- Wow!!!
Mamma non sapevo che papà fosse così romantico.- Disse la giovane donna quando
Mac finì di raccontare.
La donna rise di gusto all’espressione sbalordita dipinta sul viso della
figlia.
- Una dichiarazione da sogno!- Continuò estasiata mentre nella sua mente
iniziavano a prendere forma le immagini dei suoi genitori in quel momento.
- Eh già.- Confermò divertita Mac.
Le due donne rimasero in silenzio, sedute sulle poltrone in veranda, facendosi
accarezzare dall’aria calda del pomeriggio estivo.
- Come vorrei vivere una storia d’amore così!- Disse dopo un po’ la ragazza con
occhi sognanti.
Mac la guardò con amore e poi la circondò con un braccio attirandola a sé,
accarezzandole dolcemente la testa facendo scivolare tra le dita i lunghi
capelli castani della figlia.
- L’avrai piccola mia. In fondo hai solo sedici anni, vedrai, prima o poi verrà
anche il tuo momento.-
- Speriamo che arrivi presto!- Confessò impaziente.
Le due donne passarono il resto del pomeriggio a chiacchierare e Kate ne
approfittò per farsi raccontare dalla madre le numerosi missioni che aveva
fatto prima della sua nascita, di come aveva collaborato con l’allora Tenente Coats e il Sergente Galidenz,
degli scontri e battibecchi con il padre.
Il pomeriggio passò velocemente in quel viaggio nel passato.
- Ma mamma non ti mancano le missioni che per colpa mia no hai più potuto
fare?- Le chiese la figlia dopo che ebbe finito di raccontarle uno dei tanti
casi che l’avevano vista impegnata in Afghanistan.
Mac osservò attentamente la figlia.
Ogni giorno quando si soffermava a guardare quegli occhi verde chiaro così
simili a quelli del padre non poteva che ringraziare Dio per l’enorme fortuna
che le aveva donato: quella di essere madre.
Kate più cresceva e più diventava simile ad Harm, creando una perfetta e
complice sintonia tra padre e figlia.
Sorrise felice, aveva avuto tutto dalla vita, forse anche molto di più di
quello che aveva chiesto o solamente sperato.
- No.- Rispose semplicemente sorridendole. – Se
dovessi tornare indietro farei tutto quello che ho fatto.- Le disse prendendole
il viso tra le mani e posandole un bacio sulla fronte. – Tu e tuo padre siete
la mia fortuna.-
- Ti voglio bene mamma.- Le rispose sinceramente la ragazza abbracciando forte
la donna.
- Hei voi due!!- Uscì Harm in veranda – avete finito
di oziare?- Le ammonì con un finto tono di rimprovero.
- Invidioso Signor Ammiraglio?- Lo schermì Kate portandosi la mano alla bocca
per nascondere la risatina.
- Badi a come parli signorina Rabb.- Le puntò il dito
contro che prontamente la ragazza afferrò facendosi stringere dall’uomo subito
dopo e con l’altro braccio coinvolse in quel groviglio anche Mac.
Un colpo di tosse distrasse i tre dal loro momento famigliare e si girarono
nella direzione dove era venuto.
- Generale, Ammiraglio.- Salutò l’uomo con rispetto, sorridendo ai due
superiori.
- Maggiore Galidenz che bella sorpresa.- Disse Mac riconoscendo
l’uomo.
- Eravamo di passaggio e siamo passati a salutarvi.- Continuò la donna a fianco
dell’uomo.
- Capitano Coats che bella sorpresa.- Disse sorpreso
Harm scorgendo la donna andandole incontro. – Ma che ci fate da queste parti.
- Abbiamo avuto il trasferimento e visto che Jake frequenterà qui la scuola
siamo alla ricerca di una casa nei dintorni. Abbiamo appuntamento più tardi con
l’Agente immobiliare che ci deve mostrare una villetta.- Rispose Jennifer.
