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Autore: Stekao    26/04/2021    12 recensioni
"Dove andró adesso, che faró?" Questo si ritrova a dire Kaori nel manga, nell'episodio di Sonia, dopo il combattimento avvenuto fra Ryo e Falcon al cimitero... Per amore di Ryo e sentendosi una partner non degna, sarebbe stata disposta ad andarsene subito e a lasciare il suo posto a Sonia... sappiamo peró, che nel manga le cose si sono fortunatamente sistemate in fretta... Ma se invece Kaori avesse messo davvero in atto il suo proposito di andarsene? Se Sonia avesse accettato di prendere il suo posto? Ryo cosa avrebbe fatto?
Il mio what if parte da questa idea, ma saranno una vecchia vicina di casa e una donna "scomparsa" a dare la giusta spinta per far evolvere le cose tra i nostri due adorati sweepers.
Ps. Mi sono divertita ad inserire qua e là piccoli dettagli e dialoghi tratti dal manga, ma catapultandoli ovviamente in un contesto del tutto diverso... Spero di riuscire a farveli cogliere tutti, a voi scoprirli!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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1. SENSO DI COLPA

Era fuggita, poco dopo il combattimento tra Ryo e Falcon. Vinta dalla vergogna per l’errore commesso al cimitero, Kaori, resasi conto di poter essere un pericolo e un ostacolo per Ryo, si era ritrovata a vagare per le strade di Tokyo in preda al senso di colpa.

Lo aveva lasciato a casa, fasciato e dolorante, ed era corsa via, lontana da tutti quei pensieri strazianti che in quelle ore le avevano lacerato l’anima.

Non era in grado di essere una partner degna per Ryo che per l’ennesima volta aveva rischiato la vita per proteggerla…

Lei lo amava, di un amore unico e profondo, ma ormai da tempo aveva capito che i suoi sentimenti per lui non sarebbero mai stati corrisposti. E allora a cosa sarebbe valso rimanergli ancora accanto?

Non avrebbe mai più potuto sopportare di essere un ostacolo per lui e per la sua incolumità.

Si sentiva una inutile palla al piede e aveva quindi deciso di fare l’unica cosa possibile… andarsene, lasciarlo libero… Senza di lei Ryo avrebbe avuto senz’altro una vita migliore.

Aveva preparato una piccola borsa con il necessario ed era uscita da quella casa senza guardarsi indietro.

-Dove andrò adesso? Che farò?- si ritrovó a chiedersi sedendosi sulla gradinata del parco.

E all’improvviso una idea le balenó in testa. Corse a perdifiato verso una delle cabine telefoniche site a poca distanza da lei e tirò fuori dalla borsa il suo taccuino.

Qualche mese prima aveva incontrato, del tutto casualmente, Tomoko Inoue, una sua vecchia vicina di casa, una signora estremamente gentile alla quale sia lei che il fratello avevano sempre voluto molto bene.

Poco prima che Hide morisse, Tomoko e suo figlio si erano trasferiti a Nagoya e la donna, prima di partire, aveva rilasciato a Kaori il suo nuovo recapito promettendole che l’avrebbe chiamata non appena la compagnia telefonica avesse attivato il suo nuovo numero telefonico, ma con l’uccisione di Hideyuki, tutto era andato a rotoli e con il trasferimento di Kaori, presso la casa di Ryo, le due avevano finito col perdere definitivamente i contatti ed erano quindi passati diversi anni dall’ultima volta in cui si erano viste, ma il destino ci aveva messo lo zampino permettendo alle due donne di rincontrarsi una mattina, per caso, per le vie di Tokyo.

La signora era tornata in città per qualche giorno per far visita ad alcuni parenti e fu tanta la gioia di entrambe nel rivedersi, che si erano ripromesse che da quel momento non avrebbero mai più perso i contatti.

– Semmai avrai bisogno, per qualunque cosa, non esitare a contattarmi –

Questo le aveva detto quella dolce vecchina, poco prima di salutarsi e rilasciandole il suo nuovo numero di telefono.

