Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |       
Autore: Arkytior    13/06/2023    0 recensioni
A New York, la venticinquenne Donna ha perso il lavoro e deve assolutamente trovarne un altro per riuscire a pagare l'affitto. A Londra, il suo fratello diciottenne Thomas, che era sempre stato uno studente modello, è stato bocciato agli esami finali a causa del bullismo subito. Non si sono visti per anni, ma si incontrano di nuovo in occasione della festa di compleanno del nonno. Sia Donna che Thomas vogliono salvare la faccia, perciò decidono di mentire a tutta la famiglia riguardo le loro situazioni. Ma i due non sanno che anche altri parenti stanno mantenendo segreti a loro volta...
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Little White Lies - Piccole bugie innocenti


Un ringraziamento speciale a Chiara, Rebecca, Edoardo e Laura per il loro prezioso lavoro di Beta reading.

Disclaimer: Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti non è puramente casuale.



Alla mia famiglia.
Vi voglio bene.
Siete troppo forti!



Venerdì


L’appartamento era un completo disastro. Il pavimento si vedeva a stento, sotto pile di vestiti e immondizia. Sembrava quasi che un uragano fosse passato di là pochi istanti prima.
Donna accese un’altra sigaretta e aprì un’altra finestra, nel tentativo di eliminare la puzza di fumo, ma non servì a molto. Guardò la grande valigia rossa aperta sul letto e il caos che regnava nel resto dell’appartamento, come se cercasse una soluzione a un problema che non poteva risolvere.
Qualcuno bussò alla porta e la ragazza si precipitò ad aprire: era una giovane hostess con i capelli rossi, ancora in uniforme.
«Qual è l’emergenza?» chiese la hostess.
«Karen, finalmente sei arrivata!» esclamò Donna. «Ci hai messo un secolo!»
Donna afferrò l’amica per una spalla e la fece entrare nell’appartamento, dopodiché chiuse la porta dietro di lei. Karen si guardò intorno per capire dove mettere i piedi senza calpestare qualcosa.
«Cos’è successo qui?» chiese Karen.
«È un disastro!» disse Donna.
«Lo vedo benissimo che è un disastro… Non si riesce a vedere più nemmeno il pavimento…»
«No, non sto parlando dell’appartamento!»
Donna prese il suo cellulare, che aveva appoggiato su un tavolo, e lo porse a Karen.
«”Spero che sia tutto pronto per il viaggio! Ci vediamo a casa, per poi andare dai nonni tutti insieme. Un bacio. Mamma,”» lesse Karen. «Non capisco quale sia il problema…»
«Mio nonno vuole festeggiare i suoi settant’anni, e ha organizzato una mega festa con tutta la famiglia,» spiegò Donna.
«Beh, è una bella occasione per rivedere tutti quanti, no?»
«Non torno in Inghilterra da cinque anni! Un bel po’ di cose sono cambiate durante tutto questo tempo…»
«Beh, ma magari ai tuoi parenti farebbe piacere rivederti…»
«Certo che sarebbero felici di rivedermi, ma non così!»
Ci volle un po’, ma finalmente Karen capì cosa intendeva l’amica.
«I tuoi parenti non sanno che sei stata licenziata, non è vero?» disse Karen.
Donna scosse la testa e aspirò un’altra boccata di fumo.
«E non sanno nemmeno che poi ti sei messa a fare la spogliarellista con il nome di Britney?» chiese Karen.
«Niente di niente,» confermò Donna.
«Donna, ma è successo tre anni fa! Come fanno i tuoi a non saperlo? Nemmeno tuo padre?»
«Metà della mia famiglia è in Inghilterra, l’altra metà in New Jersey. Ho cercato di incontrarli il meno possibile, evitare qualsiasi contatto e omettere qualche verità piuttosto scomoda…»
«Ma tuo padre non si segna tutti i tuoi orari, per sapere sempre in che parte del mondo ti trovi?»
«Da quando sono stata licenziata, ho iniziato a mandargli i tuoi.»
«E quindi i tuoi parenti non sanno che più o meno ogni tre settimane ti ritrovi con un nuovo lavoro sottopagato e non hai la più pallida idea di come pagare l’affitto?»
«Non ci avevo pensato… Credevo che sarei riuscita a risolvere il problema prima di arrivare a una situazione del genere, ma le cose sono andate diversamente…»
«Beh, tanto per cominciare avresti potuto evitare di trovarti in una situazione del genere raccontando la verità fin dal principio.»
«Sì, e come? Confermando che sono la buona a nulla della famiglia? Erano tutti così contenti quando ero stata assunta… Come avrei potuto deludere tutti quanti ancora una volta? Specie con mio fratello in giro…»
«Perché? Che ha tuo fratello?»
«Thomas è sempre stato il genio della famiglia: ha sempre preso il massimo dei voti in tutte le materie e adesso sta per andare a Oxford, non come me, che non ho neanche finito le superiori… Lui è sempre stato il figlio perfetto, e io non voglio essere da meno.»
«Se fossi stata onesta tre anni fa, ora non saresti in questa situazione… Quante sigarette hai fumato, piuttosto?»
«Credo di aver appena finito il secondo pacchetto di oggi…»
«Visto? Ti sta stressando talmente tanto che hai ricominciato a fumare!»
«Cosa posso fare, allora? Questa situazione è un completo disastro, e non posso tornare in Inghilterra e rovinare la festa a tutti soltanto perché non so tenermi un lavoro!»
«Cosa intendi fare, continuare a mentire a tutti?»
«Perché no? Ha funzionato fino ad ora…»
«E se prima o poi ti scoprissero? Che succederebbe allora?»
«Entrerai in gioco tu e confermerai la mia storia! Siamo state colleghe, fino a tre anni fa, no?»
Fu una decisione difficile per Karen. Voleva incoraggiare la sua amica ad essere onesta con la sua famiglia, ma sapeva quanto Donna teneva all’apparire perfetta agli occhi dei suoi parenti.
«D’accordo,» disse Karen. «Tu sei mia amica e io ti appoggerò sempre, ma sappi che prima o poi la verità viene a galla comunque.»
«Oh, grazie, Karen!» disse Donna, abbracciando l’amica.