- Questa si che è una bella notizia!- Esclamò entusiasta Mac abbracciando la
donna – Chissà come si sarà fatto grande Jake.-
- Lo vedrà con i suoi occhi Generale. Dovrebbe essere qui a momenti.- Rispose
orgoglioso Galindez.
- Ma tu devi essere Kate?- Chiese Jennifer accorgendosi della presenza della
ragazza avvicinandosi a lei guardandola ammirata notando subito la somiglianza
sorprendente con il padre e la madre.
- Lo sai che io ti ho aiutato a nascere?- Le disse emozionata.
- Si mamma me lo racconta spesso aggiungendo tra l’altro che se non fosse stato
per lei Signora papà sarebbe ancora preso dal panico.- Rise divertita.
- Piccola impertinente.- La rimproverò divertito Harm mentre gli altri
scoppiarono a ridere. - Ma non stiamo qui, entriamo in casa.-
Entrarono in caso e si tuffarono nei ricordi.
Dopo un’oretta di chiacchere Kate lasciò i quattro adulti conversare
tranquillamente e andò a leggere un libro in veranda immergendosi completamente
nella lettura.
- Ciao!-
La voce squillante di quel saluto le fece distogliere l’attenzione dal libro.
Kate alzò la testa incrociando due occhi scuri come la pece che la osservavano
curiosi e sentì un tuffo al cuore.
- C-i-a-o.- Salutò il ragazzo imbarazzata arrossendo
lievemente.
- E’ questa la casa dell’Ammiraglio Rabb e del
Generale Mackenzie?- Le chiese guardandosi attorno.
Kate fece segno di si con la testa non riuscendo ad emettere nessun suono.
Tutto all’improvviso aveva perso l’uso della parola, non riuscendo a staccare
gli occhi da quel ragazzo.
- Allora tu devi essere Kate, io sono Jake!- Continuò entusiasto porgendole la
mano – Sai mia mamma ti ha fatto nascere.- Le sorrise più apertamente come se
fosse divertito da quella cosa.
Kate strinse la sua mano e sentì al contatto con essa un altro tuffo al cuore.
- Si lo so, mia mamma me lo racconta spesso quando vuole prendere in giro papà.- Disse tutto in un fiato alzandosi in piedi, notando
quando il ragazzo fosse molto più alto di lei.
Passato l’attimo iniziale di imbarazzo proseguirono la conversazione seduti
sulla ringhiera del portico facendosi accarezzare dal vento tiepido della sera.
- Ma allora sei qui!- Li raggiunse la voce severa di Jennifer che era uscita
per vedere come mai quel scapestrato di suo figlio non era ancora arrivato,
seguita subito dopo da Mac.
I due ragazzi quasi sussultarono a quella intrusione.
Il piccolo AJ attirò l’ attenzione di Sarah facendosi prendere in braccio.
- E tu? Non eri con papà?- Chiese divertita al piccino guardandolo dritto negli
occhi.
AJ era arrivato in un bel giorno di primavera, senza programmi, progetti,
all’improvviso quando ormai tutto era già stato deciso per essere una famiglia
a tre.
Mac strofinò la guancia sul quella del piccolo mentre le sue mani paffute le
accarezzavano il viso.
Erano passati sei anni dal quel piccolo miracolo e da allora Mac aveva imparato
a non stupirsi più di quanto poteva essere imprevedibile la vita.
Sarah si riconcentrò sui due giovani e poi si soffermò sulla figlia che era
completamente rapita da Jake.
Sorrise consapevole di quello che stava accadendo nel animo, mente e cuore di
Kate.
Inspirò impercettibilmente come a volersi farsi coraggio di quello che avrebbe
dovuto affrontare, ovvero dire ad Harm, che la sua bambina, non era più una
bambina!
Semper fidelis
Light
Un
speciale ringraziamento alle amiche del jagsite che
hanno collaborato a questa storia (penny, foxina,
sarah73, fra86), che senza il loro aiuto non avrebbe mai preso vita!!