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Autore: Shadow Doom    24/06/2023    1 recensioni
Violet, per mantenere una promessa fatta tempo fa ad una persona speciale che le ha cambiato la vita, va alla ricerca di Cloud, uno degli eroi che hanno salvato il Mondo da un male immenso. Una volta incontrato gli mostra una lettera sulla quale è impresso un fiore giallo il quale fa riaffiorare nel duo memorie tanto dolci quanto dolorose.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claudia Hodgins, Violet Evergarden
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Incontro

 

Violet, dopo essere stata accompagnata dal protettivo Hodgins, si imbarcò su un grande transatlantico di ultima generazione.

Era stata costruito grazie agli sforzi congiunti di Leiden e Midgar, un nuovo regno nato dalla fusione di svariate città indipendenti del continente oltre oceano, come chiaro segno della reciproca volontà di instaurare rapporti amichevoli.

 

La modernità era la parola d'ordine: non solo le dimensioni erano davvero impressionanti, ben il doppio di qualsiasi altra nave mai costruita, ma anche gli interni erano adornati con eleganti mobili e quadri alla moda.

Forse però la cosa più bella erano le cabine. Infatti ognuna di esse era dotata di illuminazione completamente elettrica, un ampio bagno ricco di essenze provenienti da paesi lontani, un comodo letto morbido e per finire un telefono, vero fiore all'occhiello della struttura.

 

Nonostante tante novità, l'abile bombola da scrittura non prestò loro attenzione. Già normalmente non avrebbe di certo fatto i salti di gioia per cose del tipo, ma in questo caso il suo disinteresse aveva delle radici più profonde derivanti dall'incarico ricevuto o per meglio dire da una sensazione che aveva nel leggere il nome della committente, Aerith.

 

Non sapeva il perché, ma ogni volta che leggeva quel nome sentiva un formicolio attraversarle il cuore simile ma allo stesso tempo diverso da quello che provava quando si parlava del suo Maggiore.

Tentò più volte di darsi una spiegazione, senza però arrivare a nessuna plausibile. Sembrava davvero un evento inspiegabile quindi tutto ciò che poteva fare consisteva nell'aspettare l'arrivo nelle Lande Fair, stimato in tre giorni.

 

Fortunatamente il viaggio procedette senza intoppi e così Evergarden poté raggiungere la meta rispettando la rigida tabella di marcia che aveva stilato o almeno così credeva. Questo perché appena entrata nelle morenti terre selvagge venne presa d'assalto da un branco di veri e propri mostri molto simili ad insetti giganti.

 

Se il Presidente fosse stato lì avrebbe sicuramente passato un brutto quarto d'ora, mano male che all'elegante fanciulla non facevano senso quelle creature e ciò le permise di affrontarle liberamente.

Sebbene avesse smesso di combattere da tempo, le sue abilità non avevano risentito per nulla del periodo di inattività. Lo dimostrò la facilità con cui si sbarazzò di loro affidandosi semplicemente ad un ramo secco trovato nei paraggi. Per sua sfortuna però quegli esseri non sarebbero stati gli unici nemici.

Nel giro di pochi secondi comparvero, apparentemente dal nulla, un manipolo di soldati. Non riconobbe la loro uniforme, più simile ad una vecchia armatura, né le armi, più piccole e maneggevoli dei classici fucili da guerra.

 

Non volendo ferire delle persone tentò di comunicare con loro, di dirgli che non era lì per combattere e che non rappresentava una minaccia.

Le sue parole non vennero ascoltate, gli uomini non esitarono un secondo ad aprire il fuoco con un rateo davvero impressionante. Questo impedì alla bionda di adottare un atteggiamento passivo, farlo l'avrebbe messa a serio rischio, costringendola così ad atterrarli.

Naturalmente non mirò ad alcun punto vitale rifiutandosi categoricamente di uccidere, clemenza che le stava per costare caro...

 

Gli assalitori, sui quali notò delle strane striature viola scuro sulla pelle, si rialzarono non appena voltò loro le spalle.

Non aspettandoselo venne presa di sorpresa da uno di essi che le sparò contro. Tentò di evitare il colpo senza successo: purtroppo un proiettile le si conficcò nella spalla rendendole quasi impossibile muovere la corrispondente protesi.

