsi una doccia. Sorrideva, nonostante il viso scarno lasciasse trapelare l’enorme sofferenza che aveva patito in quel mese di guerra.
Natsu non era stupido, per quanto spesso lo sembrasse, e aveva intuito come la sua decisione di partire senza lei l’avesse profondamente segnata. Forse più della guerra stessa.
Lucy si sedette accanto a lui sugli scalini della casa, avvolta da una coperta, e rimase lì a guardare la neve lucida sotto il colore del fuoco che Natsu aveva acceso poco più sotto, ai suoi piedi.
La luce era poca, ma abbastanza per poter notare le profonde occhiaie che si erano disegnate sotto gli occhi del suo amico.
«Quale delle tante cose successe nelle ultime quarantotto ore ti sta frullando in testa?» chiese Lucy, cercando di rompere quell’atmosfera cupa che li stava soffocando.
«Sono andato ad allenarmi per diventare più forte, per proteggervi e pensavo che tornando sarebbe stato tutto come prima. Invece Fairy Tail non esiste più, Crocus è stata rasa al suolo e il peggior nemico di Lluvia vuole sterminare ogni cosa e non sappiamo nemmeno il perché».
Natsu giocò con il fuoco, facendogli assumere forme strane e divertenti, riuscì a creare perfino la forma di Happy che mangiava un pesce.
Lucy sorrise, portandogli una mano sulla gamba e stringendola.
«E quindi, Natsu? Non è da te abbatterti!» disse cercando il suo sguardo che poco aveva a che vedere con il vecchio Natsu.
«Non ho intenzione di arrendermi, sconfiggerò Akio e rifonderò Fairy Tail, dovessi cercare i membri uno ad uno. E’ solo che-» non riuscì a finire.
Non perché non sapesse cosa dire - quello lo sapeva benissimo!- ma perché non riusciva a dare un nome a quella tempesta che gli infuriava dentro.
Preoccupazione? Rimorso? Senso di colpa?
«Natsu» lo chiamò Lucy con la voce dolce che spesso l’aveva distinta, «Se vuoi dirmi le cose che mi hai detto l’altra notte mentre mi scaldavi, sappi che le ho sentite già».
Natsu arrossì.
Decisamente non era da lui arrossire, ma fu inevitabile anche se da un lato quella confessione gli aveva alleggerito il carico di cose da dire.
«Mi dispiace, Lucy, per averti lasciata da sola a Crocus. Avrei dovuto chiederti di venire con me, ma avrei finito per non concentrarmi o per farti del male e ironicamente pensavo di averti lasciato al sicuro».
Lucy si stupì di sentirgli dire quelle parole, non era da lui scusarsi.
Quella notte, quando si erano stretti e lei era tornata a sentire il calore sul suo corpo, lui l’aveva avvolta con le braccia promettendole solennemente di non lasciarla mai più. Le aveva detto che non si sarebbe perdonato quel gesto insulso - partire senza di lei - e che ora che era più forte l’avrebbe protetta sempre.
Natsu non era mai stato bravo con le parole, nemmeno con i gesti a dire la verità, ma il modo in cui l’aveva stretta, affondando il viso sui suoi capelli biondi, faceva intuire come fosse preoccupato per la sua salute.
Come temesse di perderla per sempre.
«Non permetterò mai più che tu vada via da me.» le parole di Lucy sembravano una promessa e allo stesso tempo una minaccia.
La ragazza si protese verso l’altro, infilando le sue braccia tra le sue e accoccolandosi al suo petto. Natsu la strinse forte, affondando ancora il viso tra i suoi capelli chiari e profumati.
«Hai promesso di riprendere in mano i tuoi Spiriti, Lucy, sei una maga di Fairy Tail».
«Non so se sono pronta per rimettermi in gioco, ho ancora paura di poter ferire i miei Spiriti, di non essere abbastanza forte per loro.» gli confessò, ancora con la testa poggiata al suo corpo.
«Sei sopravvissuta all’attacco a Crocus e non hai esitato a prenderti cura di quel bambino, di Piccolo Natsu».
