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Autore: harrypotter_vita    28/07/2021    1 recensioni
Solitamente, ci vuole molto poco per distruggere la vita di qualcuno. Basta sposare la persona sbagliata, oppure dimenticarsi di utilizzare le protezioni quando servono e ritrovarsi con una bocca in più da sfamare in piena crisi economica. Ma non è questo il caso. In effetti, nessuno avrebbe mai pensato che una una pozione non completata in grado di ridurre un essere umano alle dimensioni di una Barbie sarebbe bastata per mandare all'aria i piani di due intere famiglie.
E così, uno Scorpius Malfoy alto neanche dieci centimetri e una Rose Weasley visibilmente irritata si ritrovarono a dover convivere per cercare di risolvere quell'enorme casino che si era venuto a creare, cercando di nascondere tutto il fattaccio agli occhi dell'intera Hogwarts.
Si prospettava essere un settimo anno molto interessante, terribile, sì, ma molto interessante.
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Dal testo:
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" Rose cadde pesantemente in ginocchio, la rabbia sparì completamente dal suo volto, lasciando un'espressione vuota e disperata al suo posto. Era incredibile. Non riusciva ancora a metabolizzare che Scorpius Hyperion Malfoy le aveva appena rovinato la vita. "
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Storia pubblicata anche su wattpad con lo stesso titolo
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 14

Palpeggiamenti indesiderati






– Psst… Corno di Erumpent!

Dopo aver sentito quel suggerimento provenire dalla sua borsa, Rose si stropicciò gli occhi, reduce da una notte quasi insonne per la ricerca all’antidoto, e si affrettò ad alzare la mano di scatto.

La professoressa Parkinson fece scorrere lo sguardo attento su tutti i suoi studenti, sperando, invano, che vi fosse qualcun altro ad avere la risposta alla domanda che aveva appena posto. Ricordandosi poi che Rose rispondeva anche per conto di Malfoy, le diede la parola.

– La risposta è: corno di Erumpent

– Bene, è giusta –. annuì muovendo leggermente la testa. Ma non staccò gli occhi dalla ragazza, aspettando che lei le facesse capire se doveva dare dei punti a grifondoro o a serpeverde.

Rose alzò gli occhi al cielo, odiando quello strano rituale. Poi indicò la borsa in cui Scorpius era nascosto, il simbolo ormai universalmente riconosciuto per quando era il ragazzo a rispondere alle domande dei professori. Era un simbolo che Rose odiava. La sua borsa era sempre pericolosamente vicina al suo ventre, unico punto in cui riusciva a sentire bene la voce di Malfoy. Già non era riuscita a sopportare le domande delle amiche riguardo la sua nuova borsa, poi non sopportava che le persone credessero che lei stesse indicando la sua pancia.

A quel punto cominciavano tutti a bisbigliare riguardo la sua ipotetica gravidanza e, anche se era passato solo un mese, la gran parte della scuola ne era quasi convinta. Scorpius non era ancora tornato tra loro e le uscite con Cedric non erano sufficienti come alibi.

In fin dei conti però c’erano state delle proposte peggiori come simbolo da usare. Il professor Neville Paciock, ad esempio, le aveva proposto di far cadere dei semini per terra per fargli capire quando la risposta proveniva da Scorpius. Ma dopo che Rose li aveva per sbaglio rovesciati su del concime magico ed era cresciuto un platano picchiatore che aveva devastato l’aula, ci avevano rinunciato e avevano deciso di cambiare strategia.

La professoressa Parkinson sorrise, compiaciuta del fatto che alla fine della lezione avrebbe potuto aggiungere punti alla casa dei serpeverde, che ogni giorno si trovavano punti in più completamente a caso e non sapevano più cosa pensarne. Alla fine i geni avevano creduto che fosse un errore del conteggio, e se ne andavano in giro per i corridoi tutti altezzosi perché erano in vantaggio da più di una settimana.