***

Non appena suonò la campanella, Thomas uscì dall’aula in fretta e tentò di sistemare rapidamente il foglio incriminato tra i libri che aveva nello zaino, mentre si avviava verso l’uscita. Lo mimetizzò per bene tra le pagine di un libro con la copertina rigida per impedire che si rovinasse, ma proprio mentre stava riponendo il libro nel suo zaino uno spintone improvviso lo mandò a sbattere contro un muro. Il suo zaino era ancora aperto e tutto il suo contenuto finì sparpagliato a terra, mentre Thomas cercava di capire cosa fosse appena successo. Sentì le risate sguaiate di tre ragazzi che si stavano allontanando, e purtroppo le riconobbe all’istante. Scuotendo la testa, si chinò a raccogliere le sue cose, e si sorprese nel vedere un altro paio di mani che lo aiutavano.
«Stanno davvero esagerando!»
Luke era nella stessa classe di Thomas. Erano sempre stati buoni amici, ma durante gli ultimi mesi non erano riusciti a passare molto tempo insieme a causa delle continue verifiche.
«Non puoi continuare a subire e basta,» continuò Luke. «Dovrai pur reagire in qualche modo, prima o poi!»
«A che servirebbe? La scuola è quasi finita ormai.»
«Ma perché ce l’hanno così tanto con te?»
Luke porse a Thomas l’ultimo libro e i due ragazzi si alzarono da terra. Thomas afferrò il libro e lo infilò nello zaino, ma il foglio che ci aveva nascosto dentro scivolò fuori dalle pagine.
«Attento,» disse Luke, afferrandolo prontamente.
«Grazie.»
Thomas non voleva che Luke vedesse il contenuto del foglio, ma quando notò lo sguardo dell’amico abbassarsi involontariamente sul documento che gli aveva raccolto, capì che ormai era troppo tardi. Mise di nuovo il foglio al sicuro nel libro con la copertina rigida, mentre si ritrovò a fare i conti con l’espressione interrogativa di Luke.
«Thomas, va tutto bene?»
«Sì, sto bene. Perché me lo chiedi?»
«Perché tentavi di nascondere la tua pagella?»
Thomas si guardò intorno, alla ricerca di una via di fuga da quella situazione. Alla fine decise che sarebbe stato meglio affrontare la discussione.
«Quei voti… non sono da me,» disse, abbassando lo sguardo.
«È tutto l’anno che prendi voti mediocri… Non credevo che la tua situazione fosse così grave! Che ti è successo?»
Thomas alzò le spalle. «Non lo so nemmeno io. Credevo che se avessi iniziato a prendere voti più bassi avrei cominciato a stare più simpatico alla gente…»
«Ma che stai dicendo? Cosa c’entrano i voti con l’essere simpatici?»
«Pensavo che se avessi cominciato ad andare male a scuola come gli altri, avrebbero smesso di vedermi soltanto come un secchione rompiscatole.»
«Nessuno ha mai pensato questo di te, Thomas.»
«Quel cretino di Alexander e i suoi amici non sono della stessa opinione.»
«Lasciali perdere! Si credono chissà chi soltanto perché sono pieni di soldi!»
