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Autore: Little Firestar84    11/01/2021    12 recensioni
“Come qual è il problema? Tuo figlio tiene in camera riviste porno, profilattici e libri sul sesso e non ti sembra un problema?”
“Veramente,” continuò lui in tutta tranquillità, sorseggiando il caffè come se avessero discusso del sole e non del fatto che il sangue del loro sangue pensava al sesso e non era più il loro adorabile bambino, e magari il sesso lo praticava pure. “Quella è tutta roba che gli ho dato io.”

Ryo, Kaori, la vita da adulti... alle prese con i figlio ormai adolescenti, i primi amori, crescere, e con i ricordi del passato.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Le cose strane a cui si pensa mentre si fanno le pulizie... una storiella breve senza troppe pretese, su amore, sesso e famiglia...


“Ryo Saeba! Non hai nulla da dire a tuo figlio?!” Ryo, con una fetta di toast in bocca, alzò lo sguardo dal giornale e fissò la donna che era sua compagnia da oltre sedici anni sbattendo le palpebre più volte; aveva sentito il suo urlo collerico, aveva sentito il
Saeba, ed aveva temuto di averne combinata un’altra delle sue o di aver guardato troppo intensamente una bella donna. Ma la martellata punitiva non solo non era arrivata, ma si era poi reso conto che lei aveva urlato contro l’unica creatura sulla faccia della Terra che non aveva mai prima di allora attirato le sue ire e le sue punizioni divine. 

Saeba, sì, ma non Ryo: Hideyuki

Altresì detto il loro figlio sedicenne. 

Kaori aveva stravisto per il piccolo Hide dal momento che era nato: non era solo il fatto che fosse sua madre, ma anche sì, perché lei lo trovava adorabile, e con il bambino era stata dolcissima, così tanto che aveva perfino fatto venire le lacrime agli occhi a Ryo. Hide era una copia in miniatura del padre, capelli ribelli neri e occhi scuri come la notte, e lei aveva deciso di riversare su quel “Piccolo Ryo” tutto l’amore di cui il padre era stato privato crescendo. 

E poi, era sensibile, intelligente, discreto, scrupoloso e affabile, tutte qualità che, se non al massimo nel campo lavorativo, nessuno di loro possedeva (se non Kaori la sensibilità, ma solo con chi diceva lei), e che davvero non capivano da dove le avesse tirate fuori. 

Quindi, no, in sedici anni Kaori non si era mai arrabbiata con suo figlio. 

Anche se, a dirla tutta, quella era la prima volta che trovava quel genere di roba nella stanza del suo bambino. 

“Sì, allora, quale sarebbe il problema?” Ryo sbatté di nuovo le palpebre alla visione del “pacco” che lei gli aveva messo sotto al naso, e che davvero, non capiva esattamente come potesse creare delle difficoltà- non sarebbe stata né la prima né l’ultima madre a trovare cose del genere nella stanza del figlio...

“Come qual’è il problema? Tuo figlio tiene in camera riviste porno, profilattici e libri sul sesso e non ti sembra un problema?”

“Veramente,” continuò lui in tutta tranquillità, sorseggiando il caffè come se avessero discusso del sole e non del fatto che il sangue del loro sangue pensava al sesso e non era più il loro adorabile bambino, e magari il sesso lo praticava pure. “Quella è tutta roba che gli ho dato io.”

“Tu...Tu…” Kaori cadde sulle ginocchia, balbettando, poi però la portata dell’affermazione del compagno la colpì in pieno petto, e si alzò, tuonando con la forza di un vulcano, sovrastando con uno dei suoi martelli micidiali. “Tu, lurido porco pervertito, vergogna della nazione, vuoi trasformare mio figlio nel nuovo stallone di Shinjuku!”

Provò a colpirlo, ma lo mancò - Ryo era diventato bravo ad evitare le martellate, specie quando sapeva di non essere nel torto, ovvero la maggior parte delle volte. 

“Senti, Kaori, a parte che educazione sessuale la fanno pure a scuola, ma poi, cosa vuoi fare, nascondere la testa sotto alla sabbia? Hide ha quasi diciassette anni. I ragazzi della sua età pensano al sesso. Spesso e volentieri lo fanno. E spesso e volentieri non sanno cosa stanno facendo, il perchè, o come comportarsi, e te lo dice uno con cognizione di causa. Quindi, cosa preferisci: che impari del sesso parlandone con gli adulti, o che ne abbia una visione malata data dai porno e dai racconti di altri ragazzini che vogliono solo farsi belli?”

