Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Schmetterlinge    28/02/2021    3 recensioni
Qualunque cosa fossa accaduta, ognuno di loro avrebbe fatto ritorno a casa, sempre e comunque.
Perché questo era Fairy Tail.
Una raccolta di momenti, alcuni rivisitati, di una delle Gilde più amate di sempre.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loving you is a losing game

 

 

 

 

Prese un respiro profondo quando scorse due grandi occhi blu rientrare nel suo campo visivo.

 

“Wendy …”

 

“Come ti senti?”

 

Juvia sorrise, l’incarnato pallido e il volto stanco.

 

“Ora meglio, grazie a te.”

 

La dragon slayer non rispose.

 

 

 

 

 

Era un miracolo che fosse ancora viva

 

 

 

 

“Bene…”

 

In realtà non andava bene per niente; nonostante Juvia facesse di tutto per mostrarsi forte non era ancora fuori pericolo e la cosa non poteva non impensierirla.

 

“Ehi...”

 

Lucy aveva appena fatto il proprio ingresso, le braccia conserte e un’espressione seria in volto tanto che l’amica la osservò scettica.

 

“Rivale in amore.”

 

“Come andiamo oggi?”

 

“…”

 

Si mise a sedere, seppur con non poca fatica.

 

“Ragazze …”

 

Lo disse tutto d’un fiato.

 

“Sto morendo?”

 

Ricorse ad una schiettezza tale da gelare gli animi - già di per sé inquieti -  dei presenti tanto che Lucy dovette soffocare un rantolo.

 

“Ma che ti salta in mente?”

 

“Allora perché continuate a guardarmi come se dovessi morire da un momento all’altro?”

 

Wendy abbassò lo sguardo, un sorriso amaro sulle labbra.

 

“Si vede che hai ancora la febbre.”

 

“Quindi non sto morendo?”

 

“No, Juvia.”

 

 

 

Quella voce 

 

 

 

 

 

Natsu era entrato senza preavviso, poggiandosi alla finestra lì vicino, le braccia conserte e un’espressione indecifrabile in volto.

 

“Dovremo sopportarti ancora a lungo.”

 

Sorrise la water maker, scuotendo il viso; quel ragazzo riusciva a farla ridere anche nei momenti più impensabili.

 

“Cerca di riposare.”

 

Schiuse le labbra, ringraziandolo con lo sguardo, per poi osservarlo scomparire oltre il portone dell’infermeria; quel gesto che ai più sarebbe parso così normale suscitò in Juvia un’indefinibile malinconia.

 

“Natsu-san …”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A broken heart is all that's left

I'm still fixing all the cracks

Lost a couple of pieces when

I carried it, carried it, carried it home

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natsu camminò con passo deciso, dirigendosi al salone della Gilda dove prese posto su una delle tante panche, serio in volto.

 

Per quanto si sforzasse del contrario proprio non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Juvia febbricitante e agonizzante sotto l’acqua battente; strinse i pugni nel rivedere quei momenti mentre avvertiva la rabbia scorrergli in corpo.

 

“Natsu …”

 

Happy lo scrutò preoccupato ma il ragazzo parve non accorgersene.

 

“Questa volta ha esagerato.”

 

“Ma era …”

 

“Non mi interessa, Happy.”

 

Trattenne il fiato nel ricordare gli occhi vitrei di Juvia fissarlo impassibile, le labbra pallide e smorte; l’aveva guardato triste per poi lasciarsi andare - stremata - e capitolare a terra.

 

“Natsu …”

 

“…”

 

Non era così che aveva immaginato quella rimpatriata, sarebbe dovuta andare diversamente; per fortuna l’aveva presa prima che potesse sfracellarsi al suolo.

 

 

 

 

 

 

 

“Se ne è andato.”

 

“Juvia …”

 

“Mi dispiace…”

 

“Lo ritroverò, te lo prometto.”

 

Natsu la fissò intensamente, regalandole uno dei suoi disarmanti sorrisi.

 

“Lo riporterò da te.”

