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Autore: SLLowely    10/11/2023    0 recensioni
Tra le vie cupe di Notturn Alley, Draco e Hermione, due amanti dal passato misterioso, si immergono in una notte di follia e passione al The Black Chalice. L'atmosfera si anima con personaggi bizzarri e storie intrise di segreti oscuri. Mentre i destini si intrecciano, una spirale di ossessione e follia si dipana, con Draco e Hermione determinati a creare la loro opera d'arte macabra a qualsiasi costo.
L'amore e l'oscurità si fondono in un vortice letale, mentre il teatro della morte si svela in tutto il suo splendore decadente. In questo oscuro balletto di morte e passione, il confine tra amore e ossessione si dissolve, portando a una conclusione inquietante e sorprendente che sfida ogni convenzione.
Storiella delirante nata in occasione di Halloween.
*I personaggi prendono le sembianze di alcuni dei personaggi più famosi dell'universo di Tim Burton*
Ship: Draco/Hermione e Harry/Theodore Harry/Theodore/Pansy
Genere: Demenziale, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione, Pansy/Theodore
Note: OOC, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
Capitoli:
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"Trova il divertimento in ogni cosa.
Questo è il segreto della felicità."
Mark Twain


 

Draco si svegliò di soprassalto, il cuore martellante nel petto, il respiro affannoso, il corpo irrigidito da un brivido di terrore. Sudava freddo e la paura lo avvolgeva come un'ombra sinistra. La stanza era avvolta da un'ombra inquietante, le pareti sembravano chiudersi su di lui. Il buio palpabile sembrava stringerlo in una morsa silenziosa, una presenza muta che lo osservava nell'oscurità. Per un attimo rimase disorientato, osservando il soffitto buio della sua camera, cercando di capire dove si trovasse. Poi, poco a poco, i contorni familiari della sua camera da letto iniziarono a emergere lentamente dall'oscurità, come fantasmi che si dissolvono con l'apparire della luce del giorno.

L'arredamento familiare, con i suoi dettagli accoglienti e le note di personalità che lo contraddistinguevano, si rivelò come un'ancora nella realtà. L'odore familiare dei suoi libri, riposti sullo scaffale, misto al profumo di mora e muschio bianco che aleggiava nell'aria, contribuiva a confermare che non si trattava che di un momento. Ancora un po' incerto, Draco si mise a sedere, sentendo la morbida imbottitura del letto sotto di lui, e scrutò attorno con occhi vigili per assicurarsi che fosse tutto reale: i suoi guanti di pelle erano sul tavolino, vicino alla poltrona su cui era poggiata sgraziatamente la sua tunica, le braci ormai fredde del camino, i vestiti sparsi sul pavimento.

La luce che filtrava dalle tende era un bagliore gentile, una carezza di calore che dissipava le ombre della notte. Era a casa sua.

Si voltò con cautela verso il corpo di Hermione accanto a lui. La sua fidanzata giaceva lì, in un sonno profondo e sereno, i riccioli dei capelli scuri le cadevano delicatamente sul viso e le lunghe ciglia si posavano sulle guance pallide, la sua presenza rassicurante lo ancorava alla realtà.

La abbracciò, stringendola con affetto. Le curve del suo corpo sembravano adattarsi perfettamente alle sue, come se fossero stati creati l'uno per l'altra. Il respiro regolare e il battito del suo cuore erano una sinfonia di vita, una melodia che rassicurava Draco sul fatto che il mondo attorno a lui era reale.

Un tenero bacio sfiorò il collo di Hermione, un gesto carico di amore e gratitudine, sentì la sua pelle rispondere al tocco, un brivido delicato che si diffuse come una carezza invisibile. Draco chiuse gli occhi per un attimo, immergendosi in quella sensazione di intimità, un istante sospeso nel tempo, dove tutto sembrava essere in perfetto equilibrio. Si sentiva come se stesse annullando l'oscurità dell'incubo, sostituendola con la luce e la calma che solo Hermione poteva portare nella sua vita.

Cercando di non disturbare il sonno di Hermione, si spostò con grazia sul bordo del letto, i piedi che affondavano nel morbido tappeto, sentendone la sua consistenza soffice.

L'aria fresca della mattina carezzava il suo viso, portando con sé una leggera brezza che lo avvolse come una carezza.

