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Autore: Justice Gundam    20/09/2023    3 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Digimon Tamers Reload
Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam 

 

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Capitolo 45 – Bentornati a Tokyo!

 

"Flusso di dati stabilizzato. Posizione confermata."

"Parametri dell'Arca entro limiti accettabili. Possiamo iniziare le operazioni di recupero."

Mitsuo Yamaki annuì e chiuse il suo accendino, sentendosi finalmente soddisfatto per l'esito della loro missione. Dietro di lui, diversi membri delle famiglie dei Tamers stavano aspettando con ansia che i loro ragazzi tornassero dalla spedizione nel Mondo Digitale. "Molto bene." affermò il direttore di Hypnos. "Inserite le coordinate e guidate l'Arca verso la nostra dimensione. Il resto dovrebbe venire da sè. I ragazzi sono tutti saliti a bordo, immagino."

"Affermativo, Yamaki-san." rispose Reika con un cenno della testa. "Abbiamo i segnali di tutti loro. In effetti, mi sembra che ci siano anche alcuni segnali in più... uno di loro è senza dubbio il Digimon chiamato Calumon, mentre gli altri mi danno l'impressione di essere Digimon con un peso di dati contenuto."

Se quello fosse stato il Mitsuo Yamaki di appena poche settimane prima, la sua paranoia nei confronti dei Digimon lo avrebbe portato a prendere dei provvedimenti drastici ed eliminare quei Digimon prima che arrivassero nel Mondo Reale... ma ora, la situazione era molto diversa. "Capisco. Sono pronto a scommettere che si tratta di Digimon con cui quei ragazzi hanno fatto amicizia." disse Yamaki con un lieve sorriso ironico. "Va bene, limitatevi a monitorarli, per massima sicurezza. Ma a questo punto non credo che ci saranno ulteriori problemi."

Il direttore di Hypnos si rivolse poi al gruppo di familiari ed amici che si erano riuniti per aspettare i ragazzi. "Signori, sono lieto di darvi delle buone notizie." esordì. "Tutti i componenti della spedizione sono in procinto di tornare sani e salvi. La loro missione si è conclusa con successo. Posso dire senza riserve che il pericolo è cessato."

Le reazioni a questa buona notizia furono ovvie - molti dei presenti esultarono, si abbracciarono o si permisero qualche lacrima liberatoria. "Oh, che il cielo sia ringraziato!" affermò la signora Matsuda. "Ho davvero temuto che non avrei mai più rivisto il mio Takato-chan, Guilmon-chan e i loro amici..."

"Meno male, Ruki-chan è salva... e anche Renamon-san e tutti gli altri!" esclamò Rumiko Makino, abbracciando sua madre. "Non sai come mi sento meglio, mamma..."

"Oh, credimi, figliola... credo proprio di capirlo." disse Seiko.

Mentre attorno a lui tutti esprimevano la loro gioia e il loro sollievo, Yamaki notò che tra loro non c'era il signor Katou, il padre di Juri. Si chiese quale motivazione avrebbe mai potuto impedirgli di venire lì ad accogliere sua figlia... ma non era il momento di farsi domande simili. "Il ritorno dell'Arca è previsto tra cinque minuti e 23 secondi esatti." disse, gettando una rapida occhiata agli schermi attorno alla postazione di lavoro di Reika e Megumi. "Onodera-san, prego, stabilisci il contatto e comincia pure il trasferimento di dati. Signori, vi chiederei per sicurezza di restare al di fuori dell'area di lavoro finchè il trasferimento non sarà stato ultimato con successo." affermò.

I familiari dei Tamers si fermarono immediatamente e presero i loro posti sulle sedie, mentre Megumi cominciava a premere vari pulsanti ed inserire istruzioni nell'immenso computer principale. Alcuni strumenti si attivarono ed emisero delle luci intermittenti che illuminarono per breve tempo la stanza, e sugli schermi dei computer apparvero simboli di caricamento e diagrammi che si evolvevano con rapidità tale da rendere impossibile per un profano seguirli senza farsi venire un terribile mal di testa. Ciò nonostante, l'umore nelle sale di controllo di Hypnos era più che positivo. Finalmente, l'incubo delle emersioni di Digimon era stato scongiurato. Finalmente, quei ragazzi che non avrebbero mai dovuto restare invischiati nei problemi degli adulti avrebbero potuto fare ritorno a casa. 

E ciò nonostante... una parte di Yamaki, quella parte che non si consentiva mai di abbassare la guardia o riposarsi sugli allori, aveva l'impressione che ci fosse ancora qualcosa che non andava. Yamaki si considerava, a ragione, una persona molto razionale, e uno che non si affidava certo ai presentimenti... ma per qualche motivo, questa sensazione che non sarebbe finita così facilmente non lo lasciava in pace. In quel momento, Yamaki poteva solamente sperare che fosse soltanto una sensazione, magari dovuta alla stanchezza e allo stress di quei giorni frenetici.

