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Autore: Kathleen B    18/11/2020    0 recensioni
Amore e avventure ad Hogwarts prima che HP si presenti fra le sue mura!
La protagonista Kathleen è smistata in Grifondoro nel settembre del 1984 insieme a Charlie Weasley e dovrà indagare sulle spaventose Sale Maledette prima che le maledizioni si abbattano sugli studenti insieme a Tonks, Bill Weasley e ai nuovi personaggi introdotti in Hogwarts Mystery... Ma sembra che più che alle sale sia interessata ad un mistero differente, i ragazzi!
A Hogwarts Mystery Tale: “Si è giovani streghe una volta sola nella vita” è una storia ispirata al videogioco sviluppato da Jam City, basato sull’universo creato da J.K. Rowling. Ho iniziato a scrivere per tenere traccia degli eventi, colmare i buchi della trama e divertita dal fatto che perfino la prof. McGranitt invitasse il mio personaggio a divertirsi con ragazzi/e visto che “Si è giovani streghe una volta sola nella vita”!
Il racconto conterrà degli spoiler sulla trama del gioco. Il rating seguirà l’età della protagonista e man mano che la storia proseguirà si alzerà passando da arancione a rosso.
Mi sembrava così sorprendente che nessuno fosse interessato a Jacob Birchgrove e alla sua sordida scomparsa... e che invece tutti quanti fossero semplicemente contenti di conoscere Kathleen.
Genere: Avventura, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Dare a Charlie la ricompensa che si meritava era più facile a dirsi che a farsi… Quello che avevo accettato di fare mi spaventava e ripetere a me stessa che già Caplan mi aveva visto in biancheria non mi aiutava: quella volta non mi ero spogliata volontariamente davanti a lui e non avevo avuto tempo per pensarci. Forse l’attesa della cosa e le aspettative su quello che sarebbe seguito mi spaventavano più del gesto di spogliarmi. E se a Charlie non fossi piaciuta? Mi sembrava di essermi ingrossata molto nell’ultimo periodo… E se poi si fosse aspettato qualcosa di più che non ero pronta a dargli? Sicuramente non mi sarei spogliata del tutto, questo era certo!

Chiamai a raccolta le mie amiche nel nostro dormitorio, dopo aver cacciato le altre ragazze Grifondoro del nostro anno, per spiegare il mio problema. Il resto della squadra capì subito che avevo bisogno di essere confortata e iniziarono ad elencarmi le doti per cui Charlie avrebbe spalancato gli occhi e la bocca. “Ma Kathleen…” disse Penny “ma come fai a preoccuparti?”. “Già” continuò Rowan sospirando “sei la più sviluppata tra di noi! Se ti fai tu queste paranoie”. “Guarda che tette che hai! Mica come le mie!” terminò Tonks e mi fece subito vedere quello che vedeva lei: il suo seno cominciò a cambiare forma ed a ingrossarsi di un paio di taglie (Tonks infatti era una metamorphomagus, in grado di modificare il suo aspetto fisico a piacimento). Io ero più grande di Rowan e Tonks di quasi un anno e, come Penny, avevo già avuto il primo ciclo prima di arrivare ad Hogwarts… questo effettivamente comportava che io e Penny avessimo un aspetto più cresciuto di quello delle nostre amiche, ma lei però era magra e carina… io mi sentivo solamente grassa, non sexy!

“Ma ragazze, guardate!” mi spogliai rimanendo in mutande e reggiseno e ribattei “Sono grassissima!”. “Non è vero, non dire stupidate!” mi interruppe Rowan “Sei morbida nei punti giusti e stop!”. Tonks ridendo si spogliò pure lei e cominciò a trasformarsi per diventare come me “Guardati, non sei grassa Kath!”. Era una sensazione strana vedermi dal vivo e non specchiata, mentre giravo intorno a Tonks per vedermi da tutte le parti… “Ma come? Guardate il culo, sembra gigantesco!” piagnucolai io, “Stasera niente torta a cena!” mi ripromisi. Intanto anche Rowan si era svestita, sbuffando “Ma guarda il mio per vedere un sedere brutto!”, così come Penny che ridacchiando come al solito commentava fra sé “Se ci vedessero i maschi impazzirebbero!”. Tonks stava intanto imitando tutte una dopo l’altra, quando finalmente tornò sé stessa e disse portandoci davanti ad uno specchio “Secondo me siamo tutte bellissime anche se in modi diversi!”. “Sì, Dora! Hai ragione!” le risposi facendo una voce in falsetto e le mandai un bacio attraverso lo specchio. Lei sbuffò all’utilizzo del suo nome (preferiva mille volte il cognome), ma con quella chiusa un po’ sdolcinata se lo era meritata. Intanto continuavo a guardarci davanti allo specchio: Penny era la classica bionda con gli occhi azzurri super carina e popolare, senza un filo di grasso e con curve poco accennate, Rowan aveva ancora un corpo da bambina e grandi occhiali da gufo, ma ero sicura che la tonalità color cioccolato della pelle e i lunghi capelli neri avrebbero portato l’anatroccolo a diventare un cigno al momento giusto, Tonks era ancora un maschiaccio tutt’ossa, ma il suo talento magico l’avrebbe potuta far diventare come una modella babbana anche all’istante. Io, coi miei capelli lunghi e mossi di quel biondo cenere così chiaro e gli occhi ambrati, e le mie odiate-amate curve prorompenti, mi sentivo troppo appariscente e troppo poco canonica rispetto le mie amiche.