– Chi sa dirmi invece qual’è l’antidoto più potente al mondo? – cinguettò nuovamente la voce della professoressa.

“Questa è facilissima” pensò Rose mezza assonnata, ma non fece in tempo ad ipotizzare la risposta che subito le arrivò il suggerimento dalla sua borsa: – Il bezoar.

La ragazza si morse la lingua, consapevole che aveva fatto di nuovo guadagnare dei punti a serpeverde. Non capiva come Scorpius facesse ad essere così attivo dopo aver passato la notte quasi completamente in bianco, ma era troppo addormentata per pensarci. Nel giro di una frazione di secondo alzò la mano e rispose correttamente. Poi si indicò ancora la borsa, davanti al suo ventre.

– È la seconda volta che lo fa in questa lezione, e sono solo le dieci del mattino –. si sentì la voce di Camron bisbigliare ad un tassorosso. – Mi sa che qui davvero ci scappa il bambino.

Lavanda, che era dietro il ragazzo, fece finta di non aver sentito e (assolutamente non per colpa sua) un esplosivo si andò accidentalmente ad infilare dentro all’infuso di Camron. (Molto accidentalmente. Insomma ad Hogwarts le cose si muovono da sole, come le scale).

Una colonna di liquido rosa si innalzò dal calderone di Camron e gli piovve addosso, appiccicandosi a qualsiasi cosa che potesse trovare e incollandolo alla sua stessa sedia. La classe intera cercò di ignorare nel modo peggiore possibile tutto il calendario che Camron tirò giù dal cielo e scoppiò in una fragorosa risata, accompagnata dalle urla della Parkinson che decise, immersa in una dimensione spirituale di pura collera, di togliere trenta punti rispettivamente alle due case.

– Che sta succedendo là fuori?! – urlò in tono decisamente alto Scorpius.

Rose spalancò gli occhi, e si affrettò a muoversi nell’angolino della stanza per assicurarsi che nessuno l’avrebbe sentita nel trambusto generale. – Non è successo niente, – disse aprendo la borsa e guardando il piccoletto – è solo Camron che è quasi saltato in aria.

– Per la seconda volta nel giro di un mese, e oggi non è nemmeno per colpa mia –. sghignazzò il serpeverde, contento.

– Aspetta solo che ritorno prefetto per toglierti altri punti per quello che hai fatto.

Scorpius sorrise. – Dai, Weasley, parli proprio tu che mi stavi quasi mangiando con gli occhi quel giorno al campo da quidditch quando mi ha tirato quel pugno. Davvero preferivi che Camron rimanesse impunito?

– Cosa?! – Urlò Rose un po’ troppo forte, rendendosi conto troppo tardi che Scorpius aveva detto quelle cose solo per farla infuriare – Sei un cretino!

Arrossì fino alla punta dei capelli per essere stata presa in giro così facilmente. Anche perché era vero che quel giorno se lo stava quasi mangiando con gli occhi. Era rimasta completamente affascinata da quel suo portamento, dal sua calma glaciale e dal coraggio con cui aveva sfidato Camron. Quando poi, conoscendo Scorpius, aveva capito che si trattava solo di un ragazzo sbruffone, si era vergognata per giorni interi dei pensieri che aveva fatto su di lui.

– Non sono io un cretino, sei tu suscettibile. È diverso.

– Parla quello a cui non puoi torcere nemmeno un capello che subito si mette a frignare! – protestò Rose.

– Quella non è suscettibilità, è eleganza. Non capisci niente.

– Tutto okay, Weasley?

La voce della professoressa Parkinson interruppe tutte le imprecazioni che Rose era sul punto di urlare al ragazzo. Si pietrificò sul posto, con il sangue raggelato e con gli occhi dei suoi compagni tutti fissi su di lei. Realizzò che la classe era immersa in un silenzio tombale e che una ventina di persone l’avevano appena sentita discuteere con una voce maschile molto nota proveniente dalla sua borsa.



