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Autore: sissi149    20/12/2020    6 recensioni
Dopo la fine del World Youth Tsubasa ha chiesto a Sanae di sposarlo e la ragazza ha accettato.
I festeggiamenti sono nel culmine, ma andrà davvero tutto liscio?
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Nakazawa, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kumi staccò gli occhi dal libro che stava sfogliando, massaggiandoli delicatamente: la stanchezza cominciava a farsi sentire. Con le altre ragazze avevano pianificato una giornata di ricerca nella vecchia biblioteca di New Team Town. Era un posto polveroso e abbandonato da anni, pieno di vecchi scaffali ed un’illuminazione così fioca in alcune zone che spesso si faceva fatica a leggere, ma lei aveva la strana sensazione che lì avrebbero trovato la chiave per uscire dell’impasse in cui erano piombati: svegli e consapevoli delle loro identità, ma impossibilitati a tornare alle loro vere case, condannati a vivere una vita sospesa tra verità e menzogna.
Natureza si era rivelato sempre più di scarso aiuto. L’aveva raggiunto in prigione un giorno insieme  a Tsubasa e l’aveva trovato preda del delirio, incapace perfino di riconoscerli: aveva legato troppo saldamente sé stesso alla maledizione che aveva scagliato, finendo col perdere il senno nel momento in cui questa era stata spezzata, seppur in modo parziale. Aveva giocato con forze e poteri più grandi di lui e si era ritrovato a pagarne il prezzo più alto.
“Uff! – Yayoi spuntò da dietro uno scaffale sbuffando – Mi sembra di andare in giro con la colonnina della flebo a trascinare sempre con me questo affare!”
Nella borsa che Aoba portava a tracolla era contenuto lo scrigno di Natureza.
La battuta riuscì a strapparle un sorriso:
“Ma quella è molto più carina! Trovato niente?”
“Nulla, solo libri polverosi sulla storia fittizia di New Team Town, ancora libri polverosi e…”
“Ahhhh!”
L’urlo fece drizzare di scatto la schiena a Sugimoto, mentre Yayoi voltava la testa oltre gli scaffali.
“Cos’è stato?” Urlò Kumi.
A risponderle fu Yukari:
“Niente di grave: Yoshiko ha visto un ragno.”
Fujisawa arrivò quasi trafelata alla postazione di Kumi.
“Chiamalo ragno! – si lamentò – Era un affare gigantesco e peloso! È saltato fuori dal libro che avevo in mano!”
La ragazza si passò una mano sul viso.
“Questo posto diventa sempre più orribile. Non vedo l’ora di potercene andare.”
“Lo vogliamo tutti questo.” Anche Sanae aveva raggiunto il piccolo gruppetto in quella che era ormai diventata una pausa dalla ricerca.
Yukari si lasciò cadere su una sedia:
“Troveremo mai qualcosa qui dentro?”
Kumi annuì, doveva esserci qualcosa, le sue sensazioni non sbagliavano quasi mai. Doveva trovare il modo di riportare tutti indietro, non sarebbe mai stata in pace con sé stessa altrimenti.
Spostò lo sguardo sulla destra, sempre sul tavolo, dove era appoggiato il prezioso volume che conteneva le loro vite passate. Dopo averlo custodito, Tsubasa aveva deciso di riportarlo ad Atsushi, ma questo non ne aveva voluto sapere, così l’aveva restituito a lei. Era diventato il simbolo della loro speranza.
“Dobbiamo trovare qualcosa! Non può essere irreversibile questa maledizione. – Dichiarò alle amiche – Pensavo che il bacio del vero amore avrebbe risolto tutto, invece ci dev’essere qualcosa d’altro.”
Si stava intestardendo, non avrebbe mollato finché non avesse trovato una soluzione.
“Forse abbiamo sbagliato bacio. – Saltò su ad un certo punto Nishimoto – Insomma, lo sanno tutti che il vero e grande amore di Tsubasa è il pallone!”
“Yukari!” tutte scoppiarono a ridere ad eccezione della signora Ozora che mollò uno scappellotto in testa alla vecchia compagna di classe.
Sugimoto ad un certo punto si bloccò:
“Aspettate, forse ho trovato: dobbiamo usare altri baci. Yukari tu sei un genio!”
Sanae incrociò le braccia al petto e la guardò di traverso:
“Non avrai sul serio intenzione di far baciare il pallone a mio marito?”
Kumi scosse la testa, cominciando a sfogliare il libro con le tavole illustrate.
“Assolutamente no, ma pensavo che quello che c’è tra te e Tsubasa non è il solo vero amore che abbiamo a New Team Town! Ci sono Jun e Yayoi, Hikaru e Yoshiko, Kojiro con Maki e altri che magari qui – picchiettò con un indice il volume – non sono illustrati, ma esistono. Se mettessimo insieme tutti, forse potremmo invertire la maledizione!”
Yayoi batté le mani:
“Non è un’idea malvagia, si potrebbe tentare!”
“Ma dobbiamo farlo pubblicamente?” Yoshiko era arrossita di colpo, mentre Sanae stava già estraendo il cellulare:
“Mando un messaggio sul gruppo per trovarci tutti al vecchio campo da calcio.”
“Direi che non potevi scegliere luogo migliore!” Yukari si alzò e cominciò ad avviarsi.
Kumi chiuse il libro delicatamente, quasi accarezzandolo, poi lo rimise nella sua busta bianca, seguendo le amiche.
 