L'uomo si impose di non perdere tempo con simili sciocchezze, e si concentrò sul suo compito attuale - riportare i ragazzi sani e salvi da DigiWorld.

 

oooooooooo

 

L'interno dell'Arca era più o meno come Takato se lo aspettava. Era una sorta di vagone, comodo anche se spoglio di arredamenti, ed era chiaramente un luogo progettato per la praticità piuttosto che per un viaggio di piacere. Non che la cosa importasse molto a Takato, Guilmon e ai loro compagni. Dopo essere rimasti per tanto tempo in balia del Mondo Digitale, circondati da mostri e pericoli di ogni genere, anche una sistemazione come quella appariva loro come una stanza d'albergo.

Jenrya si sedette sul posto più vicino e prese in braccio la piccola Shuichon, per poi aiutare Lopmon a salire. La bambina rise divertita e prese in braccio il suo nuovo Digimon partner, ma la stanchezza del viaggio la sopraffece molto presto, e Shuichon finì per addormentarsi come un ghiro, con la testa sulle gambe del fratello maggiore. Terriermon, pur contento di non dover temere di essere trattato come un pupazzo almeno per un po', si avvicinò a Shuichon e usò una delle sue grandi orecchie per cingerle le spalle, quasi a volerle fare da coperta.

"Aaaah! Quindi è questo il nostro taxi per il Mondo Reale? Un po' scialbo, se posso dire la mia. I Digiprescelti avevano preso un treno alla fine della prima serie!" commentò Hirokazu, mentre camminava su e giù per il vagone con Hagurumon che lo accompagnava facendo cigolare i suoi ingranaggi.

Kenta, ora accompagnato dal piccolo MarineAngemon, sospirò e si aggiustò gli occhiali. "Stai parlando di un cartone animato, Hirokazu-kun. Qui siamo nella vita reale... ovvio che non può andare nello stesso identico modo." affermò.

"Un treno?" chiese Alice, la cui espressione distaccata mostrava ora un cenno di curiosità mentre accarezzava la testa di Dobermon. "Non mi sembra un mezzo troppo pratico per viaggiare a DigiWorld."

"Ehm... mi sa che non hai visto la prima serie di Digimon, vero?" chiese stupefatto il ragazzo con il frontino. La biondina scosse silenziosamente la testa... e Hirokazu sospirò desolato mentre si accomodava ad un posto. "Aaaah, ma dove andremo a finire? Che tempi, adesso i ragazzi non sanno neanche del cartone animato di Digimon! E' stato un successo strepitoso... ma per fortuna c'è qui il grande Hirokazu che provvederà ad erudirti a dovere! Che ne dici, Alice-san? Guardare assieme Digimon Adventure sarebbe un'esperienza fantastica! Puoi farmi qualsiasi domanda tu voglia! A parte Ryou-san e Ruki-san, modestamente, io sono il maggiore esperto di Digimon di questo gruppo!"   

Mentre Alice e Dobermon guardavano stupefatti il ragazzo che cercava di darsi un tono, con Hagurumon che si inventava una serie di pose buffe nel tentativo di dargli una mano, Ruki sospirò e raggiunse i due, tenendo una mano alzata come se volesse dire ad Hirokazu di non correre. "Oookay. Adesso frena, prima di spaventare Alice-san." disse la Regina dei Digimon. "E tu, Alice-san, non badare troppo a questo sciocco. Da quando gli è capitato un Digimon per le mani, si è montato la testa."

"Hah! La tua è tutta invidia perchè ho un partner che è già a livello Ultimate!" ribattè Hirokazu.

Kenta provvide immediatamente a far abbassare la cresta al suo migliore amico. "Veramente, Hirokazu-kun... hai visto anche tu che Ruki-san e Renamon possono trasformarsi in un Digimon di livello Mega. Temo che tu non possa dire altrettanto..."

"E poi Kenta-san ha con sè un Digimon di livello Mega." volle far notare Alice.

Hirokazu strinse i denti in una comica espressione di imbarazzo... poi si mise le mani sui fianchi e alzò feramente la testa nel tentativo di sembrare fiero ed importante! "Ehm... beh, questo... non è un problema! Vedrai che anche noi faremo la fusione come hanno fatto Takato-kun e gli altri! E vedrete come saremo fighi io ed Hagurumon assieme!"

Ruki alzò gli occhi al cielo. "Come no. Spero solo che il tuo Digimon non copi il tuo cervello da tonto quando farete la Bio-Evolution." commentò.