 



Durante il pranzo tutti poterono vedere che i grifondoro e i tassorosso erano miseramente slittati in fondo alla classifica, con tanto di fischi e vaffanculo che tutti i membri delle case si inviavano a vicenda in quell’amorevole competizione assolutamente non tossica.

Rose si sedette davanti al suo piatto di zuppa al sapore di morte con il morale sotto ai piedi. Oltre ad essersi quasi fatta beccare a bisticciare con Malfoy, quella mattina aveva praticamente dormito con gli occhi aperti, non capiva più niente di niente.

– Rose, guarda che stai mangiando la minestra con la forchetta.

Ecco appunto. La ragazza ringraziò con un sorriso Shay, che in quel periodo le stava particolarmente addosso, ma mai quanto Lavanda, che era addirittura quasi riuscita ad impossessarsi della mappa del Malandrino. Rose aveva capito che avrebbe dovuto nascondere la mappa fino a che Malfoy non sarebbe tornato normale. Insomma, che cosa avrebbe pensato una qualunque persona se avesse visto il nome “Scorpius Malfoy” nel suo letto?

– Sono particoralmente stanca –. borbottò.

– È una cosa piuttosto normale visto che ogni notte non torni in stanza prima delle tre –. Lavanda fece schioccare la lingua. – Si può sapere che cosa combini?

Rose strizzò gli occhi. – No, non si può sapere –. disse. – E poi non mi devi controllare in questo modo! Chi te lo fa fare?

– Siamo preoccupate per te –. affermò Lelsie alzando lo sguardo dalla sua orrida zuppa. – Non crediamo ovviamente a tutto quello che si dice in giro, ma da quando è sparito Malfoy sembra che tu sia cambiata.

– È perché è sparita la mia pozione. Sono disperata!

Leslie annuì, si aspettava quella risposta.

– Tanto lo sanno tutti che Malfoy è stato rapito dal neo-Basilisco.

Le tre amiche si girarono in direzione di Fred e Roxanne, che si erano appoggiati al tavolo in una posa particolarmente intrigante. Con un sopracciglio alzato e un ghigno in volto, i due cominciarono a raccontare tutta la storia, anche se praticamente nessuno glielo aveva chiesto: – Si dice che Malfoy sia sceso nei sotterranei per riaprire la camera dei segreti…

– Ma che sia rimasto rapito dal Basilisco e che quindi ora sia intrappolato tra le sue spire…

– Il Basilisco, ormai troppo affezionato alle famiglie purosangue, non è riuscito a trattenersi dal…

Lavanda li interruppe: – Se tutta questa storia finisce con una scena di sesso non la voglio sapere.

Leslie sputò la zuppa nel piatto per via delle colorite immagini che si erano andate a formare nella sua mente, mentre Rose cercò di ignorarli e riprese a mangiare la sua minestra il più velocemente possibile.

– Rose, stai di nuovo usando la forchetta.

Oh, che cazzo.

Non fece però in tempo a riprendersi, che subito arrivò la posta nella Sala Grande. Sotto il naso di Rose comparvero due gufi, quello dei suoi genitori e… quello dei Malfoy. Non ebbe i riflessi sufficientemente veloci per prendere quel pollo, arrostirlo e magiarselo per farlo sparire, e tutti videro il grande gufo regale di casa Malfoy posarsi di fronte a lei.

Merda.

Il suo tavolo cadde in un silenzio imbarazzante, mentre lei allungava la mano tremante per prendere la letterina che l’uccello del malaugurio aveva legato alla sua zampa. Certo, avrebbe potuto far finta di niente e ignorare il gufo, ma quel giorno aveva il quoziente intellettivo di una fottuta sedia, quindi non poté trattenersi dal prendere in mano la lettera e ripiegarla con cura dentro la borsa.

– Non avete niente di meglio da fare voi? – urlò alla Sala.

