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Autore: Angel TR    03/09/2009    1 recensioni
Jennifer reggeva tra le mani il libro.
Era intitolato "La Piccola Principessa". Non le piaceva,ma prima che potesse chiedere informazioni al ragazzino,egli se ne era già andato.
Jennifer scese velocemente dall'autobus e lo rincorse. Quando giunse alla fine della strada,pensò che era veramente stata una cattiva idea rincorrere il ragazzino,perchè adesso si trovata di fronte ad un orfanotrofio davvero squallido.

Prima fanfiction su Rule Of Rose,un videogioco dalla trama molto profonda. Spero che con questa raccolta di one-shot/drabble,renderò bene i momenti passati da Jennifer,alcuni di mia invenzione.
Buona lettura^^
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~The Orphanage


4.Amica

Inghilterra,1930

Un'altra giornata era passata,e Jennifer si buttò sul materasso, sporco e rosicchiato dai topi, con un sospiro.
Il suo cuore batteva lento, ma doleva ancora per le ferite subite. Un ratto zampettò sul pavimento, ma lei manco se ne accorse. Ormai non gli dava più peso, i topi e i ragni erano solo dettagli nella sporcizia del orfanotrofio. C'era ben altro per cui preoccuparsi e cacciare gridi, di certo non un topolino indifeso.
Si rigirò sul letto, e si posizionò a pancia in sù. Iniziò a contare i suoi respiri, giusto per il gusto di farlo.
Uno, due, tre...
quattro, cinque, sei...
Ma nel frattempo che li contava, s'imbrogliava. Mentre respirava doveva pensare, allora non andava bene. I respiri erano molteplici. Si passò una mano tra i capelli. Quel posto era talmente lugubre che le dava un peso al cuore. Sentiva gli occhi inumidirsi. Ecco, stava per piangere di nuovo. Per distrarsi dai pensieri, gettò lo sguardo sulla minuscola finestra che dava sul giardino.
Stava scurando notte, tra poco Diana, Eleonor, Meg, Wendy, Amanda, Olivia, Susan, Xavier, Nicholas e Thomas sarebbero rientrati nel orfanotrofio, tra gli applausi di Martha, la domestica e cuoca del orfanotrofio. Lei amava i bambini, non si rendeva assolutamente conto del trattamento che riservavano a lei, proprio no. Martha credeva che fossero ingenui angioletti che avevano perso i genitori, e adesso si divertivano lì, nel orfanotrofio.
Certo, penso Jennifer, lei cerca sempre di fare del suo meglio per loro! Ma a me? Tanto, a chi interessa se la sporca Jennifer non resisterà al inverno? A chi interessa se Jennifer morirà di fame o di pestaggio?. Le lacrime iniziarono a scendere copiose, mischiandosi al sangue rimasto, dopo che Diana l'aveva colpita con un bastone che aveva trovato in giro.
Eppure Jennifer, anche questo mese, aveva consegnato ciò che era stato richiesto. Perchè allora, continuavano a insultarla e a pestarla? Colpì con forza il cuscino, riversandovi tutta la rabbia nascosta, ma poi si pentì di aver picchiato il povero, indifeso cuscino, che era stato tanto bravo con lei, che le aveva dato un posto morbido dove poggiare la testa stanca. Così, lo abbracciò forte e mormorò
:-Scusami, cuscino, scusami...- Dondolò leggermente, mentre le lacrime bagnavano la stoffa consumata. Mentre accarezzava il cuscino, sentì dei passi di bambina dietro di lei. Voltò la testa e si sentì sollevata: Era Amanda, e Amanda non l'avrebbe picchiata o insultata. Al massimo, le avrebbe rivolto un sorriso di compassione.
:-Ciao.- Jennifer strinse più forte il cuscino, come a proteggersi.
:-Ciao.- Rispose, con uno sguardo vigile.
:-Cosa stai facendo?- Chiese la bambina, rivolgendole uno strano sguardo che passava da lei al cuscino.
:-Niente.- Replicò subito Jennifer, sentendosi improvvisamente molto stupida. Perchè le parole di una bambina la confondevano così? Perchè cercava di compiacerle? Per non essere picchiata?
Ma tanto lo avrebbero fatto lo stesso.
Per non essere insultata?
Ma tanto lo avrebbero fatto lo stesso.
:-Ah...allora, vuoi giocare con me?- Jennifer rimase di stucco. Aveva sentito bene? Amanda le chiedeva di giocare con lei?
:-Oh,certo,sì!- Annuì subito,ripresa. Sperò solo che non fosse un'altra trappola, ma Amanda era di un gradino in più a lei, niente di più. Erano le altre a spaventarla, non quella bambina.
:-Però facciamo silenzio.- Disse a bassa voce, guardandosi intorno. Ma certo, aveva paura di essere scoperta da Diana o Eleonor o Meg o qualcun altro. Nessuno doveva giocare con Jennifer. Nessuno le doveva dare la mano. O indifferenza o pestaggio, questa era la regola per lei. Afferrò la mano di Jennifer e la condusse vicino al suo letto, che era molto più curato di quello della ragazza. Si chinò ed infilò una mano sotto le lenzuola, estraendo un mazzo di carte italiane.
:-Sai giocare a Scopa?- Chiese Amanda, vedendola osservare il mazzo con molta curiosità. Jennifer alzò lo sguardo ed annuì.
:-Sì, certo. Solo che è da molto tempo che non ci gioco.- Amanda annuì distrattamente, mentre disponeva le carte come da regola. Quando Jennifer alzò le sue, in modo da rivolgere i simboli verso di lei e il resto verso Amanda, emise uno sbuffo. Non c'era proprio modo di far punto. Invece, Amanda sembrò essere molto contenta delle carte ricevute ma un ghignetto fece subito capire tutto alla ragazza che le era di fronte.
Aveva barato. Jennifer avrebbe voluto ribattere, ma pensò che era meglio non mettersi anche Amanda contro. Un ragnetto zampettò sulla carta del nove, il Cavaliere. Amanda lo scacciò via con la mano, non mostrando la minima paura ma solo disgusto.
Perfino quella creaturina era inferiore a lei, e meritava di essere schiacciata per essere così disgustosa, inutile, fastidiosa e sporca. Jennifer provò pietà. Era meglio non farsi vedere, per quei animaletti, da Diana e le altre. Pena: la morte. Morte orribile, lenta e umiliante, piena di schiamazzi e risate. Lei ne sapeva qualcosa.
Chissà se, un giorno, sarebbe uscita da quel posto.
Certo, Jennifer, che uscirai, non essere stupida e pessimista! Sono solo bambine, le potresti calpestare in ogni momento.... Ma a chi voleva prendere in giro? Sapeva benissimo che loro avrebbero calpestato lei , e non il contrario. Però, non sarebbe rimasta lì per sempre! Non poteva. Orribile ciò che passò nella sua mente: Lei che veniva picchiata di nuovo, lei che subiva violenze fisiche da Hoffman, lei che veniva messa da parte come un giocattolo rotto da tutti, lei che diveniva come Clara. Clara, che era fragile. Clara, che non aveva un posto preciso nel orfanotrofio.
:-5 a 0!- Esordì Amanda, mischiando le carte. Jennifer poteva cogliere il sorriso di soddisfazione, per avere imbrogliato con cura ed aver vinto. Lei accolse tutto ciò con un sorriso accondiscendente.
Le carte erano di nuovo le stesse, ma stavolta Jennifer si curò di giocare bene. Perse, ovviamente, e Amanda sembrò quasi deriderla dietro quello sguardo compassionevole. Ma lei sapeva che la bambina voleva solo fare amicizia, nel modo in cui glielo avevano insegnato. Continuarono a mischiare le carte, Jennifer a perdere e Amanda a vincere. Il risultato fu il divertimento totale di Amanda e la noia ben nascosta di Jennifer. Finchè arrivò sera tardi e Martha chiamò i bambini per la cena.
Amanda sorrise a Jennifer, prima di varcare la soglia, per poi diventare una sconosciuta nei suoi riguardi. Prese posto vicino a Susan, che si spostò più vicina ad Olivia. La evitavano ancora, anche se di meno.