Si voltò verso la piccola sveglia babbana posta sul comodino di Hermione. I numeri digitali luminosi risplendevano nel buio, indicando le 6:45 del mattino. Quel piccolo oggetto era come un faro nel buio, una bussola che gli indicava il passare del tempo.

Con passi leggeri si diresse verso la cucina, lasciando dietro di sé la quiete della camera da letto. Il pavimento di parquet fresco e liscio sotto i suoi piedi, un leggero contrasto che lo fece sentire più sveglio e vigile. L'odore leggero di caffè fluttuava nell'aria, una promessa di energia e vitalità che lo accolse non appena varcò la soglia della cucina.

Draco attraversò la soglia della cucina e subito venne avvolto da un vortice di odori invitanti. L'aria era impregnata di profumi accoglienti, un mix di aromi che si intrecciavano e gli accarezzarono le narici, creando un'atmosfera di comfort e familiarità.

Sniffy si voltò verso Draco, offrendogli un sorriso caloroso. Le pupille elfiche brillarono di una luce vivace e accogliente, comunicando una gentilezza che andava oltre le parole. Draco si sentì avvolto da un senso di gratitudine e apprezzamento per il suo elfo domestico, un membro prezioso della sua casa e della sua vita.

Sniffy si dedicava con zelo ai fornelli, muovendosi con una grazia quasi danzante, i gomiti che si alzavano e si abbassavano in un ritmo preciso. Il tintinnio dei cucchiai e il sibilo delle pentole colme di vita riempivano l'aria, una sinfonia culinaria che pareva danzare nell'atmosfera vibrante.

Draco si avvicinò con un sorriso, osservando l'elfo con ammirazione. «Che cosa stai preparando, Sniffy?»

Sniffy si voltò, gli occhi luminosi di entusiasmo. «Sniffy sta creando una colazione deliziosa per il padrone!»

Draco rise leggermente. «Sei davvero un elfo straordinario, Sniffy. Ma devo dirti una cosa...»

«Che cosa, signore Draco?» chiese Sniffy, con un'aria leggermente preoccupata.

«Devo tornare al maniero presto,» disse Draco con un tono serio. «Altrimenti, credo che tu e la mia fidanzata  potreste organizzare un complotto per... mettermi nei guai.»

Sniffy fece un'espressione scandalizzata, le orecchie piatte contro il cranio. «Oh no, padron Draco! Sniffy non farebbe mai una cosa del genere!»

Draco sorrise, rassicurante. «Lo so, Sniffy. So che sei felice di servire la famiglia Malfoy. Ma devi anche sapere che la futura Lady Malfoy potrebbe essere un po'... rigida.»

Sniffy annuì con fermezza, gli occhi luminosi pieni di determinazione. «Sniffy sa che la futura Lady Malfoy dovrà abituarsi a lui, ma Sniffy non se ne andrà, no no.»

Draco apprezzò la lealtà dell'elfo. «Ti apprezzo molto, Sniffy. Troveremo un modo per convincere Hermione. Sarà solo questione di tempo.»

Mentre parlavano, il profumo invitante della colazione prendeva vita, avvolgendo la cucina in un abbraccio caloroso. Le fette di pane tostato emanavano un odore dorato e croccante, mentre le uova si sbriciolavano delicatamente nella padella, sprigionando il loro aroma burroso. Draco non aveva fame nonostante l'odore invitante. Prese una tazza di caffè e si avviò verso il salone, dritto sulla sua poltrona, dove si lasciò cadere con un sospiro. Si sentiva come se il peso del mondo fosse sulle sue spalle, come se la poltrona stessa fosse una sorta di rifugio dalla tempesta di pensieri che lo assaliva.

Rimase afflosciato nella morbida imbottitura, le braccia riposate sui braccioli come se cercasse un appiglio in quel mare tumultuoso di emozioni. Il volto scolpito dall'espressione teatrale, gli occhi fissi in un punto indefinito, come se cercasse una risposta tra le pieghe invisibili dell'aria.

Con un piccolo sospiro di saluto che si sollevò dalle labbra, Sniffy si dileguò con un schiocco. E così, Draco si ritrovò solo, avvolto da un silenzio denso, come se anche l'aria avesse preso fiato prima di pronunciarsi.