Suo fratello Hugo aprì la bocca per parlare: – Ma quello è il gufo dei Malf…

– Questo è il gufo dei Malfiters, una famiglia che abita in Galles con cui ho fatto amicizia durante le vacanze estive di due anni fa –. sbottò Rose.

Hugo sgranò gli occhi perplesso. – Ma noi non stiamo mai stati in Gal-

Non fece in tempo a finire la frase che gli arrivò un calcio sugli stinchi.



 



– Preferisco davvero finire nelle spire del Basilisco e farmi fare tutto quello che vuole piuttosto che rimanere a digiuno in questo modo –. commentò Scorpius accigliato appena erano tornati in stanza.

Rose si lanciò a stella sul letto, ignorandolo completamente e facendo scricchiolare pericolosamente le assi di legno.

– Ecco, senti quanto casino fai quando ti butti a letto, Weasley. È perché sei grassa.

La ragazza decise di ignorare anche quella frecciatina. – Mi dispiace –. alzò gli occhi al cielo, preferendo spostare la conversazione su altro. – Ma sai, neppure io ho mangiato, quindi direi che siamo alla pari, adesso.

– Ma è mai possibile che ogni volta che io ho bisogno di qualcosa tu tiri fuori sempre un qualche tuo problema a cui devi dare più attenzioni?

– Beh, ti sembra invece normale che tu pensi soltanto ai tuoi di problemi, e mai ai miei?

Scorpius spalancò la bocca, infastidito. – Senti chi parla!

– Io intanto ci penso ai tuoi bisogni primari! – sbottò.

– La salute mentale è un bisogno primario!

– Apprezzo e rispetto questa tua opinione… – sospirò – ma non la condivido.

– Vaffanculo!

Toc toc.

Rose sotterrò Scorpius tra le coperte del suo letto e andò ad aprire la porta, ritrovandosi davanti un Cedric intimidito.

– Scusa, disturbo? Ho sentito delle voci prima e…

– No, no, non ti preoccupare, entra pure –. Rose fece un sorriso a trentadue denti e lo ospitò in camera. – Siediti se vuoi.

Cedric ricambiò il sorrisino e si sedette un po’ a disagio sul bordo del letto, con le mani sulle ginocchia. Entrambi si guardarono negli occhi per qualche secondo, in silenzio, e Rose realizzò che forse poteva sembrare un tantino controverso invitare il ragazzo con cui stava uscendo a sedersi sul suo letto così come niente fosse. Specialmente quando c’era un altro ragazzo infilato tra le sue lenzuola. Il bozzolo formato dal corpicino di Malfoy alle spalle di Cedric si spostò come uno strano bruco verso il cuscino, non sapendo probabilmente dove nascondersi.

Rose si sedette al fianco del corvonero, così da far sembrare tutta la situazione meno imbarazzante. Mancavano pochi giorni al ballo di Halloween e Cedric era capitato proprio nel momento giusto per chiedergli di andare con lei. – Quindi… sei libero sabato sera?

Ecco, complimenti Rose, dritta al punto. Praticamente la mossa peggiore da fare con un ragazzo timido come quello.

Lui arrossì non poco. – Beh, volevo parlarti anche di questo…

Rose si sentì un pochino scaldare il cuore, ma quel “anche” non la rassicurava per nulla. – Anche?

– Sì, beh… – si grattò dietro la nuca, senza guardarla negli occhi per l’imbarazzo. – C’è una domanda che ormai da un po’ di tempo volevo farti.

Rose sentì forse il cuore accelerare per qualche secondo. Si avvicinò a lui, alzando il volto fino a riuscire a guardarlo negli occhi. – Sì?

– Ecco… – sospirò. – Spero che tu non la prenderai male, se non peggio, ma mi chiedevo se…

Se vuoi andare al ballo con me? Se vuoi fare sesso con me? Se vuoi fare tanti bei bimbi con i capelli rossi, cinesi per un quarto e con una nonna insopportabile come Cho Chang? Perché in quel caso le risposte sarebbero state: sì, sì e forse. Cho Chang non era proprio la migliore come nonna, quindi erano da valutare i pro e i contro.

