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Autore: shatiaslove    04/05/2021    0 recensioni
«Buon anno nuovo, Rain!» alza il suo bicchiere di plastica al cielo, facendo dondolare così tanto il liquido al suo interno che mi finisce in testa.
«Che schifo» dico solamente.
Che il 2017 cominci. Facendo schifo.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogue

 
 
 
La sera del 31 Dicembre ha sempre diviso le persone, o forse sono sempre stata io a dividermi dagli altri. È vero che ognuno passa la serata diversamente, ma è anche vero che si possono unire i propri modi di fare. Ad esempio, Michael ha accettato che io non ho voglia di bere e non sono la persona adatta per festeggiare, e Laila ha accettato che non farò una cosa a tre con lei e la sua ragazza, Ashton ha accettato che non indosserò le mutande di Capitan America, nonostante lui sia convinto mi porterebbero fortuna per l’anno nuovo, e Luke ha accettato di non importunarmi con le sue gambe lunghe e magre e sfruttarle per passare del tempo con Grace, Sasha ha accettato la mia idea di non voler passare del tempo al suo fianco a parlare di capelli e de Il Trono di Spade e Saturn e Sirius hanno accettato la mia poca voglia di aiutarli a conquistare delle ragazze. Insomma, ci siamo messi d’accordo. Ma questa festa sta facendo comunque particolarmente schifo, perché, nonostante le premesse, sono tutti ubriachi e tutti mi stanno chiedendo di fare qualcosa per o con loro.
Alzo gli occhi al cielo e mi distacco dal mio gruppo di amici, lasciandomeli alle spalle, imploranti, e dirigendomi verso il portico di casa di Ashton. Una bottiglietta d’acqua poggiata tra i piedi e un piatto ricolmo di dolci dai vari gusti poggiato sulle ginocchia. Mentre Ares, il mio fedele compagno, mi si sdraia accanto, osservando con occhi sognanti e bava alla bocca i dolci che ho con me.
«Che cosa ci fai qui?» chiede una voce che riconosco essere quella di Calum, che mi fa sussultare dallo spavento.
Alzo lo sguardo e me lo ritrovo di fronte, in tutta la sua maestosa bellezza – e in tutto il suo maestoso naso. È appena arrivato, più in ritardo del solito, e sembra diverso. Non so in che modo, però. Sarà a causa di tutto ciò che gli è successo, che mi è successo, che ci è successo. Sarà che mia sorella è morta per salvarmi, sarà che lei e Calum sono stati gli unici a recuperare la memoria prima della morte di Aurora, quando tutti erano ancora sotto incantesimo e non avevano idea di chi io fossi.
Faccio spallucce e «Non lo so» rispondo.
È vero che mi stavano infastidendo tutti, ma è anche vero che sono abituata ai loro modi di fare. Quindi: che cosa ci faccio qui?
Non lo so davvero.
Calum si siede accanto a me, dalla parte opposta rispetto ad Ares, che si fa sfuggire un ringhio, e gli passo il piatto di dolci, da cui prende un bignè alla crema. «È buonissimo» mormora, guardandolo con sorpresa e gustandolo lentamente.
«Ti piace davvero?» chiedo contenta.
«Sì, perché?»
«Perché i dolci li ho preparati io.»
«Davvero?»
«Sì. Volevo imparare a cucinare più cose possibili, quindi mi sono messa d’impegno nell’ultimo periodo. Ovviamente ho iniziato dai dolci» ammetto, osservando i bignè alla crema e al cioccolato, i cestini di frutta, i cannoli perfettamente ripieni, i brownies al burro d’arachidi.
«Come stai?» mi chiede, puntando lo sguardo scuro su di me.
Ricambio il suo sguardo, perché non siamo più i ragazzini di un tempo. «Sto cercando di stare bene» ammetto.
«Sono certo che ce la farai» annuisce tra sé e sé, puntando lo sguardo sul cielo stellato.
«Tu come stai?»
Storce la bocca e ci pensa un po’ su. «Sto bene.»
«Sì? Sono felice di saperlo» gli faccio sapere, portando anche io lo sguardo sul cielo stellato, nonostante poche stelle siano visibili nella luminosa e inquinata Los Angeles.
«In realtà…» attira subito la mia attenzione, distraendomi dalle stelle, «In realtà, devo dirti delle cose.»
«Dimmi.»
«Sono io la persona che ha scoperto che i maghi e i non-maghi possono stare insieme senza problemi.»
La sua rivelazione mi stupisce, rischiando addirittura di farmi cadere i miei dolci sacri per terra, facendoli rovesciare giù dalle scale (anche se sono certa Ares li mangerebbe senza problemi). Ma li tengo stretti a me, perché sia mai che distrugga l’unica cosa bella che sono riuscita a fare nella mia vita.
«Come hai fatto?»
«Tante ricerche, alcuni viaggi…» lo dice come se nulla fosse, ma in realtà ha fatto una delle scoperte più importanti per l’intero mondo magico.
«Ecco dov’eri finito» gli lancio un’occhiataccia e poi sbuffo. «Pensavo non te la sentissi più di stare con noi» dico timidamente.
«Ho fatto tutto ciò per stare con voi… con te.»
«Eh?» esclamo sconvolta, per poi tapparmi la bocca perché ho urlato troppo forte. E va bene che oggi è l’ultimo giorno dell’anno e tutti stanno festeggiando, però.
«Rain, il Professor Evans mi ha proposto di tenere un corso sui non-maghi nella scuola di magia di Denali» mi riferisce, sconvolgendomi per una seconda volta.
«Quindi adesso siamo colleghi?»
Risponde con qualche parola bofonchiata che non riesco a cogliere e un cenno della testa, facendomi ridacchiare.
«Sapevi che il cinque è un bel numero?» mi lancia un’occhiata scherzosa e io capisco subito a cosa si stia riferendo.
«Anche infinito lo è» sussurro, avvicinando leggermente il mio viso al suo.
«Voglio stare con te.»
Incrocio il suo sguardo e mi faccio invadere dai suoi occhi scuri, per poi annuire e scontrarmi con le sue labbra carnose.
Il bacio mi rimanda al passato, a tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, a tutto ciò che a causa dei nostri caratteri orgogliosi non abbiamo fatto. Penso a tutto ciò che potremmo fare, a ciò che ci aspetta. Poi mi ricordo che non voglio organizzare il nostro futuro. Mi ricordo che voglio pensare solo al nostro oggi. Solo all’attimo che stiamo vivendo. Mi ricordo che voglio vivere momento per momento.
I fuochi d’artificio scoppiano nell’aria, facendoci sussultare e ridacchiare, le guance arrossate, forse per l’imbarazzo, forse per il freddo. Mentre Ares ci osserva con sguardo curioso, dopodiché cerca di mangiarsi i dolci nel piattino. Maledetto, e fin troppo intelligente, cane.
«Buon 2018» mormoro.
«Vuoi passare questo 2018 con me?»
«Ci sto.»
Che il 2018 cominci. Vivendo per davvero.
 
The end.



 
carrd
   
 
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