 

Con un braccio fuori uso, l'assenza di coperture e la sua volontà di non uccidere la situazione si stava facendo davvero complicata.

Proprio allora intervenne un ragazzo, un po' più grande di lei, in soccorso che, armato di un lucente spadone, sterminò quei tizi a suon di devastanti fendenti.

 

Violet non poté fare a meno di osservarlo: aveva dei capelli biondi molto simili a suoi, solo un po' più accesi, indossava un'informe sconosciuta sulle tinte blu con uno spallaccio acuminato a sinistra ed era dotato di occhi davvero particolari, blu con venature verdi. Questi tuttavia la colpirono per un altro aspetto cioè per il loro essere persi, privi di luce proprio com'erano i suoi fino a poco tempo fa.

 

“ Ci hai rubato tutto il divertimento” esordì un energumeno con una mitragliatrice al posto dell'arto, “ Non è colpa mia se siete sempre così lenti” rispose il salvatore con sguardo serio, “ Cloud ha ragione, dobbiamo velocizzarci” affermò un cane parlante con un occhio solo al cui fianco c'erano tre ragazze. Una più piccola con in spalla un gigantesco shuriken, una mora bellissima con indosso dei guanti da combattimento ed infine l'ultima riconoscibile per un fiocco rosa tra i morbidi capelli.

 

Fu proprio quest'ultima a far sussultare l'animo della scrittrice. Sia per l'aspetto meraviglioso sia per l'aura di serenità che emanava sembrava più una principessa delle fiabe che una persona in carne ed ossa. Inoltre possedeva lo stesso sguardo di Gilbert, almeno nel colore verde smeraldo.

Per via dell'accessorio che indossava la riconobbe facilmente, era la sua cliente. Però. per la prima in carriera, esitò nel presentarsi persa in quella magica figura.

Venne destata dal torpore solo da un tiepido e dolce vento il quale portò con sé alcuni profumati petali gialli.

 

“ Ehi, stai bene?” le domandò la castana con estrema gentilezza, “ Io...Sì” “ Chi sei e che ci fai in posto tanto sperduto?” domandò un uomo dall'aspetto piuttosto burbero accompagnato da un tenebroso amico.

“ Perdonate i miei modi scortesi. E' un piacere conoscervi, se è vostro desiderio Signora verrei dovunque mi richiedeste. Sono una bambola di scrittura automatica, Violet Evergander agli ordini” affermò formalmente la bionda facendo un leggero inchino di fronte ad Aerith.

 

Il suo modo colpì i presenti, evidentemente non avvezzi ad un comportamento del genere, fatta eccezione per la committente che infatti la salutò con entusiasmo.

 

“ Ciao Violet, io sono Aerith” “ L'avevo intuito Signora” “ Davvero?” “ Sì, dal fiocco” “ Giusto, che sciocca. Sono contenta di vederti...Aspetta un secondo, sei ferita!” “ Questo? Non è niente” “ Lascia che ti curi” “ No, non serve Signora” “ Fai la brava e rimani ferma” “ Ma” “ Non temere, penso sempre a rimettere in sesto i miei amici. Per me non è un problema, anzi” “ Se insiste...”.

 

La guaritrice poggiò con delicatezza una mano sulla ferita generando una luce purissima ed un tepore come quello che dà un camino durante una giornata invernale.

Violet provò un senso di sollievo dal dolore e non tanto da quello fisico. Quel gesto fu incredibilmente capace di alleviarle, seppure per pochi istanti, le bruciature del cuore.

 

“ Ecco fatto” “ Grazie signora” affermò la scrittrice muovendo la spalla come nuovo, “ Di niente. Senti chiamami semplicemente Aerith” “ Se è quello che desidera” “ Certo e dammi del tuo” “ Va bene Sig...Volevo dire Aerith” “ Così, brava. Dai ora ti presento gli altri”.

 

La donna con il fiocco rosa si mosse verso i suoi amici con un radioso sorriso seguita da Violet la quale presto avrebbe capito quando particolare sarebbe stato questo incarico.

   
 
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