Mentre sorseggiava il caffè, lasciò che la sua mente vagasse tra i frammenti dell'incubo, era come se cercasse di mettere a fuoco le ombre sfuggenti dei suoi pensieri, di dare un senso a quell'esplosione di emozioni. Ma in quel momento, si concedeva il lusso di essere solo con se stesso e la sua bevanda. Portò la tazza alle labbra con una grazia malinconica, assaporando il liquido scuro come se stesse gustando l'essenza stessa della sua anima tormentata.

Mentre la tazza scivolava giù nella sua mano, Draco sentì una strana sorta di consolazione nel sapore del caffè, come se quella bevanda bollente fosse l'unico confidente che poteva comprendere il suo dramma. Era un sipario che si alzava su uno spettacolo folle e surreale, una performance che solo lui poteva apprezzare fino in fondo. Tuttavia, in quel momento, era solo lui e la sua tazza di caffè, una coppia improvvisata sul palcoscenico del suo mondo interiore, dove le luci della realtà si confondevano con le ombre dei suoi pensieri, mentre si perdeva in quei riflessi scuri nella superficie del liquido scuro.
 


 

Hermione si sollevò con grazia dal morbido lenzuolo, lasciando che la luce delicata del mattino accarezzasse la sua pelle. La freschezza dell'aria la avvolse, un abbraccio leggero che la fece sentire viva e vibrante. Senza fretta, scivolò fuori dal letto, i piedi nudi affondando nel tappeto soffice mentre si dirigeva verso il pavimento di legno scuro.

Lo sguardo attento di Hermione scorse la camicia di Draco, abbandonata con noncuranza tra gli altri abiti sparsi. Senza esitazione, la raccolse tra le dita, sentendo la morbidezza del tessuto sotto le sue mani. La camicia emanava ancora l'odore del corpo di Draco, un profumo familiare che le avvolse i sensi.

Con una mossa fluida e sicura, Hermione fece scivolare la camicia sulle spalle,sentendo il suo profumo aleggiare intorno a lei come una carezza. Con grazia, aggiustò le maniche e lasciò che il tessuto le scivolasse sul corpo, avvolgendola in un caldo abbraccio. Si sentiva come se portasse una parte di lui con sé, una connessione tangibile che la faceva sorridere.

Con passo leggero, si diresse verso l'enorme vetrata. Le tende erano parzialmente socchiuse, permettendo alla luce dorata del mattino di filtrare attraverso i cristalli. Di fronte a quella vista mozzafiato della Londra Magica, Hermione si sentì come se fosse sospesa tra il cielo e la terra.

Gli edifici maestosi si stagliavano contro il cielo di un azzurro profondo e terso, mentre nuvole leggere si disegnavano come pennellate sottili, creando un contrasto suggestivo. Il frastuono della città si fondeva in un sottofondo rassicurante, eppure, nonostante la maestosità della città, non poteva fare a meno di sentirsi come se il cielo stesso fosse parte integrante di quel panorama incantato. Hermione chiuse gli occhi per un istante, ripensando con dolcezza alla serata trascorsa con Draco. Ogni momento con lui era un sogno che si materializzava, un'esperienza che le faceva battere il cuore con una gioia travolgente. Era incredibile quanto l'amore potesse trasformare la realtà in qualcosa di magico.

I suoi occhi si posarono sull'anello scintillante che adornava il suo anulare sinistro. Un sorriso felice e adorante le illuminò il volto, mentre osservava il simbolo del loro amore, un legame che nulla poteva spezzare.

Hermione si girò con grazia, lasciando che lo sguardo si perdesse ancora una volta nel panorama mozzafiato che si stagliava oltre la vetrata. Quel momento di intimità con se stessa e con il ricordo della serata con Draco era come una dolce carezza per l'anima.

Con passo lieve e determinato, lasciò la camera da letto, attraversando l'ampio corridoio che portava al salone. Le pareti erano adornate con opere d'arte magica, dai colori vivaci e dai dettagli intricati. Ogni passo di Hermione sembrava risuonare in armonia con il proprio battito cardiaco, un ritmo familiare e rassicurante.

Mentre si avvicinava al salone, un profumo delizioso si diffuse nell'aria, accarezzando le narici di Hermione con una promessa di sapori deliziosi, sapeva che non era opera del suo fidanzato. Non poteva fare a meno di provare un lieve fastidio per l'abitudine di Draco di affidarsi così spesso a loro. Certo, capiva che fosse abituato a un certo stile di vita, ma c'era una parte di lei che trovava importante prendersi cura di se stessi senza l'ausilio degli elfi.