 

 

 


 

 

 

 

Quell’idiota l’aveva lasciata sola - di nuovo - senza una spiegazione o uno straccio di lettera.

 

 

 

Niente di niente

 

 

 

 

 

Inutile dire che la delusione fu grande non appena scoprì essere una farsa architettata da Erza; voleva un gran bene sia a Titania sia a quello scapestrato del suo migliore amico ma proprio non riusciva a far finta di nulla.

 

 

 

Juvia non se lo meritava

 

 

 

 

Nel mentre tutto era tornato alla normalità e la vita alla Gilda aveva ripreso a scorrere serena, almeno fino a una settimana prima, quando per poco non avevano perso quella dolce pazza psicopatica.

 

 

 

 

 

 

A broken heart is all that's left

I'm still fixing all the cracks

Lost a couple of pieces when

I carried it, carried it, carried it home

 

 

 

 

 

 

Iniziò a tamburellare le dita sulla superficie legnosa quando scorse l’oggetto dei suoi pensieri fare il proprio ingresso in compagnia di Titania e Gajeel; si squadrarono per interminabili secondi fin quando il rossiccio si decise ad andargli incontro, piantandogli un pugno sotto il mento.

 

“Natsu!”

 

“Non metterti in mezzo, Erza!”

 

Gajeel guardò la scena impietrito.

 

“Almeno sei andato a farle visita?”

 

Gray serrò le labbra, livido in volto.

 

“Ci stavo andando ora.”

 

“Ah giusto…”

 

Il dragon slayer scosse il volto, sarcastico.

 

“Dimenticavo che hai sempre bisogno di una badante.”

 

Voleva provocarlo, ardeva dalla voglia di togliergli quell’aria apatica dal volto e se offenderlo era la soluzione al problema non avrebbe esitato ad andarci pesante.

 

“Adesso basta!”

 

“Stanne fuori, Erza!”

 

Titania sgranò gli occhi: Natsu non le aveva mai parlato in quel modo.

 

“Non mi interessa se faceva tutto parte di un piano, potevi comunque lasciarle uno scritto, qualunque cosa.”

 

“Come hai fatto tu con Lucy?”

 

“L’hai abbandonata, Gray.”

 

Trattenne il fiato, irrigidendosi.

 

“Hai idea di quanto sia rimasta sotto la pioggia ad aspettare che tornassi?”

 

“Natsu …”

 

“L’abbiamo trovata per miracolo, se non fosse stato per Wendy …”

 

Si interruppe bruscamente, sbiancando le nocche.

 

“E adesso …”

 

Iniziò a ridere, quasi fosse in preda al delirio.

 

“Ancora adesso, nonostante sia agonizzante in un misero lettino, non trovi il coraggio di andare a farle visita e parlarle apertamente?”

 

Lo afferrò per il colletto della maglia, fulminandolo con lo sguardo.

 

“Mi pento di aver impedito a Gajeel di spaccarti la faccia quel giorno.”

 

Lasciò la presa, squadrandolo con aria di sfida, quando si sentì scaraventare a terra; Gray aveva iniziato a infervorarsi.

 

“Sei sempre stato particolarmente protettivo verso Juvia.”

 

“Si chiama stima, considerazione, Gray!”

 

“Ne sei sicuro?”

 

 

 

 

 

A broken heart is all that's left

I'm still fixing all the cracks

 

 

 

 

 

“Adesso fai anche il geloso? Non mi sembra che te ne sia mai importato un granché.”

 

“Natsu!”

 

Erza aveva alzato la voce mentre Gajeel era rimasto in disparte, serio in volto.

 

“Vuoi sapere come stanno le cose?”

 

Gray non disse nulla, serrando le labbra.

 

“Tengo a Juvia, se è questo che ti interessa.”

 

Silenzio.

 

“E’ mia amica, fa parte della famiglia e non sopporto l’idea di vederla stare male, specie se per un idiota come te.”

 

Natsu gli si avvicinò, squadrandolo da capo a piedi.

 

“Quante volte l’hai respinta?”