“Va bene, siamo tutte bellissime e io non sono grassa” dissi borbottando “ma come faccio con Charlie?”. Penny mi trascinò sul mio letto a baldacchino e disse “Se ti sembra troppo intimo rimanere in mutande davanti a lui perché non ti metti in costume?”. “Uhm... in costume? Ma se fossimo nel castello mi sembrerebbe strano uguale. Però… se andassimo al lago… sarebbe normale!” mi illuminai io felice di aver trovato una quasi soluzione. “Ottimo allora! Facci vedere i tuoi costumi prima di cambiare idea.” intervenne Rowan “Così poi possiamo tornare giù in cortile a giocare a gobbiglie!”.

Lo spoglio dei pochi costumi che avevo non portò risultati positivi: ero ingrassata troppo rispetto l’estate precedente (“Ti sono cresciute le tette e il culo Kath, non sei affatto grassa!” mi sgridò di nuovo Penny”) e i miei costumi da bambina non andavano più bene. Insieme alle altre sfogliai il catalogo per corrispondenza del negozio di Madama Malkin a Diagon Alley per trovare qualcosa che potesse andare bene. Trovammo un bikini a triangolo (mia mamma mi avrebbe ammazzato!), perfetto per l’occasione: era decorato con draghi animati e colorati che si rincorrevano su tutta la superfice bianca del costume. Il mio fanatico di draghi avrebbe adorato il tema e si spera anche il contenuto! Lo ordinammo subito, mandando le misure richieste per il seno e i fianchi: teoricamente ci sarebbe voluta una settimana per avere il capo pronto, così avrei potuto organizzare l’appuntamento con Charlie per bene.

Visto che il tempo rimaneva dalla nostra parte (era giugno anche in Scozia in fondo) lo avrei portato ad un pic-nic serale in una zona appartata del lago Nero, nascosta dal castello e abbastanza isolata perché potessimo pensare di essere mille miglia lontani da chiunque. Programmai la nostra giornata speciale il giorno dell’ultima partita di campionato (Corvonero contro Tassorosso): poco importante dal punto di vista della classifica visto che Serpeverde aveva dominato quell’anno, così Charlie non si sarebbe lamentato troppo, ma un evento sufficiente ad assicurarci che praticamente tutta la scuola sarebbe stata dal lato opposto del parco! Dovevo solo procurarmi un costume per Charlie (poi trovato in prestito da Jae), un paio di asciugamani grossi e un cesto dalle cucine perché il nostro appuntamento fosse perfettamente organizzato.

Il giorno della partita ero super-nervosa e quando filai verso il punto del parco dove avevo dato appuntamento al mio Charlie le gambe mi reggevano a malapena… lui invece era tutto tranquillo e sembrava ridesse sotto i baffi mentre passeggiavamo lungo il lago mano nella mano: sicuramente si stava pregustando il suo premio! Quando arrivammo alla spiaggetta segreta il cuore mi batteva così forte da sembrare quasi in gola… non dovevo farmi prendere dal panico! Feci stendere a Charlie i due asciugamani e poi senza stare a pensarci più sopra lo spinsi a sedere sopra un telo, lui ridacchiò e mi disse: “Comincia lo spettacolo?!”. Io, guardandolo negli occhi, gli risposi: “Sono pronta a darti una parte del tuo premio, ma non so sei sarai soddisfatto… non me la sento di spogliarmi del tutto, non ancora almeno. Forse questo non vale la perdita della partita…” conclusi abbassando gli occhi. “Ma tu sei pazza!” esclamò lui mangiandomi con gli occhi “Sta bene essere ossessionato dal quidditch ma tu sei infinitamente meglio! Non ti voglio mettere fretta, ma tu devi capirmi… sono un maschio di 13 anni e tu sei la mia ragazza, sei fantastica e ti voglio. Non posso fare finta di che sia così! Io ti rispetto e starò ai tuoi ritmi, ma sappi che io sarò pronto sempre per quello che tu vorrai fare… qui tesoro sei tu che decidi i tempi!”.