– Mi chiedevo se per caso sei in contatto con Malfoy.

Il cuore di Rose si afflosciò come il gonfiale di un bambino idiota che aveva avuto la bellissima idea di usarlo come trampolino sui sassi. La sua risposta venne preceduta da uno squittio proveniente alle sue spalle dal bruco-Malfoy, che non era ovviamente riuscito a starsene zitto.

– Che cos’era? 

Cedric si girò di scatto indietro e Rose si lanciò sdraiata sulla coperta mettendosi davanti al bozzolo. – Niente! – urlò.

Lui sorrise, e si stese al suo fianco, a pochi centimetri di distanza dal suo volto. Si guardarono ancora per qualche secondo, in silenzio, osservando i movimenti l’uno dell’altro e cercando di interpretare quello che sarebbe potuto succedere di lì a poco.

– Quindi… Sai qualcosa di Malfoy, alla fine?

Rose aprì leggermente la bocca per parlare. Non riusciva a mentire a quegli occhi neri e dolci, ma allo stesso tempo non poteva interrompere il patto che aveva fatto con Scorpius. Sentì un groppo alla gola e il cuore batterle sempre più forte, che rimbombava nel silenzio della stanza. L’imbarazzo crebbe tra i due e non sapendo assolutamente come comportarsi, Rose si lanciò su Cedric e poso le sue labbra su quelle del ragazzo.

Il corvonero la accolse con stupore, ma non la respinse. Cinse le mani sui suoi fianchi e la strinse a sé, lasciandola per un momento sorpresa da quell’iniziativa. Rose iniziò a baciarlo in modo più frenetico, mentre i pollici di lui disegnavano dei cerchi lungo i suoi fianchi e la sua schiena, in modo lento, delicato, dolce. La ragazza alzò una mano e la allungò sul suo volto, accarezzandolo appena, e staccò le labbra di pochi millimetri, per guardarlo negli occhi. Lui non resistette a quell’allontanamento e si rituffò sulle sue labbra, stringendola ancora di più e coccolandola, tenendola sdraiata sul fianco.

Rose si perse tra quelle carezze e baci, si aggrappò a lui e quasi dimenticò del posto in cui si trovavano e dell’intruso che era lì tra loro. Nel suo letto, tra le lenzuola, continuarono a baciarsi, senza andare troppo oltre. A toccarsi sulla superficie, a sfiorare le parti più nascoste attraverso i tessuti e poi a ritirare subito la mano timida.

Ad un certo punto, Rose sentì la mano di Cedric osare oltre, e percepì una piccola pressione sul suo fondo schiena, che veniva accarezzato e quasi, stranamente, tamburellato.

Rose sorrise appena tra le labbra di lui, sentendo un fuoco caldo propagarsi per tutto il suo corpo, e mosse una mano vicino alla sua per invogliarlo ad essere più intraprendente, a non aver paura di toccare troppo. Fece scendere la mano e fu sul punto di cingere la sua quando si accorse che quella non poteva essere la mano di Cedric. Le mani del ragazzo le stavano ancora cingendo i fianchi.

Presa un attimo dalla paura toccò la presenza che stava invadendo il suo personale spazio, e le si raggelò il sangue nelle vene. Un piccolo bozzolo di coperte aggrovigliate si stava agitando, in parte contro il suo sedere, mentre cercava di risalire lungo la sua schiena. Scorpius, probabilmente nel tentativo di orientarsi sotto alle coperte, la stava palpeggiando.

E lei l’aveva trovata una cosa così eccitante.

Si alzò di scatto, lasciando di sasso Cedric, che si sentì come privato del suo ossigeno. – Cosa… Che… – balbettò incerto – Tutto bene?

