Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: fiphina    17/03/2022    1 recensioni
"Capisco" proseguì lo sconosciuto "So bene come ci si sente ad essere sottomessi. Quando sei temuto per i tuoi talenti"
"Lo sai davvero?" sussurrò in risposta il ragazzo, sollevando entrambe le sopracciglia, lasciando trasparire una finissima punta di sarcasmo in quella finta domanda.
"Si, lo so. Ed infatti... penso proprio che in te c'è esattamente ciò che cerco per i nostri ranghi, Severus"
Le sopracciglia del giovane serpeverde scattarono nuovamente, ma verso il basso insieme alle palpebre: stavolta le parole che udì suscitarono in lui un punto sospettoso nei riguardi del suo misterioso interlocutore, spingendolo a spostare lo sguardo nella sua direzione.
"Non capisco... di quali ranghi parli? Chi sei tu?"
Lo sconosciuto si voltò lentamente alla sua sinistra, mostrando a Severus il volto pallido e visibilmente intaccato nascosto sotto il cappuccio nero del mantello; lo fissò per diversi secondi, prima di dargli finalmente una risposta.
"Tu sai chi"
Severus non lo sapeva ancora, ma la decisione che prese quella sera avrebbe scatenato una serie di orribili conseguenze; non sapeva ancora di aver commesso il peggior errore della sua vita.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lily era rimasta stupefatta quando Severus le aveva parlato per la prima volta del mondo magico e da allora la sua curiosità non aveva fatto altro che crescere sempre di più, con notevole velocità, facendo talvolta prendere forma a quelle descrizioni nella sua mente.  

Credeva di non potersi sorprendere più di quanto già non lo fosse, ma capì di sbagliarsi nel momento in cui dei mattoni rossi di un muro si spostarono autonomamente, aprendole la strada a quel fatidico mondo.

Per tutto il tragitto che l'avrebbe portata nei negozi giusti per comprare il materiale scolastico che le sarebbe servito, la mascella di Lily era rimasta scattata verso il basso e i suoi occhi verdi spalancati: le si era letteralmente aperto un mondo diverso da quello che conosceva e non si avvicinava nemmeno un po' ai racconti babbani a cui era abituata.

Diagon Alley.

I babbani non erano a conoscenza di quel meraviglioso posto ad eccezione dei maghi, ma talvolta, come nel suo caso, con le dovute spiegazioni da parte di un rappresentante della scuola, essi potevano accompagnare i figli.

Tra le folla che le passava accanto di persone di ogni età, oggetti che si muovevano da soli, chiacchiericci che lo trasformavano quasi in un piccolo villaggio incantato... con tutto questo attorno la piccola strega non si sentiva affatto un'estranea come aveva pensato all'inizio, anzi, avvertiva un senso di agiatezza mai provato.

Chissà chi avrebbe incontrato, quali altre amicizie avrebbe fatto, chissà in quale casata sarebbe stata smistata, com'era Hogwarts vista dal vivo... nel porsi queste domande finì per perdere la cognizione del tempo, persino dimenticare le persone che conosceva, tra cui il suo migliore amico...

Già, il suo migliore amico.

Per la prima volta da cui era arrivata a Diagon Alley, Lily si domandò dove fosse Severus: le era dispiaciuto non essersi potuta recare lì insieme e non vedeva l'ora di vederlo per raccontargli lei stavolta di tutto ciò che aveva visto con i propri occhi, benché lui conoscesse già ogni cosa.

Ma più di tutto voleva fargli sapere di non essere mai stata così felice e per questo voleva solo che ringraziarlo.

"Lily" la persona che aveva pronunciato il nome della ragazzina dovette ripeterlo una seconda volta per attirare finalmente la sua attenzione: non si trovava più a Diagon Alley, era alla stazione di King's Cross: viaggiare con la mente l'aveva distratta ancora una volta... Lily si voltò verso l'individuo alla sua sinistra: la foltissima barba scura che gli nascondeva buona parte del viso e la mole da mezzo gigante che lo contraddistingueva, erano in netto contrasto con il caldo sorriso che le stava rivolgendo e la dolcezza con cui l'aveva chiamata; l'uomo le porse un particolare biglietto ferroviario, spiegandole passo per passo tutto quello che doveva fare "Tienilo sempre con te, mi raccomando, d'accordo? I binari tra cui dovrai passare sono il numero nove e numero dieci"

I genitori della rossa non si intromisero nella spiegazione del mezzo gigante, volevano che la loro adorata secondogenita sviluppasse più autonomia da quel momento in poi; tuttavia, non dimenticarono di ringraziarlo per averli aiutati, per poi rivolgersi entrambi a Lily per l'ultimo saluto e le consuete raccomandazioni.