Tuttavia, quel giorno, Hermione si sentiva troppo felice e serena per lasciarsi turbare da tali pensieri. Era come se l'amore che nutriva per Draco avesse la capacità di attenuare anche le sue preoccupazioni più profonde. Si disse che avrebbero potuto affrontare quell'argomento in un altro momento. Si avvicinò con passo leggero al salone, cercando il suo fidanzato con lo sguardo. Lo trovò seduto nella poltrona, lo sguardo fisso nel vuoto con un'espressione assente. Una strana combinazione di preoccupazione e divertimento le attraversò il viso, era difficile non lasciarsi coinvolgere dalla teatralità di Draco in momenti come questi.

Hermione si avvicinò a Draco con un sorriso luminoso e gli occhi pieni d'amore «Buongiorno e Buon Sahmain.» disse dolcemente, pronta a dargli un bacio.

Draco la guardò negli occhi con una serietà improvvisa, fermandola prima che potesse baciarlo. «Hermione...» iniziò, con tono solenne «Voglio il divorzio.»

Con un sopracciglio arcuato, Hermione lo osservò, ancora incerta se stesse scherzando o meno. «Aspetta...» disse con calma, cercando di elaborare quanto aveva appena sentito. «Fammi capire, stai chiedendo il divorzio... prima ancora di sposarci?»

Hermione si sforzò di trattenere un sorriso di fronte alla teatralità di Draco, conscia che si trovava di fronte a uno degli spettacoli più surreali della sua vita. Con un'aria paziente, si accomodò sul morbido divano, accanto alla poltrona del suo fidanzato.

Con un gesto elegante della mano, evocò dalla cucina un set da tè, insieme a una selezione di prelibatezze. Il Genmaicha, il suo tè preferito, emanava un profumo leggermente abbrustolito che si mescolava all'aroma fresco e fruttato delle piccole delizie che aveva preparato. Con le sue foglie verdi e tostate, prometteva una bevanda rinfrescante e nutriente, perfetta per iniziare la giornata. Il profumo leggero e invitante si diffondeva nell'aria, avvolgendo la stanza in una sensazione di comfort e benessere.

Con un'abilità magica che aveva affinato nel corso degli anni, fece levitare il servizio da tè e i piatti delicati sul tavolino di fronte a loro. La porcellana rifletteva la luce in modi delicati, creando riflessi dorati che danzavano per la stanza. Accanto alle tazzine di tè, mise piccoli piatti di dolci, offrendo una selezione di sapori che spaziavano dal cioccolato fondente alle fragole appena raccolte.

Hermione guardò Draco, offrendogli un invito silenzioso a unirsi a lei in questo piccolo rituale di tranquillità. Era un modo per comunicare che, nonostante le assurdità del momento, erano ancora insieme, pronti a condividere la vita e i suoi strani colpi di scena.

Draco si alzò di scatto dalla poltrona, il suo sguardo perso nel vuoto, gli occhi brillanti di una follia incandescente. «È tutta colpa tua!» urlò con voce serrata, il tono carico di disperazione. «Se non fosse stato per te, non saremmo arrivati a questo!»

Il suo respiro affannoso riempiva la stanza, quasi un rantolo di puro sconforto. «La McGranitt... i Mangiamorte...» continuava a dire, come se cercasse di gettare nella mente di Hermione pezzi di un puzzle frantumato. «E poi Astoria... Astoria che mi perseguita... e Adrian...» La sua voce si spezzò in un lamento, come se già potesse percepire il dolore di quella perdita immaginaria.

Hermione, nonostante la tensione del momento, non poté fare a meno di alzare un sopracciglio, l'espressione mista tra il divertito e l'incredulo. Le parole di Draco sembravano una sorta di commedia tragica, un melodramma che avrebbe fatto impallidire persino il più esagitato dei divi teatrali. Eppure, in mezzo a quella farsa, riuscì a cogliere un lampo di tenerezza quando Draco sussurrò con voce rotta: «Adrian... Adrian che ti uccide...»

Hermione faticava a trattenere le risate, l'assurdità delle immagini evocate da Draco nel suo sogno la colpiva in maniera irresistibile. Con un sorriso divertito, lo guardò e gli chiese, cercando di mantenere un tono serio: «Draco, cosa c'entro io in tutto questo? E perché dovrei essere la causa di tante... stranezze?»

