Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Asia Dreamcatcher    09/08/2022    0 recensioni
Tre anni sono passati dalla caduta di Voldemort. Harry Potter ha conquistato con fatica e dolore il suo equilibrio, dicendo arrivederci a qualcuno e accogliendo nella propria vita qualcosa di inaspettato. Ma le ombre che si è lasciato alle spalle si sono solo ritirate - non paghe, mai definitivamente sconfitte - e tramano per gettare nuovamente nel caos il Mondo Magico.
La battaglia si farà furiosa fra tradimenti, segreti, nuove e vecchie conoscenze e alleanze insospettabili.
Genere: Generale, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Delphini Riddle, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3

Capitolo 3 — “Si vis pacem para bellum”


L'ala spezzata era uno dei più vecchi pub di Nocturn Alley. La clientela era la più strana e variegata mai vista: ricettatori, piccoli criminali fra cui il vecchio Mundungus Fletcher, vampiri, avventori, goblin e folletti, persino demoni ed impuri; senza contare misteriosi individui dal volto nascosto, ma dietro i quali si celavano “rispettabilissimi” membri del Ministero e della comunità magica. Ma forse la stranezza del vecchio pub risiedeva proprio nel suo proprietario, Donovan Lennox.

Don – come veniva conosciuto e chiamato dai suoi clienti abituali – sembrava apparso dal nulla, proprio come il suo locale e nessuno conosceva le sue origini. Il fatto che da tempo immemore il suo aspetto rimanesse quello di un aitante quarantenne aveva fatto crescere attorno la sua figura le più disparate leggende e miti: si vociferava che fosse uscito direttamente dagli Inferi, altri vaneggiavano che fosse in realtà un demone senza clan, mentre l'ipotesi più gettonata era che fosse un vampiro. Donovan Lennox a queste voci non smentiva ne confermava, e anzi sentire quelle dicerie sul suo conto lo divertiva e contribuiva ad accrescere il fascino e la fama del suo pub.

La sera era calata da diverse ore su Nocturn Alley quando la porta massiccia e cigolante de “L'ala spezzata” si aprì lasciando che, per un momento, la vivida e chiara luce lunare inondasse l'ambiente solitamente cupo.

La figura che entrò indossava un mantello pregiato e calato sul volto un ampio cappuccio che lo rendeva irriconoscibile, si muoveva con una certa disinvoltura e si diresse subito su uno degli sgabelli squadrati difronte al bancone in legno d'ebano tirato a lucido.

L'ambiente del locale era ampio ma dal basso soffitto con travi in legno a vista color ambra, la luce era soffusa e data dai sparuti candelabri in cristallo scuro appesi al soffitto – opera dei folletti – il bancone era largo, a ferro di cavallo e posto al centro del pub, con alti sgabelli lungo i quattro lati, dietro un grande caminetto in pietra perennemente accesso e i tavoli anch'essi in ebano erano disseminati nel resto della stanza sul pavimento in cotto. Se poi uno cercava un po' di privacy, il pub aveva delle piccole salette private al piano superiore, con drappi color ottanio alle pareti, dove si svolgevano loschi affari e partite a poker con personaggi poco raccomandabili. Il suo proprietario, nonostante la clientela di malfamati, teneva maniacalmente alla pulizia e all'ordine: guai a creare confusione o risse.

Non appena la figura incappucciata si sedette, Don fece la sua comparsa dall'altro lato del bancone. Era un uomo alto e affascinante, con capelli folti e mossi castano scuro, occhi intensi e rapaci protetti – come sempre – da un paio di occhiali dalla sottile montatura d'oro e lenti sfumate gialle. Indossava una camicia bianca dall'aspetto pulito con le maniche tirate su fino ai gomiti che lasciavano intravedere molti tatuaggi dall'aspetto intricato: alcuni parevano rune celtiche, altri simboli mitologici nordici, altri ancora arabi.

«Non mi aspettavo di vederti così presto, Draco.» disse Don a mo' di saluto; la sua voce era sempre calda e vellutata. Aveva immediatamente riconosciuto il ragazzo; lui riconosceva sempre tutti e sapeva sempre tutto anche quali loschi affari venivano trattati nel suo pub, nulla gli sfuggiva.