"Sono sicura che sarai la più brava, tesoro! Sento già la tua mancanza" mormorò la madre, commossa, stringendola in un abbraccio; benché fosse orgogliosa, non era nemmeno facile accettare quella particolare situazione: non era come le scuole normali, la sua Lily sarebbe stata via per un'intero inverno, salvo tornare per qualche giorno durante le festività, ma era comunque poco.

"Coraggio, vai, non vogliamo farti perdere il treno" aggiunse il padre con un sorriso, accarezzandole i lunghi capelli rossi "Ti vogliamo un bene immenso"

"Mi mancherete molto anche voi" rispose la ragazzina, spostando poi il contatto visivo verso la sorella maggiore che se n'era stata in disparte per tutto il tempo senza dire una sola parola: la situazione tra loro non era che peggiorata da quando Severus le aveva rivelato delle lettere che Petunia aveva scritto ad Albus Silente e di conseguenza la minore delle Evans non sapeva come agire nei suoi confronti.

Petunia non le rispose nemmeno al saluto che le fece, non le rivolse neppure uno sguardo.

Il non poter chiarire la rese triste, ma come le era stato detto: non poteva perdere il treno, l'orologio appeso annunciava che mancavano pochi minuti allo scocco delle undici in punto della mattina.

Lily afferrò saldamente il carrello con tutto l'occorrente e guardando dal basso all'alto il muro, prese un profondo respiro prima di muovere i primi passi che trasformò presto in una corsa.

Se glielo avessero chiesto non sarebbe stata in grado di descrivere cos'era successo in quell'attimo: un secondo prima era a King's Cross e ora... svoltando alla sua destra, la vista le venne per un momento offuscata dal fumo proveniente dalla nera e rossa locomotiva che si stagliava in tutta la sua imponenza sul binario nove e tre quarti come indicava anche il cartello appeso al muro da cui era appena sbucata.

L'Hogwarts Express.

Magnifico.

Provò la stessa identica sensazione che aveva avvertito al suo arrivo a Diagon Alley.

Mentre sorrideva si sentì improvvisamente e nuovamente chiamare per nome da qualcuno, ma stavolta era qualcuno che aveva tanto sperato di rivedere, così tanto che non appena udì la sua voce mollò la presa sul carrello e gli volò addosso in un abbraccio.

"Andiamo, andiamo!" disse lei, eccitata; Severus, rosso in viso per il contatto ravvicinato di poco prima, sorrise a sua volta e la seguì a bordo del treno dopo aver sistemato i rispettivi bagagli "Vieni, Sev, entriamo qui. È libero"

In silenzio, ma mantenendo il sorriso, il giovanissimo mago prese posto accanto alla migliore ed unica amica: non riusciva a credere di essere lì con lei, lontano da quel mondo babbano.

L'aveva vista alla stazione di King's Cross, ma, senza capirne il motivo, era rimasto a distanza.

Ciononostante, si concentrò sul bellissimo sorriso che Lily aveva stampato sulle labbra da quando si erano rivisti e percepì in lei il desiderio di parlare di ciò che aveva visto nelle ultime ore e probabilmente avrebbero conversato tranquillamente se non fosse stato per un improvviso mormorio ed il rumore dell'apertura della porta di vetro scorrevole: due ragazzini, sicuramente loro coetanei, entrarono senza neanche salutarli e presero posto sui sedili opposti ai loro. 

Uno aveva i capelli scuri e ricci scompigliati che gli arrivavano alla base del mento e vestiti altrettanto disordinati, mentre l'altro era facilmente distinguibile dai suoi occhiali tondi, capelli castano scuro e abiti ben curati.

Tuttavia, nessuno di loro gli ispirò simpatia, se non fastidio. 

Il sorriso di Severus scomparve immediatamente ed il consueto malumore rabbuiò il sul viso pallido nascosto dai folti capelli neri, costringendolo al silenzio totale: aveva una voglia matta di andarsene da quello scompartimento troppo affollato da quei due individui che dovevano per forza venire lì e disturbarli.

L'avrebbe pure fatto, avrebbe preso per mano Lily e se ne sarebbe andato, se non avesse ceduto all'impulso di commentare la conversazione dei due perfetti sconosciuti.

