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Autore: Angel TR    12/09/2009    1 recensioni
Jennifer reggeva tra le mani il libro.
Era intitolato "La Piccola Principessa". Non le piaceva,ma prima che potesse chiedere informazioni al ragazzino,egli se ne era già andato.
Jennifer scese velocemente dall'autobus e lo rincorse. Quando giunse alla fine della strada,pensò che era veramente stata una cattiva idea rincorrere il ragazzino,perchè adesso si trovata di fronte ad un orfanotrofio davvero squallido.

Prima fanfiction su Rule Of Rose,un videogioco dalla trama molto profonda. Spero che con questa raccolta di one-shot/drabble,renderò bene i momenti passati da Jennifer,alcuni di mia invenzione.
Buona lettura^^
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~The Orphanage


8.La Regola Della Rosa

Inghilterra,1930

Quella mattina, Wendy si svegliò con un solo obbiettivo. Levare di mezzo quel sudicio cane.
Era stato così bello quando lei e Jennifer si erano abbracciate, era stato così dolce e il corpo di Jennifer era così caldo, così morbido. Non si sarebbe mai voluta staccare da lei. Perchè le aveva fatto questo? L'aveva rimpiazzata con un lurido cagnaccio, un essere che non ha la stessa intelligenza degli umani nè prova gli stessi sentimenti. A che scopo, quindi, scegliere lui al posto di lei? Non c'era paragone!
Era stato così divertente giocare insieme, ritagliare, dai vecchi giornali del signor Hoffman, dei fiori a cinque petali su cui incidere cinque parole che erano diventate il motto di Wendy:
W+J=4
Di cosa si lamentava, Jennifer? Che cosa non andava nel loro rapporto così stretto? Lei, Wendy, le aveva offerto la sua mano, le aveva risparmiato le derisioni e i pestaggi del resto dell'Aristocrazia. Non sapeva che lei era la Principessa Della Rosa? Non sapeva che era stata lei ad imporle tutto ciò e lei a farlo finire? Ah, ma certo che no. Non glielo aveva mai detto. Tanto meglio.
In realtà, a far scaturire tutto era stato il cane, che Jennifer si ostinava a chiamare Brown. Per Wendy, avere un Principe tutto suo era stato il massimo, ma, doverlo dividere con un altro essere vivente, non le era proprio andato a genio. Perchè mi ha sostituita?, pensò Wendy, furiosa, sia con il cane che con Jennifer.
Sapeva bene dove il suo Principe tenesse il cane: nel vecchio capannone, ai limiti del giardino del orfanotrofio. Ben nascosto e riparato da eventuali temperature fredde, da piogge o da individui indesiderati, dormiva acciambellato con una vaschetta per le crocchette e l'acqua, il lurido cane. Wendy rabbrividì per la rabbia. Quella palla di pelo aveva tutti i comfort disponibili per un cane e anche l'affetto di Jennifer! E Jennifer era solo sua.
Wendy diede un'occhiata al orologio in cima alla parete. Segnava le 7.30.
Jennifer stava ancora dormendo profondamente, abbracciata al cuscino ancora intriso delle lacrime versate per ogni schiaffo ricevuto. Il pensiero rafforzò Wendy: non poteva permettere ad un altro essere di toccare il suo Principe! Indossò la mantellina, prese il cappello nero e una sacca sporca e rattoppata, poi fece il gesto finale. Chiamò Diana e le altre.
:-Sentite...ho deciso che quel lurido cane non merita di vivere. Seguitemi e fate silenzio.- Aggiunse, gettando uno sguardo a Jennifer. Una volta capito il piano, sul volto delle bambine si delineò un ghigno crudele e lo sguardo di Diana si accese.
:-Finalmente. Pensavo che eri davvero la Principessa Bugiarda.- Wendy abbassò lo sguardo, insieme alla visiera del cappello. Non le piaceva il fatto, forse poteva pensarci ancora un po'. Jennifer diceva sempre che Brown le portasse i dolcetti perchè lei era buona, e adesso Wendy stava andando a porre fine alla vita del suo donatore di dolci.
:-Andiamo!- Ordinò Diana, e con un gesto della mano, condusse tutti al portone. Lo aprì e i bambini iniziarono a correre a perdifiato per il giardino.
:-Io, per prima.- Disse Wendy con voce chiara e forte, fermando l'Aristocrazia. :-Sono io la Principessa Della Rosa e io giustizierò il lurido cane.- Diana la guardò e poi sussurrò tra sè
:-Però prima stavi con la sporca Jennifer.- Ma Wendy nemmeno la pensò, andò dritta spedita verso il capannone e lo aprì, forzando un po'la porta. Quando il cane li vide, iniziò a grignare piano, emettendo il classico suono gutturale. Questo servì solo a divertire di più le bambine, che iniziarono a ridere e a urlare.
:-Il lurido cane! Il lurido cane!- Si avvicinarono mentre Brown indietreggiava. Non servì a nulla. Tra schiamazzi e risate stridule, il cane venne intrappolato nella sacca e chiuso per bene. Wendy lo vedeva tremare ma non le importò, non bastò a fermarla. Iniziarono a colpire la sacca, con la punta delle scarpe, sempre più forte finchè il cane non iniziò a guaire.
:-Piange! Piange come la sua sporca padrona!- Wendy non si fermò neppure a questo. Continuò a percuotere il cane con ferocia, senza fermarsi neppure quando vide la macchia di sangue allargarsi sulla sacca.
E poi capì. E poi, volgendo lo sguardo al cielo, si chiese:
Che cosa avrebbe pensato, Jennifer?