 

“Cosa …?”

 

“Quante volte l’hai ignorata?”

 

“Potrei dire lo stesso di te e Lucy.”

 

Non l’avesse mai fatto; ancor prima di rendersene conto Gray si sentì scaraventare a terra, un pugno in pieno volto.

 

“Non ti azzardare a nominare Lucy, è un paragone che non regge.”

 

“…”

 

“E comunque non la meriti, Gray.”

 

 

 

Loving you is a losing game

 

 

 

 

Quelle parole fecero male, così male che l’ice maker dovette poggiarsi al tavolino accanto.

 

“Nessuno ti obbliga ad amarla, solo …”

 

Seguì un silenzio singolare.

 

“Solo non prenderla in giro.”

 

“Ragazzi …”

 

Juvia era poco distante, sorretta da Lucy e Wendy, pallida e febbricitante; a giudicare dalla sua espressione doveva aver sentito tutto.

 

“Vi prego …”

 

Fu un balbettio sommesso.

 

“Vi prego, non litigate.”

 

Respirò a fatica - stanca - quando sentì le forze abbandonarla, capitolando contro il pavimento in legno.

 

“Juvia!”

 

Quelli che seguirono furono attimi di terrore.

 

“Wendy!”

 

“Chiamate Polyushka!”

 

Natsu non fece nulla, limitandosi a squadrare Gray che nel frattempo era rimasto immobile, troppo pietrificato per fare qualcosa.

 

“Quella ragazza potrebbe essere la cosa migliore che ti sia mai capitata.”

 

Silenzio.

 

“Peccato solo tu sia così ottuso da non riuscire a capirlo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I'm afraid of all I am

My mind feels like a foreign land

Silence ringing inside my head

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Come sta?”

 

Gajeel aveva abbassato lo sguardo mentre Natsu lo fissava come a volergli estorcere una confessione.

 

“Non bene.”

 

“Resto io con lei.”

 

Wendy rivolse loro un’occhiata fugace prima di scomparire oltre il portone dell’infermeria.

 

“Dov’è Gray?”

 

“…”

 

Lucy scosse la testa quando osservò Natsu allontanarsi, sentendosi mancare; doveva parlargli, aveva bisogno di parlargli.

 

Lo rincorse fino ad afferrarlo per le spalle, costringendolo a specchiarsi nelle sue iridi scure.

 

 

 

 

Loving you is a losing game

 

 

 

“Ehi …”

 

“Lucy …”

 

Sorrise, abbassando il volto.

 

“Mi dispiace.”

 

“Natsu …”

 

“Non avrei dovuto andarmene, non avrei dovuto lasciarti in quel modo, con quello scritto…”

 

“No …”

 

“Pensavo fosse la cosa migliore.”

 

“Va bene così.”

 

Lucy trattenne il fiato, fiondandosi tra le sue braccia e scoppiando in un pianto rovinoso.

 

 

 

 

Non solo per lei ma anche per Juvia

 

 

 

“Devo …”

 

Soffocò un rantolo non appena sentì Natsu baciarle la fronte ampia, mandandola in estasi.

 

“Devo parlare con Gray.”

 

“Vuoi che venga con te?”

 

Avrebbe voluto averla accanto ma sapeva di dover affrontare l’amico da solo.

 

“Meglio che ci parli io.”

 

“Non scannatevi, d’accordo?”

 

“Promesso.”

 

Non seppe spiegarsi il motivo ma sentì il sorriso morirle sulle labbra non appena lo vide svoltare l’angolo.

 

“Natsu …”

 

 

 

 

 

 

 

 

Please, carry me, carry me, carry me home

I've spent all of the love I saved

We were always a losing game

I got addicted to a losing game

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gray si prese il volto tra le mani, non potendo fare a meno di rimurginare sulle parole del suo migliore amico quando scorse l’oggetto delle sue preoccupazioni venirgli incontro.

 

“…”

 

“Come mi hai trovato?”

 

Natsu gli si avvicinò, poggiandosi al corrimano lì vicino, un sorriso sarcastico.