Hirokazu grugnì con una comica espressione di rabbia sul viso... e con grande sorpresa di tutti, Alice fece un piccolo sorriso e soffocò una breve risata.

"Sono tutti molto carichi, Takatomon. Anche Alice ha riso adesso. Credevo che non ne fosse capace." disse il piccolo Guilmon, seduto come sempre accanto al suo inseparabile amico. Takato fece un breve cenno affermativo con la testa e fece a sua volta un sorriso, anche se privatamente sembrava un po' combattuto - come se non fosse sicuro se in quel momento si sentiva contento o deluso. "Takatomon? Tutto bene?"

"Takato-kun, sei sicuro di sentirti bene?" chiese Juri, seduta vicino a lui con Elecmon che si appisolava vicino a lei.

Immediatamente, il giovanissimo Tamer cercò di farsi vedere un po' più vivace per non far preoccupare il suo compagno digitale e la sua amichetta. "Ah... certo, certo! Va tutto bene! E' solo che... beh... mi sembra tutto così strano e surreale... abbiamo fermato il D-Reaper e abbiamo convinto Zhuqiaomon a non attaccare più il mondo reale... adesso è tutto finito? L'idea che non dobbiamo più temere per le nostre vite e i nostri compagni mi fa molto piacere. Ma allo stesso tempo, mi sembra strano che sia finito tutto così. Forse è perchè mi aspettavo qualcosa di simile alla prima serie di Digimon. Sai com'è, con un grande scontro finale, e cose del genere. Mi dimentico sempre che la nostra situazione è parecchio diversa, e che non viviamo in un anime."

Juri sospirò e fece un sorriso un po' malinconico, accarezzando lentamente il suo compagno digitale che dormiva tranquillamente al suo fianco. "Capisco cosa vuoi dire, Takato-kun." affermò. "Se devo essere sincera... non mi dispiace che sia finita così. Io... ho sempre avuto paura, in tutto questo tempo. Paura per voi, per i nostri compagni, e soprattutto per Elecmon-chan..." La bambina si interruppe e deglutì, cercando senza troppo successo di tenere a freno le sue emozioni. Per lei, era un problema fin troppo personale. "Abbiamo affrontato un sacco di Digimon terribili che volevano ucciderci. In qualsiasi momento sarebbe potuto accaderci qualcosa. Sarebbe bastato un momento... e uno di noi avrebbe potuto morire. E'... è quasi un miracolo che non sia successo nulla, neanche a Shuichon-chan."

"Katou-san..." mormorò Takato, comprendendo quello che passava per la mente della sua amichetta in quel momento. Era una questione delicata, e lui stesso non era sicuro di poterla gestire al meglio. Per un attimo, gli venne la tentazione di tenerle la mano... ma si ritrasse quasi subito, temendo che sarebbe stato un gesto troppo audace. "Hai ragione... immaginavo che sarebbe stato un viaggio pericoloso, ma... io stesso non mi rendevo conto di quanto davvero fosse rischioso."

"Almeno adesso è fatta, calu!" disse il piccolo Calumon, fluttuando gentilmente verso i ragazzi e i loro Digimon. "Ormai non c'è più quella orribile gelatina viola... e possiamo di nuovo giocare e divertirci assieme, calu!"

Takato e Guilmon ci risero su brevemente, ma il ragazzino aveva la netta sensazione che quel viaggio avesse cambiato ogni cosa. Dopo quello che avevano visto e provato, giocare con i loro Digimon non sarebbe sembrato mai più la stessa cosa. Il legame tra loro e con i loro compagni digitali non era mai davvero cambiato, e anzi si era rafforzato grazie alle prove che avevano superato assieme, ma adesso che erao consapevoli di cosa si celasse dietro il loro passatempo preferito, Takato aveva paura che nessuno di loro sarebbe più riuscito a vederlo nello stesso modo.

Se non altro, riflettè Takato guardando Hirokazu che cercava di darsi un tono soltanto per essere ricondotto alla realtà da Ruki, Renamon e Kenta, il suo amico non aveva perso il suo ottimismo. Forse aveva ragione lui... in fondo, anche se adesso si rendevano conto delle realtà inquietanti che stavano dietro la natura dei Digimon, Guilmon e gli altri erano sempre loro. Non c'era motivo per cui dovesse cambiare qualcosa... e i giorni spensierati di una volta sarebbero potuti tornare.

"Takatomon? Hai... hai sentito quello che ha detto Calumon?" chiese Guilmon, temendo che il suo Tamer si fosse incantato.