L’aver appreso della morte di Hideyuki aveva scosso profondamente Tomoko e avrebbe davvero fatto di tutto per aiutare Kaori semmai ne avesse avuto bisogno.

E in quel momento quindi, quelle parole risuonarono nella testa della sweeper. Forse non era stato un caso che avesse rincontrato la sua cara vicina.

Un nuovo punto di partenza, un segnale del destino per esortarla ad andare lontano e a ricominciare la sua vita senza Ryo.

Kaori, dopo aver parlato con Tomoko, non perse tempo.

Come aveva previsto, infatti, la donna si era resa subito ben disponibile ad accoglierla, ma Kaori, sentendosi già fortemente in colpa nel doversi approfittare della sua generosità, mise immediatamente in chiaro che si sarebbe trattato soltanto di qualche giorno, del resto in quel momento non aveva abbastanza soldi per potersela cavare da sola, ma avrebbe fatto di tutto per poter riprendere in mano la sua vita in completa autonomia trovando un nuovo lavoro.

Si sentiva una vigliacca, non aveva avuto il coraggio di affrontare Ryo, ma il senso di vergogna provato per avergli fatto rischiare la vita, era troppo grande perché riuscisse a superarlo, inoltre era certa che Ryo fosse in collera con lei al punto da non avere alcun interesse né a rivederla né a parlarle.

Cercando di trattenere le lacrime che sentiva già inumidirle gli occhi, riprese il telefono componendo un nuovo numero.

“Pronto?” la voce dell’amica risuonó dolcemente nelle sue orecchie.

“Miki?” la chiamó mestamente Kaori…

“Kaori, che succede?” le chiese la barista percependo all’istante lo stato di sconforto nel quale riversava la ragazza

“Devo andarmene” disse Kaori all’improvviso

“Che significa?” chiese Miki preoccupata

“Se mi vuoi bene ti prego… non farmi altre domande. Volevo solo salutarti…”

“Ma che vuol dire che te ne vai? Come puoi chiedermi di non farti altre domande? Ma dove andrai? E a Ryo lo hai detto?” cercó di incalzarla Miki basita di fronte alle parole dell’amica

“È una cosa che devo fare… Ti prego, cerca di capirmi… ti voglio bene Miki, sei e resterai per sempre la mia più cara amica.. Ti chiamerò” e senza darle il tempo di ribattere, Kaori abbassó il ricevitore lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.

Avrebbe voluto quantomeno salutare l’amica stringendola a sé in un forte abbraccio, ma sapeva che Miki non le avrebbe mai permesso di andarsene e non poteva rischiare che riuscisse a convincerla a restare.

Aveva deciso per il bene di Ryo e doveva perseguire in ogni modo il suo obiettivo. Ma c’era ancora una cosa importante da fare. Trovare Sonia e parlarle… ma dove avrebbe potuto cercarla?

Mettendosi il borsone in spalla, uscì dalla cabina e il caso volle che la vedesse camminare proprio in quel momento poco distante da lei…

Le corse incontro.

“Sonia!” la chiamò

La ragazza si voltò di scatto avvicinandosi a Kaori…

“Kaori, ti stavo proprio cercando! Volevo chiederti scusa…”

“Non devi scusarti… anzi, avrei voluto proprio parlarti e sono contenta che tu sia qui…”disse Kaori abbassando lo sguardo per poi proseguire…

“Tu sei più adatta di me come socia di Ryo… io non sono in grado di stare al suo fianco. Ryo è stato ferito perché io sono entrata al cimitero, sarà arrabbiato con me… finisco sempre per essere di intralcio. Lui con me sarebbe sempre in pericolo, rischierebbe continuamente la vita per me… non posso, non riesco…”Kaori si interruppe per un attimo vinta dall’emozione… poi, dopo un profondo respiro, continuò

“Vorrei davvero che prendessi il mio posto Sonia… anche Ryo ne sarebbe felice…” per un attimo sorrise al pensiero di Ryo che finalmente avrebbe avuto una socia capace, oltre che bellissima, al suo fianco. Di sicuro quel pervertito avrebbe gradito enormemente quel cambio di ruoli…

“Io sto per andarmene… ma sarei più serena se sapessi che accanto a lui ci fosse qualcuno in gamba come te. Tu sapresti coprirgli le spalle e poi vi conoscete, Ryo è stato molto legato sia a te che a tuo padre…”

“Vuoi davvero che sia io a prendere il tuo posto?” chiese Sonia incredula

Kaori annuì sorridendole dolcemente.