Rose dovette tapparsi la bocca per evitare di urlare. Cedric si sedette al suo fianco, stringendola a sé.

– Scusa… È che mi è appena venuto in mente che sono super in ritardo per un compito di domani –. Farfugliò Rose in un disperato tentativo di convincere anche sé stessa della balla che aveva appena detto.

Era palese che Cedric ne fosse rimasto particolarmente deluso.

– Mi dispiace davvero tanto… Ma posso farmi perdonare! VuoivenirealballodiHalloweenconme? – Rose sentì l’aria mancarle mentre pronunciava quelle parole, non capendo nemmeno lei perché aveva scelto quel momento per farlo. Complimenti Rose, sei una cretina.

Il corvonero strabuzzò un po’ gli occhi, forse non aveva capito. – Spero di non aver sentito male… Però sì, vorrei essere il tuo accompagnatore al ballo di questo sabato.

Lei fece un sospiro di sollievo e l’ossigeno ritornare nella stanza. Le cose si stavano facendo sempre più serie, ed era felice così.

– In ogni caso, anche se non era questo che mi avevi chiesto, ormai ho detto di sì, e non credo che tu sia una persona così cattiva da rifiutarmi per un malinteso –. Il volto di Cedric si allargò in un piccolo sorriso e Rose sentì il cuore sciogliersi un po’. Il corvonero non era certo il tipo da battute e ghigni, ma in certi momenti si conciliavano perfettamente con il suo atteggiamento dolce e timido.

– Allora ti lascio ai tuoi compiti. Ciao, Rose –. le scoccò un bacio a fior di labbra e uscì dalla stanza.

Scorpius si stava ancora contorcendo da minuti sotto le coperte. Una cosa così fastidiosa che Rose avrebbe volentieri portato un gatto nella stanza e lo avrebbe fatto giocare con quel bozzolo di lenzuola. Gli strappò le coperte di dosso.

– Finalmente… la luce… l’aria…

– Hai idea di quello che hai fatto poco prima?! – partì subito lei all’attacco.

Malfoy strabuzzò gli occhi.

– Mi hai toccato il culo!

Il volto di Scorpius si allargò in un ghigno che non prometteva niente di buono. – Ah, quella palla di lardo gelatinosa era il tuo fondoschiena? Interessante, Weasley…

La pacifica discussione finì quando Rose lo soffocò con un cuscino.



 



Albus si mosse sinuosamente nella Sala Comune dei serpeverde, schivando con maestria ammiratori reduci da sue vecchie avventure che aveva affrontato sotto acidi. Atterrò silenzioso come un felino su un divanetto, dopo aver fatto una capriola di parkour per evitare un ragazzo del terzo anno che non capiva se era gay oppure e no, e la pubertà che faceva casini, e i suoi genitori che erano conservatori, e quindi vuoi uscire con me così almeno cerco di capire se sono etero oppure no? Eccetera eccetera, una favoletta che ormai aveva sentito troppe volte.

L’oggetto della sua ricerca sedeva di fronte al caminetto, con un libro aperto sulle gambe, anche se Albus era certo che non lo stesse praticamente leggendo. Era ormai da quasi un mese che Erika non riusciva più a concentrarsi sulle cose davvero importanti.

– Ehi, dovresti smetterla di pensarci. Vedrai che starà bene.

Erika gli lanciò un’occhiataccia gelida, chiudendo delicatamente il grande tomo e sfilandosi gli occhiali dal naso. – Tu sei il suo migliore amico, e non hai nemmeno per un attimo provato a cercarlo.

Albus sospirò. Aveva sentito quel discorso ormai troppe volte. – È arrivata una lettera dai Malfoy, dicono che sta bene, e che tornerà presto. Più di questo non posso fare. Manca anche a me.

– Continueremo con le squadre di investigazione.

– Erika!