Il ragazzino con gli occhialoni da pilota annuì e sorrise, facendo un cenno di approvazione a Guilmon. "Certo, Guilmon... ricordami che quando torniamo a casa dobbiamo festeggiare! Per te ci sarà tutto il Pane di Guilmon che vuoi!" affermò. Gli occhi del piccolo dinosauro rosso si illuminarono di gioia alla notizia.

Chiedendosi cosa stesse facendo Ryou in quel momento, Takato si guardò attorno e vide che il Tamer leggendario, accompagnato dal fedele ma misterioso Monodramon, era in piedi vicino ad un finestrino di quel veicolo improvvisato. Takato avrebbe detto che stesse guardando fuori dalla finestra e si stesse godendo il panorama... se non fosse stato per il fatto che là fuori non c'era un bel niente se non un vuoto senza fine percorso da stringhe luminose e strani giochi di luce che sfrecciavano accanto a loro come tante comete.

Per qualche motivo, Takato ebbe l'impressione che Ryou non si sentisse bene, e fece cenno a Juri di aspettare un momento. La bambina castana fece un cenno di assenso, e Takato si alzò dalla sua sedia e raggiunse Ryou, che si volse a guardarlo e lo salutò con un cenno della mano.

"Ciao, Takato-kun. Va tutto bene?" chiese Ryou con tono cordiale. Ma per un istante, Takato ebbe come l'impressione che ci fosse un cenno di stanchezza nel modo in cui il Re dei Digimon lo aveva accolto. Forse era solo una sua impressione...

"Sì... tutto bene, o almeno questo è quello che credo che dovrei pensare." rispose Takato, accarezzando Guilmon sulla testa. "E' solo che... come stavo dicendo a Katou-san, ancora faccio fatica a pensare che sia tutto finito così. Non è stato... eclatante e spettacolare come nella serie animata. Ma immagino che ho già visto da me che le cose funzionano un po' diversamente nella realtà."

Takato non poteva certo sapere che quella sua frase, detta in modo del tutto innocente, avrebbe colpito nel vivo il giovane campione. Ryou, da parte sua, non mostrò alcun segno di essere stato disturbato, e invece rivolse di nuovo lo sguardo al vuoto digitale che si intravedeva dalle finestre dell'Arca.

"Beh... in effetti, avete... voglio dire, abbiamo... visto soltanto una piccola parte del mondo dei Digimon. E' un universo vastissimo, pieno di cose meravigliose e di orrori inimmaginabili." affermò. "Hai visto con i tuoi occhi che la vita in molti Mondi Digitali è... parecchio diversa da come la dipingono negli anime. E se devo essere sincero... sono sollevato che voi abbiate visto così poco. Ho la sensazione che se sapessimo troppo dell'universo dei Digimon... non dormiremmo più bene la notte."

"Hm? Perchè dici questo, Ryou?" chiese Guilmon. "Hai... visto delle cose che non ti sono piaciute? Non fanno del pane buono, negli altri Mondi Digitali?"

Takato, Ryou e Monodramon non poterono fare a meno di ridere dell'ingenuo commento di Guilmon. "Ah... no, non credo che Ryou-san intendesse questo!" rispose Takato. "Non... non ne sono proprio sicuro nemmeno io, ma... credo che Ryou-san volesse dirci che ha visto molti Digimon mostruosi e terribili. Voglio dire, esistono pur sempre esseri come Devimon, Myotismon, i Dark Masters o Daemon..."

"Diciamo che ti sei fatto un'idea di cosa sto parlando." sussurrò Ryou, riprendendo a guardare all'esterno. Takato, che stava ancora sorridendo delle parole di Guilmon, restò dapprima stupito... e poi si sentì correre un brivido lungo la schiena quando ebbe tempo e modo di riflettere sul significato di quanto aveva sentito. Quello che voleva dire Ryou... era che c'erano davvero, da qualche parte nei meandri della rete, dei Digimon potenti e crudeli come quelli che aveva menzionato, e forse anche di più? L'idea era a dir poco terrificante, e Takato provò sollievo nel pensare che se non altro Zhuqiaomon avesse avuto un motivo comprensibile per quanto stava facendo, e si fosse dimostrato infine aperto al dialogo.

"Ma... non ci pensare più di tanto, Takato-kun." proseguì Ryou, mostrandosi ora un po' più tranquillo. "La vostra avventura a DigiWorld ha avuto un lieto fine, tutto sommato. Ora potrete tornare alle vostre vite... e con i vostri Digimon al fianco."

"E tu cosa farai, Ryou?" chiese Guilmon, anticipando il suo Tamer.