Ci era voluto pochissimo tempo, meno di un’ora a radunare tutti i ragazzi al campo sportivo ed a spiegare cosa avevano in mente. Non aveva dato garanzie di successo, ma era una cosa talmente semplice e senza controindicazioni che valeva davvero la pena di tentare, il massimo che sarebbe successo in caso di fallimento era un grande sbaciucchiamento pubblico. C’era decisamente di peggio.
Tuttavia Kumi era sicura che avrebbe funzionato, come era stata sicura che la biblioteca fosse una buona idea. Sapeva che l’amore che univa le altre coppie era altrettanto puro e forte di quello che legava Sanae a Tsubasa, insieme avrebbero potuto spezzare definitivamente la bolla della maledizione. Inoltre tutto il gruppo era lì a sostenere le coppie con la sua amicizia e che cos’era l’amicizia se non una diversa declinazione dell’amore? Ce l’avrebbero fatta.
Sugimoto sapeva di essere parecchio ottimista nelle sue previsioni, ma era stato quell’ottimismo, la speranza di poter arrivare ad una soluzione a darle forza nei giorni più difficili della sua prigionia, nei giorni in cui aveva dovuto dare vita ad un alter ego fittizio che potesse lasciare la città e raggiungere l’unica persona che avrebbe potuto sbloccare la situazione.
“Che ne sarà di Natureza se questa cosa funzionerà?” La domanda postale da Kishida la strappò dai suoi pensieri.
“Che  vuoi dire?”
“Resterà qui o tornerà con noi nel nostro mondo?” Si spiegò meglio il calciatore.
Kumi non aveva una risposta certa, non era un’esperta di quel tipo di maledizioni, non le erano mai interessate in realtà. Decise però di tentare una risposta.
“Credo che se la maledizione sarà spezzata interamente, lo sarà per tutti, quindi anche lui dovrebbe tornare. Non so però in quali condizioni, non so se si potrà riprendere o resterà annichilito come ora.”
Urabe si avvicinò con espressione dura.
“Spero di no. Spero che resti così, in modo da non nuocere nemmeno ad una mosca.”
“Di questo non dovete preoccuparvi – intervenne Roberto – se dovesse tornare  lucido ci occuperemo noi di lui, faremo in modo che non possa giocarci qualche altro brutto scherzo.”
Tutta la nazionale brasiliana diede manforte alle parole dell’allenatore, del resto erano rimati anche loro vittime dei deliri dell’ex compagno di squadra, trascinati nella maledizione senza memoria, con il solo scopo di servirlo come spie e lacchè.
“Siamo pronti?”
Tsubasa chiamò gli amici che risposero quasi all’unisono.
Le coppie si erano posizionate al centro del campo, con gli altri tutti intorno ad incitarli: c’erano, ovviamente, Tsubasa e Sanae, Jun e Yayoi con la sua tracolla al seguito, Hikaru e Yoshiko ancora nervosa per trovarsi davanti a tutti, Maki che aveva convinto un reticente Kojiro, i genitori di Tsubasa e anche quelli di Sanae e, a sorpresa, anche Ryo e Yukari erano usciti allo scoperto.
Cominciarono a baciarsi, ognuno a proprio modo, chi più delicatamente, chi in maniera più passionale e subito Kumi avvertì un cambiamento nell’aria: il vento stava cominciando a soffiare, dapprima debolmente, poi sempre più forte.
“Sta funzionando, continuate!” Li incitò.
Da tempesta il vento si trasformò in uragano.
Kumi si sentì sollevare verso l’alto e seppe con certezza che stavano per tornare a casa.
 
 
 
 
 
 
 