Draco, con un'espressione intensa, iniziò a raccontare dettagliatamente il resto del suo incubo, le immagini orribili che lo avevano tormentato. I suoi occhi erano fissi nel vuoto, come se stesse rivivendo quelle terribili visioni. Ogni parola era carica di angoscia e disperazione, come se volesse condividere con Hermione il peso dell'orrore che aveva vissuto. La guardò con occhi intensi, convinto che l'incubo fosse una sorta di visione di un futuro oscuro. «È colpa tua, Hermione», disse con fermezza. «Mi hai riempito la testa di tutte queste storie strane con i tuoi film di Tim... Coso.»

L'ironia non sfuggì a Hermione, che scoppiò in una risata liberatoria. Le immagini del sogno di Draco si intrecciavano con le scene dei film di Tim Burton, creando un collage surreale che la faceva ridere come non faceva da tempo. Era un momento di leggerezza che aveva bisogno di condividere con lui.

Draco, però, si sentì ferito dalla reazione di Hermione. Si alzò in piedi, un'espressione offesa dipinta sul volto. «Non hai ancora sentito tutto», disse con tono amareggiato. «Non sai cosa succede dopo.»

Hermione cercò di trattenere le risate, ma non riuscì a nascondere il suo divertimento. «Draco, scusami», disse tra le risate. «Ma non posso fare a meno di immaginare...»

Draco si girò, sconvolto, e si avviò verso la porta. «Non importa», disse, con un misto di indignazione e ferita nel tono della voce. «Non capisci.»

Hermione sentì una strana mescolanza di emozioni. Da un lato, voleva condividere il momento di leggerezza e allegria con Draco, ma dall'altro sapeva che avrebbero dovuto affrontare quella conversazione in modo serio. Con passo deciso, lo raggiunse, determinata a comprendere ciò che tormentava Draco.

Draco si allontanò con passo fermo verso la camera da letto, una scia di tensione nell'aria a seguirlo. Hermione, decisa a chiarire la situazione, lo seguì con determinazione.

«Draco, aspetta!» lo chiamò con voce morbida, cercando di raggiungerlo. «Scusami se ho riso, non volevo...»

Draco si voltò, gli occhi ancora velati di offesa. «Se hai intenzione di prendermi in giro, allora non ho più nulla da raccontare.» disse con voce fredda, come se le sue parole potessero tagliare l'aria.

L'angoscia prese forma nei profondi occhi castani di Hermione. Non voleva ferirlo, ma era chiaro che le risate avevano colpito una corda sensibile in Draco. «Non stavo cercando di prenderti in giro, davvero.» disse con sincerità, la voce carica di rimpianto. «Volevo solo... condividere un momento di leggerezza con te.»

Draco rimase in silenzio per un attimo, lo sguardo fisso su Hermione. Poi, con un sospiro, si sedette sul bordo del letto. «Forse... forse ho esagerato.» ammise, la tensione nelle sue spalle sciogliendosi leggermente.

Hermione, con cautela, si avvicinò a lui e si sedette sulle sue ginocchia, avvolgendo le braccia intorno al suo corpo e stringendolo a sé con delicatezza, cercando di trasmettergli un senso di conforto. «Non volevo ferirti.» disse sinceramente. «Voglio capire, davvero.»

Draco la guardò, sorpreso dalla sua improvvisa vicinanza. Poi abbassò lo sguardo. «È solo che... quel sogno è stato così reale, Hermione. Ho avuto paura.»

L'angoscia negli occhi di Draco toccò il cuore di Hermione. Con gentilezza, prese la mano di Draco nella sua. «Mi dispiace, Draco. Non volevo minimizzare ciò che hai provato.»

Draco le restituì lo sguardo, un mix di tristezza e gratitudine nei suoi occhi. «Grazie.» disse semplicemente.

Si guardarono a lungo, una connessione intima e silenziosa che li avvolse come una coperta. Forse, in quel momento, avevano iniziato a capire quanto fossero importanti l'uno per l'altra, anche nei momenti di paura e confusione.

Hermione, con gentilezza, afferrò la mano di Draco e gli disse con voce morbida: «Draco, raccontami il resto. Cos'è successo nel sogno?»

Draco esitò per un istante, poi iniziò a parlare, le parole uscendo con una cautela carica di angoscia. «Nel sogno... Adrian...» Fece una pausa, cercando le parole giuste. «Adrian ti ha uccisa.»