Ryou si chinò per prendere in braccio Monodramon, e il draghetto sfoderò un sorriso radioso. "Beh... se devo essere sincero, non lo so ancora. Ma... ci sono un po' di tornei di carte Digimon a cui mi piacerebbe partecipare!" rispose, chiaramente lieto di poter tornare ad un passatempo così innocuo. "Spero che ad uno di questi potrò misurarmi di nuovo con Ruki-san. Se non altro perchè le devo una rivincita."

Anche se erano ad una certa distanza da lei, Ruki dimostrò di aver sentito quello che stava dicendo il suo rivale. "Vedi di non squagliartela con la coda tra le gambe come hai fatto prima!" esclamò la Regina dei Digimon. "Questa volta ho intenzione di pareggiare i conti con te. E non hai scuse per sottrarti."

"Non me lo sognerei mai, Ruki-san!" rispose Ryou con un sorriso amichevole. Renamon alzò le spalle, come se volesse dire che la cosa la lasciava indifferente, e Monodramon ridacchiò tra sè.

Guilmon ci rise su... e poi, le sue sensibili narici colsero nell'aria uno strano odore. Il piccolo dinosauro non avrebbe saputo descrivere con esattezza di che cosa si trattasse... era un odore con cui non era familiare, e i suoi occhi dorati si strinsero per istinto come ogni volta che percepiva un pericolo... ma poi tornarono normali, come e niente fosse successo.

Tuttavia, quello strano odore acuto e penetrante, simile a limone, metallo ed ozono ma in qualche modo diverso da tutti loro, gli restò nelle narici ancora per un attimo. E la cosa che lo lasciò più sorpreso fu il fatto che gli sembrò che quello strano aroma provenisse da Monodramon, che in quel momento stava scherzando assieme al suo Tamer, cercando di riportare un po' di leggerezza in quella bizzarra situazione di vittoria...

"Ryou-san, che succede?" chiese Hirokazu, raggiungendo a sua volta il gruppo. "Dobbiamo festeggiare un po'! E' stata una grande vittoria! Abbiamo sconfitto un mostro terrificante e abbiamo salvato il Mondo Digitale... credo che dovremmo festeggiare un po', non credete?"

"Beh... in effetti ci sono ancora delle questioni in sospeso." disse Jenrya, alzando lo sguardo dalla sorellina che dormiva beatamente con la testa sulle sue gambe e Terriermon che la copriva con fare protettivo. "Per esempio... che fine ha fatto Impmon... voglio dire, Beelzemon? Possiamo dire con sicurezza che non sarà mai più una minaccia per noi?"

"Dopo la fine della battaglia con il D-Reaper, non abbiamo più saputo nulla di lui." afffermò Renamon.

"Beh... io dico che Impmon, alla fine, non è proprio cattivo!" rispose Guilmon, ottimista come sempre. "Credo che alla fine capirà quello che volevamo dirgli. E se dovesse tornare a sfidarci... io e Takatomon lo fermeremo di nuovo!"

"E non sarete da soli!" esclamò Hirokazu. "Ci saremo anche io ed Andromon!"

"E io e MarineAngemon..." affermò Kenta, dando un'occhiata piena di gratitudine al piccolo Digimon angelico che stava appollaiato sulla sua spalla come un fedele piccione viaggiatore. "Insomma, se non fosse stato per lui, quella specie di gelatina andata a male troppo cresciuta ci avrebbe mangiati tutti! E' stato grazie a lui se siamo ancora qui, tutti vivi e vegeti!"

MarineAngemon spiegò le piccole ali ed emise un melodico verso di soddisfazione.

"Non dimenticarti che il grosso del lavoro lo ha fatto Renamon, e non montarti troppo la testa, okay?" intervenne Ruki.

Kenta si sfregò la nuca con una mano. "Non me lo sognerei mai, Ruki-san!" rispose imbarazzato. "Abbiamo visto cosa siete state capaci di fare tu e Renamon-san!"

"E' stato un lavoro di gruppo." rispose stoicamente la volpe ninja.

Takato tirò un sospiro di sollievo, e sorrise con espressione rassicurata, mentre attorno a lui la maggior parte dei suoi compagni di viaggio scherzavano, parlavano animatamente e festeggiavano il successo della loro missione. In fondo, avevano ragione. Anche se non tutti i tasselli erano andati al loro posto, ci sarebbe stato tempo e modo di pensare a queste cose, ed eventualmente anche di metterle a posto.

Per adesso, l'importante era che il problema delle bio-emersioni fosse stato risolto. E con un po' di fortuna, non se ne sarebbero verificati altri per un po'. Takato immaginava che non tutti i Digimon sarebbero stati contenti di sottostare alla decisione di Zhuqiaomon... e forse, di quando in quando, sarebbe stato necessario fare un po' di controllo dei danni. Ma almeno, adesso la causa principale del problema era stata risolta, e le cose non avrebbero potuto fare altro che migliorare, da quel momento in poi.

