Sweet Parents
Incinta. Non c’erano possibilità di errore, lei lo sapeva. Era incinta...
sarebbe diventata madre. Madre. Madre di un bambino. Un bambino che andava
accudito, vestito, lavato, nutrito. Pensò che era davvero troppo per lei. Non a
20 anni. Era solamente al primo anno di università. Lei voleva avere una
carriera, viaggiare per il mondo, diventare una famosa giornalista. Voleva
scrivere. Voleva scoprire le cose, voleva... voleva tante cose. Prima che
quest’orrendo incubo iniziasse.
I suoi pensieri si accavallavano uno sull’altro, a scatti, come bolle che
salgono dal profondo del mare.
Come poteva affrontare ogni cosa, i genitori, l’università, il
matrimonio... Alex. Alex, il suo primo amore, nato quando lei aveva solo 16
anni, la sua prima volta, la sua prima vacanza da sola, quattro anni
praticamente in simbiosi. E ora questo incidente le dava la garanzia della
rovina della sua vita. La sua famiglia, il suo uomo, la sua carriera. Tutto
distrutto da... da uno stupido profilattico rotto.
Incinta. Incinta. Incinta. Incinta. Quella parola continuava a
rimbombargli nella testa. La stanza intorno a lui, la casa dei suoi genitori,
tutto cominciava a farsi stretto e piccolo, e lui sentiva di non riuscire a
respirare. Non era il momento di lasciarsi prendere dal panico. Elena aveva
bisogno di lui. Così le disse: “Amore... devi calmarti. Noi... noi ce la faremo,
noi supereremo tutto questo. Troverò un lavoro, compreremo una casa tutta
nostra, ti giuro io farò di tutto...”
“Come lo dirò ai
miei?”
“Troveremo un modo”
“Loro non lo accetteranno mai, lo sai come sono
fatti”
“Ce la faremo”
“Alex... ho paura”
“Lo so amore, anch’io ho paura”
Elena finalmente si riscosse dal torpore. Si alzò decisa dal pavimento
del bagno e disse: “Devo prendere un appuntamento con la ginecologa... bisogna
essere sicuri”
Mentre la sua ragazza faceva il numero di telefono dall’altra stanza,
Alex si ritrovò a sorridere, seduto per terra con la schiena appoggiata alla
vasca. Nessuno dei due aveva nemmeno pensato alla possibilità di abortire. E si
ritrovò a pensare che, forse, il piccolo che stava crescendo nella pancia di
Elena non era poi così sfortunato.
“Un infelice! Un disgraziato! Ecco cosa
sarà!”
“Ma mamma...”
Mentre la signora Bonvicini, madre di Alex, inveiva contro il destino,
Elena stringeva la mano al suo compagno. I genitori di Alex erano tornati a
casa, e c’era voluto meno di un secondo perché la storia venisse a galla. I
genitori di Alex capivano sempre tutto al volo, soprattutto la madre. E forse,
la scatola del test abbandonata sul tavolo e la faccia sconvolta dei due ragazzi
aveva aiutato. Fatto sta che ora lei era più sconvolta di loro, e il padre si
era chiuso in un silenzio serio, con il viso corrucciato tipico di chi sta
riflettendo su una cosa molto importante.
“Ma mamma un corno! Come è potuto succedere! Oh Signore sono solo due
RAGAZZI! Come è potuto accadere? Che cosa facciamo, che cosa facciamo,
Roberto?”
Il marito alzò lo sguardo verso i due
ragazzi.
“Avete deciso se tenerlo?”
Attimi di silenzio, carichi di tensione, la madre si era zittita, Alex e
Elena che fissavano Roberto.
Alla fine parlò Elena.
“Io non abortirò”
Alex sentì il suo cuore sciogliersi, insieme a tutta la tensione
accumulata. E intervenne:
“Lascerò l’università, e mi troverò un lavoro. Potremmo stare qui, nel
frattempo, mamma può aiutarci”
La mamma di Alex, infermiera ostetrica da 30 anni, poteva essere di
grande aiuto.
Il padre, Roberto, al sentirlo parlare in quel modo si
rabbuiò.
“Lasciare... l’università?”
“Papà, non c’è altro modo”
“Lo so, questo. Ma ti mancavano solo pochi esami per finire la
triennale”
“Alex ascolta...” intervenne la madre “forse non tutto è perduto. Hai
nove mesi per finire l’università. Una volta laureato potrai trovare un lavoro
come si deve e dare al bambino tutto ciò di cui ha bisogno. Per ora, penseremo a
tutto io e tuo padre. Potete stare qui, se volete, la casa ha quattro camere da
letto! Che ne dite?”
Elena guardò negli occhi Alex e si stupì a scoprire che i suoi occhi
brillavano di felicità.
“Non so” disse incerta “devo parlarne coi miei... sapete come sono, non
so se accetteranno di buon grado il trasferimento a casa
vostra..”
Non sapeva quanto aveva ragione.
Ciaooo!
Piacere, sono l’autrice di questa piccola fic. In realtà, è una storia di
“prova”, sto sperimentando nuovi generi, e voglio tentare di creare personaggi
miei, per vedere quando posso renderli realistici. Tutto ciò che vi chiedo è
dirmi se ci sto riuscendo, ovviamente se seguite la mia storia.
Ringrazio
tantissimo:
ryry,
che l’ha messa fra i preferiti,
priscy
e SweetCherry, che la stanno seguendo,
e
mando un bacio a sonietta e ancora a SweetCherry perché sono state così gentili
da lasciare una recensione...
Continuate
a scrivermi che ho tanto bisogno di migliorare! Le critiche costruttive sono ben
accette! Grazie!
Fede....
BlackPearl_uaooo
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