Sospirando e sorridendo timida annuii in risposta a Charlie e iniziai a togliermi lentamente la divisa partendo dalla cravatta che gli lanciai addosso. Lui mi fece ridere prendendosela in bocca e sporgendosi verso di me ancora di più. A quel punto iniziai a sbottonarmi un bottone per volta della camicia, lasciandola poi aperta in un vedo non vedo (“Tu mi vuoi uccidere Kathy!”) per passare alla gonna che cadde velocemente ai miei piedi (un grosso sospiro arrivò dal pubblico). Prima di togliermi la camicia voltai le spalle a Charlie e poi mi tolsi lentamente una manica per volta: solo a quel punto mi voltai a sbirciare e vidi il mio ragazzo che mi faceva segno di avvicinarmi.

Il tempo di arrivare vicino a lui e praticamente mi fu addosso: iniziammo a baciarci furiosamente, sentivo ogni parte di lui vicino a me (e quando dico ogni parte intendo veramente ogni parte), ma c’erano troppi vestiti in mezzo! In fondo eravamo al lago giusto? Lo scostai appena e gli chiesi se pensava di seguirmi in acqua… mi alzai e lo aspettai al bordo del lago. Charlie dopo un momento di confusione capì cosa volevo e si iniziò a spogliare più veloce della luce: già da quella distanza si vedeva l’erezione che avevo sentito contro i miei fianchi. Arrossii, ma non distolsi lo sguardo da quel punto intanto che il mio bel ragazzo si avvicinava: in fondo lui era mio e potevo guardarlo quanto mi pareva.

“Guarda che effetto interessante ha creato l’acqua fredda…” mi sussurrò Charlie arrivando vicino a me: i miei capezzoli avevano infatti reagito all’acqua del lago e si ero inturgiditi, diventando molto visibili sul costume bianco. “Streghetta che sei” continuò lui “volevi proprio che non ti staccassi gli occhi di dosso!”. Io arrossii rendendomi conto di quanto fossi esposta e poi ansimai quando con un dito iniziò a seguire il volo dei draghi sulla superficie del costume: “Come sono fortunati questi draghi…” sospirò Charlie e mettendomi un braccio attorno alla vita mi attirò vicino a lui. Riprendemmo a baciarci ed accarezzarci: stare nell’acqua sembrava avermi sbloccato i freni inibitori, forse perché mi sentivo nascosta e meno imbarazzata dal mio corpo. Charlie inoltre sembrava apprezzare molto le mie curve, proprio come avevano previsto le ragazze… continuava a sussurrare quanto ero bella, intanto che mi spingeva contro uno scoglio liscio per fare aderire il suo corpo contro al mio. Sentivo la sua erezione premere contro di me, era una sensazione strana ed emozionante sapere che avevo provocato io quella reazione in lui. Mi sembrava quasi di impazzire, le labbra mi formicolavano e sentivo dei brividi nel basso ventre che mi spingevano a volere cose che non sapevo come nominare… sicuramente però non volevo perdere il controllo e Charlie sapeva che non poteva spingersi più in là di così, avevamo tutto il tempo del mondo per esplorarci con calma.

Dopo quello che sembrava un secolo uscimmo dal lago e andammo ad asciugarci sui teli: l’estate così a nord era fresca e presto mi infilai la camicia, che lasciai però mezza sbottonata per non togliere tutta la vista a Charlie.  “Ti vedo rilassata ora” commentò lui, mangiando un pasticcio di carne del nostro pic-nic (gentilmente offerto dagli elfi delle cucine). “Ero preoccupata di non piacerti” ammisi guardando verso il basso per non incrociare il suo sguardo. Un suo dito sotto il mento mi fece puntare i miei occhi nell’azzurro dei suoi. “Sono sempre più convinto che tu sia pazza… ma come faresti a non piacermi? Sei la persona migliore che potessi desiderare per me: la strega più bella, coraggiosa e talentuosa del nostro anno!” mi confessò lui, dandomi poi un bacio dolce sulle labbra. “Facciamoci una foto dai!!” concluse, tirando fuori una macchina fotografica scassata e attirandomi fra le sue braccia. “Ma come, così?! Sono tutta in disordine!” mi ribellai, ma avevo già capitolato ridendo: avevo una massa di capelli disordinati, la camicia mezza aperta, niente gonna, ma accoccolata contro il suo petto nudo mi sentivo la persona più felice e fortunata del mondo. Sentii uno scatto e prima del secondo alzai il viso per baciarlo. Stavamo immortalando un appuntamento perfetto e la gioia che emanavamo sarebbe sicuramente emersa anche dalla foto.
   
 
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