Il ragazzino guardò verso Juri, che accarezzava Elecmon con aria sollevata, e poi verso Guilmon, che non vedeva l'ora di tornare a casa per fare una festa degna di questo nome. Sì, non c'era motivo di dubitarne. Ormai si erano lasciati dietro la parte peggiore...

 

oooooooooo

 

Il momento del ritorno nel Mondo Reale fu un momento di tensione ed aspettativa per tutti i loro familiari. Ognuno di loro teneva il fiato sospeso, forse temendo che all'ultimo momento, proprio quando ormai tutto sembrava essersi risolto per il meglio, dovesse accadere qualche imprevisto.

Invece no. Dall'inizio del trasferimento, da quando le prime luci si erano accese e il trasferimento era iniziato, non si era verificato alcun problema. Nel giro di pochi secondi, una serie di lucine bianche cominciò a fluttuare nel punto in cui i Tamers e i loro compagni si sarebbero dovuti materializzare... e poco tempo dopo, un tenue bagliore cominciò ad invadere la sala di controllo, mentre le due assistenti di Yamaki si prodigavano per fare sì che l'operazione di trasferimento proseguisse senza difficoltà.

"Ci siamo, Yamaki-san." affermò Reika, lo sguardo fisso sugli strumenti e sulle misure che apparivano. "Trasferimento in corso. Tutti i valori nella norma... li stiamo recuperando!"

Yamaki si aggiustò gli occhiali da sole e sorrise leggermente. Lentamente ma progressivamente, gli strumenti si accesero e cominciarono ad emettere dati e segnali luminosi... e una colonna di luce azzurrina si accese nel centro della sala. All'interno di essa, numerose lucette sferiche simili a fuochi fatui cominciarono a fluttuare in aria e a radunarsi assieme, per poi prendere forma e far apparire diverse piccole figure umanoidi. Uno alla volta, i Tamers e i loro compagni riapparvero in una pioggia di luce, fluttuando in aria per qualche istante per poi toccare terra coi piedi e tirare un sospiro di sollievo. La familiare aria del loro mondo tornò a fluire nei loro polmoni, e con essa la consapevolezza che finalmente erano tornati a casa.

Alcuni dei familiari furono sul punto di cedere alle loro emozioni e correre a riabracciare i ragazzi, ma altre menti più razionali prevalsero e raccomandarono loro di non farsi trascinare. Finalmente, il trasferimento finì... e Takato, Guilmon e i loro compagni si guardarono attorno e si toccarono, come se volessero essere sicuri di esserci tutti e di essere tutti d'un pezzo. La colonna luminosa si smorzò fino a spegnersi, e gli strumenti si quietarono mentre le operatrici confermavano l'avvenuto trasferimento.

"Operazione conclusa con successo." disse Megumi soddisfatta. "Tutti i Tamers sono tornati sani e salvi."

"Ce... ce l'abbiamo fatta..." mormorò Takato. Non ebbe il tempo di dire altro prima che sua madre agguantasse letteralmente lui e Guilmon in un abbraccio liberatorio, quasi facendogli perdere l'equilibrio! "Ah! M-Mamma!"

"Tesoro, sei tornato! Ero così in pensiero per te! E anche Guilmon-chan! State tutti bene!" esclamò la signora Matsuda, tra risate e lacrime. "Io... io... non so cosa avrei fatto se... e anche tutti i vostri amici, sono tutti salvi! E'... è un miracolo!"

"Siamo contenti di rivederti, mamma di Takatomon!" affermò Guilmon, mentre tutt'attorno si susseguivano i ritrovi e i gesti di affetto. Anche Ruki, normalmente restia a mostrare il suo lato più sensibile, abbracciò la sua mamma e la sua nonna dopo un attimo di esitazione... e poco più in là, Takato e Guilmon videro una giovane donna - che riconobbero come la matrigna di Juri - che abbracciava la bambina castana... anche se c'era una certa esitazione nei loro modi, e il piccolo Elecmon se ne stava accorgendo a sua volta.

Takato storse il naso, la felicità del momento disturbata da un'amara considerazione. Il papà di Juri non era venuto a prenderla...       

"Jenrya! Shuichon, Terriermon!" esclamò il signor Li, correndo ad abbracciare i suoi figli. "Ragazzi, sono contento che siate tornati tutti quanti! Shuichon, ma come hai fatto? Sei... sei andata anche tu a DigiWorld? Hai idea di quanto fosse pericoloso?"

"Un po' ho avuto paura..." ammise la bambina, tenendo stretto a sè il piccolo Lopmon. "Ma... sapevo che il fratellone Jen era con me! E poi, Terriermon e Lopmon mi hanno protetta!"