La ragazza fece ondeggiare i suoi magnifici capelli neri e lo ignorò. Sapeva che per quella sua idea rischiava l’espulsione, ma non aveva potuto fare a meno di organizzare delle squadre investigative di serpeverde che cercassero di capire cosa fosse successo a Scorpius. Secondo la sua teoria, c’erano troppi elementi che non combaciavano per credere alla lettera che i Malfoy avevano loro spedito, in cui dicevano che Scorpius era stato trasferito d’urgenza al San Mungo per un malore improvviso. E tutti quegli strani elementi giravano intorno alla Weasley.

Erika non aveva mai provato niente per quella famiglia. Né disprezzo, né affetto, soltanto qualche vago interesse per i suoi membri e odio per i due figli di George, che le avevano fregato quei galeoni con la furbizia. Ma Rose Weasley era troppo a contatto con la vicenda di Scorpius per non esserne direttamente coinvolta. Prima di tutto, era stata l’ultima testimone ad averlo visto ad Hogwarts e affermava di averlo trovato svenuto nella sua stanza. Seconda cosa, il giorno dopo avevano trovato i coniugi Malfoy che discutevano insieme al Ministro della Magia, Rose Weasley e suo padre nel corridoio della preside, evento altrettanto sospettoso. Per non parlare dell’ipotetica gravidanza di Rose, del fatto che il gufo dei Malfoy spedisca a lei delle lettere quasi ogni settimana (controllava la guferia a cadenza regolare) e del fatto che Rose parlasse quasi sempre da sola o rivolta alla sua borsa. Secondo qualche testimonianza aveva pure ricevuto una risposta indietro, quindi sembrava in contatto con Scorpius attraverso un qualche oggetto strano, probabilmente uno specchio incantato.

Era più che mai determinata a capire cosa stesse succedendo.

Ecco perché il giorno del ballo aveva organizzato un gran piano. Mentre tutti erano distratti, lei e un paio di suoi compagni sarebbero entrati di soppiatto nel dormitorio dei grifondoro, ad ispezionare la camera della Weasley. Altri ragazzi sarebbero rimasti ad osservarla al ballo, a cui lei si sarebbe sicuramente presentata visto che si stava frequentando con un ragazzo corvonero. Era un piano pulito, senza feriti o ostaggi. Dentro e fuori, poi sarebbero spariti e nessuno si sarebbe accorto di nulla.

Non si aspettava di trovare granché, sicuramente la Weasley avrebbe avuto qualche misura di sicurezza, ma ipotizzava davvero che potesse essere rimasta incinta di Malfoy.

Erika era certa che i due non avessero una relazione, ma allora come era accaduto il fatto? Secondo la sua teoria, Scorpius aveva avuto quel malore appena si era reso conto di essere diventato padre, ossia il giorno dopo la festa. Ma allora quando avevano avuto l’occasione di compiere il misfatto se il Malfoy passava la maggior parte del suo tempo con lei ed Albus?

In cuor suo sperava di star sbagliando. Lei e Scorpius non avevano una relazione seria, e men che meno era intenzionata ad averla. Ma il loro stretto rapporto di amicizia e complicità non lasciava spazio a sparizioni di quel tipo. Se lui aveva voluto impegnarsi e figliare con un’altra, anche solo per sbaglio, Erika aveva il diritto di saperlo, dopo tutto quello che aveva fatto per lui nel corso degli anni. Dopo tutto quello che avevano passato, insieme.

Si sentiva tradita, tradita come mai nessuna persona era riuscita a farla sentire.









Spazio Autrice:

Eccomi qui, che sono riuscita ad aggiornare relativamente presto rispetto alla volta scorsa.
Cosa ne pensate? Vi piace?
Volevo farvi una piccola anticipazione: nei prossimi capitoli la "relazione" tra Rose e Scorpius avrà un punto di svolta. Non vi dico nient'altro :)

Dovrei riuscire ad aggiornare tra più o meno una settimana perché mi sono portata avanti con i capitoli *^*
   
 
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