Il giovane si tolse lentamente il cappuccio, visto che in quel momento il locale in quella serata estiva era poco frequentato: infatti c'erano solo una vampira dall'aria malconcia, un paio di avventori e un ricettatore che parlava fitto con un possibile cliente.

«Don, non ti emozionare. Non è che io sia esaltato di trovarmi qui» replicò l'ex Slytherin con aria a metà fra l'annoiato e lo scocciato.

«Cosa ti porto?» chiese l'altro con un ghigno ferino.

«Whisky Incendiario doppio, grazie»

«Non ti preoccupa il tuo fegato, giovane?» Draco gli riservò un'occhiata di sufficienza; «Cos'altro posso servirti?»

«Informazioni.» disse semplicemente il biondo e Don questa volta sorrise. Era qui per quel motivo. Ovviamente. Come quasi metà della sua clientela, a volte gli Auror stessi venivano a chiedergli informazioni e dritte; d'altronde il suo locale era terreno fertile per nuovi criminali e losche attività, non che a lui interessasse, ma le autorità erano disposte a pagare bene quando erano in crisi e non sapevano più dove sbattere la testa. Mezzo dipartimento Auror gli doveva dei favori per le sue dritte solitamente azzeccate.

«Capisco...» disse meditabondo mentre gli serviva il suo drink; «Così la Corporazione ti manda ancora a fare il lavoro sporco?» osservò divertito il proprietario, mentre il ragazzo non fece una piega. Non gli piaceva essere definito direttamente o indirettamente spia, detestava ciò che era diventato, ma questo faceva per pagarsi la libertà sua e della madre.

«Allora mi puoi essere utile o sto qui a perdere tempo?».

«Ehi. Porta rispetto ragazzo, sbaglio o le informazioni sul traffico di Veela erano esatte? Tu dimmi quello che ti serve e io vedrò se ho qualcosa per te...»

Draco iniziò a parlare piano, distrattamente lo sguardo rivolto al bicchiere di caldo liquore che aveva in mano, così da non attirare l'attenzione anche se il pub era mezzo vuoto.

«Necromanti. Ne è stato trovato uno morto in Russia qualche giorno fa... E non era il primo, mi chiedono di scoprire se qui è venuto qualcuno che potesse essere interessato o qualche traccia che possa aiutare gli Auror» Don fece vagare il suo sguardo scuro fra i pochi clienti che c'erano a quell'ora, in estate i loschi affari languivano o quasi, intanto il suo cervello lavorava frenetico.

«Il nome di questo tizio?»

«Cavendish».

Il barista sgranò gli occhi sorpreso ed erano poche le cose che riuscivano a sorprenderlo.

«Qualcuno ha ammazzato un Cavendish? Doveva essere in guai seri... Però ora che ci penso c'è qualcuno che è venuto a chiedere informazioni.»

«Chi?»

«Incredibile ma vero ma non li conoscevo. Erano in due: un tipo prestante col volto celato, si capiva che era straniero anche se il suo inglese era pressoché perfetto, ma si sentiva una lieve inflessione tipica di chi viene dall'Europa dell'est... Russia, Repubblica Ceca quei paesi lì, sembrava interessato agli studi magici sull'evocazione e così fra una frase e l'altra sono venuti fuori i Necromanti e che i Cavendish erano la famiglia più potente in circolazione... Purtroppo non gli ho visto il viso, ma posso dirti che era giovane, posso quasi azzardare che aveva la tua età, la seconda era beh incantevole ed Ibrida – Draco levò un sopracciglio verso l'alto – mezza sirena sicuro, alta, pelle esangue quanto quella di un vampiro – ragazzo – e occhi gialli. Lei non ha aperto bocca e si è limitata ad appendere un volantino lì sulla bacheca»

«Con chi ha parlato il tizio incappucciato?»

«Un cliente abituale, un ex professore di Storia della Magia ormai in pensione, un porco a cui piace fissare la mia cameriera...»