"Lopmon?" chiese Janyuu, per poi guardare il buffo Digimon coniglietto che lo guardava dalle braccia della bambina. Lopmon alzò una mano e un orecchio... e salutò con naturalezza, come niente fosse! "Aaah, capisco! Lui... è il tuo Digimon, adesso! Beh... grazie per aver protetto la mia bambina, Lopmon! E... complimenti anche a voi, Jenrya... Terriermon... avete affrontato un viaggio che avrebbe terrorizzato molti adulti... e siete riusciti ad uscirne interi."

"Non è stato facile, papà..." disse Jenrya con un sorriso stanco ma fiero. "Ma... ce l'abbiamo fatta e stiamo tutti bene. Alla fine, questo è quello che conta."          

"Abbiamo fatto un giretto a DigiWorld, abbiamo sistemato un po' di problemi... e siamo tornati alla base!" esclamò Terriermon. "Momentai!"

Finalmente, quando i festeggiamenti per il ritorno dei ragazzi furono cessati, Mitsuo Yamaki in persona scese sulla piattaforma per congratularsi a sua volta con i Tamers e i loro compagni. "Bentornati a tutti voi. Sono lieto di vedere che siete tornati tutti... e che a quanto pare il problema delle bio-emersioni è stato risolto. Vi chiederei un rapporto dettagliato su quanto è successo, ma credo che prima di tutto sia meglio che vi riposiate e recuperiate le forze. E' stato sicuramente un viaggio estenuante."

"Se devo essere sincera, Yamaki-san, io non mi sento tanto stanca..." disse la piccola Alice, guardandosi attorno per cercare il suo fedele Dobermon. Spalancò leggermente gli occhi in una rara dimostrazione di sorpresa quando vide che il gigantesco cane nero era scomparso... e al suo posto si trovava un grazioso cucciolo dalla soffice pelliccia color crema, con dei piccoli segni tribali di colore rosa acceso sulle guance, e le orecchie penzolanti anch'esse di colore rosa. La sua coda era piuttosto grande e vaporosa rispetto al resto del corpo, al punto da assomigliare ad un pon-pon, e anch'essa era rosata. Le sue zampe erano dotate di tre corti artigli ciascuna, e due piccoli canini spuntavano da ciascun lato della mascella inferiore, in modo da dargli un aspetto più combattivo. "Oh? Sei... sei tu, Dobermon?"

"Che carino! Questa è la sua forma Rookie?" esclamò Juri.

Jenrya diede un'occhiata al nuovo Digimon con il suo D-Ark. "Beh... a quanto pare, questo Digimon si chiama Labramon, ed è effettivamente la forma Rookie di Dobermon."

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Labramon

Tipo: Bestia

Attributo: Anti-Virus

Livello: Rookie

Attacchi: Retriever Bark, Cure Liqueur

Questo Digimon ha l'aspetto e il carattere di un autentico cane, e si dice che sia la forma finale di Digimon artificiali. E' estremamente fedele al suo Tamer, e considera suo dovere proteggerlo ad ogni costo.

 

"Sono io, Alice." rispose il piccolo Labramon, la cui voce era rimasta piuttosto profonda per una creaturina così piccola e graziosa. "Sono in questa forma perchè mi fa risparmiare energie per stare nel Mondo Reale."

"E perchè devo ancora restare con te..." aggiunse tra sè e sè. "Non è andata come i Sovrani si aspettavano, ma il mio potere ancora non è svanito. Questo può volere dire soltanto una cosa..."

Juri si guardò attorno di nuovo, sperando di vedere qualcun altro nella folla di genitori e parenti che venivano a prendere i loro ragazzi. Poi, non vedendo la persona che sperava, sospirò e guardò verso la sua matrigna. "Papà non... non è venuto, vero?" chiese la bambina castana.

La donna si sfregò il mento imbarazzata, forse cercando una scusa da raccontare alla sua figlia adottiva. "Beh... lui voleva aspettarti a casa... sai com'è, lui è sempre molto occupato, ma... si è preoccupato molto per te, lo sai?" rispose.

Stava cercando di non far rattristare Juri, ma fu un tentativo inutile. "Sì, lo so. Lo so. Sono andata a DigiWorld da sola, e posso tornare da sola. Immagino quello che avrà detto." disse, accarezzando Elecmon dietro la nuca. Il piccolo Digimon elettrico storse il naso, immaginando quello che poteva stare passando la sua Tamer in quel momento. Aveva già visto, almeno in parte, i problemi che c'erano nella famiglia di Juri...