«Forse, se quella volta, all’inizio dell’anno, non gli avessi detto di stare zitti durante la lezione, non mi avrebbero preso così di mira.»
«Ma dai, non è mica colpa tua se hanno iniziato a comportarsi così con te…»
«Credevo che avrebbero smesso, se gli avessi dimostrato di non essere il ragazzo perfetto, il primo della classe! E invece la situazione mi è solo sfuggita di mano…»
«E hai preso voti così bassi in tutti gli esami finali?»
«Alcune materie non le ho proprio passate… Mi toccherà ripeterli.»
«Che dirà tua madre?»
«Niente, come al solito! Modificherò i miei voti al computer, come ho sempre fatto quest’anno, e continuerò a intercettare le lettere che manda la scuola per impedire che lei le legga prima di me.»
«Ma dovrai pur dirle che forse non riuscirai ad andare a Oxford il prossimo autunno…»
«Lo so, dovrò inventarmi qualcosa… E anche in fretta, dato che molto probabilmente se ne vanterà con tutti i parenti durante la festa di compleanno di mio nonno!»
«Non potresti raccontarle semplicemente la verità? Magari lei potrebbe aiutarti in qualche modo…»
«No, posso risolvere la situazione anche senza il suo aiuto! Certo, però sarà difficile mentire a tutti quanti… E a mia sorella anche…»
«Anche lei è stata invitata alla festa?»
Thomas annuì. «Sì, aveva dei giorni liberi dal lavoro. Donna è una hostess per la American SkyLines e vive a New York. Sono anni che non ci vediamo, e non voglio che lei pensi che non sono più il fratello geniale che lei ricorda. È sempre stata così fiera di me.»
«Capisco, non vuoi deludere le aspettative della tua famiglia. Spero davvero che tu riesca a risolvere la tua situazione prima che i tuoi parenti scoprano la verità.»
«Ci riuscirò. In fondo, si tratta solo di fingere che vada tutto bene per qualche giorno…»










L'angolo dell'autrice:
Ho avuto la prima idea per questo romanzo nel 2016, mentre ero ancora in pieno blocco dello scrittore. Stavo tornando a casa in treno dal lavoro (facevo ancora la guida turistica) e per caso mi è venuta in mente quest'immagine di una hostess che accorreva ad aiutare un'amica in difficoltà. Piano piano ho iniziato a buttare giù qualche scenetta abbozzata, ci ho lavorato durante diverse edizioni del NaNoWriMo, finché non sono riuscita a completare questa storia. Sono partita da un presupposto: e se tutti i personaggi stessero mentendo su qualcosa? E da questo ho cominciato a sviluppare una storia piena di elementi che non avrei mai avuto il coraggio di inserire prima del blocco, quando mi preoccupavo sempre di far piacere le mie storie a mia zia (che non ci ha mai capito niente di romanzi e letteratura) che le leggeva sempre.
Spero che questa storia vi piaccia! Non esitate a farmi sapere la vostra opinione lasciandomi una recensione, contattandomi con un messaggio privato, oppure venite a trovarmi sui miei profili social!
A presto!
~Arkytior
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Arkytior