Hermione rimase immobile, gli occhi fissi nei suoi, l'espressione seria. Nonostante fosse solo un sogno, quelle parole avevano colpito nel profondo. «Mi ha uccisa?»

Draco annuì, il dolore di quel ricordo scolpito sul suo volto. «Sì. E io... non ho potuto fare nulla per impedirlo. Era come se fossi intrappolato, impotente.»

Le mani di Hermione stringevano con forza quelle di Draco, come se volesse proteggerlo dal dolore di quelle parole. «Draco, era solo un sogno. Non è reale, sono qui.»

Draco la guardò, gli occhi ancora pieni di tristezza. «Lo so, ma...»

«Ma ti ha spaventato.» completò Hermione, comprensione nei suoi occhi.

Draco annuì nuovamente, il suo sguardo cadde. «Sì. E ora... ora ho paura di perderti davvero.»

Hermione, osservandolo con un mezzo sorriso, lo incalzò con una nota di scherzosa accusa: «Beh, sei stato tu a chiedere il divorzio. E l'hai fatto anche con largo anticipo.»

Le parole di Hermione scaturirono con un tono giocoso, quasi a sottolineare l'assurdità della situazione. Draco scoppiò in una risata leggera, come se stesse finalmente scuotendo via la tensione che aveva pesato sulle sue spalle. L'atmosfera intorno a loro si fece più leggera, quasi come se il soffitto dell'attico si fosse alzato di qualche metro.

«Forse ho esagerato un po', eh?» ammise Draco, lasciando che un sorriso un po' imbarazzato si dipingesse sul suo volto. Era come se stesse riscoprendo il piacere della spensieratezza.

La risata di Draco risuonò nel piccolo spazio tra loro, una melodia rassicurante che riempiva l'aria con un'armonia leggera. Hermione fece un gesto esplicativo con la mano, dimostrando comprensione per quanto avesse potuto esagerare. «Giusto un po'...» poi si avvicinò al suo orecchio e con un sorriso giocoso che faceva brillare gli occhi di un'incantevole allegria, gli chiese:

«Ricordi che stasera c'è il party di Halloween? Sembra che tu abbia messo molto impegno nell'organizzazione con Blaise e Theodore...»

Draco fece una smorfia, il suo volto si contrasse leggermente, come un velo di disgusto che sfiorava le sue espressioni. «Sì, ma ora la voglia mi è passata. Non ho intenzione di travestirmi da niente, men che meno da uno di quei personaggi strambi che mi hai fatto conoscere e che hanno invaso i miei sogni.»

Hermione sorrise beffarda, inclinando la testa in un gesto di scherno. «Ichabod Crane ha un certo fascino, soprattutto nei suoi abiti del diciottesimo secolo.»

Draco la interruppe subito, il suo volto serio e gli occhi che esprimevano una chiara perplessità. «Hermione, per favore. Non vorrei mai travestirmi da uno così. E poi, c'è anche l'altro... Victor, giusto? Anche se forse è davvero troppo ingenuo e innocente, non credo sia adatto a uno come me.»

Hermione lo provocò ulteriormente, con un sorriso birichino che danzava tra i suoi occhi. «Ehi, e se optassi per il cavaliere senza testa?»

Draco si fermò di colpo, un brivido di disgusto attraversò la sua spina dorsale mentre rievocava la scena finale del film. «Per quanto mi riguarda, ho ancora impressa nel cervello quella scena finale... quel bacio a sangue con la bionda matta. Sono fortunato che, almeno in questo, il mio subconscio abbia un minimo di buon senso e non abbia sognato niente del genere.»

Hermione non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata . «Sei davvero un uomo straordinariamente ridicolo, Draco Malfoy.» sussurrò, la sua voce morbida come un soffio, mentre il suo sguardo restava incollato a quello di Draco in un momento di complicità condivisa. 


La tenuta si ergeva imponente nel cuore della notte, avvolta da un'aura magica che illuminava l'oscurità con sfumature di oro e tonalità brillanti, come se le stelle stesse si fossero posate sulle mura di pietra. I colori vibranti, che ricordavano le tonalità degli abiti di una tribù di stregoni indiani, danzavano nell'aria come scie di incanto, donando all'ambiente un'atmosfera surreale e incantata.

Zucche incantate e volanti adornavano il viale d'ingresso, emanando una luce soffusa che faceva brillare il sentiero. Le candele sospese nell'aria danzavano in un balletto silenzioso, creando una scia luminosa che illuminava il percorso dei visitatori.

