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Autore: Legar    09/09/2022    9 recensioni
«Tu puoi cambiare la forma del corpo a piacimento.»
«Puoi diventare anche più magro?» [...]
Teddy non vede, ma Victoire sta smettendo di esistere.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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(tw: La storia tratta di disturbi del comportamento alimentare)



«Tu puoi cambiare la forma del corpo a piacimento.»

Teddy non ha mai avuto bisogno di troppe parole per rispondere a Victoire e annuisce soltanto.

«Puoi diventare anche più magro?»

 

 

Percezioni per esistere

 

Teddy non vede che i piatti sulla tavola diventano ogni giorno più puliti: una piccola patata a fette per i colori della loro Casa, tre larghe foglie di insalata per Serpeverde, un pomodoro solitario per Grifondoro e i mirtilli di un blu più vivace dello stemma di Corvonero. Il buffet sulla tovaglia è sempre più ricco e il posto di Victoire sempre più vuoto. Nemmeno la magia può far apparire cibo nello stomaco.

Lui non ha occhi che per il biondo morbido nei lunghi capelli della fidanzata, gli occhi azzurri che sono specchio per la sua mutevole forma fisica, le labbra piene che pronunciano amore e celano disagi. Vede le sottili onde di Villa Conchiglia tra le sue ciocche, e i suoi polpastrelli sono la riva contro cui si infrangono – lei come al solito lo rimprovera, perché le ostacola i movimenti se le sta così addosso. Gli piace guardarla, è la sua costante quando lui cambia la forma del naso e tutto. Lei lo distrae persino durante i pasti semplicemente esistendo.

Teddy non vede, ma Victoire sta smettendo di esistere.

Teddy non sente le scuse a mezza voce nel bagno del dormitorio femminile di Tassorosso e le promesse di andare in infermeria al più presto per quel fastidioso disturbo intestinale. Nella stanza in cui lui non può entrare, Victoire produce i rumori segreti del male – e invece, per le sue orecchie, solo sussurri d’amore.

Lui s’incanta ad ascoltarli, cristallizzati nella voce che sa essere tagliente da spezzare ogni morbidezza e dolce da ammansire ogni ruvidità. Gli piace ascoltarla, è la sua costante quando persino il suo tono è mutato da un anno all’altro nel timbro di un uomo. Lei lo ammalia persino nelle mezze sillabe semplicemente esistendo.

Teddy non sente, ma Victoire sta smettendo di esistere.

Teddy non odora i conati che le imbrattano la divisa scolastica, perché gli incantesimi di pulizia sono più rapidi delle sue attenzioni. Per Victoire ogni rigurgito ha l’odore lontano del sangue, quello di primogenita, di Veela, di Weasley: il carico autoimposto delle aspettative, il monito della fama che pretende perfezione. La anela e la rigetta perché non può averla, e quella mancanza la distrugge, l’assenza la annienta.

Lui vive l’estasi dell’odore imperioso della sua pelle, che gli toglie il fiato per rimpiazzarlo di sentimenti come unico ossigeno. Gli piace possederne il profumo, tra i capelli, nell’incavo della clavicola e fino in fondo. La propria natura non gli permette di mutare finanche la struttura interna dei polmoni, e quelli sanno di cosa necessitano, riconoscono una costante di aria eterea tra nubi invisibili. Lei lo affascina persino negli odori semplicemente esistendo.

Teddy non odora, ma Victoire sta smettendo di esistere.

Teddy non tocca la fila di granelli sporgenti della colonna vertebrale, le protuberanze delle coste, i fianchi ossuti. Lei sguscia via dalla sua presa, inarcandosi e tendendosi per offrirgli altro di sé, nel buio delle tende del baldacchino. Così Teddy ha una mano a carezzare un seno, ancora morbido per lui, e l’altra al centro delle cosce – lo stringono in una presa che trae forza solo dai sentimenti, non ve n’è più nei muscoli affamati.

Lui insegue il piacere sul suo corpo, mai avido e mai reticente: se potesse la toccherebbe ovunque in ogni momento, fin dentro l’anima, che non sa essere divenuta sfilacciosa al tatto. Gli piace sfiorare, tastare, premere e venire ricambiato, nella congiunzione più intima che esiste, in cui Victoire si diverte a riconoscerlo tra le pieghe dell’anatomia incostante.

Ma lei non è più costante, palmi veneranti sanno che il corpo è cambiato.

Teddy tocca con mano che Victoire sta smettendo di esistere.

Victoire non gusta.

E Teddy non può più non vedere, sentire, odorare, toccare.

«Fammi vedere come puoi diventare più magro.»

Teddy avrebbe bisogno di tutte le parole che non ha per parlare a Victoire: scuote la testa. «Io vedo la mia magia in uno specchio, ma li coprirei tutti per impedire a te di guardarti.»

«Non basterebbe.» Lei gli prende una mano e se la porta sul cuore, l’unica parte del corpo che conta per entrambi. «Io percepisco come sono.» Glielo mostra con un sorriso triste. «E non mi va bene.»

«Perché hai iniziato a farti del male?»

«Volevo solo essere perfetta.»

 

 

2021-08-25-17-41-57

 

 

Note:

È la prima volta che scrivo su questi personaggi, ma avevo quest’immagine in mente e ho provato a tradurla in parole, nonostante la Nuova Generazione non sia il contesto su cui leggo o scrivo di più. Grazie per aver letto questa breve one-shot, spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate, qui oppure potete trovarmi anche su Instagram.

Alla prossima!

   
 
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