"Ma... Juri-chan! Non parlare così di tuo padre!" esclamò la signora. Juri non diede risposta, limitandosi a darle le spalle e guardare verso il pavimento.

"Ehm..." Janyuu cercò di intervenire, in modo da riportare la situazione su binari più tranquilli. "Potrei... chiedere la vostra attenzione per un momento? Mi rendo conto che... tutti noi siamo piuttosto stanchi per tutto quello che è successo in questi giorni... quindi perchè non ci prendiamo un po' di tempo per rilassarci. Più avanti... dovremo parlare del vostro viaggio nel Mondo Digitale. E soprattutto, dovremo farvi conoscere meglio i miei colleghi Monster Makers, coloro da cui è partita l'idea del progetto sui mostri digitali."

"Come forse sapete già, uno di loro è mio nonno. Rob McCoy." disse Alice.

"Davvero? Beh, sono moooolto curioso di conoscerli! Anche tu, Jen, non è vero?" chiese Terriermon. "I colleghi del tuo papà potrebbero darti un po' di dritte! Sono sicuro che troverai interessante parlare con loro!"

"Quindi sono quelli che hanno creato anche Terriermon, Renamon e gli altri?" si chiese Guilmon incuriosito. "Sono curioso anch'io di parlare con loro!"

"Una cosa alla volta, ragazzi." si raccomandò Seiko, la nonna di Ruki. "Per adesso... credo che tutti voi vi meritate un po' di riposo! Avete compiuto una missione incredibile... non ci sono altri bambini a questo mondo che possono vantarsi di aver fatto la stessa cosa!"

Takato e Guilmon sorrisero sollevati. In quel momento, un po' di distensione era tutto quello che gli ci voleva…

Mentre attorno a lui tutti festeggiavano, Yamaki sentì un suono acuto provenire dal suo cellulare. Non volendo ignorare quelle che potevano essere novità importanti, l’uomo corrugò la fronte e rispose, appartandosi un po’ rispetto al gruppo dei Tamers.

“Qui Yamaki. Ci sono novità?” chiese. La risposta che gli arrivò dall’altra parte del telefono lasciò anche lui sorpreso ed incredulo, e i suoi occhi si spalancarono appena un po’ dietro le lenti sfumate dei suoi occhiali. “Come dite? Ne siete sicuri? Goro Mizuno si è…” si interruppe, ascoltando la risposta. “Ho capito. Sì… sì, comprendo cosa può voler dire. Per il momento tenetelo monitorato, e aggiornatemi sulle sue condizioni se vedete miglioramenti. Questo è quanto… Sì, d’accordo. Grazie per la collaborazione.”

La chiamata si interruppe, e Yamaki restò a guardare il suo telefono per qualche istante. La notizia che Goro “Shibumi” Mizuno si fosse risvegliato da un coma durato anni era già sorprendente di per sé, e per giunta coincideva con il ritorno dei Tamers dal Mondo Digitale. Poteva essere semplicemente una coincidenza… ma Yamaki era troppo esperto per credere che non ci fosse alcuna connessione tra i due eventi.

Per adesso, comunque, la cosa poteva attendere. Ma per quanto lo riguardava, si trattava comunque di qualcosa che andava seguito…

 

oooooooooo

 

Mentre il gruppo dei Tamers festeggiava il ritorno nel Mondo Reale, un pericolo si nascondeva sotto di loro - un pericolo che li aveva seguiti fin da DigiWorld, attendendo con pazienza e fredda determinazione il momento giusto per prendersi la sua vendetta.

Makuramon, il Deva Scimmia, scivolò silenzioso nella galleria della metropolitana, guardandosi attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno in grado di scoprirlo. Attorno a lui non c'erano che insetti e qualche topo... e il vile Deva Scimmia annuì con aria sicura e si infilò in un corridoio, evitando con attenzione i cavi elettrici.

Finalmente, Makuramon raggiunse un piccolo e stretto corridoio che sembrava essere fuori portata e si fermò a metà, raggiungendo una nicchia che gli avrebbe consentito di rimanere ben nascosto. Dopo essersi assicurato ancora una volta che nessuno lo avesse seguito, il Deva Scimmia produsse una piccola capsula semitrasparente e la guardò compiaciuto. All'interno, una strana cosa informe, composta di una gelatina rosata dall'aspetto innaturale, si muoveva lentamente, allungando e ritirando i suoi pseudopodi con fare quasi famelico.

"Finalmente ci siamo..." sghignazzò il Deva Scimmia. "Spero che vi siate goduti questa temporanea vittoria, dannati Tamers. Perchè adesso... la vostra gioia si trasformerà in orrore e disperazione!" 

 

    

oooooooooo

 

CONTINUA...

  

  
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