All'interno della tenuta, l'atmosfera si tingeva di una magia palpabile. Gli ospiti si divertivano con giochi alcolici, immergendo caramelle gommose magiche in pozioni dall'aspetto sfavillante, trasformando dolci innocui in elisir di festa. Le risate e i sorrisi contagiosi risuonavano, mescolandosi al suono di musica incantevole che avvolgeva l'ambiente.

Nel grande salone, drappi di seta dai colori vivaci pendevano dai soffitti, creando un'atmosfera di calore e lusso. La luce di candele fluttuanti conferiva un'aura fiabesca all'ambiente, mentre i colori dorati degli arredi sembravano brillare con l'incanto di una notte magica.

Nel cortile, un gruppo di giovani stava immergendo le magiche caramelle gommose, chiamate "Dolcimbric" per l'occasione, in bicchieri di liquore colorato. Le caramelle cominciavano a brillare intensamente, e dopo un'animata conta alla rovescia, venivano pescate e divorate con entusiasmo, mentre i sorrisi si allargavano e le risate si facevano più fragorose.

Nella sala principale, un gruppetto di amici aveva organizzato una versione magica del gioco babbano del barile. Una grande botte di legno era stata collocata al centro della stanza, con frecce incantate che ruotavano su di essa. Gli ospiti si mettevano in cerchio, aspettando con impazienza che l'ago magico indicasse il prossimo partecipante. Non appena la freccia si fermava, il fortunato veniva invitato a fare un sorso dalla coppa d'argento, riempiendo l'aria di risate e schiamazzi.

Nel frattempo, Hermione osservava con orgoglio il successo della festa, ammirando i dettagli curati da Draco e dai suoi amici.

Draco aveva un sorriso soddisfatto, Theodore e Blaise avevano contribuito a creare un'ambientazione perfetta.

Mentre si aggiravano tra gli invitati, Hermione lo seguiva con uno sguardo affettuoso. «Devo ammettere che avete fatto un ottimo lavoro, ragazzi. Questa festa è incredibile.» Disse, quando Theodore si unì a loro, con dei calici in mano. «Complimenti a noi, Malfoy. E' davvero un successo.»

Draco ringraziò con un cenno del capo, ma il suo sguardo era distratto. Poi, all'improvviso, un brivido gli percorse la schiena. Era già pallido come un lenzuolo e senza dire una parola, voltò i tacchi e fuggì, scomparendo tra la folla.

Theodore si voltò vivacemente nella direzione indicata da Draco e vide Harry avanzare con decisione, vestito da un personaggio che non conosceva. Si girò verso Hermione, i suoi occhi esprimevano tutta la sua confusione. «Cosa diavolo è successo?»

Nel frattempo, Hermione aveva distolto lo sguardo da Theodore e si era concentrata su Harry, che si avvicinava con passo deciso, indossando un costume così stravagante che non riuscì a trattenere una risata. Il sorso dal suo calice le andò nel posto sbagliato, facendola tossire.

«Scusate... ragazzi...» riuscì a dire Hermione, cercando di riprendersi, ma la risata la travolse nuovamente. «Torno subito.»

Senza aspettare una risposta, si voltò e corse verso il corridoio dove Draco aveva svoltato,, lasciando Theodore e Harry attoniti e confusi.

Hermione fece scorrere le dita lungo il freddo corridoio, cercando di percepire qualsiasi segno della presenza di Draco. All'improvviso, udì dei sussurri soffocati provenire da dietro una porta e il tono era molto drammatico. Si avvicinò con cautela, sperando che fosse lui.

Con un lieve colpo, Hermione cercò di aprire la porta, ma si sentì respinta da una barriera magica. «Draco? Sei tu?» chiamò sperando di sentire la sua voce.

Dall'altro lato della porta, una voce drammatica rispose: «Questa porta non si aprirà, Granger!»

Hermione non poté fare a meno di sorridere. «Draco, smettila di fare il drammatico.»

Dall'altro lato della porta, la voce di Draco si levò, impregnata di drammaticità. «Non aprirò questa porta, Hermione! Potter ha rovinato il mio party! È venuto qui per uccidermi e poi farà sparire il mio corpo, così finalmente potrà liberarti da me!»