:-Ecco a te, Diana cara.- La cuoca posizionò il piatto di fronte alla ragazzina, un invintante arrosto di pollo con patate al forno. Cosa che avrebbe potuto far sbavare Jennifer, che mangiava solo fettine di pane insipido e vecchio e formaggio avariato, mentre invece, Diana rispose con un cenno della testa. Meg, che le era accanto, ricevé lo stesso piatto, come gli altri.
Tranne lei, Jennifer, che ricevette la solita fetta di pane schifoso e il formaggio più avariato del solito. Martha si scusò con un sorriso ed un "C'era solo questo in frigo", che Jennifer liquidò con un sorriso. Meglio non mettersi contro anche lei. Le bambine le volevano abbastanza bene e la chiamavano "La Regina delle Pulizie", o qualcosa del genere.
Finito di mangiare, il signor Hoffman spedì tutte a dormire, rivolgendo un sorriso speciale a Diana. Jennifer fece una smorfia di disgusto. Quello lì aveva delle preferenze e non esitava nel nasconderle.
Si accasciò sul letto e rimboccò le coperte. Stava per prendere sonno quando qualcuno le picchiettò sulla spalla. Si girò per vedere chi fosse e scorse Amanda.
:-Buona notte.- Le sussurrò nel buio, per poi sparire, diretta verso il suo letto.


Angolo Autrice:
Questa one-shot tratta del rapporto che si crea al inizio tra Amanda e Jennifer^_^ Il fatto che giocano a carte è da me inventatoO_O
Ho seguito il tuo consiglio,Squarciecicatrici,almeno nella storiaxD.
Spero vi piaccia anche questo chap,bye bye,alla prossima!**

  
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