Kaori, piagnucolando, si sedette sulla sedia davanti a Ryo, con le mani in grembo. “Però… sembra ieri che lo pettinavo per andare a scuola…”

Ryo allungò la mano, e prese ad accarezzare la pelle della compagna; Kaori aveva ormai quarantaquattro anni, ma la sua pelle era morbida e profumata esattamente come il primo giorno che l’aveva incontrata quasi trent’anni prima, e dimostrava quasi dieci anni di meno di quelli che aveva; anche lui, che aveva superato la cinquantina, e che aveva dovuto ammettere di non essere più un giovanotto di vent’anni, non se la cavava malaccio: era ancora in forma, aveva ancora una buona vista, poche rughe- ma che secondo la sua donna lo rendevano ancora più affascinante- e nemmeno un capello grigio. Chiunque fossero stati i suoi genitori, li ringraziava per quei geni meravigliosi che gli avevano trasmesso.

“Sugar, a parte che puoi stare tranquilla perchè due profilattici gli ho dato dei miei, e due ancora ne ha… guarda che lo so che ti fa strano pensare ad Hide che è grande e fa sesso, ma non pensi che sia più normale e sano un adolescente che lo fa, in modo sano, sicuro e protetto, rispetto a come eravamo noi?” Entrambi sospirarono, ripensando ai loro passati…

Ryo, che la verginità all’età del figlio l’aveva già persa da un bel po’ e con una donna che aveva il doppio dei suoi anni quasi,  che ci provava con tutte, che se la spassava (grazie al cielo sempre fuori casa) con delle sciacquette, che passava il tempo a sbavare dietro ai porno, che importunava il 99,9% delle donne che incontrava.

Kaori, che non aveva avuto modelli femminili, che era stata cresciuta credendo che il sesso fosse solo sporco e perverso, che aveva perso la verginità a quasi trent’anni con il suo compagno di vita, ma che era così tonta in materia che non aveva mai percepito tutti i segnali che lui le aveva mandato negli anni.

Ricordavano ancora quando si era trattato di, finalmente, coronare la loro relazione portandola sul piano fisico: erano stati timidi, insicuri, lei aveva avuto paura di deluderlo, lui aveva avuto paura di farle male e di non sapersi controllare, con il risultato che erano stati tesi come dei tronchi d’albero, lei non aveva provato piacere, anzi, solo dolore, lui aveva perso l’erezione, e si erano poi evitati per settimane. 

Settimane

Poi però il loro sentimento aveva avuto la meglio, avevano sentito la mancanza l’uno dell’altra, ed avevano deciso di riprovarci, ma i risultati erano sempre stati gli stessi, ogni sacrosanta volta, e se prima avevano dormito insieme ma dandosi le spalle, adesso erano tornati a dormire separati tanta era la sofferenza per la loro situazione. 

Erano dovuti ricorrere alla terapia per poterne uscire, ed il responso degli specialisti che avevano visto era stato unanime: vaginismo di natura psicologica.

Ci avevano impiegato parecchio tempo per superare quella difficoltà, ma alla fine avevano raggiunto un’intesa sotto alle lenzuola pari solo a quella che avevano sul campo di battaglia.

Kaori sospirò, rassegnata. Immaginò che Ryo avesse ragione: doveva accettare che suo figlio fosse grande, e che provasse interesse e desiderio per l’altro sesso (specie, con tutta probabilità, per una sua coetanea dai capelli neri e gli occhi azzurri, nippo-americana, che viveva proprio davanti a loro). 

D'altronde, pure io alla sua età, quando ho incontrato Ryo, mi ero così emozionata… e… e mi ero fatta anch’io le mie fantasie… e chissà, se fossi stata un po’ più grande… e lui non fosse stato un così grande donnaiolo… magari lui… ed io… noi...

“Ma guarda un po’, la mia ragazza fa dei pensieri sozzi… scommetto che pensi a me quando ero quel gran bel ragazzo di vent’anni che hai incontrato quando andavi al liceo!” Le sorrise sornione attraverso il tavolo, facendole l’occhiolino, e Kaori arrossì. Senza tergiversare, lo sweeper afferrò i due profilattici sul tavolo e si caricò la bella compagna in spalle, come un novello cavernicolo, e con maestose falcate, percorse le scale tre scalini alla volta. 

“Ma, Ryo!” Squittì lei, ridendo.

 “Oh, senti, tutto questo parlare di sesso mi ha messo voglia, e poi…” arrivato davanti alla porta della loro stanza, si fermò, leggermente imbarazzato ed arrossì, mettendola giù. “E poi, mi è venuto in mente quanto era stato bello stringerti tra le braccia, con il tuo seno premuto contro il mio petto, e poi.. e poi appena hai urlato Hide è scappato ai cento all’ora da Amaya, e ho pensato che, potremmo approfittarne per farci un po’ di coccole… a malapena riusciamo a rubarci qualche minuto per noi, e poi dobbiamo sempre stare zitti e fare piano e…”

Non finì la frase, che lei gli diede un bacio veloce sulle labbra, prima di dargli le spalle ed entrare in camera da letto. 

Perdendo, ad ogni passo, un articolo di vestiario.

   
 
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