La schiena di Genzo toccò terra piuttosto dolorosamente, di sicuro il giorno dopo si sarebbe ritrovato con un bel livido violaceo. A fatica si mise a sedere, osservando gli abiti che aveva addosso: stava indossando il completo che portava il giorno del matrimonio di Tsubasa. Si guardò intorno e vide tutti gli altri ancora a terra e storditi, chi più chi meno, vestiti piuttosto eleganti. Riconobbe anche il giardino di Villa Wakabayashi, conciato come se fosse appena passato un temporale.
“Siamo davvero tornati?” Chiese Ryo al suo fianco.
“Così sembrerebbe.” Gli rispose.
Da un lato arrivò Sanae, in abito da sposa, seguita da Tsubasa.
“Siamo a Nankatsu! – esclamò la donna – Ma siamo anche tornati indietro nel tempo? Come se la maledizione non ci fosse stata?”
Kumi li raggiunse con il sorriso sulle labbra:
“Ha funzionato! Ve l’avevo detto!”
Tutti si stavano rialzando e sistemando, abbracciandosi felici. Matsuyama sosteneva Fujisawa che era tornata ad essere pallida come quando era uscita dall’ospedale, qualche giorno prima del matrimonio, mentre Misugi pareva impegnato nel fare il terzo grado ad Aoba:
“Come stai? Ti senti bene?”
“Sto benissimo!”
“E il frammento di cuore?”
“Credo sia tornato al suo posto. È tutto finito.”
I due si abbracciarono felici.
Genzo si rivolse a Kumi al suo fianco:
“Perché siamo tornati indietro di sei anni?”
“Penso che lo spezzarsi definitivo della maledizione ci abbia riportato al momento in cui è stata lanciata, ma senza cancellare le nostre memorie.”
Sanae scuoteva la testa, non soddisfatta:
“Dovremo ricordarci per sempre delle nostre vite finte?”
Tsubasa le cinse le spalle con il suo abbraccio.
“È giusto così. – commentò – Non è di sicuro stata un’esperienza piacevole, ma non la si può cancellare come se non fosse esistita. Io sono Tsubasa Ozora, ma per un certo periodo sono stato anche Oliver Hutton. Ciò che ho vissuto, ciò che ho provato in quei panni mi ha aiutato e mi aiuterà a crescere. Non sarebbe stato giusto riprendere le nostre vite come se nulla fosse successo. Ora abbiamo la possibilità di rivivere alcuni anni come noi stessi, non sprechiamola.”
Genzo non poteva essere più d’accordo con l’amico. Dal canto suo aveva imparato che il rancore ed il risentimento erano due nemici terribili che albergavano nel profondo del suo animo, la maledizione li aveva solo resi più acuti ed esasperati. Si promise di impegnarsi a tenerli a bada ed a fare in modo che non prendessero di nuovo il sopravvento, impedendogli di godere di ciò che di bello la vita gli offriva, oltre alle sfide e agli infortuni.
“Non è giusto però che io debba tornare a scuola!”
Atsushi era il più imbronciato di tutti ed in fondo Wakabayashi non seppe dargli torto: dall’uomo che era diventato a New Team Town era tornato ad essere un ragazzino alle prese con il primo anno del liceo. Chissà come si sarebbe trovato con i suoi coetanei con l’esperienza accumulata nei sei anni come Jason Brown.
Genzo scacciò il pensiero, di quello si sarebbero occupati il giorno successivo, ora dovevano solo festeggiare il ritorno a casa e Villa Wakabayashi aveva ancora delle risorse da offrire.
“Forza! – chiamò i suoi ospiti – Si sta facendo freddo, torniamo dentro. Ci sono ancora parecchie bottiglie di champagne da stappare e abbiamo centinaia di buoni motivi per festeggiare.”
Con passo sicuro guidò il gruppo nel salone allestito come se il rinfresco di nozze di Sanae e Tsubasa non fosse mai stato interrotto.
Erano tornati tutti a casa salvi e se avevano sconfitto una maledizione come quella, nulla avrebbe potuto abbatterli.
Afferrò un flute appena riempito di champagne da un cameriere e lo sollevò in alto a proporre un brindisi.
“Agli sposi ed al loro vero amore!”
Avvicinò il flute alle labbra e cominciò a sorseggiare, mentre Tsubasa e Sanae si scambiavano un bacio.
Non ci sarebbero più state maledizioni, realtà alternative e strani libri che li raffiguravano come personaggi dei fumetti.
Era tutto perfetto, finalmente.




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Per il finale di questa storia ho voluto utilizzare due punti di vista significativi: il primo è stato quello di Kumi che non avevavmo mai visto per tutta la storia e mi sarebbe piaciuto chiudere con lei, ma poi ho trovato giusto che fosse Genzo a chiudere il cerchio, dato che era stato lui ad introdurci nella storia nel prologo a Villa Wakabayashi duarnte i festeggiamenti del matrimonio di Sanae e Tsubasa. Ed in un movimento circolare i nostri sono tornati dove tutto era iniziato, uguali, ma cambiati.
Ma chi mi conosce sa che io amo i lieto  fine e non avrei potuto lasciare i nostri prigionieri per sempre a New Team Town.

Vorrei ringraziare tutti coloro che in questo anno abbondante hanno letto e seguito questa storia, soprattutto coloro che si sono "fidati" quando i personaggi durante la maledizione hanno cominciato ad apparire con "abbinamenti" insoliti.
Ringrazio chi ha inserito la storia in una delle varie liste e chi ha speso parte del suo tempo per lasciare una recensione.

Nonostante questo anno strano, nonostante in alcuni momenti abbia dovuto diluire la pubblicazione, non ho mai smesso di lavorare a questa storia e di questo mi sento soddisfatta, ma ora ho bisogno di una pausa prima di tuffarmi in altri progetti, questo è stato bello tosto!
 
  
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