 

“Ti conosco.”

 

“…”

 

“Mi dispiace per prima.”

 

L’ice maker scosse la testa, rivolgendogli un’occhiata fugace.

 

“Spiace anche a me.”

 

Non era mai stato bravo a parole.

 

“Non avrei dovuto coinvolgere Lucy.”

 

“Va bene così, davvero.”

 

 

 

 

Perché era sempre tanto difficile ammettere le proprie debolezze e i propri errori?

 

 

 

 

“Non sei l’unico ad aver perso qualcosa.”

 

Il rossiccio serrò le labbra, conscio di avere gli occhi dell’amico tutti per sé.

 

“Non è respingendo chi ti ama che risolverai il problema.”

 

“Natsu …”

 

“Non potrai andare avanti così in eterno.”

 

“Le persone che mi stanno accanto, muoiono Natsu.”

 

“Ti sbagli.”

 

Il moro lo squadrò scettico.

 

“Io, Lucy, Erza e tutti gli altri siamo ancora qui.”

 

Seguì un silenzio singolare.

 

“Juvia è ancora qui.”

 

“…”

 

Gray strinse i pugni, sbiancando le nocche.

 

“Merita di meglio.”

 

“Su questo hai ragione.”

 

Quelle parole furono taglienti quanto la lama di un coltello, un pugno nello stomaco.

 

“Ma lei ti ama.

 

“…”

 

 

 

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

“Non lo ripeterò ancora.”

 

Natsu incastonò lo sguardo nelle iridi dell’amico.

 

“Juvia ti sta aspettando, idiota.”

 

Silenzio.

 

“Perciò vedi di sbrigarti.”

 

Lo fissò a lungo, come a volersi assicurare che avesse realmente compreso, quando si decise a dargli le spalle.

 

“Ci vediamo dentro.”

 

Gray lo osservò allontanarsi, le spalle curve e le mani in tasca, pensando a quanto fosse cambiato, a quanto fosse cresciuto e maturato.

 

 

 

 

 

 

 

 Mentre lui sentiva di essere rimasto indietro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Erza abbassò il mento di fronte allo sguardo sofferente della water maker; la fronte imperniata di sudore, le labbra tremule e sottili, l’incarnato pallido.

 

“Juvia …”

 

Wendy le era seduta di fronte, gli occhi apparentemente vitrei, al pari di Lucy; se solo fosse stata più capace, se solo …

 

“Non devi rimproverarti nulla.”

 

Titania era sempre stata oltre.

 

“Erza ...”

 

Sorrisero quando Natsu fece il proprio ingresso, poggiandosi alla parete lì vicino.

 

“Come sta?”

 

“Non ha ancora ripreso conoscenza.”

 

Lucy lo scrutò preoccupata, quasi a volergli estorcere una confessione che non avrebbe mai ottenuto.

 

“Gray?”

 

“…”

 

Natsu non rispose, abbassando il mento non appena scorse l’ice maker affiancarglisi.

 

“Sei in ritardo.”

 

“…”

 

Decise di non infierire oltre, dopotutto ci era già andato parecchio pesante, perciò si limitò a mettergli una mano sulla spalla - invitandolo a raggiungere le ragazze - quando si specchiò nelle iridi di Lucy.

 

 

 

 

Juvia 

Lucy

 

 

 

 

Lui, che si era spesso preoccupato per Juvia ma non aveva mai saputo aprirsi con Lucy.

 

E Gray, che aveva in più di un’occasione difeso Lucy e ferito Juvia.

 

 

 

 

Due amici invidiabili.

 

Due compagni disastrosi.

 

 

 

 

Abbassò il mento, soffermandosi prima sul volto della water maker e poi su quello della maga degli spiriti stellari, il viso contratto in una smorfia, gli occhi lucidi e la spalle curve.

 

“Andrà bene.”

 

Gray parve intuire i pensieri dell’amico.

 

“Ora siamo insieme.”

 

 

 

 

 

 

All I know, all I know

Loving you is a losing game

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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