«Quando lo posso trovare questo maiale?» chiese il biondo senza battere ciglio.

«Passa tra una settimana sul tardi, ha una partita a poker in programma».

«D'accordo e invece quel volantino?», Don gli fece un cenno col capo e lui si mosse verso la bacheca, trovò immediatamente la pergamena che cercava: inchiostro nero su carta rossa e un simbolo.

Secondo Ordine”, che cazzo sarebbe?



Le risate aleggiavano nella piccola e calda cucina dei Lupin; Harry aveva le lacrime agli occhi mentre Tonks, metamorfosando il proprio volto, gli narrava aneddoti su vecchie missioni con la sua squadra, accanto a lei Remus ridacchiava e l'avvenente Fleur Weasley sorseggiava divertita il suo calice di vino. Delphini e Victoire si premevano le mani sulla bocca per non scoppiare, mentre Teddy osservava la madre con occhi luccicanti.

«Possiamo andare a giocare, papi?» chiese poi il bambino nuovamente impaziente. Remus gli fece un cenno col capo e le tre pesti presero il volo.

«Allora quando torna Bill?», chiese Harry riprendendosi dal riso.

«Oh fra un paio di jorni, Harrì». Con l'arrivo di Delphini i rapporti con Fleur e Bill si erano fatti più intensi, Delphini si era legata fin da subito a Victoire – vista l'età simile – e con Teddy formavano un inossidabile trio di adorabili pesti, se poi si aggiungeva quel piccolo tornado di Fred Jr., erano da mani nei capelli. Serate come quelle erano un appuntamento fisso e visto il lavoro di ognuno spesso i tre bambini si ritrovavano a fare pigiama party da una delle tre famiglie – a volte anche direttamente alla Tana – con cadenza molto più frequente di quelle cene.

«Piuttosto non vedo l'ora che quei trois vadano ad Hogwarts! Pronto a ricominciore Remus?» chiese la bionda con un caldo sorriso, «Qualcosa non va?» domandò a quel punto l'auror notando una velata mestizia negli occhi dell'uomo.

Tonks con premura poggiò la mano su quella del marito e si rivolse agli altri due:

«Ieri siamo andati al funerale di Percival Cavendish—».

«La figlia è mia alunna, Mikayla» aggiunse Remus con un sospiro.

«Figlia unica?» chiese Harry mentre un un groviglio di sensazioni poco piacevoli si annodava sul fondo dello stomaco, il licantropo annuì.

«Possiede una gran forza d'animo quella ragazza, purtroppo il padre era il perno della famiglia, veniva sempre ai colloqui era una persona molto piacevole e interessata. La madre è cagionevole di salute, molto fragile» spiegò pacato e meditabondo.

«Di che casa fa parte?»

«Slytherin».

«Hanno la pelle dura» mormorò Harry sorridendo appena, facendo aprire anche il professore ad un mesto sorriso.

Improvvisamente una luce argentea schizzò nella casa e, dopo aver fatto il giro dei commensali, si arrestò proprio davanti l'auror. Harry riconobbe immediatamente il Patronus di Anthony, un'elegante volpe.

«Dimmi tutto Stein!»

«Ci sono dei disordini nei pressi della Gringott, sembra siano coinvolti più parti, maghi e Ibridi. Ci chiedono di intervenire per sedare la folla. Io e Ron siamo al Ministero, ho avvisato anche Cy, ci raggiunge sul posto».

«Bene. Arrivo» fu la laconica risposta. Harry osservò gli amici e con lo sguardo si scusò.

«Tonks, Remus Del potrebbe—?»

«Non hai nemmeno da chiedere!» lo rassicurò il professore alzandosi con lui e accompagnandolo alla porta, mentre Tonks e Fleur si scambiarono sguardi preoccupati.

«Harry? Dove vai?» la voce di Delphini lo raggiunse all'orecchio come un pigolio triste.

«Ehi scimmietta, purtroppo devo andare è...»