"Io spero di finire in Grifondoro" confessò il ragazzino dai capelli ricci, sollevando un angolo della bocca "E tu? Dove speri di finire?"

Quest'ultimo strizzò l'occhio destro all'amico, per poi rispondere facendo ondeggiare una mano.

"Grifondoro, ovvio, è la migliore per due come noi, Sirius, fidati" quest'ultimo si chinò con la schiena in avanti come se volesse fare una confessione segreta "Anzi, è la migliore di Hogwarts"

"Con tutti i guai che combini, sicuramente vinceremo la coppa delle case a fine anno" ribatté l'altro, ridacchiando, ricevendo un pugno scherzoso da parte del ragazzino con gli occhiali; fu in quel preciso istante che Severus s'inserì nel discorso.

"Grifondoro è tutto fuorché la migliore di Hogwarts"

I due, compresa Lily che lo fissò interdetta ma senza riuscire a sedare la situazione fattasi improvvisamente tesa, gli scoccarono un'occhiata strana come si fossero accorti solo in quel momento di non essere soli; quello dagli occhiali tondi incrociò le gambe, scomponendosi sul proprio posto.

"E quale sarebbe la casata migliore, sentiamo"

"Non ti ci mettere, non ne vale la pena, dai, ma l'hai visto? È solo uno sfigato. In che casa pensi lo metteranno se non in quella degli sfigati come lui?" aggiunse quello dai capelli ricci e scompigliati, in tono dispregiativo; ricevette, tuttavia, un cenno di far silenzio dall'amico.

"Sicuramente quella in cui smisteranno te sarà la peggiore. Sai una cosa, Sirius? Penso proprio che ci divertiremo quest'anno e magari anche negli anni a venire, non sei d'accordo?"

Non gli piaceva per nulla quello sguardo malandrino sul viso dello sconosciuto.

Severus controllò a malapena il violento scatto d'ira che a cui avrebbe ceduto se Lily non fosse stata presente, invece le chiese cortesemente di cambiare scompartimento, richiesta che venne per fortuna accolta dalla ragazzina pur di placare gli animi: Severus aveva cominciato, ma lo conosceva, sapeva da che famiglia proveniva e d'altronde aveva già assistito a simili circostanze con sua sorella.

Nulla di nuovo, ma non di certo Lily risparmiò un duro rimprovero ai due per averlo definito sfigato.

Prese poi per mano Severus e si spostarono altrove: non voleva passare tutto il tempo a litigare; cercò di calmarlo in qualunque modo finché non si resero conto che di cabine vuote non ve n'erano più, così dovettero per forza condividerne una con altri due studenti, nonostante il parere contrario del moro. 

I due sconosciuti attuali apparivano del tutto diversi dai due maleducati di prima: uno era un ragazzino dai capelli chiari e dall'atteggiamento apparentemente tranquillo... l'unico strano particolare erano delle lunghe cicatrici che gli attraversavano la faccia.

Accanto a lui sedeva una ragazzina dai lunghi capelli castani raccolti in due ordinate trecce che le ricadevano sulle spalle, anch'ella sembrava una persona tranquilla ed anche amichevole dato che al loro arrivo rivolse un sorriso ad entrambi, annuendo alla richiesta di poter restare.

"Grazie... ehm..." tentennò la rossa.

"Josephine Conrad e lui è Remus Lupin... Remus? Remus!" la ragazzina dai capelli castani riscosse con una leggera gomitata sul braccio il proprio amico dai pensieri in cui era immerso, il quale dopo un secondo di disorientamento sorrise a sua volta ai due nuovi arrivati.

"Io sono Lily Evans e lui è Severus Piton, il mio migliore amico..." quando Lily si voltò per guardarlo lo vide dare loro le spalle e sedersi accanto al finestrino senza aprire bocca, nascondendo di nuovo il viso dietro i capelli neri: faceva così quando era nervoso; la rossa si scusò con Remus e Josephine, si sedette al fianco del moro e posò una mano sulla sua per infondergli coraggio.

Il punto di partenza era stato perfetto, ma non era più così sicura di come sarebbe proseguita: le parole dei due maleducati non erano piaciute neppure a lei, ma magari erano state dette tanto per dire, erano ragazzini della loro età e qualche battibecco poteva esserci.

Non dovevano essere così negativi a causa di quel piccolo intoppo, perché non era stato altro che un piccolissimo intoppo che presto sarebbe stato dimenticato.



 

A.
Il personaggio di Josephine Conrad non è di mia invenzione, appartiene a Elisabethprime.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: fiphina