“Va’ da lui… Addio Sonia” le disse di getto, prima di voltarsi e correre verso l’uscita del parco lasciando Sonia in preda a mille pensieri.

Ryo si risvegliò ancora intontito. Si alzò e si accorse subito dell’assenza di Kaori.. La chiamó per sincerarsene quando l’occhio gli cadde su un biglietto lasciato sul tavolino di fronte al divano.

Quando lo lesse un brivido freddo percorse la sua schiena

HO PRESO LA DECISIONE MIGLIORE PER ENTRAMBI.

TI LASCIO LIBERO RYO.

ABBI CURA DI TE, SCUSAMI. KAORI

Accartocció quel pezzo di carta e corse verso la porta dell’appartamento in uno stato di folle agitazione, ma non appena la aprì si ritrovó Sonia di fronte a lui.

“Sonia, che ci fai qui!?” chiese Ryo guardandola stranito

“Io e Kaori abbiamo parlato e mi ha detto che sarebbe felice se prendessi io il suo posto e quindi…”

“Se prendessi tu il suo posto?”Ryo la guardò allibito…

“Ma come? Allora tu non ne sai niente? Credevo ti avesse informato in qualche modo prima di andarsene” disse Sonia fissandolo preoccupata…

“Che significa che se n’è andata? Dove?” chiese Ryo in preda al panico per quella rivelazione.

“Non lo so… mi ha solo detto di non sentirsi all’altezza del ruolo, che forse saresti stato arrabbiato perché per l’ennesima volta hai rischiato la vita per lei e che quindi preferiva lasciarti con qualcuno di più capace…”

“Arrabbiato? Ma io non sono affatto arrabbiato…io…”

Sonia, nel notare il profondo turbamento nel quale era sprofondato lo sweeper, si intristì…

“Lo avevo capito subito...” disse all’improvviso.

“Avevi capito cosa?” chiese Ryo ridestandosi per un attimo dai suoi tormenti

“Tu la ami” rispose lei secca

“Non dire sciocchezze” cercó di dissimulare lui sentendosi fortemente a disagio nel dover affrontare quel tipo di conversazione.

“Avevo già capito quanto tu tenessi a lei, ma tu la ami davvero e non puoi pensare di vivere senza di lei nella vita e nel lavoro… puoi cercare di ingannare te stesso, ma io non sono nata ieri Ryo”

Lo sweeper si raggeló.

“Sono stata una stupida… come ho potuto pensare di poter prendere il suo posto? Per quanto io possa essere più capace di lei, è Kaori la tua compagna ideale… tu non potrai mai fidarti di nessun altro come ti fidi di lei… e non potrai mai amare nessun’altra, come ami lei… se non ci fosse stata lei nella tua vita, forse… forse mi umilierei di fronte a te pregandoti di tenermi al tuo fianco, ma dopo tutto questo io…io mi sento ancora più stupida…avrei dovuto fermarla, cosa ci fai ancora qui?! Non perdere tempo con me, và da Kaori… và a prenderla!”

Ryo, ancora intontito per tutta quella assurda situazione, non se lo fece dire due volte e corse via il più veloce possibile, per poi però fermarsi in mezzo alla strada poco dopo. Kaori se ne era andata… ma dove? Dove avrebbe mai potuto trovarla?

Cercó di calmarsi per riflettere fino a quando decise di recarsi al Cat’s eye. Si augurava che almeno Miki sapesse qualcosa in più.

Nell’istante in cui giró l’angolo peró, vide Miki corrergli incontro trafelata.

“Ryo!” gli gridó

“Stavo proprio venendo da te! Kaori se n’è andata!”

“Lo so, è stata Sonia a dirmelo… ma sai dov’è?”