«Lavoro» sbuffò la piccola, il moro sospirò e se la strinse brevemente al petto tanto forte che la bambina gemette, ma si aggrappò ancora di più al suo pastrano.

«Harry stai attento. Chiama appena puoi» disse Tonks osservandolo seria.

Non appena fu uscito da casa Lupin, Harry si smaterializzò per raggiungere la sua squadra.


Harry e la sua squadra giunsero sul luogo della sommossa insieme alla squadra Alnair capitanata da Berenice Hastings e una terza, la Sextans, guidata da un auror veterano: Evan Ledger.

Un gran confusione di corpi, urla e incantesimi aveva completamente invaso il piazzale davanti alla Gringott.

Ledger informò rapidamente le due squadre più giovani che quella che doveva essere una manifestazione pacifica e autorizzata si era tramutata rapidamente in una guerriglia. Gli auror furono costretti ad alzare scudi protettivi perché incantesimi di rimbalzo volavano in tutte le direzioni.

«Regole d'ingaggio?» chiese Harry.

«Separiamo i due fronti, fermiamo gli organizzatori della manifestazione per interrogarli. La squadra Alnair si occuperà dei feriti coordinandosi con il reparto emergenze del San Mungo. Signori, signore il nostro compito è sedare la folla, incantesimi offensivi solo in caso di difesa estrema, niente violenza gratuita. Evitiamo in tutti i modi di buttare benzina sul fuoco» chiarì Ledger scrutandoli con sguardo eloquente.

Harry annuì e si voltò verso i suoi compagni, guardando Ron con attenzione.

«Di cosa dobbiamo tenere conto?» gli chiese.

«Per i maghi non ci sono problemi, ma con gli Ibridi è diverso – rispose prontamente Ron in quanto ricopriva la posizione di stratega all'interno della squadra – resistono a diversi incantesimi offensivi, quindi potremmo essere costretti a magie di un certo livello, ma questo sarebbe esattamente buttare benzina sul fuoco, meglio—»

«Magia vecchia scuola?» replicò Harry.

«Più rapida e indolore» concordò Ron; tutti e tre si girarono verso Tracey, che nel mentre aveva già tirato fuori la bacchetta e la teneva come fosse un pennino;

«Rune di contenimento?» domandò sapendo già la risposta.

«Vai».

L'operazione degli Auror fu lenta ma accurata, impiegarono diverso tempo ma non ci furono incidenti anche se quando portarono via gli organizzatori della manifestazione questi strepitavano di essere vittime di ingiustizie, rifiutandosi di tacere... Ne sarebbe uscito un articolo coi fiocchi sulla Gazzetta dell'indomani.


Al riparo dall'epicentro della rivolta, un'elegante figura femminile osservava quanto si stava svolgendo con avida attenzione, i suoi occhi topazio così come le sue labbra vermiglie sorrisero di soddisfazione. “E così è cominciata”.



Levi Graves venne fatto accomodare in una delle salette per l'interrogatorio. Stizzito si scostò i folti capelli argentei dagli occhi, il suo giovane viso era adombrato dallo sdegno.

«Dunque, vediamo un po': Levi Graves – lesse dal fascicolo il capitano Ledger – diciannove anni, padre inglese, madre – esitò – Veela.» ricevette un grugnito in risposta «Ha frequentato Koldovstoretz! Uscito con il massimo dei voti e sei tornato qui in Inghilterra da poco più di cinque mesi. Dico bene?».

«Con quali accuse mi tenete qui?» mormorò altero il giovane. Evan Ledger si scambiò una rapida occhiata con il suo compagno di squadra ed entrambi si accomodarono di fronte al manifestante.

«Qui nessuno ti tiene prigioniero, non sei in stato d'arresto. Vogliamo solo capire cosa è successo» il tono del capitano della Sextans era calmo, naturalmente canzonatorio ma senza essere fastidioso.

«Volete farmi credere di non essere al soldo di quei maledetti folletti!?» il tono di Graves era invece ombroso e raschiato dal risentimento.

«Da che io sappia non sono loro a staccarmi l'assegno a fine mese, – rispose cercando di alleggerire l'atmosfera e così il sentire del ragazzo – sono loro quindi il problema?».