Lucy sorrise, pensando a quella piccola testolina rossa tra le sue braccia, con gli occhietti assonnati e il ciuccio. Quel bambino che cercava solo, disperatamente, la sua mamma.
Sentì una morsa al cuore, ricordò di aver dovuto assistere mentre lo seppellivano, senza tomba, avvolto solo da un lenzuolo.
Piccola anima.
Natsu sembrò leggerle nel pensiero e la strinse ancora, ancora più forte, rimanendo lì con lei davanti il fuoco magico.
 
Lluvia non aveva preso sonno quella notte, come anche i suoi amici. Era sdraiata nel letto e Gray era entrato di soppiatto nella stanza, chiamandola per nome.
Lei si era ritratta sotto le coperte, quasi volesse proteggersi da tutto.
«Lluvia, lo so che sei sveglia».
Lei annuì, come se nell’oscurità della notte lui potesse vederla. Ma ormai le parole tra loro erano vane, comunicavano a gesti, a sospiri, ad occhiate.
Soprattutto lui, parlava davvero poco.
«Posso rimanere qui con te?».
«Perché vuoi rimanere nel letto con Lluvia?» chiese l’altra borbottando contro il cuscino. Sentì il suo ragazzo infilarsi sotto il lenzuolo e arrivare ai suoi fianchi, circondandoli con un braccio.
«Perché non stai dormendo e sei spaventata, non posso lasciarti così. Sarebbe ingiusto, non trovi?».
L’altra annuì, aveva poca voglia di parlare, seppur di solito amasse trascorrere il tempo con Gray.
Aveva paura dei mille scenari che Akio poteva creare.
Aveva prima distrutto il suo passato e il suo presente, aveva modificato il suo futuro e poi aveva distrutto le città dove lei era legata.
Aveva distrutto ogni cosa. Probabilmente non ne sarebbe uscita viva, non questa volta.
«Sapevo che era vivo, e anche tu, era solo questione di tempo ma ce la caveremo. Non siamo soli, Fairy Tail sta tornando e stavolta nessuno rimarrà indietro».
Lluvia si voltò verso di lui, facendo aderire il suo corpo morbido contro quello snello di Gray, lui le carezzò ancora la schiena e i fianchi, scendendo giù fino alla protesi e risalendo.
«Gray-sama, prometti a Lluvia di farla combattere ancora, al massimo delle sue possibilità. E prometti che non sacrificherai la tua vita per quella di Lluvia, promettimelo!» gli sussurrò con un fil di voce.
Gray rimase a guardarle il viso candido, spaventato, e non riuscì ad annuire. Non era da lui fare promesse a vuoto e non poteva di certo giurarle di farla andare in contro alla morte.
«Combatterai al mio fianco, come abbiamo sempre fatto, mi guarderai le spalle e io farò altrettanto. Darai sfogo alla tua rabbia, proprio come farò anche io. Ma se tu fossi in pericolo, non esiterei a mettermi davanti e lo sai».
«Lo hai già fatto, Gray».
«E tu sei viva, qui con me, Lluvia, sei viva e mi stai parlando».
La ragazza sentì le lacrime agli occhi, si strinse contro la sua spalla fredda e rimase lì, senza piangere, a bearsi del suo profumo.
«Posso chiederti una cosa?» le disse d’un tratto con tono non troppo serio. Sembrava averci pensato solo allora.
«Cosa?».
«La tua abitudine a parlare in terza persona, come l’hai presa?».
 
***
Akio non aveva più ricevuto notizie di Joan.
Non era particolarmente preoccupato, quel ragazzino aveva modi suoi di infliggere danni e di sottostare ai suoi ordini, tuttavia non potè fare a meno di pensare che quell’arma che chiamava Joan poteva rivolgersi contro di lui.
Cales, suo fratello maggiore, aveva per tanto tempo dominato il potere della Quintessenza, ma mai al massimo. Quando ci era riuscito, grazie ad Akio che lo aveva sbloccato, era morto sopraffatto.