Erano le 7.40, quando Jennifer aprì gli occhi e la forma sbiadita del lampadario diventò delineata. Volse lo sguardo alla parete del suo letto, ancora avvolta nelle lenzuola, e gli stickers a fiori ritagliati e colorati da lei e Wendy, fecero bella mostra, risaltando su quella piatta distesa di bianco sporco e spaccato. Wendy...l'altro ieri aveva dato dimostrazione del suo odio verso Brown, arricciando il naso e dicendo che puzzava. Manco il fatto che il cane le portava dei fiori e dei dolcetti rubati dalla dispensa del orfanotrofio, l'aveva calmata, anzi. L'aveva trovato patetico. Lei c'era rimasta molto male, ma aveva tenuto duro, confidando nell'affetto che Wendy provava per lei. Poi, ebbe un brutto presentimento. Perchè nessuno era nel orfanotrofio? Si alzò dal letto e guardò fuori dalla finestra. Si sentivano degli schiamazzi. Ecco cosa l'aveva svegliata. Da dove provenivano gli schiamazzi? Si sporse, per intercettare la provenienza. Quando capì, cacciò da un urlo, e subito corse oltre il portone, con tutto il pigiama da ospedale addosso. Correva a perdifiato, con le lacrime che rigavano le guancie e bagnavano il pigiama. Sapeva che il suo abbigliamento era leggermente trasparente, ma non se ne importò, manco un attimo. Continuò a correre, urlando il nome di Brown, e quando arrivò al capannone, aveva i capelli scompigliati e gli occhi arrossati e velati di lacrime.
E vide.
La sacca con Brown dentro, macchiata di sangue, e i bambini attorno che ridevano e continuavano a colpire. E poi Wendy, che si era girata e adesso la guardava con gli occhi sbarrati.
:-NO! NO! BROWN! LEVATEVI TUTTI!- E dalla sua bocca uscirono parole che mai i bambini avevano sentito, insulti che non si addicevano al suo dolce carattere. :-Stronzi! Che cazzo avete fatto? Come vi siete permessi! Io vi ammazzo, bastardi, vi ammazzo!- Sembrava isterica, tanto urlava e li indicava, li minacciava con parole di morte, e intanto calciava. Poi si fermò davanti a Wendy.
:-Tu! E' tutta colpa tua! Tu! Tu hai fatto succedere tutto ciò, tu hai lasciato che mi picchiassero!- Wendy sentì il mondo crollarle addosso, e le lacrime scivolarono dagli occhi.
:-Scusami...io...-
:-No. Basta. Mai più. Io me ne vado.- E Wendy capì che aveva posto fine alla loro amicizia, aveva ucciso tutto. Tutto. Era stata una stupida, non aveva capito, era stata egoista e possessiva, la gelosa Principessa Della Rosa che voleva il suo Principe tutto per sé. Allora corse il più velocemente possibile verso lo studio del signor Hoffman, mentre Jennifer la rincorreva. Sprangò lo porta e pensò che l'ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stato il viso di Jennifer, del suo Principe. Afferrò la pistola, la caricò e la porse alla ragazza che, incredula e sotto shock ancora per il cane, l'afferrò senza capire.
:-Uccidimi.- Le sussurrò, con un sorriso. Jennifer mirò attraverso la canna della pistola, e con un ultima lacrima, fece scivolare il dito sul grilletto, per poi premere forte. Il proiettile trapassò il corpicino di Wendy, ma Jennifer non vide. Aprì gli occhi dopo lo sparo.

E un'ultima lacrima,

un ultimo addio,

ma lei aveva sbagliato tutto e aveva rovinato la fiaba,

Jennifer e il suo amico avevano obbedito alla Regola della Rosa

ma li avevano odiati lo stesso,

fino a quando la Principessa Della Rosa non aveva declamato:

Il tuo amico, e tu avrai la Matita Rossa.

Il suo amico era morto, e lei aveva il pastello nelle mani,

Un ultimo respiro,

Addio, Brown.

  
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