«Le loro stramaledette regole! Chiedono lo stato di sangue per gli Ibridi, è barbaro! Sono dei cazzo di folletti loro e chiedono a noi di provare di meritare di essere lì! Noi abbiamo gli stessi diritti di tutti gli altri maghi!» disse con voce livida e bassa.

«Non ha torto» commentò pacato Harry, assistendo, attraverso il vetro, all'interrogatorio di Levi Graves.

«Hai sentito come ha pronunciato “folletti”?» replicò svagato Anthony mentre puliva con cura la propria bacchetta.

«Quella è rabbia – l'altro sollevò le iridi blu – e qualcos'altro sì.», il suo sguardo si fece meditabondo.

«C'è sempre un altro, così cerchiamo di preservare noi stessi» riprese Anthony stringendosi nelle spalle.

«...anche Voi-sapete-chi usava questa oscenità! Non vedete l'assurdità!?» stava urlando nel mentre Levi dall'altro lato del vetro. Harry sussultò appena, Stein se ne accorse immediatamente e gli posò amichevolmente una mano sulla spalla della divisa impolverata.

«Tutto okay?» chiese gentilmente. Il suo capitano gli sorrise appena, poi si massaggiò la radice del naso e annuì.

«Sì... non è per me, lo sai».

Anthony sorrise e annuì di rimando.

«Vado a vedere se Ron e Tracey hanno concluso quel rapporto, così ce ne possiamo andare a casa».

«Un'ultima domanda Graves, - lo interruppe Edwin Farley, auror veterano e secondo di Ledeger – abbiamo trovato diversi di questi volantini fra le borse tue e dei tuoi compagni. Cos'è il Secondo Ordine



Sibeal Thorne si asciugò distrattamente i capelli corti e biondissimi, faceva distrattamente tutto ciò che non riguardasse il suo lavoro, le sue priorità le erano ben note. In quel momento la sua attenzione era rivolta ad un plico di pergamene a cui aveva appena tolto il sigillo.

«Cattive notizie Sibil?».

Evan Ledger uscì dal bagno avvolto in un accappatoio scuro, i corti capelli ormai più brizzolati che biondi gocciolanti; si accostò alla donna afferrandola dolcemente per i fianchi. Che i due stessero assieme non era un mistero, ma pochi all'interno dell'ufficio auror ne erano a conoscenza, data la riservatezza della prima e il rispetto del secondo.

«Come hai detto che si chiama questa fantomatica organizzazione parapolitica di cui fa parte Levi Graves?» chiese ignorando bellamente i tentativi del compagno di darle del “conforto fisico”. Evan sorrise divertito per il fallimento dei suoi intenti amorosi e così assecondò la curiosità del proprio capo in comando.

«Secondo Ordine. Perchè?».

«Perché Rosier mi ha appena inviato un rapporto di sessanta centimetri di pergamena su questo Secondo Ordine».

«Dimmi che non dobbiamo preoccuparci.»; ma dalle iridi adombrate della donna Evan lesse che a quanto pare quella faccenda era ben lungi dall'essere chiusa.

https://i.pinimg.com/originals/d4/40/b4/d440b44b78d9444ed584071775e792ac.gif            https://i.pinimg.com/originals/15/4a/3a/154a3a86f7dde12399e554c01fa263ea.gif

Therese Travers                                                                 Theodore Nott

______________________________________________________________________________________________

Eccoci qui, in questo terzo capitolo come potete vedere qualcosa inizia a muoversi, i pezzi piano piano cominciano a posizionarsi sulla scacchiera, che sarà abbastanza piena!
Spero che oltre ai canonici personaggi anche i miei OC vi possano piacere. Io ringrazio tutti coloro che hanno inserito questa ff fra i preferiti, i seguiti e ovviamente anche chi ha recensito, spero di conoscere presto la vostra opinione riguardo questo nuovo capitolo, nel mentre io vi auguro un buon proseguimento d'estate!

A presto!


   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Asia Dreamcatcher