Joan era molto più capace di lui, era perspicace e intelligente, raramente si lasciava andare ai sentimenti e questo lo aveva irrigidito al punto da riuscire a sottomettere il suo potere.
Akio non poteva dominare la Quintessenza, non ormai a ventisei anni e con una vita passata a manovrare il Mutant Power. Poteva mutare i pensieri, le parole e la consistenza degli oggetti, ma non apprendere nuove magie.
Poteva far sì che eseguissero il suo volere, proprio come stava succedendo con Joan e Cinny. Aveva preso la volontà dei cittadini di Crocus e di Magnolia, riuscendo a farli combattere l’uno contro l’altro. Poteva scatenare la guerra quando voleva e quando ne aveva bisogno.
D’altronde il suo scopo era sempre stato uno solo: vendetta.
Josè lo aveva tenuto sempre segregato dentro la gilda, al riparo dal resto del mondo, perché aveva paura che nello scatenare la sua potenza potesse combinare danno.
Lo aveva sempre trattato come un animale rabbioso, incatenato ad un pilastro.
E quel comportamento lo aveva davvero trasformato in una bestia: non provava sentimenti, non provava affetto, non provava pietà.
Nulla.
Aveva visto Lluvia la prima volta, così piccola e candida, silenziosa, e aveva pensato che sarebbe stato bello tormentarla.
Sì, Lluvia era esattamente il tipo di ragazzina da cui lui era attratto. Sempre sulle sue, colpita dalla sventura del suo potere, senza amici.
Avrebbe voluto averla tutta per sé, alla stregua di una schiava, che gli obbedisse e gli giurasse fedeltà. Era quello che tutti chiamavano amore, almeno per lui.
Invece no, Lluvia sgattaiolava via e spesso si rifugiava dietro la schiena di Gajeel, che aveva imparato a difenderla e a picchiare.
Oh, se lei non voleva giurargli fedeltà, allora lui l’avrebbe tormentata fino alle lacrime.
Fino a strapparle via ciò che era per lei più caro. Per l’eternità.
Ora aveva deciso di eliminare ogni gilda, in modo da far vedere a tutti il potenziale che per anni Josè aveva nascosto. Avrebbe distrutto tutto, come un uragano, togliendo ad intere città ogni sorta di privilegio e affetto che a lui erano stati negati.
«Akio-sama!» lo chiamò Cinny sbucando dal corridoio con i suoi capelli color cannella davanti gli occhi, «Lamia Scale è scomparsa dal radar! Joan ha completato la missione e l’ha distrutta, sono certa che domani sarà di ritorno».
«Ottimo, hai fatto bene ad avvertirmi. Ora puoi andare a dormire, domani mattina attaccheremo Rainfall Town e poi passeremo ad Hasgar».
«Akio-sama, hai sempre delle idee così geniali! Cosa hai individuato a Rainfall? Se non sbaglio il piano originario non prevedeva la piccola cittadina come una prima tappa».
Akio sbuffò il fumo dal naso e posò la pipa, stendendo le gambe sul divano e scolando l’ultimo sorso di vino dalla bottiglia. Freddo.
«Magia, Cinny, a Rainfall c’è la magia che mi serve adesso. Credevo fosse morta e pensavo di fare un salto a Sabertooth per giovarmi di Yukino. Eppure, le sorprese sono sempre dietro l’angolo».
«Chi c’è a Rainfall di così importante per te?» chiese con insistenza la ragazza, entrando nella stanza e posando le mani sui fianchi avvolti dal tulle rosa.
«Heartphilia. Colei che ha chiuso il portale e colei che ha il potere delle Chiavi Stellari».
Cinny stese le labbra in un sorriso freddo e agghiacciante. Scoprì i denti bianchi e le gengive rosse come fuoco.
Anche gli occhi si spalancarono al punto che sembrarono uscire fuori dalle orbite, conferendole un aspetto orripilante e mostruoso. «Lucy. Lucy Heartphilia. A quanto pare ho una nuova rivale in amore!»

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: SkyDream