Hermione scoppiò in una risata udibile, scuotendo la testa. «Draco, è solo un costume. Harry non farebbe mai una cosa del genere, e io non lo permetterei mai.» disse, cercando di trattenere l'ilarità che le provocava l'immagine di Harry nel suo travestimento.

Draco replicò con un urlo straziante, l'intonazione permeata di isteria. «Si è travestito da maledetto barbiere assassino, Hermione! Sei certa che Potter non nasconda una lama sotto quell'abito? È abbastanza chiaro che mi vuole morto!»

Hermione non riusciva a trattenere le risate, e lacrime di allegria le rigavano il viso mentre le parole di Draco, cariche di esasperazione, echeggiarono nella stanza. Nonostante la tensione del momento, Hermione non poté fare a meno di ridere, conquistata dalla sua abilità nel trasformare una situazione normale in un dramma shakespeariano.

Hermione si sentì pervasa da una strana sensazione di intimità, come se quel momento di pazzia con Draco fosse un segreto condiviso che li avvicinava ancora di più.

Le sue risate risuonarono nel corridoio, mentre dall'altra parte della porta Draco continuava a sfogare la sua indignazione in un monologo teatrale. Con un sospiro di contentezza, si appoggiò alla porta, aspettando che il caos all'interno si placasse.

Hermione aspettò che Draco esaurisse la sua recitazione drammatica dall'altro lato della porta. Quando alla fine il suo monologo si placò, Hermione si asciugò le lacrime dagli occhi. «Draco, smettila di fare il matto. Torniamo alla festa.»

Dall'altro lato, Draco emise un profondo sospiro teatrale, e poi accettò con riluttanza. «Va bene, ma solo se mi giuri che non mi lascerai solo con Potter!»

Hermione rise nuovamente, in parte per la sua spavalderia e in parte per il suo amore per il teatro. «Te lo prometto, Draco. Nessun barbiere assassino ci separerà stasera.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In un angolo della sala...

Il grande salone era pervaso da una luce dorata e scintillante, mentre le risate e le conversazioni riempivano l'aria di un'energia festosa. I colori brillanti dei costumi dei presenti danzavano come un arcobaleno incantato, creando un'atmosfera di gioiosa follia.

Theodore alzò un sopracciglio, fissando Harry con un'espressione di pura incredulità. «Ehi, Potter, mi spieghi da cosa diavolo sei vestito?»

Il prescelto si drizzò con fierezza, facendo sventolare il suo mantello nero con teatralità. «Sono Sweeney Todd, il barbiere.»

Theodore arretrò di un passo, alzando le mani in segno di resa. «Un barbiere?» 

L'altro annuì, con un sorriso malizioso. «Esatto, un barbiere killer.»

Theodore non poté trattenere una risata, scuotendo la testa di fronte all'interpretazione di Harry. «Onestamente, sembri più un barbiere arrabbiato che un killer spietato.»

Il barbiere fece una smorfia esagerata, muovendo le sopracciglia su e giù in modo teatrale. «Cosa volevi, che portassi un'arma e cominciassi a fare strage?»

Le sue parole fecero scoppiare Theodore in una risata fragorosa. «Beh, forse avrebbe reso l'idea un po' più chiara.»

Harry alzò un sopracciglio, fingendo sdegno. «Grazie, Nott. Sono contento che apprezzi il mio spirito omicida.»

Theodore fece una smorfia teatrale. «Speriamo solo che nessuno ti chieda un taglio di capelli, altrimenti sarebbe un Halloween davvero spaventoso.»

Harry rise, scuotendo la testa. «Hai sempre la battuta pronta, vero?»

Theodore sorrise, divertito. «In effetti, è uno dei miei talenti migliori.»

 

 

The End.









 

Eccomi qui, con la fine di questo delirio. 🥲

Spero vi sia piaciuta! Ammetto che ero molto restia nel pubblicare qualcosa di totalmente mio, ho sempre mille dubbi su ciò che scrivo e temo sempre che facciano cagare. 😶‍🌫️

Beh... forse ci vediamo anche a natale con una nuova cosina tutta mia! 🫣

Non l'ho detto nel capitolo precedente, ma ci tengo a ringraziare Martina, che è l'altra disagiata come me che mi ha fatto compagnia nel realizzare questa storiella. ❤️😂

E un grazie speciale a Giulia, Stefania, Silvia e Raffaella che hanno sopportato i miei scleri.

 

A Elisa, Laura Elisabetta perché sono semplicemente loro ✨

 









































 

   
 
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