“Speravo potessi dirmelo tu… mi ha solo chiamata dicendomi che doveva andarsene e che se le volevo bene non avrei dovuto farle altre domande… a questo punto mi pare evidente che abbia lasciato Tokyo”

Ryo incredulo di fonte a quell’affermazione, ma rendendosi conto del fatto che Miki avesse ragione, cominciò a correre a perdifiato verso la stazione seguito dalla barista.

Una volta sul posto cominciarono a cercare Kaori disperatamente dividendosi le zone dove guardare sperando di scorgerla da qualche parte, ma tutto fu vano.

Kaori infatti era riuscita ad acquistare il primo biglietto per Nagoya ed a partire piuttosto in fretta ed in quel momento si trovava proprio lì, su quel treno che l’avrebbe portata lontana abbastanza, per poter cominciare una nuova vita.

Ryo, ancora piuttosto affaticato sia per la ricerca sia per il suo stato fisico non proprio ottimale, scosse la testa non appena Miki gli andò incontro con sguardo affranto.

Kaori non era lì e tutto sommato, per quanto ne sapevano, avrebbe anche potuto prendere un aereo o un qualunque altro mezzo per andare chissà dove. Non sarebbe stato più possibile rintracciarla. L’unica cosa da fare era aspettare che si facesse viva lei. Aveva detto a Miki che avrebbe chiamato e non restava che sperare lo facesse in fretta.

Ryo rientrò a casa dopo aver vagato ore per la città cercando di calmarsi… non appena varcó la soglia si accorse che Sonia se n’era andata. Ancora non si capacitava di come Kaori avesse potuto cedere a lei il suo posto.. Come potesse anche solo pensare che preferisse un’altra socia a lei. Beh, in realtà non era poi così difficile da capire…

Ogni occasione era buona per denigrarla e farle credere che sarebbe stato meglio senza di lei, ma ad ogni modo perché andarsene senza parlargli? Credeva davvero che potesse essere così arrabbiato con lei da detestarla per quanto accaduto? Ma lui non la detestava affatto! Come avrebbe potuto! Lui la amava...disperatamente! E adesso avrebbe dovuto fare i conti con tutto quello che in quegli anni non era stato in grado di dimostrarle al punto da convincerla ad andarsene via per sempre….

Preso com’era da quei tristi pensieri, posando le chiavi di casa sul tavolo del salotto, si accorse di un messaggio in segreteria.

Con uno scatto fulmineo la azionó per ascoltare…

“CIAO RYO…” la voce di Kaori riecheggiò nella stanza e lo sweeper sentì il proprio cuore stringersi come in una morsa.

“SONO ARRIVATA… VOLEVO SOLO DIRTI CHE STO BENE…” la ragazza si interruppe per dei secondi che a Ryo parvero interminabili

“SAI, CI HO PENSATO E VOLEVO CHIEDERTI SCUSA PER ESSERMENE ANDATA COSÌ SENZA AVERE IL CORAGGIO DI PARLARTI DI PERSONA… E SCUSA PER QUELLO CHE HAI DOVUTO PASSARE A CAUSA MIA…SONO CERTA CHE CON SONIA SARETE UNA SQUADRA FORMIDABILE… MAGARI… MAGARI TI RICHIAMO”

Il messaggio era terminato e Ryo si ritrovó ad ascoltarlo e riascoltarlo decine di volte… ‘sono arrivata’…. Ma arrivata dove? E poi davvero lo avrebbe richiamato?

Si maledisse per non essere rientrato subito a casa… se lo avesse fatto avrebbe potuto rispondere a quella telefonata e magari convincerla subito a farsi dire dove si trovava.

- Perché diamine sei sempre così impulsiva e sconsiderata?! - si ritrovó a pensare passandosi nervosamente una mano fra i capelli

- Mi sono innamorato di te anche per questo... - sorrise amaramente fra sé, turbandosi per la spontaneità con la quale quel pensiero era apparso all’istante nella sua mente.

Suo malgrado non poteva far altro che aspettare, ma già sapeva che quell’attesa gli avrebbe lacerato il cuore.

   
 
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